lunedì 14 settembre 2015

I PREFISSI NELLA LINGUA PALEOSARDA RICOSTRUITA: MARCATORI DEL PRIMO TIPO

Numerose radici paleosarde, a prima vista enigmatiche, vengono comprese non appena si capisce che sono formate a partire da radici ben note tramite aggiunta di prefissi. Chiamo marcatori del primo tipo i prefissi in uso nella lingua paleosarda, che si prefiggono a radici inizianti per vocale. Ce ne sono diversi:

a) prefisso B-, con variante M-
b) prefisso D-, con variante L-
c) prefisso G- d) prefisso N- (raro)
e) prefisso S- 
f) prefisso TZ- 

Non sempre è evidente la funzione di questi elementi, che in alcuni casi modificano il significato della parola a cui si aggiungono. In non poche occasioni potrebbero tradursi come se fossero antichi articoli agglutinati, anche se non sappiamo bene che sfumature esprimessero. Occorre anche stare attenti a non separare consonanti che fanno in realtà parte di una radice, dando luogo a fraintendimenti, dato che il paleosardo, così come il protobasco, aveva un gran numero di parole omofone o quasi omofone.

Così abbiamo le seguenti derivazioni:

1) da ARANA = valle

Senza chiara modifica del significato:
G-ARANA = la valle
   Toponimi derivati:
   G-ARAU-NELE = la valle nera.

Con modifica del significato:
M-ARANA = fenditura
M-ARA-GONI < *M-ARAN-GONI = masso con fenditura.
Il vocabolo maragoni "crepaccio" vive tuttora nel sardo neolatino e non può certo essere ricondotto a mara "stagno, palude".

2) da ARDAULE, ARDIULE = lana

Senza chiara modifica del significato:
S-ARDULE = la lana
   Toponimi derivati:
   S-ARDUL-AI = alla lana, luogo della lana 
 

3) da ILI = villaggio

Con possibile modifica del significato: 
G-ILI = presso il villaggio
   Toponimi derivati:
   G-ILI-ARTZ-AI = alla pietraia presso il villaggio
   G-IL-ISTI = la palude presso il villaggio    G-ILI-ORRO = il fogliame presso il villaggio 

4) da IRI = paese

Senza chiara modifica del significato:
B-IRI = il paese
    Toponimi derivati:
    B-IRI-A = al paese, verso il paese
    B-IRI-AI = al paese
G-IRI = il paese
    Topomimi derivati:
    G-IRI-AI = al paese
    G-IR-IL-É = del villaggio del paese
    G-IR-ITZO = paese freddo
    G-IR-ITZ-OL-AI = alla capanna del paese freddo

5) da ISA = acqua, flusso d'acqua

Senza chiara modifica del significato:
B-ISI = il flusso d'acqua, il rivolo
     Toponimi derivati: 
     B-ÍS-INI = luogo del rivolo

L-ISA = il flusso d'acqua, il rivolo
   Toponimi derivati:
      L-IS-ORG-ONI = il buon flusso del ruscello   

6) da ISTI = fango, palude

Con possibile modifica del significato:
G-ISTI = presso la palude
    Toponimo derivato:
    G-IST-ORR-AI = al fogliame presso la palude

7) da ITILE = acquitrino

Con modifica del significato:
B-ITILE = luogo dove le bestie si abbeverano
  Sardo neolatino: bidíle
I romanisti hanno proposto la derivazione di questa parola da un fantomatico latino volgare *bibiti:le, formato male e mai esistito.

Con possibile modifica del significato:
G-ITILE = presso l'acquitrino
Toponimi derivati:
     G-ITILE (antico GITIL) = presso l'acquitrino

8) da ITZO = brina, gelo

Con modifica del significato:
B-ITZO, B-ITZI = rio freddo, acqua fredda
    Toponimi derivati:
    B-ITZ-ITZ-AI = alle acque fredde 
       (con collettivo collettivo -ITZA = basco -tza,
       -tze
; attestato come Vithithai)
    B-ITZI-KORO = acque fredde rossicce
        (oggi Bissicoro)
    B-ITZO-NELE = acque fredde scure
        (attestato come Bissonele)

9) da OBI = caverna, fossa, tana 

Con possibile modifica del significato:
G-OBI = presso la caverna, la fossa, la tana

     Toponimi derivati:
     G-ÓB-OLO = la capanna presso la caverna
         (oggi Gòvolo)
     G-OB-OS-AI = alla fonte presso la caverna
         (oggi Govosai)   
 

10) da ORGA = fonte

Senza chiara modifica del significato:
D-ORGA = la fonte
   D-ORG-ONE = buona fonte
   D-URGU-DEI = la fonte bianca
   D-URG-UI = alla fonte
G-ORGA = la fonte
   Toponimi derivati:
   G-ORG-ONI-AI = al colle della fonte
M-ORGA, M-URGA = la fonte
   Toponimi derivati:
   M-ORG-OL-AI = alla capanna della fonte
   M-URG-ULI-AI = alla capanna delle fonte
N-ORGA = la fonte
   Toponimi derivati:
   N-ORG-ERI = il paese della fonte
S-ORGA = la fonte
   Toponimi derivati:
    S-ORG-ONO = colle della fonte
TZ-URGA
= la fonte

Composti e derivati:
D-ORGA-LI, D-ÓRGA-LE = trogolo, canalone 
   Sardo neolatino:
      dúrgalu "trogolo"
TZ-URGA-LE = trogolo, canalone 
   Sardo neolatino:
      túrgalu, thúrgalu "trogolo";
      thurgále "pantano, luogo acquitrinoso" 
TZ-URG-USA = sedanino
   Sardo neolatino: 
      thurgusa
, urgusa "sedanino".
Queste forme sarde sono tratte da Pittau, ad eccezione di urgusa, che è riportata da Blasco Ferrer. 

È interessante notare che Pittau, che pure critica questa procedura di analisi, a suo dire arbitraria, riporta poi parole che ne danno conferma. Così egli arriva a tradurre il toponimo Sorgono con "abbeveratoio" a partire da parole sarde come sorgonada "lungo sorso" e sorgonare "tracannare". Un'associazione con latino sorbi:re, da lui proposta per spiegare questi dati, è senza dubbio da rifiutarsi. 
Ciò è perfettamente consistente con la parentela protobasca:

S-ORG-ONO (1), lett. "colle o base della fonte"
S-ORG-ONO (2); lett. "(atto di) bere a fondo" 
dove il suffisso -ONO equivale a basco oin "piede, base".

Blasco Ferrer reputa che il prefisso S- sia l'articolo neolatino sardo su < lat. ipsu(m), ma non mi sento di sottoscrivere questa ipotesi. Tra l'altro esiste anche una località chiamata Su Sorgono.

11) da ORTU = valle

Senza chiara modifica del significato:
B-ORTU, B-URTU = la valle
   Toponimi derivati:
   B-ORT-OL-AKE = le capanne della valle
   B-URT-EI = alla valle
   F-URT-EI = alla valle (/f/ è una bariante di /b/)
G-URTU = la valle
  Toponimi derivati:
  G-URT-EI = alla valle 
M-ORTU = la valle
  Toponimi derivati:
  M-ORTU-NELE = valle nera
  M-ORT-URU-NELE = acqua nera della valle

12) da OSA = fonte

G-USA = la fonte
   Toponimi derivati:
   G-US-UN-ÍE = al colle presso la fonte 
B-OSA, B-USA, M-OSA = pozzo. 
   Toponimi derivati:
   B-US-AKE = i pozzi


13) da OSTO = fogliame

Con possibile modifica del significato:
G-OSTO, G-USTO = presso il fogliame
Toponimi derivati: 
   G-OST-OL-AI = alla capanna presso il fogliame
   G-UST-OSP-ENE = del nasturzio presso il
      fogliame

Si noterà che il paleosardo è molto attento a non formare nello stesso modo derivati dalla parola corradicale ORRI "foglia, fogliame": si ingenererebbe infatti grave confusione con una diversa radice, ossia GORRI, GORRU, GURRI "rosso".

14) da URA, URI  = acqua

Con possibile modifica del significato:
G-URI = presso l'acqua
    Toponimi derivati:
    G-UR-UI = luogo presso l'acqua
TZ-URRU = getto d'acqua
TUT-T-ÚRRI-KE = rivolo 
    Parole sopravvissute in sardo:
    tzurru, thurru, turru, ciurru "zampillo"; tuttúrrihe
    "rivolo"
.
Si noti la rotica intensa. Malgrado la somiglianza fonetica di certi esiti sardi, questa forma va tenuta ben distinta da TURRI "fonte" (basco iturri id.).

15) da USSU, USSI = bosco, selva

Senza chiara modifica del significato: 
B-USA = selva, macchia.

Nella sua pagina Toponimi della Sardegna meridionale, Pittau riporta le seguenti forme sarde: busa, usa "macchia, grosso cespuglio" (Illorai, Bolotana). Non è chiaro il perché della differenza della sibilante rispetto a USSU e derivati. A causa di questo non sarà sempre facile distinguere la forma paleosarda dal quasi omofono B-USA "pozzo", allomorfo di B-OSA.  

Secondo Blasco Ferrer, queste formazioni sarebbero alterazioni arbitrarie dovute a una tendenza dell'antica lingua degli abitanti dell'isola di prefiggere consonanti alle parole per evitare che iniziassero per vocale, come è avvenuto nel sardo neolatino b-essire "uscire", etc. A parer mio si tratta invece di residui di qualcosa di molto antico che è andato quasi perduto in basco e che si è in parte conservato in paleosardo. La giustificazione addotta da Blasco Ferrer circa l'irrilevanza di queste consonanti prefisse è la seguente: "I prefissi non sono di regola ammessi nelle lingue agglutinanti". Quanto questo assunto sia falso lo dimostra l'esistenza stessa del ceppo delle lingue del Nord Caucaso (orientali e occidentali), ricchissime di prefissi che servono a classificare i sostantivi in diverse categorie (ad es. animati, inanimati, femminili, etc.).

Lo stesso basco, oltre ai ben noti prefissi verbali, conosce relitti di formazioni tramite prefissi fossili che a parer mio presentano affinità con quelli incontrati nell'analisi dei toponimi paleosardi. Ecco alcune tipologie: 

1) Il prefisso reduplicativo m- in formazioni espressive come le seguenti:
handi-mandi "persona pomposa", derivato da handi
     "grande"

hizka-mizka "spettegolando"
, derivato da hitz
    "parola"
;
ikusi-makusi "vedo-vedo (gioco infantile)", derivato
    da ikusi "vedere".

2) Il prefisso m- in formazioni come le seguenti:
magal "ala", derivato da hegal "ala";
mako "gancio", derivato da kako "gancio";
madari "pera", derivato da udari "pera".  

3) Il prefisso tx- /tʃ/ che si trova in alcune varianti di parole inizianti per i-:
txenara "rondine", variante di enara "rondine"
txingude
"incudine", variante di ingude "incudine"
    < lat.
txingurri "formica"
, variante di ingurri "formica".

4) Altri prefissi in sibilante, s- e z-:
saltza "ontano" da haltza "ontano"
sokal "riccio di castagna" da akal "vuoto (detto di
    castagna)"

zenbor "tronco d'albero" da enbor "trondo d'albero"

5) Il prefisso e-, i-, che marca molti infiniti verbali, compare anche nella formazione di sostantivi e aggettivi:
eile "lana", variante dialettale di ile "lana"
eiloba "nipote"
, variante dialettale di iloba "nipote"
ipete "obeso", derivato da bete "pieno"
itsu arri "pietra focaia", variante dialettale di
     suharri "pietra focaia"

Osservate poi le varianti del basco ospel "luogo ombroso", forme che i vasconisti ritengono "espressive" e che non indagano a fondo:

mospel
nospel
suspel
 

Ci aspetteremmo, anche se non mi risultano attestate, forme paleosarde corrispondenti, che sarebbero perfette in ogni dettaglio:

M-ÓSPILE
N-ÓSPILE 
S-ÚSPILE

Quanto riassunto in questo articolo conferma il valore della toponomastica nativa della Sardegna nel progresso della conoscenza delle caratteristiche più oscure e misteriose della lingua basca, rinnovando l'auspicio che in futuro la nostra capacità di indagine della preistoria linguistica europea sia accresciuta in modo sostanziale. 

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