sabato 10 marzo 2018


CAPRICORN ONE 

Titolo originale: Capricorn One
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 1978
Durata: 123 min.
Rapporto:
2,20 : 1
Genere: Fantascienza, thriller
Sottogenere: Fantapolitica, propaganda complottista
Regia: Peter Hyams
Soggetto:
Peter Hyams
Sceneggiatura: Peter Hyams
Produttore: Paul N. Lazarus III
Fotografia: Bill Butler
Montaggio: James Mitchell
Effetti speciali: Bruce Mattox
Musiche: Jerry Goldsmith
Scenografia:
Rick Simpson
Costumi: Patricia Norris
Trucco:
Michael Westmore; Emma DiVittorio
Interpreti e personaggi   
    Elliott Gould: Robert Caulfield
    James Brolin: Charles Brubaker
    Brenda Vaccaro: Kay Brubaker
    Sam Waterston: Peter Willis
    Lee Bryant: Sharon Willis
    O.J. Simpson: John Walker
    Denise Nicholas: Betty Walker
    Hal Holbrook: James Kelloway
    Karen Black: Judy Drinkwater
    Telly Savalas: Albain
    Robert Walden: Elliot Whittier
    David Huddleston: Hollis Peaker
    David Doyle: Walter Loughlin
    Norman Bartold: Presidente Usa
    James Karen: Price, vice presidente Usa
    Alan Fudge: Tecnico sala controllo
    Barbara Bosson : Alva Leacock
Doppiatori italiani   
    Pino Locchi: Robert Caulfield
    Pino Colizzi: Charles Brubaker
    Rita Savagnone: Kay Brubaker
    Cesare Barbetti: Peter Willis
    Luciano De Ambrosis: John Walker
    Giorgio Piazza: James Kelloway
    Maria Pia Di Meo: Judy Drinkwater
    Glauco Onorato: Albain
    Sergio Fiorentini: Hollis Peaker
    Renato Mori: Walter Loughlin
    Manlio De Angelis: Elliot Whittier
    Renato Mori: Direttore del giornale
    Sergio Graziani: Presidente Usa
    Sergio Rossi: Price
Achtung! Warning! Prodotto decostruito: trasmette il virus Derrida!

Trama:

Capricorn One, la prima missione umana su Marte, è prossima alla partenza. Tutto sembra andare a gonfie vele, quando proprio all'ultimo i tre uomini dell'equipaggio, Brubaker, Willis e Walker, in gran segreto sono rimossi dall'abitacolo e condotti nel deserto. Senza alcuna spiegazione, si ritrovano confinati in un edificio isolato. Il lancio avviene senza che nessuno abbia il minimo sospetto sull'accaduto: il razzo parte senza nessuno a bordo, nell'eccitazione generale. A questo punto gli astronauti vengono a sapere dall'ufficiale della NASA, Kelloway, che è stato rilevato un guasto ai sistemi vitali che li avrebbe uccisi in breve volgere di tempo. Tutto è accaduto così: la società che forniva i materiali per la costruzione del Capricorn One era corrotta. La sua dirigenza ha dilapidato immensi capitali in droga e in puttane, facendo faville come all'osteria numero mille! Stante una simile dissipazione di risorse, in pratica il missile è stato costruito con la cartapesta e con l'attack. A questo punto Kelloway propone agli astronauti di simulare lo sbarco su Marte. Tutto si svolgerebbe in uno studio cinematografico, all'insaputa del mondo intero. I tre all'inizio rifiutano, ma presto vengono a più miti consigli, dato che l'ufficiale li ricatta in modo vilissimo: se non acconsentiranno, le loro famiglie saranno annientate in un tremendo schianto aereo. Hanno così inizio i preparativi per lo sbarco fittizio. Ovviamente le vittime del ricatto sono costrette a una rigidissima reclusione, per non rischiare che qualcuno possa vederli anche per un caso remoto. La cospirazione resta nota soltanto a pochi ufficiali, ma un giorno accade che un tecnico si rende conto della strana natura dei segnali del Capricorn One, che sembrano provenire da una distanza ravvicinata e non dallo spazio. Questo tecnico confida i suoi sospetti al suo amico, il giornalista Robert Cauffield, prima di scomparire nel nulla. Ben presto Cauffield, deciso ad indagare, si accorge di aver toccato qualcosa di molto pericoloso, al punto che si verificano attentati alla sua vita. Intanto, dopo aver organizzato l'atterraggio finto su Marte e aver trasmesso le immagini in mondovisione, la NASA si prepara al rientro del Capricorn One. Un surriscaldamento improvviso, dovuto al cedimento degli scudi termici all'impatto con l'atmosfera terrestre, è la causa della distruzione del veicolo spaziale. Agli occhi del mondo, Brubaker, Willis e Walker sono morti! Naturalmente non potranno mai più essere rilasciati. Anzi, il modo migliore di gestire la cosa, per la NAFIA, è senz'altro sopprimerli. Sospettando questo, i tre astronauti evadono e cercano scampo. Purtroppo si trovano ad affrontare il deserto, così scelgono di separarsi per rendere più difficile la cattura. Inseguiti dagli elicotteri governativi, i tre uomini versano in condizioni disperate. Uno solo di loro riuscirà a scamparla e dopo mille peripezie apparirà al proprio funerale, svelando al mondo l'inganno.

Recensione:

Tecnicamente parlando, mettendo da parte ogni animosità, direi che è una pellicola mediocre. Si segnala un Telly Savalas selvatico e aggressivo, che svolge abbastanza bene il ruolo dell'abitante semibarbaro di un distretto desertico. Attore bilioso e bisbetico, si trova a suo agio nel ruolo. Per contro, il detective improvvisato, interpretato da Eliott Gould, lo trovo insostanziale. Non male James Brolin nel deserto, che trova modo di sopravvivere mangiando crudo un serpente a sonagli. Per il resto, ci sono incoerenze à gogo. Il finale è ridicolo. Il padre di famiglia creduto morto dai suoi cari che se ne sbuca fuori in tuta da astronauta, saltellando giulivo, è una figura troppo imbarazzante per essere credibile. Mi pare inoltre che sia qualcosa di incongruo. Ma come, prima gli danno la caccia per mare e per monti, giurando di abbatterlo perché nessuno deve vederlo, e chissà come questo appare proprio alla posticcia e farisaica cerimonia del suo funerale? Alla presenza dell'intera classe politica della nazione? Forse il regista pensa che in una situazione simile i cattivi sarebbero sconfitti e tutto si aggiuterebbe per incanto? Bah!  

Analisi del patogeno

Se questo film fosse visto da un pubblico di sole persone intelligenti e obiettive, sarebbe un'opera di fantascienza e di fantapolitica come tante altre. Non potrebbe arrecare alcun danno. Tuttavia un inghippo c'è di sicuro. Si può individuare un tenue filamento di RNA memetico appartenente al temibile virus Derrida, in grado di decostruire il pensiero delle persone infettate e di propagarsi anche attraverso semplici contatti verbali in apparenza innocui. Il corredo concettuale del virus si nasconde sotto uno spesso strato proteico, più duro e compatto del solito, cosa che lo rende invisibile a molti. Eppure i memi infettivi sono tutti lì, pronti a colpire gli incauti. L'involucro che li nasconde alla vista è costituito interamente da scorie di politicume spicciolo raccattate qua e là per poi essere agglutinate. 

Una grave fallacia logica 

Analizzando la fabbricazione del virus memetico, si vede che è estremamente insidioso. Molti prodotti decostruiti sono a dir poco grossolani e li si riconosce all'istante. Questo invece è stato progettato a bella posta per non essere notato dalla maggior parte degli osservatori, anzi, può passare per qualcosa di diverso e di legittimo. Cerco di tratteggiare il pensiero dei progettisti. Prima disegnano con grande abilità uno scenario a dir poco desolante, con un governo corrotto oltre ogni limite, sovrapposto alle organizzazioni mafiose al punto da riuscire quasi indistinguibile. Rendono evidente il marciume più immondo, lo fanno venire a galla e lo mettono sotto il naso di tutti. Farlo è qualcosa di sacrosanto, tanto che nessuno può dire nulla in contrario. In questo modo scatta la trappola. Se giova alla nazione corrotta, un complotto è possibile. Quindi, se è possibile, allora è vero. Deve essere vero per necessità. Hai dei dubbi? Allora sostieni i malfattori del governo americano. Addirittura, se insisti, è perché sei pagato da loro per far credere che il complotto non esista. Non si scappa, è un vicolo cieco. 

L'aporia della censura 

Quando ebbi a dire in un gruppo FB di fantascienza che sarebbe meglio se non si facessero film nocivi come Capricorn One, un pubblico di fanatici è insorto, dandomi del censore, oltre che - ovvio - del talebano e del nazista. Ormai ci sono abituato. A sentire questi fantascientisti aggressivi, la pellicola di Hyams sarebbe addirittura un capolavoro. Facendo sfoggio di lievi manie di persecuzione, sostengono anche che è un capolavoro purtroppo sottovalutato. Secondo uno di loro, il film non sarebbe tra le cause dell'epidemia di negazionismo lunare, ma al contrario sarebbe stato ispirato dai complottisti già imperversanti negli USA degli anni '70. Affermazione opinabile. Certo, quello della censura dei contenuti pericolosi è un problema grave. Si inizia a censurare qualcosa per la più giusta delle cause e si finisce a non poter più esprimere alcuna idea. Questa è la tesi corrente, e di certo ha in sé una fibra di verità. A chi piacerebbe una censura occhiuta? A nessuno. Tuttavia, si noterà anche che partendo da questo presupposto si dovrebbe allora permettere la libera diffusione di ogni abominio, come ad esempio gli snuff movies o la pedopornografia, e tutto per difendere la "libertà di espressione artistica". Coloro che strepitano e urlano alla censura, come se ogni obiezione loro rivolta fosse il babau, a quanto pare non sembrano capirlo. Certo, finché si continuerà con questi sofismi, l'aporia non si risolverà di sicuro. Irrido e schernisco i dogmi dei popperiani, che in modo ipocrita e capzioso definiscono "tolleranza illimitata e universale" tutto ciò che le leggi permettono, dando invece una diversa definizione a ciò che è vietato perché nemico della cosiddetta "società aperta". Non c'è nulla da fare. Comunicare con un popperiano è impossibile. Si prostrerà sempre davanti alle feci rinsecchite della sua divinità, Karl Popper. Se è d'accordo con te, afferma che le stesse cose le aveva già dette Popper. Se non è d'accordo con te, dice che quanto sostieni è da rifiutarsi perché Popper aveva a riguardo una diversa opinione. Forse sarebbe meglio se questi fanatici si dedicassero a un altro popper, quel solvente che annusano gli uranisti. Mi rendo conto di essere ripetitivo come Catone il Censore, ma lo affermo una volta di più: l'unico modo per venirne a capo è instaurare un meccanismo in grado di provvedere alla rimozione del virus Derrida facendo uscire dall'inventario ontologico i suoi portatori. In un certo qual senso, è a dir poco frustrante conoscere una medicina in grado di debellare ogni forma di cancro e saperla irrealizzabile al presente stato delle cose.

Memorie

Ricordo ancora il giorno in cui mi resi conto dell'esistenza del problema, in epoca pre-Web. Mentre ero con amici a casa della bella M., un ospite che non avevo mai visto prima intavolò uno strano discorso. Era un lattoniere delirante, il cui livello di istruzione poteva essere paragonato a quello di un babbuino. Ebbene, costui affermò senza mezzi termini che gli astronauti non erano mai stati sulla Luna e che era tutto un imbroglio ordito dalla NASA. Fino a quel momento avevo creduto che tali opinioni fossero proprie soltanto della setta dei Testimoni di Geova. Con mio grande stupore mi accorsi che il lattoniere non apparteneva a tale congrega religiosa. In lui il pensiero complottista era già formato appieno e aveva motivazioni unicamente politiche. Essendo antiamericano - la menava senza sosta con i bambini palestinesi massacrati da Israele - riteneva del tutto normale che il governo yankee avesse inscenato una simile colossale frode ai danni del genere umano. Certo, che gli USA non siano governati da stinchi di santo è abbastanza palese a tutti. Su questo non ci piove. Pensare tuttavia che lo sbarco sulla luna non fosse mai avvenuto mi apparve subito come un'assurdità sesquipedale. L'amico P. mi parlò della presenza di alcuni retroriflettori sull'argenteo satellite, portati dagli astronauti. Aggiunse che quegli apparecchi abbandonati nelle vastità lunari erano stati utilizzati più volte in esperimenti di misura della distanza Terra-Luna tramite invio di raggi laser dalla Terra - tutte cose ben documentabili. Mi disse anche che è ancora visibile il "ragno" del LEM e che poteva essere osservato con un telescopio: lui stesso lo aveva fatto. Lì per lì non diedi grande importanza a queste cose e pensai ad altro. Qualche mese dopo venni a sapere che il lattoniere complottista era caduto da un tetto mentre lavorava, si era fracassato la schiena, era andato in agonia ed era infine spirato. Il problema tuttavia non si risolse con la scomparsa di quell'uomo. Dopo anni, quando ormai l'accesso al Web si era diffuso largamente, mi imbattei di nuovo nei complottisti negatori dello sbarco sulla luna, accorgendomi che erano più numerosi degli spiriti immondi di Gerasa. Con sgomento realizzai che molti di loro erano anche terrapiattisti, ossia settari convinti per articolo di fede che la Terra sia piatta. Un giorno riversai la mia rabbia sull'informatico M., esile e biondiccio, che mentre ero al lavoro parlò proprio di Capricorn One. Sentivo nominare il film per la prima volta. Reagii con furia al negazionismo lunare, eruttando in un torrente di imprecazioni e improperii. Tremante come un budino, M. disse balbettando: "Veramente non è quello che penso io, è solo la trama del film Capricorn One". La cosa finì lì, ma intanto cominciai a cercare informazioni su quell'opera deleteria.

Reazioni nel Web:

Il contagio decostruzionista è riuscito talmente bene che in tutta la rete si trovano a stento un paio di recensioni negative, tutte molto timide. Per rendersi conto del fanatismo imperante, basti analizzare gli interventi dei navigatori sulle pagine dei principali siti di cinema. C'è da restar basiti. Ecco un elenco di opinioni eulogistiche quanto grottesche raccolte nel Web: 

Capricorn one alimenta il forte dubbio !!
(weach)

avvincente thriller sulla "ragione di stato" 
(vic fontaine)

Straordinario
(fabio1957)

Film molto interessante.
(Furetto 60)

Grandissimo film!
(Ramses72)

intrattenimento intelligente e non vacuo, attualissimo anche ai nostri giorni...
(movieman)

Forse, e mica tanto forse, il miglior film di sci-fi mai girato fino ad oggi.
(ds2k2)

"Capricorn One" è un film...fantastico, per certi versi sottovalutato, sicuramente tra i migliori di (falsa)fantascienza degli anni '70.
(George Smiley)

Buon film di fantapolitica, ben girato e senza momenti di stanca.
(Baliverna)

E se lo sbarco sulla luna fosse stato un bluff???E se la Nasa ci avesse preso in giro???
(Ezio)

Gran bel film che miscela bene una buona dose di azione e tensione e tematiche sociali sempre attuali e forti.
(Alfatocoferolo)

E' un film che ho visto almeno dieci volte e che rivedo sempre con piacere.
(capricorn one)

Mi colpì moltissimo la prima volta che lo vidi e rimane uno dei miei preferiti.
(ioperplesso)

Bisogna dire che è un gran film, e ci vuole coraggio a farne uno così, che di fatto denuncia il falso arrivo sulal Luna [...]
(Axeroth)

Uno dei miei film preferiti di sempre. La storia è molto originale e mi ha fatto dubitare anche del viaggio sulla Luna.
(Rambo90)

Lungo, solido ed eccellente: bastano tre parole per sintetizzare quest'opera di fanta-space-thriller (poi neanche tropo fanta) di Peter Hyams.
(Tomastich)

Solo sporadicamente si trovano opinioni più decenti e critiche, soprattutto da fonti più autorevoli dell'internauta medio politicizzato:

"Assolutamente inverosimile, anche se avvincente intrigo fantapolitico che si scatena con evidente livore contro il Palazzo americano. Cia, Nasa, Casa Bianca, tutti corrotti, sostiene Peter Hyams, sceneggiatore e regista ideologicamente prevenuto. Insomma un film che è un po' come il radar di Ustica: vede soltanto ciò che gli fa comodo".
(Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 28 settembre 2001)

"Un film potenzialmente interessante, trasformato dalle esigenze commerciali, in uno spettacolo professionale ma poco credibile."
(Magazine tv).

"Il film, nasconde l'abbastanza scontate tematiche del cinismo assassino, delle persone e degli organismi condizionati dalle 'ragioni di stato', nonché dalla non meno cinica possibilità di imbastire macroscopiche mistificazioni mediante i grandi mezzi di comunicazione sociale."
(Segnalazioni Cinematografiche, vol. 85, 1978).

Dopo lunga preparazione, la NASA sta per lanciare verso Marte navicella spaziale. Per un guasto la spedizione viene simulata, ma non tutti credono all'inganno. Tipico frutto della paranoia americana dopo lo scandalo Watergate, acquista nella seconda parte la sua vera fisionomia di apologo contro il potere, pur mantenendo le cadenze di un thriller d'inseguimento. Nel 1975 era uscito il bestseller Non siamo mai andati sulla Luna di Bill Kaysing, pubblicato anche in Italia.
(Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli)

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