mercoledì 6 giugno 2018

GLI ORRORI DELLE PAROLE MACEDONIA: INCUBATOR + ACCELERATOR = INCULATOR

La cosa ha dell'incredibile, me ne rendo conto. Eppure è accaduta. Negli States si è formata l'ennesima, abominevole parola macedonia: INCULATOR. La sua genesi è molto chiara: è stato fatto un collage a dir poco surreale. Ecco i passaggi:

INCUBATOR + ACCELERATOR
= INCULATOR 

Capisco chi si rifiuta di crederci e pensa a uno scherzo di Lercio.it o a un renzismo. Anch'io all'inizio, quando mi sono imbattuto in questo obbrobrio per la prima volta, ho rifiutato di credere che fosse reale. Poi, di fronte alla mole della documentazione, sono stato costretto ad arrendermi all'evidenza. Prevengo così ogni pressante e fastidiosa richiesta di fonti con un semplice link:


Finalmente abbiamo capito ogni cosa! Per avere successo... serve un inculator! Incredibile a dirsi, l'innovazione compare anche in siti in lingua italiana, come ad esempio Quifinanza.it, e per giunta senza la minima allusione a Sodoma e ai piaceri bizantini di un fallo turgido che scivola in un budello lubrificato, deponendo il seme tra gli escrementi!


Nel calderone magmatico di Facebook, l'incredibile notizia, pur datata, ha causato un'accesa discussione. Riporto il dialogo surreale:

   Marco Moretti:
E' un bizzarro refuso. Più o meno come quando ho trasformato "20 al cubo" in "venti al culo". :)

   Marco Ajello:
no no: è proprio un neologismo tramite "crasi"

   Marco Moretti:
Ho capito: questi dementi hanno incrociato "incubator" e "accelerator" in una grottesca parola macedonia: "inculator". Non si informano nemmeno su possibili equivoci in altre lingue.

   Marco Moretti:
Simili parole macedonia andrebbero punite perforando la lingua di chi le pronuncia con un ferro rovente. Pervertono le lingue, oscurano le etimologie, sono bestemmie contro il Logos.

   Marco Ajello:
non avrei saputo dirlo meglio caro ^_^

   Diana Severati:
non è un refuso ma incubator + accelerator; articolo vecchio comunque

   Marco Garrone:
Marco Moretti già, dovremmo anche eliminare la parola informatica... perché sembra informazione + fatica ;-)

   Marco Garrone:
Il problema non è la parola di per sé, è l'irrilevanza della lingua italiana nel contesto in cui vengono create queste parole e nel fatto che non si possa trovare un omologo in italiano perché la gente si bea degli inglesismi, tanto che oggi usiamo troppo spesso e senza senso parole come shop, building, living (neppure living room) outfit, e tante altre parole inglesi

   Marco Ajello:
Importante perché lo condivide con tutte le lingue romanze che sono il 90% delle parole internazionali. Compreso questo neologismo

   Marco Garrone:
Marco Ajello apparentemente l'irrilevanza coinvolge anche altre lingue ^_^
e cmq basta declinarlo nella propria lingua.
L'esempio di informatique = information automatique = informatica non l'ho preso a caso.
Al contrario radio sembra essere stato digerito tranquillamente da tutte le lingue.
Come al solito noi italiani pensiamo più a protestare che a trovare soluzioni.

   Marco Ajello:
Culo esiste in spagnolo e in francese. Ovvero in tutte le lingue internazionali. Il tuo "esempio" é debole. Tra l'altro fatica é presente anche nelle altre lingue e sfido chiunque a pensare a fatica partendo da informatica, domotica o altro

   Marco Moretti:
Il termine "fatica" è stato evocato dal Garrone come facezia, evidentemente, dato che già l'accento nega qualsiasi somiglianza con informatica. Allora perché non dire che informatica sembra informazione + fica?

   Marco Moretti:
La scarsa dimestichezza della specie umana con l'origine delle parole che usa è un indice della sua condizione terminale.

   Marco Garrone:
Marco Moretti per fortuna la dimestichezza con l'origine delle parole non è rilevante ai fini della sua sopravvivenza visto che ogni tentativo di tutela della lingua dall'antica Roma ad oggi si è dimostrato una sorta di onanismo intellettuale costantemente disatteso dalla realtà.
Ma tornando a qualcosa di più concreto, perché non stiamo ancora cercando una soluzione intelligente al problema e stiamo invece solo continuando a parlare di chi ce l'ha più grosso? ^_^

   Marco Garrone:
Peraltro carissimo Moretti, informatica è l'italianismo di una parola straniera (francese), come può esserlo stoccafisso... e come inculator, che spero possa originare un termine utilizzabile.

   Marco Garrone: 
Marco Ajello lamentarsi è veramente il modo peggiore di risolvere un problema... perché passato il momento ludico per la nuova parola (che attira tante battute) non si trova un corrispondente italiano per ovviare al problema?
Magari piacerà anche a spagnoli e francesi.

   Marco Moretti:  
1) La parola "stoccafisso" è giunta dall'olandese stokvisch "pesce-bastone" - termine formato in modo naturale secondo i mezzi di quella lingua, mentre "informatica" è l'adattamento di una parola macedonia francese, formata in modo innaturale.
2) Il problema purtroppo non è possibile risolverlo: sarebbe come pensare di poter far tornare sano il cervello di una persona affetta da morbo di Alzheimer. Non si può lottare contro l'entropia. Mi limito a descrivere la patologia imperante. Coniare nuove parole non serve a niente, visto che non sarebbero usate da nessuno.

   Marco Garrone:
Marco Moretti è chiaro che la seconda affermazione contraddice la prima.
E incluator si è meritato fior fiore di articoli di giornale dopo che qualcuno l'ha evidentemente inventata.
Casomai creare nuove parole - potrebbe - non servire a niente se non venissero usate... ma per essere usate devono prima esistere.
Quindi ribadisco e chiudo, informatica vale tanto quanto inculator, e niente, ma proprio niente, valgono le proteste di qualche purista linguista, perché giusto o sbagliato, la realtà è questa.
Invece di lamentarci dell'ignoranza o della stupidità altrui, sarebbe più opportuno proporre una qualche soluzione, che sia un "pesce-bastone" o qualsiasi altra.
Ai posteri poi l'ardua sentenza

Stremato e sommerso da centinaia di notifiche di altri post, non ho continuato il thread. Ai sostenitori dei neologismi più turpi dirò qualcosa. In Iran esiste una marca di cioccolato che risponde al nome MERDAS. Ovviamente il brand non ha nulla a che fare con le feci. Qualche burlone in Facebook ha evocato lo spirito di Fulcanelli, dicendo che i produttori iraniani di cioccolata compiono un'opera alchemica: servendosi di alambicco, vetriolo e pietra filosofale riuscirebbero a trasformare gli escrementi in cioccolato sopraffino. La vera etimologia di questo MERDAS non ha nulla a che fare con tutto questo. L'antroponimo persiano MERDAS significa "Uomo Celeste". Si tratta del nome di un re, che compare nello Shahnameh, una delle più antiche opere in persiano moderno (circa 1000 d.C.). Molto semplice: merd significa "uomo" (mard in persiano contemporaneo), mentre -as dovrebbe avere la stessa radice di asman "cielo". Tornando a noi, vorrei proprio vedere che successo avrebbero in Italia i dolciumi della marca MERDAS. Nemmeno il più callido marketer riuscirebbe a vendere un cioccolato con questo nome in un paese in cui la venerabile parola merda indica il prodotto finale della digestione dei viventi!

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