mercoledì 30 settembre 2020

ALCUNE NOTE SULL'ETIMOLOGIA DI YOG-SOTHOTH

Yog-Sothoth è uno degli Dei Esterni, il cui Nome è stato menzionato (evocato) per la prima volta da H. P. Lovecraft nel romanzo Il caso di Charles Dexter Ward (The Case of Charles Dexter Ward), scritto nel 1927 e pubblicato per la prima volta nel 1941, postumo. 
 
Questo è il testo originale in cui sono descritte le proprietà della terribile Entità, tratto dal racconto L'orrore di Dunwich (The Dunwich Horror), composto nel 1928 e pubblicato per la prima volta l'anno successivo: 
 
"Yog-Sothoth knows the gate. Yog-Sothoth is the gate. Yog-Sothoth is the key and guardian of the gate. Past, present, future, all are one in Yog-Sothoth. He knows where the Old Ones broke through of old, and where They shall break through again. He knows where They have trod earth's fields, and where They still tread them, and why no one can behold Them as They tread."
(H. P. Lovecraft, L'orrore di Dunwich) 
 
Riporto una traduzione in italiano per i pochi non anglofoni rimasti: 
 
"Yog-Sothoth conosce la porta. Yog-Sothoth è la porta. Yog-Sothoth è la chiave e il guardiano della porta. Passato, presente e futuro sono un’unica cosa in Yog-Sothoth. Egli sa da dove gli Antichi irruppero in tempi remoti e sa da dove Essi irromperanno di nuovo. Egli sa dove Essi hanno calpestato i campi terrestri e dove Essi torneranno a calpestarli, e sa perché nessuno può contemplarLi mentre camminano." 
 
Ancora se ne parla nel racconto Attraverso le porte della chiave d'argento (Through the Gates of the Silver Key, 1934), scritto dallo stesso Lovecraft a partire dall'abbozzo narrativo di Edgar Hoffmann Price: 

"It was an All-in-One and One-in-All of limitless being and self - not merely a thing of one Space-Time continuum, but allied to the ultimate animating essence of existence's whole unbounded sweep - the last, utter sweep which has no confines and which outreaches fancy and mathematics alike. It was perhaps that which certain secret cults of earth have whispered of as YOG-SOTHOTH, and which has been a deity under other names; that which the crustaceans of Yuggoth worship as the Beyond-One, and which the vaporous brains of the spiral nebulae know by an untranslatable Sign..." 
(H. P. Lovecraft, E. H. Price, Through the Gates of the Silver Key) 

Traduzione:
 
"Era un Tutto-in-Uno e un Uno-in-Tutto di illimitato essere e sé - non solamente un essere di uno Spazio-Tempo, ma connesso all'essenza ultima ed animante dell'intera ed illimitata curva dell'esistenza - la curva finale e completa che non ha confini e che si estende allo stesso modo verso sognatori e matematici. Era forse quello che certi culti segreti della terra avevano sussurrato come YOG-SOTHOTH, e che era stata una divinità sotto altri nomi; ciò che i crostacei di Yuggoth adorano come l'Altrove, e che i cervelli eterei delle galassie a spirale conoscono attraverso un Simbolo intraducibile."
 
Onnipresente nello spazio-tempo, Yog-Sothoth è tuttavia esiliato dalla Terra, in attesa della giusta occasione per fare il suo ingresso trionfale. Si può dire che agisca una specie di constraint, un arcano vincolo sulla struttura stessa dello Spazio-Tempo, in grado di impedire certe transizioni. 
 
Le radici R'lyehian YOG- e SOTH- 
 
L'etimologia non è affatto difficile se si ha qualche conoscenza della lingua di R'lyeh: YOG-SOTHOTH significa "Abitatore dello Spazio Esterno", da YOG "fuori, esterno" e da SOTH "spazio; il Nulla". Il concetto espresso richiama le Tenebre Esteriori. Per quanto riguarda la morfologia, il suffisso -OTH è molto produttivo col senso di "abitante, nativo" e permette di derivare un gran numero di teonimi e di nomi comuni. Dalla stessa radice YOG "fuori, esterno" sono formate parole come YOGOR "su, in alto", YOGAGL "cielo" (alla lettera "luogo esterno"), YOGFM'L "stella" (alla lettera "fuoco esterno"), YOGFM'LOG "sole" (alla lettera "grande fuoco esterno") e via discorrendo. Esiste anche una traduzione diversa di YOG come "tempo; epoca". La cosa non sarebbe poi così inspiegabile, se fosse confermata: le menti sfocate delle genti di R'lyeh concepivano il Tempo come qualcosa che è al di fuori dello Spazio. Così si sarebbe avuto questo slittamento: 
 
"fuori, esterno" => "al di fuori dello spazio" => "tempo" 
 
È anche possibile che esistessero differenze di pronuncia per noi poco rilevanti che permettevano di marcare la distinzione tra i due diversi significati. Tutto ciò necessita di ulteriori approfondimenti. 

Questo per ciò che concerne l'etimologia interna del teonimo Yog-Sothoth, ossia la derivazione dalla lingua in cui è stato concepito dall'Autore (definita "fittizia" o "artificiale" dagli studiosi materialisti). Sono state tuttavia escogitate dai critici alcune etimologie esterne, che fanno riferimento alle lingue degli umani della Terra e che presentano qualche interessante spunto di riflessione. 

Alcune ingannevoli etimologie popolari
 
1) Origine ebraica. Vagando nel Web mi è capitato di imbattermi in un'interpretazione particolarmente cervellotica. Non ne esiste più alcuna traccia, così non saprei dove indirizzare il lettore. L'autore del blog ormai scomparso sosteneva che Yog-Sothoth in ebraico significasse "Tredici Depravazioni". Così argomentava, nella sua ingenuità infinita, che Sothoth doveva essere l'ebraico סוֹטוֹﬨ sōṭōth "depravazioni", plurale di סוֹטָה sōṭāh "depravazione". Non comprendeva che la consonante è diversa da th. Il verbo סטה sṭh è ben documentato per indicare la depravazione morale: sāṭāh significa "deviare (dalla virtù)". In concreto, la parola sōṭāh indica la moglie infedele o sospettata di infedeltà, ossia la "donna deviante". Non mi pare una semantica adatta agli Dei Esterni. Per quanto riguarda il numerale, egli considerava i valori numerici delle lettere yod (10) e gimel (3), sommandoli e ottenendo per l'appunto "tredici". In effetti per scrivere in forma sintetica 13, si usa la notazione יג. Nella sua infinita ingenuità, questo blogger era convinto che in ebraico la parola per dire "tredici" si pronunciasse realmente YOG! In realtà in ebraico il numerale in questione è שְׁלֹשָה-עָשָׂר shelōshāh-'āsār "tredici" (maschile) e שְׁלֹשׁ-עֶשְׂרֵה shelōsh-'esreh "tredici" (femminile).   
 
2) Origine araba. Sembra una direzione abbastanza scontata in cui fare ricerche. In fondo l'arabo sarebbe stato proprio la lingua madre di Abdul Alhazred, autore del Necronomicon. Così nel manuale del gioco di ruolo The Call of Cthulhu (Chaosium) è stato suggerito che Yog-Sothoth fosse un adattamento della supposta frase araba Yaji Ash-Shuthath "non c'è pace alle porte". Se posso permettermi un paragone espressivo, se questa traduzione è verosimile, allora Hulk Hogan somiglia a Cicciolina.
 
Riporto un significativo dialogo tra Wikipediani sulla natura del nome Yaji Ash-Shuthath
 
 
Nareek (03/01/2007):  
Does this really mean "There is no peace at the gates" in Arabic? I feel a little uncomfortable with the reference as it stands, because it's not actual scholarship--it's color for a role-playing game, which for all we know may have been made up out of whole cloth. I do not think it is a serious suggestion that Lovecraft derived the name from an Arabic phrase. 
 
Phil Smith (04/02/2007):
Good point. I just noticed that the alleged translation had been put there without attribution and hoped that citing the source might clear it up slightly. But yes: it might be Arabic, it might not; the essay in question doesn't actually confirm it one way or another. If it is Arabic, then it's probably a back-formation. Any Arabic speakers able to clear that up? 
 
Legiodes (18/03/2007): 
I'm not sure about 5th edition but according to 6th edition "Yaji Ash-Shuthath" translates to "The abnormal ones (things, times?) are coming" while "There is no peace at the gates" seems to be the english translation of "Ny har rut hotep".
 
Siebharrin (06/06/2007): 
I speak an arabic dialect, and although I'm not an expert of classical Arabic, I can tell : Actually, neither "Yaji Ash-Shuthath" or "Ny har rut hotep" are Arabic...
 
Ho potuto appurare che esiste una frase in arabo classico, ال شذاذ ي جيء yajī'u ash-shudhdhādh, il cui significato è "vengono le cose strane" o "arriva la stranezza". Direi che è una fabbricazione piuttosto grossolana. Tecnicamente parlando, appare insensato spiegare Yog-Sothoth con la lingua di un popolo terrestre: il genere umano è ben giovane in confronto agli Dei Esterni! Uno spiritosone con qualche rudimento di arabo classico deve essersi strizzato il cervello giorno e notte per produrre questa "meraviglia".  
 
Le manipolazioni di Simon e di Carranza 
 
Cercare corrispondenze del teonimo Yog-Sothoth in sumerico e in accadico era un'impresa votata al fallimento fin dall'inizio. Così i famigerati Simon e Venustiano Carranza hanno pensato bene di forgiare forme inesistenti, senza alcun criterio, spacciandole quindi per reali. Ecco alcuni discutibili "capolavori" della creatività umana: 
 
1) il "sumerico" IAK SAKKAK, menzionato da Simon nel corpus delle formule del suo pseudo-Necronomicon;
2) il "babilonese" YUGGSUDUGGU con la variante YUGSUDUK, menzionato nelle cosiddette Tavolette di Kutu, nel Necronomicon fittizio di Carranza. 
 
I falsificatori non mostrano alcuna conoscenza delle lingue dell'antica Mesopotamia, che distorcono a loro piacimento a beneficio dei babbei che credono a baggianate così colossali. Confondono il sumerico (una lingua isolata) con l'accadico (una lingua semitica), ignorano ogni fondamento di fonotassi e di scrittura di entrambe le lingue, spargono fumisterie di ogni genere e arrecano grande nocumento alla Conoscenza.

Un'interpretazione cabalistica

Il mago cerimoniale Thelemita Kenneth Grant (1924 - 2011) ha proposto una tesi singolare: Yog-Sothoth sarebbe stato descritto dal Solitario di Providence come un conglomerato di globi maligni (supposto originale: "a conglomeration of malignant globes"; frase attestata: "only a congeries of iridescent globes, yet stupendous in its malign suggestiveness", L'orrore nel museo, 1933) su ispirazione delle Qliphoth, le cosiddette "Conchiglie", che rappresentano il Male nella cosmologia cabalistica e si contrappongono alle Sephiroth, le emanazioni attraverso cui si rivela l'Infinito (Ain Soph). Nel misticismo ebraico l'insieme delle Qliphoth è conosciuto come Albero della Morte, che è il contrario dell'Albero della Vita. Andrebbe verificato quanto Lovecraft conoscesse davvero le complessità della Cabala. Non mi risulta che conoscesse l'ebraico (aveva soltanto pochi rudimenti di greco). Si è detto e scritto di tutto su di lui e sulla sua ipotetica formazione esoterica. Ricordo la suggestione che lo vorrebbe istruito nei misteri della Massoneria Egiziana la cui fondazione è attribuita a Cagliostro: queste nozioni gli sarebbero giunte tramite la consultazione della biblioteca paterna. Su tutte queste cose sono piuttosto scettico.  
 
Questi sono i nomi delle 10 Sephiroth che compongono l'Albero della Vita: 
 
1. KETHER
2. CHOKMAH
3. BINAH
4. CHESED
5. GEVURAH
6. TIPHERETH
7. NETZACH
8. HOD
9. YESOD
10. MALKUT 
 
Alcune Sephiroth hanno nomi alternativi:
CHESED è anche nota come GEDULLAH;
GEVURAH è anche nota come PAHAD e come DIN;
TIPHERETH è anche nota come RACHAMIN
MALKUT è anche nota come SHEKINAH
 
Le varianti ortografiche sono dovute a diverse convenzioni nella traslitterazione: YESSOD, MALKUTH, etc.  
 
Questi sono i nomi delle 10 Qliphoth che compongono l'Albero della Morte: 
 
1. THAUMIEL  
2. CHAIGIDEL
3. SATHARIEL
4. GAMCHICOTH
5. GOLACHAB
6. THAGIRION
7. HARAB SERAPEL
8. SAMAEL
9. GAMALIEL
10. NEHEMOTH

Le varianti ortografiche sono dovute a diverse convenzioni nella traslitterazione. Alcuni scrivono THAMIEL anziché THAUMIEL.
 
Nel Necronomicon fittizio di George Hay, Yog-Sothoth è costituito da 13 globi maligni i cui nomi sono i seguenti: 

1. GOMORY 
2. ZAGAN 
3. SYTRY 
4. ELIGOR 
5. DURSON
6. VUAL 
7. SCOR 
8. ALGOR
9. SEFON
10. PARTAS
11. GAMOR
12. UMBRA
13. ANABOTH 
 
La fonotassi non è tipicamente R'lyehian, anche se nulla impedisce a questi nomi di appartenere a tale lingua; si nota che un nome suona come il latino umbra "ombra". Non è improbabile che l'autore della teoria delle 13 Depravazioni (vedi sopra) abbia tratto ispirazione dall'opera di Hay.  

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