mercoledì 8 giugno 2016

HERR KARL LUEGER, ALCIDE DE GASPERI E L'ANTISEMITISMO

Dopo aver mostrato con solidissimi argomenti che il film Babes in Toyland con Stanlio e Ollio è ispirato al Mein Kampf e che è un'opera di propaganda antisemita, passerò a parlare di un argomento altrettanto singolare quanto degno di nota. 


Pochissimi in Italia sanno che Alcide De Gasperi (1881-1954), Presidente del Consiglio dal 1945 al 1953 e Capo Provvisorio dello Stato per dieci giorni nel 1946, nacque in un Trentino che faceva ancora parte dell'Impero Austro-Ungarico. Prima di prendere la cittadinanza italiana fu membro della Camera dei Rappresentanti d'Austria (parte del Reichsrat). Certo, queste informazioni si possono trovare agevolmente su Wikipedia, ma non è affatto nel sapere comune. Tutti sembrano dare per scontato che De Gasperi nacque in Italia e che sia sempre stato un politico italiano, eppure si tratta di un'illusione. In questa Italia che soffoca nella retorica, il sistema scolastico è incapace di fornire qualsiasi nozione importante.

Nella tramontante Austria-Ungheria, Alcide de Gasperi iniziò le sue esperienze politiche a Vienna militando nel Partito Cristiano-Sociale, che corrispondeva al Partito Popolare dell'Italia e al Zentrum della Germania. L'idea di De Gasperi è tuttora esaltata da molti come fondamento primo dell'Europa Unita. Ricordo di aver visto tempo fa un documentario sulla vita del politico in questione, in cui si sosteneva proprio questa continuità tra la dottrina del Partito Cristiano-Sociale e l'Unione Europea, dandone una visione idilliaca. Non va passato sotto silenzio che la trasmissione evitava con cura di fare menzione di alcune verità scomode. È possibile vederla in streaming al seguente sito: 


Vediamo ora quali erano i cardini del partito che attrasse il giovane De Gasperi. Eccoli:

1) Conservatorismo
2) Cattolicesimo politico
3) Nazionalismo Austriaco
4) Antisemitismo
5) Populismo
6) Corporatismo


Fondatore di questo partito fu l'antisemita radicale Karl Lueger, che fu Borgomastro di Vienna dal 1897 alla morte, avvenuta nel 1910. Un cognome davvero bizzarro: per puntualità d'informazione faccio sapere che si pronuncia /lu'e:gɐ/ e non /*'ly:gɐ/, come agli inizi dei miei studi ingenuamente credevo. Per approfondire la figura di questo politico, che fu assolutamente cruciale nella Storia non soltanto d'Austria ma anche dell'intera Europa, rimando al libro di Cinzia Leone "Antisemitismo nella Vienna «fin de siècle». La figura del sindaco Karl Lueger"


«Questo libro di Cinzia Leone ci presenta la figura, in Italia poco conosciuta o comunque dimenticata, di Karl Lueger, borgomastro di Vienna tra fine '800 e inizio '900, protagonista della vita politica nell'ultimo scorcio dell'impero asburgico. Vale la pena ricordare questo avventuriero della politica che ruppe molti schemi tradizionali della vita pubblica austriaca, anche perché costruì il suo straordinario successo personale sull'antisemitismo e ne impresse il marchio sulla finale storia asburgica. Un antisemitismo volgare, rozzo, efficacissimo nell'uso della modernità tecnica e psicologica. Questo antisemitismo popolare, di massa, cui forse neanche lo stesso Lueger credeva, ebbe una grande diffusione e preparò il terreno all'avvento dell'ideologia nazista. Fra gli ammiratori più convinti del borgomastro viennese c'era il giovane Adolf Hitler, che da lui apprese come rendere mediatico e contagioso il disprezzo per gli ebrei. Hitler era segnatamente interessato all'uso politico di tale disprezzo e Lueger lo ispirò durevolmente. [...] La lettura di questo libro, costruito su fonti rare e non sempre facilmente accessibili, si raccomanda per questo scandaglio in Lueger delle radici dell'antisemitismo nazista, ma anche per la descrizione appassionata della Vienna ebraica degli ultimi decenni imperiali. Una Vienna colma di talenti ebraici nella letteratura, nella finanza, nella scienza, si potrebbe dire in ogni ramo del sapere e delle attività umane.»
(Prefazione di Roberto Morozzo della Rocca).

Interessante è anche la recensione di Mara Marantonio Bernardini, datato 01-03-2010, che riporto tal quale: 

«Questo saggio di Cinzia Leone, studiosa di germanistica e di storia degli Ebrei in ambito tedesco e austriaco, si impone per la rilevanza del tema e la profondità con cui esso è trattato. L’Autrice ci presenta la figura di Karl Lüger (sic), Borgomastro di Vienna dal 1897 al 1910, anno della morte. Alla base dello straordinario successo di questo personaggio fu l’aperto antisemitismo: rozzo, dichiarato ai quattro venti, ma utilizzato in modo abile, tanto da attirare l’attenzione e il favore di tanti. Egli utilizzò con intelligenza tecniche manipolatorie della pubblica opinione che insegneranno molto al giovane Hitler, suo strenuo ammiratore, vissuto, com’è noto, nella capitale austriaca dal 1907 al 1913, squattrinato aspirante pittore, in apparenza; attento osservatore della realtà circostante, nella sostanza. Insieme ad un’acuta analisi psicologica del personaggio, con accenni significativi alla famiglia e alla storia personale, l’A. compie una disamina approfondita della sua figura, inserita nel contesto europeo ed austriaco di fine Ottocento, caratterizzato da rilevanti fattori, tra i quali l’arrivo di grandi masse di Ebrei in fuga dalle persecuzioni in atto nell’Est Europa, assai diversi, quanto ad abitudini e stili di vita, dai loro correligionari emancipati, viventi da secoli nei Paesi di lingua tedesca.Fu uomo ambiziosissimo, il cui antisemitismo, pur reale, era tuttavia strumentale alle brame politiche. La sua frase : “Decido io chi è Ebreo!” la dice lunga in proposito. L'opera dà conto della grande varietà di contesti e percorsi, facendo ricorso a fonti interessanti ed inedite sul piano sociale e demografico, ci ricorda come la storia di Vienna sia intrecciata con quella dei suoi Ebrei, i quali pur costituendo, a inizio del ‘900, il 10% della popolazione, si erano messi in luce in tutti i campi. Il Kaiser tre volte si rifiutò di ratificare la nomina di Lüger (sic), proprio a causa del forte antisemitismo, suscettibile di ferire l'equilibrio multinazionale dell'Impero. Alla fine dovette cedere.Il Papa lo benedisse.»  

I libro è scaricabile gratuitamente dall'account della stessa autrice su Academia.edu:


Devo a questo punto menzionare il fatto che Alcide De Gasperi era un grande ammiratore del Borgomastro di Vienna, oltre che egli stesso un antisemita irriducibile. Nella stessa prefazione al libro della Leone, scritta da Roberto Morozzo della Rocca, si cerca in qualche modo di giustificare De Gasperi, affermando che fu una persona profondamente pia e non aggressiva, che seguì Lueger soltanto perché era il suo era il solo partito cattolico dell'Impero ad essere dotato di una certa influenza. A parer mio è difficile non ritenere questa tesi una forma di revisionismo storico. Esistono prove che dimostrano come non sia possibile separare De Gasperi dalla violenta retorica di Lueger.  

Ecco alcuni brani significativi: 

«La storia austriaca dell'Ottocento riassume ancora una volta la questione ebraica come discriminazione essenziale. Quando la giovane Europa conquistò dalle barricate la lotta politica, trovò che l'ebreo Carlo Marx aveva già fondato la Lega dei comunisti, che l'ebreo Lasalle aveva già un esercito in assetto di guerra, che l'ebreo Heinrich Heinecken e le colte ebreee dominavano già nella letteratura ed ebrei dominavano nella industria libraria e una pleaiade di professori ebrei avevano già conquistato le cattedre della scienza».
Alcide De Gasperi, Voce Cattolica (10/11/1902)

«Non saprei meglio caratterizzare le due armate in campo che paragonarle alla guerra fra Roma e Cartagine. ...Da una parte i cittadini viennesi, i professionisti, gli artigiani, il popolo onesto che lavora e i contadini della campagna che combattono per le mura avite e il focolare paterno, cioè Roma. Dall'altra i semiti di Cartagine, i capitalisti che hanno assoldato un esercito di mercenari, il cui grosso è formato dal proletario socialista internazionale... I rappresentanti dell'oro e della bancarotta politica, i fabbricatori della pubblica opinione, i padroni della borsa sono l'etichetta degli altri, che il vero nome è Allianz Israelit... Il loro capo è l'ebreo Ellenbogen. Dall´altra parte lo schieramento cristiano-sociale che ha assestato i colpi più fieri al capitalismo ebreo e ha introdotto il crocifisso nelle scuole, le monache negli ospedali, ha licenziato i maestri socialisti».
Alcide De Gasperi, "Il Trentino" (18/06/1906)

«Va esaltata la lotta contro lo straniero e l'ebreo immigrato dalla Galizia e dalla Russia, questo popolo senza patria e senza diritti».
Alcide De Gasperi, "Il Trentino" (02/03/1910)

"Servo di Dio e futuro Beato"

Nonostante le evidenze riportate, è sotto gli occhi di tutti una Chiesa di Roma che da una parte si affanna a definire gli Ebrei "nostri fratelli maggiori" e che respinge l'antisemitismo, ma che definisce al contempo l'antisemita De Gasperi "Servo di Dio". È addirittura in corso una causa di beatificazione del politico trentino. Quale stridente antinomia! Quale paradosso! Qual è il senso di tutto questo? La spiegazione è senza dubbio in qualche porcata politica. Una cosa è certa: l'antisemitismo di De Gasperi non gli fruttò mai alcuna damnatio memoriae nell'Italia del dopoguerra e fu semplicemente occultato. A quanto ne so, non sembra che alcuna Comunità Ebraica abbia mai fatto qualcosa per fare emergere questo passato; in ogni caso non ho trovato menzione di alcuna protesta. 

Il ruolo cruciale dei Cristiano-Sociali  

Nel Web tanti cianciano di Unione Europea. Parlano di tale mostruosità politica come di un autentico paradiso opposto punto per punto al III Reich e ovviamente privo di qualsiasi nesso con i fondamenti dell'ideologia del Nazionalsocialismo. Invece questo nesso esiste, perché qualcosa accomunava l'ontologia delle idee di Adolf Hitler con quelle dei Cristiano-Sociali, nonostante ci sia realmente una differenza abissale nelle costruzioni politiche che a partire da queste si sono sviluppate. I Cristiano-Sociali hanno dato origine a un'Europa Unita che porta in sé la natura babelica dell'Impero Austro-Ungarico, che avrebbe ripugnato profondamente il Cancelliere del Reich. Eppure una loro fibra ha trovato modo di allignare in Hitler e di accrescersi, acquistando sempre più forza fino a dare origine alle politiche antisemite della NSDAP.

Due pesi, due misure

Il Nazionalsocialismo ha subìto Nemesi e ha pagato per le sue responsabilità. Tuttavia i Cristiano-Sociali non hanno pagato affatto per le loro responsabilità. La tirannide politically correct usa due pesi e due misure. Se tuttavia passiamo dalle responsabilità fisiche a quelle metafisiche, definite dal nesso causale che lega gli eventi, mi sento di dire senza esitazione alcuna che i Cristiano-Sociali hanno colpe anche più gravi di quelle del Nazionalsocialismo. Infatti senza Herr Lueger e senza il suo Partito Cristiano Sociale, Adolf Hitler con ogni probabilità non sarebbe diventato antisemita e la Storia avrebbe preso un corso molto diverso da quello a noi tutti noto. Non mi è chiara la natura degli eventi che si sarebbero innescati, ma senza dubbio si tratta di qualcosa del tutto dissimile da quanto è accaduto. Forse sarebbe una buona occasione per scrivere un romanzo ucronico.

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