Titolo originale: Sunday in the Country
AKA: Blood for Blood; Vengeance is Mine
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Canada, Regno Unito
Anno: 1974
Durata: 93 min
Colore: Colore
Colore: Colore
Rapporto: 2,35 : 1
Genere: Poliziesco, drammatico, thriller
Regia: John Trent
Soggetto: David Main
Sceneggiatura: Robert Maxwell, John Trent
Produttore: David Perlmutter
Produttore esecutivo: Peter James
Casa di produzione: Impact Films, Quadrant Films,
Canadian Film Development Corporation
Canadian Film Development Corporation
Fotografia: Marc Champion
Montaggio: Tony Lower
Effetti speciali: John "Bud" Cardos
Musiche: Paul Hoffert, William McCauley
Scenografia: Milt Parcher
Trucco: Ken Brooke
Interpreti e personaggi:
Ernest Borgnine: Adam Smith
Michael J. Pollard: Leroy
Hollis McLaren: Lucy
Louis Zorich: Dinelli
Cec Linder: Ackerman
Vladimír Valenta: Luke
Al Waxman: Sergente
Tim Henry: Eddie
Murray Westgate: Conway
Ralph Endersby: Timmy Peterson
Susan Petrie: Jennifer Logan
Ratch Wallace: Poliziotto
Mark Walker: Pattugliatore stradale
Gary Reineke: Pattugliatore stradale
Eric Clavering: Capostazione
David Hughes: Pastore
Franz Russell: Fedele
Ruth Springford: Fedele
Alan King: Fedele
Laddie Dennis: Fedele
Joan Hurley: Fedele
Winnifred Springett: Fedele
Mark Walker: Pattugliatore stradale
Gary Reineke: Pattugliatore stradale
Eric Clavering: Capostazione
David Hughes: Pastore
Franz Russell: Fedele
Ruth Springford: Fedele
Alan King: Fedele
Laddie Dennis: Fedele
Joan Hurley: Fedele
Winnifred Springett: Fedele
Jonathan White: Fedele
Carl Banas: Annunciatore radiofonico
Carl Banas: Annunciatore radiofonico
Doppiatori italiani:
Sergio Fiorentini: Adam Smith
Vittorio Stagni: Leroy
Luciano De Ambrosis: Dinelli
Arturo Dominici: Ackerman
Glauco Onorato: Luke
Manlio De Angelis: Sergente
Titoli in altre lingue:
Spagnolo: Domingo sangriento
Svedese: En stilla blodig söndag
Serbo: Nemirna nedelja
Trama:
Tagline:
Titoli in altre lingue:
Spagnolo: Domingo sangriento
Svedese: En stilla blodig söndag
Serbo: Nemirna nedelja
Trama:
Tre rapinatori di banche fuggono e si inoltrano nelle zone rurali dell'America dopo aver assaltato una banca locale. I feroci delinquenti uccidono una giovane coppia, poi cercano rifugio a casa di un contadino solitario, Adams Smith, che vive con la nipote biondiccia Lucy. I malviventi contano sulla sorpresa, ma l'uomo ascolta la radio ed è preparato al loro arrivo. Ne abbatte subito uno con una fucilata, quindi incatena gli altri due, li colloca su un mucchio di letame fumante e li tiene sotto tiro. Non potendo lasciare semplicemente che la Legge dello Stato faccia il suo corso, con tutte le inefficienze del caso, decide di portare i due banditi nella sua cantina e di sottoporli a tortura. Il suo piano è semplice: farli soffrire atrocemente e poi impiccarli con le catene fino al soffocamento. Il problema è che Lucy continua a fare "gnè-gnè-gnè", così lui trascina i banditi fuori dalla cantina e ne ammazza uno con una fucilata. Purtroppo non gli riesce di eliminare anche l'altro, un idiota dal ghigno odioso come un pupazzetto di smegma. Infatti arrivano i poliziotti, che non sospettano nemmeno di striscio delle esecuzioni sommarie avvenute nella fattoria, così caricano il grassatore superstite sull'auto e se ne vanno.
Citazioni:
Citazioni:
"Non capita tanto spesso di poter sparare a tre faine così da vicino!"
(Adam Smith)
(Adam Smith)
Tagline:
- "Adam Smith thinks the law is too kind to killers."
- "Suddenly, on a peaceful Sunday in the country, one man was forced to defend his home and his family!"
- "Not since Peckinpah's STRAW DOGS has the screen exploded with such righteous vengeance."
- "A Quiet Title for An Explosive Movie."
Recensione:
Questo posso dire per certo: Sunday in the Country mi è talmente piaciuto che non vedevo l'ora di approfondire le opere del regista John Trent. Purtroppo mi sono dovuto rendere conto che questo cineasta, risultato di nazionalità canadese, non è stato molto prolifico. Per fortuna una gemma fulgida è riuscito a produrla!
Il film evita con cura e in modo inatteso di procedere nelle direzioni più ovvie e stupide; questo non è la tipica storia di un'invasione domestica a cui siamo abituati da anni di martellamento televisivo. L'eroico protagonista, massiccio e incazzato, sembra sempre meno stabile mentalmente, con una progressione graduale verso la pura macelleria. Sublime! La pellicola, girata nelle zone rurali più impervie ed arretrate dell'Ontario, beneficia della sua ambientazione tagliata fuori dal mondo moderno e postmoderno.
Borgnine è eroico e robustissimo! Hollis McLaren interpreta a meraviglia il ruolo della decerebrata frignona, che somma in sé le scorie del sistema scolastico, fucina di demenza e matrice infetta di ogni aberrazione ideologica. Michael J. Pollard è odiosissimo, la sua faccia è più disgustosa della diarrea sulfurea di un coleroso, desta i conati di vomito soltanto a vederla! Eppure ha riscosso tanto plauso tra i commentatori nel Web, proprio perché si è calato in modo ottimo nella parte. Una parte di merda, certo, ma un attore deve saper interpretare anche i ruoli più abominevoli.
Trovo che sia necessario infine dare il giusto merito ad attori non umani: le mosche! Questi insetti sono presenti per tutta la durata del film. Talvolta si distingue la loro sagoma, ma sempre presente è il loro ronzio. Sommamente disturbante! Il chiaro riferimento è a Beelzebub, il Signore delle Mosche, su questo non ci sono dubbi.
Negli anni '70 dello scorso secolo in America sono stati fatti molti film di vendetta: era un'epoca terribile e c’erano molti crimini di questo tipo. Hollywood in qualche modo stava cercando di mandare il messaggio di non arrendersi, di non accettare la situazione, ma di ribellarsi alla prepotenza e combattere a qualsiasi costo. Ernest Borgnine e anche il ripugnante Michael J. Pollard hanno dato ottime interpretazioni e non hanno mai ricevuto il riconoscimento che meritano come attori.
Ecco, il Canada ha avuto John Trent e noi in Italia... noi abbiamo Feltroni!
Demenza della politica
C'è chi ha letto questa pellicola in modo politicizzato, come una squallida metafora dell'opposizione tra "destra" e "sinistra". Glossario politico dei luoghi comuni:
"destra" = tutto ciò che non è "sinistra";
"sinistra" = amore incondizionato per chiunque sia della stirpe di Caino ("de genere Chaym"), ossia malfattori, assassini, banditi, mostri, etc.
"destra" = tutto ciò che non è "sinistra";
"sinistra" = amore incondizionato per chiunque sia della stirpe di Caino ("de genere Chaym"), ossia malfattori, assassini, banditi, mostri, etc.
Riassumerò in poche righe ciò che penso in proposito. Adam Smith è un uomo giusto e capace, di cui si sente la mancanza. La nipotina biondiccia è una scema di merda che si diverte a masturbare i cavalli. Si capisce lontano un miglio che è in fregola per i rapinatori!
Un'interpretazione inconsueta
Qual è la sorpresa più grande del film? Il protagonista sembra un tipico membro di una comunità religiosa protestante, molto conservatrice e rimasta quasi del tutto isolata dalla società urbana. Invece salta fuori che è un adoratore di Odino, a cui intende offrire in sacrificio i due banditi (vargar) tramite impiccagione! Secondo la tradizione pagana scandinava, i malfattori violenti possono essere definiti in un solo modo: lupi nei luoghi sacri (vargar í véum). Essi violano la pace e la concordia (friðr) che devono regnare nella comunità. Così la condizione di friðr viene sostituita dall'ostilità, dallo scontro (ófriðr). I responsabili della violazione devono così essere immolati al Dio degli Impiccati! Il culto degli Dei di Asgard non è del tutto morto in America, nonostante il paese sia molto cristiano e puritano: è come se la sostanza delle impiccagioni odiniche si fosse innestata sul tessuto biblico veterotestamentario, dando esiti inaspettati e sorprendenti. Si noterà che non c'è proprio nulla di neotestamentario. Il cristianissimo Re Olaf il Grasso sarebbe molto stupito di leggere queste mie note che dopo tanti secoli dimostrano il sostanziale fallimento della sua opera! Sapete cosa distingueva l'Islanda medievale dall'attuale Occidente? Proprio il fatto che la giustizia era privata e tutelata in quanto tale da una consuetudine che ne sanciva l'esercizio come sinonimo di Libertà. L'isola, che raccoglieva le più antiche tradizioni della Norvegia, anteriori alla tirannia del Re Harald Bellachioma, era un faro di un'autentica democrazia in un'epoca in cui esistevano soltanto autocrazie.
Difficile pensare che Il Davinotti potesse trascurare questo capolavoro. Infatti gli dedica una pagina.
Ecco un variegato cut-up davinottiano, che spero sia utile agli eventuali lettori:
"Buono il cast, con un convincente Borgnine; peccato per alcuni momenti dove il film gira un po' a vuoto e per un finale non eclatante"
"Tra i cloni de Il giustiziere della notte, questo crudo e sottostimato film del canadese John Trent è sicuramente uno dei migliori"
"Giustizialistico di ambientazione bucolica (con annessa OST country, pure di buon livello) che, al di là di un soggetto ridotto all'osso, offre un interessante approccio al tema"
"Surreale perché troppo bello per essere vero"
"il classico uomo timorato da Dio che ha l'occasione di portare a galla le sue latenti frustrazioni scatenandosi in una violenza senza fine (da citare i cattivi appesi per il collo con robuste catene)"
"Misconosciuto revenge del canadese Trent, un po' Wes Craven e un po' Michael Winner; non brilla certo per originalità, ma è in grado di assicurare una buona dose della cara vecchia exploitation settantiana"
"Film molto pessimista sui metodi della giustizia (e per questo tristemente attuale)"
"Film molto pessimista sui metodi della giustizia (e per questo tristemente attuale)"
"Subodorata l'intenzionalità criminale non resta che metterla alla sbarra e alla forca pro domo propria"
"Surreale perché troppo bello per essere vero"
"si elimina perfino il pericolo più insidioso dato dal buonismo del solito, anzi "solita" pivella"
"la vittima diventa carnefice mostrando crudeltà anche superiore alle sue vittime (che però meritano decisamente il tutto)"
"E' proprio il ribaltamento di prospettiva a rendere il film meritevole"
"Il protagonista è una mosca bianca..."
"da citare i cattivi appesi per il collo con robuste catene"
"bella prova anche di Pollard, nei panni del killer psicotico e senza scrupoli"
Segnalo un'aberrazione nella pagina. Un commentatore afferma quanto segue: "un uomo in bilico fra il cattolico di stretta osservanza e lo spietato vendicatore". Adam Smith non si può in alcun modo definire "cattolico". La sua comunità è sicuramente protestante. In altre parole, appartiene a un vasto universo di denominazioni religiose che nulla ha a che fare con la Chiesa Romana. Trovo insopportabile che in Italia così tante persone ignorino ogni rudimento di conoscenza storica, confondendo con crassa ignoranza il concetto di "cattolico" con quello di "cristiano".