domenica 15 marzo 2020

IL TELEPATE

A volte, durante i miei quotidiani viaggi in treno verso il luogo di schiavitù salariata, mi imbatto in un individuo alquanto singolare. Nella maggior parte dei casi lo trovo la mattina presto andando verso Milano sul treno che proviene da Biasca, anche se qualche volta lo incrocio mentre mi dirigo verso Seregno dopo una defatigante giornata di lavoro. È un uomo maturo di statura molto bassa, con pochi capelli grigi, una bella pelata e baffetti esigui. Una fisionomia comune in Inghilterra, ma abbastanza inusuale in Italia. Il suo volto mi ricorda vagamente quello di Vittorio Sermonti, il noto e apprezzato dantista, ma il cranio ha una forma bombata davvero curiosa. Ha uno sguardo tremendo e di fuoco, con occhi chiari che sembrano di brace come quelli di Caronte. Ogni volta che lo vedo sono preso da un disagio insostenibile, e questo per una ragione molto semplice: so per certo che è un telepate. Riesce a scandagliare la mente di tutti i suoi vicini, scavando in profondità, leggendo i pensieri e dicifrando le emozioni. Il punto è che lo sento scavare nella mia anima come se usasse strumenti chirurgici, sono cosciente della reale esistenza dei suoi poteri perché li ho vissuti sulla mia pelle. Me ne sono accorto in occasione di una giornata estiva particolarmente afosa. Una donna bionda e formosa era seduta davanti a me, proprio di fianco al telepate. Guardando le gambe e i piedi di quella bellezza statuaria mi sono messo a fantasticare e ho pensato di strusciarle il fallo sulla pelle di tutto il suo corpo fino ad avere un'eiaculazione. Gli occhi dell'uomo simile a un piccolo Caronte mi hanno incenerito: poteva vedere nella mente ogni mia azione immaginaria e disapprovava fortemente tali fantasie. Mentre nella fantasia il mio fallo accarezzava il volto della maliarda, passandole prima sulle guance, poi sotto il naso, sulle labbra e cominciando quindi ad eruttare il seme, sono stato assalito da una sensazione difficile a definirsi, come una fitta, una scossa, in ogni caso qualcosa di molto fastidioso. Allora ho visto che il telepate mi fissava, pieno d'ira. La sua ostilità era totale, pur rimanendo egli immobile. Sembrava quasi che mi accusasse di aver commesso un atto di violenza! La donna non si è accorta di nulla: sonnecchiava beata senza nemmeno sapere cosa stava accadendo. Ho subito cambiato scompartimento e da allora ho deciso di oppormi ai tentacoli telepatici di quell'essere alieno, rifuggendolo. Non so chi o cosa sia, ma di certo non è un terrestre. Non è l'unico caso di individuo telepatico in cui mi sono imbattuto, ma devo dire che nel corso della mia esistenza ben poche cose sono state per me altrettanto spiacevoli.

Marco "Antares666" Moretti, gennaio 2017

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