sabato 2 maggio 2020


DONNIE DARKO

Paese di produzione: Stati Uniti d'America 
Anno: 2001 
Lingua:
Inglese 

Durata:
113 min 

               133 min (director's cut)

Rapporto:
2,35:1

Genere:
Fantascienza, thriller, drammatico

Sottogenere:
Viaggi nel tempo, paradossi temporali 
Regia:
Richard Kelly 

Soggetto:
Richard Kelly 

Sceneggiatura:
Richard Kelly

Produttore:
Adam Fields, Thomas Hayslip, Nancy Juvonen, 

         Sean McKittrick 

Produttore esecutivo:
Chris J. Ball, Drew Barrymore, Casey 

         La Scala, Hunt Lowry, Aaron Ryder, William Tyrer

Distribuzione in italiano:
Moviemax

Fotografia:
Steven Poster
Montaggio: Sam Bauer, Eric Strand
Effetti speciali:
Lorraine Fadden, Scott Garcia

Musiche:
Michael Andrews

Scenografia:
Alec Hammond

Costumi:
April Ferry

Trucco:
Merribelle Anderson, Lynn Barber, Dorinda Carey, 

     Leslie Devlin, Kathleen Freeman-Smith, Kimberly 
     Greene,
Isabel Harkins, Cammy R. Langer, Lori McCoy-
     Bell,
Barbara Olvera, Thomas E. Surprenant, Dale Brady 
Interpreti e personaggi:

    Jake Gyllenhaal: Donnie Darko 

    Jena Malone: Gretchen Ross 

    Drew Barrymore: Karen Pomeroy 

    Mary McDonnell: Rose Darko 

    Maggie Gyllenhaal: Elizabeth Darko 

    Daveigh Chase: Samantha Darko 

    Holmes Osborne: Eddie Darko 

    Katharine Ross: Dott.ssa Lilian Thurman 

    Patrick Swayze: Jim Cunningham, il pedofilo 

    Noah Wyle: Prof. Kenneth Monnitoff 

    James Duval: Frank 

    Arthur Taxier: Dott. Fisher 

    David St. James: Bob Garland 

    Jazzie Mahannah: Joanie James 

    Jolene Purdy: Cherita Chen 

    Stuart Stone: Ronald Fisher 

    Gary Lundy: Sean Smith 

    Ashley Tisdale: Kim 

    Beth Grant: Kitty Farmer 

    Seth Rogen: Ricky Danforth

    Patience Cleveland: Roberta Sparrow ("Nonna Morte") 
Doppiatori italiani: 

    Stefano Crescentini: Donnie Darko 

    Alessia Amendola: Gretchen Ross 

    Chiara Colizzi: Karen Pomeroy 

    Angiola Baggi: Rose Darko 

    Domitilla D'Amico: Elizabeth Darko 

    Veronica Puccio: Samantha Darko 

    Stefano De Sando: Eddie Darko 

    Maria Pia Di Meo: Dott.ssa Lilian Thurman 

    Roberto Pedicini: Jim Cunningham 

    Fabio Boccanera: Prof. Kenneth Monnitoff
Budget: 4,5 milioni di dollari US
Box office (mondiale): 7,5 milioni di dollari US
 
La famiglia Darko
Appartenza sociale: middle-class americana di periferia
Componenti: 
   Eddie Darko: il padre
   Rose Darko: la madre
   Elizabeth Darko: la figlia primogenita 
   Donnie Darko: il figlio secondogenito   
   Samantha Darko: la figlia minore 
 

Trama (un gigantesco spoiler!): 
Anno del Signore 1988. Middlesex, Virginia (US). Accade un evento inesplicabile: il motore di un aereo precipita dal cielo e si schianta sulla villetta della famiglia Darko, distruggendo la camera del secondogenito, Donnie, che tuttavia si salva, non essendo rincasato al momento della collisione. Donnie Darko è un ragazzo problematico, affetto da autismo e da sonnambulismo. Ha una diagnosi di schizofrenia e precedenti da piromane. Per questo è assistito da una psichiatra, che lo ha messo sotto cura farmacologica. La notte dello schianto era impegnato in una delle sue passeggiate notturne. Ignorando l'accaduto, si imbatte in un enigmatico personaggio travestito da spettrale coniglio dal volto scheletrico. Questo essere gli rivela la data esatta della Fine dei Tempi, a cui mancano esattamente 28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi. Il giovane si risveglia spaesato in un campo da golf e si rende conto di avere scritta sul braccio la sequenza numerica dell'Apocalisse: 28:06:42:12. Gli eventi si intrecciano in una ragnatela difficilissima da districare. I genitori di Donnie sono coinvolti in un'indagine, dato che non si riesce a capire la genesi del disastro aereo. I motori sono censiti con la massima precisione, e quello caduto sulla dimora dei Darko non risulta mancare a nessuna compagnia aerea. Stressato dalla maestrina gnè gnè e dai compagni bulli, Donnie si vendica cadendo in un pericoloso stato di trance violenta, una sorta di berserksgangr che lo porta a devastare la scuola durante un'incursione notturna, rompendo una tubatura e allagandola, non prima di aver sparso dovunque le proprie feci. Così accade che l'insopportabile insegnante di educazione fisica, sospettando di lui, lo punisce portandolo di forza da un predicatore religioso, il biondiccio e robusto Jim Cunningham. Questi è l'odioso capo di una telesetta molto nociva, che mescola i contenuti biblici più fanatici a ogni sorta di baggianate New Age. Donnie indentifica subito questo sinistro figuro con l'Anticristo - e ben a ragione. Quando per puro caso trova il suo portafoglio per strada, anziché riportarglielo si reca nottetempo alla sua dimora e la incendia. Un'azione eroica e meritoria! I pompieri, nel tentativo di spegnere le fiamme, scoprono uno stanzino erotico pieno zeppo di immagini pedoporno e di strumenti di tortura: il predicatore è un autentico predatore sessuale, proprio come Jimmy Savile. Subito arrivano i poliziotti, che lo conducono in carcere. Nel frattempo il ragazzo schizo-autistico è afflitto dalle continue visite del fantasma-coniglio, che dice di chiamarsi Frank. Turbato da queste apparizioni, descrive ogni dettaglio alla sua psichiatra, una milf libidinosa e volitiva. Mentre tutto questo succede, ha anche il tempo di corteggiare Gretchen, la sua nuova compagna di classe. All'inizio è molto timido, ma presto riesce a far breccia nel cuore di lei e ottiene anche un certo successo. Una signora ultracentenaria, soprannominata "Nonna Morte" dai bulli, per poco non finisce stesa sotto un'auto. Più tardi Donnie scopre che quell'anziana stravagante, Roberta Sparrow, è una studiosa di viaggi nel tempo. Così le scrive una lettera e la infila nella casella della posta, da lei visitata in modo ossessivo a ogni ora del giorno e della notte, come se si aspettasse di ricevere una missiva cruciale. Il destino pian piano si definisce, stagliandosi come un mostruoso Kraken all'orizzonte. La sorella maggiore di Donnie, Elizabeth, deve recarsi all'Università di Larvard, pardon, Harvard, perché è stata ammessa in quel sacrario esclusivo di snob puzzolenti: i genitori la accompagnano in aereo, portando anche la figlia piccola, quella che non vede l'ora di sfornare figli. Mentre i suoi sono via, Donnie ha la bella idea di organizzare una sfrenata festa di Halloween, invitando anche la bella Gretchen, che diventa la sua ragazza e gli si concede, finendo deflorata. Le cose precipitano. Pensando di aver trovato il bandolo della matassa, il ragazzo smarrona biecamente. Interpreta male la scritta CELLAR DOOR "porta della cantina", lasciata dall'insegnante sulla lavagna, credendo che sia il segno di un destino fausto. Si reca dunque nella cantina della Sparrow assieme a Gretchen, ma vi trova soltanto i bulli, che vogliono distruggere le proprietà dell'anziana donna, animati dall'odio assoluto. Ne nasce uno scontro. Arriva una macchina, guidata dal fidanzato della nerd Elizabeth, che è vestito proprio come Frank, il coniglio spettrale. Gretchen finisce investita e muore stritolata dagli pneumatici, la schiena spezzata. Donnie si vendica sparando al fidanzato-coniglio della sorella e lo colpisce in un occhio, mentre il Doppelgänger, il Frank fantasmatico, osserva la scena da un ripiano terroso. Si forma un mostruoso wormhole che divora l'aereo su cui viaggia la famiglia Darko, di ritorno da Larvard: il motore precipita proprio quando Donnie torna indietro nel passato e finisce nella propria camera, giusto in tempo per godersi la collisione, finendo ucciso sul colpo. La singolarità cosmica è cauterizzata, ma restano alcune incongruenze, tracce della linea temporale che si è appena chiusa. Così il predicatore pedopornografo Cunningham si sveglia nel cuore della notte in preda al terrore: ha sognato la scoperta dei suoi orrendi segreti. Donnie Darko è morto, la comunità è sconvolta dall'insondabile disastro aereo, ma Gretchen è viva e vegeta - oltre che vergine. Viaggia in bicicletta tra le villette borghesi, si chiede chi fosse il ragazzo perito nell'incidente, il cui sperma non conoscerà mai.
 
Citazioni:  

Rose: "Ma tu pensi che Dukakis proteggerà il Paese finché tu non sfornerai dei figli?"
Elizabeth: "Sì, certo!"
Samantha: "Io quando li sforno?"
Donnie: "Non prima delle mestruazioni!"

Donnie: "Perché indossi quello stupido costume da coniglio?
Frank: "Perché indossi quello stupido costume da uomo?" 

"Pensa se uno potesse tornare indietro nel tempo, prendere tutti i momenti neri e dolorosi e rimpiazzarli con qualcosa di meglio..."
(Gretchen Ross) 

 
Recensione:
Decisamente un film difficile, ma ricchissimo di spunti di riflessione sulla natura ultima delle cose. Quando lo vidi la prima volta, al cinema, mi piacque molto e ne fui affascinato. Alla seconda visione non resse, mi sembrò insopportabilmente noioso e a tratti quasi molesto. Non so spiegarmi il perché di questa dissonanza. Sono cambiato così tanto in così pochi anni? O forse il film che ho visto la prima volta nel frattempo è cambiato, come per uno strano paradosso temporale? Sono stato colpito da una moltitudine di dettagli che mi erano sfuggiti, a cui non avevo dato peso nel corso della prima visione. Nel Web si dice che tutti hanno la pretesa di aver capito la verità ultima su Donnie Darko; altri invece affermano che l'opera di Kelly va presa per quello che è. C'è poi chi stigmatizza le recensioni più lunghe di poche righe, bollandole come spoiler. Questa è una pretesa tirannica, che vuole far venir meno persino il diritto di discutere su un film, come se si fosse prigionieri di un campo di rieducazione nella Cina maoista. 
 
Distorsione e Oblio 
 
Oggi chi si ricorda di Michael Dukakis? Ogni volta che sento il suo nome, la mia mente richiama una stupida vignetta, credo fosse di Forattini, in cui George H.W. Bush si vantava di aver ottenuto la vittoria alle presidenziali facendo al suo avversario "du kakis così" (la battuta era accompagnata dal tipico gesto italico, quello testicolare). Dukakis, candidato democratico di origine greca, è già sprofondato nel mare entropico dell'Oblio, si è dissolto in pixel grigiastri. Anche il suo aspetto è cambiato. All'epoca somigliava un po' a Paul Atreides, ma quando ho visto una sua foto non l'ho riconosciuto. Passando attraverso una serie di percezioni distorte, la mia memoria lo ha quasi rimosso, riducendolo a un mucchietto di informazioni degenerate. Il povero Dukakis ha raggiunto la stessa destinazione in cui prima o poi finiscono tutti: basti pensare che i Centennials ignorano persino chi è Pippo Baudo.  
 
Un'ontologia temporale labirintica 
 
L'ontologia temporale descritta da Kelly è eternista tensionale e a futuri ramificati. La vicenda narrata può sembrare un loop temporale, ma non è precisamente così. Quando Donnie finisce indietro nel tempo, non torna affatto al proprio cronotopo di partenza. Il wormhole, probabilmente generato da un'immensa massa stellare collassata, da una specie di buco nero senza orizzonte degli eventi, fa perdere di senso alla linea temporale in cui si manifesta. Oppure potremmo pensare che la distorsione spaziotemporale sia una specie di moltiplicatore quantistico, che genera un'infinità di copie del motore dell'aereo collassato, spedendone uno in ognuna delle linee temporali derivate. C'è da diventare matti a pensarci. Se si vogliono evitare lancinanti emicranie, è meglio lasciar scorrere la pellicola e accettarla per quello che è.   
 
Il Signore del Tempo 

Il mostruoso essere dal travestimento di coniglio cadaverico sembra qualcosa di soprannaturale, un Signore del Tempo giunto da un'altra dimensione. In realtà è proprio il fidanzato di Elizabeth Darko, colpito in un occhio da una pallottola sparata da Donnie per vendicare la morte di Gretchen. Inghiottito dal wormhole, Frank è sottratto alla sua morte biologica e mandato indietro nel flusso temporale. Diventa una specie di paradosso vivente, qualcosa che può eruttare in qualunque punto della linea di esistenza del protagonista, per affliggerlo e ricordargli l'intrinseca nullità dell'Essere. Sembra che Frank si sia svincolato dai limiti che legano i viventi alla Freccia del Tempo, come se potesse accedere a un universo infinito-dimensionale, orrendamente più vasto del nostro, che gli permette di vedere dettagli a noi inaccessibili, di accedere a una pura conoscenza di ciò che per noi è celato dall'impenetrabile caligine dell'Entropia. 
 
Graham Greene e i Distruttori  

L'insegnante Karen Pomeroy fa leggere ai suoi alunni un orrido racconto dello scrittore inglese Graham Greene, intitolato I distruttori (The Destroyers). L'opera parla di una banda di teppisti che si accaniscono contro un anziano, soprannominato "Vecchio Miseria" (Old Misery): finiscono col riuscire a penetrare nella sua casa e la allagano, distruggendola. Trovano un vaso pieno zeppo di soldi e li bruciano. La giovane insegnante chiede come mai i bulli abbiano fatto una cosa così insensata. Nessuno sa rispondere, tranne Donnie Darko, che sostiene quest'idea: i distruttori sarebbero ribelli contro l'ordine del mondo, veri anarchici che vogliono cambiare le cose. Niente di più lontano dalla realtà. I distruttori di cui ha scritto Greene agiscono così perché sono antisemiti! Il Vecchio Miseria è un ebreo, descritto come molto ricco e avaro. I suoi persecutori sono spinti da una sola cosa: un mortale odio antisemita. L'atto di dare alle fiamme i soldi esprime qualcosa di inumano, mostruoso, mai visto. Nemmeno le squadre d'assalto naziste lo facevano. I gerarchi della NSDAP non esitavano a requisire le ville degli ebrei e a farne le proprie dimore. Requisivano tutto: patrimoni, opere d'arte, persino le bottiglie di vino. Il Nazionalsocialismo metteva in pratica un principio: pecunia non olet. I vandali di Greene invece agiscono in modo diverso. Per loro pecunia olet. In sostanza rappresentano una delle massime manifestazioni di antisemitismo nella storia del genere umano. L'oro dei denti strappati ai deportati lo avrebbero gettato nelle latrine per spregio. Domanda: chi era realmente Graham Greene? 
 
Il dilemma dell'istigazione 
 
Donnie Darko allaga la scuola e porta devastazioni immani proprio dopo aver letto il racconto di Greene. Così sorge un dubbio nella fastidiosa insegnante di educazione fisica: pensa che proprio l'opera letta abbia istigato il vandalo, ossia che sussista un nesso causale tra la lettura e il danno arrecato alla scuola. È davvero così? Il problema si pone e merita una riflessione. Tempo fa mi sono domandato se fosse innocua una famosa canzone di Lucio Battisti, quella che invitava a "guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire".  Come ho espresso questo dubbio in un social, per poco non mi hanno linciato. "Interessante come un'omelia in una discoteca", mi ha detto qualcuno. Eppure mi capitò di ascoltare una storia terribile in una trasmissione, quando ancora ogni tanto accendevo la TV. Notte fonda. Una coppia di sposini percorreva in auto una stradina mal illuminata. L'indomani si sarebbero dovuti imbarcare per il viaggio di nozze. Hanno fatto un frontale con un'auto giudata da due rom minorenni, che viaggiavano a fari spenti. Gli sposini sono morti sul colpo. E se i ragazzi rom avessero ascoltato proprio la canzone di Battisti? Sono contario a qualsiasi censura e ritengo che l'arte debba essere senza limiti. Tuttavia il dilemma resta, non si risolve la questione darkiana del nesso causale tra fruizione di un'opera d'arte e azione.

Seth il bullo 
 
Trovo significativo il fatto che l'odioso bullo si chiami Seth. Certo, Seth è il nome di un figlio di Adamo, come riportato nelle Scritture. Seth è però anche il nome della divinità egiziana della distruzione. Credo che Kelly intendesse dare al bullo proprio il nome del demone furioso, di cui incarna tutte le caratteristiche. A riprova di ciò, il cognome del bullo, Devlin, richiama all'istante Devil "Diavolo". Perché Seth il Diavolo vuone annientare le proprietà della Sparrow? Proprio per lo stesso motivo per cui i Distruttori di cui ha scritto Greene hanno dato alle fiamme il denaro dell'anziano contro cui si accanivano. Che dire della Sparrow? È descritta come ricchissima, avara, geniale, studiosa della natura del tempo (è autrice del libro Philosophy of Time Travel). Vi dice nulla tutto questo? Semplice. Il regista-sceneggiatore vuole suggerire che la Sparrow fosse ebrea, proprio come il "Vecchio Miseria". Ha quindi aggiunto che la scienziata era stata una suora da giovane, anche se in seguito si era smonacata. Forse lo ha fatto per sviare lo spettatore, ma questa trovata significa ben poco. "Nonna Morte" da giovane si era convertita al cattolicesimo, anche se poi aveva abbandonato ogni religione per dedicarsi alla Scienza. Scorgo un vago riferimento ad Edith Stein, la filosofa che divenne cattolica, si fece suora e morì ad Auschwitz nel 1942. 
 
Il significato della "mascotte"   

Ebbene, la statua bronzea di un immenso cane molossoide, danneggiata da Donnie Darko con una scure, piantata nel bel mezzo del cranio, altro non è che un simulacro raffigurante il Creatore di questo Universo. Le genti lo riterrebbero blasfemo. Non è difficile capire la semantica: Dog "cane" è semplicemente God "Dio" letto al contrario. Il vocabolo appartiene al Backslang, l'inglese inverso. Erigendo il manufatto teriomorfo, le autorità scolastiche hanno voluto offrire un sacrificio al Malvagio Artefice. Potenza devastatrice ed anarchica, il giovane protagonista ha pensato bene di colpire l'idolo, anche se non è stato in grado di abbatterlo. Anche in questo caso, vediamo che Kelly delinea complessi labirinti di simbolismi esoterici, destinati a restare incomprensibili alla maggior parte degli spettatori.     

I Puffi!  

Il film di Kelly è anche un trattato di puffologia teorica e applicata. Questo dialogo, incentrato proprio sulle creaturine azzurrognole, è particolarmente significativo: 
 
Sean: "Birra e figa, io non chiedo altro. Dobbiamo solo trovarci una Puffetta per uno."
Ronald: "Una Puffetta?"
Sean: "Sì, una che te la dia... Qui a Middlesex se la tengono stretta. Ci vuole una bella biondina che allarghi le gambe ai tuoi ordini... Come fa Puffetta!"
Donnie: "Puffetta non scopa."
Sean: "È una cazzata. Puffetta si scopa tutti i Puffi: il Grande Puffo l'ha creata apposta! Stavano sempre a canna dritta gli altri Puffi!"
Ronald: "Noo, tutti tranne Vanitoso, che è omosessuale."
Sean: "D'accordo, sai che ti dico? Lei se li scopa mentre Vanitoso guarda, contento?"
Ronald: "Mmh... Sì, ma Grande Puffo? Anche lui si butta nel mucchio, o...?"
Sean: "Noo, lui sai che fa? Riprende le ammucchiate, poi in privato le rivede e si ammazza di seghe."
Donnie: "Prima di tutto, a creare Puffetta non è stato Grande Puffo, ma Gargamella. L'ha mandata dai Puffi come sua spia perché aveva intenzione di distruggere il villaggio, ma la "contagiosa bontà" della loro vita l'ha trasformata per sempre! Quanto all'ammucchiata stratosferica tra loro è... È irrealizzabile! I Puffi sono asessuati, non hanno neanche un organo riproduttivo sotto quei pantaloncini bianchi! Per questo è così illogico essere uno dei Puffi, perché...Che cazzo vivi a fare, se non hai il pisello?!"
Ronald: "Che palle, Donnie, perché devi essere sempre il più intelligente?!" 

Proprio come ho sempre sostenuto, fin dai lontani tempi del liceo! I Puffi sono sprovvisti di genitali! Sono persino incapaci di concupire. Peyo ha creato i Puffi ispirandosi alla religione di Mithra. Come già Tertulliano riportava in epoca antica, anche i devoti del Dio Tauroctono avevano i loro continenti, i loro casti. Peccato che ben pochi scandaglino la Noosfera alla ricerca di collegamenti tra informazioni tra loro solo in apparenza isolate e frammentarie! 

Origine del cognome Darko

Il cognome Darko è di origine francese. Proprio in Francia è attestato come Darco. Ad esempio si ha testimonianza di un certo Jean Darco. I romanisti sono inclini a ritenere Darco una variante di Darci, a sua volta cattiva trascrizione di D'Arcy. Questo non mi pare possibile per via della differenza della consonante trascritta con -c-: /dar'ko/ rispetto a /dar'si/. La mia ipotesi, che non posso comunque provare, è che il cognome d'origine sia D'Arc, come quello della Pulzella di Orléans. Un uomo di nome D'Arc deve essere migrato in Italia, forse in Toscana o a Roma, adattando il suo cognome in Darco. Quindi un suo discendente sarà tornato in Francia. Ecco come mai Darco con una -o finale altrimenti inesplicabile - e non riconducibile a un suffisso -ot. Un percorso un po' tortuoso. Senza dubbio questo cognome è stato scelto per via della sua assonanza con dark "oscuro". Pochi sanno che Darko è un cognome diffusissimo... nel  Ghana! La sua origine è Ashanti e ha la variante ortografica Daako. Amma Darko è una scrittrice ghanese. George Darko è un musicista ghanese. John Martin Darko è un vescovo cattolico ghanese. Kwabena Darko è un imprenditore, religioso ed ex politico ghanese, soprannominato "Il Re dei Polli". Kwame Obeng Darko è un calciatore e rapper ghanese. Ovviamente si tratta di una somiglianza fortuita col cognome Darko presente in Inghilterra e in America.  
 
La Porta degli Inferi
 
L'insegnante Karen Pomeroy a un certo punto scrive col gesso sulla lavagna della classe le parole Cellar Door "Porta della Cantina". Quando Donnie le chiede cosa significhino, la donna risponde così: "Un famoso linguista una volta disse che di tutte le frasi della lingua inglese, di tutte le infinite combinazioni di parole in tutta la storia, Cellar Door è la più bella." Richard Kelly ha attribuito erroneamente la frase ad Edgar Allan Poe, ma in realtà va ascritta a J.R.R. Tolkien, che in un suo saggio del 1955, English and Welsh (Inglese e Gallese), disse che "molti parlanti inglesi ammetteranno che 'cellar door' è 'bella', specialmente se dissociata dal suo senso (e dalla sua ortografia). Più bella, diciamo, di 'sky', e molto più bella di 'beautiful'." Qualcuno vede delle assonanze nel Signore degli Anelli, dove c'è un toponimo Eriador e il nome di un nobile elfo, Celeborn: secondo costoro entrambe le parole ricorderebbero la sonorità di Cellar Door - cosa che a me pare opinabile. Peccato che a tanta bellezza corrisponda la Nemesi di Donnie Darko.
 
Cineforum Fantafilm 
 
Il film di Kelly è stato proiettato il 12 aprile 2010 al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro. Purtroppo non ero presente. O forse c'ero? Non ricordo bene. Se c'ero, ero così pieno di whisky che non so come posso aver fatto a tornare a casa. A volte i miei banchi di memoria stagnante mi giocano brutti scherzi. 

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