giovedì 18 aprile 2019


THE MOTHMAN PROPHECIES -
VOCI DALL'OMBRA

Titolo originale: The Mothman Prophecies 
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2002
Lingua originale: Inglese
Durata: 119 min
Rapporto: 2,35 : 1
Genere: Thriller, fantascienza, orrore
Regia: Mark Pellington
Soggetto: John Keel
Sceneggiatura: Richard Hatem
Distribuzione in italiano: Medusa
Fotografia: Fred Murphy
Montaggio: Brian Berdan
Musiche: Tomandandy
Colonna sonora:
  Disco 1
    1. Half Light (single)
      2. Wake Up #37
      3. Haunted
      4. One and Only
      5. Collage
      6. Great Spaces
      7. Rolling Under
      8. Half Life
      9. Soul Systems Burn
     10. Half Light (tail credit)

  Disco 2
    1. Movement 1:
        Composed of 12 Members/ Retrace/ A New Home/ MRI/ Welcome To Point
        Pleasant
     2. Movement 2:
        Point Pleasant/ Seeing Strange Things/ It's a Voice and It's Saying, Do Not Be
        Afraid/ He's Wrong/ Denver 9
     3. Movement 3:
         I Had a Dream Like That/ Not From Human Vocal Chords/ Zone Of Fear/ Ring
         Ring/ Leek/ Leek Wouldn't See Me
     4. Movement 4:
         All At Once, I Understand, Everything/ Do You Know That Woman?/ The Tape
         Reveals/ We Are Not Allowed To Know
     5. Movement 5:
         It's How I Ended Up Here/ Airport/ I Have To Go
     6. Movement 6:
         We Have Dinner At 6, And We Open Presents At 8/ 12:00 Call
     7.  Movement 7:
         The Bridge
     8.  Movement 8:
          Mirror Drone/ John's Theme/ Cellos

Scenografia: Richard Hoover, Diana Stoughton
Costumi: Tommy Boyer, Monte Cholmeley-Jones, Diane
    Collins, Christopher Peterson, Susan Lyall
Trucco: LuAnn Claps, Mindy Hall, Roderick R. Carter, Patty
    Bell
Artista concettuale: Smith Harper Hutchings
Interpreti e personaggi
   Richard Gere: John Klein
   Laura Linney: Connie Mills
   Debra Messing: Mary Klein
   Will Patton: Gordon Smallwood
   Lucinda Jenney: Denise Smallwood
   Alan Bates: Alexander Leek
   Bob Tracey: Cyrus Bills
   David Eigenberg: Ed Fleischman
   Bill Laing: Indrid Cold, l'Uomo-Falena
   Mark Pellington: Indrid Cold, l'Uomo-Falena (voce)
   Mark Pellington: Il barista
   Tim Hartman: Sonny
   Rohn Thomas: Dott. Williams
   Murphy Dunne: Il governatore Rob McCallum 
   Betsy Zajko: Tory Pherris
   Sam Nicotero: Uomo sul ponte
Doppiatori italiani
   Mario Cordova: John Klein
   Claudia Catani: Connie Mills
   Alessandra Korompay: Mary Klein
   Luca Biagini: Gordon Smallwood
   Ugo Maria Morosi: Alexander Leek
Budget: 32 milioni di dollari USA 

Box office: 55,1 milioni di dollari USA
     (fonte: Box Office Mojo)
Divieti:  

   Vietato ai minori di 11 anni:
      Finlandia, Svezia
   Vietato ai minori di 12 anni:
     Germania, Portogallo, Canton Ginevra, Canton Vaud,
     Regno Unito;
   Vietato ai minori di 13 anni:
     Argentina e Spagna 
   Vietato ai minori di 14 anni:
     Perù
   Vietato ai minori di 15 anni:
     Danimarca, Norvegia, Corea del Sud
   Vietato ai minori di 16 anni:
     Ungheria, Islanda, Paesi Bassi, Cantone dei Grigioni.
  "PG" (parents cautioned suggested) per bambini con più di
      10 anni: Singapore
  "PG-13" (parents strongly cautioned): Stati Uniti d'America,
     Filippine 



Trama: 

John Klein è un brillante articolista del Washington Post, felicemente sposato con Mary, una splendida donna dalle chiome di un color tiziano scuro intenso. La vita della coppia sembra perfetta, ma all'improvviso accade l'irreparabile. È inverno, c'è il gelo. Durante un viaggio notturno in auto l'uomo e la sua consorte hanno un grave incidente. La donna, che è alla guida, perde il controllo della vettura cercando di evitare quella che vede come una figura volante nera, fatta d'ombra densissima, con occhi di brace come il Caronte di dantesca memoria. John rimane illeso, mentre Mary batte la testa contro il vetro e viene ricoverata in ospedale. Anche se le conseguenze dell'incidente in sé non sembrano gravi, le viene riscontrato un aggressivo tumore cerebrale, un glioblastoma, che la uccide rapidamente. Viene subito esclusa ogni correlazione tra il globlastoma e l'incidente: secondo i medici si tratterebbe di due eventi del tutto indipendenti. L'uomo è sconvolto dall'accaduto e non riesce a darsi una spiegazione. Quando la sua amata muore, John fruga tra i suoi effetti e scopre un diario con i disegni dell'entità oscura da lei fatti durante la degenza. Dopo due anni da questi eventi traumatici, il protagonista si perde nella notte durante un difficile viaggio in auto in West Virginia, accorgendosi di essere giunto fino a Point Pleasant, un sito sperduto nel buco del culo del mondo, collocato su qualche emorroide ctonia alla confluenza tra i lutulenti fiumi Ohio e Kanawha. Il punto è che quella località desolata è lontana centinaia di chilometri dalla destinazione del giornalista, che voleva intervistare il governatore della Virginia a Richmond. Siccome la macchina si è rotta, John è costretto a proseguire a piedi nelle tenebre infernali fino a giungere a una vicina casa. Il proprietario della stamberga, un energumeno paccianesco e biondiccio di nome Gordon Smallwood, accoglie il forestiero con un fucile, urlandogli male parole. Arriva l'ufficiale di polizia, la bionda e robusta Connie Mills, che cerca di portare l'esagitato Smallwood a più miti consigli. Ecco che si viene a scoprire una verità piuttosto inquietante. Il pitecantropo furente afferma infatti che è la terza notte consecutiva che lo stesso individuo, proprio John Klein, bussa alla sua porta alle 2:30 precise chiedendogli di usare il telefono. Questo fatto è di per sé sconvolgente: fa pensare a un circuito temporale chiuso in cui il reporter è imprigionato in sua insaputa. L'ufficiale porta la calma e accompagna lo sconvolto giornalista a un motel, lasciandolo solo con i suoi pensieri - non prima di avergli menzionato un dettaglio di non poco conto: negli ultimi tempi gli abitanti di Point Pleasant sono ossessionati da strani accadimenti, di cui non è possibile fornire alcuna spiegazione razionale. John non si allontana dal borgo, nonostante le insistenze di un suo collega che continua a telefonargli: parlando con la gente del luogo scopre che il motivo dell'inquietudine generale consiste nelle apparizioni di una cratura notturna, che è proprio l'Uomo-Falena visto e disegnato dalla sua defunta moglie. La stessa Connie ha avuto una visione molto vivida di se stessa in procinto di affogare in acque profonde, mentre una voce la invitava a svegliarsi, chiamandola "numero 37". Il giorno dopo il frenetico Gordon Smallwood incontra John in paese e gli rivela di aver sentito una voce proveniente dal lavandino. "A Denver moriranno in 99", questo è il messaggio che gli è stato trasmesso. Mentre John e Gordon mangiano in una tavola calda, la televisione dà la notizia di un disastro aereo proprio a Denver. Anche il numero dei morti è esatto: sono proprio 99! La notte seguente si aggiunge un'altra inquietante informazione: tutti questi eventi sinistri sono emanazioni di un essere il cui nome è Indrid Cold. John Klein può soltanto procedere nella sua discesa agli Inferi, cercando di decifrare la volontà di quell'entità demoniaca. Non è un'impresa facile. Nel frattempo prende forma lo spettro di una catastrofe incombente su Point Pleasant. La tensione è massima, fino al colpo di scena finale.  

Recensione: 

Il film di Pellington si basa sull'omonimo libro dell'occultista, ufologo e complottista John Alva Keel, The Mothman Prophecies (1975), che conobbe un certo successo negli USA. In estrema sintesi si tratta del resoconto delle indagini che l'autore ha compiuto in West Virginia sul teatro delle supposte apparizioni di una creatura umanoide alata da lui denominata Uomo-Falena. Keel afferma di aver ricevuto proprio a Point Pleasant alcune telefonate inquietanti. Nel libro in questione, tutti questi portenti funesti sono connessi ad avvistamenti di oggetti volanti non identificati, al ritrovamento di bestiame mutilato, ma soprattutto al crollo di un importante ponte sul fiume Ohio, il Silver Bridge, nel dicembre del 1967. Lo stesso Keel ha plasmato il concetto di Man in Black (MIB) e lo ha grandemente diffuso. Il regista di Baltimora ha plasmato da questa sostanza informe una lega metallica immortale, che irradierà il suo fulgore fino al Giudizio! Ogni impurità presente nel materiale di origine è stata sottoposta alla Prova del Fuoco e si è dileguata. Consiglio a tutti la visione di questo capolavoro imperituro! 

Keel e il Cristianesimo

Le profezie dell'Uomo-Falena sono più gravi di una cappa di piombo e hanno tutte le caratteristiche dell'ineluttabilità. Non c'è alcuna possibilità di sfuggire. I contattati lo sanno per certo: il futuro è chiuso, fissato, predeterminato e vige la predestinazione. "È tutto vero", conferma la voce di Gordon Smallwood, parlando dall'Oltretomba. Ogni parola ricevuta è destinata ad avverarsi, in modo infallibile. L'entità di Tenebra, secondo l'occultista Alexander Leek, non sarebbe davvero superiore all'essere umano, ma vedrebbe più lontano, avendo così la visuale di un uomo che sta sul tetto di un grattacielo. Proprio questa sarebbe la radice delle sue capacità profetiche. Se l'Uomo-Falena afferma che 99 persone moriranno a Denver, è perché egli può vedere nitidamente il futuro prossimo, in cui l'incidente aereo avverrà, riportandone la descrizione come se si trattasse di un evento presente. Tutto parrebbe chiaro. Subito dopo, John Klein chiede a Leek perché il demone non parla in modo chiaro agli umani. La risposta contraddice quanto appena detto! L'Uomo-Falena, essendo superiore agli esseri umani, non è in grado di farsi intendere, proprio come un uomo non può comunicare con gli scarafaggi. La prima affermazione (egli non è superiore agli umani, ha solo una visuale più ampia) contraddice in modo stridente la seconda (egli sta agli umani come questi agli scarafaggi, quindi è a loro superiore). John Klein, duramente provato dagli eventi, non sembra rendersi conto di questa antinomia insanabile. Si può credere che Leek cerchi di far convivere nella propria mente due visioni del mondo incompatibili. Anche se egli nega in modo esplicito e reciso che l'Uomo-Falena sia Dio, la sua interpretazione risente della dottrina cattolica della prescienza divina (quella di Dio che sa in anticipo ma non predestina). Al contempo, all'emissario delle Ombre è attribuita una distanza dall'umanità maggiore di quella che la separa da Dio. Non si è forse Dio fatto uomo, stando ai dogmi di tutte le confessioni cristiane? Quindi Dio non è poi tanto lontano dall'uomo. Eppure l'uomo non può farsi scarafaggio. Quindi il Cristianesimo è iper-ottimista: ammette un Dio che dista  dagli umani meno di quanto questi distano dagli scarafaggi. Una religione il cui Dio fosse come Indrid Cold non sarebbe tanto ottimista: tale essere può solo simulare una comunicazione con le sue vittime, per farle perdere e annientare le loro vite. 

Keel vs. King & Cronenberg 

Alla fine del film si capisce che l'ontologia temporale è in tutto e per tutto simile a quella decritta nel film di David Cronenberg La Zona Morta e nel romanzo di Stephen King da cui è stato tratto. In altre parole, il futuro è aperto e non vige la predestinazione. Esiste cioè una possibilità, per quanto esigua, di modificare gli eventi rivelati dall'Uomo-Falena. Basta seguire attentamente le sequenze della pellicola di Pellington per capirlo al volo. La bionda e imperiosa sceriffa Connie Mills vede se stessa sprofondare nelle acque gelide, incapace di opporre resistenza all'annegamento, mentre una voce le dice: "Svegliati, numero 37". Il significato della visione e della voce rimane oscuro fino al finale. Crollato il ponte e tratta in salvo la donna, un uomo dei soccorsi menziona il numero delle vittime del disastro: sono 36. Connie avrebbe dovuto essere la trentasettesima. Il punto è che John Klein è accorso sul teatro della tragedia in tempo per eseguire il salvataggio, eludendo gli inganni di Indrid Cold. L'entità aliena aveva infatti progettato di intrattenere il giornalista in una lunga telefonata, imitando la voce di Mary. Orbene, è stata la stessa Connie con una telefonata, a convincere il protagonista della natura fallace di ogni manifestazione della defunta. Così, spinto da un impulso incoercibile, John ha deciso di non guardarsi alle spalle e di precipitarsi a Point Pleasant per passare il Natale assieme a Connie. Se non si fosse lasciato convincere, la bionda ufficiale di polizia sarebbe sicuramente affogata nelle profondità del fiume Ohio. Nel film di Cronenberg, La Zona Morta, viene evitata l'Apocalisse Nucleare. Qui viene tratta in salvo una singola donna e grazie a lei un uomo trova una via di uscita dalla disperazione che minacciava di stritolarlo. Conseguenze globali contro conseguenze individuali. Tuttavia il concetto di futuro e di propagazione degli eventi è il medesimo nelle due opere. Bizzarro che in entrambe le narrazioni il protagonista si chiami John. 


Un groviglio di contraddizioni insanabili 

In un'altra occasione il protagonista oppone una significativa resistenza al suo persecutore. Sapendo che ci sarà una tremenda disgrazia sul fiume Ohio, John interpreta la profezia in modo errato, pensando che si tratti di un incidente catastrofico in un grande impianto chimico. Venuto a sapere che il governatore della Virginia sarà a Point Pleasant a visitare proprio quello stabilimento, egli vede come in un lampo il proprio tentativo fallimentare di dissuadere il politicante dal recarsi alla sua destinazione. Nel film mentale che il giornalista si spara nel cervello, l'avvertimento passa per la prova della complicità in un attentato, nella collocazione di una bomba. I suoi tentativi di spiegare il pericolo, uniti a esagitazione, fanno sì che sia allontanato in malo modo dalle guardie del corpo e destinato a un trattamento psichiatrico. Non è difficile capire che nell'agenda di un uomo di potere non possa esserci il benché minimo posto per le visioni dei profeti. Il punto è che John Klein si rifiuta di recarsi al rendez-vous con il governatore, vanificando la previsione del futuro che era scattata nella sua mente. Anche questo episodio confuta l'ontologia temporale a futuro chiuso. Il problema che si pone è un altro: se una visione del futuro non si avvera, quale ne è l'origine? Dove si sono originate le seguenze di eventi che non si realizzeranno, ma che al profeta appaiono reali? L'ontologia temporale A-eternista a futuri ramificati parrebbe la più adatta a spiegare questo genere di cose. Anche così bisognerà capire come fanno ramificazioni diverse del futuro (o futuri possibili) a interferire col presente.   

Carlo Rovelli e la Natura del Tempo

Il problema della dignità ontologica del futuro resta insoluto e genera infinite contraddizioni. Forse bisogna pensare il concetto stesso di futuro in modo differente. Un aiuto viene senz'altro dagli studi di Carlo Rovelli. La lettura del suo saggio L'ordine del tempo (pubblicato da Adelphi nel 2017) mi è stata di un'estrema utilità. Il futuro è entropia. Il futuro consiste in tutto ciò che è sfocato. Non è altro che la collezione di tutte quelle variabili fisiche il cui valore noi non siamo in grado di determinare. Se io conoscessi tutto ciò che accade in questo momento nell'area di un chilometro quadrato, centrata proprio nel punto in cui mi trovo, saprei bene se una minaccia incombe su di me oppure no. Solo per fare un esempio, saprei per certo che non esistono malviventi pronti a colpirmi, così potrei andare in giro tranquillamente senza alcun pensiero. Se questa sicurezza non esiste nella nostra vita quotidiana, è soltanto perché la nostra visuale è estremamente limitata. Noi non sappiamo se qualche minaccia sta per caderci addosso, così procediamo pieni di paure. 

Alcune considerazioni linguistiche 

Si noti che il titolo è The Mothman Prophecies, non The Mothman's Prophecies: manca il famoso genitivo sassone, che in questo contesto sarebbe senz'altro appropriato.  Non ho una spiegazione chiara di questo fenomeno. Sembra che anche gli anglosassoni siano spesso in imbarazzo. Pur riportando correttamente il titolo sui siti web, spesso nelle recensioni si parla delle profezie di Indrid Cold usando la forma col genitivo sassone. Così ad esempio nella sua recensione sul sito Po(o)p Matters, Todd R. Ramlow scrive: "Against her human fatalism, the mothman's prophecies are confusing".Il toponimo Point Pleasant è un tipico esempio di aggettivo posposto (postpositive adjective o postnominal adjective). Quando ero un moccioso condannato alla realtà carceraria chiamata "scuola", la pedantissima insegnante di inglese, A., affermava in continuazione che nella lingua di Albione esisterebbe una sola circostanza in cui l'aggettivo segue il nome: poet laureate "poeta laureato". Ebbene, questo dogma del sistema scolastico italiano è falso. Ha molto meno valore delle feci di un cane. Vediamo di enumerare alcuni esempi significativi: God Almighty, Evil incarnate, Devil incarnate, Christ everlasting, love everlasting, life everlasting, battle royal, body corporate, body politic, heir presumptive, knight errant, time immemorial, attorney general, Astronomer Royal, minister plenipotentiary, prince regent, prince consort, sergeant major, Alcoholics Anonymous, Amnesty International, Generation Next, Church Universal and Triumphant, Code Amber, Code Black, Code Orange, Code Red, agent provocateur, language isolate, persons unknown, etc. Le occorrenze sono davvero tante! E che dire di Mission Impossible?       

Si capisce che il nominativo dell'occultista Alexander Leek è stato ottenuto in qualche modo invertendo il cognome di John Keel e modificando Alva in Alexander. Nel Back Slang, l'inglese  pronunciato al contrario, Keel diventa naturalmente Leek, proprio come God diventa Dog. Gli immortali Death in June lo hanno sempre saputo, per questo cantavano:

Strike at the Heart of Hope
Where Panic Stirs the Will
We Hear Dog's Blessing
This Sleepless Night Torture
We Pray for its Ending
We Push for the Slaughter
Of a Broken Faith Missing
Of a Passing Love Dying
We Start Afresh
For Love and For Death

La canzone si intitola Punishment initiation. È stata ispirata dai rituali di iniziazione dell'Ordine del Sole Nero. Spesso mi vengono in mente le sue note, con un inisistente abbaiare in sottofondo quando si menziona il Cane. Sì, noi sentiamo la Benedizione del Cane! 

Indrid Cold è un antroponimo alieno che rivela molte cose ben strane. Qual è la sua vera origine? Nessuno lo sa. Sembra evidente che Cold non è un cognome anglosassone e non ha la sua radice nella nota parola che indica il freddo. Altra domanda inquietante. Indrid Cold è reale? Esiste davvero? Vediamo di trovare una risposta a questo interrogativo. 


Il caso Indrid Cold 

Nel film è stato operato un bizzarro sincretismo. L'Uomo-Falena e Indrid Cold erano in origine due entità distinte, che Pellington ha fuso in un solo essere. Con geniale intuizione, egli ha deciso che il nome dell'Uomo-Falena dovesse essere proprio Indrid Cold. Per spiegare le incongruenze nell'aspetto e nelle caratteristiche salienti dei due esseri spettrali, ha fatto ricorso a un callido stratagemma, facendo affermare all'Uomo-Falena-Cold che ogni essere umano a cui appare gli dà una forma diversa, non avendone egli una propria. Le leggende su Indrid Cold sono alquanto diffuse negli States e in particolare nella West Virginia. Egli è descritto come un alieno umanoide proveniente dal pianeta Lanulos, situato nella galassia di Genemedes, a 14,6 anni luce dalla Terra. Sua caratteristica è un sorriso permanente, fuori contesto e quindi raggelante. Queste confuse informazioni sarebbero state trasmesse telepaticamente al primo "contattato", un certo Woodrow Derenberger di Mineral Wells (West Virginia). Il messaggio è impregnato di ignoranza popolare e di fantascienza spicciola. Genemedes è una chiara alterazione di Ganymede (nome di un satellite gioviano); il termine "galassia" non è appropriato, un alieno avrebbe dovuto parlare di "sistema stellare". Correva il giorno 2 del mese di novembre dell'anno 1966. Il luogo dell'apparizione di Indrid Cold a Derenberger non era poi così lontano da Point Pleasant, teatro degli avvistamenti dell'Uomo-Falena dal 12 novembre del 1966 al 15 dicembre del 1967 (proprio quando compivo il mio primo anno di vita). Una continguità spaziotemporale che deve aver ispirato il regista. Eppure John Keel non credette mai a quanto riportato da Derenberger, che anzi riteneva un impostore. Lo scrittore complottista non ha mai collegato Indrid Cold all'Uomo-Falena: questa identificazione è in tutto e per tutto farina del sacco di Pellington. Altro fatto degno di nota, il film non prende posizione sulla natura di Indrid Cold. Non ci dice se davvero si tratta di un alieno piovuto sulla Terra da una remota galassia o se sia piuttosto qualcosa di soprannaturale, un demone, uno spettro o un non-morto. Il genio della pellicola è proprio questa scelta di mantenere indeterminata l'essenza stessa di ciò che viene dall'Ombra. Se sapessimo tutto sull'Uomo-Falena-Cold, di certo l'intera vicenda scadrebbe nel banale, nello scontato. Così invece il brivido terrorizzante invade lo spettatore, proprio perché ogni strumento d'indagine e di analisi può soltanto essere inefficace. L'universo a cui l'entità appartiene è sfocato, inconoscibile, in altre parole è entropia. Todd R. Ramlow scrive a questo proposito: "Alien? Supernatural entity? Who knows? It makes the scary stuff even scarier not to have "the answer" and makes for an affecting film that leaves you wondering long after the credits roll." Il punto è che la risposta non è soltanto sconosciuta per difficoltà di osservazione, per mancanza di una buona visuale: è proprio inconoscibile per intrinseca oscurità ontologica, perché non ne esiste la definizione.   

La Morte è una Cesura 

Ineluttabile. Eterna. Assoluta. Irreversibile. Questa è la Morte. Questo è il Pungiglione di Thanatos, l'Artiglio di Azrael, checché ne possano dire gli spiritisti e altri malfattori similari. Questo vale qualsiasi cosa possa essere (o non essere) delle persone defunte. Checché ne possano dire i religiosi, che ritengono i Morti capaci di spiarci in ogni nostra azione, anche in quella più piccola e insignificante. Per loro i Morti conservano ogni caratteristica biologica dei viventi, mantenendo intatta la complessa architettura umana delle parentele, delle ramificazioni familiari - con tutte le schifose meschinità che ne conseguono. Così ecco che la madre di un uomo vivente resterebbe sua madre anche nell'Oltretomba, con tanto di pretese di possesso. Una madre-padrona eterna. Perché, si capisce, quell'uomo per lei è ancora un bambino. Allo stesso modo, una donna sopravvissuta al marito sarebbe perseguitata dallo spirito del morto, che continuerebbe ad aleggiare intorno a lei, spiandola quando va al gabinetto, indagando i dettagli di ogni sua singola defecazione, sondando la sua mente mentre lei si masturba, riuscendo a cogliere tutto sul cazzone a cui sta pensando. Ecco, il marito defunto e geloso riuscirebbe a entrare nel cervello dell'ex moglie, della vedova, sentendo che lei farebbe un pompino a un amante, cosa che non ha mai fatto a lui, il legittimo consorte! Ecco, sentirebbe ciò che lei desidera: quel fallo estraneo, rubizzo e tumefatto, ben più grande di quello che lui - il marito - aveva in vita! E tutto questo macabro spionaggio non dovrebbe fare un po' schifo? Ecco, questo è il cattolicume. Queste sono, più in generale, le scorie del Cristianesimo - derivanti dal suo adattamento al pensiero magico-superstizioso delle masse. Gli esempi che ho potuto raccogliere nel corso della mia esistenza sono numerosi. Una volta F., un bergamascone ottuso, mi disse: "Guarda che da lassù il tuo babbo ti guarda, pòta!". Detto tra noi, non vorrei mai che una cosa simile accadesse. L'idea che sta dietro a una simile visione dell'universo non è nemmeno cristiana: è neolitica, arcaica, livida, opprimente, desolante. Non sarebbe meglio pensare all'annientamento dell'essere di una persona quando muore? A me la dissoluzione di chi trapassa darebbe più sollievo. 

Qualche considerazione sull'Amore 

Guardando il film di Pellington, sento vibrare in me la disperazione del protagonista e non la distinguo dall'Amore che prova per la moglie defunta. Il concetto portante è a mio avviso questo: l'Amore si identifica con ciò che non è raggiungibile. Così quando due sono felici in vita, la loro condizione mi sembra qualcosa di banale. Quando la Grande Cesura giunge a separarli e subentra l'impossibilità di qualsiasi contatto, ne nasce qualcosa d'interessante. In fondo il sentimento per una persona che riamava ma che è morta tragicamente non è così dissimile dall'amore per una persona viva che non riama - e che è allo stesso identico modo eternamente distante. Alle genti queste cose in genere non piacciono affatto. In particolar modo dispiacciono al gentil sesso, che odia chi si consuma nell'impossibilità. L'etichetta che viene affissa all'uomo disperato è sempre la stessa: "SFIGATO". Ecco che Connie nel finale rappresenta tutta questa avversione. Dovere dell'uomo disperato è, a suo dire, gettare alle ortiche ogni suo stato d'animo "negativo" per congiungersi al "Grande Flusso della Vita". A questo scopo non è necessario che una donna susciti grandi sentimenti: basta che il fallo eretto le entri nel vaso procreativo e lo riempia di sperma. 

domenica 14 aprile 2019


LA ZONA MORTA

Titolo originale: The Dead Zone
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1983
Durata: 103 min
Rapporto: 1.85 : 1
Genere: Thriller, fantascienza, orrore
Regia: David Cronenberg
Soggetto: dall'omonimo romanzo di Stephen King
Sceneggiatura: Jeffrey Boam
Produttore: Debra Hill
Produttore esecutivo: Dino De Laurentiis
Casa di produzione: Dino De Laurentiis Company, Lorimar
     Film Entertainment
Distribuzione in italiano: CDE Compagnia Distribuzione
   Europea (in seguito diventata Compagnia Distribuzione
   Internazionale)
Fotografia: Mark Irwin
Montaggio: Ronald Sanders
Effetti speciali: John Belyeu, Michael Lennick
Musiche: Michael Kamen
Tracce musicali:
    1. Opening Titles
    2. Coma
    3. Hospital Visit
    4. 1st Vision - 2nd Sight
    5. Lost Love
    6. Drowning Vision - Trough the Ice
    7. School Days
    8. In the Snow - Hope
    9. Alone
    10. Political Death
    11. Rally: Meet Your Local Candidate
    12. Realisation - Destiny
    13. Death of a Visionary
    14. Civic Duty & Sacrifice
    15. Dead Zone
    16. Coda to a Coma - The Balcony
Scenografia: Carol Spier, Barbara Dunphy, Tom Coulter
Costumi: Olga Dimitrov
Trucco: Shonagh Jabour
Sfondi: Myles Roth
Didascalia: A man awakens from a coma to discover he has a
     psichic ability
Interpreti e personaggi
    Christopher Walken: Johnny Smith
    Brooke Adams: Sarah Bracknell
    Tom Skerritt: sceriffo Bannerman
    Herbert Lom: dottor Sam Weizak
    Anthony Zerbe: Roger Stuart
    Colleen Dewhurst: Henrietta Dodd
    Martin Sheen: Greg Stillson
    Jackie Burroughs: Vera Smith
    Sean Sullivan: Herb Smith
    William B. Davis: autista dell'ambulanza
    Nicholas Campbell: il deputato Frank Dodd
    Simon Craig: Chris Stuart
    Géza Kovács: Sonny
Doppiatori italiani  

    Claudio De Davide: Johnny Smith
    Antonella Rinaldi: Sarah Bracknell
    Giorgio Bandiera: sceriffo Bannerman
    Carlo Alighiero: dottor Sam Weizak
    Sergio Rossi: Roger Stuart
    Elio Zamuto: Greg Stillson
    Francesca Palopoli: Vera Smith
    Mario Milita: Herb Smith
    Teo Bellia: Frank Dodd
Budget: 7,1 milioni di dollari*
    *10 milioni secondo AFI Catalogue of Featured Films.
Box office (mondiale): 16,3 milioni di dollari**
   **20,8 milioni secondo Box Office Mojo


Trama: 

Nella sperduta città di Castle Rock (Maine, US), il giovane insegnante John Smith è innamorato della sua collega Sarah Bracknell, anche se non ha con lei alcun contatto carnale. Forse la causa di questa ritrosia è da ricercarsi in oscuri retaggi religiosi di famiglia o in un'ombrosa complessità psichica che rasenta l'autismo. Fatto sta che una sera, dopo aver avuto un terribile attacco di emicrania, l'uomo rifiuta cortesemente la proposta della donna, che cercava di trattenerlo da lei per la notte. Il maltempo è terribile, ma Smith non si lascia convincere e si avventura nel diluvio. Sulla via del ritorno a casa ha un incidente automobilistico che lo manda in coma. Rimane immerso in un'oscurità di piombo per molto tempo, quindi all'improvviso si sveglia, contro ogni aspettativa del dottor Sam Weizak e del personale che lo ha in cura. Apprende subito che da quando è rimasto vittima della collisione stradale sono passati cinque anni. La sua amata, che di certo non voleva farsi venire la muffa sulla vulva, ha trovato un altro uomo, privo di ansie e di paranoie mistiche, capace di penetrarla e di donarle il suo sperma. Così lei ha sposato quell'energumeno, avendone prole, come usano fare coloro che il Genio della Specie non ha vomitato dalla propria bocca. Johnny scopre di aver acquisito un inesplicabile potere psichico, quello di conoscere col solo contatto fisico aspetti privati della vita delle persone che gli stanno intorno e di predire il futuro. Così, toccando le mani di un'infermiera, ha la visione di sua figlia intrappolata in una casa che brucia: grazie a questa premonizione la disgrazia viene evitata. La sua illuminazione gli permette di sapere che la madre del dottor Weizak, creduta morta nel corso della seconda guerra mondiale, in realtà è ancora viva. La fama dei doni di John Smith si diffonde grandemente, così lo sceriffo George Bannerman, chiede aiuto per scoprire l'identità di un serial killer che sta funestando Castle Rock con una serie di efferati delitti. All'inizio il sensitivo rifiuta la collaborazione, volendo essere lasciato solo. Un giorno però gli accade di ricevere la visita della sua amata Sarah. I due questa volta consumano un rapporto sessuale, anche se lei è tutta tremebonda all'idea che la cosa gli possa sfuggire di mano e decide di troncare la relazione adulterina appena avvenuta l'emissione degli spermatozzi dal fallo eretto. A questo punto il povero Johnny, comprensibilmente frustrato dall'irrigidimento della donna che gli si è appena concessa, cambia idea sulla collaborazione con lo sceriffo e decide di aiutarlo a scoprire l'assassino. Il mostro, che uccide ragazze, viene scoperto quando Johnny analizza il teatro dell'ultimo delitto: si tratta di un deputato dello stesso sceriffo, Frank Dodd. Quando la polizia fa irruzione nella casa dell'assassino seriale, questi si fulmina sparandosi una revolverata nel cranio. Tuttavia la sua terribile madre, un'oscena fattucchiera isterica responsabile della mostruosità del figlio, reagisce sparando a Johnny, prima di essere abbattuta dallo sceriffo Bannerman. Reso invalido dal proiettile sparatogli dalla megera, che gli ha leso il midollo spinale, Johnny è malapena capace di camminare. Grandi sono la sua amarezza e la sua disillusione sulla natura umana. Egli cerca così di isolarsi ancora di più dal consorzio umano. Un giorno un uomo molto benestante, certo Roger Stuart, lo cerca e gli propone di fare l'insegnante privato di suo figlio Chris, un bambino difficile. Quando Johnny si reca nella villa palladiana del suo mecenate, diventa subito amico dell'infante affidato alle sue cure. A questo punto accade qualcosa di molto importante: viene sconvolto dalla visione di Chris e di altri due bambini che cadono nelle acque gelato di un lago durante una gara di pattinaggio sul ghiaccio, troppo sottile per sopportare il loro peso, finendo tutti affogati. A causa dell'insistenza del sensitivo, il figlio di Stuart si astiene dal partecipare alla competizione e così si salva. Gli altri due bambini, ignari di tutto, cadono nel lago a causa del cedimento del ghiaccio e affogano, proprio come previsto dalla visione. Per questo motivo John Smith si convince che il futuro non sia qualcosa di ineluttabile, ossia che esista la possibilità concreta di cambiarlo. In altre parole, il dono della preveggenza che egli ha acquisito non è assoluto: esiste una "zona morta" nel suo cervello, forse a causa dei danni derivanti dall'incidente: è come un punto cieco, qualcosa che impedisce di prevedere determinati eventi. A una corsa organizzata da Greg Stillson, candidato indipendente al Senato, a cui Stuart e la moglie sono presenti come volontari, accade un altro evento cruciale. Una nuova visione sconvolge Johnny. Questa volta si tratta di qualcosa di più traumatico: è la certezza che Stillson, una volta diventato Presidente degli USA, scatenerà un conflitto nucleare globale che annienterà il genere umano. Anziché considerare una simile opera per quello che è, ossia un atto di somma filantropia in grado di dare ad Homo sapiens la Pace Eterna al prezzo di una breve agonia, il veggente è convinto di avere il dovere morale di evitare tutto questo. Il DNA gli dà la certezza che una penosa sopravvivenza nell'Inferno che è la Storia sia in ogni caso preferibile alla cessazione della vita biologica. Così si attiva per impedire con ogni mezzo l'elezione di Stillson, tendendogli un agguato in un teatro uccidendolo. Gli eventi precipitano: Johnny non riesce a mandare a segno il colpo, ma il candidato al Senato, vistosi in trappola, prende in ostaggio un bambino, svelando a tutti la propria natura funesta. Questo basterà a impedirgli di arrivare alla presidenza degli States e alla fatidica valigetta. Johnny però finirà colpito da una guardia della sicurezza e spirerà tra le braccia di Sarah, felice di aver assicurato ai dannati di questo mondo la prosecuzione della loro folle corsa, che essi reputano il Sommo Bene. Quando lei gli confessa che lo ama, lui esala il suo ultimo respiro, come un impiccato rilascia il seme da cui nasce la mandragora. 


Recensione: 

Un thriller ontologico, che porta a meditare sulla natura del tempo e sulle terribili conseguenze di ogni nostra vana speculazione sull'Esistenza. Non a caso gli adepti della setta di Mithra raffiguravano il Tempo come un essere dalla testa di leone, avvolto da un grosso serpente e identificato con Ahriman, il Dio del Male dell'antica religione di Zoroastro. Chronos era il nome che gli antichi Elleni davano al Tempo: non è forse un caso la somiglianza del suo nome a quello del Titano Crono, la divinità ctonia che divorava i suoi stessi figli. Gli umani cercano di negarne l'esistenza, di ritenerlo una mera illusione, ma senza il Tempo non sarebbe possibile definire l'Esistenza stessa come concetto. In cosa consiste infatti l'Esistenza? In una serie ordinata di eventi. Non è poi una cosa così banale come sembrerebbe a prima vista. C'è da impazzire. Plotino credeva che il Tempo fosse una sostanza priva di correlazione con gli eventi, in grado di sussistere anche in un Universo di enti assolutamente immobili o addirittura del tutto vuoto, senza alcun ente. Einstein negava tutto ciò e poneva le basi per l'annientamento del Tempo Assoluto di Newton, quella comoda evoluzione del Tempo Assoluto dei neoplatonici a cui pure si deve il progresso materiale dell'Occidente tanto esaltato dalla setta massonica. Spero che i lettori possano comprendere le mie ragioni e perdonare la prolissità di questa recensione. Del resto, non mi sono mai andate a genio le recensioni "tecniche" con frasi del tipo "Cronenberg, uscita dalla fatica del suo ultimo film (titolo, data di uscita, blà blà blà), etc.", "l'attore X, che ha dato il meglio di sé nel film Y, qui recita al di sotto delle sue possibilità", "le inquadrature fatte con una tecnica innovativa, blà blà blà" - senza che la sostanza dei problemi sia nemmeno sfiorata di striscio. Così mi addentro in una galassia di pensieri che sono come frammenti esplosi di un cosmo in sfacelo!     


Ontologia temporale e Cristianesimo 

Pur essendo gli Stati Uniti d'America un paese a maggioranza protestante, la Chiesa Romana non ha mai cessato di avervi una grande influenza non soltanto politica e morale, ma anche teologica. Così possiamo dire che Stephen King, nato a Portland, nel Maine, e cresciuto nella dottrina della Chiesa Metodista, mostra chiare influenze della filosofia scolastica nel suo modo di concepire la natura del tempo. Procediamo con ordine. Secondo gli insegnamenti cattolici esiste il Libero Arbitrio, ossia la capacità dell'essere umano di scegliere tra il Bene e il Male. Quindi il futuro in questa visione dell'universo non è predeterminato: esiste un corso possibile a seconda delle scelte di ogni singolo essere umano. In altre parole, se vogliamo usare termini tecnici, l'ontologia temporale cattolica è una forma di A-eternismo o eternismo tensionale, e più precisamente un'ontologia eternista con futuri ramificati. Così i ragionamenti dei cattolici più grossolani sono di questo tenore: "Dio è adirato, ma se i peccatori pregano la Madonna, lei lo convince a desistere dai suoi intenti di castigo". Quindi esistono due possibilità: un futuro che si realizza se i peccatori non si pentono e uno che si realizza se si pentono. Entrambi sussistono, stando a questi credenti mariolatri, come possibilità nella mente di Dio, anche se alla fine può inverarsi nel presente una sola di queste possibilità. E non è forse quello che vediamo all'opera nel film di Cronenberg e nel romanzo di King? Lutero pensava ben diversamente: il suo Cristianesimo seguiva una logica più rigorosa. Secondo il teologo tedesco, il futuro è predeterminato da Dio. Esiste cioè la predestinazione. Non vi è alcun Libero Arbitrio: a regnare è invece il Servo Arbitrio. Quindi il futuro è chiuso, ossia fissato ab aeterno, assolutamente immodificabile. Dio ha indurito il cuore del Faraone. A complicare il problema c'è poi un altro fatto di non poco conto: la teologia cattolica, come quella protestante, sostiene che Dio è al di fuori del flusso temporale. Per Dio esiste soltanto il presente, quindi ogni singolo dettaglio di ciò che per le creature è il passato o il futuro, sta innanzi al Creatore come una pietra in un paesaggio immobile. L'Eternità, dimensione in cui sussiste Dio, non è comparabile al tempo, ci ricorda Agostino d'Ippona: Egli non crea le cose nella Storia, perché prima dell'Inizio il Tempo stesso non esisteva. Il Tempo stesso è una creatura. Se questo appare tutto sommato compatibile con la visione di Lutero, si trova in grande contraddizione con l'eternismo tensionale con futuro ramificato sostenuto dalla teologia cattolica. Ricordo che all'università il professore di meccanica razionale commentava volentieri problemi di questo genere, così un giorno se ne uscì con una perla di grande acume: "Non è molto chiaro come l'essere umano possa essere libero stante l'onniscienza di Dio". Le acrobazie compiute dai teologi della Chiesa Romana sono paradossali quanto vane. Ricordo l'argomento (stupidissimo) dei due treni che si scontrano: "Se sto sulla cima di un monte", affermava un prete, "e vedo una ferrovia con due treni che procedono l'uno verso l'altro, prevedo che avverrà lo scontro, ma non lo predestino". Secondo l'ecclesiastico la prescienza divina non sarebbe stata equivalente alla predestinazione. Questo perché nel suo esempio l'uomo sulla cima del monte non è il Creatore. Se si trattasse del Creatore, a lui si dovrebbe l'esistenza della ferrovia, dei due treni e degli errori che hanno spinto i macchinisti a muoversi verso la collisione. Quindi al Creatore sarebbe da attribuire la causa dell'incidente: non si può definire Dio "causa prima di tutte le cose" per poi dire che se ne sta comodamente fuori dagli eventi. 

Visioni come fotogrammi

A complicare ulteriormente il problema sta l'ateismo di Cronenberg. Al regista canadese, che prende l'architettura dell'ontologia temporale kinghiana senza apportarvi alcuna modifica, non sembra interessare davvero quale possa essere la fonte delle premonizioni di Johnny Smith. Cronenberg non appartiene al complesso mondo del Cristianesimo, essendo un ashkenazita: non ne condivide le finalità, anche se ne assorbe ugualmente i presupposti dal popolare scrittore di horror, elaborandoli per poi fornire come output la pellicola in analisi. La domanda me la pongo da anni, senza mai poter trovare pace o l'ombra di una risposta sensata. Se non dovesse valere il presentismo, se il passato e il futuro dovessero avere la stessa dignità ontologica del presente transeunte, quale sarebbe l'origine dei fotogrammi di questo film chiamato "Esistenza"? Il concetto stesso di profezia violerebbe il principio di causa-effetto: dal futuro dovrebbe giungere un'influenza partita da un fotogramma e capace di raggiungerci nel qui ed ora. Se però col nostro agire rendessimo impossibile la realizzazione di quello stesso fotogramma, esse sarebbe al contempo causa prima del nostro agire e inesistenza! Sostanza e Nulla Assoluto! Come spiegarlo? C'è da diventarci pazzi, il nostro cervello non è sufficiente ad elaborare i dati! Stupisce che si possa anche solo pensare a queste architetture folli senza essere sfiorati dall'idea che un Artefice - intelligente quanto beffardo e maligno - sia colui che crea i fotogrammi che descrivono ogni futuro possibile. Una cosa è certa: non è possibile inoltrarsi nel labirinto dell'Ontologia Temporale con una visione materialista - anche se va detto che ci si perde in ogni caso.   

Curiosità varie 

L'origine ultima del film di Cronenberg e del romanzo di King è presto detta: consiste nel caso di Peter Hurkos (1911 - 1988), un olandese di Dordrecht che a quanto pare manifestò poteri paranormali appena risvegliatosi dal coma, in cui era sprofondato in seguito a un trauma cranico causato da una caduta dalle scale all'età di 30 anni. In seguito fu negli States e collaborò con le autorità nel caso della Famiglia di Manson e in quello dello Strangolatore di Boston, un serial killer reponsabile dell'assassinio di 13 donne. In realtà sembra che Hurkos fosse semplicemente un mentalista e che usasse la tecnica della "lettura a freddo" (cold reading) per cogliere informazioni sulla vita privata delle persone.

Cronenberg non era affatto soddisfatto del nome John Smith, troppo banale per risultare credibile. "Non chiamerei mai qualcuno Johnny Smith", sbottò il regista in un'occasione. Così pensò di chiamare in un altro modo il protagonista interpretato da Christopher Walken, ma fu distratto da questioni più importanti, la cosa gli passò di mente e il cambiamento non fu apportato. Tra l'altro nel romanzo di Stephen King si fa menzione esplicita di come John Smith dia l'impressione di essere un nome finto. 

Per la parte di Johnny Smith, Stephen King aveva scelto come attore Bill Murray (proprio lui, quello col faccione ghignante, quello che rese famosissimo ovunque il Giorno della Marmotta). Evidentemente l'influenza dello scrittore di horror sulle decisioni del regista canadese era assai piccola. Del resto, a mio avviso King non ci avrebbe azzeccato. Anzi, forse avrebbe fatto meglio a dedicare la sua vita alla grigliatura di hamburger nelle feste paesane.

Diverse scene sono state girate e completate, ma non sono mai state viste dal pubblico; si pensa che siano scartate ancor prima dell'uscita del film. Tra queste scene rimosse c'è un prologo che mostra John Smith da bambino (interpretato da Stephen Flynn), mentre ha un trauma cranico in seguito a una brutta caduta nel corso una partita di hockey su ghiaccio. In tale scena il padre di Johnny bambino è interpretato da Sean Sullivan. In una scena alternativa della visione di Camp David, lo stesso John appare come spettatore inerte. Alcune foto tratte da questa scena sono poi comparse su Cinefantastique, nel numero di dicembre 1983. Non ho informazioni su come sia avvenuta questa fuga di materiale riservato. 

Michael Kamen rischiò il linciaggio durante la composizione della colonna sonora: si trovava in un appartamento nella livida città di Londra, dove continuava a lavorare al piano sperando di trarne qualcosa di convincente. Diversi vicini, esasperati dalle note, giudicate "tenebrose", gli intimarono di smetterla, accusandolo di provocare gli incubi. 

Il gazebo famoso per essere stato il teatro dell'ultimo omicidio compiuto dal serial killer Frank Dodd ebbe uno strano fato: fu donato alla città di Niagara-on-the-Lake (Ontario, Canada), dove il film è stato girato, essendo considerato dalle masse un luogo fausto dove sono scattate le foto nuziali di moltissime coppie di sposi. 

La madre del protagonista è stata interpretata da Jackie Burroughs, che aveva in realtà soltanto quattro anni in più di Christopher Walken.

Trovo singolare un anagramma del cognome di un doppiatore italiano, Teo Bellia, che ha dato la sua voce allo psicopatico Frank Dodd: con il semplice spostamento di una consonante ne esce Belial

Citazioni

Riporto è un dialogo decisamente surreale, a proposito dell'idea di eliminare un punto di discontinuità nel tessuto della Storia, nella vana speranza che questo possa trasformare un pianeta dannato nel mondo dei Puffi.

Johnny Smith: What about my question?
Dr. Sam Weizak:
Huh? Huh? Oh, you mean the one about Hitler?
Johnny Smith:
What would you do?
Dr. Sam Weizak: I don't like this, John. What are you getting at?
Johnny Smith: What would you do? Would you kill him?
Dr. Sam Weizak: All right. All right. I'll give you an answer. I'm a man of medicine. I'm expected to save lives and ease suffering. I love people. Therefore, I would have no choice but to kill the son of a bitch.
Johnny Smith: You'd never get away alive.
Dr. Sam Weizak:
It doesn't matter. I would kill him.
[lifting drink]
Dr. Sam Weizak: Nasdrovia. Skol. 
 
Ed ecco la citazione definitiva, assoluta, divina, che vorrei fare mia con tutte le mie forze, che vorrei poter pronunciare proprio un istante prima di morire: 
 
"The missiles are flying! Halleluyah! Halleluyah!"  

Che altro dire? Morirei felice, ridendo come un Pazzo di Dio!

Altre recensioni e reazioni nel Web: 

Estraggo dal vasto universo della rete alcune citazioni che reputo interessanti.


Cronenberg costruisce un clima cupo, da guerra fredda, con l’uso delle musiche incalzanti di Michael Kamen e con un montaggio serrato che fa assomigliare le visioni di Johnny Smith a flashes accecanti e dolorosi. Inoltre inserisce una idea sovversiva e moralmente ambigua sulla lucida follia di un uomo che da killer psicotico si trasforma in salvatore dell’umanità. Specchio fedele degli anni ’80 reaganiani, La zona morta si arricchisce di un finale cristologico in cui sono i famigerati mass media a regalare al protagonista un riscatto dalla tristezza di una vita incompresa e senza amore, trasformando le sofferenze della sua carne e le follie della sua mente in una paradossale remissione dei peccati del mondo.
(Fabio Fulfaro, 2018)


Il dono paranormale fa sorgere in Johnny un duplice senso di colpa: uno, di ordine fisico (il non essere intervenuto per impedire omicidi cui ha “assistito”); un altro, di ordine metafisico (lo sfidare dio e il destino). La veggenza uccide? Uno sguardo nell’“altro/oltre” è uno sguardo contro il destino e contro se stessi? L’uomo, che in un eccesso di “ybris” (sic) maledice Dio, vive la propria diversità come una malattia mortale e, quasi consapevole della diabolicità implicita nel suo agire come rivale più che come “mano” di Dio, si sente un “alter/anti-Cristo”.
(Manuel Billi, 1999)



Ora, La zona morta è il primo film di Cronenberg ad aver eliminato tale “incongruenza” dell'orrido, il primo cioè ad affidarsi completamente ai modi del racconto escludendo l'identificazione fra climax (di una singola sequenza così come dell'intera opera) e visione della mostruosità. Cronenberg vi inietta la sua usuale dose di senso del ritmo e, perché no?, di turbamento e disagio, ma facendo leva unicamente sulla sensazione e non sul sensazionalismo. Non ci sono teste che esplodono né strane aberrazioni del corpo nel loro farsi, in La zona morta, ma solo esplosioni e aberra- zioni interiori che squassando lo spirito giungono fino al corpo. 
(Redazione Cineforum.it)

venerdì 12 aprile 2019


SCANNERS

Titolo originale: Scanners
Lingua originale:
Inglese
Paese di produzione: Canada
Anno: 1981
Durata: 103 min
Rapporto: 1,78:1
Genere: Orrore, fantascienza, thriller
Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura: David Cronenberg
Produttore: Claude Héroux
Produttore esecutivo: Pierre David, Victor Solnicki
Casa di produzione: Filmplan International
Distribuzione in italiano: Italian International Film
Fotografia: Mark Irwin
Montaggio: Ronald Sanders
Effetti speciali: Gary Zeller
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Carol Spier
Costumi: Delphine White
Trucco: Brigitte McCaughry
Interpreti e personaggi
    Jennifer O'Neill: Kim Obrist
    Stephen Lack: Cameron Vale
    Patrick McGoohan: Paul Ruth
    Lawrence Dane: Braedon Keller
    Michael Ironside: Darryl Revok
    Robert Silverman: Benjamin Pierce
    Mavor Moore: Curtis Trevellyan
    Anthony Sheerwod: Aiden
    Fred Doederlein: Dieder Tautz
    Victor Désy: Dottor Gatineau
    Louis Del Grande: Scanner della ConSec 
    Alex Stevens: Programmatore ConSec
    Murray Cruchley: Progammatore ConSec
    William Hope: Impiegato Bicarbon Amalgamate
    Christopher Britton: Impiegato Bicarbon Amalgamate
    Leon Herbert: Impiegato Bicarbon Amalgamate
    Neil Affleck: Studente di medicina 
    Jerome Tiberghien: Killer nell'attico
    Sony Forbes: Killer nell'attico
    Denis Lacroix: Killer nel granaio
    Adam Ludwig: Arno Crostic
Doppiatori italiani
    Melina Martello: Kim Obrist
    Dario Penne: Cameron Vale
    Marcello Tusco: Paul Ruth
    Oreste Rizzini: Darryl Revok
Didascalie: 
   There are 4 billion people on earth. 237 are Scanners.
   They have the most terrifying powers ever created...
   and they are winning.
   ... Their thoughts can kill.
   10 seconds: The Pain Begins
   15 seconds: You Can't Breathe
   20 seconds: You Explode.
Budget: 3,5 milioni di dollari USA
Box office: 41,2 milioni di dollari USA

Trama: 

La ConSec è una compagnia militare privata che vuole presentare una nuova terribile arma. Si tratta degli scanners, individui dotati di poteri paranormali devastanti, come la percezione extrasensoriale, la telepatia, la telecinesi e la psicocinesi. Accade però qualcosa di imprevisto e di spaventoso: quando la ConSec si accinge a dare la dimostrazione pratica dei poteri di un suo agente, il volontario scelto per l'esperimento, Darryl Revok, dimostra di essere uno scanner molto più dotato. Non appena lo scanner della ConSec cerca di sondargli la mente, questi gli oppone una fiera resistenza, lo manda in crisi e infine gli fa esplodere il cranio. Gli ufficiali della compagnia cercano di catturare Revok, ma lui riesce a sfuggire loro in modo rocambolesco e ad ucciderli tutti. Il capo della Sicurezza, Braedon Keller, è talmente traumatizzato dall'accaduto da decidere di terminare il programma di ricerca sugli scanners. Come prevedibile, la decisione di Keller incontra la fiera opposizione del dottor Paul Ruth, che è proprio a capo del programma messo in discussione: secondo lui gli omicidi e la fuga sarebbero proprio una chiara dimostrazione del grande potenziale bellico dei telepati. Altra ossessione del subdolo Ruth è l'esistenza - mai dimostrata - di una rete clandestina di scanners ostili alla ConSec. Stando a questi deliri paranoici, Revok farebbe parte proprio di tale organizzazione e il rimedio consisterebbe nel reclutare nuovi scanners per infiltrarla. Il piano viene approvato e la ricerca ha inizio. Un candidato viene presto riconosciuto in uno squallido fast food. Si tratta di un vagabondo in condizioni terminali, coperto di stracci e sudicio, che sopravvive ingerendo avanzi di hamburger. Alcune ragazze altezzose della classe media lo guardano con disprezzo estremo, come solo le Figlie di Venere sanno fare. "Ma come fa un uomo a ridursi in quelle condizioni? Non mi fa pena, mi fa solo schifo!", questa è la sentenza che una di queste giovani pronuncia nei confronti del derelitto, colpevole ai suoi occhi di essere un perdente genetico, un aborto, un rifiuto dell'Evoluzione. L'uomo concentra la sua attenzione sulla sua detrattrice, che cade vittima di un attacco epilettico provocato dal suo potere telepatico. Si mostra ancora generoso: al suo posto avrei provocato in quella fallofora il cedimento di un'arteria nel cranio. Il peggio è evitato dagli agenti della ConSec, che catturano il telepate, il cui nome è Cameron Vale. Il malcapitato viene sottoposto a sedazione profonda: il farmaco utilizzato allo scopo è conosciuto come ephemerol, e ha il potere di inibire temporaneamente ogni facoltà telepatica. Vale si risveglia sul lettino di contenzione dopo molte ore di sonno. Quando è riuscito a schiarirsi il cervello, Ruth gli spega la situazione e inizia un addestramento per aiutarlo a controllare i propri poteri. Il problema è che il capo della sicurezza, Keller, all'insaputa di tutti lavora per conto di Revok, facendo la spia. I frutti di questo tradimento non tardano a manifestarsi: Revok viene a conoscenza del piano di infiltrazione e manda alcuni assassini a uccidere Vale quando questi prende contatto con Benjamin Pierce, un artista scanner privo di affiliazioni. Pierce viene colpito a morte, mentre Vale fugge e riesce ad uccidere alcuni sicari. Nella mente del bohémien morente, capta il nome di una donna, Kim Obrist, indizio che gli permette di risalire a una nuova organizzazione clandestina di scanners, questa volta opposti al gruppo di Revok e alle sue mire malvage. Quando Vale si mette in contatto con la Obrist, i sicari di Revok colpiscono ancora, facendo un massacro alla riunione del gruppo. Soltanto Vale e la Obrist sopravvivono. Il canovaccio si ripete: Vale capta nella mente di uno degli assassini il nome di una società farmaceutica e la infiltra - cosa che ormai gli riesce del tutto naturale. Finalmente il piano di Revok si staglia in tutta la sua natura aberrante sullo sfondo già tenebroso. L'ephemerol, somministrato anni prima a un certo numero di donne gravide, aveva avuto come effetto collaterale la nascita degli scanners. Non soltanto si scopre che Revok e Vale sono in realtà fratelli: il loro padre segreto è proprio il dottor Ruth. L'interesse della congrega di telepati revokiani nella multinazionale ha il suo preciso motivo, perché tramite i suoi impianti chimici vengono prodotte tonnellate di ephemerol allo scopo di dar vita a una nuova generazione di persone telepatiche tramite cui dominare il mondo. Al termine di una convulsa e adrenalinica girandola di eventi, è inevitabile il duello all'ultimo sangue tra Vale e Revok, il cui esito si dimostrerà davvero sorprendente!

Recensione: 

Un thriller di tutto rispetto, capace di lasciare la sua sacrosanta traccia mnestica in un encefalo in formazione. Così mi è capitato di rimanere fulminato da alcune sue sequenze quando è stato trasmesso in televisione - ero appena un moccioso - e posso assicurare che si tratta di lampi indelebili! Ricordo ancora il faccione dello scanner della ConSec in tremenda tensione, mentre le forze psichiche di Revok mandavano il cranio in risonanza! Il risultato, simile a un'improvvisa eruzione, è il vero colpo di genio: un torrente di poltiglia encefalica mista a coaguli di sangue, che esplode inondando ogni cosa nel raggio di alcuni metri! Consiglio vivamente a tutti la visione di questa gloriosa pellicola! Al giorno d'oggi non si trovano più molti prodotti paragonabili.  


Duello telepatico e trasmigrazione 

Il finale comporta un certo numero di riflessioni. Cameron Vale e Darryl Revok si affrontano servendosi dei loro spaventosi poteri, scatenando l'inferno. Il maligno Revok sembra prevalere e riesce addirittura ad incendiare il cranio dell'avversario, ma a causa dello sforzo ha un tracollo fisiologico che lo fa incontro alla morte subitanea. Vale, il cui corpo ha cessato di vivere, è tuttavia vivo nel suo Spirito, nella sua più pura essenza immateriale, che riesce ad utilizzare la fortunata circostanza per prendere possesso del cadavere di Revok - evidentemente privo di danni tali da renderlo inidoneo al sostentamento della vita. In pratica Vale continua a vivere indossando la veste di carne e di ossa lasciata dal telepate defunto. Questo implica il presupposto filosofico del più puro platonismo, in netto contrasto col materialismo che Cronenberg ha sempre affermato di professare. Le domande sono molte. Se Vale vive in Spirito, entrando nel corpo inanimato che ha davanti a sé, cosa ne è dell'essenza di Revok, che occupava proprio quel corpo fino a pochi istanti prima? Forse che c'è stata una battaglia tra i due spiriti - due pacchetti di autocoscienza - in cui solo uno ha avuto la meglio? Ritengo che sia alquanto probabile. Una cosa di una logica semplice quanto gravida di conseguenze filosofiche. Infatti alla fine, si osserva il movimento delle labbra del corpo di Revok animato dall'essenza di Vale, che articolano le seguenti parole: "Sono io, Kim, Cameron. Abbiamo vinto. Abbiamo vinto..." (nell'originale "We've won"). Le brevi frasi sono pronunciate con la voce di Vale, come se la stessa intonazione non fosse in sé un fatto puramente fisico. Adesso mi piacerebbe sapere una cosa. Perché Cronenberg nel 1993 si è rifiutato di prendere in considerazione il finale di Videodrome in cui il protagonista si ritrova in una trasmissione televisiva dopo essersi sparato nel cranio? In quell'occasione il regista canadese aveva dichiarato di non voler dare l'impressione di credere in una sopravvivenza ultraterrena dell'autocoscienza umana. Come mai invece nel 1981, non si era posto il problema? Tra l'altro, la sua obiezione si dimostra incoerente. Non è necessario immaginare una sopravvivenza dello Spirito alla morte in Videodrome: il protagonista si spara, ma la sua morte può ben essere un'illusione, un dettaglio della sua vicenda allucinatoria. Invece in Scanners questo non è plausibile. Qui si mostra nel modo più chiaro che lo Spirito di Vale esce dal corpo in fiamme, combatte contro lo Spirito di Revoke, lo scaccia e quindi entra nel corpo che aveva indossato. In pratica Vale sfugge al pungiglione di Thanatos. Azrael non ha potuto prendere la sua preda, perché questa si è infilata in un corpo che ha potuto sostenerla, che è diventato il suo nuovo tempio. In eXistenZ vediamo che si è avuta un'evoluzione ulteriore: questa volta la morte stessa diventa un concetto illusorio.
Ricapitolando: 
1981: Cronenberg afferma la trasmigrazione delle anime
1993: Cronenberg afferma la mortalità delle anime.
1999: Cronenberg rimuove la Morte e afferma l'eternità dei corpi.

Trovo tutto questo decisamente bizzarro. Mi piacerebbe sapere qualche dettaglio in più sui sommovimenti magmatici che dovevano regnare nel calderone cerebrale dell'uomo di Toronto. A volte l'apparente irrazionalità di una visione dell'universo è dovuta soltanto all'insufficienza delle parole, al voler a tutti costi proiettare negli asfittici confini di uno spazio tridimensionale qualcosa che ha un numero di dimensioni più elevato. 

Il Potere della Telepatia 

Esiste la telepatia? Senza dubbio sì, risponderei a pelle. Ne sono convinto, dentro di me ritengo la telepatia reale come l'aria che respiro. Oppure questa certezza viscerale è frutto della mia paranoia? Più di una volta sono stato sicuro del fatto che alcuni individui erano davvero in grado di leggermi il pensiero. In altre occasioni ho sentito pulsare nel mio cranio pensieri altrui. Il problema è che non posso dimostrare la realtà di questi fenomeni, né tantomeno sono stato capace di ripetere gli eventi da me sperimentati. Avrò occasione di parlarne diffusamente in altra sede. Se cerco di analizzare il problema dal punto di vista razionale, debbo dirmi piuttosto scettico sul reale fondamento biologico del fenomeno telepatico. Sono però sicuro di un'altra cosa: esiste una telepatia che non è un potere innato dell'essere umano, qualcosa che può emergere in condizioni estreme o in determinati individui particolarmente dotati, bensì il risultato di una tecnologia specifica. In altre parole, esistono macchine in grado di captare il pensiero, scansionando il cervello proprio come farebbe un telepate cronenberghiano. Mark Zuckerberg ha dato ampia prova di questo fatto, facendo comparire ovunque banner e suggerimenti di pagine pertinenti a cose che si sono soltanto pensate, che non sono mai state tradotte neppure nel più esile dei suoni a fior di labbra. Forse un giorno su tutte queste cose sarà fatta chiarezza e risulterà che esistono spiegazioni molto convincenti, soltanto che non sono ovvie. Se esistessero scanners veri e propri, se ci fossero persone in grado di controllare facoltà telepatiche e telecinetiche, si saprebbe. Il vantaggio che tali poteri sono in grado di dare è talmente immenso da non poter passare sotto silenzio. Chi potesse leggere nella mente, provocare malori, spostare oggetti, influenzare gli altri, userebbe di certo tutto ciò a proprio vantaggio, causando danni inauditi al prossimo e all'intero genere umano. Danni che ormai risulterebbero evidenti a tutti. Le dottrine di Darwin permettono al mondo scientifico di giungere alla conclusione che il vantaggio evolutivo dei poteri degli scanners sarebbe troppo grande: se di simili capacità non si ha notizia, è perché la Natura non è riuscita a produrle.     


Scanners e Cyberpunk 

Nel film è contenuto un elemento che sono incline a giudicare ridicolo, pur con tutto il rispetto che nutro per Cronenberg e per le sue opere: a un certo punto il segnale telepatico lanciato dallo scanner Cameron Vale si propaga attraverso una linea telefonica, corre lungo il cavo e giunge a destinazione provocando spaventose deflagrazioni. Come se fosse un banalissimo segnale elettrico, in grado tra l'altro di essere convertito in corrente alternata e quindi spacchettato al punto di destinazione per esplodere in tutta la sua apocalittica potenza. Eppure qualcuno potrebbe rinfacciarmi che ancora una volta sto banalizzando e giudicando poco rilevante il tema della fusione uomo-macchina. Per quanto inverosimili siano i dettagli tecnici, quello che vediamo è il collegamento di Vale a una rete di computer usando il proprio cervello come interfaccia per immergersi in un larvato cyberspazio. Qualcosa di decisamente cyberpunk, qualche anno prima che il genere Cyberpunk giungesse alla sua piena maturazione. Non possiamo dire, come pure mi è capitato di leggere, che Scanners avrebbe anticipato le tematiche cyberpunk di almeno un decennio. Il tema del collegamento tra i cervelli di proto-hackers e computer talmente ingombranti da occupare interi edifici si sarebbe sviluppato nel corso degli anni '80, per poi essere rapidamente surclassato dalla realtà. La tecnologia ha subìto una tale accelerazione da far apparire coeva ai dinosauri non soltanto tutta l'informatica che vediamo in Scanners, ma anche quella descritta in Neuromancer (1984).

Cronenberg e i medici: un cattivo rapporto

Così scrive Antonello Sarno ne Il cinema dell'orrore (citazione da www.darkitalia.com):

"Cronenberg odia i medici, portatori di disastro piuttosto che di salute, forse perché egli stesso, dopo lunghi studi biologici, conosce bene i pericoli della scienza e li trasforma nel fil rouge dei suoi incubi<.> i pericoli della medicina moderna, che sembra non fermarsi più davanti a niente e a nessuno travolgendo ogni confine (cavie umane, bioetica, religione), diventano vere e proprie ossessioni per il disastro, incombente sul nostro avvenire." 

Non ci sono dubbi, ognuno dovrebbe meditare su questo spinoso tema, che emerge in modo prepotente in diversi capolavori del regista canadese, come Shivers - il demone sotto la pelle (1975), Rabid - sete di sangue (1977) e Brood - la covata malefica (1979). Se le multinazionali onnipotenti preparano una distopia incubica... per capire che le alternative sono persino peggiori mi basta dare un'occhiata alla putrescente galassia della "controcultura" complottista

Curiosità varie 

L'effetto mirabile dell'esplosione cranica dello scanner della ConSec, è stato realizzato in modo alquanto ingegnoso utilizzando una testa posticcia fatta di lattice e riproducente le fattezze del faccione dell'attore, tutta riempita di un intruglio di cibo per cani, fegati di coniglio, avanzi di pasti e grumi di sangue finto. Una volta preparato questo artefatto, gli è stato sparato un colpo da dietro con un fucile da caccia di calibro 12. Resto sempre basito dall'avversione per le frattaglie mostrata dagli anglosassoni nordamericani. Per quanto mi riguarda, sono un avido divoratore di interiora e non sprecherei mai degli ottimi fegati di coniglio, nemmeno per la causa della Fantascienza. 

In una scena si ha la collisione di un'auto in corsa, che penetra in un negozio di dischi devastando ogni cosa. In un cartellone pubblicitario campeggia la sigla della casa discografica RSO, che sta per Robert Stigwood Organization. Orbene, la RSO esisteva davvero e pagò per questa pubbicità occulta (una pratica all'epoca molto comune). Tuttavia quando il film uscì, l'etichetta discografica in questione era già fallita, quindi abbiamo a che fare con un bizzarro fossile.

Altro ghiotto dettaglio macabro. Mentre brucia, nel finale, gli occhi di Revok escono dalle orbite, senza più né iride né pupilla: sono due bocce bianche, lucide e terrificanti. Ebbene, quegli occhi finti che l'attore Michael Ironside indossava erano proprio quelli usati da Dustin Hoffman nel film Il piccolo grande uomo (Little Big Man, 1970), diretto da Arthur Penn.  

Già nell'ormai remoto 1976 era pronto un soggetto cronenberghiano, intitolato Telepathy 2000, che può essere considerato a tutti gli effetti il precursore di Scanners. L'azione era ambientata agli inizi del XXI secolo, all'epoca percepito come un futuro lontanissimo. Il protagonista si chiamava Harley Quinn e stuprava telepaticamente una donna in metropolitana. In pratica era un proto-Revok. La trama era spionistica, tutta imperniata sulla contrapposizione tra una multinazionale senza scrupoli, la Cytodyne Amalgamated, che addestrava scanners maligni e un gruppo di scanners filogovernativi buoni che cercava di resistere.  

Il cognome Revok, ben documentato in Inghilterra e in Scozia nella seconda metà del XIX secolo, negli USA si trova attualmente in due stati: New York e Pennsylvania. Non è facile risalire alla sua vera etimologia, anche se appare subito chiaro che non ha alcuna connessione col verbo inglese to revoke "revocare". L'origine del cognome in questione potrebbe essere gaelica: forse viene da reabhach "ciarlatano", che è anche un epiteto popolare del Diavolo. L'ortografia è decisamente bizzarra. C'è da domandarsi se Cronenberg fosse al corrente di questa possibilità o se si tratti di una mera coincidenza.

La telepate Kim Obrist è stata chiamata così dal nominativo di una assistente del produttore del film, Claude Héroux. Il cognome Obrist ha avuto la sua origine in Svizzera, dove è tuttora portato da circa 2.400 persone. Si trova anche in Italia, in Francia e in Germania. Negli USA ha la sua massima diffusione nello stato dell'Oregon (circa 150 persone). Anche nello stato di New York e in California ci sono alcuni Obrist, una sessantina in tutto. In altri stati l'occorrenza è trascurabile o addirittura nulla. In ultima analisi l'origine del cognome dovrebbe essere dal tedesco Oberst "colonnello".

L'idea di un'organizzazione telepatica ostile sembra essere stata presa dal romanzo di William S. Burroughs Il pasto nudo (1959). In un capitolo di tale è infatti descritta la setta dei Senders (ossia "I Mandanti"), che è il chiaro precedente letterario della rete di telepati creata da Darryl Revok. Cosa abbastanza singolare, dieci anni esatti dopo Scanners lo stesso Cronenberg ha diretto il film Il pasto nudo (1991), tratto dall'omonima opera dello scrittore di St. Louis. 

In una scena del film Kim Obrist viene sondata dal feto telepatico di una donna incinta. Questa idea dello psichismo dei bambini nel grembo materno deve aver traumatizzato l'attrice, Jennifer O'Neill, che in seguito è diventata una convulsionaria, ha scritto un libro di propaganda antiabortista e lavora attualmente come portavoce di un movimento "pro-life". Non mi sono documentato su quale sia questa organizzazione. Mi limito a far notare che in genere si tratta di sètte violente e fanatiche: non sono rari in America casi di talebani "pro-life" che uccidono medici abortisti. 

Il dottor Ruth afferma di aver fondato la Biocarbon Amalgamate nel 1942. Eppure l'attore che lo ha impersonato, l'ottimo Patrick McGoohan, nel 1942 aveva soltanto 14 anni. Un'incoerenza non da poco, mi pare.

Altre recensioni e reazioni nel Web:  

Frugando nel Web ho scovato qualcosa su Filmtv.it. Nulla di eccelso, in ogni caso. Riporto gli interventi come li ho trovati: i refusi di vario genere (es. "deu" per "due") sono degli autori. 

SaintlySinner ha scritto:

Trama intrigante, tematiche fantapolitiche, "Scanners" ha sicuramente un certo fascino. Tuttavia per me non è fra i lavori più riusciti di Cronenberg. Ci sono momenti un pò banali e soprattutto la narrazione risulta troppo spesso lenta e faticosa a scorrere. Michael Ironside è perfetto e inquietante nella parte. Lo scontro finale è davvero uno spettacolo.

Bellahenry ha scritto:

partendo da una buona idea di questi "scanners" capaci di entrare nella testa delle persone per fargli fare tutto ciò che vogliono, il film risulta lo stesso un po noioso!
anche l'ottimo risvolto critico-polito-economico alle multinazionali chimiche e farmaceutiche non rende questo un buon film. la trama a volte è ridicola e il soggetto non rende quanto possa sembrare: dov' c'è emozione se i potagonisti possono liberarsi facilmente di chiunque?
le deu scene degne di nota sono il cervello che esplode e lo scontro finale...tutto il resto sia comestoria che visivamente mi ha lasciato perplesso!
secondo me cronenberg aveva ottime idee in principio ma la sceneggiature non è stata all'altezza...

Michel ha scritto:

LE CAVIE DI PAPÀ
La scienza matrigna ha prodotto altri mostri; chi ci salverà? Forse un novello Abele, sempre che questa volta riesca a sopraffare il fratello cattivo. Alle prese con i consueti corpi mutanti dentro una storia fatta con cascami parapsicologici, questa volta Cronenberg non convince. La messa in scena fredda e claustrofobia non è dozzinale e non manca qualche momento efficace, ma il tentativo di realizzare un incubo cinematografico con tanto di attori che recitano in stato catatonico è vanificato da troppe lungaggini e da qualche scivolone nella comicità involontaria.