giovedì 18 giugno 2020


DOVE SOGNANO LE FORMICHE VERDI

Titolo originale: Wo die grünen Ameisen träumen
Paese di produzione: Germania Ovest, Australia
Anno: 1984
Lingua: Inglese, Yolngu, Gunwinggu 
Durata: 100 min
Rapporto: 1,85 : 1
Girato in: 35 mm 
Proiettato in: 35 mm
Colore: Colore
Audio: Mono
Genere: Drammatico
Regia: Werner Herzog
Soggetto: Werner Herzog
Produttore: Werner Herzog, Lucki Skipetic 
Produttore esecutivo: Samantha Krishna Naidu, Willi Segler
Sceneggiatura: Bob Ellis, Werner Herzog
Fotografia: Jörg Schmidt-Reitwein
Montaggio: Beate Mainka-Jellinghaus
Musiche: Wandjuk Marika
Costumi: Frances D. Hogan
Interpreti e personaggi:
    Bruce Spence: Lance Hackett
    Wandjuk Marika: Miliritbi (il Capotribù)
    Roy Marika: Dayipu (il Custode dei Canti)
    Ray Barrett: Cole
    Norman Kaye: Baldwin Ferguson
    Ralph Cotterill: Fletcher
    Nick Lathouris: Arnold
    Basil Clarke: Giudice Blackburn
    Dhungala I. Makika: Malila "Il Muto"
    Tony Llewellyn-Jones: Fitzsimmons 
    Robert Brissenden: Professor Stanner 
    Bob Ellis: Gestore del supermercato
    Michael Edols: Giovane avvocato
    Paul Cox: Fotografo
    Colleen Clifford: Miss Strehlow
    Werner Herzog: Avvocato (non accreditato) 
    Christopher Cain: Assistente dell'avvocato (non
         accreditato)
    Paul Donazzan: Pilota della Royal Australian Air Force
    Michael Glynn: Pilota della Royal Australian Air Force
    Hugh Keays-Byrne: Minatore 
    Marraru Wurrungmurra: Daisy Barunga  
    Ricky: Aborigeno bizzarro
    Ronnie: Aborigeno bizzarro
    Andrew Mack: Ufficiale del protocollo
Doppiatori italiani:
    Oliviero Dinelli: Lance Hackett 
Traduzioni del titolo: 
    Inglese: Where the Green Ants Dream
    Francese: Le Pays où rêvent les fourmis vertes
    Spagnolo: Donde sueñan las verdes hormigas
    Portoghese:
Onde Sonham as Formigas Verdes
    Russo: Там, где мечтают зелёные муравьи
    Polacco: Tam, gdzie śnią zielone mrówki
    Norvegese: Hvor de grønne maurene drømmer
    Lituano: Ten, kur svajoja žaliosios skruzdėlės
    Finlandese: Missä vihreät muurahaiset uneksivat
    Ungherese: Ahol a zöld hangyák álmodnak
    Turco: Yeşil karıncaların düş gördüğü yer
    Giapponese: 緑のアリの夢見るところ (Midori no ari ga
         yumemiru tokoro)  

 
Trama:
Siamo in una remota regione dell'Australia. Un geologo, il segaligno Lance Hackett, è stato incaricato dalla compagnia mineraria Ayers di mappare il sottosuolo di un'area desertica ricoperta di termitai, allo scopo di verificare le possibilità di estrazione di composti dell'uranio. In tale desolazione vivono alcuni aborigeni che fanno di tutto per ostacolare il lavoro del tecnico. Affermano che quella è una terra sacra, chiamata "Il luogo dove sognano le formiche verdi". La tesi che sostengono è quantomai singolare: se le attività della compagnia dovessero disturbare il sonno delle formiche verdi, si innescherebbe un catastrofico processo di distruzione del mondo intero e del genere umano. Hackett cerca di giungere a un accomodamento con quella povera gente, offrendo varie soluzioni, come ad esempio una percentuale degli introiti in caso gli scavi dovessero rivelarsi produttivi. Il punto è che si tratta di soluzioni che per un aborigeno non hanno il benché minimo significato. Alla disperata ricerca di una scappatoia, l'avvocato della compagnia e lo smilzo geologo invitano due notabili, Miliritbi (il Capotribù) e Dayipu (il Custode dei Canti), conducendoli in visita alla grande metropoli di Sidney. Sperano di impressionarli, di stordirli con le luci della civiltà. Offrono loro un pranzo sontuoso in un ristorante greco, con tanto di libagioni di vino e di ouzo, quindi li portano a vedere un aeroporto. Subito gli aborigeni sono stupiti da un mezzo aereo militare, per via del sua vaga somiglianza con una formica verde. Così esprimono il loro desiderio di possedere quel mirabile velivolo. La compagnia pensa di dimostrare la propria buona volontà acquistando l'aereo e facendone dono alla tribù, dando per scontato che non saranno sollevate ulteriori obiezioni alle prospezioni minerarie. Il problema è che il senso della gratitudine tra quelle popolazioni sembra essere molto peculiare. In particolare l'interpretazione del concetto di scambio non è così ovvia e scontata. Il Capotribù e il Custode dei Canti hanno ringraziato il cuoco greco per il pranzo. Non hanno però ringraziato la compagnia mineraria, che ha pagato il conto. Così non sembrano comprendere l'idea che il dono dell'aereo servisse al preciso scopo di rimuovere gli ostacoli: credono che si sia trattato di un atto di generosità gratuita e disinteressata, perché del sacro non si può fare mercato. Infatti la loro opposizione alle manovre della compagnia resta invariata, con grande disappunto della dirigenza. La bega finisce in tribunale. Il giudice sembra ben disposto verso gli aborigeni. I maggiorenti della tribù rendono piuttosto difficile la comunicazione: il Custode dei Canti si rifiuta giustamente di parlare inglese, così il Capotribù funge da interprete. Un avvocato difende la loro causa. Le cose si complicano perché un uomo chiamato a testimoniare può comunicare soltanto nella propria lingua, che nessuno capisce, dato che egli è l'ultimo superstite del suo gruppo tribale. Nonostante l'avvio favorevole, gli eventi hanno presto un esito disastroso. La compagnia riesce a vincere la causa. Il Capotribù e il Custode dei Canti salgono sull'aereo loro donato, assieme a un meticcio alcolizzato che riesce a farlo decollare. La sagoma del velivolo si allontana e sparisce oltre l'orizzonte. I due notabili credono che il pilota li stia conducendo verso la Terra del Sogno. Le loro speranze finiscono presto: i resti del mezzo precipitato sono ritrovati il giorno dopo tra le rocce. Un segno portentoso ed orribile.  
 
Citazioni: 
 
"Voi bianchi siete perduti. Voi... voi non potete capire la Terra. Troppe domande stupide. La vostra presenza su questa Terra presto finirà. Voi non avete un senso. Non avete uno scopo, una direzione."
(Miliritbi, il Capotribù) 
 
"La questione è, Vostro Onore, che quest'uomo è il sacro custode di tutti i segreti della sua tribù, e la sua tribù è morta. È lui l'unico sopravvissuto alla sua gente, al suo clan. Lo definiscono "Muto" perché non c'è nessuno sulla Terra che possa parlare con lui."
(Lance Hackett)  

 
Recensione:  
Ho seguito con grande interesse ogni sequenza di questa bellissima pellicola, spesso impropriamente etichettata come "documentario". Siamo di fronte a una narrazione in cui la finzione e i fatti si mescolano di continuo: la trama si basa in parte su un caso realmente accaduto, denominato "Milirrpum contro Nabalco Pty Ltd" e risalente al 1971. È stato il primo contenzioso sul titolo nativo in Australia e il primo caso legale significativo per il riconoscimento dei diritti fondari aborigeni. Il suo oggetto era la Penisola di Gove, nel Territorio del Nord. L'importanza del processo permane, anche se il giudice Richard Blackburn ha dato ragione alla compagnia Nabalco, rigettando la dottrina del titolo aborigeno di proprietà sulla terra. Una grande innovazione introdotta da Herzog sta nell'aver voluto far interpretare il film proprio agli aborigeni coinvolti in tale disputa legale. In particolare Wandjuk Djuwakan Marika (1927 - 1987) era un attivista, pittore e compositore impegnato nella lotta per i diritti delle popolazioni aborigene alle loro terre ancestrali. Era un membro del clan Rirratjingu del popolo Yolngu, stanziato nella Terra di Arnhem (Territorio Settentrionale). Suo fratello era Roy Dadaynga Marika (circa 1925 - 1993), sue sorelle erano Banduk Marika (nata il 13 ott. 1954) e Raymattja Marika (circa 1959 - 2008). 
 

La Terra del Sogno 

Quando Homo sapiens giunse in Australia (all'epoca era una massa continentale che inglobava la Tasmania e la Nuova Guinea), non trovò altre popolazioni di ominidi. C'era invece un'incredibile ricchezza di animali, molti dei quali di proporzioni gigantesche. C'erano koala grandi come orsi, vombati grandi come ippopotami, carnivori marsupiali simili a leoni, canguri enormi e via discorrendo. Anche la vegetazione era ricchissima e c'era grande abbondanza di frutti. Poi qualcosa è cambiato. Mutamenti nel clima e caccia intensiva hanno provocato l'estinzione di questa stranissima megafauna. Un progressivo inaridimento della terra ha reso inospitali vastissime regioni. Le popolazioni aborigene non hanno mai dimenticato la vita che conducevano nei loro primi stanziamenti: conservano in qualche modo memoria di specie animali estinte da lunghissimo tempo. Quello è il Tempo del Sogno, quella è la Terra del Sogno. Herzog ci descrive bene la percezione a dir poco sfocata di Miliritbi e di Dayipu, convinti in modo incrollabile che oltre il "Luogo dove sognano le formiche verdi" si estenda tuttora la loro Terra del Sogno.  
 
Tecnologia malfunzionante
 
Tutto cominicia con un orologio donato al Custode dei Canti. All'improvviso ne parte un fischio fastidiosissimo e nessuno riesce a farlo smettere. Sembra che i manufatti tecnologici smettano di funzionare in modo corretto in presenza dei due notabili aborigeni. Sembra che ci sia uno spiritello nascosto nelle macchine, pronto ad interferire con il loro funzionamento e a metterle fuori uso, tanto che nessuno riesce a porvi rimedio. Quello che è successo all'orologio, succede poi a un ascensore, che si blocca senza che se ne possa scorgere una causa chiara. Un marchingegno simile a un parallelepipedo di metallo diventa così un geroglifico dell'incomunicabilità e della natura futile del progresso tecnologico. In fondo cos'altro può essere un ascensore, se non una gabbia in cui siamo murati vivi senza speranza di salvezza?   

Il luogo dove si progettano i figli 
 
Un tempo esisteva un albero, che era particolarmente sacro, essendo l'unico nella sterile vastità. Accadeva così che gli aborigeni si riunissero in quel luogo, sedendosi a terra e discutendo animatamente su come avrebbero dovuto essere i figli che intendevano concepire. Così facendo "progettavano i figli". Non pensavano che i bambini nascessero davvero dalle copule: erano convinti che prima di venire al mondo fossero in una specie di limbo, in una terra di nessuno fatta di indeterminazione, in cui i desideri e i pensieri dei loro padri potevano agire plasmando forma e carattere. Poi vennero i coloni ad abbattere quell'albero sacro, perché fosse costruito proprio lì un supermercato, un tempio in cui, parafrasando una canzone dei Malnatt, si sacrificava al dio Conquibus. Gli aborigeni però non hanno mai dimenticato dove si trovava l'albero. Hanno continuato a sedersi proprio in quel preciso punto - in cui ormai sorgevano gli scaffali con i detersivi - facendo quello che facevano i loro avi, pensando di plasmare i nascituri.
 
L'ultimo parlante della sua lingua  
 
La molteplicità linguistica dell'Australia aborigena è sorprendente. Si pensa che prima dell'arrivo dei coloni fossero parlate più di 250 lingue, oggi ridotte a circa 100. La maggior parte delle lingue superstiti è in serio pericolo: soltanto 13 sono parlate in modo vitale da tutte le coorti di età e trasmesse alle nuove generazioni. La lingua Guugu Yimithirr, un tempo diffusissima, versa oggi in stato di grave decadenza e conta circa 800 parlanti, quasi tutti nonni. Herzog ci mostra lo stadio terminale di questo processo di decadenza di una lingua nativa, quello in cui resta un unico parlante, senza alcun interlocutore possibile. Malila, soprannominato "Il Muto", è in realtà perfettamente in grado di parlare. Egli è il Custode dei Canti del suo popolo scomparso. Come si è detto, il problema è che nessuno capisce la sua lingua, perché sull'intero pianeta egli è l'ultimo uomo a cui è stata trasmessa. Non è una situazione così paradossale come parrebbe a prima vista. Si sono dati casi simili in Australia. Lingue che erano date per estinte da molto tempo sono state ritrovate grazie alla scoperta inaspettata di un parlante isolato. Stupisce lo scarso interesse che questi rinvenimenti destano nell'opinione pubblica, completamente abbrutita. Forse non tutto è perduto. La lingua Kaurna della regione di Adelaide, il cui ultimo parlante è morto nel 1931, è stata almeno in parte recuperata grazie ai documenti lasciati da due missionari tedeschi, Christian Teichelmann e Clamor Wilhelm Schürmann. Un brillante scienziato israeliano residente in Australia, Ghil'ad Zuckermann, è impegnato nel tentativo di far rivivere lingue che si sono spente.
 

Una politica deleteria 
 
L'Australia ha una storia coloniale atroce, in cui i bambini venivano spesso strappati alle famiglie aborigene, con l'intento di farli crescere "civilizzati", ignari della loro eredità. Questa politica aberrante traeva la sua origine nel darwinismo e nella retorica massonica del progresso. Sì, proprio le "magnifiche sorti e progressive", nel cui nome sono state commesse iniquità spaventose. La distruzione delle lingue native era un pilastro di questa visione del mondo. Un politico malfattore, Anthony Forster, nel 1843 dichiarò esplicitamente che gli Aborigeni sarebbero stati civilizzati prima se la loro lingua si fosse estinta. 

Incongruenze bizzarre: linguistica 

La lingua Yolngu è di ceppo Pama-Nyungan, come la maggior parte delle lingue native australiane. Tuttavia è assai peculiare. Le tribù che la parlano, nei suoi vari dialetti, vivono nella Terra di Arnhem, nel nord del continente, in un'area che dà sul mare. Costituiscono una sorta di enclave, essendo circondate da tribù che parlano lingue non Pama-Nyungan. Appena più a sud riprende la distribuzione delle lingue Pama-Nyungan, che si estendono in lungo e in largo per tutto il continente, fino alla Grande Baia e al Mare di Tasman. Una situazione davvero complicata. Herzog ha preso le genti Yolngu dalla Terra di Arnhem e le ha trapiantate nel Deserto Centrale, proprio nell'arido cuore del continente, in un'area scarsamente popolata dove si trovano soltanto lingue Pama-Nyungan da molti secoli.   

Incongruenze bizzarre: entomologia 

A un certo punto compare una specie di scienziato pazzo dai capelli quasi canuti, forse un albino o un leucistico, che nelle intenzioni del regista doveva richiamare Klaus Kinski. Sono sicuro che il fiero attore di Danzica avrebbe reagito con furia alla proposta di una simile parte così poco rilevante. All'epoca in cui fu girato questo film, il regista non aveva ancora rotto con lui, ma il disastro sarebbe avvenuto pochi anni dopo. Ecco il surreale dialogo tra il frenetico uomo di Scienza e il magro geologo: 
 
Scienziato: "Perché sono qui? Ecco, glielo dico subito. Non c'è nessun altro posto in Australia dove  il campo magnetico sia distorto in modo così abnorme."
Geologo: "Lei l'ha misurato?"
Scienziato: "Sì, naturalmente. E siccome la formica verde è l'unica creatura sulla Terra che ha un organo sensitivo in linea con i campi magnetici, come se fosse una bussola vivente, io la faccio impazzire creando campi magnetici addizionali. Ecco, le nostre piccole amiche sono capaci di trasformare l'intero paesaggio. In meno di un giorno riescono ad innalzare termitai alti sei piedi, duri come roccia. 
Si allineano sempre nella direzione nord sud, a scavare immensi sistemi di tunnel sottoterra. Si nutrono di legno. Masticano di tutto, e possono masticare anche un sotffitto rinforzato di metallo per arrivare al legno. Le nostre formiche verdi non sono dotate di un apparato digerente molto sviluppato, così vivono in simbiosi con dei batteri unicellulari che stanno nel loro intestino. Biologicamente parlando la formica verde non appartiene assolutamente alla famiglia delle formiche. Le somiglia soltanto. Sono una specie di tèrmiti e sono imparentate con la famiglia degli scorpioni. Mi sono spiegato?" 
Geologo: "Sì. In quanto agli aborigeni?" 
Scienziato: "Sì, sì, sì, gli Abos, quelli neri. Devono aver notato che le nostre amiche sono come banderuole prima della tempesta. Come fossero un esercito si allineano verso nord e poi si fermano in mezzo al loro sentiero, il che vuol dire come si dice, che sognano, sognano il Tempo dei Sogni, delle origini del mondo." 
Geologo: "Bene, ma quello che volevo sapere..."
Scienziato: "Ah sì, le formiche sono senza sesso."
Geologo (perplesso): "Senza sesso?" 
Scienziato (in evidente stato allucinatorio): "Spero che capisca quello che dico. Una sola volta l'anno gli spuntano le ali e volano verso est, sui monti, in giganteschi sciami. Solo due di questo gruppo si differenziano sessualmente e si accoppiano. La femmina... la femmina diventa regina e il maschio principe consorte. Mi sta seguendo? La femmina depone 40.000 uova al giorno, molto più di quanto pesi. Resta immobile al centro della struttura. Diventa 100 volte più grossa della sua misura di partenza, quasi due pollici. Il maschio... il maschio resta piccolo e feconda le uova. anche lui trova riugio sotto la regina, e si spaventa facilmente. Quando la regina - lei mi segue vero? - quando la regina diventa sterile, l'intera colonia comincia a morire. Arrivano i guerrieri... A nugoli gli insetti leccano la regina fino a consumarla, e allora una nuova generazione si prepara a volare sulle montagne!" 

Herzog non è uno scienziato. Senza dubbio è un grande poeta, e per questo dobbiamo ammirarlo. Certo che nel dialogo sono contenute inconsistenze sesquipedali. Batteri unicellulari? Come se esistessero anche di pluricellulari! Le termiti imparentate con gli scorpioni? Oltretutto, nel contenitore di vetro mostrato dallo scienziato, vediamo normalissime formiche, non termiti. 

I numeri nel Paleolitico  

Questo dice il giovane avvocato della tribù durante il processo: 

"Lasciatemi tornare al concetto di numero secondo gli Aborigeni. La loro nozione di quantità è totalmente diversa dalla nostra. Non è regolata da una numerazione astratta, perciò in molti dialetti tribali ci sono numerazioni da uno a tre. Tutto quello che viene dopo è definito "molti". Ad ogni modo, se un mandriano nero ha una mandria di 600 mucche, rinchiuse nel suo recinto, gli basta uno sguardo per accorgersi che ne mancano due. Esistono ancora queste capacità. Se, per esempio, una madre con sei figli sta caricando i bagagli su un treno, in una stazione affollata, e uno dei figli corre a bere, quella madre saprà con un solo sguardo, senza contare, che ne manca uno." 

La verità è che simili sistemi numerali rudimentali sono ancora abbastanza comuni nel mondo. Questo non avviene perché i popoli incapaci di contare oltre il tre siano "primitivi" o "scarsamente evoluti" - come piace pensare ai materialisti seguaci del darwinismo. Presso tali popoli non esistono sistemi numerali complessi perché non sono utili nel contesto, non servono a nulla.

I meticci politicizzati 

Pieni di rabbia e di livore, i meticci che protestano in aula non conoscono una sola parola di una lingua aborigena, a parte quelle entrate nel lessico comune anglosassone (es. boomerang, cangaroo, etc.). Magari credono anche alla stoltissima leggenda sull'etimologia di cangaroo, pensando che significhi "non ti capisco" e che il significato corrente si debba a un equivoco del Capitano Cook. Il loro sentire è abissalmente distante da quello del Capotribù e del Custode dei Canti. Tra loro non esiste comunicazione possibile. I due notabili aborigeni sentono e pensano come uomini del Paleolitico, incontaminati superstiti di un'epoca remota, mentre i meticci sentono e pensano come le Pantere Nere americane, come la Sinistra radicale dell'Università di Berkeley: in loro tutto è ideologia, tutto è politica, tutto è follia. Perché dico che la loro è follia? Semplice: perché vogliono riscrivere la Storia e l'Universo servendosi del linguaggio ideologico e politico. La realtà dei fatti per loro è irrilevante, contano soltanto le loro storture postmoderne. Dove la realtà cozza con l'ideologia e con la politica, attuano la sua rimozione. Non hanno nulla in comune con gli Aborigeni che hanno conservato la propria lingua. Sono i Figli dell'Oblio. Perché non si impegnano nell'apprendimento della lingua dei loro avi?   

Le Età della Specie Umana 

1) L'Età dell'Autismo. Nel Paleolitico gli umani erano sprofondati nell'autismo. Non connettevano l'atto sessuale al concepimento. Vivevano nel Tempo del Sogno
2) L'Età della Schizofrenia. Nel Neolitico è cominciato qualcosa di nuovo: lo sviluppo delle società agricole ha portato al prevalere della schizofrenia. La schizofrenia è stata l'innesco che ha causato la diffusione delle religioni organizzate e di altre forme di pensiero articolato (filosofia, Scienza, etc.). Questa tendenza si è imposta e generalizzata nel corso dei successivi millenni, accentuandosi sempre più. 
3) L'Età della Demenza. Esaurito il genio della specie Homo sapiens, l'imporsi dell'Era Informatica ha portato a una nuova deriva. Il pensiero umano si è disarticolato, è andato in pappina, si è gradualmente dissolto. Soltanto le sue forme esteriori si sono conservate, senza però alcuna sostanza soggiacente. Così ha avuto origine una nuova funesta Età: quella della Demenza, ossia del Postmodernismo. 
 
Si comprende all'istante che la popolazione aborigena australiana non soggetta all'acculturazione, tagliata fuori dal resto del mondo per lunghissimo tempo, permane nel Paleolitico, nell'Età dell'Autismo. La sua stessa esistenza è una testimonianza preziosissima che ci permette di gettare luce sul nostro passato più lontano. L'autismo funzionale è una caratteristica che ha permesso la sopravvivenza di quelle genti nei millenni. La profezia di Miliritbi è veritiera e di grandissima attualità: la demenza postmoderna porterà presto miliardi di persone al disastro.     

Curiosità 

Si dice che l'intero impianto mitologico fondato sulle formiche verdi e sui loro poteri sia stato inventato da Herzog. Secondo lo stesso regista non sarebbe esistito nulla di simile nel complesso mondo dei racconti dei nativi. In realtà l'attore Wandjuk Marika ha sostenuto che un mito fondante basato sui sogni delle formiche esisteva davvero in un clan della zona di Oenpelli. 
 
Si basa su un fatto realmente accaduto l'incidente assai buffo in cui un manufatto segreto viene mostrato al giudice durante il processo, come prova dei diritti della tribù sulla terra minacciata dalla compagnia mineraria. 
 
I nomi di due personaggi, Baldwin Ferguson e Miss Strehlow, forniscono collegamenti con antropologi noti per il loro lavoro sugli Aborigeni. Baldwin Spencer (1860-1929) era un antropologo britannico-australiano che fece studi pionieristici nel campo. Theodor George Henry Strehlow (1908-1978) è stato notato per i suoi studi sul popolo Arunta (Arende) dell'Australia centrale. 

Herzog dedicò questo film alla madre, che morì proprio nel periodo in cui erano in corso le riprese.

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