NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
(LA MARCIA DEI SOLDATI DI LEGNO)
(LA MARCIA DEI SOLDATI DI LEGNO)
Titolo originale: March of the Wooden Soldiers -
Babes in Toyland
AKA: Il Villaggio Incantato
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 1934
Durata: 75 min (versione integrale, rara);
67 min (versione ridotta)
Colore: B/N - Colorizzato 2 volte, la prima nel
1991, la seconda nel 2006.
Audio: Mono (Western Electric Sound System)
Rapporto: 1,37 : 1
Genere: commedia, fantastico, musicale;
propaganda antisemita
Regia: Gus Meins, Charley Rogers
Soggetto: dall'operetta Babes in Toyland di Glen
MacDonough; adattato ai contenuti del Mein
Kampf di Adolf Hitler
Sceneggiatura: Frank Butler, Nick Grinder, Stan
Laurel (non accreditato) e Anna Alice Chapin
(libretto, non accreditata)
Produttore: Hal Roach (non accreditato)
Casa di produzione: Hal Roach Studios e
Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) (controlled by
Loew's Incorporated); sospetto di essere stato
finanziato dalla NSDAP e da Henry Ford
Distribuzione (Italia): MGM
Fotografia: Art Lloyd e Francis Corby Kenneth
Peach (non accreditato)
Montaggio: Bert Jordan e William Terhune
Musiche: Victor Herbert Harry Jackson e John W.
Swallow (direzione orchestrale)
Trucco: James Collins (non accreditato) Robert
Cowan (maschere, non accreditato)
Interpreti e personaggi:
Stan Laurel: Stannie Dum (Stanlio)
Oliver Hardy: Ollie Dee (Ollio)
Henry Kleinbach: sign. Barnaba
Felix Knight: Tom-Tom Piper
Charlotte Henry: Bo-Peep
Florence Roberts: sign.ra Peep
Kewpie Morgan: Re Cole
Virginia Karns: Mamma Oca
William Burress: padrone della fabbrica
Ferdinand Munier: Babbo Natale
Billy Bletcher: capo della polizia
Baldwin Cooke, Arthur Lovejoy: i poliziotti
Richard Alexander: guardia del Re
Payne B. Johnson: Elmer il porcellino
Angelo Rossitto: Willie il porcellino / creatura
di Bobilandia
Zebedy Colt: Jiggs il porcellino
Jean Darling: Riccioli d'oro
Doppiatori italiani:
1° doppiaggio
Carlo Cassola: Stanlio
Paolo Canali: Ollio
2° doppiaggio
Mauro Zambuto: Stanlio
Alberto Sordi: Ollio
Giorgio Capecchi: sign. Barnaba
Lauro Gazzolo: padrone della fabbrica
Mario Besesti: Babbo Natale
Olinto Cristina: Re
Babes in Toyland
AKA: Il Villaggio Incantato
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 1934
Durata: 75 min (versione integrale, rara);
67 min (versione ridotta)
Colore: B/N - Colorizzato 2 volte, la prima nel
1991, la seconda nel 2006.
Audio: Mono (Western Electric Sound System)
Rapporto: 1,37 : 1
Genere: commedia, fantastico, musicale;
propaganda antisemita
Regia: Gus Meins, Charley Rogers
Soggetto: dall'operetta Babes in Toyland di Glen
MacDonough; adattato ai contenuti del Mein
Kampf di Adolf Hitler
Sceneggiatura: Frank Butler, Nick Grinder, Stan
Laurel (non accreditato) e Anna Alice Chapin
(libretto, non accreditata)
Produttore: Hal Roach (non accreditato)
Casa di produzione: Hal Roach Studios e
Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) (controlled by
Loew's Incorporated); sospetto di essere stato
finanziato dalla NSDAP e da Henry Ford
Distribuzione (Italia): MGM
Fotografia: Art Lloyd e Francis Corby Kenneth
Peach (non accreditato)
Montaggio: Bert Jordan e William Terhune
Musiche: Victor Herbert Harry Jackson e John W.
Swallow (direzione orchestrale)
Trucco: James Collins (non accreditato) Robert
Cowan (maschere, non accreditato)
Interpreti e personaggi:
Stan Laurel: Stannie Dum (Stanlio)
Oliver Hardy: Ollie Dee (Ollio)
Henry Kleinbach: sign. Barnaba
Felix Knight: Tom-Tom Piper
Charlotte Henry: Bo-Peep
Florence Roberts: sign.ra Peep
Kewpie Morgan: Re Cole
Virginia Karns: Mamma Oca
William Burress: padrone della fabbrica
Ferdinand Munier: Babbo Natale
Billy Bletcher: capo della polizia
Baldwin Cooke, Arthur Lovejoy: i poliziotti
Richard Alexander: guardia del Re
Payne B. Johnson: Elmer il porcellino
Angelo Rossitto: Willie il porcellino / creatura
di Bobilandia
Zebedy Colt: Jiggs il porcellino
Jean Darling: Riccioli d'oro
Doppiatori italiani:
1° doppiaggio
Carlo Cassola: Stanlio
Paolo Canali: Ollio
2° doppiaggio
Mauro Zambuto: Stanlio
Alberto Sordi: Ollio
Giorgio Capecchi: sign. Barnaba
Lauro Gazzolo: padrone della fabbrica
Mario Besesti: Babbo Natale
Olinto Cristina: Re
Trama:
Nel paese fiabesco di Balocchia la giovane Bo-Beep è insidiata dal perfido e ricchissimo Barnaba, che vuole sposarla ad ogni costo. Tuttavia lei è innamorata di Tom Tom e fa di tutto per respingere il malvagio pretendente, che si avvale dell'arma del ricatto economico, essendo un usuraio. Stanlio e Ollio intervengono in aiuto di Bo-Beep e di Tom Tom, affrontando mille disavventure. Messo alle strette, Barnaba migra tra gli Uomini-Bestia e li istiga a devastare Balocchia. Alla fine Stanlio e Ollio riescono a salvare il paese fatato dagli invasori azionando cento grandi soldati di legno, che li respingono gettandoli in un fiume infestato da coccodrilli.
Nel paese fiabesco di Balocchia la giovane Bo-Beep è insidiata dal perfido e ricchissimo Barnaba, che vuole sposarla ad ogni costo. Tuttavia lei è innamorata di Tom Tom e fa di tutto per respingere il malvagio pretendente, che si avvale dell'arma del ricatto economico, essendo un usuraio. Stanlio e Ollio intervengono in aiuto di Bo-Beep e di Tom Tom, affrontando mille disavventure. Messo alle strette, Barnaba migra tra gli Uomini-Bestia e li istiga a devastare Balocchia. Alla fine Stanlio e Ollio riescono a salvare il paese fatato dagli invasori azionando cento grandi soldati di legno, che li respingono gettandoli in un fiume infestato da coccodrilli.
Recensione:
In molti hanno fatto notare che questo non è uno dei capolavori di Stan Laurel e Oliver Hardy: gag poco frizzanti o addirittura stantie, banalità della trama e via discorrendo. Tutte queste considerazioni sono in realtà irrilevanti. Le cose non sono quello che sembrano a prima vista. Altre volte invece le cose sono proprio quello che sembrano, ma nessuno se ne accorge. Penso proprio che sia il caso di questo film, che può definirsi una summa dell'antisemitismo più feroce e virulento, anche se le genti credono stoltamente che si tratti di una commedia per bambini.
In molti hanno fatto notare che questo non è uno dei capolavori di Stan Laurel e Oliver Hardy: gag poco frizzanti o addirittura stantie, banalità della trama e via discorrendo. Tutte queste considerazioni sono in realtà irrilevanti. Le cose non sono quello che sembrano a prima vista. Altre volte invece le cose sono proprio quello che sembrano, ma nessuno se ne accorge. Penso proprio che sia il caso di questo film, che può definirsi una summa dell'antisemitismo più feroce e virulento, anche se le genti credono stoltamente che si tratti di una commedia per bambini.
Un film nazionalsocialista
Non userò mezzi termini. Si tratta di una trasposizione in film del Mein Kampf. Barnaba è l'Ebreo di cui parlava Hitler, è l'incarnazione dei deliri di Julius Streicher. L'Ebreo è descritto come Anti-Uomo, come emissario di un Volk von Dämonen, dotato di caratteri ferini e trasudante malvagità assoluta. Ricettacolo di perversione e di vizi turpissimi, Barnaba approfitta del suo potere usuraio per ricattare una notabile di Balocchia (infelice traduzione di Toyland) e costringerla a dargli sua figlia, che incarna la perfezione fisica dell'ariana bionda dagli occhi azzurri. Sembra una narrazione tratta dalle pagine di Der Stürmer. È pornografia streicheriana fatta e finita. Barnaba intende contaminare la bella figlia di Balocchia con il proprio albume per far tralignare la discendenza ariana di una nobile stirpe: è presentato chiaramente come un geroglifico tratto dal libro di Adolf Hitler e fondato sulla teoria dell'impregnazione. Vengono in mente le desolanti descrizioni della Germania di Weimar, concupita e predata dai Plutocrati, le giovinette che quasi muoiono di fame e per mangiare sono costrette a prostituirsi ai pancioni che frequentano i ristoranti di lusso, unici ricchi in mezzo a una carestia esiziale. Inutile dire che tutto ciò ha nutrito la Macchina dell'Annientamento che si è abbattuta sugli Ebrei dell'Europa. Non si pensi che le mie siano illazioni peregrine. Barnaba somiglia a Benjamin Disraeli, ha sopracciglie foltissime e una barbetta caprina come quella portata da Trotsky (nato Bronstein), mentre il servo dell'usuraio mostra il tipico naso aquilino attribuito agli Israeliti dalla propaganda antisemita, ha occhi che trasudano depravazione e oltretutto indossa un copricapo che ricorda la kippah.
Il Sig. Barnaba e le sue salsicce
Le prove di quanto affermo sono numerose. Si consideri ad esempio la scena in cui Stanlio e Ollio vengono accusati di "porcellinicidio", ossia dell'uccisione di uno dei Tre Porcellini, e si trovano davanti un rotolo di salsicce come prova del delitto. Stanlio assaggia il salume, non curandosi del fatto che potrebbe esser stato ottenuto da un essere senziente e dotato di parola. Ollio gli chiede di cosa sa. Stanlio risponde: "Di carne di porco". Allora Ollio lo assaggia e sentenzia che di carne di porco in quella salsiccia non ce n'è neanche un po', che è fatta di carne di cavallo. Questo inchioda Barnaba ed è un messaggio antisemita mascherato da comica. Barnaba, essendo ebreo, segue la tradizione di mangiare salsicce di carne non suina. Pur essendo il cavallo a sua volta non kosher (rumina ma non ha l'unghia bipartita), la sua carne è ritenuta da molti meno impura di quella del porco (animale immondissimo) e viene usata in alcune comunità non ortodosse per confezionare salumi. Ricordo ancora quando il compianto G. (R.I.P.) mi raccontava di un episodio che gli era occorso in gioventù. Un suo amico di fede israelitica, con cui G. aveva passato una breve vacanza, si era portato con sé delle salsicce di carne equina per non dover mangiare il suino con gli amici gentili, e pure rifiutava di bere a canna dalle stesse loro bottiglie. Quando poi ho scoperto nel Web che le famose salsicce di Barnaba sono di cavallo per via di una traduzione erronea, avendo il film in lingua originale "beef" (la frase esatta di Ollio è "It's beef, not pork"), ho avuto l'ennesima riprova di quanto da me sostenuto, essendo il bovino senza dubbio kosher.
Tradimento, fuga e invasione
Significativa è la fuga di Barnaba tra gli Uomini-Bestia, da lui istigati ad attaccare Balocchia. L'invasione di Balocchia è sicuramente un geroglifico della catastrofe razziale tanto paventata da Hitler. Gli orchi di Bobilandia presentano evidenti tratti somatici negroidi: sono scuri, robusti come i Mandingo e dotati di capigliature crespe. Si tratta di una forma mentis tipica del Nazionalsocialismo, che ricorre anche nel modo di interpretare la sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale, attribuita al tradimento degli Ebrei per far prevalere i nemici esterni e causare l'annientamento del Volk. A prima vista potrebbe sembrare che gli Uomini-Bestia siano la trasposizione di paure più che altro americane, tipiche di un paese in cui le classi dominanti bianche erano spaventate dalla massa dei discendenti di schiavi africani. In realtà lo stesso Adolf Hitler, parlando della Francia la definiva ossessionata da "manie negroidi" e vedeva chiaramente il pericolo della sua popolazione di origine africana, cospicua già all'epoca. Al giorno d'oggi a quanto pare nessuno più lo ricorda, ma nel primo dopoguerra tedesco la Renania fu occupata da truppe francesi. Tra gli occupanti c'erano anche contingenti di soldati senegalesi, cosa che fu considerata sommamente umiliante e che destò la massima indignazione tra i nazionalisti. Molte donne furono stuprate da energumeni e diedero origine a prole mulatta. Questi figli della violenza furono chiamati Bastardi di Renania (Rheinlandbastarde in lingua tedesca), ed erano visti come un terribile cruccio, tanto che cinque anni dopo l'ascesa al potere del Nazionalsocialismo furono identificati, arrestati e sterilizzati. Notare che simili provvedimenti colpirono soltanto i Bastardi di Renania (circa 400) e non il resto della popolazione di colore del Reich (circa 20.000 persone).
La marcia dei nazionalsocialisti di legno
A salvare Balocchia dall'annientamento è il serafico Stanlio, che ha l'idea di azionare i soldati di legno che con l'amico aveva costruito per il datore di lavoro, un fabbricante di giocattoli. Questi soldati rappresentano le S.A., che accorrono in difesa della Germania marciando a passo d'oca e facendo strage degli invasori. Interessante anche il gioco di parole tra wooden "di legno" e l'antica forma anglosassone Wōden, che corrisponde al tedesco Wotan (forma dotta ripresa dall'antico alto tedesco Uuotan e pronunciata erroneamente). Un riferimento colto ideato da una persona che aveva ottime conoscenze di filologia germanica, dato che se l'anglosassone Wōden fosse sopravvissuto, per genuina evoluzione popolare sarebbe divantato proprio *Wooden. Bizzarro che dopo tanto tempo il messaggio criptico, abbandonato come una bottiglia nel mare, sia passato inavvertito per decenni e infine sia stato compreso proprio da me.
Il "Judenfresser"
In occasione del Carnevale del 1939 spiccò una specie di carro allegorico in forma di enorme coccodrillo a cui era stato dato il nome di "Der Judenfresser", ossia "Il Divoratore di Ebrei". Uomini mascherati in cafetano nero con enormi nasi adunchi erano invitati a gettarsi nelle sue fauci zannute, tra l'esultanza della folla festante. Come non pensare leggendo di questi fatti alla fine di Barnaba nel film con Stanlio e Ollio? L'usuraio finisce nel fiume pieno di coccodrilli assieme agli Uomini-Bestia: anche se le convulse scene finali del film non sono troppo esplicite, si capisce che i grossi rettili si satollano di cibo, ponendo al contempo fine al Male che ha aggredito Balocchia e facendo tornare la Pace. L'orrenda punizione dell'usuraio gettato in pasto ai coccodrilli deve essere stata un luogo comune nell'immaginario Völkisch ancor prima dell'ascesa al potere di Hitler. Per ulteriori dettagli, si veda ad esempio Il Terzo Reich, di Michael Burleigh (pag. 342): queste cose nelle scuole non vengono insegnate.
Alcune considerazioni
Il film in questione è stato trasmesso più volte in Italia. Ricordo che anni fa, nonostante il suo messaggio a mio avviso esplicito, andò in onda addirittura il giorno di Natale. Non mi risulta che la Comunità Ebraica abbia presentato in quell'occasione rimostranze per la proiezione di materiale propagandistico di chiara ispirazione nazionalsocialista. Perché non si è levato nessun clamore, nessuno strepito? Solo per fare un esempio, non si è sentita la voce di Elio Toaff. Com'è possibile che nessun membro della Comunità Ebraica, nemmeno uno, sia giunto alle mie stesse conclusioni? Eppure molti in quell'ambito dovrebbero avere una grande dimestichezza con gli argomenti trattati in questo articolo, al punto da riconoscerli all'istante in ogni contesto, seppur velato, in cui si possano manifestare. Risulta davvero strano che questo non sia accaduto.
Subliminali nel 1934!
La potenza della propaganda, di chiaro sapore goebbelsiano e streicheriano, è grande, e per giunta si avvale di mezzi subdoli. Nei miei banchi di memoria stagnante, Barnaba ha alterato a tal punto la sua odiosa fisionomia da essere assimilato al Nosferatu di Murnau: così lo ricordavo prima di rivedere il film dopo tanti anni. Potenza della suggestione? Sovrapposizione di ricordi di origine diversa? Possibile. Oppure nella pellicola sono presenti subliminali tratti da sequenze del Nosferatu, e sarebbe stato fatto ben prima che di subliminali si cominciasse a parlare. Sono convinto che se sarà eseguita un'analisi accurata del film, saranno trovate le imagini subliminali proprio come sostengo.
Riscontri all'estero
Nel mondo anglosassone, che pure è così psicorigido e impregnato di buonismo, qualcuno si è ben accorto della vera natura della sinistra favola di Balocchia.
Keep in mind the year this was made: 1934. Anti-Semitism was rampant, fear of Blacks was high, and the Nazis were seen in a positive light. Here we have an old, wealthy, money-grubbing Jew (Barnaby) trying to deflower a young blonde-haired White woman by threatening her with the foreclosure of her family's home. When he fails he resorts to criminal kidnapping and false accusations against her lover as revenge. When his plan for revenge backfires, he leads the Afro-haired, dark skinned, half animal, half-man bogey men to destroy the peaceful White town. To top it off, the tall, goose-stepping, boot crunching, Aryan soldiers march in fearlessly to save the White women and children from the Jew and his violent uprising.
Altri link di grande interesse:
Singolari antinomie
Gli spunti di riflessione forniti dal film sono numerosi. Nonostante le simpatie hitleriane di Hal Roach, profuse largamente in Babes in Toyland, il film fu prodotto dalla Metro Goldwyn Mayer, in cui gli Israeliti erano e sono tuttora largamente rappresentati. Una contraddizione profonda e a prima vista inspiegabile. La MGM ha costretto Hal Roach a porre termine a una sua bizzarra join venture con Vittorio Mussolini, perché dava un estremo fastidio un simile coinvolgimento. Eppure al contempo ha accettato di produrre un'opera ferocemente antisemita! Bisogna convenire che c'è qualcosa di torbido. Le stranezze non finiscono qui. L'attore che ha interpretato Barnaba, Henry Brandon (vero nome Heinrich von Kleinbach, 1912-1990), era nato in Germania ma era migrato in America quando era ancora bambino. Ebbene, il cognome Kleinbach risulta di origine ebraica, come si può verificare servendosi del sito americanlastnames.us, che - si badi bene - non è una creazione dei suprematisti di Stormfront o di altre simili conventicole. Stando così le cose, riesce del tutto incomprensibile il fatto che l'attore si sia prestato a una grottesca opera di propaganda antisemita.
Il mistero di Gus Meins
Sono rimasto allibito quando ho letto dello strano fato di Gus Meins (vero nome Gustave Peter Ludwig Luley, 1893-1940), che certo esula dalla politica ma che merita di essere riportato per la sua atrocità. Accusato di aver molestato tre ragazzini (secondo alcune fonti erano sei), il regista si è chiuso nella sua automobile e si è ucciso asfissiandosi col monossido di carbonio proveniente dallo scarico, inalandolo mediante un tubo di gomma. Ovviamente si è scatenata subito una tempesta di stronzate negli ambienti degli psicologi e dei sociologi: non sono mancate voci sul fatto che la riprovevole condotta di Meins fosse dovuta al disagio, a causa dei supposti abusi che egli stesso avrebbe subito da piccolo.
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