mercoledì 6 maggio 2020


SEPOLTO VIVO

Titolo originale: The Premature Burial
AKA: Sepolto vivo!; Il sepolto vivo
Paese di produzione:
Stati Uniti d'America

Anno:
1962 

Lingua:
Inglese 

Durata:
81 min 

Genere:
Orrore 

Regia:
Roger Corman

Soggetto: Edgar Allan Poe 
Fotografia:
Floyd Crosby

Montaggio:
Ronald Sinclair
 
Musiche: Les Baxter Ronald Stein
Interpreti e personaggi: 

    Ray Milland: Guy Carrell 

    Heather Angel: Kate Carrell 

    Hazel Court: Emily Gault 

    Alan Napier: Dr. Gideon Gault 

    Richard Ney: Miles Archer 

    John Dierkes: Sweeney 

    Dick Miller: Mole 

    Clive Halliday: Judson 

    Brendan Dillon: Prete

Doppiatori italiani: 

    Emilio Cigoli: Guy Carrell 

    Renata Marini: Kate Carrell 

    Andreina Pagnani: Emily Gault 

    Bruno Persa: Dr. Gideon Gault 

    Giuseppe Rinaldi: Miles Archer 

    Mario Pisu: Sweeney 

    Amilcare Pettinelli: Judson 

    Manlio Busoni: Prete 
Titoli in altre lingue: 
   Spagnolo: La obsesión 
   Tedesco: Lebendig begraben
   Francese: L'Enterré vivant

 
Trama: 
Londra, prima epoca vittoriana. Una notte nebbiosa. Due rudi esumatori scozzesi fischiettano con ossessiva insistenza la canzoncina Molly Malone mentre spalano il terriccio molle. Numerosi gentiluomini intabarrati, neri come corvi nelle tenebre, assistono allo sterro. A un certo punto uno degli energumeni caccia un urlo spaventoso. L'ameno canto smette all'istante non appena la bara viene aperta e tutti possono constatare l'orrore: i resti sono quelli di un uomo che è stato sepolto vivo! Il volto è ancora contratto in una raggelante smorfia, la bocca spalancata in un urlo eterno, sembra che le mani stiano ancora lottando nel disperato tentativo di sollevare il coperchio della cassa, graffiandolo fino a riempirsi di schegge. L'aristocratico Guy Carrell, che è tra i presenti, sviene, sopraffatto dal marasma. La sua esistenza è un incubo da cui cerca invano di sfuggire. Ossessionato dal terrore di essere sepolto vivo, a causa dell'incidenza della catalessi nella sua famiglia, il nobile crede di poter rinascere a nuova vita sposandosi con la bellissima Emily Gault, il cui viso radioso e le cui chiome rossicce sarebbero in grado di allietare anche la persona più cupa, misantropa e odiatrice della vita. Le cose però non vanno come sperato. Il giorno stesso del matrimonio, la sposa si mette a suonare al pianoforte proprio il motivetto fischiettato dagli esumatori scozzesi. La reazione di suo marito è improvvisa e violenta: subito le chiede di smettere, quindi ha un grave crollo nervoso. Un portento funesto che turba la festa nuziale, ponendovi fine. Tutto ciò non preannuncia nulla di buono. La verità è chiara ma scomoda. I Carrell, di cui Guy e l'astiosa sorella sono gli ultimi superstiti, sono una stirpe tarata, segnata da numerosi episodi di pazzia a causa dell'endogamia in vigore da molti secoli. Sangue chiuso, stagnante, elevatissimo coefficiente di consanguineità, paragonabile soltanto a quello degli Asburgo di Spagna. Lo sperma ormai è infecondo, ci sono soltanto handicap e stramberie insopportabili. Lo spettatore non capisce proprio perché Emily possa perdere il proprio tempo con un uomo tanto problematico (sembra tra l'altro che il matrimonio non sia stato nemmeno consumato). Eppure la leggiadra donzella insiste nella sua determinazione. Guy sembra riprendersi dal suo crollo nervoso, ma i suoi atteggiamenti bizzarri si moltiplicano. Recuperate le forze, passa tutto il tempo a progettare il proprio sepolcro, concepito come un mausoleo perfetto a prova di sepoltura prematura. I sistemi di sicurezza progettati sono innumerevoli, in modo che se uno dovesse guastarsi o non funzionare, subito è possibile passare al successivo. L'extrema ratio sono i candelotti di dinamite, in grado di squarciare dall'interno le pareti. In caso di mancato accendimento della miccia per una somma sfortuna, ecco pronta una nicchia con una coppa di veleno, in grado di uccidere all'istante. Nella labile mente dell'aristocratico partono continui "film" sul proprio risveglio nella tomba. Un suo incubo, mostrato in ogni dettaglio, è un vero e proprio trip allucinogeno, che si riuscirebbe difficilmente a sperimentare con un sovradosaggio di acido lisergico o trangugiando abbondanti fritture di psilocybe. Risvegliatosi nella tomba adagiata su un tavolo di marmo, il sepolto vivo la rompe e riesce a liberarsi, seppur con fatica. Tutti i sistemi di sicurezza si guastano, le vie di fuga sono bloccate. La dinamite non esplode, finché al culmine dell'orrore, al posto del veleno c'è un immane massa di grassi cagnotti! L'incubo spinge l'uomo a sforzarsi di ideare altri sistemi ancora per impedire la concomitanza di circostanze sfortunate. La moglie si lamenta e lo accusa di passare più tempo nel mausoleo che con lei. Gli dà il tormento. Un giorno entra in quel luogo funereo e lo scopre intento a dipingere un quadro che ha come soggetto un gran numero di persone suppliziate in modo atroce e bruciate dai diavoli all'Inferno. Egli afferma che persino quella condizione sarebbe da lui sommamente desiderata, piuttosto che finire sepolto vivo. Emily va su tutte le furie e mette in atto un ricatto, spingendo il poveretto a scegliere tra lei e quel morboso culto della Morte, rinfacciandogli che non gli sarà possibile avere entrambe le cose. Così a un certo punto Guy si decide e davanti alla donna rossiccia fa esplodere il sepolcro con la dinamite. Tutto sembra procedere bene. Forse addirittura lo sposo riesce a penetrare la sua consorte. L'idillio non dura molto. Presto l'ombra della demenza torna a fare la sua comparsa e rovinare la vita, sotto forma di inquietanti allucinazioni. Guy ne è sicurissimo: gli esumatori scozzesi lo perseguitano e continuano a mostrarsi dovunque fischiettando Molly Malone, ricordandogli il suo fato di soffocamento ctonio. La situazione precipita, fino al completo abbandono della vittima tra le braccia del Mostro della Follia! Presto si capisce che la rossiccia Emily non è una santa e della vergine ha solo l'aspetto. Non è stata certo deflorata dal marito, posto che abbia mai accettato il suo glande tra le gambe. Ecco la sua vera natura: è un'arrampicatrice sociale, talmente astuta, malvagia e determinata da far nascere il sospetto che sia venuta dall'Ucraina. Facendo leva sulla suggestionabilità del marito, finisce con l'indurgli uno stato di catalessi. Riesce a farlo inumare vivo, e già pregusta il festino che farà quando avrà incamerato tutte le sostanze del defunto. Qualcosa però le va storto. Il sepolto vivo si sveglia sottoterra ma riesce a liberarsi grazie al miracoloso intervento degli esumatori, quindi emerge in preda al furore del berserk in cerca di vendetta. Non si capisce bene se sia davvero vivo o se sia una specie di zombie sanguinario, dotato di parola e di intelletto, ma frenetico e allucinato. Prima uccide suo suocero, il medico che lo ha fatto dichiarare morto, bruciandolo vivo con un arco voltaico che ricorda quello del dottor Frankenstein. Poi riesce a sopraffare Emily, la getta nella fossa e la sepellisce nel terriccio bruno, simile a sterco grasso, facendola soffocare in modo laido in quella sporcizia e uccidendola. Mentre si erge vittorioso e brancola urlante, viene abbattuto da un colpo di arma da fuoco sparatogli nella schiena da sua sorella. Manca il solito incendio catartico, tanto tipico della produzione cormaniana. 
 
Citazioni:

"Ma prova un po' a immaginare... l'insopportabile oppressione dei polmoni, i soffocanti effluvi della terra umida, l'abbraccio rigido della bara, l'oscurità, la più assoluta oscurità... il silenzio, che ti schiaccia col suo peso... e poi, invisibile nel buio, ma orribilmente presente agli altri sensi, il ripugnante verme distruttore."
 
 
Recensione:

Il film di Roger Corman è liberamente ispirato al racconto La sepoltura prematura (Premature Burial, 1844) di Edgar Allan Poe, appartenente alla raccolta dei Racconti del Terrore. La struttura narrativa sviluppata dal regista è molto diversa da quella dell'opera dello scrittore di Boston, che inizia enumerando alcuni sconvolgenti casi di gente inumata viva, per poi proseguire con le vicende di un uomo in preda alla tafofobia. Il protagonista, che espone la storia in prima persona, è anonimo. Dopo aver fatto promettere agli amici che non avrebbero mai permesso di farlo seppellire vivo, costruisce un elaborato sepolcro per evitare uno spiacevole risveglio nel regno dell'eterna notte sotterranea. La sua bara è dotata di un una campanella per avvertire i vivi. Nel corso di un viaggio, tuttavia gli capita di destarsi in uno spazio angusto e buio, in cui gli è quasi impossibile muoversi per poi accorgersi, solo dopo un'angoscia inaudita, di trovarsi in una cuccetta su un'imbarcazione. Quell'episodio traumatico riesce a guarirlo. Quanto ho lodato la maestria di Poe nel descrivere la straziante disperazione del tafofobo risvegliatosi nella cuccetta oscura: "Non ero nella cripta. Ero caduto in trance mentre ero lontano da casa, mentre ero fra estranei (quando o come non riuscivo a ricordare), ed erano stati loro a seppellirmi come un cane, inchiodato in una bara comune e a cacciarmi a fondo, a fondo e per sempre in una qualche fossa normale o anonima." Interi universi cristallizzati in poche parole. Cosa che a Corman non sempre è riuscita.  
 
 
Young, Novalis e la necrofilia 
 
Il protagonista del racconto di Poe compie un volo infero e in questo rapimento percepisce la Terra come un immenso cimitero dalle cui tombe si levano spaventosi gemiti. Vede una necropoli popolata da sepolti vivi! Non sembra esserci limite a un terrore così totalizzante, che pervade ogni fibra del suo essere. Tuttavia, quando riesce a superare il trauma del viaggio in un'angusta cuccetta, l'uomo rinasce a nuova vita. Le sue fobie sono scomparse. Torna a respirare e smette di pensare alla sepoltura prematura. A questo punto ammette di essere stato un lettore di Night-Thougts di Young. Ecco uno dei moltissimi riferimenti dotti del Bostoniano, come al solito privi di glossa o di note. Il lettore si chiederà: "Chi era Young?" Quando il racconto fu scritto non era necessaria alcuna spiegazione, perché tutti conoscevano Edward Young (1683 - 1765), il poeta preromantico inglese della Graveyard School, la Scuola Cimiteriale. Gli argomenti cantati erano questi: teschi, bare, cimiteri e vermi. Che dire poi del tedesco Georg Philipp Friedrich Freiherr von Hardenberg, detto Novalis (1772 - 1801), che per ispirarsi inalava i lezzi di un cranio putrefatto e contemplava masse di cagnotti brulicanti nella carne marcia? Corman non menziona questo universo di necrofilia. Nulla è concesso all'estetica. Le fobie di Guy Carrell non nascono dalla lettura dei Poeti Sepolcrali, bensì dalla sua storia familiare, dalla sospetta sepoltura prematura di suo padre, che soffriva di catalessi. Quando era bambino, gli sembrava di sentire suo padre chiamare aiuto dalla cripta: queste percezioni incubiche erano poi maturate in lui corrodendolo dall'interno. Mentre l'anonimo personaggio del racconto di Poe si libera di colpo delle proprie afflizioni, per Guy Carrell non esiste redenzione possibile. 
 
Una profezia autoavverante? 
 
Può il terrore avere origine nel proprio futuro? Può uno squarcio del tessuto spaziotemporale fare intravedere in sogno, o in un altro stato alterato, una visione di ciò che ci dovrà accadere? Può questa visione del futuro atroce, per quanto rimossa dalla censura della mente, fungere da profezia autoavverante? Può questa profezia condizionare totalmente le nostre azioni e i nostri pensieri, ponendo di fatto un circuito temporale ineluttabile? Il film mi ha lasciato con queste domande angoscianti, a cui forse non ci sarà mai risposta.    

Molly Malone  

La musichetta fischiettata dagli esumatori è descritta dalla bella e perfida Emily come una ballata scozzese, almeno nel doppiaggio italiano, ma in realtà è notoriamente irlandese: è Molly Malone (nota anche come Cockles and Mussels e In Dublin's Fair City). Non ho potuto appurare se l'errore è stato introdotto col doppiaggio in italiano o se era già presente nell'originale. Ecco il testo della canzone: 
 
In Dublin's fair city,
Where the girls are so pretty,
I first set my eyes on sweet Molly Malone,
As she wheeled her wheel-barrow,
Through streets broad and narrow,
Crying, "Cockles and mussels, alive, alive, oh!"

"Alive, alive, oh,
Alive, alive, oh,"
Crying "Cockles and mussels, alive, alive, oh".

She was a fishmonger
But sure 'twas no wonder
For so were her father and mother before
And they each wheel'd their barrow
Through streets broad and narrow
Crying "Cockles and mussels alive, alive oh!"
(chorus)

She died of a fever,
And no one could save her,
And that was the end of sweet Molly Malone.
But her ghost wheels her barrow,
Through streets broad and narrow,
Crying, "Cockles and mussels, alive, alive, oh!"
(chorus) ×2
 
La canzone parla di una pescivendola di eccezionale leggiadria, fulva e dalla pelle tempestata di efelidi, come molte ragazze irlandesi. Vendeva cozze e altri molluschi ed era molto amata da tutti. Purtroppo è morta giovane, a causa di una febbre maligna, forse causata dalla setticemia. La tradizione vuole che sia vissuta nel XVII secolo. Le hanno anche fatto un monumento, proprio a Dublino. Cosa curiosa, la canzone è attestata per la prima volta nel 1876, quando fu pubblicata proprio a Boston, nella città natale di Poe. Senza dubbio l'associazione tra la musichetta e la sepoltura prematura fa parte delle manifestazioni del Corman più geniale. Direi che ha qualcosa di subliminale, disturbante e destabilizzante. 
 
Sepoltura prematura e santità  

Mi sia permesso di riportare una memoria della mia gioventù, risalente ai tempi beati in cui l'aneddotica aveva ancora qualche valore. Ricordo il professor C., che morì fulminato dalla leucemia. Ci raccontò la storia stravagante di un vescovo di costumi integerrimi, al punto che tutti lo consideravano in odor di santità. Fu avviata la procedura canonica, che andò avanti finché venne il momento dell'esumazione. Lo spettacolo che si presentò agli astanti fu atroce, come quello che sconvolse Guy Carrell: il cadavere del vescovo, contorto in orrendi spasmi, sembrava ancora lottare per uscire dalla sua sepoltura. Terribile! Le sue unghie si erano spezzate contro il coperchio ed erano piene di schegge. Constatato questo, la procedura canonica fu interrotta, perché per essere dichiarati beati non deve essere dimostrato alcun turbamento di fronte alla morte, per quanto orrenda possa essere. Così C. ci spiegò che l'ecclesiastico soffriva di catalessi e che per questo motivo era stato sepolto vivo. Un caso sorprendentemente simile a quello del protagonista del film di Corman!  
 

Tafofobia 

Nella parola tafofobia (dal greco τάφος "sepoltura" e φόβος "paura") non si è verificata l'aplologia, che avrebbe dovuto produrre una forma più breve, *tafobia. Allo stesso modo, il raro aggettivo tafòfobo, indicante chi soffre di tafofobia, non è diventato *tàfobo. Come mai invece abbiamo mineralogia anziché l'atteso *mineralologia? Come mai si trova, seppur di rado, mineralogo anziché *mineralòlogo? Potrebbe dipendere da due fattori:
1) la brevità di tafofobia rispetto a mineralogia;
2) la rarità di tafofobia rispetto a mineralogia.
Più una forma è sulla bocca del popolo, più ha la tendenza a mutare, specialmente per favorire una pronuncia più facile. Più una forma è letteraria e poco usata, più è facile che si conservi inalterata anche se suona male.
 
Ingegno sprecato e macabre usanze
 
La diffusione della tafofobia nel XIX secolo è stata a dir poco pervasiva, in Inghilterra, in America e altrove. Sono stati escogitati innumerevoli sistemi per prevenire la sepoltura di persone vive. Sarebbe interessante raccogliere questi bizzarri brevetti e discuterli. Si va dalla semplice campanella collegata a un filo a pertugi ovali nelle pareti dei mausolei, apribili soltanto dall'interno. Dubito che uno solo dei brevetti in questione sia mai servito. Se un individuo dovesse risvegliarsi nella tomba in un immenso campo di inumazione ventennale, se anche potesse tirare il filo della campanella, non servirebbe a nulla: non ci sarebbe nessuno ad ascoltare. Inoltre il poco ossigeno disponibile verrebbe presto trasformato in anidride carbonica dalla respirazione, rendendo impossibile la sopravvivenza. Non credo esista una sola testimonianza affidabile di un uomo o di una donna che siano usciti vivi dalla tomba, salvandosi grazie a un dispositivo di questo genere o in altro modo. La stessa casistica citata da Poe andrebbe verificata (ricordo il terribile episodio di un ufficiale uscito dal terriccio scavando con le mani). È documentato il discutibile costume vittoriano delle sale di attesa della morte, luoghi in cui i defunti venivano distesi per un certo periodo prima della sepoltura, proprio allo scopo di evitare tragici errori. Questi spazi erano persino provvisti di viveri e di bevande inebrianti, nel caso il caro estinto, dichiarato morto troppo presto, si decidesse infine ad alzarsi dal giaciglio funebre per farsi un bello spuntino. Comunque non risulta che ci siano stati risvegli in queste sale di attesa. Incredibile a cosa possano arrivare le genti per esorcizzare il terrore dei Ritornanti. Un esorcismo tutto sommato vano: se proprio qualcuno tornasse in vita, come faremmo a sapere di non avere a che fare con uno zombie o con un vampiro? 
 
Curiosità
 
The Premature Burial è il terzo della serie di otto film cormaniani che costituiscono il cosiddetto Ciclo di Poe (denominazione informale), dopo I vivi e i morti (House of Usher, 1960) e Il pozzo e il pendolo (The Pit and the Pendulum, 1961). Non ha però avuto il successo sperato e le reazioni della critica cinematografica non sono state positive. Anche in Italia sono molti a credere che questo sia il film meno riuscito del Ciclo di Poe, opinione che non condivido. Francis Ford Coppola ha lavorato alla pellicola come direttore dei dialoghi.

Corman avrebbe voluto che il protagonista del suo film fosse interpretato dal mitico Vincent Price. Purtroppo, l'attore era stato scritturato dall'American International Pictures (AIP), che gli aveva imposto un contratto esclusivo, vietandogli di lavorare per qualsiasi altro soggetto. Con molto malanimo, Corman si è infine rassegnato, assumendo il tremebondo Ray Milland nel ruolo dell'aristocratico tarato Guy Carrell. Se devo essere sincero, riconosco che la scelta non è poi stata tanto cattiva. 
 
Si segnala un interressante anacronismo: l'uso della dinamite, che ai tempi di Poe non esisteva. Infatti il micidiale esplosivo è stato inventato da Alfred Nobel nel 1867, mentre la morte dello scrittore è avvenuta nell'ottobre del 1849. Eppure Guy Carrell ne parla come di una "nuova invenzione". Chi ha fatto notare questa incongruenza afferma però che si tratterebbe più di una curiosità che di un vero errore concettuale, dal momento che non esiste alcun riferimento temporale reperibile nella trama del film.  
 
A quanto riportato nel database IMDb, c'è un'incongruenza che si può notare soltanto nella versione in lingua originale. Quando mostra ai suoi ospiti la coppa ricolma di veleno, Guy ne parla come del coup de grace, ossia del "colpo di grazia", usando una locuzione francese. Il punto è che pronuncia la parola grace in modo erroneo, senza alcuna consonante finale, proprio come in foie gras e in Mardi Gras. In pratica il veleno nella coppa sarebbe stato il "colpo di grasso". Non è affatto probabile che un inglese di nobile nascita e di buona istruzione potesse compiere uno strafalcione tanto marchiano. Non avendo visto il film in lingua originale, non ho potuto ascoltare con le mie orecchie il francesismo in questione!  

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