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venerdì 12 agosto 2022


IL BOIA SCARLATTO 

Titolo originale: Il boia scarlatto 
AKA: Io...il Marchese de Sade; Il castello di Artena  
Titoli in inglese: Bloody Pit of Horror; A Tale of Torture; 
    Crimson Executioner; The Scarlet Executioner; 
    The Scarlet Hangman; Some Virgins for the Hangman; 
    The Castle of Artena 
Paese di produzione: Italia, Stati Uniti d'America 
Lingua: Italiano 
Anno: 1965
Durata: 87 min
Genere: Orrore 
Sottogenere: Gotico, sadismo 
Regia: Massimo Domenico Pupillo (come Max Hunter)
Soggetto: Roberto Natale, Romano Migliorini
Sceneggiatura: Roberto Natale, Romano Migliorini
Produttore: Francesco Merli (come Frank Merle), 
    Ralph Zucker 
Produttore esecutivo: J.R. Coolidge, Felix C. Ziffer  
Casa di produzione:  M.B.S. Cinematografica, 
    
International Entertainment Corp.
Fotografia: Luciano Trasatti
Montaggio: Mariano Arditi (come Robert Ardis) 
Effetti speciali: Carlo Rambaldi
Musiche: Gino Peguri
Scenografia: Franco Fontana (come Frank F. Arnold) 
Decorazione del set: Franco Calfapietra (come Richard 
    Godlberg o Richard Colbert) 
Costumi: Richard Colbert 
Trucco: Maria Luisa Garbini (come Lucille Gardner),
    Duilio Scarozza (come Alan Trevor) 
Segretario alla produzione: Nicola Princigalli 
Reparto sonoro: Goffredo Salvatori (come
    Geoffrey Sellers) 
Dialoghi: Dom Leone 
Interpreti e personaggi: 
    Mickey Hargitay: Travis Anderson
    Walter Brandi: Rick (come Walter Brandt) 
    Luisa Baratto: Edith (come Louise Barrett)
    Rita Klein: Nancy 
    Alfredo Rizzo: Daniel Parks (come Alfred Rice) 
    Barbara Nelli: Suzy (come Barbara Nelly) 
    Moa Tahi: Kinojo
    Femi Benussi: Annie (come Femi Martin) 
    Ralph Zucker: Fotografo uranista Dermott
    Nando Angelini: Perry (come Nick Angel) 
    Albert Gordon: Raoul 
    Gino Turini: Primo scagnozzo russo  
    Roberto Messina: Secondo scagnozzo russo
Doppiatori italiani: 
    Renato Turi: Travis Anderson
    Pino Locchi: Rick
    Rosetta Calavetta: Edith
    Flaminia Jandolo: Nancy
    Bruno Persa: Daniel Parks
    Fiorella Betti: Suzy
    Rita Savagnone: Kinojo
    Oreste Lionello: Fotografo uranista Dermott
    Sergio Graziani: Perry
    Massimo Turci: Raoul
    Glauco Onorato: Primo scagnozzo russo  
    Manlio Busoni: Voce narrante  
Location: Castello Piccolomini, Balsorano (esterni); 
    Palazzo Borghese, Artena (interni) 
Titoli in altre lingue: 
    Francese: Vierges pour le bourreau 
    Tedesco: Scarletto – Schloß des Blutes 
    Danese: Torturbødlen 
    Russo: Кровавая бездна ужаса 
    Giapponese: 惨殺の古城 

Trama: 
Anno del Signore 1648, giorno 5 Dicembre. Inghilterra. Per i suoi crimini efferatissimi, John Stewart, detto il Boia Scarlatto, è condannato a morte tramite supplizio. Viene così rinchiuso in una "vergine di Norimberga" e trafitto a morte dalle lame dello strumento di tortura. 
Molto tempo dopo, negli anni '60 del XX secolo, al castello in cui John Stewart fu giustiziato, giunge un gruppo di debosciati parassitari che include lo scrittore Rick, il suo editore-lenone Daniel Parks, la sua segretaria-fellatrice Edith, l'effeminato fotografo Dermott e cinque giovani modelle puttaneggianti. L'intento di questi individui repellenti è scattare squallide foto per un fotoromanzo horror. Credendo che il castello sia disabitato, vi si introducono abusivamente. Il maniero è in realtà occupato da un ex attore, Travis Anderson, che ha al suo servizio alcuni sgherri molto efficienti: è molto seccato dell'intrusione e inizialmente desidera mandare via il nocivo gruppo. Quando riconosce Edith, che una volta era la sua fidanzata, cambia idea in modo repentino, permettendo ai molesti visitatori il soggiorno per una notte, pur decretando che nessuno possa entrare nei sotterranei. Il gruppo ignora questo avvertimento e procede comunque a scattare foto anche nelle segrete. Questo atto manda su tutte le furie Anderson, che assume l'identità del Boia Scarlatto, indossandone il costume. Uccide in modo atroce gli intrusi, uno ad uno, finché restano soltanto Edith e Rick. L'uranista Dermott, che aveva tentato di fuggire per andare ad avvisare la polizia, viene trafitto da una freccia nelle carotidi, finendo dissanguato. La ragazza hawaiana viene morsa da un improbabile ragno velenoso e spira tra dolori lancinanti. Una brunetta viene trafitta dalle lame della vergine di Norimberga. Una ragazza biondiccia rimane uccisa da un flusso di acqua ghiacciata sulla schiena nuda, un'altra viene ustionata con la pece sulla schiena e poi trafitta con un dardo di balestra da uno degli scagnozzi. Il viscido Parks spira dopo una lunga agonia tra le fiamme. Possiamo dire che è meritata? Edith, che era stata messa su una fornace, viene tratta in salvo da Rick prima di arrostire. Alla fine, dopo aver a lungo sfuriato, il fierissimo Anderson soccombe ai suoi stessi dispositivi di tortura, venendo trafitto dalle punte avvelenate della macchina denominata "Amante della Morte". Una fine ingloriosa. Peccato! Edith e Rick si allontanano da quel luogo di orrori, commentando in modo futile la follia dell'attore diventato chissà perché un misantropo tanto estremo e fanatico della Purezza. 

Frasi promozionali (in inglese): 

"He was a homicidal maniac who LIVED TO KILL!"
"He lured beautiful women to his horror chamber. He lived in evil."
"In Horrorcolor"
"Inspired by the Writings of THE MARQUIS DE SADE"
"In Color of Dripping Blood" 


Recensione: 
Senza dubbio è uno dei film più strani in cui mi sia imbattuto nella mia esistenza infelice! L'ho guardato volentieri e non mi è sembrato poi così brutto. Le sue caratteristiche principali sono le invettive enfatiche del protagonista, giusto odiatore dell'umanità, oltre agli effetti granguignoleschi. Qualcuno ha addirittura parlato di "esaltazione dell'eugenetica" e di "superomismo di Nietzsche", anche se a parer mio si tratta più che altro di disgusto per individui infimi che lo meritano pienamente. Per una sorta di timore superstizioso, non hanno voluto dare al fantasioso seviziatore la soddisfazione di gongolare nella sua identità demoniaca e di affermare davanti al mondo intero la consapevolezza che il suo spirito è realmente quello dell'antico carnefice, trasmigrato in un nuovo corpo. È come se il regista e lo sceneggiatore fossero partiti con una vera e propria trasmigrazione dello spirito del Boia Scarlatto nel corpo dell'attore (ad esempio il prologo della vendetta di sangue, il sigillo spezzato della vergine di Norimberga, lo scheletro del carnefice che poi scompare, etc.). Poi, presi dal terrore, hanno pensato di imporre una sorta di scetticismo addirittura cartesiano. "Tu non sei il Boia Scarlatto", gli dice il pappone prima di morire arso vivo nella gabbia di ferro. "Il vero Boia Scarlatto è cenere da secoli", sentenzia lo scrittorucolo di pseudo-horror alla fine della vicenda. La stessa morte dell'attore-torturatore, trafitto dal pungiglione avvelenato di un pupazzo, è quasi un escamotage per impedire al Boia Scarlatto di imperversare sulla Terra, immortale! 


Avrebbe potuto essere un capolavoro!

Pupillo è stato accusato di aver "esagerato", mentre in realtà si è molto trattenuto perché aveva paura. Temeva sopra ogni cosa il rischio dell'emulazione. Cosa gli sarebbe capitato se da qualche parte, ad esempio nei sobborghi di una disumana metropoli come Milano, fosse sorto un pazzoide esaltato e si fosse identificato fino all'ultima fibra nel Boia Scarlatto? Era un rischio grave, da non sottovalutare. Ecco perché la fallofora, pardon, la modella hawaiana non viene trafitta dalle frecce! Immaginate che potenza avrebbe avuto la sua immagine se fosse diventata una versione femminile di San Sebastiano! L'opera di Pupillo sarebbe entrata nel Pantheon della Settima Arte, anche se a caro prezzo. Il cineasta sarebbe infatti stato accusato di essere un mostro. Geniale ma al contempo aberrante. Eppure avrebbe dovuto rischiare, se lo avesse fatto sarebbe stato considerato pari al Divino Marchese! Invece ha messo lì quel "ragno" inguardabile. Mein Gott! Quando si dice perdere le occasioni! 


Il ragno grottesco! 

Quando parlo di "ragno" inguardabile, intendo dire qualcosa di talmente insensato da far sbellicare dalle risate, se non ci fosse da piangere. L'aracnide è un grosso pupazzo polveroso, più o meno delle dimensioni di un pollo. Non è stato considerato alcun rudimento seppur elementare di anatomia dei ragni! Occhi con iride giallastra e pupilla, dotati di palpebre, e due zampe anteriori con le chele di un crostaceo! Sembra un granchio gigante di un raccapricciante Z-movie di Roger Corman!! Schifo, ribrezzo e crassa ignoranza! Questa porcheria infame del ragno posticcio è bastata a far sì che molti etichettassero la pellicola come "merda"! Eppure Pupillo avrebbe fatto una figura più bella se avesse filmato un ragno vero, magari un pingue ragno crociato (Araneus diadematus), inserendo le immagini nelle sequenze! 


Russi in Inghilterra negli anni '60? 

I domestici del proprietario del castello sono senza dubbio appartenenti a un'etnia slava. Soltanto le plebi gli Slavi possono essere così brutali, ottuse e grossolane! Resta tuttavia da stabilire a quale popolo slavo appartengano questi figuri. Dovrebbero venire dalla Russia, anche considerato che portano una caratteristica camicia marinaresca a strisce orizzontali bianche e blu, simile a quella chiamata tel'njaška o anche tel'nik. Le strisce sono più larghe, ma l'ispirazione è quella. C'è tuttavia un grave problema concettuale: all'epoca in cui si svolge il film c'erano alcune cosette simpatiche conosciute come "Guerra Fredda" e "Cortina di Ferro"! C'era il Mudo li Merlino! Nei paesi dell'Est non si poteva andare e venire come si voleva, ogni movimento era controllato e se necessario impedito sul nascere. Se qualcuno riusciva nella difficile impresa di fuggire dall'Unione Sovietica e giungeva nel Regno Unito, doveva essere un intellettuale dissidente o un artista, non certo un tagliagole. Di mafia russa si cominciò a parlare soltanto dopo la la caduta del Mudo li Merlino, per l'appunto. 
P.S. 
Sembra che i Russi odino tutto ciò che è blu, perché nella loro lingua la parola galuboj significa sia "blu" che "omosessuale" (un residuo di Bisanzio e delle sue fazioni). Ben strano che la tel'njaška faccia eccezione e permetta un colore altrimenti detestato!

La balestra: un'arma non banale 

Poche cose sono più incomprensibili al pubblico e ai cineasti del modo in cui funziona la balestra. Tutti credono che sia facile maneggiarla e soprattutto che si possa tendere a mani nude la sua corda, considerata a torto simile a quella di un arco. Ebbene, non è affatto possibile tendere la corda di un'autentica balestra senza servirsi di un argano, chiamato "crocchio". Proprio questa caratteristica rende la balestra un'arma da getto micidiale e terribile. Per usare l'argano, che è simile a una manovella o a una leva, è necessario infilare un piede in una staffa, il pedale. Nella balestra usata nel film, questo pedale è ben visibile, eppure non viene usato, proprio perché Pupillo ignorava il suo scopo! 

Norimberga: vergini e vedove 

A un certo punto lo scrittore da quattro soldi chiama lo strumento noto come "vergine di Norimberga" con un nome sbagliato: "vedova di Norimberga" (la mia memoria distorcente aveva attribuito l'enormità al fotografo uranista Dermott). Per questo errore grossolano, il regista è stato crocifisso dalla critica e additato come ignorante. Santo Cielo, l'ignorante semmai è il personaggio che ha pronunciato lo sproposito! Se in un film compare una persona ignorante, si deve forse accusare di questo il regista o lo sceneggiatore? 
Un tempo si credeva alla reale esistenza della vergine di Norimberga, poi a quanto pare è stato dimostrato che si tratta di un'invenzione risalente al tardo XVIII secolo o all'inizio del XIX, nata dalla smania tipica dei Giacobini di coprire di infamia il Medioevo, descrivendolo come più atroce di quanto in realtà non fosse. Credo che esuli dagli scopi di questa recensione trattare l'argomento in modo approfondito. In ogni caso, è possibile che la vergine di Norimberga abbia avuto origine da un equivoco: esistevano strumenti simili a sarcofagi, conosciuti come "mantelli della vergogna" (in tedesco Schandmantel), in cui erano rinchiusi i condannati che venivano fatti sfilare ed esposti al pubblico ludibrio. Immaginare che contenessero lame o lunghi chiodi è stato un attimo. 


Il Boia Scarlatto e l'omosessualità 

Ai tempi in cui il film di Pupillo uscì, c'erano ancora idee molto confuse sull'omosessualità. L'opinione comune era che un omosessuale dovesse essere necessariamente misogino. C'era una sorta di "teorema dei tre punti": se erano dimostrate due proprietà tra omosessualità, misoginia e impotenza, la terza doveva conseguirne in modo automatico. Ricordo ancora di essermi imbattuto in persone molto ignoranti che non erano in grado di distinguere una vasta gamma di concetti tra loro radicalmente dissimili, come omosessualità (attiva o passiva), misoginia, impotenza, sterilitàcastrazione, ermafroditismo, travestismo, transessualità. Va comunque detto che questi vecchiacci sono ormai finiti sotto terra. Sembra che non se ne trovino più. A causa di questa confusione un tempo imperante, al Boia Scarlatto fu appioppata l'etichetta di "omosessuale". La sua ex fidanzata Edith affermava che egli era ossessionato da un ideale di Purezza, del tutto irraggiungibile, aggiungendo che non aveva mai avuto da lui un bacio. Questo non implica affatto che un uomo così problematico debba per forza provare diletto a giocare coi cazzi. 


Genesi del Boia Scarlatto 

Lo storico del cinema Roberto Curti è stato il primo ad aver notato una forte somiglianza del Boia Scarlatto con certi personaggi mascherati che impazzavano nei fotoromanzi e degli anni '60 e nei fumetti dei decenni precedenti. In particolare, sembra che all'origine del personaggio descritto da Pupillo ci fosse proprio The Phantom, eroe dei fumetti conosciuto in italiano come L'Uomo mascherato; un altro suo epiteto è "Ombra che cammina" (chiaro riferimento shakespeariano). Fu creato dallo sceneggiatore Lee Falk nel lontano 1936 e disegnato da Ray Moore. The Phantom è descritto come un uomo in calzamaglia senza superpoteri, per quanto dotato di particolari abilità, che ha avuto grande successo, soprattutto a causa del suo fascino misterioso e del complesso intreccio delle trame. Fatto sta che la somiglianza esteriore è innegabile, anche se le analogie non vanno oltre. Mi sento in dovere di riportare una stranezza che potrebbe ridurre la portata del paragone con il Boia. Falk aveva pensato il suo personaggio con un costume grigio, tanto che voleva chiamarlo The Gray Phantom. Per un errore di stampa, il costume risultò invece viola. La cosa traumatizzò l'autore, che tuttavia alla fine dovette rassegnarsi, seppur schiumando bile. In varie nazioni in cui il fumetto fu stampato a colori, il colore del costume fu scelto secondo i gusti personali dell'editore: blu in Scandinavia, marrone in Nuova Zelanda e rosso in Italia. Così si dimostra che Pupillo trasse ispirazione proprio dall'edizione italiana. 


Hargitay Miklós Karoly 

Il vero nome di Mickey Hargitay (Budapest, 1926 - Los Angeles, 2006) è Hargitay Miklós Karoly. Nel 1958 sposò Jayne Mansfield, che in seguito divenne Alta Sacerdotessa della Chiesa di Satana fondata da Anton Szandor LaVey. Dall'unione sono nati tre figli, i maschi Miklós, Zoltán e la femmina Mariska. Sono cresciuti tutti come pupilli dello zio Anton, ne sono certo! 

Critica

Questo ha scritto Marcel M.J. Davinotti Jr.: 

"Un cult per lungo tempo ricercato dai collezionisti. E non se ne capisce bene il motivo, vista la qualità modesta del film." 

La risposta è molto semplice. Questo film è particolarmente ricercato perché si vede il Boia che tortura e uccide le zoccole! Lo spettatore ha fino all'ultimo l'illusione che il protagonista riuscirà a finire il suo lavoro! 

Il politico, giornalista e critico cinematografico Gian Paolo Pillìtteri ha scritto quanto segue: 

Non è vero che ogni volta si tocchi il fondo; c’è sempre un'altra volta e c'è sempre un film più brutto. È la gara a chi ne inventa una di più, a chi perfeziona le trovate più oscene. [...] Il clou di questo spaventevole pasticcio è dato dalle scene di tortura. Tutte le aberrazioni di una mente malata sono messe in azione: ragni velenosi, frecce acuminate, carrucole che abbassano inesorabilmente degli aculei, casse speciali dotate all'interno di spade, macchine che rompono le ossa, gabbie di ferro in cui il prigioniero viene abbrustolito, fantocci con punte avvelenate eccetera. Il campionario, ovviamente, è messo in funzione ai danni di ragazze ignare regolarmente discinte. Aveva ragione il grande Petrolini: "C'è sempre un cretino che le inventa e un imbecille che le perfeziona!" 

Ricordo un Pillìtteri che inveiva furibondo contro alcuni autisti di tram che stavano scioperando, urlando loro: "Fascisti! Squadristi!" Non sono però sicuro al 100% che fosse lo stesso Pillìtteri che ha recensito il film in questione. 

Il navigatore Marco Bellini ha scritto sul sito di Amazon: 

Il film serie Z per eccellenza!!!............però il DVD della Sinister Films è assolutamente da dimenticare, la grana, i colori non rendono giustizia a questa perla di cinema di un certo livello (.........molto basso, ad essere sinceri ma che a noi, B-movie maniacs, ci piace tanto!!! eh eh..), alcune scene tagliate si possono vedere negli inserti speciali....bah (.....probabilmente questa potrebbe essere la copia rieditata nei primi anni 70 col titolo: "Io, il marchese De Sade.....") e poi la featurette su Massimo Pupillo è + o - inutile!

Nel suo libro Italian Horror Film Director, Louis Paul ha descritto il film come "una voce ridicola ma inquietante e sadica nel genere [horror]" (originale inglese: "a laughable yet disturbing and sadistic entry in the [horror] genre"), e "un esercizio di omofobia e di svilimento delle donne mascherato da intrattenimento" (originale inglese: "an exercise in homophobia and the debasement of women masked as entertainment"). Si capisce lontano un miglio che questo critico è animato dall'ideologia woke, politically correct, radical-femminista e autorazzista! 

Ecco un cut-up raccolto dal sito del Davinotti: 

"Divertente e sregolato gotico fumettistico"
"Gustoso fumettone" 
"Uno dei punti più bassi toccati dal gotico italiano degli anni d'oro" 
"Il culmine del ridicolo lo raggiunge il guittesco Hargitay"
"Attori pessimi, dialoghi bambineschi" 
"Un Hargitay fumettistico che gesticola vaneggiando di superomismo ed eugenetica"
"La paura si trasforma in ghigno, che è forse l'ancora di salvezza dell'opera di Pupillo." 
"A tratti retorico e ridicolo..." 
"Elevato al rango di cult per la sua atmosfera da fumettaccio nero" 
"Ridicolo tentativo di horror-sexy nazionale" 
"Complessivamente non male, dopotutto!" 
"Per lo spettatore dell'epoca, che si aspettava un vero horror, fu probabilmente una delusione"
"Certo, girato dieci anni dopo sarebbe stata un'altra storia...." 
"Incredibilmente trash" 
"Non male il livello di sadismo, eccessivo per l'epoca" 

Fortunatamente esistono anche estimatori! Ecco un blog in cui nel 2016 si sono celebrati i 50 anni del Boia Scarlatto! 


Curiosità 

Nel Regno Unito il film fu bandito già nel 1967: gli fu rifiutato qualsiasi certificato. Non ho informazioni sulla situazione attuale.  

Questo film fa parte della famigerata serie tedesca "SchleFaZ" ed è andato in onda nel settembre 2022 sulla stazione televisiva Tele5. ("SchleFaZ" è un'abbreviazione che significa "i peggiori film di sempre"). Nella serie, due conduttori presentano la pellicola considerata oltraggiosa, vestendosi come i personaggi principali e discutendo dell'incompetenza delle persone coinvolte. 

Stranamente le autorità tedesche non hanno notato i discorsi del Boia Scarlatto sulla Purezza, su individui contaminanti e sull'infraspeciazione, o avrebbero urlato al ritorno di Hitler e delle SS! Ai tempi del famigerato Mudo li Merlino, quella roba che hanno buttato giù nel 1989-90, non sembra che l'opera di Pupillo sia mai stata distribuita tra i Teutoni. 

In questo film ha esordito l'attrice Luisa Baratto. Non è proprio una sconosciuta. Ha interpretato altri 10 film: Requiescant (Carlo Lizzani, 1967), Killer Kid (Leopoldo Savona, 1967), Sette winchester per un massacro (Enzo G. Castellari, accreditato come E.G. Rowland, 1967), Devilman Story (Paolo Bianchini, 1967), Colpo doppio del Camaleonte d'Oro (Giorgio Stegani, 1967), Il lungo giorno del massacro (Alberto Cardone, accreditato come Albert Cardiff, 1968), Il pistolero segnato da Dio (Giorgio Ferroni, accreditato come Calvin Jackson Padget, 1968), L'invincibile Superman (Paolo Bianchini, accreditato come Paul Maxwell, 1968), Scacco internazionale (Giuseppe Rosati, 1968), Colpo di Stato (Luciano Salce, 1969), 

giovedì 21 luglio 2022


BARBARELLA
 

Titolo originale: Barbarella 
Paese di produzione: Francia
, Italia 
Lingua originale: Inglese, italiano 
Anno: 1968
Durata: 98 min
Dati tecnici: Technicolor
    rapporto: 2,35:1
Genere: Commedia, fantascienza 
Sottogenere: Space opera
Regia: Roger Vadim
Soggetto: Jean-Claude Forest
Sceneggiatura: Terry Southern, Roger Vadim,
      Jean-Claude Forest, Vittorio Bonicelli
Produttore: Dino De Laurentiis 
Coproduttore: Henri Michaud (non accreditato) 
Fotografia: Claude Renoir
Montaggio: Victoria Mercanton
Musiche: James Campbell, Bob Crewe, Charles Fox,
      Michel Magne
Scenografia: Mario Garbuglia, Jean-Claude Forest 
     (consulenza artistica) 
Costumi: Jacques Fonteray, costume verde ispirato
     da Paco Rabanne; Giulio Coltellacci (non accreditato) 
Trucco: Amalia Paoletti, Euclide Santoli 
Effetti speciali: Gérard Cogan, Augie Lohman, Thierry
     Vincent-Fargo, Carlo De Marchis (non accreditato), 
     Carlo Rambaldi (non accreditato) 
Effetti ottici: Charls Staffell
Stuntmen: Patrizia Mannoia, Rico Lopez, Fabio Testi 
Dipartimento sonoro: David Hildyard, Primiano Muratori, 
    Vittorio Trentini 
Interpreti e personaggi: 
    Jane Fonda: Barbarella
    John Phillip Law: L'Angelo Pygar
    Anita Pallenberg: La Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo 
    Milo O'Shea: Concierge / Durand Durand
    Marcel Marceau: Professor Ping
    Claude Dauphin: Presidente della Terra
    Ugo Tognazzi: Mark Hand, l'Acchiappabimbe 
    David Hemmings: Dildano
    Giancarlo Cobelli: Rivoluzionario
    Serge Marquand: Capitano Sole 
    Véronique Vendell: Capitano Luna 
    Nino Musco: Il Generale 
    Franco Gulà: Il suicida (scena tagliata) 
    Catherine Chevallier: Stomoxys 
    Maria Therese Chevallier: Glossina 
    Umberto Di Grazia: Cittadino di Sogo 
    Honey Autumn: Ancella calva della Corte di Sogo 
    Silvana Bacci: Ragazza di Sogo (non accreditata) 
    Aurora Battista: Ragazza di Sogo (non accreditata) 
    Vita Borg: Incantatrice (non accreditata) 
    Chantal Cachin: Rivoluzionaria (non accreditata) 
    Giuseppe Castellano: Uomo fulvo barbuto (non accreditato) 
    Altiero Di Giovanni: Uomo trasparente (non accreditato) 
    Fabienne Fabre: Donna-Albero (non accreditata) 
    Sergio Ferrero: Messaggero del Gran Tiranno
        (non accreditato) 
    Giorgio Gruden: Sacerdote (non accreditato) 
    Susan Moren: Schiava (non accreditata)
    Maria Teresa Orsini: Ragazza suicida (non accreditato) 
    Talitha Pol: Ragazza che fuma la pipa (non accreditata) 
    Fred Robsahm: Assistente di Dildano (non accreditato) 
    Angelo Susani: Uomo barbuto che affronta Barbarella a Sogo 
        (non accreditato)
    Romolo Valli: Rapitore di Sogo (non accreditato)
Doppiatori italiani: 
    Maria Pia Di Meo: Barbarella 
    Pino Colizzi: L'Angelo Pygar
    Anna Miserocchi: La Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo
    Giuseppe Rinaldi: Concierge/Durand Durand
    Stefano Sibaldi: Professor Ping
    Luigi Vannucchi: Presidente della Terra
    Oreste Lionello: Dildano 
    Alighiero Noschese: Alfa 7 (voce) 

Trama: 
In un futuro non specificato, probabilmente intorno al 40.000 d.C.,  la bionda e sensualissima Barbarella, un'avventuriera spaziale, viene inviata dal canuto Presidente della Terra in una pericolosa missione, con l'obiettivo di recuperare lo scienziato pazzo Durand Durand. Questo maligno Durand Durand, rifugiatosi nel sistema planetario di Tau Ceti, è l'inventore del raggio positronico, un'arma alimentata dal laser verde, che i leader della Terra temono possa causare distruzione di massa e spaventosi genocidi. Barbarella precipita sul 16° pianeta del sistema Tau Ceti in una zona glaciale, perde i sensi e viene raggiunta da due bambine terribili, che la legano e la attaccano ai rottami dell'astronave usando bambole meccaniche con denti affilati come rasoi. A salvare Barbarella sopraggiunge l'ipertricotico Mark Hand, che è il pantagruelico e gargantuesco Tognazzi! Questo essere esercita la dubbia professione di "Acchiappabimbe", pattugliando il ghiaccio alla ricerca di bambini (ab)erranti. Mark Hand-Tognazzi dice alla donna terrestre che Durand Durand si trova nella perversa città di Sogo e le offre un passaggio alla sua nave con la sua "barca sul ghiaccio". Quando Barbarella si offre di ripagarlo, Mark Hand-Tognazzi le chiede di fare sesso con lui. Barbarella è confusa poiché i Terrestri non hanno più un contatto fisico intimo con chicchessia; invece, prendono apposite pillole e congiungono le mani fino a quando non viene raggiunto una sensazione di brivido chiamata "sincro". Il tognazzesco Mark Hand dice che non gli interessa e le suggerisce invece di fare sesso nel suo letto. Barbarella cede e viene penetrata dall'immenso cazzone dell'uomo, prende il suo sperma nella gafi e si diverte moltissimo. La consumazione del rapporto non la priva della sua ingenuità virginale: ammette di capire perché il sesso è considerato "primitivo" e "fonte di distrazione" sulla Terra. 
Barbarella, cercando di lasciare il pianeta, si schianta in un labirinto in cui vegetano gli emarginati che sono stati condannati dal potere Sogo. Viene trovata da Pygar, un angelo cieco e biondo che ha perso la capacità di volare. L'Angelo Pygar la presenta al Professor Ping, un attempato comunista che si offre di riparare la sua nave - compito tutt'altro che facile. Quindi l'antropoide alato porta Barbarella a Sogo, un covo di violenza e dissolutezza, dopo che lei gli ha ripristinato la voglia di volare consumando un rapporto sessuale con lui (e in particolare facendogli rizzare l'alimuscolo). L'Angelo Pygar e Barbarella vengono catturati dalla Regina Nera di Sogo, che porta il titolo di Gran Tiranno, e dal suo "Concierge", che descrive il Mathmos: energia vivente in forma liquida e simile a magma, alimentata dai pensieri malvagi, in grado di pervadere ogni cosa. Questo Mathmos è utilizzato come fonte di energia nella perversa città sodomitica, che sorge proprio sopra di esso, su un immenso lago che ne è pieno fin quasi a tracimare. L'Angelo Pygar, che in una precedente occasione era stato accecato dai Sogoiti, ora subisce una finta crocifissione e qualcuno gli infila il cazzone eretto nel deretano! Barbarella viene messa in una gabbia, dove centinaia di uccelli si preparano ad attaccarla. Viene salvata in extremis da Dildano, leader della resistenza locale (no, non è un dildo nell'ano, è un rivoluzionario comunista) - che subito la aiuta nella sua ricerca di Durand Durand. Dildano le dà una chiave invisibile per la Camera dei Sogni della Regina Nera, dove la sovrana dorme sognando: in quello stato non è protetta dalle sue guardie ed è vulnerabile. Può essere presa prigioniera, cosa che risolverebbe non pochi problemi.   
Ritornata a Sogo, Barbarella viene prontamente catturata dal "Concierge", che la inserisce nella "Macchina Exsexsive", uno strumento simile a un organo che induce un piacere sessuale così intenso da risultare fatale. Contro ogni aspettativa, Barbarella sopravvive alla macchina e la fa andare in tilt, incendiandola. Il "Concierge", scioccato dalla distruzione del suo perverso marchingegno sadico, si rivela essere proprio lo scienziato pazzo Durand Durand. Barbarella è sorpresa perché l'uomo ha solo 25 anni, pur essendo invecchiato moltissimo: si tratta di un evidente effetto collaterale dell'esposizione al Mathmos. Durand Durand vuole rovesciare la Regina Nera e diventare il nuovo sovrano di Sogo, il che richiede l'uso del suo raggio positronico come strumento repressivo, oltre all'accesso alla Camera dei Sogni della Regina. Quindi Durand Durand porta la sprovveduta Barbarella fino alla Camera dei Sogni, la inganna e la chiude dentro con la chiave invisibile che le aveva dato Dildano, non prima di essersi impadronito anche di quella originale. 
Barbarella, imprigionata senza possibilità di uscire, vede la Regina Nera, che le racconta di essere minacciata da una terribile profezia: quando nella Camera dei Sogni ci sarà un'altra persona oltre a lei, il Mathmos emergerà e divorerà ogni cosa. Durand Durand prende il controllo di Sogo mentre Dildano e i suoi ribelli iniziano il loro attacco alla città. Servendosi del raggio positronico, verde come la menta, li spedisce tutti nella Quarta Dimensione - un viaggio da cui non c'è ritorno. La Regina Nera reagisce rilasciando il Mathmos per distruggere la città. Durand Durand, ormai ridotto alla follia più completa, perde il controllo della situazione e soccombe, ardendo tra le fiamme. A causa dell'innocenza di Barbarella, il malvagio magma eruttato dalle profondità di Sogo forma una bolla protettiva attorno a lei e alla Regina Nera, espellendole in sicurezza dalle viscere del Regno Ctonio. Le due donne trovano l'Angelo Pygar, che le stringe tra le braccia, le solleva e vola via. Quando Barbarella chiede a Pygar perché ha salvato una carnefice che lo ha fatto accecare e lo sottoposto ad atroci torture, lui le risponde che un angelo non ha memoria del passato: la sua essenza è Amore. 


Recensione: 
Sì! Questa è in buona sostanza la storia di un'ingenua vergine che dalla Terra arriva su un remoto pianeta di Tau Ceti per farsi deflorare da Tognazzi! Quindi possiamo dire che Barbarella rientra a tutti gli effetti tra i film tognazzeschi! Subito, guardando la pellicola, salta agli occhi qualcosa di abbastanza inconsueto. Età mentale della protagonista: 8 anni. Non sto facendo ironia, la mia è la semplice descrizione di un dato di fatto. Si ha la contraddizione stridente, quasi scandalosa, tra un corpo femminile perfettamente adulto e una mente poco sviluppata, che può soltanto essere definita puerile. Nei tempi in cui viviamo, questo potrebbe essere un problema. All'epoca era una cosa del tutto normale e nessuno spettatore di sesso maschile ne sarebbe rimasto infastidito. 
Vadim spinse la moglie a interpretare la pellicola perché vedeva nella fantascienza una grande opportunità in continua espansione. Era un uomo molto pragmatico, in grado di capire subito ciò che gli sarebbe tornato utile. Le sue opinioni sul genere fantascientifico, per cui non nutriva alcuna stima, erano a dir poco deprimenti e in un'occasione le espresse con queste parole: "Nella fantascienza, la tecnologia è tutto... I personaggi sono così noiosi, non hanno psicologia. Voglio fare questo film come se fossi arrivato su uno strano pianeta con la macchina fotografica direttamente sulla spalla, come se fossi un giornalista che fa un cinegiornale." Al contempo, non volendo che la moglie si slinguazzasse con estranei e che sentisse la loro turgidità, si è inventato la storia della "vamp infantile". Questa bizzarria, forse unica nella storia della Settima Arte, avrebbe quindi avuto origine dalla gelosia del regista, unica componente in grado di temperare il suo cinismo. Per paradosso, il matrimonio di Vadim con la Fonda finì nel 1973, perché lui le metteva le corna! 
Anche i dettagli in apparenza più insignificanti hanno la loro importanza. Alighiero Noschese è colui che canta la sveglia a Barbarella nella versione italiana, intonando le seguenti parole: "Alfa 7, Alfa bù! Barbarella, salta su!" Certo, può sembrare una cosa piuttosto infantile, ma non dobbiamo mai dimenticarci che Noschese aveva le palle di granito: ha nascosto una pistola in una cavità di un albero, poi l'ha presa, si è seduto su una panchina e si è sparato una pallottola nel cranio! Con questo gesto eroico, si è sottratto a lunghi anni di agonia e di strazio! Sia sempre onore! 
Il film di Vadim è stato tratto da un fumetto seriale pubblicato su una rivista maschile francese all'inizio degli anni '60 del XX secolo. Creato dall'artista Jean-Claude Forest, questo fumetto era ispirato alla procace figura di Brigitte Bardot. Per questo motivo, proprio alla Bardot è stato proposto di interpretare Barbarella, ma lei ha rifiutato, dicendo che non era più interessata a recitare ruoli sexy. Si era stancata della "sessualizzazione" e già da anni era una combattiva attivista per i diritti degli animali, vegetariana, fortemente impegnata. Non era gradita a tutti e nel corso della sua vita è stata fatta oggetto di campagne d'odio, guadagnandosi addirittura epiteti come "fascista", "camicia nera" e "nazista". Subito dopo il rifiuto della Bardot, la parte di Barbarella fu offerta a Sophia Loren, che non accettò perché non si sentiva adatta, essendo in stato di gravidanza. Fu a questo punto che Vadim arrivò a concepire la sua contorta architettura mentale e a proporre la parte alla moglie. Tra l'altro Vadim aveva iniziato una relazione con la Bardot, ai tempi sedicenne, sposandola nel 1952 e divorziando nel 1957. Non è certo una coincidenza il fatto che abbia cercato di farne la protagonista del film. 

Il problema fondante delle space opera

Lo spogliarello di Barbarella all'inizio del film è stato notato da tutti. A non essere state notate sono le mancanze relative all'igiene personale. Barbarella, rientrata nell'astronave e spogliatasi della tuta spaziale, non entra in un gabinetto. Non si lava. Si stende sul giaciglio trasparente e dorme ininterrottamente per un periodo di 154 ore (poco più di 6 giorni). Quando viene destata dalla voce del computer Alfa 7, si limita a bere una specie di soluzione salina violacea, immagino per riequilibrare gli elettroliti. Non ingerisce alcun cibo solido e nemmeno delle pastiglie. Non va ad orinare e  ad evacuare. Ancora una volta non si lava. Non si passa nemmeno un panno umido. Poi, per tutta la durata del film, non si nota alcuna azione connessa con la nutrizione e con la rimozione di residui. Mi rendo conto che le regole del cinema americano impongano di non indugiare troppo su azioni considerate "banali", "abituali", "quotidiane", o addirittura di ometterle del tutto, eppure mi sembra che questa scelta crei una sensazione di eccessivo distacco dalla realtà. Negli spettatori si è creata l'idea di un mondo fatato in cui i corpi non hanno necessità, sono sempre puliti e possono continuare a funzionare a ciclo continuo!   


Etimologia di Sogo 

Il nome della città malvagia di Sogo (che qualcuno scrive SoGo, con la maiuscola mediana), nelle intenzioni del suo ideatore è un'abbreviazione dei nomi delle città bibliche di Sodoma e Gomorra. In altre parole, il toponimo Sogo è stato concepito come una brutta parola macedonia

Sodom + Gomorrah => Sogo 

aggettivo derivato: Sogovian
   (adattamento italiano: sogoviano)
sostantivo di provenienza: Sogoite, pl. Sogoites
   (atattamento italiano: sogoita, pl. Sogoiti)

La Regina Nera si traveste da prostituta guercia e frequenta gli angiporti, mescolandosi al suo popolo, fellando sconosciuti e concedendo loro l'uso del suo intestino. Non ci sono dubbi: questa è realmente la Pentapoli, il Paese di Sodoma e Gomorra trasportato nelle profondità del Cosmo!  
Quindi si deduce che il buco del culo di Barbarella è stato in pericolo per gran parte del film! Tuttavia sembra proprio che nessuno sia riuscito ad entrarci! Questo tema, troppo sensibile, non poteva essere affrontato liberamente nell'America di quell'epoca. Credo che ci sarebbero problemi anche oggi. Certamente è andata molto peggio all'Angelo Pygar, che è finito so-do-miz-za-to dai Sogoiti! Le urla dell'umanoide pennuto quando subisce immissio penis in anum sono inequivocabili! 

Piccole fetenti e perverse polimorfe!

Stomoxys e Glossina, le fastidiosissime nipotine della Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo, portano in realtà i nomi di due specie di mosche particolarmente nocive. Stomoxys calcitrans è la mosca delle stalle e Glossina morsitans è la famigerata mosca tse-tse, che trasmette il parassita Trypanosoma brucei, un protozoo in grado di provocare la malattia del sonno sia negli animali che negli esseri umani. Entrambe le bambine perverse si vedono, con abiti che ricordano la livrea delle coccinelle, a una festa sadomasochistica e sodomitica, tra gente avvezza a praticare il coito nel deretano! Ai nostri giorni tutto ciò non potrebbe essere più nemmeno pensato. Nel film di Vadim, le pestifere Stomoxys e Glossina propongono a Barbarella dei "giochini" non certo innocui. 



La verginità di Barbarella

All'epoca si pensava che il progresso tecnologico avrebbe portato al completo superamento della fisicità del genere umano. Sono temi ricorrenti nella fantascienza il disprezzo verso i "selvaggi", l'alimentazione tramite le "pillole degli astronauti" (di cui fece satira Totò, quando alcuni giovani gli dissero che "mangiare non è chic") e altre simili amenità. Se sulla Terra non c'è contatto fisico tra i sessi, Barbarella ha conservato l'imene integra fino al suo incontro con Tognazzi! Sembra addirittura che non capisca il significato dell'atto della penetrazione. Non avrà mai visto un pene eretto e neppure la fuoriuscita dello sperma. Evidentemente sulla Terra la procreazione avviene in vitro ed è programmata, così nessuna può più rimanere incinta naturalmente. Eppure, il Presidente della Terra sembra abbastanza malizioso. Forse contava di avere facilmente un incontro con Barbarella e di sfruttare il suo candore per convincerla a fare qualche porcata.  
 
Tentativi di censura 

Il film Barbarella ha ricevuto la valutazione "condannato" ("condemned" rate) dal National Catholic Office for Motion Pictures, che lo ha definito " un fantasy malato ed eccessivo, con nudità e rappresentazioni grafiche del sadismo", criticando la Production Code Administration per averlo approvato. Ingerenze aggressive, il cui fine era instaurare un "Index filmorum prohibitorum" e abolire ogni traccia di libertà di espressione. Da quando la Chiesa Romana è stata travolta da innumerevoli cause di pedofilia, la sua arroganza è comunque molto diminuita.  
Questo film ha avuto un'importante riedizione nelle sale nel 1977, grazie al grande successo al botteghino di Guerre Stellari in quello stesso anno. La pellicola è stata modificata per ottenere una classificazione americana "PG" (ossia "Parental guidance suggested – Some material may not be suitable for children"), con taglio del nudo integrale; aveva il sottotitolo aggiunto Queen of the Galaxy ("Regina della Galassia"), che non era presente nella versione originale del 1968. Sebbene tutte le versioni video americane altro non fossero che la versione originale non tagliata, la Paramount ha ripetutamente incluso lo stupidissimo tag "PG" sulla confezione, quando avrebbe dovuto apporre la dicitura "Not Rated"
Il fumetto di Jean-Claude Forest ha avuto qualche problema in più rispetto al film. Quando le strisce raccolte furono pubblicate come libro a sé stante nel 1964, furono ritenute pornografiche e scoppiò uno scandalo. Nella migliore delle ipotesi, quelle strisce erano leggermente erotiche. 


Etimologia di Durand Durand 

Il nome dello scienziato pazzo Durand Durand (pron. /dy'Rã dy'Rã/) colpisce subito l'attenzione per via della sua natura duplicata - anche se spesso Barbarella si rivolge a lui chiamandolo semplicemente Durand. L'ipotesi più plausibile è che Durand sia il cognome, di origine francese, e che i suoi genitori si siano divertiti a dare al figlio un nome di battesimo identico al cognome. Dopotutto non sarebbe un caso isolato. Basti pensare a esempi come Galileo Galilei, Paperone de' Paperoni, etc. L'etimologia, sia del cognome che del primo nome, è dall'antico francese Durant, che risale al latino Durandus, il cui significato è "Duraturo", "Durevole". L'origine è chiaramente augurale. Questo cognome presenta le varianti Durant, du Rand e du Randt, le ultime due comuni in Sudafrica. Resta il fatto che Barbarella non è mai chiamata con un cognome. Non è garantito che la mia spiegazione sia valida e che le genti della Terra futuribile abbiano cognomi. Nel fumetto originale non c'era alcun Durand Durand e nemmeno il suo raggio letale. Il personaggio fu inventato di sana pianta dallo sceneggiatore. Credo che ormai sia impossibile determinare a cosa si ispirò.  

Barbarella e la politica 

Questo film è stato realizzato prima della politicizzazione di Jane Fonda e della sua metamorfosi in una convulsionaria radical-femminista. Quando le è stato chiesto di difendere il film nel contesto delle sue opinioni politiche femministe, non ha avuto altra scelta che accettarlo per quello che era. Non avrebbe potuto riscrivere la storia, perché non si era ancora imposta la luttuosa "cancel culture"! Adesso sarebbe tutto diverso: imporrebbero la distruzione della pellicola, accusata di sfruttare le donne! Per queste fanatiche urlanti che si sono formate in verminai universitari come Berkeley, ogni donna dovrebbe mettersi i baffi finti, vestirsi di stracci e puzzare da far schifo, come una carogna e come la merda grassa, pur di non far piacere nemmeno al più sfigato degli uomini! 


La politica nel film Barbarella 

Sarebbe ingenuo pensare che nel film non esistano contenuti politici, soltanto perché il film risale a un'epoca in cui Jane Fonda non era politicamente impegnata. Subito appare evidente l'attiva presenza del Partito Comunista Rivoluzionario sul 16° pianeta di Tau Ceti. Non si può evitare di porsi una domanda. Chi ha portato il Marxismo a Sogo? È stato sicuramente Durand Durand. In fondo è stato lui a dare a Dildano le pillole per il sesso "sincro", segno che i due si conoscevano abbastanza bene. Ma a che pro? Che vantaggio avrebbe avuto lo scienziato pazzo a diffondere le dottrine di Marx ed Engels in un contesto privo di connessioni con quello della Terra? Forse all'inizio ha pensato di usare la Rivoluzione per contrastare il potere del Gran Tiranno, sperando nel crollo di quella società feudale. Poi, quando è stato a un passo dall'ottenere il potere in altro modo, Durand Durand si è opposto con ogni sua forza alla Rivoluzione, eliminando uno ad uno i dirigenti dell'Agitprop e gli insorti!  

La Stanza del Suicidio 

Credendo di essere molto furba, Barbarella a un certo punto varca un ingresso proibito, chiedendosi perché nessuno dei Sogoiti osi seguirla. Quella in cui è capitata è la Stanza del Suicidio. Ogni abitante di Sogo ha il diritto di terminare la propria esistenza quando vuole. Solo per questo sarebbe un luogo molto più civile dell'Italia, tanto per fare un esempio, Tuttavia c'è un problema di non poco conto. Nessuno può scegliere come porre fine ai propri giorni. L'aspirante suicida ha una sola possibilità: optare per una delle tre porte che si trova davanti. Nel caso non lo faccia, sarà inghiottito dal magma. Ciascuna delle tre porte immette in una stanza, invisibile dall'esterno, in cui il boia può fare qualsiasi cosa, ad esempio squartare il malcapitato, bollirlo vivo, amputargli gli arti, etc. Barbarella viene tratta in salvo da Durand Durand.

Barbarella e la varietà linguistica 

Il congegno che Barbarella definisce "chiacchieratore" dovrebbe avere la capacità di permetterle di comunicare con gente che parla lingue diverse da quella della Terra. Il primo incontro di Barbarella con le nipotine odiosissime della Regina Nera si risolve in una totale assenza di comprensione: avendo fallito il dispositivo per un inconveniente tecnico, la donna tenta di applicare il principio secondo cui "dovunque nell'Universo si parla inglese tranne che in Francia" e inizia ad esprimersi in francese (nel caso Tau Ceti si rivelasse essere una dependance del Paese di Luigi XIV). Visto che non riesce ad ottenere alcun successo, si impone un cambio di strategia strategia. Non si sa bene su quali basi scientifiche, Barbarella etichetta il parlottare delle bambine terribili come "dialetto galattico del gruppo 5". Quando finalmente riesce ad attivare il "chiacchieratore", in presenza dell'augusto Tognazzi, ogni problema comunicativo si risolve come per incanto. Tuttavia si rivela un gravissimo errore nel seguito. Questo "chiacchieratore", che è una specie di braccialetto, avrebbe dovuto spegnersi con l'esaurimento della pila atomica, che è una specie di cavigliera. Quando la luce nella cavigliera è spenta, significa che non c'è più alcuna fonte di energia. Non si capisce come possa Barbarella continuare a comprendere quanto le viene detto dai suoi interlocutori Sogoiti, dato che la pila atomica è spenta da tempo. Non sono stato il primo a notare questo errore così grossolano. 


Barbarella e la musica 

Lo scienziato pazzo Durand Durand è l'ispiratore del nome del gruppo New Wave e Synthpop britannico Duran Duran, che godette di immensa popolarità negli anni '80 del XX secolo, divenendo in Italia uno dei pilastri portanti del movimento dei Paninari. Nel 1997, i Duran Duran hanno dedicato alla loro eroina preferita la canzone Electric Barbarella, terza traccia dell'album Medazzaland
Questo non esaurisce di certo l'influenza che il film interpretato da Jane Fonda ha avuto nel mondo della musica. Ho raccolto e ordinato cronologicamente alcuni casi che mi sono parsi particolarmente interessanti.   
1) Bob Seger: la canzone Her Strut dell'album Against the Wind (1980) è ispirata al personaggio di Barbarella. Alla lettera, Her Strut significa "il suo avanzare impettito". 
2) Fuzzbox, band femminile il cui nome esteso è We've Got A Fuzzbox And We're Gonna Use It: il video della canzone International Rescue, dell'album Big Bang! (1989), mostra una parodia di Barbarella in cui il ruolo di Durand Durand è interpretato da Adrian Edmondson. Questo per ripicca, perché non è stato concesso loro di usare Thunderbirds
3) Barbarella, pseudonimo dei due produttori Sven Väth e Ralf Hildenbeutel: i singoli dell'album techno The Art of Dance (1992) sono ispirati al film Barbarella. Tra questi menzioniamo The Future, The Spaceship e The Mission
4) Kylie Minogue: il video della canzone Put Yourself in My Place, dell'album eponimo Kylie Minogue (1994), diretto da Kier McFarlane, ha una trama ispirata al film Barbarella. La protagonista è la stessa Minogue che si spoglia in un'astronave. 
5) Monster Magnet, band stoner/rock/psichedelica: il video del singolo All Friends and Kingdom Come, dell'album Dopes to Infinity (1995), contiene spezzoni del film Barbarella
6) Jamiroquai: il brano Cosmic Girl, dell'album Travelling Without Moving (1996) cita al suo interno il nome Barbarella.
7) The Devils, band di Nick Rhodes e Stephen Duffy: la canzone Barbarellas dell'album Dark Circles (2002) è ispirata al personaggio di Barbarella. 
8) Arctic Monkeys: il singolo Arabella, dell'album AM (2013), trae il suo titolo una parola macedonia formata dall'unione tra Arielle (ex fidanzata di Alex Turner) e Barbarella
9) Ariana Grande: il videoclip di Break Free, dell'album My Everything (2014), è ispirato al film Barbarella. Una scena ricalca l'incipit con la protagonista che si spoglia in assenza di gravità.
10) Tatum Rush: il singolo Barbarella (2020) contiene molteplici riferimenti al film. 


Curiosità 

La scena durante i titoli di testa, in cui Barbarella sembra fluttuare attorno alla sua astronave, sono state girate facendo sdraiare Jane Fonda su un enorme pezzo di plexiglas con un'immagine dell'astronave sotto di lei. Il tutto è stato filmato dall'alto, creando l'illusione di trovarsi a gravità zero. 

All'interno della capsula spaziale di Barbarella, in genere vista sul lato sinistro, è raffigurata la parte destra del famoso dipinto Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande Jatte (Un dimanche après-midi à l'Île de la Grande Jatte, 1884) del pittore puntinista francese Georges Seurat, un contemporaneo del pittore impressionista Pierre-Pierre-Auguste Renoir. Orbene, proprio Pierre-August Renoir era il nonno del direttore della fotografia del film, il francese Claude Renoir. Il dipinto fu in seguito l'ispirazione per un musical di Stephen Sondheim, Sunday in the Park with George.

Nel Labirinto, Barbarella chiede all'Angelo Pygar dove può trovare il canuto Professor Ping. A quel punto i suoni di sottofondo sono presi dalla colonna sonora de Il pianeta proibito (Forbidden Planet, 1956) di Fred M. Wilcox, quando l'invisibile Mostro dell'Id lascia le impronte mentre si avvicina all'incrociatore spaziale.

Questa è la parola d'ordine usata dal rivoluzionario Dildano nella versione originale del film:
"Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch"
Riconoscibile all'istante, è il nome di un villaggio nel Galles, nel Regno Unito. Come si può facilmente intuire, questo toponimo è più lungo del Regno Unito e dell'intera Europa. È anche il secondo più lungo dell'intero pianeta. Il significato in lingua gallese è questo: "Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco, vicino alle rapide e alla chiesa di San Tisilio nei pressi della caverna rossa". Per comprensibili ragioni di praticità, si abbrevia in Llanfairpwll, ma è tuttora scritto per intero nella stazione ferroviaria del paese.  
Nella versione in italiano, l'interminabile toponimo gallese è stato sostituito con una parola d'ordine diversa, che tuttavia conserva in alcune parti una grossolana assonanza: 
"ciclotroneapogalatticoeliocentroparellittico-gogogò"
Queste sono le cose che succedono quando si hanno idee stravaganti e si è poi costretti ad adattarle in altre lingue! 

In origine Dildano doveva essere interpretato dall'attore italiano Antonio Sabato. Esistono foto dal set in cui Sabato che interpreta con Jane Fonda la famosa scena del sesso finto fatto congiungendo le mani. La performance di Sabato è stata considerata troppo seria, così è stato sostituito dall'attore inglese David Hemmings, più incline alla commedia. 

Jane Fonda si è autodoppiata nella versione in francese.

Charles B. Griffith in seguito dichiarò di aver lavorato alla sceneggiatura senza essere accreditato, spiegando che il team di produzione "ha assunto altri quattordici scrittori" dopo Terry Southern prima di arrivare a lui. Non sarebbe stato accreditato solo perché era l'ultimo. Griffith ha anche notato di aver riscritto circa un quarto del film che era stato girato, poi girato di nuovo, e ha aggiunto il concetto che erano trascorsi migliaia di anni da quando esisteva la violenza, quindi Barbarella è stata molto goffa per tutto il film: è pacifista, si spara ad un piede, arriva vergine su Tau Ceti, senza sapere cos'è il materiale genetico, poi viene posseduta carnalmente dal grottesco Tognazzi e tutto il resto. Anche le sequenze con Claude Dauphin nei panni del libidinoso Presidente della Terra e quelle della Stanza del Suicidio facevano parte del contributo di Griffith al film. 

Jane Fonda ha detto in un'intervista che ha dovuto ubriacarsi per trovare il coraggio di spogliarsi nuda per la scena durante i titoli di testa, anche se aveva girato scene di nudo in alcuni dei suoi film precedenti. 

L'istrionico Mike Myers ha tratto ispirazione da Barbarella per il personaggio di Felicity Shagwell della sua parodia spionistica Austin Powers - La spia che ci provava (Austin Powers - The Spy Who Shagged Me, 1999). Il cognome fittizio Shagwell significa "scopa bene". Il concetto che aveva in mente Myers era semplice, Barbarella "scopa bene" perché è arrivata a fare sesso dopo una vita di virtualità, senza aspettative, ansie da prestazione, paure, tabù, etc. Per contro, è un fatto che la virtualità della Rete ha avuto un effetto funesto sulle genti! 

Terry Southern suggerì Anita Pallenberg nel ruolo della Regina Nera di Sogo perché aveva stretto amicizia con lei quando lavorava con i Rolling Stones durante le prime fasi di sviluppo di Arancia meccanica (A Clockwork Orange, Stanley Kubrick, 1971). Inoltre, era una maliarda con una fama sinistra: a quanto pare era dedita alle droghe e faceva sesso anale con molti partner occasionali; si dice inoltre che praticasse la Magia Nera. 

La ragazza che fuma la pipa, Talitha Pol, era la moglie di John Paul Getty, il famoso miliardario. Quella che fumava era "essenza di uomo", una droga ottenuta dalla lavorazione di tonnellate di sperma, eiaculato da centinaia di uomini robusti sottoposti a costante stimolazione elettro-erotica! 

La pornodiva Virna Aloisio Bonino (aka Virna Anderson) ha preso il suo nome d'arte, Barbarella, proprio dal film interpretato da Jane Fonda. 

Un sequel abortito

Un sequel di Barbarella fu pianificato nel novembre 1968. Il produttore Robert Evans disse che il titolo provvisorio sarebbe stato qualcosa come "Barbarella Goes Down", con il personaggio che avrebbe avuto avventure sottomarine (in realtà quella frase in gergo era quasi un sinonimo di "Barbarella Gives Head"). Terry Southern ha detto di essere stato contattato da Dino de Laurentiis nel 1990 per scrivere un sequel "a buon mercato, ma con molta azione e molto sesso", possibilmente interpretato dalla figlia di Jane Fonda. Per grande fortuna del genere umano, non è mai stato prodotto. 

Un remake di cui non si sente bisogno 

Nel 1999 fu annunciato che era in lavorazione un remake del film e che la Warner Bros aveva acquisito i diritti dalla Paramount Pictures. Si vociferava anche che Drew Barrymore avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Barbarella e che questo rifacimento sarebbe stato più fedele al fumetto rispetto all'originale. Ancora nell'ottobre 2021, il progetto non era neppure cominciato. Di per sé sarebbe qualcosa di più inutile delle scorregge di un mulo. A cosa dovrebbe mai servire? Non si possono lasciare le voci dei Morti dove stannom senza arrecare disturbo alla Quiete del Nulla? 

Un altro tentativo di remake 

Una nuova versione di Barbarella è stata proposta negli anni 2000 e il regista Robert Rodriguez era interessato a svilupparne una versione. La Universal Pictures prevedeva di produrre il film, con Rose McGowan nel ruolo di Barbarella. Dino e Martha De Laurentiis hanno firmato con gli scrittori Neal Purvis e Robert Wade. Quando il budget del film superò gli 80 milioni di dollari, la Universal si ritirò. Secondo Rodriguez ha cercato finanziamenti alternativi e ha trovato uno studio in Germania che avrebbe fornito un budget di 70 milioni di dollari. Ma Rodriguez alla fine abbandonò il progetto, poiché usare quello studio avrebbe richiesto una lunga separazione dalla sua famiglia. A Joe Gazzam è stato quindi chiesto di scrivere una sceneggiatura, con la regia di Robert Luketic e Dino e Martha De Laurentiis ancora accreditati come produttori. Per fortuna non è mai stato prodotto! 

Un annuncio che si spera l'ultimo 

Nel marzo 2022 è stato annunciato un altro remake, diverso dai precedenti conati. A quanto pare, Barbarella sarà interpretata da Sydney Sweeney, sempre che Belzebù lo permetta. Uniche caratteristiche che la Sweeney ha in comune con Jane Fonda: i capelli biondi e il sesso femminile (ma di questi tempi bisogna stare attenti a parlarne troppo)! Sembra che il progetto sia soltanto al livello di annuncio, in tutto e per tutto embrionale, essendo sconosciuti sia il regista che lo sceneggiatore. Si vedrà cosa emergerà da questa incertezza. Forse si risolverà in un semplice peto. 

Un flusso di idee folli

Anche se non credo affatto nei remake, se dovessi dirigerne uno e potendo scegliere questo film, saprei già a chi affidare diverse parti. Ovviamente non rivelo l'identità della maliarda a cui attribuirei il ruolo di Barbarella, ma potete star certi che mi riserverei di interpretare l'ingordo Mark Hand-Tognazzi! Dildano lo farei interpretare a Luca K., basterebbe mettergli un'ispida parrucca rossiccia e sarebbe perfetto! Con il suo sguardo spiritato supererebbe l'originale! Il Professor Ping lo farei interpretare al dottissimo Marco A.: somiglia fisicamente all'attore e spiritualmente al personaggio!  

domenica 21 novembre 2021

 
PROSPECT 
 
Titolo originale: Prospect 
Paese: Stati Uniti d'America 
Anno: 2018 
Lingua originale: Inglese 
Durata: 100 min 
Genere: Fantascienza
Regia: Zeek Earl, Chris Caldwell 
Sceneggiatura: Zeek Earl, Chris Caldwell 
Soggetto: Zeek Eark, Chris Caldwell
Fonte di ispirazione (non accreditata): Andrea Fanton,
    Sergio Asteriti
Produttori: Andrew Miano, Chris Weitz,
    Scott Glassgold, Dan Balgoyen, Garrick Dion,
    Matthias Mellinghaus 
Musica: Daniel L.K. Caldwell 
Interpreti e personaggi:
    Sophie Thatcher: Cee
    Jay Duplass: Damon
    Pedro Pascal: Ezra
    Luke Pitzrick: Numero Due, compagno di Ezra
    Arthur Deranleau: Fahr
    Andre Royo: Oruf
    Alex McCauley: Bahr
    Doug Dawson: Heshir
    Krista Johnson: Gali
    Brian Gunter: Mesur
    Sheila Vand: Inumon
    Anwan Glover: Mikken
    Trick Danneker: Jack
    Christopher Morson: Zed
    Ben Little: Prigioniero
    Shepheard Earl: Guida  
Budget: Meno di 4 milioni di dollari US
Box office: 22.777 dollari US
 
Trama: 
La giovane Cee e suo padre Damon scendono con una piccolissima astronave da trasporto sulla superficie boscosa di una luna di un gigante gassoso. Vogliono estrarre gemme. Durante la discesa, un guasto tecnico paralizza il lander, costringendoli ad atterrare a una certa distanza dal sito di prospezione previsto. Trovano uno scavo abbandonato dove estraggono un baccello carnoso dalla terra, al cui interno c'è una gemma preziosa. Cee esorta suo padre a tornare sul lander con la gemma, ma Damon insiste per proseguire verso il sito originale. Mentre la ragazza si è appartata per defecare, l'uomo incontra due cercatori rivali, il baffuto Ezra, che somiglia un po' a Lemmy dei Motörhead, con il suo partner, silenzioso e passivo. Inizialmente i ribaldi pianificavano di derubare Damon, ma riconsiderano la situazione quando lui si offre di unire le forze e rivela che è stato contattato dai mercenari - che a quanto pare avrebbero scoperto il leggendario "covo della regina", un sito di scavo molto redditizio. Ezra accetta l'alleanza, ma Cee, che era rimasta nascosta, tende loro un'imboscata con un fucile. Ciò consente a Damon di disarmare i cercatori rivali e di prenderli in ostaggio. A un certo punto il partner silenzioso e passivo di Ezra si ribella, attacca e provoca una sparatoria in cui rimane ucciso. Damon, ferito a morte, viene giustiziato da Ezra, furioso per aver perso il suo slave. Cee fugge e si ritira sul suo lander malfunzionante e incapace di avviarsi. Ezra la ritrova ore dopo e cerca di entrare: il suo intento è quello di vendicarsi brutalizzandola. Cee reagisce, gli spara al braccio e lo prende prigioniero. Ezra propone, come da piano iniziale di Damon, di unirsi ai mercenari. Lei accetta con riluttanza, così procedono verso il "covo della regina". Il braccio di Ezra intanto è stato infettato dalle spore velenose che abbondano nell'atmosfera di quel mondo. I due sono costretti a cercare aiuto medico presso un accampamento. Il problema è che le genti del campo propongono invece di scambiare le gemme con Cee: evidentemente vogliono conoscerla secondo il costume delle genti di Sodoma. Mentre Ezra chiede informazioni sull'accordo, Cee riesce a fuggire. Dopo aver vagato da sola, incontra di nuovo Ezra, la cui ferita è gravemente peggiorata. Lo aiuta ad amputargli il braccio, poi si dirigono all'accampamento dei mercenari vicino al "covo della regina". Dopo essersi assicurati un passaggio sulla microscopica nave dei mercenari, armeggiano per estrarre le gemme, ma sono incapaci e i loro tentativi vanno in merda. Quando il loro sorvegliante vuole denunciare questo fallimento, Ezra lo uccide, innescando uno scontro con i predoni rimasti. Molti vengono uccisi e anche Ezra riporta gravi ferite. Cee si prende cura dell'uomo e insieme fuggono in orbita a bordo della nave dei mercenari. C'est l'amour... 

 
Recensione: 
Una pellicola insensata, oltre che estremamente noiosa e inconcludente. L'attrice protagonista, Sophie Bathsheba Thatcher, è stata considerata la rivelazione dell'anno. Nata nel 2000 da famiglia mormone, ha dichiarato di non seguire più la religione in cui è stata cresciuta. Una giovane dotata di senso critico, non c'è che dire. Qui la vediamo al suo esordio nella Settima Arte. Le sue doti non bastano tuttavia a risollevare le sorti del film di Earl-Caldwell, che è costato molto e ha reso ben poco. Il risultato ottenuto dai registi non è comunque di poco conto, visto che sono riuscito a visionare la loro opera senza addormentarmi in poltrona, come spesso mi accade. Con mio grande stupore, mi sono reso conto che anche Prospect ha i suoi fan, pronti a giurare e a spergiurare che sia un'opera eccelsa, addirittura commovente. Inutile discutere con loro: si rischia di finire linciati! Nel secolo scorso in Occidente c'era il fanatismo politico, prima ancora c'era il fanatismo religioso. Adesso invece ci sono forme di fanatismo che non hanno nemmeno l'ombra di un costrutto e che non si riescono a capire. La gente si scannerebbe per cose come un film... o per la ricetta di un piatto di carbonara. 
 

La fonte di ispirazione 
 
Potete anche non crederci, ma la verità è questa: Prospect deriva direttamente dalla storia disneyana Topolino e la Galassia delle Sfere Essenziali, sceneggiata da Andra Fanton e disegnata da Sergio Asteriti (Topolino n. 923, 1973). Riporto qui la trama del fumetto, che in moltissimi abbiamo letto quando eravamo mocciosi.  
 
Topolino e la Galassia delle Sfere Essenziali
 
Topolino e Pippo accompagnano il Professor Moster, un simpatico ed esuberante vecchietto, nel suo viaggio tra le stelle, su un'astronave rudimentale che è poco più di un guscio ovoidale di fragile metallo. Nel frattempo uno scienziato malvagio e banditesco, Marnet, compie un viaggio simile su un veicolo meglio equipaggiato, assieme al suo fido assistente Clik. Marnet è segaligno e collerico. Leggendo tra le righe si capisce una verità scomoda: Marnet è un sodomita violento che sfoga la sua frustrazione rompendo il deretano del povero Clik! La meta di entrambe le spedizioni, quella di Moster e quella di Marnet, è un pianeta boscoso e privo di fauna, che si trova nella Galassia delle Sfere Essenziali. Raggiunto quel mondo pieno di conifere balsamiche, Marnet mette subito in atto le sue intenzioni predatorie: prima abbatte l'astronave rivale, poi paralizza Moster, Topolino e Pippo. Privo di altri fastidi, raccoglie un gran numero di gemme (che sarebbero di "uranio"), estraendole con le pinze dai tronchi degli alberi, scavati con immenso sadismo servendosi di un trapano! Gli alberi, privi delle gemme, si seccano. A un certo punto, il fido Clik estrae qualcosa di imprevisto dall'ennesimo albero: un folletto dagli abiti sgargianti, che parla e rivela di essere Gubareo, il custode della civiltà scomparsa dei Gubarei. Gubareo fa subito sfoggio dei suoi poteri magici, neutralizzando Marnet e a Clik, a cui riprende il maltolto. Dopo aver liberato Moster e i suoi compagni dalla paralisi, fa qualche futile discorso New Age e rimette le gemme negli alberi, facendoli rinverdire. Quindi convoca l'Astronave Fantasma, un immenso veicolo spaziale robotico, su cui mette Moster, Topolino e Pippo, dando istruzioni al meccanismo di riportarli a casa; costringe invece Marnet e il suo bottom a ripartire con il loro rottame, vagando tra le galassie finché non avrà capito che gli alberi sono creature viventi e non cose. Diavolo d'un Marnet!
 
La splendida storia è consultabile su Facebook in questa pagina:  
 

Come potete vedere, esistono significativi elementi in comune, che mi portano a ritenere che le due storie, quella di Prospect e quella topolinesca di Fanton-Asteriti, molto difficilmente potranno avere origini tra loro indipendenti. Il film dovrà quindi derivare, anche per ovvie ragioni cronologiche, dall'impianto del fumetto. Si ha l'impressione che la fantascienza cinematografica sia ormai tanto esaurita, snervata, sfibrata, da dover scandagliare qualsiasi fonte, anche Topolino, per poter avere qualche chance di sopravvivenza. 
 
 
Il mito del pianeta rigoglioso senza fauna  

Mi vengono in mente alcuni casi di pianeti con vita vegetale, soprattutto arborea, ma senza animali, presenti in opere di fantascienza prima di Prospect. Senza dubbio me ne sono sfuggiti diversi e di questo chiedo venia. Ecco l'esiguo elenco:

1) Spazio 1999 (serie tv) - episodio: Luton (The Rules of Luton, 1976); 
2) Capitan Harlock (serie anime diretta da Rintarō, trasmessa in Giappone su TV Asahi nel 1978-1979);
3) L'isola del tesoro (miniserie televisiva diretta da Antonio Margheriti, 1987); 
4) Alien: Covenant (Ridley Scott, 2017). 
 
In tutti questi casi si tratta di pianeti in cui la vita animale un tempo esisteva, ma è stata spazzata via da una catastrofe. Nell'episodio di Spazio 1999, i vegetali avevano sviluppato una forma di intelligenza e si erano ribellati contro gli animali, annientandoli. Allo stesso modo nella serie anime Capitan Harlock si diceva che la favorita del capitano pirata, Meeme (detta anche Meet), veniva da un pianeta chiamato Jura, la cui popolazione era stata distrutta in una rivolta di vegetali, che si erano trasformati in gigantesche piante carnivore. Nella costosissima miniserie L'isola del tesoro, una spedizione guidata dal Capitano Smollet giunge su un pianeta in cui le uniche tracce di animali sono colossali scheletri di torosauri preistorici, in pratica una specie di triceratopi extra size. Si ha l'impressione che questa scelta fosse legata più che altro a ragioni economiche: i produttori non erano disposti a far levitare ulteriormente il budget simulando animali. Nella sorgente prima di Prospect, la storia di Fanton-Asteriti di cui abbiamo parlato, la scomparsa di vita animale era dovuta a una scelta idiota dei Gubarei, che avevano pensato bene di rendere immortali gli alberi - meno male che si consideravano consapevoli dei cicli della Natura, l'ano di Clik era più intelligente di loro! Soltanto in Prospect sembra che l'assenza di vita animale sia connaturata alla luna boscosa, anche se la tossicità delle spore aerodisperse potrebbe far pensare a uno strano meccanismo di difesa.

Musica della Lettonia
 
Tra i mercenari si trova una donna proveniente da una colonia fondata da genti migrate dalla Lettonia. Questa predatrice utilizza una canzone in lingua lettone come arma, facendola suonare a volume altissimo. Il brano in questione si intitola Dūdieviņš. Un'altra canzone lettone, Pasaulīte, si sente nel corso del film, sempre nel campo dei mercenari. Riporto i testi che ho reperito nel Web.

Primo brano: 
 
Dūdieviņš 
 
Dūdieviņ, Dūdieviņ, ūdeņu dūdiniek
Sadūdo lietu!
Gulgainā sudraba dūmakā plūdini
Dūmaļo rietu!
Šalcošām šļakatām pārskalo liedagu
Pārsijā kāpas!
Pāržūžo dūksnāju, donī zem zieda guļ
Mana melna sāpe.
Dūdieviņ, Dūdieviņ, dod dūnas gaišumu
Vakara bēdām!
Visu manu rūgtumu dūkodams aizšūpo
Spārngalu vēdās!
Kā tavā atspulgā pārplaiksna ūdeņus,
Vilnājā zūdot,
Dūdiniek, pelēkais tārtiņ, mans Dūdieviņ,
Pagaisīs grūtums. 
Dūdieviņ, Dūdieviņ, ūdeņu dūdiniek
Sadūdo lietu!
Gulgainā sudraba dūmakā plūdini
Dūmaļo rietu!
Šalcošām šļakatām pārskalo liedagu
Pārsijā kāpas!
Pāržūžo dūksnāju, donī zem zieda guļ
Mana melna sāpe.
Dūdieviņ, Dūdieviņ, dod dūnas gaišumu
Vakara bēdām!
Visu manu rūgtumu dūkodams aizšūpo
Spārngalu vēdās!
Kā tavā atspulgā pārplaiksna ūdeņus,
Vilnājā zūdot,
Dūdiniek, pelēkais tārtiņ, mans Dūdieviņ,
Pagaisīs grūtums. 
 
Traduzione: 

Piviere, piviere, piccolo filatore d'acqua,
Tu fai cadere la pioggia!
Scorrendo nel fumo argentato,
Serata nebbiosa!
Lavando i campi con onde scroscianti,
Traboccando i banchi!
Oscillando l'erba piuma e sdraiandosi sotto il fiore,
Il mio dolore nero.
Piviere, piviere, dona luminosità alle dune
Con i venti della sera!
Portando via tutta la mia amarezza,
Nelle ali dei gabbiani!
Come il tuo riflesso che scintilla sulle acque,
Scomparendo tra le onde,
Piviere, piccolo grigio, mio ​​piccolo filatore d'acqua,
Si scrollerà di dosso le difficoltà.
Piviere, piviere, piccolo filatore d'acqua,
Tu fai cadere la pioggia!
Scorrendo nel fumo argentato,
Serata nebbiosa!
Lavando i campi con onde scroscianti,
Traboccando i banchi!
Oscillando l'erba piuma e sdraiandosi sotto il fiore,
Il mio dolore nero.
Piviere, piviere, dona luminosità alle dune
Con i venti della sera!
Portando via tutta la mia amarezza,
Nelle ali dei gabbiani!
Come il tuo riflesso che scintilla sulle acque,
Scomparendo tra le onde,
Piviere, piccolo grigio, mio ​​piccolo filatore d'acqua,
Si scrollerà di dosso le difficoltà.

 
Note: 
È una canzone che parla di un mito dell'antica religione pagana della Lettonia: un uccello, il piviere, che si credeva facesse piovere e che era adorato come una divinità. Nel testo sono presenti parole arcaiche, così usare il traduttore di Google non è una buona idea, dato che non riesce a riconoscerle. L'autore è il compositore popolare Imants Kalniņš (nato nel 1941). Musicista, autore di sette sinfonie e politico, fu uno dei primi a comporre un'opera rock in Unione Sovietica. Il brano fu cantato da Ilona Balina (1970). 

Secondo brano:
 
Pasaulīte

Pasaulīt’, kur tu kā sadegusi
Pasaulīt’, tik viena skrēji, pasaulīt’, pasaulīt’?
Pasaulīt’, tevi laikā nepagūsi
Pasaulīt’, teic kur tu eji, pasaulīt’, pasaulīt’

Kā lai tev, pasaulīt’, tieku es līdz, pasaulīt’, pasaulīte?
Kā lai tev, pasaulīt’, tieku es līdz, pasaulīt’, pasaulīte?
Kā lai tev, pasaulīt’, tieku es līdz, pasaulīt’, pasaulīte?
Kā lai tev, pasaulīt’, tieku es līdz, pasaulīt’, pasaulīte?

Pasaulīte, pasaulīte, kā lai es tev tieku līdzi?
Kā lai es tev tieku līdzi, pasaulīte?
Pasaulīte, pasaulīte, kā lai es tev tieku līdzi?
Kā lai es tev tieku līdzi, pasaulīt’?

Pasaulīt’, ko tu ar mani dari?
Pasaulīt’, jel bīsties grēka, pasaulīt’, pasaulīt’!
Pasaulīt’, vai tu vēl ātrāk vari?
Pasaulīt’, man nav vairs spēka, pasaulīt’, pasaulīt’!

Kā lai tev, pasaulīt’, tiеku es līdz, pasaulīt’, pasaulīte?
Kā lai tev, pasaulīt’, tiеku es līdz, pasaulīt’, pasaulīte?
Kā lai tev, pasaulīt’, tieku es līdz, pasaulīt’, pasaulīte?
Kā lai tev, pasaulīt’, tieku es līdz, pasaulīt’, pasaulīte?
 
Traduzione: 
 
Mondo, come se fossi bruciato, dove
stai correndo, mondo, tutto solo, mondo, mondo?
Mondo, non possiamo prenderti.
Mondo, dimmi dove stai andando, mondo, mondo?
 
Mondo, come posso raggiungerti, mondo, mondo?
Mondo, come posso raggiungerti, mondo, mondo?
Mondo, come posso raggiungerti, mondo, mondo?
Mondo, come posso raggiungerti, mondo, mondo?
Mondo, mondo, come posso raggiungerti?
Come posso raggiungerti, mondo?
Mondo, mondo, come posso raggiungerti?
Come posso raggiungerti, mondo?
 
Mondo ! Cosa stai facendo con me?
Mondo, abbi paura di peccare così, mondo, mondo!
Mondo, puoi correre ancora più veloce?
Mondo, non ne ho più la forza, mondo, mondo!
 
Mondo, come posso raggiungerti, mondo, mondo?
Mondo, come posso raggiungerti, mondo, mondo?
Mondo, come posso raggiungerti, mondo, mondo?
Mondo, come posso raggiungerti, mondo, mondo?
Mondo, mondo, come posso raggiungerti?
Come posso raggiungerti, mondo?
Mondo, mondo, come posso raggiungerti?
Come posso raggiungerti, mondo?
 
 
Note: 
Questa canzone è stata cantata dalla band lettone Eolika, fondata nel 1966.