mercoledì 11 maggio 2022

METANÒR

Quello che mi accingo a descrivervi desterà in voi più di un dubbio sulla mia sanità mentale, ma nonostante ciò non posso più passare la cosa sotto silenzio. La mia permanenza forzata nell’orrida colonia di Cardano al Campo è stata resa tormentata e insopportabile da molteplici manifestazioni che la Scienza può soltanto definire allucinatorie. Non arrendendomi alla mia disgrazia, ho persino teorizzato in cerca di una qualche spiegazione, e ho anche dato un nome ai demoni astrali che mi perseguitavano: Metanòr. Questi Metanòr hanno forma di grossi bruchi microcefali simili per sagoma a una pera, panciuti, come certe larve migranti sottocutanee. In cima alla piccola testa sta un unico occhio umano. Nessun segno di apparato masticatore. Il corpo è segmentato, molle e coloratissimo, non troppo diverso dal corpo di certi bruchi della nostra realtà: ad esempio i Metanòr hanno le sei zampe vere da insetto, nere, e molte paia di pseudozampe colorate, coperto di radi cernecchi di peli, di papule, di piccole vibrisse e di altre escrescenze. Il tutto si muove e si inarca con movimenti complessi ed alquanto abominevoli. La massa delle loro viscere pulsa di continuo sotto l’esile pelle. La percezione di uno o più Metanòr è avvenuta da principio con la Seconda Vista, una specie di senso difficile a descriversi, che mi ha accompagnato per tutta l’esistenza. Presto però hanno cominciato a subentrare sensazioni nettamente fisiche, come l’onda di ribrezzo, che più di una volta mi ha fatto urlare per strada. Una volta, mentre mi dirigevo dal luogo in cui ero costretto a lavorare al tugurio cadente in cui dormivo, la crisi è stata tanto forte da provocarmi quasi lo svenimento. Per fortuna nessuno mi ha visto, altrimenti mi avrebbero di sicuro preso per un drogato o per un derelitto affetto dalla fase terminale del delirium tremens. I Metanòr mi attaccavano in sfuriate successive, inducendomi pensieri immondi, come il contatto con latrine e con escrementi, umani e non umani. Facevano formare immagini deboli ma non descrivibili a parole di tutto ciò che di più orribile può essere concepito nell’Esistenza. Quando più Metanòr mi abbattevano unendosi, i loro occhi si fondevano in un occhio gigantesco e lucente, a volte con più pupille. In quelle occasioni, io dico che si sono uniti in corona, come se fosse un processo quantistico in cui nuvole orbitali probabilistiche di atomi esotici si ibridizzano. Sempre, ogni volta che ciò mi è accaduto, ho perso completamente il controllo sui miei pensieri e la mia libertà è stata violata. I teologi di due millenni potranno blaterare quello che vogliono, ma nessuno potrà mai convincermi che esiste il libero arbitrio. Aveva ragione Lutero quando scrisse: “Quod evidens est argumentum, liberum arbitrium esse merum mendacium”. Se il vomito di un verme diabolico è in grado di annichilire la mia volontà, allora sono soltanto una spada nelle mani di entità immonde. Finita la cattività cardanese, la comparsa dei Metanòr è stata sempre meno frequente ed intensa, fino a cessare del tutto. Eppure il terribile shock che l’infestazione mi ha inflitto ha polarizzato la mia materia grigia in modo permanente, e non potrà mai essere dimenticato finché avrò un alito di vita nei polmoni. 
 
Marco "Antares666" Moretti

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