sabato 20 dicembre 2014

PROVE INTERNE DELLA PRONUNCIA RESTITUTA DEL LATINO: I PERFETTI CONTRATTI

In latino le voci del perfetto sono formate a partire da un apposito tema verbale, usato anche per il piuccheperfetto e per il futuro anteriore. Quando il tema del perfetto termina in -v- preceduto da vocale, si presentano spesso forme contratte in tutti i tempi e i modi derivati.
Questo è il perfetto indicativo del verbo laudare "lodare":

I sing.      laudavi
II sing.     laudavisti 
III sing.    laudavit
I pl.          laudavimus
II pl.         laudavistis
III pl.        laudaverunt

Le forme contratte sono laudasti per laudavisti; laudastis per laudavistis; laudarunt per laudaverunt. Forme contratte del piuccheperfetto indicativo: laudaram per laudaveram; laudaras per laudaveras; laudarat per laudaverat, etc. Forme contratte del piuccheperfetto congiuntivo: laudassem per laudavissem; laudasses per laudavisses; laudasset per laudavisset, etc. Futuro anteriore: laudaro per laudavero; laudaris per laudaveris; laudarit per laudaverit, etc. Perfetto congiuntivo: laudarim per laudaverim, etc. Così l'infinito perfetto attivo può essere laudasse anziché laudavisse

Allo stesso modo si comporta il verbo noscere "venire a sapere", il cui perfetto ha valore di presente indicativo:

I sing.     novi
II sing.    novisti
III sing.   novit
I pl.         novimus
II pl.        novistis
III pl.       noverunt

Le forme contratte sono nosti per novisti; nostis per novistis; norunt per noverunt. Forme contratte del piuccheperfetto indicativo: noram per noveram; noras per noveras; norat per noverat, etc. Forme contratte del piuccheperfetto congiuntivo: nossem per novissem; nosses per novisses; nosset per novisset, etc. Futuro anteriore: noro per novero; noris per noveris; norit per noverit, etc. Perfetto congiuntivo: norim per noverim, etc. Così l'infinito perfetto attivo può essere nosse anziché novisse

A questo punto i soliti fautori della pronuncia ecclesiastica ab aeterno, che proiettano pronunce moderne all'infinito fin nel Paleolitico, dovrebbero spiegare la causa di tutte queste forme contratte. Ovviamente non possono produrre che balbettamenti.

Per fissare le idee, se amavisti fosse stato pronunciato /ama'visti/ fin dall'inizio, con tale accento e con tale suono intervocalico, non sarebbe potuta sorgere nessuna contrazione. Invece si spiega tutto molto facilmente ammettendo la pronuncia originale /a'ma:wisti:/, con accento sulla terzultima sillaba, donde si sarebbe perso il suono /w/, dando origine ad /a'ma:isti:/, e quindi ad /a'ma:sti:/. A questo punto sarebbe scattato lo spostamento dell'accento nella forma non contratta, portando ad /ama:'wisti:/

Tutto è molto semplice. In realtà, nella lingua latina volgare sono attestate anche altre forme contratte che non si trovano nel sermo nobilis. Così Grandgent ci riporta il caso di un'iscrizione di Pompei in cui si trova triumphaut per triumphavit (Densusianu, I, 152). Tale uscita -aut per -avit è l'esatto predecessore dell'italiano . Anche le forme italiane come amai e amammo presuppongono contrazioni con dileguo dell'antica /w/, e di questo fenomeno abbiamo diretta testimonianza. Probo cita calcai per calcavi; probai per probavi; edificai per aedificavi (Schuchardt, Vok., II, 476). In Gregorio di Tours abbiamo caelebramus per celebravimus; memoramus per memoravimusvocitamus per vocitavimus (Bon., 440). Le evidenze storiche mostrano che la pronuncia ecclesiastica è posticcia e ricostruita in modo artificioso molto tempo dopo la fine del latino classico, attribuendo al latino una pronuncia romanza.

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