martedì 8 agosto 2023

IL PANGIALLO, LE SUE ORIGINI... E IL PANE ROSSO

Una cosa non mancherà mai di stupirmi: l'apparente assenza di una vera continuità tra la cucina dei tempi dell'Impero Romano e quella dei nostri giorni. Sono tuttavia convinto che, indagando in modo approfondito, si possano scoprire cose molto interessanti, in grado di dimostrare che un legame esiste e di permetterci di gettare un po' di luce sui cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli.   


Un dolce tipico del Lazio e di altre regioni

Denominazione: pangiallo
Varianti: pangiallo romanopancialle 
Altri nomi: panpepato, pampepato  
Origine: Lazio 
Ingredienti principali: 
   farina, 
   uva passa, 
   miele,  
   frutta secca (mandorle, nocciole), 
   cedro candito, 
   zafferano, 
   pastella d'uovo (per la copertura) 
Altri ingredienti: 
   pinoli, 
   fichi, 
   cioccolato fondente a pezzetti 
Ingredienti desueti: 
   semi di albicocca, semi di prugna 
Preparazioni simili in altre regioni:  
  Umbria: pampepato 
  Ferrara: pampapato 
Link: 

Il tradizionale dolce natalizio romano è ritenuto da molti un'eredità dell'antica Roma. Credo che in effetti lo sia: deriva dai dolci che venivano offerti agli Dèi in occasione del Solstizio d'Inverno. La finalità era quella di favorire il ritorno del Sole. In seguito, con l'adozione del Cristianesimo, l'usanza continuò grazie all'esaugurazione, sopravvivendo fino ad oggi. Gli antichi significati legati al tradizionale politeismo assunsero nuovi significati, pur mantenendo la loro sostanza antica. I dolciumi originali non erano certo preparati con la loro ricetta attuale fatta e finita, che comprende ingredienti presi a prestito dal mondo arabo: l'uvetta sultanina e le scorze candite. Sappiamo che lo zafferano, conosciuto in latino come crocus, dal greco κρόκος (krokos), era nell'antichità una spezia preziosa come l'oro. Giusto per fare un esempio, a Bisanzio solo l'Imperatore poteva servirsene e l'uso più comune era quello di colorante. Quindi sembrerebbe abbastanza improbabile che l'inestimabile pigmento potesse entrare nella composizione di un dolce popolare dell'età tardo-antica. Eppure l'aggiunta della spezia pregiatissima doveva avvenire in quantità minime, con ogni probabilità regolamentate in modo stretto. Troviamo infatti un corrispondente quasi perfetto in Sardegna, terra di arcaismi. 


Su pani arrubiu di Tuili, Sardegna 

Tipico della zona di Tuili (provincia del Medio Campidano), su pani arrubiu, ossia "il pane rosso", è un tipo di pane preparato con grano duro, miele, uva passa e buccia di arancia, che deve il suo tipico colore rossiccio all'aggiunta di una piccola quantità di zafferano. Viene tuttora distribuito ai fedeli nel corso della festa patronale del paese. Notevole è la sua importanza nella religiosità popolare del luogo.
Etimologia:
Il sardo campidanese arrubiu "rosso" deriva direttamente dal latino rubeus "rossiccio". 
Varianti: su pai arrubiu 
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