domenica 26 ottobre 2014

IL MISTERIOSO POPOLO ANTROPOFAGO DEGLI ATTACOTTI

Lo storico Ammiano Marcellino (IV secolo d.C) ci parla degli Attacotti come di un popolo di grande bellicosità giunto in Britannia dall'Ibernia (l'attuale Irlanda), citandolo assieme agli Scoti, ai Picti e ai Sassoni: 

"Illud tamen sufficiet dici, quod eo tempore Picti in duas gentes divisi, Dicaledones et Vecturiones, itidemque Attacotti, bellicosa hominum natio, et Scotti per diversa vagantes, multa populabantur."
(Res Gestae, XXVII) 

Esiste poi la notevole testimonianza di San Girolamo, sempre del IV secolo, che ci narra di essersi imbattuto in alcuni Attacotti mentre si trovava a Treviri, nella Gallia Belgica. Nel suo trattato Adversus Iovinianum (Contro Gioviniano) egli descrive le abitudini alimentari di diversi popoli e include alcune considerazioni sulle costumanze selvagge degli Attacotti: cannibalismo e promiscuità sessuale.   

"Quid de reliquis loquar nationibus? Cum ipse adolescentulus in Gallia viderim Atticotos humanis vesci carnibus, et cum per sylvas porcorum greges et armentorum pecudumque reperiant, pastorum nates et foeminarum papillas abscindere, et has solas ciborum delitias arbitrari. Iidem Scoti quasi Platonis rempublicam sequentes, nullam propriam habent coniugem, sed pro libidine, inquit, more pecudum lasciviunt."
(Adversus Iovinianum, II, 7) 
 

"Perché dovrei parlare di altre nazioni quando io stesso da giovane, durante una visita nelle Gallie, ho visto che gli Atticoti, una tribù della Britannia, mangiano carne umana, e che anche se nelle foreste trovano greggi di porci e mandrie di bestiame bovino piccolo e grande, è loro abitudine tagliar via le natiche dei pastori e i seni delle loro donne, e ritenere queste come le migliori leccornie? Gli stessi Scoti, come seguaci della Repubblica di Platone, non hanno mogli proprie, ma come bestie folleggiano spinti dalla libidine."   

Poco oltre egli descrive un diverso popolo aduso a mangiare vermi grassi con la testa nerastra, e un altro che si nutriva di coccodrilli di terra e ramarri.  

Nella sua lettera LXIX (ad Oceano), lo stesso autore raccomanda un'attitudine responsabile verso il matrimonio, e a un certo punto torna a confrontar Scoti e Attacotti alle genti della Repubblica di Platone, che hanno in comune le mogli e non discriminano la loro prole, privi di qualsiasi parvenza di matrinomio. 

"Audiant Ethnici messes Ecclesiae, de quibus quotidie horrea nostra complentur: audiant catechumeni, qui sunt fidei candidati, ne uxores ducant ante baptisma, ne honesta iungant matrimonia, sed Scotorum et Atticotorum ritu ac de Republica Platonis promiscuas uxores, communes liberos habeant."   

Come spesso accade, esiste l'opinione politically correct di alcuni studiosi che tendono a negare la realtà di testimonianze non in linea con il pensiero moderno. A questo scopo essi fanno notare che gli scrittori dell'antichità spesso nelle loro opere attribuivano abitudini esotiche a popolazioni lontane. Così dicono ad esempio: "Strabone scrive in un passo che alcuni Sarmati e Siti erano cannibali, mentre altri non mangiavano alcun tipo di carne". Cercano quindi di convincere che questi non siano resoconti di una realtà di fatto, ma invenzioni. Tutto questo lo fanno per motivi ideologici: se si dovesse ammettere che esistevano popolazioni di antropofagi, sarebbero costretti a giungere a conclusioni negative sulla natura umana. Essendo questi farisei fautori del buonismo e avendo una visione politica delle cose, pensano che la realtà debba piegarsi all'ideologia. Sfortunatamente per i dementi del socio-culturale, sono state trovate prove archeologiche inoppugnabili che testimoniano la diffusione del cannibalismo nell'antica Britannia. Di questo si dovrà parlare in un'altra occasione. 

Cosa possiamo dire in concreto su questo popolo? Il nome degli Attacotti presenta diverse varianti, come Atecocti, Aticotti, Attecotti, Attcoetti, Attacoti, Atticotti, Atecutti e persino Arecotti. L'etimologia non è trasparente, al punto che si è pensato trattarsi di un popolo non indoeuropeo e pre-celtico della Caledonia. L'unica parola celtica che potrebbe avere a che fare con questo nome è *kotto- "vecchio", documentata in antroponimi celtici continentali come Cottus e sopravvissuta nel gallese coth "vecchio". Anche il nome del famoso re alpino Cozio (Cotius), trascrizione di un originale *Kotios, potrebbe risalire a questa radice. La parte iniziale dell'etnonimo Attacotti potrebbe corrispondere al prefisso celtico *ate-, che ha valore iterativo (traduce lat. re-) o intensivo, meno probabilmente alla radice *atta-, *attio- "padre adottivo"Ate-cotti verrebbe quindi da un teonimo significante "Molto Vecchio". Tuttavia la grande varietà di forme fa pensare piuttosto a una falsa etimologia, al tentativo di celtizzare qualcosa di incomprensibile. Resta poi il fatto che la radice celtica *kotto- non ha alcuna connessione attendibile in altre lingue indoeuropee.  

Probabilmente già nel XVII secolo, e di certo nei secoli XVIII e XIX, alcuni autori irlandesi, come ad esempio Charles O'Conor e John O'Donovan, hanno proposto che gli Attacotti fossero una popolazione originaria dell'Irlanda. Questa tesi si fondava sull'assonanza tra la forma latina Attacotti e il termine antico irlandese aithechthúatha, che designa alcuni gruppi di popolazione irlandese ed è tradotto come "tribù vassalle" o "genti tributarie". Nel contesto delle ben attestate scorrerie irlandesi lungo la costa occidentale della Britannia nel periodo del tardo Impero Romano, è stato suggerito che uno o più di questi gruppi tribali corrisponda ai razziatori descritti da Ammiano nel IV secolo. Alla tesi fu data risonanza quando lo storico Charles O'Conor la sostenne nel tardo XVIII secolo (1783). Tuttavia, tutto ciò rimase controverso tra gli studiosi fino al tardo XIX secolo. 

Più tardi gli studiosi hanno respinto questi argomenti criticando la possibile connessione tra l'etnonimo Attacotti e il vocabolo antico irlandese aithechthúatha sulla base dell'etimologia. I precedenti studiosi avevano fondato le loro ipotesi sull'antico irlandese conosciuto dai manoscritti medievali anziché sul proto-ibernico usato nel IV secolo quando gli Attacotti fecero la loro comparsa in Britannia. 

La conoscenza e la comprensione della storia dell'antico irlandese sono state rivoluzionate verso la fine del XIX secolo,  in gran parte grazie agli studi di Rudolf Thurneysen (1857–1940), che è considerato il padre della moderna disciplina della filologia celtica. Egli è arrivato alla conclusione che Attacottiaithechthúatha sono forme non correlate, dato che la protoforma irlandese di aithechthúatha sarebbe *atewia:ko-touta:s, che tra l'altro è un plurale di genere femminile. Questa è troppo lontana dall'aspetto dell'etnonimo Attacotti citato da Ammiano. Anche se recenti ricerche hanno mostrato che le popolazioni irlandesi coinvolte nelle scorrerie ai danni di insediamenti romani della Britannia possono davvero essere classificate tra le genti chiamate nei manoscritti medievali aithechthúatha, il problema di identificazione rimane. Alcune versioni di San Girolamo hanno "Scotos" al posto di "Atticotos" in Adversus Iovinianum, II, 7, tuttavia da questo fatto non si può trarre alcuna conclusione: la semplice assonanza tra aithechthúathaAttacotti è ingannevole e non dimostra nulla. Del resto anche gli Scoti (Scotti), sulla cui provenienza irlandese non sussistono dubbi, hanno un etnonimo che non può essere spiegato nell'ambito della tradizione gaelica. 

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