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martedì 30 maggio 2023

ETIMOLOGIA DELL'ANTROPONIMO NORMANNO BOEMONDO

Boemondo d'Altavilla, detto anche Boemondo di Taranto (tra il 1051 e il 1058 - 1111), figlio di Roberto il Guiscardo, Principe di Taranto (1015 - 1085), fu uno dei più cospicui comandanti della Prima Crociata. Conquistò Antiochia e ne divenne Principe. I manuali storici si occupano di riportare le sue vittorie e le sue sconfitte. Quello che a me interessa è l'etimologia del suo bizzarro antroponimo. Da dove potrà mai derivare Boemondo

A quanto sembra, questo nome non è attestato in norreno, come invece ci si aspetterebbe. Ne ho invano cercato tracce, senza trovare nulla. Non fa parte del ricchissimo patrimonio onomastico degli antichi Scandinavi. Potrebbe invece trovarsi nelle saghe norvegesi del XIV secolo, che erano traduzioni o adattamenti di testi in lingua francese antica, di argomento cavalleresco. In tal caso sarebbe passato dalla lingua d'oïl all'antico norvegese. Si converrà che non è affatto facile ricercare una data informazione, visto che il materiale spesso non è consultabile. Va già bene se si trovano dei file .pdf senza la possibilità di fare ricerche nel testo. 

Questo è tutto ciò che si riesce a recuperare nel Web: 

Forme attestate: Boiamund, BoamundBiamund,
     Baamund, Baamont 
Forme latinizzate: BohemundusBoemundus
     BuamundusBoamundus 
Greco (Anna Comnena): Βαϊμοῦντος (Baïmuntos
Italiano: Boemondo
     Buiamonte (Toscana, citato da Dante) 
     Baiamonte (Toscana, Sicilia) 
     Bajamonte (Veneto) 
     
Boimonte (Campania, Calabria) 
     Biamonte (Liguria) 

Forme moderne: 
  Italiano: Boemondo 
  Siciliano: Buimunnu  
  Francese: Bohémond
  Tedesco: Bohemund 
  Inglese: Bohemond 

Le forme attestate come Boiamund e simili dovrebbero trovarsi in documenti in latino e in opere in francese antico. Alcuni autori le enumerano tra le attestazioni di antroponimi dell'area dell'antico alto tedesco (Förstemann, 1856). 

La seconda parte del composto non presenta problemi: deriva in modo diretto dal protogermanico *-munduz "protettore", che si trova negli antroponimi maschili e ha la stessa radice di *mundō "protezione", "mano" (genere: femminile). L'esito norreno di *-munduz è -mundr (genitivo -mundar). 
Nelle lingue germaniche antiche si trovano moltissimi nomi propri di persona maschili formati con questo elemento.

Possibili etimologie germaniche: 

1) "Protettore dei ragazzi" 
Possibile primo membro del composto: norreno bófi /'bo:vi/ "ragazzo" (genitivo bófa); in islandese moderno è passato a significare "bandito". Il termine è derivato dalla stessa radice protogermanica *bō- che con diverse estensioni ha dato l'inglese boy e il tedesco Bube "ragazzo". Alfonso Burgio riporta quanto segue nel suo Dizionario dei nomi propri di persona (1992): "dal germanico Boemunt composto dalla radice munt, mund, difesa, protezione. Il primo elemento da bob, ragazzo. Il nome significa protettore dei ragazzi." Mi pare un'ipotesi abbastanza implausibile, anche perché non si trovano antroponimi composti formati a partire da questa radice. 
2) "Protettore dei Boi"  
Possibile primo elemento del composto: il nome della popolazione celtica dei Boi (gallico Boio-, attestato in antroponimi). Salvatore Carmelo Trovato, in Studi linguistici in memoria di Giovanni Tropea (Edizioni dell'Orso, 2009), riporta: "Bojen 'Boi' + *munda- 'protezione, difesa' = 'protettore dei Boi'." Mi pare un'ipotesi abbastanza implausibile. La popolazione celtica dei Boi è indicata da Trovato con la sua attuale denominazione tedesca, Bojen, segno che non è un esperto di lingue celtiche antiche.  

Etimologie marchianamente false: 
 
i) Boatus Mundi "Clamore del Mondo" 
Questa è una tipica etimologia popolare, che ignora ogni rudimento di grammatica e si basa unicamente sull'assonanza, spesso rozza. Non ha fondamento alcuno. 
ii) "Uomo forte" 
Questa "traduzione" è riportata nel lavoro di Carlo Ermanno Ferrari, Vocabolario de' nomi proprj sustantivi (1830). Non ha fondamento alcuno. 
iii) "Arciere" 
Questa "traduzione" è riportata nel sito Santi, beati e testimoni (www.santiebeati.it), che menziona un San Boemondo morto nel 1140 (solo una trentina di anni dopo la morte di Boemondo di Taranto), senza dettagli biografici né agiografia. Non ha fondamento alcuno.

Un'etimologia popolare biblica: 

Tutto inizia dall'oscura allusione a un gigante denominato Buamundus, protagonista di un racconto popolare andato perduto. Roberto il Guiscardo fece battezzare il figlio con il nome Marco (non certo tipico dei Normanni), per poi soprannominarlo Buamundus per via della massiccia corporatura che aveva già da bambino. La fonte di queste informazioni, a parer mio di attendibilità assai dubbia, è il monaco e storico inglese Orderico Vitale (1075 - 1142). Questo è il brano: "Marcus quippe in baptismate nominatus est; sed a patre suo, audita in convivio ioculari fabula de Buamundo gigante, puero iocunde impositum est", ossia "Marco è stato effettivamente battezzato così; ma da suo padre, che aveva ascoltato in una festa la favola del gigante Buamundus, (quel nome) è stato imposto allegramente al bambino". Il nome Buamundus altro non sarebbe che una deformazione popolare di Behemoth, nome ebraico della bestia di proporzioni immani descritta nella Bibbia (Libro di Giobbe) e raffigurata con le sembianze di un mostruoso ippopotamo. Se questo fosse vero, l'antroponimo Boemondo sarebbe un semplice soprannome pseudo-germanico. La sua somiglianza con i nomi germanici in -mund sarebbe dovuta a un'etimologia popolare. Un nome biblico sarebbe stato adattato dal volgo assumendo così l'aspetto di un nome germanico genuino. Una vicenda simile è quella dei rubicondi irlandesi che credevano Maria Maddalena una loro compaesana: sarebbero stati pronti a giurare e a spergiurare che il suo vero nome fosse Mary McDillon.   

Conclusioni:  

Che nome è Boemondo? È un nome norreno? È un nome franco, ascrivibile all'antico alto tedesco? Oppure è davvero un nome biblico passato attraverso l'usura fonetica del popolino? Perché non sembra essere esistito prima del figlio di Roberto il Guiscardo? Se fosse stato solo un soprannome, come mai avrebbe acquistato lo status di nome di battesimo tra i discendenti di Boemondo di Taranto? A cosa si deve la grande variabilità delle sue attestazioni, perdurate spesso fino ad oggi come cognomi? Per giungere a una conclusione ragionevole servono ulteriori studi e dati (forse perduti per sempre). Ricordo un professore che era solito dire: "Ci sono aspetti del Medioevo che non ci saranno mai noti, non li potremo mai conoscere." Ecco, mi pare che l'etimologia di Boemondo sia tra questi misteri. Quello che mi pare incredibile, è la totale assenza di interesse da parte del mondo accademico. 

giovedì 29 dicembre 2022

ETIMOLOGIA CELTICA DEL TOPONIMO LIPOMO

Lipomo (in dialetto comasco Lipòmm /li'pɔm/) è un comune italiano della provincia di Como in Lombardia, con circa 5.900 abitanti (anno 2022), situato all'altitudine di 384 metri sul livello del mare.

Converrete anche voi che come toponimo è a dir poco singolare. Il suo aspetto fonologico, con quella sua terminazione in -omo, non è cosa in cui ci si possa facilmente imbattere. Quale sarà la sua origine? Ebbene, mi sono occupato dell'etimologia di Lipomo fin dal primo momento in cui ne ho avuto notizia, tanto mi è parso esotico il suo nome. 

Riporto alcune suggestioni etimologiche, o meglio paretimologiche, reperite nel Web (i grassetti sono miei). La fonte delle parti tra virgolette è il sito del Comune di Lipomo. Le riporto nel testo per spirito di chiarezza, anche perché la pagina web sembra piuttosto fragile.


1) Etimologia grecizzante 
"Sul toponimo sono state formulate tre ipotesi: la prima ne ricerca l’origine nelle parole greche «lipo» (da «leipo», mancare) e «omoios», «simile»: quindi diseguale, non uniforme, in relazione al terreno irregolare e a balze caratteristico della zona."
Nota: 
A parte il fatto che il greco ὅμοιος va traslitterato hómoios (la vocale iniziale ha lo spirito aspro), una simile formazione è quanto di più implausibile esista. La semantica ipotizzata è insensata. Tuttavia, il verbo greco λείπω (léipō) "mancare" è realmente imparentato con la radice celtica da cui deriva il toponimo (vedi nel seguito).

2) Etimologia francesizzante
"Meno attendibile, un seconda ipotesi sostiene invece una derivazione dal francese: «lieu-pommes», ossia luogo delle mele, con riferimento alla coltivazione di questi frutti, oppure luogo delle patate («pommes de terre»)." 
Nota:
La natura grossolana di questa falsa etimologia lascia di ghiaccio. 

3) Etimologia mitologica 
"Una terza e più convincente ipotesi fa invece riferimento al poema del cosiddetto «Anonimo Cumano», che canta la decennale guerra fra Como e Milano. Nel testo curato dal padre somasco Giuseppe Maria Stampa si fa riferimento a Lepomum e Leppomum, anche se probabilmente è un errore di scrittura nel riportare l’originale Leponium. Quest’ultimo sembrerebbe derivare da Laeponius, il nome del comandante della postazione militare negli avamposti di Como. Al valoroso militare sarebbe stata assegnata una villa o un fondo nella zona dell’attuale Comune di Lipomo." 
Nota: 
Lepomum e Leppomum non sono errori per *Leponium, semmai il contrario. Tuttavia il nome Laeponius esiste realmente e ha la stessa radice celtica da cui deriva il toponimo (vedi nel seguito). 
4) Etimologia romanistica 
"Può essere interpretato come una forma equivalente di "i pomi", alludendo alla presenza di tali piante in loco." 
Nota: 
Questa proposta etimologica è per così dire la versione ufficiale del mondo accademico. Sembra collegarsi con l'etimologia 2), ma in realtà non è identica. 

La vera etimologia celtica 

Latino: *Lippomagus < protoceltico *Lēpomagos,
      *Lippomagos
  significato: Campo dell'Abbandonato 
  tardo celtico: *LEPPOMO, *LIPPOMO
  forma latinizzata: LEPOMUM, LEPPOMUM  
  evoluzione romanza: LIPOMM, LIPOMO 
Nota: 
Per l'evoluzione dell'elemento *magos in -mo nei composti toponomastici, si confrontino i numerosi esempi della Gallia Transalpina: 

*Rotomagos (Rotomagus) => Rothomao =>
=> Rothomo => Rouen 

Questo mutamento è avvenuto a causa della lenizione della consonante -g-, che è scomparsa. 

1) Primo membro del composto: 

Protoceltico: *lēpos, *lippos < *leikwos 
Significato: abbandonato 
Note: 
Dalla stessa radice deriva il nome dei Leponzi (Lēpontiī). 

Protoindoeuropeo: *leikw- 
Significato: lasciare, abbandonare 
Note: 
Ha dato origine al latino linquō e al greco antico λείπω.


Xavier Delamarre è l'autore dell'ottimo articolo Enfants abandonnés gaulois et la souche LĒP-, LIP-, LIPPO-, LĒP-ONT-  (2019), consultabile su Academia.edu: 


Abstract: 

"There is a recurring root of the Gaulish onomastics which forms the stems Lipo-, Lipuco-, lepont-, and, with the spelling <ae > rendering ē, Laepo-, Laepico-, Laeponio-, that has been linked to the I.-E. root *leikw- 'to leave, to quit'. Two funerary inscriptions of proconsular Africa contain the names of two children : Maculipus in Mactar and Maportulip (us) in Dougga. These are two Gaulish names which must be read *Magu-lipo-s 'abandoned child' and *Mapo-ritu-lipo-s ' son abandoned on a passway', given by Gaulish groups, probably demobilized soldiers settled localy."  

Traduzione: 

"C'è una radice ricorrente dell'onomastica Gallica che forma i temi Lipo-, Lipuco-, Lepont-, e, con l'ortografia <ae> che rende ē, Laepo-, Laepico-, Laeponio-, che è stato collegato alla radice indoeuropea *leikw- 'lasciare, abbandonare'. Due iscrizioni funerarie dell'Africa Proconsolare contengono i nomi di due bambini: Maculipus a Mactar e Maportulip(us) a Dougga. Questi sono due nomi Gallici che devono essere letti *Magu-lipo-s 'bambino abbandonato' e *Mapo-ritu-lipo-s 'figlio abbandonato su una via di passaggio', dati da gruppi Gallici, probabilmente soldati smobilitati stanziati localmente."

2) Secondo membro del composto: 

Protoceltico: *magos 
Genere: neutro 
Significato: campo, pianura 

Declinazione: 

Singolare: 
nominativo: *magos 
vocativo: *magos 
accusativo: *magos 
genitivo: *magesos 
dativo: *magesī 
strumentale: *magesī 
locativo: *mages 

Plurale: 
nominativo: *magesā 
vocativo: *magesā 
accusativo: *magesā 
genitivo: *mageson 
dativo: *magesbo(s)  
strumentale: *magesbi(s)  

Duale: 
nominativo: *magese 
vocativo: *magese 
accusativo: *magese 
genitivo: *magesous 
dativo: *magesbon 
strumentale: *magesbin 

In gallico la sibilante intervocalica -s- è caduta: 
gen. sing. *magesos > *magios
nom./voc./acc. plurale *magesā > *magiā
etc. 

L'adattamento in latino, diffusissimo nei toponimi, è -magus, che è passato al genere maschile, II declinazione:
genitivo: -magī 
dativo: -magō
accusativo: -magum.

Dal protoceltico *magos deriva direttamente antico irlandese maġ "campo; pianura" (irlandese moderno mamagh). 

Declinazione: 

Singolare: 
nominativo: maġ n-
vocativo: maġ n-
accusativo: maġ n-
genitivo: maiġe 
dativo: maiġ, muiġ 

Plurale:
nominativo: maiġe 
vocativo: maiġe 
accusativo: maiġe 
genitivo: maiġe n-
dativo: maiġiḃ 

Duale: 
nominativo: maġ n-
vocativo: maġ n-
accusativo: maġ n-
genitivo: maiġe 
dativo: maiġiḃ 
Una nota scatologica

Ho appreso che gli abitanti di Lipomo sono tradizionalmente denominati Merdée, epiteto poco eulogistico che ha a che fare con le feci. Soltanto gli abitanti di un paese hanno un epiteto più infamante: sono le genti di Longone al Segrino, dette Süscia bügnun, ossia "succhiatori di foruncoli". Il sego e il pus sono peggio della merda! Riporto il link a un documento in formato che contiene una lista di nomignoli attribuiti agli abitanti di molti comuni. 


Il nome Merdee proviene direttamente da un aggettivo del latino volgare: merdārius "stercorario, fecale".

Si può cercare di ricostruire l'origine di questa designazione non proprio piacevole. Gli abitanti di Lipomo conservavano una lingua neoceltica e i culti pagani in un'epoca in cui Como era stata pienamente romanizzata e cristianizzata. Così venivano considerati paria e denigrati in modo atroce. Anche quando la lingua neoceltica è sparita e la cristianizzazione è stata completa, la discriminazione è continuata e si è tramandata per secoli. Sono cose poco piacevoli, me ne rendo conto, ma nasconderle non giova a nessuno. 

Conclusioni 

Stabilita la genuina etimologia celtica di Lipomo, notiamo che il toponimo ha qualcosa di eccezionale: a quanto mi risulta, in Lombardia sarebbe l'unico esito moderno di un composto derivato dal protoceltico *magos. A quanto mi consta, nella toponomastica dell'Insubria di epoca romana sono attestati soltanto due composti formati allo stesso modo: Bardomagus (non lungi da Milano) e Cameliomagus o Comillomagus (nei pressi dell'attuale Broni, provincia di Pavia). Mi piace pensare che se questi toponimi fossero sopravvissuti, oggi avremmo i comuni di Bardomo e di Camillomo. Per contro, in Gallia Transalpina simili formazioni sono numerosissime. 

martedì 27 dicembre 2022

ETIMOLOGIA CELTICA DEL TOPONIMO MISINTO

Misinto (in dialetto brianzolo Misent /mi'zent/) è un comune italiano con circa 5.700 abitanti (anno 2022), situato nella parte occidentale della provincia di Monza e Brianza, all'altitudine di 252 metri sul livello del mare. Se devo esprimere un'opinione personale, mi sembra un paesino piuttosto squallido. Eppure dal punto di vista etimologico è sicuramente molto interessante. 

Attestazioni storiche 

Mediosente (
Codex Langobardorumanno 926 "de Mediosen[te]", anno 974 "de loco Mediosente"esiste poi menzione di un presbitero Gottefredus de Mediosentecfr. Frisi, 1794)
Misente, Misentum (documenti ecclesiastici, XII sec.) 
Misentis (Liber Notitiae, XIII sec.) 
Mixintum (XV-XVI sec., solo in documenti di altri comuni; la lettera -x- trascrive la sibilante sonora /z/
Misinto (unica forma usata a partire dal XVIII sec.) 



La tradizionale etimologia dei romanisti 

Il mondo accademico, in modo abbastanza compatto, presuppone per il toponimo Misinto una derivazione dal latino LOCUS MEDIŌ CINCTUS "luogo cinto a metà", donde *MEDIOCINCTUS
Si segnalano varianti riportate nel Web: 

  - Locus Medius Cinctus 
  - Locus medium cinctus 
  - Medio-Cinctus 
  - Medium-Cinctus 

Ne esistono senza dubbio altre. Nessuna è attestata in documenti storici e alcune sono palesemente erronee. 

Un'etimologia alternativa e implausibile

Dante Olivieri nel suo Dizionario di toponomastica lombarda (1931) riporta quanto segue (il grassetto è mio): 

Se non è illusione, par di vedervi un nome composto di IN] MEDIO SENTE "in mezzo allo spineto". 

Latino sentis "spina; spineto" è imparentato con sentus "spinoso; ruvido", di etimologia abbastanza incerta (si suppone da un proto-indoeuropeo *ksen- "cardare"). In ogni caso non è voce volgare e ha dato pochissimi esiti toponomastici nella Romània (mi vengono in mente soltanto Santigueiro e Santigoso, in Galizia). 
 



La vera etimologia celtica

Il nome di Misinto viene dal celtico *MEDIJOSINTUS (adattato in latino come *Mediosintus), che significa "Sentiero del Mezzo". Non deriva affatto dall'improbabile latino *MEDIOCINCTUS "cinto a metà", come postulano i romanisti, sempre ansiosi di annichilire ogni minima traccia dell'antica lingua celtica, parlata in Insubria e altrove prima del completamento della romanizzazione. 

Se l'etimologia proposta dai romanisti fosse corretta, anziché Misent /mi'zent/ avremmo *Messenc' /me'sentʃ/. Lo sviluppo del gruppo consonantico -nct- è in genere /ntʃ/ tranne che in sanctus "santo" > sant (per influenza della lingua alta). Così in milanese esisteva il vocabolo tenc' /tentʃ/ "nero corvino" < tinctus. Mi fu riferito di milanese che chiamava la moglie Tencia per il nero lucido dei suoi capelli; allo stesso modo vunc' /vuntʃ/ "sporco" deriva da unctus e corrisponde all'italiano unto (veneto onto). Allo stesso modo, il latino cinctus (con vocale tonica breve) avrebbe dato *senc' /sentʃ/. In italiano, dove questa palatalizzazione non si è prodotta, cīnctus (con vocale tonica lunga) ha dato cinto

Prendiamo ad esempio il toponimo Morsenchio (in provincia di Milano), italianizzato in modo ipercorretto del milanese Mursenc' /mur'sentʃ/, che proviene regolarmente dal latino LOCUS MŪRŌ CINCTUS "luogo cinto da un muro", ossia *MUROCINCTUS (Borghi, 2004). Ebbene, salta subito agli occhi il contrasto tra MorsenchioMisinto. In buona sostanza, il professor Guido Borghi riconobbe che avevo dimostrato l'origine celtica di Misinto a partire da mere considerazioni fonetiche. 

*Mediosintus < celtico *Medijosintus 
   significato: nel mezzo del sentiero, a metà del sentiero  
   tardo celtico: *MEDIOSINTO, *MEIOSINTO 
   attestazione: MEDIOSENTE 
   evoluzione romanza: MISENTE, MISENT, etc. 
Nota:
La vocale /e/ chiusa proviene dalla più antica /i/ breve. 

1) Primo membro del composto: 

Protoceltico: *medijos
    Forma femminile: *medijā 
    Primo membro di composti: *medijo- 
Significato: mezzo 
Uso: aggettivo 

Questo è un notissimo esempio di evoluzione storica di questa radice in un toponimo preromano:

Latino: Mediolānum < celtico *Medijolānon 
   significato: nel mezzo della pianura 
   tardo celtico: MEIOLANO (1)
   evoluzione romanza: MILANOMILÀN  

(1) Iscrizione su resti delle mura romane. 


Si noterà che la parola latina imparentata con quella celtica ha avuto una trafila ben diversa (es. Mezzovico, etc.). 

2) Secondo membro del composto: 

Protoceltico: *sintus < *sentus  
Genere: maschile 
Significato: sentiero 
N.B. 
Il passaggio dall'antica -e- tonica a -i- davanti al gruppo consonantico -nt- si trova anche in *kintus "primo", da un più antico *kentus

Declinazione:

Singolare:
nominativo: *sintus
vocativo: *sintu 
accusativo: *sintun 
genitivo: *sintous 
dativo: *sintou 
strumentale: *sintū 

Plurale:
nominativo: *sintowes
vocativo: *sintowes
accusativo: *sintūs 
genitivo: *sintowon 
dativo: *sintowobo(s), *sintubo(s)  
strumentale: *sintowobi(s), *suntubi(s)  

Duale:
nominativo: *sintū 
vocativo: *sintū 
accusativo: *sintū 
genitivo: *sintous 
dativo: *sintowobon, *sintubon 
Dal protoceltico *sintus deriva direttamente l'antico irlandese sét "sentiero" (irlandese moderno séad). 

Declinazione: 

Singolare: 
nominativo: sét 
vocativo: sét 
accusativo: sét n- 
genitivo: séto, séta 
dativo: séit 

Plurale:
nominativo: sétae 
vocativo: séotu
accusativo: séotu 
genitivo: sétae n-
dativo: sétaiḃ 

Duale: 
nominativo: sét 
vocativo: sét 
accusativo: sét 
genitivo: séto, séta 
dativo: sétaiḃ 

Protoindoeuropeo: *sent- 
Significato: andare 

Questa radice dà esiti notevoli in protogermanico:

Protogermanico: *sandjanan 
Significato: inviare, mandare  
   Esito tedesco moderno: senden 
   Esito inglese moderno: to send 

Protogermanico: *sinþaz 
Significato: cammino; viaggio 
   Esito gotico: sinþs 



Conclusioni 

Evidentemente Misinto prese il suo nome celtico dal fatto che si trovava all'incirca a metà strada di un sentiero che dal capoluogo degli Insubri portava al capoluogo dei Comensi. In epoca preromana un sentiero ben tracciato e battuto doveva già essere una comodità utilissima. 

lunedì 19 dicembre 2022

ALCUNE NOTE SU UN TARDO ESITO DEL LONGOBARDO MORGINCAP 'DONO NUZIALE'

Nell'opera di Romano Colizzi, Le Pergamene di Conversano Tracce longobarde, a pag. 90 si trova la testimonianza di un'interessante sopravvivenza di una parola giuridica longobarda nella toponomastica della Puglia. 

"Nella toponomastica salentina si trova un toponimo che secondo alcuni studiosi potrebbe derivare da morgincap: la Masseria Malciccappa (F.203, III, NO) tra Sava e Francavilla Fontana. Il Besta interpreta questo termine con l’espressione scherzosa ma minacciosa ‘morte a chi incappa’32. Però avvicinare Malciccappa a morgincap sembra molto problematico. In dialetto brindisino il toponimo appare come maru c’incappa ‘povero a chi ci capita’33. Dal termine dialettale - di cui Malciccappa sembra una ‘traduzione’ in italiano, forse 
per poterlo riportare nelle carte dell’I.G.M. - si potrebbe ipotizzare, una derivazione deformata - come suppone il Rohlfs - da morgincap. È da notare nel termine dialettale la presenza di c e p come morgincap, nelle leggi posteriori all’E.R. Ma, come sostiene il Sabatini, "è difficile pronunciarsi su tale toponimo".34" 

32 BESTA 1933, p. 154. 
33 VDS, I, p. 323.
34 SABATINI 1964, p. 198 

L'opera di Enrico Besta a cui l'autore allude è La famiglia nella storia del diritto italiano, Padova, Cedam, 1933.

Lo stesso testo sul toponimo Malciccappa, quasi identico, con soltanto lievi refusi relativi ad alcuni spazi tra parole, oltre a una diversa numerazione delle note, ricorre in un'altra opera di Colizzi, consultabile su Academia.edu: 


Inoltre si trova questo testo aggiuntivo, che riporto tal quale: 

"Il morgincap ,(in ted Morgengabe) è il ‘dono del mattino’ –se ne parla nell’Editto di Rotari e nelle leggi di Liutprando - che il marito consegnava alla donna con carta scritta, notificata da testimoni e davanti ad amici e parenti, Consisteva in una donazione di un quarto del patrimonio del marito.Poiché veniva consegnato, di solito, il giorno dopo gli sponsali25, si è creduto che fosse un praemium pudicitiae , ma non lo era. Era ,invece, “una elargizione [….] che l’uomo compiva per significare pubblicamente la sua intenzione di conferire piena e legale validità al vincolo matrimoniale”26. Il morgincap è presente in tanti documenti pugliesi dell’epoca longobarda e in quelle posteriori." 

25 In alcuni documenti veniva consegnato in die nuptiarum :CDB, VIII, a. 1167;CDB, XX, a. 901… 
26 M.SCOVAZZI,Scritti di storia del diritto germanico, II vol.,Milano 1975, p.45. 

Sono perfettamente d'accordo con Gerhard Rohlfs sulla derivazione del toponimo salentino in questione dal termine giuridico longobardo morgincap "dono del mattino". La prudenza di Colizzi e di Sabatini mi pare eccessiva e non porta da nessuna parte. 

Alcune note etimologiche:

Protogermanico: *morginageβō, *morginagǣβōn 
   (< *morginaz "mattino" + *geβō, *gǣβōn "dono")
Significato: "dono del mattino" 
Genere grammaticale: femminile 
 Esito longobardo: morgincap 
   Varianti documentate: morgingapmorgincaph,  
      morginkab, morginigab, morginicaph  
   Forme corrotte: morgincaput, morgit capud,
      morginicapud, mornicapud  
 Esito antico alto tedesco: morgangëba, morgangâba 
 Esito antico inglese: morgengyfe, morgengifu  
 Esito norreno: morgingjǫf 
Nota: 
La forma longobarda mostra il totale dileguo della terminazione femminile del secondo membro del composto. Si noti l'occasionale conservazione di una vocale finale nel primo membro del composto. 
Le varianti morgincaphmorginicaph mostrano una rotazione consonantica estrema (-b > -p-ph).
Le forme "corrotte" in -ut, -ud non sono chiare. Potrebbero presentare l'influenza fonetica del mediolatino caput "capo, testa", anche se la semantica sarebbe insensata. Non può tuttavia essere escluso che -ut / -ud sia un tentativo difettoso di trascrivere una forma obliqua della declinazione protogermanica femminile debole in *-ōn, nel qual caso sarebbe da restituire la lettura *morgin(i)capun. Del resto, in morgit capud è denasalizzata anche la consonante finale di morgin-. L'oscurità permane, in attesa di nuovi dati.

Forma tedesca moderna: Morgengabe 
   Genere grammaticale: femminile 
      (die Morgengabe)
Forma italiana (dal tedesco moderno): morgengabio 
Nota: 
La pronuncia del lemma è problematica, è verosimile che sia morghengàbio /morgen'gabjo/, non ortografica; va detto che non ne ho trovato indicazione da nessuna parte. Non posso escludere che qualcuno pronunci la parola, che è un tecnicismo, in modo ortografico come /mordʒen'gabjo/.
    Derivazione aggettivale: morganatico 
    Glossa mediolatina: donum matutinale 
    Glossa inglese: morning gift
    Glossa francese: douaire 




Questa è la trafila fonetica ricostruibile: 

/'mɔrginkap/ => /'mɔrkinkap/ => /'mɔrkjinkap/ => /maltʃik'kappa/ 

Causa della mutazione: palatalizzazione secondaria dell'occlusiva velare /g/ davanti a vocale anteriore; lo sviluppo deve essere stato tardo e influenzato dalla parlata romanza, ma presenta comunque alcune peculiarità. I problemi sono  a mio avviso minori di quanto ritenuto dal Colizzi. 

Falsa etimologia:
Sembra di cogliere una violenta satira contro il matrimonio, dato che il dono fatto dal marito alla moglie è venuto ad essere interpretato come "male ci incappa"

Conclusioni: 

La lingua dei Longobardi è un patrimonio di cui mi auspico il recupero. Il mio sogno è renderla nuovamente viva. Non mancano i mezzi. Manca la volontà! 

martedì 13 dicembre 2022

I TODESCHI DI ARENZANO: UNA MINORANZA GERMANOFONA NELLA LIGURIA MEDIEVALE

Tutti conoscono gli Altoatesini, eppure non sono gli unici parlanti di una lingua germanica in Italia. Anche se nel sistema scolastico italiano non viene insegnato, esistono ancora oggi sul territorio nazionale diverse minoranze linguistiche germaniche, che risalgono a migrazioni medievali di Bavari (Cimbri, Mocheni, Saurani, Sappadini, Timavesi, tedescofoni della Val Canale) e Alemanni (Walser, diffusi nel Piemonte alpino e in Valle d'Aosta). Anche se ormai sono in un grave stato di decadenza, se ne ha estesa documentazione. Già in epoca rinascimentale qualche studioso si interessò a queste comunità alloglotte, ipotizzando che potessero risalire alle cosiddette "Invasioni barbariche". Anche se tale idea si è rivelata errata, resta sempre una domanda: sono esistite isole linguistiche germaniche di origine più antica di quelle a noi conosciute, poi estinte? Certo che sì. Più si va indietro nel tempo, più si possono trovare tracce di comunità nate da migrazioni giunte da Oltralpe, quindi incastonate nel mondo romanzo e in seguito assimilate, disperse. Ne troviamo traccia anche in zone insospettabili, come la Liguria.

Fiorenzo Toso (Sassari) è l'autore dell'articolo Contributo allo studio della toponimia in Liguria: i nomi di luogo del comune di Arenzano (Genova) in prospettiva storica, pubblicato sulla Rivista Italiana di Onomastica (RION), volume XVII (2011), 2 (Società Editrice Romana).

Questo è quanto riportato a pagg. 531-532:   

"La tradizione insistente che parla di un ripopolamento della costa arenzanese a partire dalle valli dell’entroterra dopo la fine delle scorrerie saracene, verso il 1000, sembra dunque non priva di fondamento, e tale trasferimento potrebbe avere coinvolto i discendenti di un insediamento germanico la cui relativa persistenza culturale, se non linguistica, potrebbe risultare confermata (per quanto questo genere di considerazioni sia sempre arrischiato), da una discreta fedeltà a un’antroponimia germanica 37 protrattasi anche successiva mente (secondo quanto pare risultare, almeno, dall’abbondanza di cognomi tradizionali della stessa origine).38"

Questo è il testo della nota 37, sommamente interessante, di cui consiglio l'attenta lettura:

"Per quanto assai poco probante, considerando la diffusione ampia di antroponimi di deri
vazione germanica nella Liguria medievale, è significativa l’abbondanza di nomi di questa origine relativi a personaggi provenienti da Arenzano menzionati nella documentazione medievale. Senza voler offrire un panorama esaustivo, basto qui ricordare (da varie fonti citate da DE NEGRI 1953): Rotulfo de Airençano de Terralba (1190), Arnaldo Arpavegia, Anselmo Caito (1191), Anfuxius Caito, Ansaldo da Arenzano, Anselmo da Arenzano, Vivaldo da Arenzano (1198), Anselmo Maçanar, Blavasco da Arenzano (1205), Vivaldo Baili (1210), Retulfo di Arenzano (1233), Ansaldo di Arenzano (1258-68), Lanfranco Pelle, Vivaldo de Redulfo (1264), Loterengo di Arenzano (1274), Enrico da Arenzano, Guglielmo da ArenzanoCanuto da Arenzano, Gualtiero da Arenzano, Guglielmo Portino (1289-90, tutti trasferiti nella colonia genovese di Caffa), Gandolfo Airaldi, Enrico Meraldo (1300, a Famagosta), Percivale da Arenzano, Bartolino di Guasco (1300, alla Pera), Gio Garibaldo, Oberto Chiosonio (1343-46), e ancora (da VLSB : I .1, 96) Vivaldus Buga de Arenzano (1268), Ansaldo draperio de Arenzano (1268), Todiscus de Arenzano (1408), e così via. Suggestiva, anche se evidentemente non la si può collegare a una persistenza “etnica” remota, è anche la denominazione, nel 1191, di una spiaggia «in Arenzano, in ora que dicitur todesca» ( VLSB: I.1, 96)." 

Questo è il testo della nota 38

"Nell’onimia locale spicca ancor oggi per altissima frequenza il cognome Anselmo (e Anselmus è documentato a Genova nel 964, PETRACCO SICARDI 1985: 29, e ad Arenzano dal 1191), che come nel caso di altri gentilizi arenzanesi ha rivestito a lungo una funzione “territoriale”, coinvolgendo famiglie di una precisa area dell’entroterra, la cui originaria parentela non è affatto provata: come per altri cognomi della zona, così, è tuttora necessario un complesso sistema di numiaggi (soprannomi) per facilitare l’individuazione delle persone. Tra gli altri cognomi di origine germanica, vanno ricordati gli estinti Enrile e Bianco, l’ancor frequente Roba col derivato Robello, gli ormai rari Tixe (< TISO) e Isetta/Izetta (cfr. i nomi propri italiani Isa, Isabella, Isotta, ecc.), i vari Ghiglini/Ghigin, Ghigliotti/Ghigiòtti, Ghigliazza/Ghigiassa (da WILJAN ‘volontà’, cfr. il nome proprio Guglielmo, attraverso Guilia, Wilia attestato a Genova verso il 1150, cfr. DE FELICE 1978). 

Per quanto Toso si mostri fondamentalmente scettico, quasi per paura del dogma dei romanisti, dobbiamo riconoscere che qualcosa di importante lo ha scoperto. Affermo senza timore di smentita l'esistenza di un'isola alloglotta ad Arenzano, dove era parlata ancora in epoca tarda una forma di longobardo, che non era ancora estinta quando il borgo fu ripopolato con valligiani deportati dall'interno. 

Alcune etimologie antroponimiche: 

Molti antroponimi longobardi o di altra origine germanica erano diffusissimi in molte zone dell'Italia medievale. Tuttavia, in Arenzano si segnala una loro particolare concentrazione. Sono particolarmente interessanti.  

Airaldi 
Forma protogermanica: *χariwaldaz 
   (< *χarjaz "esercito" + *waldaz "che domina")
  Significato: "Principe dell'Esercito" 
Nota: 
La terminazione -i indica tipicamente un patronimico: Gandolfo Airaldi = Gandolfo figlio di Airaldo. Così sono nati moltissimi cognomi italiani.

Anfuxius 
Forma protogermanica: *Χandufunsaz 
   (< *χanduz "mano" + *funsaz "pronto")
 Significato: "Pronto di mano"

Ansaldo 
Forma protogermanica: *Ansuwaldaz 
   (< *ansuz "semidio" + *waldaz "che domina")
  Significato: "Principe dei Semidei"

Anselmo 
Forma protogermanica: *Ansuχilmaz 
   (< *ansuz "semidio" + *χilmaz "elmo, protezione")
  Significato: "Protezione dei Semidei"

Arnaldo 
Forma protogermanica: *Arnuwaldaz 
   (< *arnuz "aquila" + *waldaz "che domina") 
  Significato: "Principe delle Aquile" 

Blavasco 
Forma protogermanica: *Blǣwiskaz 
   (< *blǣwaz "blu", "azzurro")
  Significato: "Bluastro"
Nota: 
In longobardo esistono molte attestazioni di un suffisso derivato dal protogermanico -*askaz, usato accanto al ben noto suffisso -*iskaz (da cui tedesco -isch, inglese -ish). Non si è mai capita l'origine di questa forma alternativa. Alcuni la reputano ligure, ma la cosa non mi pare plausibile.

Caito 
Forma protogermanica: *Gaiðaz 
   (< *gaiðō "punta della lancia") 
  Significato: "Punta di lancia" 

Chiosonio 
Forma protogermanica: *Keusǣn, *Keusōnjaz  
   (< *keusanan "scegliere")
  Significato: "Colui che sceglie"
Nota: 
Il cognome Chiosoni è ancora diffuso nella stessa zona ligure. 

Gandolfo 
Forma protogermanica: *Gandawulfaz 
   (< *gandaz "demone" + *wulfaz "lupo") 
  Significato: "Lupo dei Demoni"

Garibaldo 
Forma protogermanica: *Gaizabalþaz 
   (< *gaizaz "lancia" + *balþaz "audace") 
  Significato: "Audace di lancia" 

Guglielmo 
Forma protogermanica: *Wiljaχilmaz 
   (< *wiljǣn "desiderio" + *χilmaz "elmo, protezione") 
  Significato: "Protezione del desiderio" 

Lanfranco 
Forma protogermanica: *Landafrankaz 
  (< *landan "terra, territorio" + *frankaz "giavellotto")
  Significato: "Giavellotto del territorio" 

Loterengo 
Forma protogermanica: *Χlūðaχaringaz
  Significato: "Discendente di Esercito Famoso" 
   (< *χlūðaz "famoso" + *χarjaz "esercito + -*ingaz,
    suffisso indicante discendenza)
Nota: 
Un nome della tradizione dei Franchi. Si è chiaramente formato in epoca tarda. 

Meraldo 
Forma protogermanica: *Marīwaldaz 
   (< *marīn "mare" + *waldaz "che domina") 
  Significato: "Principe del Mare" 
N.B.
Si noti l'Umlaut palatale (la vocale -a- che diventa -e- per influsso di una successiva vocale -i- poi scomparsa), indice della tarda epoca di sopravvivenza della lingua longobarda. 
Esiste anche il nome Maraldo, che però è dal protogermanico *Mǣriwaldaz "Principe Famoso" (< *mǣriz "famoso" + *waldaz "che domina"). 

Oberto 
Forma protogermanica: *Xuγuberχtaz 
   (< *χuγuz "intelletto, mente" + *berχtaz "splendente")
  Significato "Splendente d'Intelletto" 
N.B. 
L'intelletto era inteso come uno dei due corvi di Godan, proprio come Huginn nella tradizione norrena.

Redulfo, Retulfo 
Forma protogermanica: *Raiðawulfaz 
    (< *raiðaz "pronto, rapido" + *wulfaz "lupo") 
  Significato: "Lupo rapido" 

Rotulfo
Forma protogermanica: *Χrōþiwulfaz 
    (< *χrōþiz "fama" + *wulfaz "lupo") 
  Significato: "Lupo della fama" 

Todiscus 
Forma protogermanica: *Þeuðiskaz "della tribù",
    "del popolo" 
   (< *þeuðō "tribù", "popolo" + -*iskaz, suffisso aggettivale) 
Nota: 
Rimanda all'istante al toponimo ora todesca "spiaggia tedesca". Si consideri la sua datazione molto tarda dell'antroponimo (inizi XV secolo) come prova della persistenza della memoria di un'origine alloglotta. 

Vivaldus  
Forma protogermanica: *Wīγawaldaz 
    (< *wīγan "combattimento" + *waldaz "che domina")
  Significato: "Principe del combattimento" 

Sono convinto che ad eventuali lettori potrebbe piacere esplorare le ricostruzioni della lingua protogermanica. Riporto così la sezione del Wiktionary in inglese che contiene molti dati utili, anche se l'ortografia usata non è identica a quella che utilizzo. 

Conclusioni: 

Dobbiamo raccogliere informazioni e connetterle senza sosta, in modo tale da ricostruire un passato dimenticato, cercando di estrarlo dal Nulla in cui è stato fatto sprofondare da studiosi ideologizzati. 

venerdì 9 dicembre 2022

ETIMOLOGIA LONGOBARDA DEL TOPONIMO GHISOLFA

A Milano si trova un quartiere detto Ghisolfa, situato nella zona nordoccidentale della città. Non c'è una chiara delimitazione, ma nell'uso popolare si indica con questo toponimo l'area adiacente al cosiddetto cavalcavia Bacula (dal nome di un eroe della Grande Guerra), conosciuto per l'appunto come Ponte della Ghisolfa e noto per ospitare un famoso Circolo Anarchico che ne trae nome, essendo uno dei più attivi e longevi dell'intera Italia. Lo sviluppo del quartiere è avvenuto nei due dopoguerra dello scorso secolo, lungo la massicciata delle Ferrovie dello Stato e delle Ferrovie Nord. Andando indietro nel tempo, si risale a due cascine, denominate per l'appunto Ghisolfa e Ghisolfetta - il nome della seconda è chiaramente un diminutivo di quello del primo. 

Una sintetica nota etimologica

Il toponimo in questione deriva da uno stesso nome di persona portato da due proprietari Longobardi. Eccone l'etimologia: 

Protogermanico: *Gīslawulfaz
Significato: "Lupo degli Ostaggi" 
   (< *gīslaz "ostaggio" + *wulfaz "lupo")
Uso: Antroponimo maschile
   Esito longobardo: Ghisulf 
     Varianti ortografiche: Gisulf
     Varianti latinizzate: Ghisulfus, Gisulfus, Gisulphus,
          GisolfusGisolphus, Kisulfus, Gysolphus 
     Morfologia: 
       Forma plurale: *Ghisulfos, *Ghisolfas 
       Forma genitiva plurale: *Ghisulfo, *Ghisolfa 
N.B.
La terminazione di Ghisolfa non può essere un corrispondente femminile dell'antroponimo in -ulf, ed è molto implausibile che possa esserne una derivazione aggettivale. Basta conoscere la morfologia delle lingue germaniche antiche per comprendere che la vera spiegazione deve essere un'altra: l'ipotesi che si tratti di un genitivo plurale, poi fossilizzato, risolve ogni problema.



Peculiarità fonetiche: 
Si nota la dissimilazione, con eliminazione della liquida -l- di *gīslaz cosa che ricorre in numerosissimi antroponimi, in genere come secondo membro di un composto. Gli esiti in longobardo sono questi: 

-ghis, -ghisi  
-gis, -gisi  
-chis, -chisi 
-cis, -cisi
-his, -hisi  

L'unica forma composta femminile attestata sembra essere Adelchisa (e varianti), ma esiste la forma semplice Gisa

Non concordo con l'interpretazione di Colizzi (2022) ed altri, che ricostruiscono un protogermanico *gīsa- col significato di "germoglio". 

Come primo elemento di antropinimi composti abbiamo invece le seguenti varianti: 

gisi-, gise- 
gisel-, gisil-, gisal-  
gisen-  

Una variante di Ghisulf, Gisulf è senza dubbio Gisalolfus (con liquida conservata). Rimandiamo ad altra sede l'approfondimento dei dettagli patafisici di questa radice. 

Trafila semantica: 
Possiamo intuire facilmente i processi di slittamento semantico alla base della formazione del toponimo. Eccoli: 

"(cascina) dei (due) Ghisolfi" => Ghisolfa 

Purtroppo non sappiamo altro di questi due uomini nobili, entrambi chiamati Ghisulf

Conclusione  

Questa etimologia toponomastica mette in luce alcuni elementi che raramente sono studiati: i morfemi della lingua dei Longobardi, che chiaramente derivano dall'evoluzione naturale di quelli del protogermanico e che possono essere ricostruiti a partire dai documenti disponibili. La linguistica ci offre mezzi potenti, che non vengono quasi mai utilizzati appieno per colpa dell'ideologia e della chiusura mentale. 

mercoledì 7 dicembre 2022

ETIMOLOGIA LONGOBARDA DEL TOPONIMO AFFORI

Tra i molti quartieri di Milano, uno ha un nome particolarmente bizzarro e degno di nota: Affori. Si trova nella periferia settentrionale della città. "Vi si trovano cascine, palazzi d'epoca dei primi novecento, ville e case borghesi, edilizia popolare del boom anni sessanta e bei condomini recenti" (Fonte: Tripadvisor). Un tempo il toponimo in questione era famoso e dava nome a una locuzione di uso corrente: la Banda d'Affori. Esisteva anche una canzone popolare milanese intitolata Il tamburo della Banda d'Affori (1942), testo di Mario Panzeri e Nino Rastelli, interpretata da Aldo Donà e in seguito dal mitico Nanni Svampa. Faceva così: "L'è 'l tamburo principal della Banda d'Affori, ch'el comanda cinquecentocinquanta pifferi". Tale banda musicale è stata fondata nel 1853 da un piccolo gruppo di appassionati di musica, divenendo poi un corpo bandistico importante. Risulta attiva ancora oggi. 

Toponimo: Affori 
Forme milanesi: Affor, Affer
Pronuncia: /'afur/, /'afer/ 
(accento sulla prima sillaba)

Attestazione antica: 
Affoni 
Pronuncia: /'affoni/ 
(accento sulla prima sillaba) 
Varianti: Afoni, Afori, Avori 
Epoca della prima attesazione nota: Anno 915. 
Documento: Codice Diplomatico Longobardo. 
Riferimento: Colonna 796/d 
Testo: Signum manus Ambrosii de loco Affoni. 
Altre datazioni: Afoni (anno 1006), Afori (anno 1009; anno 1214), Avori (anno 1019).
Nota: 
Le circostanze in cui si è prodotto il rotacismo della nasale -n- sono oscure. Secondo i romanisti, l'alternanza -r / -n rilevata nelle trascrizioni Afori / Afoni sarebbe analoga a quella riscontra negli antroponimi Cristoffer / Cristoffen "Cristoforo" o Melchiorre / Marchionn. Tuttavia, in questi casi la forma con -r- è quella originale, mentre risulta chiaro che nel caso di Affori la forma più antica è quella in -n-.  

False etimologie latine 
 
1) Latino Ad fontem "Alla fonte"; 
2) Latino Ad forum "Al mercato";  
3) Latino A foris "Da fuori", "Fuori (Milano)", da Sancta Iustina a foris, supposto nome della chiesa del paese, per distinguerla da un'altra chiesa di Santa Giustina, collocata in Milano presso Porta Romana. 
4) Latino Ad forem "Alla porta", "All'entrata", riferito al borgo intorno alla chiesa di cui sopra, intesa come "chiesa foranea". 
Note: 
Questi rozzissimi tentativi di spiegazione, frutto di latinisti rudimentali di qualche parrocchia sprofondata nel coma storico, sono a dir poco insensati. Non è possibile che l'accento sia passato sulla preposizione, che è per sua natura atona.  Parole come fontem, forum e simili non possono essere tagliuzzate o ridotte a mere terminazioni atone seguendo le bizze dell'arbitrio. Anche ammettendo tali stupide pseudoetimologie, gli esiti in milanese sarebbero stati questi, tutti con l'accento sull'ultima sillaba: 
1) *Affont /*a'funt/ 
2) *Affœur /*a'för/
3) *Affœur /*a'för/ 
4) *Affœur /*a'för/ 
Tutto ciò è in contrasto con la realtà dei fatti. Contra factum non fit argumentum

Ulteriori false etimologie 

i) Il toponimo Affori deriverebbe dall'antroponimo latino Afer alla lettera "Africano", attestato in un'iscrizione su lapide (CIL V, 5864). Se così fosse, troveremmo nei documenti il genitivo Afri, cosa che non avviene. Questo tentativo etimologico contraddice le attestazioni.
ii) Secondo un'ipotesi trovata nel magma informe del Web, il toponimo Affori sarebbe da accostarsi al seguente antroponimo:  
 
Antico inglese: Offa, nome di un Re degli Angli 
Varianti: Wuffa, Uffa 
Etimologia: 
L'antroponimo si spiega come un ipocoristico dell'antico inglese wulf "lupo". 
Un simile antroponimo longobardo attestato: Hoffo
(la consonante h- non è etimologica ed era muta; vedi Colizzi, 2022). 
Nota: 
Come si può ben vedere, questo tentativo etimologico non può spiegare le attestazioni storiche. Il vocalismo è incompatibile con quello di Affoni, etc.

L'etimologia più plausibile 

Protogermanico: *apǣn 
Ricostruzioni alternative: *apô 
Genere: maschile 
Significato: "scimmia"; "persona stupida" 
    Esito antico alto tedesco: affo "scimmia" 
         Esito medio alto tedesco: affe "scimmia"
         Esito tedesco moderno: Affe "scimmia"
    Esito longobardo: *apho, *affo "scimmia" 
    Esito antico sassone: apo "scimmia"
    Esito antico inglese: apa "scimmia"
        Esito medio inglese: ape, aape, eape "scimmia"
        Esito inglese moderno: ape "scimmia"
    Esito norreno: api "scimmia"; "persona stupida" 
    Esito gotico: *apa "scimmia" 

Questa è la declinazione protogermanica ricostruibile: 

Singolare:
nominativo: *apǣn
vocativo: *apǣn
accusativo: *apanun
genitivo: *apiniz 
dativo: *apini  
strumentale: *apinǣ 

Plurale: 
nominativo: *apaniz
vocativo: *apaniz
accusativo: *apaniz
genitivo: *apanôn
dativo: *apammaz
strumentale: *apammiz 


Questa è la declinazione dell'esito antico alto tedesco:

Singolare: 
nominativo: affo 
accusativo: affon, affun 
genitivo: affen, affin 
dativo: affen, affin 

Plurale: 
nominativo: affon, affun
accusativo: affon, affun 
genitivo: affôno 
dativo: affôm, affôn 

Questa è la declinazione dell'esito longobardo ricostruibile: 

Singolare: 
nominativo: *apho, *affo 
accusativo: *aphon, *affon 
genitivo: *aphon, *affon 
dativo: *aphon, *affon 

Plurale: 
nominativo: *aphon, *affon 
accusativo: *aphon, *affon 
genitivo: *aphono, *affono 
dativo: *aphon, *affon 

Forme latinizzate alla base del toponimo: 
genitivo singolare: Affoni 
nominativo plurale: Affoni 

Semantica 

La possibilità sono due: 

a) L'abitato ha tratto il nome dal suo fondatore, che si sarebbe chiamato Affo "Scimmia"; 
b) L'abitato ha tratto il nome dalla sua popolazione, che avrebbe avuto una fama di scarsa intelligenza e di stupidità. Il senso di "persona stupida" è ben attestato in norreno e dovette essere comune. Esempio: norreno margr verðr af aurum api "i soldi rendono la gente (come) una scimmia". 

Dal momento che le attestazioni di Affoni e varianti sembrano essere genitivi singolari (es. de loco Affonivico Afori, locus Afori, loco et fundus Avoni, etc.), l'interpretazione favorita è la prima: Affoni = di Affo. Se valesse la seconda, dovremmo assumere che Affoni è una forma indeclinabile, il che porrebbe qualche problema morfologico.  

Conclusioni 

Colgo l'ennesima occasione per stigmatizzare Google, che smuove la polvere e diffonde i deliri di dilettanti ormai ricomposti negli ossari, dando loro un'immeritata autorevolezza - complici le perversioni immonde del sistema scolastico.