lunedì 6 dicembre 2021

 
SHOOTING SILVIO
(film grottesco)
 
Titolo originale: Shooting Silvio 
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 2007
Durata: 96 min
Genere: Drammatico, grottesco
Sottogenere: Fantapolitica, antiberlusconismo
Regia: Berardo Carboni
Soggetto: Berardo Carboni, Carlo Durante, Daniele 
      Malavolta
Produttore: Isabella Arnaud 
Distribuzione: Cinedance
Fotografia: Alessio Valori
Montaggio: Manuel Donninelli
Musiche: Stefano Lentini
Scenografia: Alessandro Pavone, Dionisia Cirasola
Costumi: Alessandro Bentivegna
Trucco: Alessandro Cardillo
Interpreti e personaggi:
    Federico Rosati: Giovanni detto Kurtz
    Alessandro Haber: George; il notaio
    Antonella Bavaro
    Antonino Iuorio 
    Remo Remotti 
    Fabrizio Raggi 
    Giovanni Visentin
    Sofia Vigliar: Se stessa
    Mia Benedetta
    Melanie Gerren: Melanie
    Virgilia Imbriani 
    Ariele Vincenti 
    Marco Travaglio: Se stesso
    Erlend Øye: DJ della festa di Kurtz
Budget: 140.000 euro
Box office: 13.800 euro (nelle prime 9 settimane)
 
Trama: 
Il potere del Premier Silvio Berlusconi è all'apogeo e in tutt'Italia si respira un'aria molto pesante. Giovanni, che si fa chiamare Kurtz come il personaggio interpretato da Marlon Brando in Apocalypse Now, è un giovane romano ricchissimo, eccentrico, orfano e irrequieto, che passa la sua vita crepuscolare tra una festa e l'altra. Una sera, nel corso dell'ennesimo party, lancia un'idea bizzarra: intende organizzare la scrittura collettiva di un libro contro Berlusconi, intitolato Shooting Silvio, a cui ciascuno potrà contribuire con un'idea per eliminare il controverso magnate lombardo in una qualsiasi delle tante accezioni possibili (politica, fisica, metafisica, metaforica, etc.). L'idea non ha tuttavia alcun successo, dato che è fiacca e fa schifo sul nascere, così Kurtz, al colmo dello spleen, passa a concepire qualcosa di più concreto e violento: un piano dettagliato per uccidere il Presidente del Consiglio. Il punto è che le motivazioni dell'odio che anima il giovane sembrano piuttosto futili. Abbandonato dalla fidanzata e dagli amici, Kurtz si organizza per l'azione, infiltrandosi in Forza Italia e riuscendo infine a portare il suo contorto piano a compimento. Ma ci riesce veramente? Ciò che vediamo è una sequenza di fatti reali o è soltanto un film mentale del protagonista? Pillola blu o pillola rossa?
 
Scene memorabili:

Nel corso di una baldoria, compare una scrittrice norvegese più brutta della merda, woke e gender fluid fino al midollo, che gorgoglia ubriaca borbottando senza sosta il nominativo alterato del Magnate di Arcore: "Benito Berlusconi". Una trovata a dir poco puerile. Credo che sia più piacevole ascoltare il rumore dei peti di un mulo.
 
Kurtz si reca nel locale di un gangster, esponente di Forza Italia, in cui una ballerina lasciva danza una lap dance al suono di una canzone in francese che è un inno berlusconiano alla prostituzione: esalta le puttane, al punto che "je t'aime" fa rima con "putaine"!

In un oscuro angiporto romano, Kurtz possiede carnalmente l'africana Melanie, infilandole il cazzone da dietro, more ferarum. Niente gomma! Le eiacula dentro, nella vagina profonda, senza pensare alle possibili conseguenze. Lei si presta, anche se non sembra particolarmente entusiasta. La si vedrà dopo 20 anni sul canale #MeToo, infierire sull'ex amante ormai ergastolano. 
 

Recensione: 
Questa pellicola è la cronistoria di un'epoca allucinante, rovente, che è ancor poco definire folle. Per descriverne l'atmosfera, è necessario parafrasare l'ashkenazita Benjamin Disraeli, Primo Ministro della Regina Vittoria: "Due nazioni tra le quali non c’è rapporto e simpatia; che sono così ignoranti dei costumi, dei pensieri, dei sentimenti l’una dell’altra come se abitassero in diverse zone o addirittura in diversi pianeti: i berlusconiani e gli antiberlusconiani." Si aveva proprio questa impressione. Il disagio causato dall'influenza del berlusconismo ha continuato a lungo a provocare suppurazioni in un tessuto sociale ormai incancrenito. Un fenomeno simile potrà ripetersi in futuro? Non posso escluderlo. La specie Homo sapiens, ormai colpita da morbo di Alzheimer, vaneggia senza sosta, incapace di comprendere che la vera maledizione è l'esistenza.
Sorprende la scelta del regista, che ha girato un film quasi interamente in bianco e nero. Soltanto poche scene e il finale sono a colori: tra queste si nota quella in cui Kurtz guarda alla televisione Il grande dittatore (The Great Dictator, Charlie Chaplin, 1940). C'è anche un frammento di animazione, quando il protagonista entra in azione. Si segnala l'interpretazione di Alessandro Haber, quell'attore calvo coi porri e col ghigno distorto, che tutti ricordiamo in Amici miei - Atto II° (Mario Monicelli, 1982), per aver rivestito i panni del marito cornuto distrutto da uno scherzo feroce al cimitero. 
 
 
Breve intervista di Kurtz a Marco Travaglio 
 
Kurtz: "Cosa succederebbe se qualcuno lo mettesse, come dire, fuori gioco, lo facesse uscire di scena, di colpo?"
Marco Travaglio: "Beh, sarebbe un deicidio. Perché un uomo che si paragona a Gesù Cristo, chiunque lo volesse eliminare commetterebbe non solo un omicidio, ma anche un deicidio, che è molto più grave. A parte gli scherzi, credo che sia impossibile... metterlo fuori scena e forse non sarebbe neanche giusto. È bene che comunque, sia pure in posizioni indebolite, cioè sia pure nei ranghi che gli sarebbero consentiti da qualunque altra democrazia, quindi non dall'Italia, rimanga Berlusconi come una specie di testimone di come si può diventare quando si perdono i sensi veri della democrazia. Perché, come diceva Gaber, ciò che preoccupa non è Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me." 

 
Dialogo di Berlusconi con la Morte
 
Berlusconi: "La prego, smettiamola con questa farsa. Io credo di aver fatto sempre il mio dovere e di aver dato conto alla Nazione. Mi faccia capire dove ho sbagliato. Come ho potuto attirarmi tanto odio?" 
Kurtz fa una boccaccia.
Berlusconi: "Posso levarmi la maschera? Mi arriva poca aria."
Kurtz: "Mio padre l'avrebbe votata, lo sa? Era convinto che lei avrebbe cambiato l'Italia. Il giorno che i miei sono morti, ho pensato a lei. Lei per me rappresenta la Morte. È l'immagine della Morte. Vuole morire prima del tempo, Presidente?" 
Berlusconi: "Se lei mi uccide, io passerò alla storia come un imprenditore industriale, un grande statista e un martire civile. Lei invece sarà ricordato come un pazzo omicida. Se invece mi lasciasse andare, si farebbe un breve periodo di prigione e poi avrebbe tutte le possibilità di esprimere le sue idee. Che lo voglia o no, lei ormai comunque è una star."
Kurtz: "Ogni storia che precipita ha la sua scatola nera. Ma questo non rimarrà un segreto di Stato. Siamo in diretta su ShootingSilvio.com, Presidente. Così tutti potranno capire." 
Berlusconi: "Se sta filmando, perché vuole lasciarmi questa maschera?"
Kurtz: "Non le ho messo la maschera di Cappuccetto Rosso, ma quella di Kurtz. Ma ora devo agire. Le parole se le porta via il vento." 
Berlusconi: "Io non sono la Morte. Cosa pensi di risolvere se mi uccidi? Che vuoi fare? Vendicarti delle tue ossessioni? Diventare tu la mia morte?" 
Kurtz: "Sto cercando di convincermi che sono uno squilibrato! Io so benissimo chi è lei! Lei è il simbolo di quest'epoca senza sogni! La prova vivente della commistione tra ricchezza, politica e influenza mediatica! L'incarnazione di tutto ciò che distrugge i sentimenti per cui vale la pena vivere! Bisogna dare un segnale importante, dimostrare che si può ancora cambiare rotta, che l'etica degli affari non deve prendere il sopravvento per forza. Ma cosa crede? Ho cercato di risolvere la faccenda diversamente, ma ogni cosa era troppo debole. Sarebbe stata un'interferenza, niente di più." 
Berlusconi: "Come ti chiami?"
Kurtz: "Kurtz." 
Berlusconi: "Bel nome ti sei dato. Sei giovane, lo sento. Vero? Sbagli a pensare che il legame tra politica e affari sia un male dei nostri tempi. Le regole del potere sono sempre le stesse, i re sono sempre stati ricchi e famosi. Ma il tuo errore più grande è credere che io non abbia sentimenti, che sia un arido calcolatore. A me piace cantare, lo sai, no? Adoro abbracciare i mie figli. Ridere e passare le serate a scherzare con gli amici. Raccontare barzellette, perché no? Ho poco tempo, ma quando posso, lo faccio. Che c'entra tutto questo col denaro e col potere? Ma tu credi che si possa costruire tutto quello che ho costruito seguendo una logica aritmetica? Se avessi detto a qualcuno, quando cantavo sulle barche o vendevo aspirapolveri a domicilio, che sarei diventato l'uomo più ricco d'Italia e il Presidente del Consiglio, mi avrebbero riso in faccia. Mi avrebbero preso per pazzo. Ma la vita non è razionale. Bisogna avere grandi sogni per fare grandi cose. La Terra senza sogni non girerebbe, sarebbe ferma. Io sono un guascone, un sognatore."
Kurtz: "Tu m...m'hai fregato! Tu m...m'hai fregato! Ti fischiano le orecchie, Presidente?"
Kurtz punta il fucile. Cala il sipario. 

Si nota che Berlusconi dice che Kurtz avrebbe fatto solo un breve periodo di prigione, in caso di rinuncia ai suoi propositi omicidi. Dubito che ciò sia plausibile: Kurtz, anche se avesse lasciato libero il Presidente del Consiglio, quasi certamente sarebbe stato condannato per strage politica, un reato per cui è previsto l'ergastolo - con la concreta possibilità di finire al 41-bis. 


Tentativi di censura 

Rispetto al film di Rossi-Giometto, Ho ammazzato Berlusconi (2008), c'è stata una reazione più vigorosa. Questo per ovvi motivi, particolarmente cogenti: non si parla della morte accidentale di un esponente politico, bensì di un vero e proprio attentato il cui fine è la sua soppressione. Questi erano i tre rischi, tra loro strettamente intrecciati e dai confini non sempre separati in modo netto:
 
1) Emulazione: si è manifestato il timore che uno spettatore potesse immedesimarsi in Kurtz ed essere portato a imitarne le gesta, attentando concretamente alla vita del Presidente del Consiglio. 
2) Istigazione: si è manifestato il timore che il film potesse aizzare gli spettatori, spingendoli ad attentare concretamente alla vita del Presidente del Consiglio, ad esempio presentando la sua uccisione come un "tirannicidio".
3) Apologia: si è manifestato il timore che il film potesse giustificare e presentare il luce positiva l'atto concreto di attentare alla vita del Presidente del Consiglio, sorvolando sul fatto che tale azione costituisce un delitto.
 
Si aggiunge inoltre la possibile aggravante dei futili motivi: i discorsi di Kurtz esprimono idee piuttosto larvate, in forma rudimentale e a tratti persino di un'ingenuità disarmante. Se bastasse il contenuto di dialoghi di tal fatta per spingere all'omicidio, nessuno sarebbe al sicuro. 

Il caso Tartaglia 

Il 13 dicembre 2009 ci fu in effetti un attentato a Berlusconi. Le cose andarono così: un quarantaduenne in cura per problemi psichici, Massimo Tartaglia, in occasione di un comizio riuscì ad avvicinare il Premier e gli scagliò in faccia un simulacro del Duomo di Milano, arrecandogli lesioni al volto e ai denti - giudicate gravissime. In seguito, l'attentatore ebbe a dire di aver agito per odio nei confronti dell'imprenditore e del suo partito; le sue motivazioni non sembravano poi troppo dissimili da quelle enunciate da Kurtz nel film Shooting Silvio. Non mi stupirei se un giorno si riuscisse ad appurare che la pellicola di Carboni sia stata davvero visionata da Tartaglia prima di entrare in azione. Inoltre il quarantaduenne aveva anche ricevuto una delusione d'amore: proprio come era successo a Kurtz, la sua ragazza lo aveva lasciato. Fu giudicato incapace di intendere e di volere, così evitò la condanna al carcere. Gli argomenti che poté addurre furono considerati "deliranti" dal magistrato. Fu dapprima ricoverato in una struttura psichiatrica, dopodiché gli fu concessa la libertà vigilata. Nel 2016 questa misura fu revocata e Tartaglia tornò ad essere un uomo libero, in quanto fu stabilito che fosse venuta meno la sua "pericolosità sociale". 
 
Fenomenologia dell'antiberlusconismo
 
Esistono due tipi di antiberlusconismo, tra loro molto diversi: 

1) antiberlusconismo razionale;
2) antiberlusconismo irrazionale
 
Il primo è sicuramente legittimo e fondato su argomenti oggettivi, che meritano di essere considerati, discussi a fondo. Il secondo, nascendo da moti viscerali e dall'isterismo, è da rigettarsi. 


Antiberlusconismo razionale 

Possiamo stilare una lista sintetica di problematiche alla base della critica e dell'opposizione nei confronti di Berlusconi e della sua politica. Mi rendo conto che difficilmente sarà esaustiva. In ogni caso eccola: 

- i molteplici aspetti controversi dell'attività imprenditoriale;
- la non chiara origine dell'immenso patrimonio;
- la presenza di gravi capi di imputazione con conseguenti processi; 
- i molteplici aspetti controversi dell'attività politica;
- i conflitti di interesse;
- le leggi ad personam;
- i tentativi di modificare la Costituzione; 
- i tentativi di indebolire i poteri della Magistratura; 
- i molteplici scandali sessuali;
- le escort presentate come intelligenti imprenditrici capaci di valorizzare il proprio corpo;
- il tentativo di abbassare la maggiore età a 16 anni;
- l'uso del calcio come strumento politico; 
- l'imperterrita attività di "gaffiere", ossia maestro di gaffe;
- la lobotomizzazione delle masse, sottoposte tramite i media al lavaggio del cervello;
- la radicale opposizione a ogni attività sociale nel Web, con reiterati tentativi di sopprimere la Blogosfera;
- la distruzione della Settima Arte in Italia, sostituita dai cinepanettoni. 
 
Per approfondimenti, si rimanda alla pagina di Wikipedia: 

 
Ebbene, queste controversie esistono e sono difficili da negare. Non sono fatte di aria sottile. Com'è ovvio, i fautori del berlusconismo sostengono che si tratti di distorsioni (ad esempio i processi sarebbero "persecuzioni portate avanti da una Giustizia ad orologeria gestita da giudici comunisti", etc.). 

 
Antiberlusconismo irrazionale
 
L'antiberlusconismo irrazionale si basa essenzialmente su un paralogismo e su due equazioni insensate: 
 
1) Berlusconi è identificato con Mussolini; 
2) Berlusconi è identificato con Hitler. 
 
In quest'ottica, il berlusconismo viene considerato come identico all'ideologia fascista e/o all'ideologia nazista, nella loro popolare definizione di Male metastorico. Il paralogismo fondante è il seguente: 
 
Se A è il Male e B è il Male, ne consegue che A è uguale a B.

Bisogna smettere di abusare di parole come "fascismo" e "nazismo". Non giova a nessuno. Rende tutto ancor più assurdo. Provoca distorsioni insidiose. Allontana dalla realtà. Allontana dalla comprensione degli eventi storici. Vorrei che lo si capisse. Vediamo di fare giusto un paio di ragionamenti. In quale stato fascista sarebbe permesso a chiunque scrivere un libro o realizzare un film il cui titolo inneggia all'omicidio del dittatore? Mi piacerebbe saperlo. Forse che nell'Italia fascista sarebbe stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Mussolini? Sarebbe stato possibile girare un film intitolato Shooting Benito oppure Ho ammazzato Benito Mussolini? No di certo!  Forse che nella Germania nazionalsocialista sarebbe stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Hitler? Sarebbe stato possibile girare un film intitolato Shooting Adolf oppure Ho ammazzato Adolf Hitler? Certo che no, Schweinegott! Si finiva abbattuti per molto meno! Eppure nell'Italia di Berlusconi e del berlusconismo è stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Berlusconi e girare due film intitolati rispettivamente Shooting Silvio e Ho ammazzato Berlusconi. Nessuno è stato processato per questo, nessuno è finito in prigione, anche se la cosa non è certo piaciuta al leader di Forza Italia. La censura non è riuscita a far scomparire le opere in questione. Non ha avuto mezzi sufficienti per farlo. Nessuno è finito sprangato, privato di ogni diritto civile, mandato al confino, deportato in un campo di concentramento e neppure gassato. Piaccia o no, questo non è fascismo né tantomeno nazismo. Allo stesso modo non è comunismo ciò di cui così spesso si è lamentato Berlusconi. Ricordo ancora quando D'Alema gli rinfacciò che in un regime comunista non gli sarebbe stato possibile essere proprietario di tre reti televisive. Ecco, mi sembra che esista un abisso tra D'Alema e Pol Pot, tanto per fare un esempio. E questo è quanto. 
 
Un esperimento concettuale ucronico

Antiberlusconismo esclusiva caratteristica della sinistra? E chi lo ha detto? Questo luogo comune è strettamente legato al peculiare contesto italiano dei tempi in cui Berlusconi si è manifestato e ha operato. In altre condizioni, le cose sarebbero diverse. Ad esempio, il berlusconismo non sarebbe affatto piaciuto ai Sansepolcristi. Immaginiamo un esperimento concettuale ucronico: il Magnate di Arcore catapultato con una macchina del tempo nei primi anni della Germania di Weimar. Cosa gli sarebbe accaduto? I Freikorps gli avrebbero fatto fare la fine di Walther Rathenau, accusandolo di essere ebreo e massone. C'è sempre da riflettere sulla complessità della Storia.


Altre recensioni e reazioni nel Web 

In genere, in Italia la pellicola di Carboni è considerata del tutto prescindibile. Sul sito del Davinotti, Pigro ha scritto:

"Orfano ricco, viziato e annoiato decide di uccidere Berlusconi. I primi 30 minuti sono di una noia mortale; seguono altri 30 minuti inconcludenti, finché il film si incanala su un livello appena accettabile da mediocre ma pretenzioso cinema italiano, fino agli ultimi 5 minuti (il dialogo tra il giovane e Berlusconi) davvero belli. Sospeso tra ambizioni da cinefilia (citazioni sovrabbondanti e trendy), aspirazioni al cinema politico (assente) e racconto generazionale, il film non sbroglia la matassa del pasticcio originario. Evitabile."
 
Si segnala una recensione in controtendenza, opera di Giulio Zoppello e pubblicata su Cinematographe.it. È ricca di spunti di grande interesse. 
 
 
A quanto pare, il film è più apprezzato nei paesi anglosassoni, dove annovera qualche fan entusiasta ed è addirittura diffusa la credenza che sia basato su una storia vera! Probabilmente tutto è nato da utenti che hanno interpretato in modo distorto l'attentato compiuto da Tartaglia. 

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