domenica 8 febbraio 2015

PROVE INTERNE DELLA PRONUNCIA RESTITUTA DEL LATINO: L'ALTERNANZA TRA DITTONGO OE E VOCALE U

Le conoscenze scientifiche ci permettono di appurare che il dittongo oi del latino arcaico, eredità indoeuropea in diverse parole del lessico di base, con il tempo è diventato oe. Orbene, i soliti fautori della pronuncia ecclesiastica ab aeterno affermano che questo dittongo oe era puramente grafico e che fin dal suo apparire valeva /e/ come pronunciato nelle scuole. Questo non è proprio possibile. Nel latino classico si scriveva oi fino al II secolo a.C., poi si è affermata la grafia oe, che in epoca classica si è conservata soltanto in un numero abbastanza piccolo di parole: nella maggior parte dei casi questo oe è diventato invece una vocale lunga u /u:/. Questo è possibile dimostrarlo con evidenze incontrovertibili, perché è un dato di fatto. Analizziamo alcune occorrenze del dittongo oe etimologico ridotto a u:

1) Latino cura "preoccupazione" deriva da *coira, che è una forma arcaica, deducibile a partire dalla radice verbale coira-. A sua volta questa forma arcaica discende per rotacismo da *koisa, ed è presente anche in osco e in sabellico senza rotacismo (in un'iscrizione peligna troviamo coisattens = curaverunt, in osco abbiamo coisatens). Il verbo coirare per curare è attestato in numerose iscrizioni. Le voci coeravit per curavit e coeraverunt per curaverunt sono frequentissime. Siccome i sostenitori della pronuncia ecclesiastica pronunciano la sillaba coe- come /če-/, l'assurdo delle loro idee è subito messo nella massima evidenza già da questo singolo esempio.  

2) Latino ludus "gioco" (ma anche "burla; inganno") deriva da *loidos. La forma loedus è attestata. Il greco possiede il verbo λοιδορέω "io insulto; io rimprovero", che potrebbe essere correlato; la radice, non indoeuropea, sarebbe in tal caso giunta alle due lingue classiche dal sostrato tirrenico in tempi e in modi diversi, il che spiegherebbe anche la differenza nella semantica.

3) Latino moenia "obblighi, doveri" alterna con munia id., munus (gen. muneris) "obbligo, dovere; carica; dono votivo", munis "riconoscente, servizievole", municipium "municipio", communis "comune, pubblico" e immunis "ingrato; esentasse; libero". La forma antica di municipium è attestata come moinicipio-, e si ha anche comoinem per communem (CIL i. 196 - del 186 a.C.). I dati di altre lingue indoeuropee confermano l'esistenza dell'antico dittongo: gotico gamains "comune"; antico irlandese moíni "regali".

4) Latino murus "muro" viene da *moiros. La forma moerus è ben attestata, ed esiste anche il ben noto composto pomoerium "spazio di terreno esterno e intorno alle mura della città", che conserva il dittongo -oe- ancora in epoca classica: deriva proprio da post e da moerus.

5) Latino mutuus "prestito" e muto "io cambio" avevano l'antico dittongo -oi-: si trovano chiare corrispondenze in altre lingue indoeuropee, come il greco siciliano μοῖτος "favore" e gotico maiþms "dono". In ultima istanza la radice è la stessa della serie di parole moenia, communis, etc.

6) Latino unus "uno" viene dall'arcaico *oinos: la forma attestata oenus è il diretto antenato di unus. Abbiamo anche oenigenos per unigenitos (Paul. Fest. 225. 2 Th.). Le attestazioni della radice indoeuropea *oino- "uno" sono di una tale imponenza che si potrebbe anche fare a meno di riportarle: proto-germanico *ainaz "uno", donde gotico ains, norreno einn, tedesco ein, inglese one; antico irlandese óen, oín; greco antico οἴνη "asso, uno sui dadi"

7) Latino plus "più", pl. plures, deriva da una forma con oi, *plois-. Ad esempio è attestata la forma avverbiale PLOIRVME. Questo *plois- doveva risalire a sua volta a una protoforma d'origine più complessa che doveva suonare *ple:io:s, dato che una forma plurale pleores è attestata nel Carmen Arvale e in Cicerone.

8) Latino poena "pena" alterna con punio, punis, punire "punire": entrambe le forme sono da un originario *poina (cfr. greco ποινή). Così il derivato impunis è attestato nella forma impoene in Catone. 

9) Latino Poeni "Cartaginesi" alterna con punicus "cartaginese". Si vede chiaramente che la forma di origine è la stessa del greco antico Φοίνικες "Fenici" e Φοινίκη "Fenicia". In Lineare B si scriveva PO-NI-KI-JO. Queste forme a loro volta discendono dall'antica lingua dell'Egitto, in cui è noto il termine Fnkhw, tradotto con "Siriani": la pronuncia era con ogni probabilità /fai'ni:χu/. In etrusco abbiamo l'antroponimo Puinel e i gentilizi Puina, Puine. Reputo che la parola Poeni sia giunta al latino tramite un intermediario etrusco. 

10) Latino utor "io uso", utilis "utile": in antico latino abbiamo le attestazioni oeti per uti (CIL i. 603. 6. 8.) e oitile per utile (CIL i. 201. 9.). In peligno troviamo oisa che traduce il latino usa; in osco abbiamo úittiuf, che traduce il latino usio, gen. usionis "utilizzo"

Per approfondire la questione dei dittonghi e delle loro origini, fornisco un link per lo scaricamento di un'interessante opera del prof. W. M. Lindsay dell'Università di Oxford, in cui ogni dettaglio della fonetica latina è trattato in modo esauriente: si intitola The Latin Language, An Historical Account of Sounds, Stems and Flexions. Un volume datato ma robusto, potente, direi una lettura indispensabile.


Questo invece è un corpus di iscrizioni latine arcaiche:


Che conclusioni possiamo trarre da questo panorama? Semplice: solo in quei casi in cui l'antico dittongo /oi/ si è conservato divenendo /oe/, si è avuta poi la riduzione in /e:/ attraverso una fase intermedia /ö:/. I casi molto più numerosi in cui l'antico /oi/ ha dato /u:/ provano che non si può proiettare indietro all'infinito la pronuncia ecclesiastica di oe come e.
Q.E.D.

A quanto pare i nostri avversari sono caratterizzati dall'idea di avere il controllo sulla realtà e di poterla modificare a piacimento, al punto di negare l'esistenza stessa del latino arcaico, che pure è documentato da numerose iscrizioni. Possono essere paragonati ad alchimisti che cerchino di imporre le teorie di Paracelso e di cancellare ogni principio della chimica moderna. Mentre nel campo delle scienze esatte non c'è molto spazio per simili attacchi, la linguistica evidentemente presenta ancora ampie possibilità di essere contaminata dalla pseudoscienza.

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