In questa società terminale, i fatti più orribili non destano  raccapriccio per la loro natura: vengono invece usati strumentalmente  per sostenere o confutare una qualche tesi politica. A nessuno sembra  interessare se una ragazza viene stuprata, ma solo se lo stupratore è  autoctono o allogeno. Si è arrivati a tal punto, che se uno stupro  conferma le proprie tesi, i commentatori gioiscono.  Non esiste nessuna pietà per le vittime. Nemmeno nella Roma antica  c’erano simili mostruosità. Si trovavano corpi di bambini esposti e di  adulti gettati nelle fogne a cielo aperto a marcire, i folli e i crudeli  non mancavano di certo, ma non si trovava la forma mentis  aberrante che impera nei social network. Non si trovavano esempi di  completo scollamento dalla realtà dei fatti, come quelli a cui  assistiamo oggi. Il processo di degenerazione cognitiva è giunto a tal  punto che potremmo definire il genere umano un tumore. I pochi anticorpi  sopravvissuti si agitano nella solitudine e nella disperazione. “La specie umana è moribonda e spera di risorgere. Gli esseri umani sono frutto del caso: un tentativo fallito. E quando un esperimento fallisce, non ci si ostina a ripeterlo: si ricomincia da zero. E si seguono premesse e schemi migliori. Loro non meritano una seconda possibilità. E io la impedirò a tutti i costi.” (cit.). Se lavorassi in un laboratorio di xenobiologia, nel giro di pochi anni comincerebbero a circolare i neomorfi.  

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