mercoledì 12 aprile 2017

LA LINGUA SOROTAPTICA

Sorotaptico. Mai a una lingua fu dato nome tanto infelice. Fu Joan Coromines (aka Corominas) ad avere questa idea assai discutibile, formando la denominazione dalle parole greche soros "urna funeraria" e thaptos "sepolto". In realtà le iscrizioni in questo idioma furono trovate nella località oggi nota come Amélie-les-Bains-Palalda (in catalano Banys d'Arles), in quello che era il territorio dei Sordoni (Sordones) e che oggi è la regione della frontiera franco-spagnola denominata Linguadoca-Rossiglione. Per l'esattezza furono rinvenute nei pressi di una fonte salubre chiamata Lo Gros Escaldador nel XIX secolo e oggi sono "scomparse", o per meglio dire sono state occultate dalla setta massonica degli archeologi, più incline all'annientamento e alla riscrittura del passato che alla sua conservazione e al suo studio oggettivo. I reperti in questione, che dovrebbero risalire al II sec. a.C., non hanno nulla di funerario e di sepolcrale: lo sgraziato nome inventato da Coromines si riferisce alla Cultura dei Campi di Urne, che egli immaginava collegata agli autori dei reperti. Si tratta di invocazioni a una serie di divinità, e tra queste le Ninfe. Si noterà che genti di quei distretti erano denominate Liguri nell'antichità. Questa singolare testimonianza, di cui in Italia praticamente nessuno parla, mostra numerose parole latine relative al linguaggio religioso, ma anche parole che non sono latine e neppure celtiche. Si tratta di una lingua indoeuropea pre-celtica, con /a/ e /o/ distinte, da attribuirsi ai Liguri, come la lingua dei Lusitani, che pure è da essa distinta. Magari parlare di lingua ligure ispanica orientale anziché di lingua sorotaptica sarebbe auspicabile. Fornisco quindi il testo nell'unica trascrizione reperibile nel Web, conservando U e V distinte, anche se a rigor di logica avremmo dovuto usare soltanto V. Per maggior chiarezza è stato aggiunto un trattino dove le parole vanno a capo, mentre le parentesi vuote () indicano una separazione mancante. 

Ia

KANTAS NISKAS
ROGAMOS ET DE-
P(R)ECAMUS VOS OT
SANETE NON LERANCE (E) DE-
US ET NESCA PETEIA
ET ELETA
NESCA SLA(T)
SNUKU-
AS M(E)

Ib

NISCA ET
KILITIUS
NETAT(E)
VLATE AC
SRUET(E)
POSQE(MOS)

II

NISKAS AQUIFERAS
ROGAMUS
SSULTIS NUMENA
SRUET VELDE()LA-
RES SNUQUAI
AUTETE
CUMAS
MAX(I)M(I)

III

RE NUMENE MAXIMI EFLAVERE
ILLIUS SSROES SNUQUAI PANTOVIE SRUID
AGETI NET LAVOKRIOS
S ACA()POSIMA ATXILIAIA
S NISKAS CATIONTS AXI(LIAIAS)
NESCA EVOSTRI IO
NETATI NOS IO
CHIRULE (E)XKIGKI

IV

DEMETI
ITOM(IC)E
...
...
SSULTIS
FLOINCSON
TEIK(ETE)

V

KANTAS NISCAS
ALALIKIOS
AXO(N)IAS
INSTOQDE
VOLTAS
OSISMI E DEOS
KLUEN PSAXE
DEMETIM IMP(ETRIO)
LERANKE
NK

VI

AXILII(S)
DEAUBS
AXSONIS

VII

DOMNAS
NISKAS ROG(A)-
MOS ET DE(PRE)-
CAMUS
DINAS
NN

VIII

(RO)GO VOS

Riporto ora la pessima traduzione in spagnolo fatta da Coromines, anche perché non ne esiste un'altra nel Web e non mi è stato possibile reperire il lavoro originale dell'autore catalano, Els ploms sorotàptics d'Arles (1976). Spero che non mi si accuserà di essere irrispettoso se faccio notare che la traduzione è stata fatta da cani e che nel complesso fa abbastanza schifo. Piena di lacune, tralascia tutto ciò che è scomodo e di difficile spiegazione. Le incoerenze grammaticali non mancano. Eccola: 

Ia: "Santas Ninfas, os rogamos y os exhortamos por nuestra sanación; oh dios Lerano y Ninfa Peteia y Ninfa Eleta, ninfa..."
Ib: "Oh ninfa y [dioses] asociados, guiadnos, regidnos y providenciadnos os pedimos"
II: "Ninfas Acuáticas os rogamos, por favor deidades providenciadnos Velde, Lares y Snuquai quitadnos los tumores"
III: "Los grandes númenes mayores han exhalado [encima mio] sus chorros; ninfas Pentovias providenciad !; ninfas obrad sobre las lavativas; providencia Madre Poderosa Axiliaia,
providencia Ninfa Eterna; limpianos Chirule ..."
IV: "Demeti Itomicos .... por favor brillad ..."
V: "Santas Ninfas caminad por diferentes aguas, girad [vuestro destino para conmigo]; oh dios Osi<s>mi, limpiad mis lagañas (cataratas ?); Demeti favoreceme Lereno"
VI: "A las acuosas diosas acuáticas !"
VII: "Señoras ninfas os rogamos y os exhortamos ..."
VIII: "os ruego"

Si noterà anche che questa versione non include le interpretazioni dei teonimi, lasciati nella lingua originale.

Questo è un piccolo vocabolario, sempre tratto dal lavoro di Coromines, a cui per amore della Scienza ho apportato alcune revisioni, integrazoni e aggiunte, traducendo in italiano la parte in spagnolo: 

AC "e"
   < lat. ac

ACA "madre"
    Cfr. lat. Acca La:rentia.

AGETI "conduce"
   < IE *ag'-. Cfr. latino agere "condurre", la cui radice è comune al celtico.

ALALIKIOS "altre, differenti"
   Cfr. lat. alius, la cui radice è comune al celtico (gallico allos, attestato nei graffiti di La Graufsenque e allo- nel nome degli Allobroges) e al germanico (*aljaz "altro").

AQUIFERAS "Portatrici di Acqua"
   < lat. Aquiferae, con desinenza nativa -as.

AUTETE "rimuovete, togliete" (imp. pl.) 
   < IE *aut- "vuoto; solo" 
   Coromines traduce in spagnolo "*quitad-nos", "*fundid-nos" o "*eliminad-nos". Sarà che sono a corto di risorse, ma non mi riesce di focalizzare bene l'etimologia del vocabolo, la radice che riporto è l'unica spiegazione - seppur poco convincente - che ho trovato alla traduzione dell'accademico. 

AXILIAIAS "Dea delle Acque"
ATXILIAIA "Dea delle Acque" 
AXILIIS "ricche di acque" (dat. pl.)

   < IE *aps- (vedi AXONIAS).
La forma AXILIIS dovrebbe avere un dativo pl. in -IS di tipo latino. La grafia con -TX- potrebbe essere un errore di trascrizione. 

AXONIAS "acque"
AXONIS "delle acque"
   < IE *aps-, con un esito /ks/ < /ps/ affine a quello del celtico. I dettagli morfologici non sono chiarissimi.

CATIONTS "con, assieme a"
   Interessante e ragionevole, ma oscuro a sufficienza. Piuttosto che a una radice IE valida, lo associerei a lat. cate:na e caterva, a loro volta da una radice etrusca *cat-, *caθ- "mettere assieme". Pokorny ricostruisce IE *kat- "mettere assieme", aggiungendo materiale dal celtico e dal germanico, ma come gran parte delle radici con /a/, resta il fortissimo sospetto di un'origine ultima non IE. Scarse sembrano le possibilità di una connessione con IE *kom (donde lat. cum, con-) tramite una forma *kṇt- - tutt'altro che pacifica - di cui non si riuscirebbe a spiegare nella lingua in analisi la scomparsa completa della nasale (ci aspetteremmo piuttosto *kant-).

CHIRULE (teon.)
L'origine di questo lemma è al momento sconosciuta.

CUMAS "tumori"
   Forse < IE *kumb-, nel senso di "sporgenza". Un vero peccato che la spiegazione di Coromines non sia disponibile, così supplisco come posso. 

DEAUBS "alle Dee"
    Notare l'introflessione della vocale del suffisso.

DEMETI "Oscurità" (teon. voc.)
DEMETIM "Oscurità" (teon. acc.)
   Si confronti il nome dei Demetae, popolazione britannica. La denominazione sopravvive in Galles, dove la provincia di Dyfed deriva il suo nome da un precedente *Demetija:. Nonostante i tentativi fatti per spiegarlo, questo nome ha resistito a lungo. Non può venire dal gallese defaid "pecora" (all'epoca suonava /da'matija:/) e neppure da dwfn "profondo" (all'epoca suonava /'dubnos/ o /'dumnos/). Non è plausibile nemmeno una provenienza da IE *dem- "costruire" (proto-germanico *timran "legname"), che non porterebbe a specificare un senso compiuto. La radice corretta è invece IE *dhem- "fumare", che ha dato origine all'antico irlandese dem, glossato da Pokorny come "schwarz, dunkel", ossia "nero, oscuro".    

DEUS "dio"
E DEOS "o Dei"
    < lat. deus. Si noti il vocativo plurale in -os, certamente nativo.

DINAS "divine"
   < IE *din-. Esiti molto affini sono stati presi a prestito dall'etrusco: Tin(i)a "Giove", tin- "giorno"

DOMNAS "signore"
    < lat. dominae, con desinenza ligure del pl. f. -as (identica a quella gallica).

EFLAVERE "esalarono"
   < lat. effla:ve:re "esalarono", III pers. pl. (da effla:re "esalare"). 

EVOSTRI "eterna"
  < IE *aiwo-. Si noti il suffisso femminile -i, di particolare arcaismo. 

EXKIGKI "girare in cerchio"
    Cfr. gallico Excingo-ri:x "Re del Cerchio". Con ogni probabilità un prestito dal gallico.

FLOINCSON "splendore, fulgore"
   < IE *bhel-, *bh(e)leg- "splendere", o l'affine IE *bhleig- "brillare". Se dobbiamo essere sinceri, la formazione della parola non è chiarissima. Notevole la presenza di una /f/ iniziale, un esito decisamente contrario alla fonetica del celtico. 

ILLIUS "di lei"
   < lat. illius.

IMPETRARE "guadagnare il favore degli Dei"
IMPETRIO "guadagno il favore degli Dei"
    < lat. impetra:re. Notare che la forma impetro si trova invece con una -i- di troppo: IMPETRIO. 

INSTOQDE "camminate"
    Forma dalla morfologia a dir poco oscura e tortuosa. Potremmo essere di fronte a un errore di lettura. Forse è uno strafalcione per *INSTOIGDE e l'origine è da IE *steigh- "camminare"? Non avendo a disposizione il testo originale, dobbiamo astenerci da ulteriori considerazioni. 

IO "che"
    Pronome relativo IE, cfr. lusitano IOM "che"

ITOMICE (teon. voc.)
    Al momento non si riesce a trovare una possibilità anche remota di interpretazione e di etimologia. Non per nulla questo lemma è escluso dal vocabolarietto di Coromines.

KANTAS "splendenti"
   < IE *kand-
   N.B. Coromines traduce con "sante", riconducendo la parola a IE *kwent- (meglio sarebbe scrivere *k'went-), cosa che per motivi fonetici non è ammissibile. Il parallelo più logico è col tema celtico canto- "canuto" (es. l'antroponimo Cantosenus; bretone antico cant, glossato "canutus"), attestato nell'onomastica gallica, verosimilmente <  *kandido- per contrazione. 

KILITIUS "associati"
   Coromines assume che sia da un IE *kei- "mettere assieme". L'etimologia sarebbe a prima vista accettabile, ma a quanto pare la radice era *kwei-. Non va poi nascosto che non è chiarissima la formazione della parola. Più probabilmente sarà dal pronome dimostrativo IE *k'e(i)-, come lat. ce:terus "l'altro". Tra "la Ninfa e gli (Dei) associati" e "la Ninfa e gli altri (Dei)" cambierebbe poco.

KLUEN "purificare"
   < IE *k'lowə- "pulire" Cfr. lat. cluere "purificare". La radice è passata anche in etrusco, dove abbiamo il sostantivo cleva "purificazione" e il toponimo Clevsins- "Chiusi".

LARES "Lari"
   < lat. La:re:s

LAVOKRIOS "scaturigine, fonte"
   < IE *low-, *lowə- "lavare" 
Cfr. lat. lava:re. Il suffisso indica che è un lemma nativo.

LERANCE, LERANKE "Dio Pino" (voc.)
   Si tratta di un nome di sostrato pre-IE, dalla stessa radice del basco leher, ler "pino", da cui deriva anche il teonimo aquitano Leherenno (dat.). 

MAXIMI "Massimi, i più grandi"
  < lat. maximi.

NET "su, sopra"
   Riporto la proposta di Coromines, precisando che l'etimologia non è delle più chiare. Forse un derivato di IE *en- "in" a partire da una sua variante *nei-,
*ni- con un'estensione in dentale che in origine doveva avere un valore direzionale. 

NETATE "guidate" (imp. pl.)
NETATI "guida" (III pers. sing.)
   < IE *ne:i-. Anche in gallico, in celtiberico e in antico irlandese troviamo la stessa estensione in -t-

NISCA, NESCA "Ninfa"
NISKAS "Ninfe"
   Si tratta di un prezioso elemento del sostrato pre-IE. Cfr. basco neska "ragazza".

NON "noi" (acc.)
   < IE. *no:-. Per la desinenza cfr. lusitano -N in VEAVN "giovani donne"

NOS "noi" (acc.)
   < lat. no:s. Si vede chiaramente che la morfologia è quella latina. La somiglianza con la forma nativa deve avere facilitato il prestito di intere formule. 

NUMENA "divinità" (pl.)
NUMENE "divinità" (morfologia oscura) 
   Cfr. lat. nu:mina "nume". Non è del tutto certo che sia un prestito dal latino, anche se è altamente probabile.

OSISMI "Sommi Dei"
   Questa voce ricorda il nome del popolo celtico degli Osismi, stanziato in quella che è attualmente chiamata Bretagna. L'etnonimo dovrebbe, come la parola sorotaptica, provenire da un aggettivo *ouksis(a)mos "sommo"

PANTOVIE (teon.) 
   Forse da IE *peta- / *pta:- "allungre", anche se la semantica è piuttosto nebulosa. Cfr. lat. pandus "curvo, ricurvo" e pate:re "essere aperto, aprirsi".

PETEIA "Impetuosa"
   < IE *pet- "cadere"
   Stessa radice del latino petere "attaccare, andare contro", che troviamo anche nel lusitano PETANIM.

POSIMA "potentissima"
   < IE *poti- "signore". Cfr. lat. potissima "potentissima".

POSQEMOS "chiediamo"
    Cfr. lat. poscimus < *por-sk-. Non è chiaro si si tratti di un lemma nativo simile o di un prestito.  

PSAXE "cispi"
   Coromines non ha fornito spiegazione alcuna alla sua traduzione. Sarà per mia incapacità, ma il lemma mi pare impenetrabile.

RE "beni, ricchezza"
   Cfr. lat. res "cosa". A differenza della parola latina, la voce sorotaptica ha l'aria di essere di genere neutro.

ROGAMOS "chiediamo"
ROGO "chiedo"
   < lat. roga:mus. 

SANETE "sanateci" (imp. pl.)
   < lat. sa:na:re, con coniugazione indigena.

SLATE "sanate, calmate" (imp. pl.)
   La radice SLA-, comune al celtico (es. irlandese antico slán "sano"), è la stessa del latino salu:s, gen. salu:tis "salute" e di  salve: "in buona salute".  

SNUKUAS "fluente, che scorre"
SNUQUAI "fluente, che scorre" (dat.)
   < IE *snew- "nuotare; correre"
La formazione pare piuttosto stravagante, ma non sembrano esserci molte alternative.

SRUET "fluisce"
SRUETE "fluite" (imp. pl.) 
SRUID "dal flusso" (abl.)
SSROES "del flusso" (gen.)
  
  < IE *srew- "scorrere, fluire" N.B. Coromines traduce con "providenciar", ossia "favorire", con ogni probabilità è un uso idiomatico.

SSULTIS "se volete" 
   < lat. si vultis. L'acquisizione di questa forma colloquiale indica un alto grado di penetrazione della lingua latina.  

TEIKETE "date, concedete" (imp. pl.)
   < *teik- "avere buon esito"
   Nelle lingue baltiche questa radice è giunta a significare "dare, offrire". Così immagino che FLOINCSON TEIKETE si debba tradurre con "concedete lo splendore", quindi "brillate". Quanto si trova nel Web non aiuta molto a charire le cose e ho dovuto fare tutto da solo.

VELDE "veggente"
   < IE *wel- "vedere". La radice si trova nel latino vultus "volto" e nel celtico (antico irlandese filis "vide"; gallese gweled "vista"). Si trova anche nel nome della famosa profetessa germanica Veleda

VLATE "governate" (imp. pl.)
   < IE *walə- "essere forte". Cfr. latino vale:re "essere forte". La radice è presente anche in celtico (es. antico irlandese flaith "signoria" < *wlatis; gallese gwlad "terra, paese" < "*principato").

VOLTAS "girare"
   < IE *welw- "torcere, attorcigliarsi"
La radice è la stessa del latino volvere "volgere, voltare". La morfologia non è chiarissima, forse si tratta di un nome di azione. Si noti la somiglianza della forma sorotaptica con l'esito italiano del latino volgare *volu:ta:re, ossia voltare, donde il sostantivo volta è stato retroformato.

VOS "voi" (acc.)
  < lat. vo:s. Si tratta di un prestito. 

Si noterà che in Italia non ho trovato nessuno che si occupi di questo argomento, che pure è a parer mio così importante. Nel Web tutto ciò che si trova è il testo trascritto, la traduzione di Coromines e il glossario dello stesso; non sono riuscito a reperire nessun lavoro originale. Questo è il commento dell'utente Gastigarra, trovato sul forum Bardulia in Yahoo! Groups:

"Choca que unos textos de una lengua indoeuropea desconocida no hayan tenido, por lo que parece, ningún eco en la indoeuropeística. En fin, el lusitano con sus, creo que tres, breves textos ha generado un número importante de páginas, aunque sea debido principalmente a su naturaleza discutida, pero otra lengua que se supone ofrecería importante información de la situación lingüística en la Europa occidental, y queda enterrada sin mayor comentario."

A parte il fatto che il lusitano è messo appena un po' meglio del sorotaptico in quanto a considerazione accademica, resta da chiedersi cosa abbia spinto la consorteria frammassonica a seppellire questi documenti. A me pare, se devo esser franco, che i testi in questione non abbiano in sé alcun contenuto scandaloso o sconvolgente: sono soltanto reliquie dell'antica religione politeista locale, che era in vigore all'epoca di Roma antica. Chi potrebbe usarli per recare danno a qualcuno? Chi potrebbe credere, ai nostri giorni, che le fonti montane abbiano in sé un'essenza in forma di bellissima ragazza? Al massimo, se anche tra le genti si diffondesse questa devozione arcaica, il risultato principale sarebbe quello di vedere torme di energumeni aggirarsi intorno alle sorgenti in cerca di un pompino.

2 commenti:

  1. Ciao, carisimmo Marco. Anzitutto devo confessare la mia nulla competenza sull'argomento che discuti; comunque i tuoi scritti riescono a rendere interessanti questi assunti addiritura a un uomo della strada come io. Peraltro, vorrei farti una piccola correzione su un tema assolutamente minore (come altrimenti?) del tuo articolo, che spero saprai scusarmi. Mi riferisco a quando dici che, oggi, Banys d'Arles si trova nella regione denominata Linguadoca-Rossiglione. Bene, questo non é ormai proprio così: da fine di settembre 2016, questa regione, assieme a l'antica regione di Midi-Pirenei, per opera e grazia dell'amministrazione francese é stata rinominata come Occitania. Questo cambio ha scatenato proteste nella Catalogna del Nord (di colpo i catalani sono diventati occitani!).
    Ovviamente questa roba non ha nessuna importanza ed é soltanto una scusa per parlare un po'. Un abbraccio!

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  2. Ciao carissimo! Sono felice che l'articolo ti sia piaciuto. Ti ringrazio dell'intervento e delle informazioni. In questi tempi apocalittici accadono le cose più strane e le amministrazioni sono come impazzite. Pensa che in Italia hanno fatto di tutto per abolire le province e non ci sono riusciti del tutto. Il loro progetto si è rivelato di una stupidità incredibile. Volendo tagliare i costi, li hanno fatti aumentare a dismisura. Ogni minimo cambiamento di una denominazione territoriale comporta sprechi spaventosi, era meglio tenere le cose come stavano.
    Un abbraccio, a presto :)

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