sabato 20 agosto 2016


SOTTOMISSIONE

Titolo originale: Soumission
Autore: Michel Houellebecq
1ª ed. originale: gennaio 2015
1ª ed. italiana: 2015
Editore italiano: Bompiani
Genere: Romanzo
Sottogenere: Fantapolitica, romanzo distopico
Lingua originale: Francese
Traduttore: Vincenzo Vega
Codice ISBN: 978-88-45-27870-9
Ambientazione: Francia
Protagonisti: François
Coprotagonisti: Myriam
Altri personaggi:
    Marie-Françoise 
    Tanneur
    Godefroy Lempereur 
    Robert Rediger
    Steve

Trama:

Siamo in Francia nel 2022. Il secondo mandato di François Hollande sta per finire. Le alternative sono due: il Fronte Nazionale di Marine Le Pen e la Fratellanza Islamica di Mohammed Ben Abbes, che riesce a vincere al secondo turno con l'appoggio dei socialisti, dei liberali e dei moderati. Mohammed Ben Abbes sceglie con cura la sua strategia. Impone una versione soft della Shari'a, che se da un lato cambia radicalmente la condizione della donna nella società, dall'altro lascia alcune valvole di sfogo, come il libero uso delle bevande alcoliche, permettendo persino ai docenti universitari di festeggiare la loro conversione all'Islam con un cocktail party.
François è un docente universitario intrappolato in una vita mediocre e bidimensionale. La frattura con il passato giunge tra capo e collo. Gli sconvolgimenti politici che ridisegnano il volto della Francia non risparmiano le istituzioni scolastiche: la Sorbona diventa un'università islamica finanziata dall'Arabia Saudita. François fa qualche debole tentativo di resistere al nuovo corso degli eventi e all'influenza pervasiva della religione musulmana. Cerca conforto spirituale prima a Rocamadour, poi nell'abbazia di Ligugé, due luoghi altamente simbolici. A Rocamadour si trova un'immagine della Vergine Nera che fu venerata da sovrani e santi nel corso della storia della Francia, mentre Ligugé fu il ritiro monastico dove Joris-Karl Huysmans andò a vivere come oblato in seguito alla sua conversione. Eppure François in quei luoghi non riesce a trovare nemmeno una ragione per aggrapparsi alla religione cattolica, ormai defunta e ridotta a un fantasma senza colore incapace di comunicare alcunché a un intellettuale laico. La seduzione esercitata dal parolaio Rediger è potente, troppi sono i benefici promessi, tra cui uno stipendio triplo e la possibilità di prendere giovani studentesse come mogli e concubine. Siamo di fronte al primo caso noto di una conversione all'Islam ottenuta tramite libagioni alcoliche, un colpo di scena degno del migliore teatro giapponese.  

Recensione:

Anche se quasi tutti ne dicono peste e corna, a me quest'opera di Houellebecq è piaciuta. Certo, è un libro controverso e alcuni suoi assunti suscitano in me non poche perplessità, tuttavia gli spunti di riflessione che suggerisce sono degni di essere sviluppati. 

Il Decadentismo è presente in tutto il romanzo attraverso la figura di Joris-Karl Huysmans. Il percorso dello scrittore ottocentesco, che lo ha portato alla conversione e al pentimento - il suo meme più ossessivo è l'ammissione di avere il cuore "indurito e affumicato dai bagordi" - si rivela tuttavia posticcio. Un attento studio porta François ad individuare nel cambiamento di Huysmans un puro e semplice tic naturalistico, ora della fine una posa. Quelle che Houellebecq illustra per bocca del suo personaggio sono conclusioni originali e a parer mio meritorie, a cui tanti studiosi universitari non erano mai arrivati. Seguiamo dunque l'autore di Là-bas nelle sue peregrinazioni terrene. Dopo una vita trascorsa nei labirintici meandri del Ministero dell'Interno e dei Culti (il "maledetto ufficio"), costretto alla squallida cucina delle mense, tra formaggi desolanti e sogliole temibili, ha infine trovato scampo dai fratacchioni, che notoriamente da qualche secolo a questa parte hanno sviluppato una certa allergia nei confronti della vita ascetica. Appurato che il grande Huysmans fu un poser, attratto più dalla buona cucina borghese che dal concetto stesso di Spirito, cosa resta più al tormentato François? Tipico esemplare del genere umano postmoderno, nudo e balbuziente di fronte al concetto stesso di Verità, non riuscirà a reggere al trauma: la sua sola alternativa sarà la sottomissione alla Volontà di Dio.

Assenza di contenuti profetici

Stupisce che in tutto il romanzo non si faccia la benché minima allusione allo Stato Islamico e agli attentati terroristici che hanno sconvolto la Francia. Il terrorismo è il grande assente dalle pagine di Sottomissione. In un passaggio vengono menzionati i salafiti, che protestano perché il regime di Ben Abbes ammette troppe immoralità e non impone una reale applicazione della Shari'a. Vengono anche menzionati scontri violenti tra gli identitari e gli attivisti islamici durante le presidenziali, episodi al limite della guerra civile, ma questa ondata di violenza è destinata a spegnersi in breve tempo: non si ha nulla che somigli davvero alla realtà in cui viviamo. Se vogliamo considerare Houellebecq un profeta, non possiamo fare a meno di notare che ha fallito, non essendo riuscito a prevedere l'attuale corso degli eventi, che pure era in formazione o già in pieno sviluppo mentre lui stava dando vita alla sua opera.

Natura ucronica del romanzo

Ci si rende conto che qualcosa non quadra quando si legge che la Siria ha presentato domanda di adesione all'Unione Europea allargata governata da Ben Abbes: evidentemente nel corso storico narrato da Houellebecq non si è mai verificata la guerra civile. Non c'è mai stata la scintilla che ha fatto esplodere la rivolta, Assad non ha mai bombardato i ribelli, Aleppo e Homs non sono mai diventate cumuli di macerie. Il romanzo è stato annunciato nel dicembre del 2015, pare quindi che sia stato scritto durante il 2014. Eppure tutto si spiegherebbe molto meglio se si assumesse che sia stato scritto molto prima, già nel 2011 e tenuto nascosto dall'autore. Tutto è molto semplice. Nel dicembre 2010 è esplosa la crisi del pane in Tunisia, che ha raggiunto il suo apice nel gennaio 2011, provocata dalle sciagurate e irrealistiche politiche di coltivazione di vegetali destinati alla produzione di biocarburanti. I politicanti non hanno pensato che sottrarre terra all'agricoltura per produrre il biodiesel avrebbe avuto conseguenze. La crisi del pane ha innescato le cosiddette Primavere Arabe, che le nostrane Eumenidi femministe hanno salutato come "trionfo della democrazia". Questo vento di Primavera Araba si è spento in fretta quasi ovunque, soffocato dalla repressione, portando però a una ribellione di vaste proporzioni in Siria e alla disastrosa guerra civile. Complice una gravissima siccità, si sono instaurate le condizioni di instabilità che hanno portato all'ascesa dello Stato Islamico, con tutte le spaventose conseguenze che questo ha avuto a livello mondiale. Quindi il Punto di Divergenza tra la nostra realtà e gli eventi ucronici narrati da Houellebecq è per necessità anteriore alla crisi del pane e alle Primavere Arabe. 

Mohammed Ben Abbes, l'Augusto musulmano 

Figlio di un droghiere tunisino e maestro di taqiyya, Mohammed Ben Abbes riesce ad imporre una sua singolare visione politica che affonda le sue radici nell'Antica Roma e in particolare nella figura di Ottaviano Augusto, il fondatore dell'Impero. Egli intende far rivivere quella grandiosa costruzione nel XXI secolo, utilizzando come collante religioso l'Islam. Questo ambizioso progetto gli riesce così bene che non soltanto ripristina l'antica unità di Roma Imperiale, ma estende il suo dominio anche a regioni che non erano mai state soggette all'autorità dell'Urbe, come la Germania e il Nordeuropa. Mohammed Ben Abbes diviene il restauratore della continuità territoriale e culturale del mondo classico, che era stata infranta proprio dalla comparsa dell'Islam. Cosa rende sommamente improbabile la comparsa di un simile genio politico? Il fatto stesso che nella realtà i maestri di taqiyya non hanno la necessaria pazienza e non riescono a trattenere le teste calde dal compiere azioni mostruose. Sono proprio questi atti sanguinari e ributtanti che hanno inoculato nelle genti delle nazioni europee una benedetta e salvifica diffidenza nei confronti della religione di Maometto, ostacolandone la diffusione.

Pratiche sessuali dimenticate

A un certo punto François evoca il ricordo di una lettura sui bordelli della Belle Epoque, affermando di aver provato un autentico choc nel constatare che certe pratiche sessuali menzionate gli erano totalmente sconosciute. Tra queste il "viaggio in terra gialla" e la "saponetta imperiale russa". Ne deduce quindi che siano cadute nell'oblio proprio come certi mestieri tradizionali. a quelle che chiama pratiche sessuali dimenticate. In realtà dopo un'attenta ricerca in siti francesi sono riuscito ad apprendere che il cosiddetto "viaggio in terra gialla" (voyage en terre jaune) è semplicemente il coito anale: la terra gialla è una metafora poetica dello sterco, una vera e propria kenning. Così faire dans la terre jaune e gouter la terre jaune sono locuzioni traducibili con être sodomite actif, se livrer a la pédérastie, mentre ne pas croquer de la terre jaune equivale a ne pas être sodomite actif. Ovviamente la terra gialla è rigorosamente unisex: questi detti possono applicarsi alla penetrazione anale di un uomo come di una donna. Il nome di tali rapporti è obsoleto, non certo la realtà descritta. Pensare che il protagonista descritto da Houellebecq possa ignorare questo lessico è poco credibile. Per quanto riguarda la "saponetta imperiale russa" (savonnette impériale russe), era una masturbazione lenta e sensuale eseguita con l'uso di sapone come lubrificante. L'operatrice doveva stare molto attenta a non far entrare del sapone nell'uretra del cliente. Era previsto un supplemento in caso di uso di "sapone del Congo" (savon du Congo).

Una grande verità

Non mi sono sfuggite le meditazioni sulla natura del desiderio maschile e sulla castità. In un mondo in cui i sessi vivono in uno stato di segregazione, la libidine dell'uomo tende ad affievolirsi fino a scomparire. A renderla un ardente fuoco dell'Inferno che tortura i viventi è proprio quella grande successione di tette e di culi femminili che pongono l'osservatore in uno stato febbrile, fino a farlo consumare nel desiderio di toccare, di leccare, di penetrare. Come in un perverso feedback, le tonnellate di pornografia nel Web, con tutti quei video di pompini maestosi e di buchi del culo stimolati oralmente, hanno reso possibile questa terribile tossicosi. Detto questo, un Mohammed Ben Abbes non certo è il rimedio: chiamare i piranha per cacciare i lucci non è una strategia molto furba. 

Reazioni nel Web:

L'amica N. considera sprezzantemente questo romanzo come il "diario di uno scopatore incallito". A dire il vero le descrizioni delle avventure erotiche del protagonista non mi sembrano così sconvolgenti, nulla che possa scandalizzare un navigatore di questi tempi, avvezzo a imbattersi in tonnellate di pornografia nel corso delle sue peregrinazioni nel Web. Più probabile che l'eterea N. intendesse fustigare un suo ex amante, a cui l'attribuzione dell'epiteto "scopatore incallito" potrebbe anche essere azzeccata. Tuttavia N. dimentica un piccolo dettaglio: per scopare bisogna essere in due.

Concludo con il link a un interessante articolo: 

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