martedì 28 giugno 2016


L'ESPLOSIONE DELLE INFLUENZE
NEL PICCOLO MONDO

Nonostante secoli di straordinario progresso della medicina e della biologia, non è, questo, un momento incoraggiante per la storia dell'umanità.
Non vi è motivo di essere ottimisti: vi è semmai motivo di temere epidemie globali. Come ha scritto il compianto Jonathan Mann, professore di epidemiologia e immunologia di Harvard: "Il mondo è assai più di prima soggetto allo scoppio e, peggio, alla diffusione ampia o addirittura globale di vecchie e nuove malattie infettive... Motore del fenomeno è il notevole aumento della mobilità di persone, merci e idee... Un individuo che ospita un microbo micidiale può facilmente salire su un aereo di linea e trovarsi in un altro continente al manifestarsi dei sintomi della malattia. L'aereo e il suo carico spesso conducono insetti e agenti infettivi in nuovi contesti ambientali".
Questa vulnerabilità è l'ovvia conseguenza del "piccolo mondo" e della rete internazionale del trasporto aereo che la sorregge.

Mark Buchanan - NEXUS
(Esilio a Mordor, 18/08/2008)

Quando il benemerito autore di NEXUS scriveva queste profetiche parole, l'attenzione della comunità scientifica era focalizzata soprattutto sulla pandemia di AIDS causata dal retrovirus HiV. Soltanto qualche anno dopo si sarebbe cominciato a parlare di una nuova catastrofe incipiente: la fine dell'Età degli Antibiotici. Un evento epocale capace di cambiare in modo significativo le nostre vite, che sta generando batteri virtualmente indistruttibili, contro cui i mezzi a disposizione dell'attuale scienza medica nulla possono. Con buona pace dell'immaginario collettivo, non esiste soltanto il contagio ad opera di microrganismi che si diffondono tramite l'aria, come ad esempio il virus dell'influenza. Conseguenze luttuose hanno anche gli agenti patogeni che si trasmettono per contatto diretto, come ad esempio i responsabili delle infezioni veneree. La mobilità di persone, merci e idee comporta in modo ineluttabile la moltiplicazione degli atti sessuali. I corpi umani sono giganteschi banchetti per agenti patogeni di ogni tipo e il contatto tra i fluidi corporei degli amanti è come un processo coloniale che porta alla conquista di nuovi continenti. Il pericolo non è soltanto la rete "piccolo mondo" del trasporto aereo, ma sopra ogni altra cosa la rete "piccolo mondo" dei contatti sessuali, che è molto più estesa e pervasiva. 

Ne sono sicuro e lo vado dicendo da anni: Nemesi è all'opera. Un giorno o l'altro scaturirà dagli orifizi della Nappi qualcosa che ci ammazzerà tutti. Seguiamo il percorso di questo messaggero di morte, la cui venuta al mondo è prossima: nato da infinite sessioni di sesso promiscuo e privo di barriere tra sangue e mucose di innumerevoli copulanti, questo microrganismo fatale è il prodotto di un'accurata selezione occorsa in tempi assai rapidi. Le generazioni di batteri e di virus negli orifizi durano ben poco in confronto alla vita umana, quindi svariate mutazioni genetiche inattese possono sorgere e propagarsi in modo tempestivo. Quelle cavità sessuali sono laboratori di terrorismo biologico e come tali andrebbero trattate. Una turca è molto più pulita e asettica della vagina, dell'ano e della bocca di una donna dedita a molteplici amplessi. Per tenere sotto controllo l'emergere di continue infezioni - spesso nemmeno batteriche - è deleterio costume dei moderni gaudenti riempirsi di antibiotici, cosa che sta portando alla fine dell'efficacia di tali farmaci. Le sequenze genetiche responsabili della resistenza superano le barriere tra le specie batteriche, rendendo esiziali anche patologie non veneree. Questa è soltanto una delle conseguenze. Si vede che nello stesso ambiente anche organismi drasticamente diversi come virus e batteri interagiscono tra loro, accelerando il mutamento in modo esponenziale: ne nascerà un morbo portentoso e funesto in sommo grado, pronto a diffondersi come un invincibile Male fuoriuscito dall'apertura del Vaso di Pandora.

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