martedì 6 gennaio 2015


  CORPI SPENTI

Autore: Giovanni De Matteo
Editore: Mondadori (Urania n. 1607)
Pubblicazione: Giugno 2014

Trama (da MondoUrania):

Nel 2049 sono cominciate le operazioni della Sezione Investigativa Speciale di Polizia Psicografica, un gruppo di agenti che possono estrarre informazioni dai morti, recuperandone la memoria. Sono i necromanti e il loro uomo di punta, Vincenzo Briganti, ha risolto nel 2059 il caso battezzato ufficiosamente Post Mortem (ma pubblicato su "Urania" come Sezione P greco). Ora siamo nel 2061, anno del bicentenario dell'Unità Italiana, e la Bassitalia sta per secedere dal resto del paese "come una coda di lucertola" Sulla manovra gravano pesanti ipoteche, perché qualcuno pensa di trasformare il Territorio Autonomo del Mezzogiorno in una vera e propria riserva di caccia per i signori della nuova società feudale. Briganti e i suoi colleghi avranno poco meno di un mese per scoprire tutti gli intrighi ed evitare che il Territorio si trasformi in un ghetto tecnologico per schiavi del lavoro... o molto peggio.

Recensione:

Ho letto diverse recensioni online di questa splendida opera, ma un dettaglio non da poco sembra essere sfuggito ai critici: Corpi Spenti è pervaso da pura poesia connettivista, densissima. Ci sono frasi che racchiudono in sé un intero universo. Mondi collassati, compatti come stelle di neutroni, concentrati in poche parole. Non mancano le parentesi visionarie, come ad esempio il brano intitolato "Sulle ali membranose del passato", in cui il Blue-K nebulizzato fa emergere baluginanti ricordi dell'epoca degli Hittiti. Nella complessa architettura della narrazione si resta col fiato sospeso.

L'ambientazione è quella di una civiltà terminale, sempre più vicina al collasso ecofagico. Ogni cosa si disfa e tende alla rovina. L'entropia dilagante non può essere combattuta, ogni tentativo di riorganizzare il vecchio ordine ormai decaduto minaccia di risolversi in un disastro. Rispetto all'epoca dei fatti narrati in Sezione Π2, la situazione politica e sociale si è notevolmente degradata. L'autore sa comunicare molto bene questo senso di autolisi, che trasuda da ogni pagina.   

Corpi Spenti è in tutto e per tutto un romanzo profetico. È stato detto che gli orrori di cui tratta sono una denuncia dei crimini che con orrendo neologismo i mass media chiamano "femminicidi". In realtà questo è il futuro che avanza, portando con sé sviluppi raccapriccianti come ad esempio la produzione su vasta scala degli atroci filmati di torture conosciuti come "snuff". A mio avviso non è affatto necessario pensare che il romanzo intenda fornire una semplice lezione morale facendosi lineare interprete del presente e criptandolo in qualche modo tra le sue righe. Siamo invece di fronte a purissima fantascienza distopica, all'applicazione di un algoritmo ipercomplesso che proietta il presente nel futuro facendo evolvere i dati di input.

I detrattori di questo capolavoro forse non hanno capito che descrivere un futuro raggelante non significa esserne fautori e tesserne le lodi. Farebbero bene a tornare all'asilo e a imparare tutto da zero: ad esempio non bisognerà trascurare di spiegar loro che se un autore descrive un omicidio non significa affatto che ne faccia l'apologia.

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