martedì 14 luglio 2015

IL RIDICOLO FETICISMO DEGLI INDOVINELLI

I Poteri del Mondo utilizzano diversivi di ogni genere per distrarre le masse acefale dalla catastrofe incombente e dalla percezione dell'estrema decadenza che pervade ogni nazione del pianeta. Non molto tempo fa i quotidiani online hanno diffuso come di comune accordo un articolo che proponeva un ridicolo indovinello, che a loro detta sarebbe stato proposto a Singapore come test per gli studenti delle scuole superiori (14-16 anni). Ne riportiamo il testo (da Corriere.it):


Il compleanno di Cheryl

Albert e Bernard hanno appena conosciuto Cheryl, e vogliono sapere quando è il suo compleanno. Cheryl dà loro una lista di 10 possibili date:

15 maggio, 16 maggio, 19 maggio
17 giugno, 18 giugno
14 luglio, 16 luglio
14 agosto, 15 agosto, 17 agosto

A questo punto, Cheryl rivela ad Albert solo il mese e a Bernard solo il giorno del suo compleanno. Dopodiché i due parlano tra loro.

Albert: «Non so quando sia il compleanno di Cheryl. Ma so che non lo sa neanche Bernard».
Bernard: «All’inizio non sapevo quando fosse il compleanno di Cheryl. Ma adesso lo so».
Albert: «Ora so anch’io quando è il suo compleanno».

Dunque: quando è il compleanno di Cheryl?

Per trovare la soluzione, bisogna cominciare col comprendere che il problema non è sottodeterminato, ovvero che contiene tutti i dati necessari per arrivare alla soluzione. Ci sono dati che sono mascherati da frasi in apparenza banali, che hanno un potere pari a quello dei dati numerici.

1) Albert non sa quando è il compleanno di Cheryl. Sa però per certo che nemmeno Bernard lo sa.
Questo significa che il compleanno di Cheryl non può cadere né in maggio né in giugno.
Infatti se così fosse, Bernard, che conosce solo il giorno, avrebbe una probabilità di conoscere la data: se Cheryl gli avesse detto 18 o 19, il problema sarebbe risolto all'istante, e Albert non potrebbe affermare con certezza che Bernard non sa la data.

2) Bernard capisce che il compleanno di Cheryl non può essere né di maggio né di giugno. Può quindi cadere soltanto in luglio o in agosto.
Bernard ritiene le informazioni ottenute sufficienti a capire la data. Quindi non è possibile che sia il giorno 14 (ricorre sia in luglio che in agosto e il problema non sarebbe risolvibile).

3) Albert a questo punto afferma di sapere per certo quando è il compleanno di Cheryl. Non può essere di agosto, perché in quel mese ci sono due possibilità e Albert non potrebbe affermare di aver risolto l'indovinello. Così la data è sicuramente il 16 luglio.

Dati mascherati da frasettine in apparenza banali.
a) La frase "io non so" significa che ci sono più possibilità e che non si può decidere con i soli dati a disposizione.
b) La frase "io so" significa che esiste un solo numero possibile, che permette di decidere. 

Secondo non pochi intellettuali questi giochini sarebbero efficaci applicazioni della logica, in grado di educare la gente al suo uso. Così afferma ad esempio Odifreddi in un suo intervento: "Ci siamo disabituati alla logica, la scuola non insegna metodo".   

Notevoli anche le considerazioni dell'amico M. (si dice il peccato ma è bene rendere poco riconoscibile il nominativo del peccatore):

"Non si capisce dove sia lo scandalo di porre a dei sedicenni un banale quesito di logica, che pensandoci bene si risolve in due minuti. Lo scandalo secondo me sta nel pensare che questo tipo di ragionamento sia riservato ai cervelloni."

Adesso veniamo al dunque, senza fare sconti a nessuno.

Le parole del professor Odifreddi stupiscono davvero per la loro lontananza dalla realtà delle cose. Certo egli ha ragione da vendere nell'affermare che la scuola non insegna la logica e che per intere generazioni la logica è un libro chiuso. Tuttavia sbaglia in modo grossolano nell'usare la frase "ci siamo disabituati alla logica". Sarebbe infatti necessario postulare che un tempo eravamo abituati alla logica, e poi abbiamo perso dimestichezza. Tuttavia un simile tempo aureo di dimestichezza con la logica, in cui i bambinelli macinavano indovinelli, non è mai esistito - con buona pace di Odifreddi.
Se lasciamo per un attimo da parte la sicumera dei sentenziatori fanatici dei giochini e passiamo ai dati di fatto, ci accorgiamo anzi che le capacità di usare la logica agli inizi del XX secolo erano pressoché nulle per milioni di persone - proprio come adesso, anzi, in modo ancor più drammatico. In Ucraina e in Russia i contadini non sapevano risolvere un indovinello banale come questo:

"In Germania non ci sono cammelli. Non ce n'è neanche uno. Dresda si trova in Germania. Quanti cammelli ci sono a Dresda?"

Ridicola è anche la fede nel potere salvifico della scuola, che dovrebbe insegnare il metodo. Un pietoso condizionale per un'ingenua utopia. Odifreddi non ha ancora capito che la scuola è una fucina di demenza?

Il signor M. sembra confondere la logica con la Settimana Enigmistica. A quanto pare egli ha un culto del rompicapo, del giochino, della masturbazione mentale. Se vogliamo ben vedere, lo scienziato, il cosiddetto "cervellone" non è colui che risolve all'istante il famoso quesito con la Susi. Tutti questi gingilli sono studiati in modo accurato perché siano risolvibili, e si fondano sempre sugli stessi princìpi: dare l'impressione di avere meno dati di quelli che servono, mascherare i dati in forma di frasettine su cui si tende a sorvolare, essere enunciati appositamente in modo da provocare confusione.

Non mi stupirei di scoprire che la massima parte dei cultori degli indovinelli ha profonde carenze nella logica aristotelica elementare. Potrebbero benissimo non saper distinguere un sillogismo da un paralogismo ed essere persino incapaci di negare correttamente una proposizione semplice come "tutti i cavalli sono neri" - dato che fanno uso di una logica deviata e feticista, applicabile solo a casi estremamente particolari, simile a un bonsai che non può essere confrontato con una sequoia. Siamo sempre alle solite: quella che è in auge è la perversa degenerazione che consiste nell'apprendere procedimenti senza capirli. I cosiddetti bambini prodigio, di cui l'iniqua terra d'America è tanto sovrabbondante, non sono in realtà tanti piccoli Einstein: sono innaturali come i piedi rattrappiti delle donne della Cina imperiale. Chi di loro ha mai prodotto anche un solo pensiero di valore?   

La Scienza non è un settimanale di quiz e di rebus. Immaginiamo adesso di mettere gli enigmisti davanti a un problema enunciato in una forma del tutto nuova, senza che sappiano in partenza se ammette una soluzione. Immaginiamo di farli penare per giorni solo perché i più intelligenti tra loro arrivino a concludere che il problema è davvero sottodeterminato, che non può essere risolto. Immaginiamo di introdurli in un universo di atroce vastità, in cui non bastano tre o quattro procedimenti apprenditicci per arrivare a dimostrare qualcosa. Forse la loro prosopopea e la loro spocchia verrebbero meno all'istante.  

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