mercoledì 9 marzo 2022


SEBORGA, OMPHALOS DELLA CONFUSIONE 
 
Una micronazione e i suoi falsi: cui prodest?

Sono ormai più di due anni che un amico, purtroppo defunto, mi parlò di qualcosa di eccezionale che aveva visto con i suoi occhi viaggiando per la riviera ligure di Ponente. Descrisse un impervio paesino chiamato Seborga, sito nei pressi di Bordighera, che costituirebbe uno stato indipendente, una specie di enclave nel territorio italiano. Era affascinato dalla moneta locale, il luigino, nella quale potevano essere cambiate le lire tramite appositi uffici. Qualcuno direbbe per pura coincidenza, mi capitò in mano in quei giorni una rivista con un articolo che parlava del Principato di Seborga, il cui territorio a quanto si diceva non sarebbe parte integrante della nostra nazione. In sintesi, negli anni '60 questo borgo fu dichiarato indipendente e sovrano da un suo cittadino, Giorgio Carbone. Costui si insignì all'improvviso del titolo di Principe. La rivendicazione si basava sul fatto che il comune di Seborga non sarebbe stato registrato dai Savoia nei propri domini, e non passò quindi alla Repubblica quando questa fu proclamata. Giorgio Carbone passò così da capo della corporazione dei fiorai a sovrano, ornato del bizzarro titolo di Sua Tremendità

Lo staterello ligure mi incuriosì non poco, ma dovendo occuparmi di cose più importanti, mi uscì del tutto di mente. Durante i miei vagabondaggi per la blogosfera splinderiana mi capitò ancora di incrociare il nome di Seborga: esisteva un blog chiamato
Utopia Micronation in cui alcuni post erano dedicati all'argomento di cui stiamo trattando. Mi accorsi subito che si trattava di un argomento controverso. Se il Principe di Seborga sosteneva i suoi diritti, in realtà non era mai esistito alcun riconoscimento da parte dell'Italia. Non solo, ma una blasonata proclamatasi discendente di Federico II affermava di avere diritto a quel fazzoletto di terra. Per contro un nobile genovese aveva colto l'occasione per estendere gli angusti domini territoriali del Pontefice, sostenendo a spada tratta l'appartenenza feudale di Seborga al Vaticano. Un utente anonimo particolarmente livido sputava veleno, sostenendo i diritti feudali del Vaticano e deplorando il fatto che una fantomatica "setta neocatara" volesse impadronirsi del paese. Senza esitare scesi in campo, e quello, terrorizzato dal 666 contenuto nel mio nick, fuggì via senza farsi più rivedere. Il blog è attualmente del tutto vuoto, ma i suoi contenuti possono essere trovati in Rete, sparsi su decine di siti. 

Poco tempo fa mi è venuto in mente di tornare ad occuparmi di Seborga, quasi per un'improvvisa illuminazione. Per prima cosa ho cercato in Google e sono entrato in un portale del Principato. Analizzandone i contenuti con attenzione, subito mi sono accorto della sovrabbondanza di gravi inconsistenze nella contorta storia seborghina presentata online.
 
Emerge una certa incapacità di distinguere i Catari dai Druidi: li si presenta come antichi sacerdoti precristiani operanti nella zona già nel 400 d.C., contro ogni buon senso storico. Anche le affermazioni più sobrie rigurgitano di visioni distorte. Basta analizzarne qualcuna
presa a caso.  
 
"Seborga (originariamente CASTRUM SEPULCRI), antico Feudo dei Conti di Ventimiglia, era una base molto importante dei Catari, setta religiosa che si sviluppò, in seguito, nella vicina Provenza e lingua D’Oc."
"Il movimento Cataro, che viveva in estrema povertà, molto rigido rispetto al Culto Cattolico e che contestava il potere temporale ed economico della Chiesa di Roma, non portava certo benefici ai proprietari del Feudo, che venivano privati della riscossione delle gabelle."  
"Per la ragione su esposta e per il fatto che si era sviluppata, nella famiglia dei Conti Guerra, una credenza di maleficio, che, seguendo il consiglio dell’Arcivescovo di Arles o del Priore di Montemaggiore, nell’anno 954, il Feudo fu ceduto ai Monaci Benedettini di Santo Onorato in Lerins."
 
La cronologia è del tutto errata. Nel X secolo non si può parlare certo di Catarismo, come abbiamo mostrato ripetutamente. Si può supporre che al massimo nel 954 qualche Fundaita abbia visitato la regione, facendo ai locali strani discorsi sulla corruzione della Chiesa Romana e sull'illiceità del matrimonio.

Del tutto fuorviante è anche l'analisi prensentata nel sito: è vero che la Chiesa di Dio era di un'estrema povertà, ancor più severa di quella di San Francesco, ma in media c'era un Perfetto ogni cento Credenti, e molti membri del movimento erano ricchissimi. Vi erano anche principi catari. Farinata degli Uberti era cataro, così come Ezzelino da Romano e suo padre prima di lui. Il discorso delle gabelle non regge: i Credenti erano molto laboriosi. Inoltre, essendo ferocemente ostili alla Chiesa di Roma, ogni signore che non fosse guelfo avrebbe avuto interesse a sostenerli per potersi impossessare delle proprietà ecclesiastiche.
 
In alcuni punti si giunge a un assurdo revisionismo: 

"Dicono la storia e la leggenda, che dopo la repressione condotta in Provenza contro la Comunità, con la famosa Crociata condotta intorno al 1150 da Simon De Monfort e nel 1200 dal Vescovo di Tolosa, che fece abbattere  il Castello Abbazia di Monsegue (sic), dove furono bruciati vivi oltre trecento  tra uomini, donne e bambini, gli unici Catari sopravvissuti siano proprio quelli di Seborga e che qui sia stato nascosto e sepolto il mitico 'Graal'."
 
Secondo l'autore di questo testo, Simon de Montfort avrebbe guidato la nefasta guerra di sterminio quindici anni prima di nascere! In realtà le ostilità iniziarono nel 1209 e Montfort fu ucciso nel 1218. L'assedio di Montsegur (non Monsegue) si concluse nel 1244. Stando al revisionista, gli eroici difensori di Montsegur sarebbero stati bruciati prima ancora dell'inizio del genocidio. È del tutto falso affermare, come fanno molti francesi, che il Catarismo morì con Montsegur. In Italia era ancora fiorente, e iniziò a declinare soltanto a partire dal terribile rogo di Verona del 1278.
 
A parte il fatto che già solo per ragioni demografiche di certo nel XIII secolo c'erano più Catari a Saronno che a Seborga, il fatto che nella zona di Bordighera sussistesse un simile centro del Catarismo non risulta affatto. Non nego che ci siano stati Catari a Seborga, per il semplice fatto che ce n'erano praticamente dovunque! Non potevano comunque essere molto numerosi: se anche l'intera popolazione di quel paesino fosse stata composta da Credenti, dire che erano un centinaio era tanto. Non mi pare che qualche autore parli di Seborga in connessione alla religione dei Buoni Uomini, e non si conosce il nome di un solo Perfetto originario di quella regione. Possiamo descrivere abbastanza bene i vescovati catari in Italia e in Linguadoca, e per contro non sembra che alcun centro della Liguria fosse sede di un vescovo cataro. Genova era descritta come un luogo pullulante di eretici, ed è verosimile credere che il Catarismo ligure si sia irradiato proprio da quella città, che a sua volta lo aveva ricevuto dal Piemonte.
 
Per definire meglio l'intera questione, mi sono anche affidato alla versione cartacea della famosa Enciclopedia Utet del 1973. All'epoca in cui fu impressa ero un moccioso e credevo che il nome Enciclopedia traesse la sua etimologia dai Ciclopi. Ecco quanto riporta:
 
"SEBORGA. Comune della Liguria, con 247 ab., in provincia di Imperia, da cui il capoluogo, a m 500 sul mare, dista 46,5 km a NO."
 
Questo è tutto. La cosa mi ha sorpreso, viste le continue mormorazioni incentrate su questo suggestivo borgo ligure da qualche anno a questa parte.

Dato che gran parte della storiografia fittizia parla diffusamente dei Cavalieri Templari, ho chiesto alla carissima amica Krak, esperta in materia, cosa ne pensasse. Riporto qui il suo prezioso contributo: 
 
"Scorrendo le pagine che riguardano il fantomatico Principato di Seborga ho notato delle grossissime incongruenze che riguardano la storia dei Templari. I fautori di tale sito affermano che nel 1118 il Principe-Monaco Edouard (tra l’altro non identificabile) nomina i primi 9 Templari in Seborga. Da quel momento il luogo diverrà il primo stato Sovrano Cistercense della storia. Per quanto lacunosa la gloriosa storia del Tempio, ha riferimenti piuttosto attendibili riguardo alla nascita dell’Ordine. Guglielmo di Tiro ci narra di quando i primi nove fondatori si presentarono al reggente Baldovino II per fare voto di povertà castità e obbedienza. La data oscilla tra il 1118 e 1120 (non ci sono riferimenti più specifici sicuri). Il sito di Seborga prosegue affermando che San Bernardo nel 1117 si trovava nel loro “principato” per consacrare i primi 9. A me sembra piuttosto verosimile considerando che aveva ricevuto il terreno su cui sorgerà Chiaravalle nel 1115. Della vita di tale monaco abbiamo varia documentazione storica, in nessuna di esse viene citato un suo viaggio in tale luogo. Tra l‘altro non capisco come sia possibile che San Bernardo benedica i 9 nel 1117 e il Principe-Monaco nel 1118, quindi secondo il sito i Templari si sarebbero trattenuti a Seborga più di un anno, un bel lasso di tempo….a quale scopo? La presunta storia prosegue citando tra i fondatori il Conte di Champagne, notizia non vera, egli entrerà nella milizia solo nel 1126. Inoltre è quasi certo che il fondatore del’Ordine Ugues de Payns sia andato in Terra Santa nel 1114 con il Conte di Champagne e lì sia rimasto dopo la partenza di quest’ultimo l’anno dopo. Quindi non vedo come sia possibile che tra il 1117 e il 1118 si potesse trovare a Seborga. Proseguendo il testo gli stessi sarebbero rientrati nel Principato nel 1127 per incontrarsi di nuovo con San Bernardo. In questa circostanza avrebbe nominato il primo Gran maestro. Tutto ciò è falso Ugo de Payns ricopriva tale carica dalla fondazione. Non è vero che tutti i primi 9 fecero ritorno in Europa per partecipare al concilio di Troyes. Ancora secondo chi ha redatto questo scempio storico San Bernardo i Templari e Padre Gerardo di Mortigues, che nel 112 aveva fondato l’ordine che oggi si chiama Cavalieri di Malta, si incontrarono in segreto a Seborga. Ora prima di tutto va detto che l’ordine venne fondato nel 1113 (la documentazione si trova alla Valletta) dal Beato Gerardo Sasso morto nel 1120, quindi a parte il grossolano errore di date, vorrei sapere come faceva Gerardo ad essere presente ad un presunto incontro avvenuto nel 1127 se a quella data era già morto da 7 anni. Il racconto prosegue affermando che sempre il Principe-Monaco Edouard in tale occasione avrebbe eletto Ugues de Payns Gran Maestro (come già detto era in carica dall’anno della fondazione). Per ultimo affermano che quindici dei Cavalieri Templari furono anche Principi pro tempore di Seborga tra cui Guillaume de Chartres che morì li a seguito di ferite riportate in Terra Santa nel 1219. Mi chiedo, se tutto ciò fosse vero, perché non esiste nessuna documentazione in merito? È documentata invece la morte del de Chartres avvenuta a causa della peste durante l’assedio di Damietta. Un ultimo pensiero se tale Gran Maestro è sepolto a Seborga dove possiamo visitare la sua tomba, io la vedrei volentieri…."
Saluti
Krak
 
Per fare paragoni sui Templari a Seborga, potrei citare Menelao morto a Troia nel film Troy. In conclusione, i cittadini di Seborga sono sottoposti alla legge dell'Italia, le loro guardie in uniformi multicolori sono l'equivalente della Polizia Locale, il luigino non è diverso dalle banconote usate dalla Lega Nord nelle sagre di paese, semplici buoni con il faccione rubicondo di Bossi e la scritta "cincentfranc".

(Il Volto Oscuro della Storia, 15 dicembre 2007)

Il Principe Giorgio Carbone (Giorgio I) è deceduto il 25 novembre 2009. Il titolo è passato a Marcello Menegatto (Marcello I) il 25 aprile 2010. Dal 10 novembre 2019, in seguito all'abdicazione di Marcello I, la Principessa di Seborga è Nina Dobler Menegatto.

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