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martedì 25 aprile 2023

 
CONAN IL BARBARO 
 
Titolo originale: Conan the Barbarian
Paese di produzione: Stati Uniti d'America 
Lingua: Inglese
Anno: 1982
Durata: 128 min
Rapporto: 2,35 : 1
Genere: Epico, fantasy, avventura, azione
Regia: John Milius
Soggetto: Robert E. Howard
Sceneggiatura: Oliver Stone, John Milius;
     Edward Summer (non accreditato)
Produttore: Buzz Feitshans, Raffaella De Laurentiis
Produttore esecutivo: D. Constantine Conte,
      Edward R. Pressman
Casa di produzione: Dino De Laurentiis Corporation
Distribuzione in italiano: 20th Century Fox,
      Ricci e Marinelli
Fotografia: Duke Callaghan
Montaggio: Carol Timothy O'Meara 
Effetti speciali: Frank Van der Veer, Nick Allder,
     Emilio Ruiz del Río, George Gibbs, Len Morganti, 
     James Hagedorn, Katherine Kean   
Musiche: Basil Poledouris
Scenografia: Ron Cobb, Pier Luigi Basile,
     Benjamín Fernández, Giorgio Postiglione, 
     Emilio Ardura 
Costumi: John Bloomfield 
Trucco: Colin Arthur, Carlo De Marchis, Paquita Núñez, 
    José Antonio Sánchez, Pamela L. Peitzman,
    Ángel Luis De Diego, Ken Horn, 
Paquita Trench       
Direzione artistica: Pierluigi Basile, Veljko Despotovic,
    Benjamín Fernández, Milenko Jeremic 
Direzione della produzione: Bill Damaschke, 
    Pepe Escriva, Vicente Escrivá jr. 
Reparto suono: Wayne Artman, Bub Asman, Tom Beckert,
    James A. Corbett, Juno J. Ellis, Erick Feitshans 
Coordinatore delle controfigure: Terry J. Leonard
Continuità: Yvonne Axworthy, Francesca de Laurentiis 
Location: Spagna, Jugoslavia 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: Conan der Barbar 
    Francese: Conan le Barbare 
    Polacco: Conan Barbarzyńca 
    Spagnolo: Conan el Bárbaro 
    Lituano: Konanas Barbaras 
    Ungherese: Conan, a barbár 
    Finnico: Conan - barbaari 
    Russo: Конан-варвар 
    Turco: Barbar Conan 
Interpreti e personaggi:
    Arnold Schwarzenegger: Conan
    James Earl Jones: Thulsa Doom
    Max von Sydow: Re Osric
    Sandahl Bergman: Valeria
    Ben Davidson: Rexor
    Cassandra Gaviola: La strega
    Gerry Lopez: Subotai
    Mako: Akiro il Mago
    Valérie Quennessen: La principessa
    William Smith: Padre di Conan
    Luis Barboo: Capelli Rossi
    Franco Columbu: Esploratore pitto
    Nadiuska : Madre di Conan
    Jorge Sanz: Conan bambino
    Jack Taylor: Prete sodomita di Doom
    Sven Ole Thorsen: Thorgrim 
    Gary Herman: Guardia di Re Osric 
    Leslie Foldvary: Ragazza sacrificale del Serpente 
    Erik Holmey: Ufficiale turanico 
    Akio Mitamura: Generale mongolo 
    Kiyoshi Yamazaki: Maestro di scherma 
    Non citati nei titoli originali: 
    Pilar Alcón: Ragazza schiava all'orgia 
    Florencio Amarilla: Uomo 
    Ron Cobb: Venditore di loto nero di Stigia 
    Fabián Conde: Mercante alla taverna 
    Dragon Dronet: Guerriero pitto 
    Donald Gibb: Guardia di Re Osric 
    Andrea Guzon: Donna che allatta 
    Corrie Jansen: Bella donna che si getta nel vuoto
    Celia Kaye: Alta Sacerdotessa 
    Olvido Lorente: Guerriera 
    Isabel Luque: Donna 
    John Milius: Venditore di cibo nell'antica città 
    Saralo: Guerriera pitta 
    Sab Shimono: Subotai (voce) 
Doppiatori italiani: 
    Mario Cordova: Conan
    Carlo Baccarini: Thulsa Doom
    Marcello Tusco: Re Osric
    Livia Giampalmo: Valeria
    Lorenza Biella: La strega
    Sergio Di Giulio: Subotai
    Mario Feliciani: Akiro il Mago 
    Franco Odoardi: Padre di Conan
    Pietro Biondi: Prete sodomita di Doom 
Tracce musicali: 
   Anvil Of Crom - 2:34
   Riddle Of Steel / Riders Of Doom - 5:36
   Gift Of Fury - 3:50
   Wheel Of Pain - 4:09
   Atlantean Sword - 3:50
   Theology / Civilization - 3:13
   Love Theme (Wifeing) - 2:10
   The Leaving / The Search - 5:59
   Mountain Of Power Procession - 3:21
   The Tree Of Woe - 3:31
   Recovery - 2:11
   The Kitchen / The Orgy - 6:30
   Funeral Pyre - 4:29
   Battle Of The Mounds - 4:52
   Death Of Rexor - 5:34
   Orphans Of Doom / The Awakening - 5:31
Budget: 20 milioni di dollari US
Box office: 80 milioni di dollari US  

Incipit: 

"Quello che non ci uccide ci rende più forti"
(Friedrich Nietzsche) 

"Fra il tempo in cui l'oceano inghiottì l'Atlantide e il sorgere dei Figli di Aryas, vi fu un'era al di là di ogni immaginazione. L'era in cui visse Conan, destinato a portare la corona ingioiellata di Aquilonia sulla sua fronte inquieta. Sono io, suo cronista, il solo che può raccontarvi la sua saga. Lasciate che vi dica di quei giorni di gloriose avventure!"
(Akiro il Mago)

Trama: 
Il narratore inizia il suo racconto, descrivendo la storia del suo benefattore e mentore, che si è riscattato da un destino di dolore fino a diventare re con le proprie forze. 
Un fabbro forgia una spada e la mostra al suo giovane figlio, Conan, mentre gli racconta il Segreto dell'Acciaio, un aforisma considerato di vitale importanza per il loro popolo, i Cimmeri, dato che insegna come fabbricare armi invincibili. All'improvviso una banda di predoni guidata dal capo religioso Thulsa Doom e dai suoi luogotenenti, Rexor e Thorgrim, irrompe nel villaggio cimmero, massacrandone gli abitanti. La loro insegna è un serpente con due teste che si fronteggiano, sulla figura de sole e della luna, entrambi neri. I genitori di Conan vengono uccisi davanti ai suoi occhi. I bambini vengono presi come schiavi e portati a Nord, con i Vanir, che li impiegano per lavorare in un grande mulino, la Ruota del Dolore. I rigidi inverni passano uno dopo l'altro, e soltanto Conan sopravvive fino all'età adulta. Il capo dei Vanir, notando la prodigiosa forza dell'uomo, lo toglie al mulino per farlo diventare un gladiatore e dargli un'istruzione. Tale è il valore dimostrato da Conan che il suo padrone gli fa ottenere infine la libertà. Inseguito da lupi, cerca rifugio nella tomba di un guerriero atlantideo, da cui estrae un'antica spada. Conan vaga per il mondo. Prima si unisce carnalmente con una strega profetica, seduttiva e furiosa, quindi stringe amicizia con Subotai, un ladro di professione e arciere ircano, giunto dalle inospitali steppe dell'Oriente. 
Seguendo le indicazioni della strega, Conan e Subotai si recano nella corrotta città di Zamora alla ricerca di Thulsa Doom. Lì incontrano la bellissima Valeria, una predona dai capelli biondi come l'oro. I tre si introducono nella Torre del Serpente, uccidendo un pitone gigantesco  a cui venivano immolate vittime umane, saccheggiando poi i gioielli e gli altri oggetti di valore custoditi. Dopo essere fuggiti con il bottino, i ladri festeggiano e Conan fa sesso sfrenato con Valeria. Le guardie cittadine catturano i tre e li portano da Re Osric, che offre loro una ricompensa se salveranno sua figlia, la principessa Yasmina, diventata una seguace di Thulsa Doom. Subotai e Valeria si oppongono, ma Conan, che già desidera vendetta contro il capo settario, parte per raggiungere il Tempio di Set, che si trova all'interno della Montagna del Potere. 
Travestito da sacerdote dopo aver rubato le vesti a un officiante sodomita passivo, Conan riesce ad essere ammesso nel tempio. Viene però scoperto, catturato e torturato. Thulsa Doom gli insegna quanto grande sia il potere della carne sull'acciaio, comandando ipnoticamente a una giovane cultista di lanciarsi da una rupe e di precipitare verso la morte. Poi fa crocifiggere Conan sull'Albero del Dolore. Subotai e Valeria salvano Conan, ormai prossimo alla morte, portandolo quindi da Akiro, il Mago dei Tumuli (e anche la voce narrante!), che vive in un antico luogo di sepoltura di guerrieri e re gloriosi. Il mago dipunge rune su tutto il corpo di Conan, quindi evoca i demoni per guarirlo e avverte che questi imporranno un pesante tributo. Valeria è disposta a pagare il prezzo. Gli spiriti immondi cercano di rapire Conan, ma Valeria e Subotai lottano contro di loro con forza finché non li hanno respinti. Il Cimmero, ormai fuori pericolo, si avvia alla guarigione.  
Subotai e Valeria accettano di aiutare Conan a completare la missione di Re Osric e a infiltrarsi nel Tempio di Set, accedendovi da una caverna adibita a macelleria, dove vengono fatti a pezzi numerosi cadaveri. Mentre i cultisti si abbandonano a un'orgia cannibalica (con tanto di teste e mani fatte bollire in un pentolone), gli incursori attaccano, compiono un epico massacro e fuggono con la principessa rapita, ma all'ultimo Thulsa Domm trafigge Valeria a un fianco con una freccia magica a forma di serpente. Il capo settario era sfuggito a Conan tramite la stregoneria, trasformandosi in un enorme serpente e infilandosi in un cunicolo. Valeria muore tra le braccia del Cimmero, consapevole del prezzo che il Mago dei Tumuli aveva previsto sarebbe stato preteso. Conan, straziato dal dolore, crema la sua Amata e si prepara con Subotai e il Mago ad affrontare Thulsa Doom. Chiede a Crom, il Dio Cimmero, di concedergli vendetta. Usando trappole e sfruttando le asperità del terreno su cui sorgono antichi megaliti, riescono a uccidere i guerrieri di Thulsa Doom. Rexor, secondo in comando della setta malvagia, viene ucciso da un meccanismo a scatto che gli pianta nell'addome un enorme legno acuminato. Proprio quando Thorgrim sta per sopraffare Conan, Valeria riappare per un breve istante come una luminosa Valchiria per salvarlo dal colpo mortale. Conan uccide Thorgrim e recupera la spada del padre, ora spezzata dalla sua arma atlantidea. Doom scaglia un'altra freccia a forma di serpente contro la principessa per impedire agli eroi di salvarla, ma Subotai blocca il colpo con il suo scudo. Il capo settario, sconfitto, si ritira.  
Con l'aiuto della principessa, ora libera dall'influenza di Thulsa Doom, Conan torna furtivamente al Tempio di Set; davanti alla folla dei fedeli affronta lo stregone, che cerca di manipolarlo e di ipnotizzarlo. Il Cimmero resiste al tentativo di incantesimo, insorge e usa la spada spezzata del padre per mozzare la testa al suo Nemico. Venuto meno il potere nefasto che li soggiogava, i seguaci disillusi gettano le loro torce in una fontana e si disperdono. Conan incendia il Tempio di Set e si allontana per andare a restituire la principessa ribelle a suo padre. 

Citazioni: 

"Fuoco e vento provengono dal cielo, dagli dèi del cielo, ma è Crom il tuo dio, Crom che vive nella terra. Un tempo i giganti vivevano nella terra, Conan, e nell'oscurità del caos mistificarono Crom e gli sottrassero il mistero dell'acciaio. Crom si adirò e la terra tremò e fuoco e vento abbatterono quei giganti e scagliarono i loro corpi nelle acque. Ma nel loro furore gli dèi si dimenticarono del segreto dell'acciaio e lo lasciarono sul campo di battaglia, e noi che lo trovammo non siamo che uomini. Né dèi, né giganti. Solo uomini. E il segreto dell'acciaio ha sempre portato con sé un mistero; devi impararne il valore, Conan, devi impararne la disciplina! Perché di nessuno, di nessuno al mondo ti puoi fidare, né uomini, né donne, né bestie. Di questo solo ti puoi fidare." 
(Padre di Conan) 

"Neanche tutti gli dèi possono separarci. Se io morissi, e tu stessi combattendo, per salvare la tua vita ritornerei dall'oscurità, dai profondi abissi dell'Ade per combattere al tuo fianco!"
(Valeria)

"Crom! Non ti ho mai pregato prima d'ora, non saprei come farlo. Nessuno, neanche tu ricorderai se eravamo uomini buoni o cattivi, perché abbiamo combattuto, o perché siamo morti. No, ciò che conta è solo che due si son battuti contro molti, ecco cos'è importante! Tu ammiri il coraggio, Crom, quindi accogli la mia unica richiesta: fa' sì che mi vendichi! E se tu non m'ascolti, allora va' alla malora!" 
(Conan)

Dialoghi: 

Generale: "Un'altra vittoria! Questo è bene. Ma qual è il meglio della vita?"
Guerriero: "La steppa immensa, un veloce cavallo, falchi sul tuo polso e il vento che ti stordisce."
Generale: "No! ... Conan, qual è il meglio della vita?"
Conan: "Schiacciare i nemici, inseguirli mentre fuggono e ascoltare i lamenti delle femmine."
Generale: "Questo è bene!" 

Subotai: "Civiltà, antica e depravata. L'hai mai conosciuta?"
Conan: "No!" 


Recensione:
Anche se il regista ha tratto la sua sceneggiatura dalle opere fantasy di Robert Ervin Howard (Peaster, 1906 - Cross Plains, 1936), bisogna dire che le somiglianze sono in realtà meno profonde di quanto ci si aspetterebbe. Si nota subito che diversi personaggi non compaiono affatto negli scritti dell'autore statunitense, oppure hanno una caratterizzazione molto diversa. Il mio è un caso abbastanza singolare: ho visto il film diverse volte, trovandolo esaltante, prima di leggere i racconti da cui è sorta la sceneggiatura, cosa che mi ha forse impedito di apprezzarli appieno. Va anche detto che la presenza di anacronismi nel film è tollerabile, anche considerata la potenza dell'azione, mentre la trovo eccessiva nei racconti, quasi oppressiva, pervasiva, capillare - tanto che un filologo come me spesso si incazza e trova difficile proseguire nella lettura. La trama elaborata da Milius non è ben ravvisabile nel materiale howardiano. Solo per fare un esempio, una volta mi ero accinto a leggere un racconto che aveva come protagonista Conan il Barbaro. A un certo punto mi sono accorto che il Cimmero progettava un'incursione in una torre per rubare un enorme gioiello conosciuto come Cuore dell'Elefante. Il mio disappunto è stato grande, devo riconoscerlo. Certo, avrei dovuto aspettarmi una cosa del genere, visto che il racconto si intitolava La Torre dell'Elefante. Anche a Milius non deve essere piaciuto molto il Cuore dell'Elefante, così lo ha trasformato nell'Occhio del Serpente. Con un serpente gigantesco, tutto funziona come per incanto! Questo è genio! La sceneggiatura è un'opera fantasy che trae qualche spunto da Howard, ferma restando la presenza di Conan il Barbaro, ma procede mescolando, cambiando e intrecciando ogni cosa, quasi per generazione spontanea
Quello che il regista è riuscito ad ottenere è degno di essere ricordato nei secoli! Direi che questo vibrante capolavoro è una specie di unicum nella storia della Settima Arte: è una delle poche volte in cui un adattamento è di gran lunga superiore all'originale! I emuli di celluloide non si sono mai mostrati alla sua altezza. Non delude mai. Fa sognare!  La colonna sonora è esaltante. Tra tutte le gemme splendenti di cui è piena questa pellicola, si segnala la notevole interpretazione di Max von Sydow nel ruolo del Re Osric, distrutto dagli anni e dagli eventi, ma incapace di arrendersi al suo destino. La bellissima storia d'amore tra Valeria e Conan è in grado ogni volta di commuovermi. 


L'Era Hyboriana 

L'Era Hyboriana (Hyborian Age) è un'epoca immaginaria, in cui Robert E. Howard ha ambientato i racconti di Conan il Barbaro, collocata qualche tempo dopo l'affondamento di Atlantide e l'inizio della storia scritta. In genere è datata intorno al 10.000 a.C. da autorevoli curatori editoriali come Lyon Sprague De Camp e Roy Thomas, sebbene esista almeno un'opinione diversa, quella di Dale Rippke, la cui datazione è molto più alta, intoro al 32.000 a.C.
Non entro nei complicatissimi dettagli di questo mondo di sword and sorcery evocato dallo scrittore di Peaster. Ci tengo però a far notare che non dobbiamo aspettarci in esso alcuna coerenza, dato che somiglia ad un collage impazzito. Trovo deliranti le tesi del saggista Patrice Louinet (Hyborian Genesis Part I, in The Coming of Conan the Cimmerian, 2002), il quale sostiene quanto segue: 
"Ideando un'ambientazione senza tempo - un'età svanita - e scegliendo con attenzione nomi che somigliano a quelli storici ha evitato il problema di anacronismi storici e il bisogno di lunghe esposizioni." 
Sostenere che Howard abbia evitato il problema degli anacronismi storici è una palese assurdità. In realtà dominano incontrastati gli anacronismi storici, culturali e linguistici, che costituiscono la vera matrice ontologica di questa creazione confusa, sfocata. 
Per quanto riguarda il film, la citazione dei Figli di Aryas (ossia gli Indoeuropei) dimostra che il loro sorgere avvenne nel corso della vita di Akiro, cronista di Conan: altrimenti non avrebbe potuto parlare di tale evento. Quindi si deduce che l'Era Hyboriana dovette essere finita quando il narratore compose il suo racconto. Questa sembra una specie di incoerenza interna. L'epiteto "Figli di Aryas" è certo poetico, tuttavia è improprio ed anacronistico. Va detto che con ogni probabilità Howard credeva che la lingua indoeuropea originale fosse semplicemente il sanscrito vedico. 
Quando ero all'Università, vidi una scritta su un banco, chiaramente ispirata dall'opera di Milius. Non l'ho dimenticata: esaltava l'Era Hyboriana come un tempo felicissimo e incantato in cui non esisteva nemmeno la vaga idea del Cristianesimo. Tutto ciò era ben comprensibile, dato il clima di oppressione che regnava sull'Ateneo a causa dell'influenza asfissiante della setta di Comunione e Liberazione. Certo, l'autore della scritta considerava Conan come un simbolo di fierezza e d'indipendenza, un modo per resistere a uno squallido presente, tuttavia era ingenuo, come dimostrato dalla setta di Thulsa Doom: siamo proprio sicuri che tale religione organizzata sia una creazione concettuale indipendente dal Cristianesimo? 


Le origini di Conan 

Si deve sapere che Robert E. Howard da giovane era perseguitato dai bulli, esseri inutili e molesti come una zecca nel glande, purtroppo comunissimi nella specie umana. Anziché soccombere allo scherno, il ragazzo decise di allenarsi in palestra fino a sviluppare una muscolatura imponente. I bulli, che sono per loro natura codardi, smisero di infastidirlo: insistendo avrebbero corso il rischio di essere spezzati come fiammiferi. Analizzando la biografia di Howard, si comprende che era autistico e pieno di problemi. Era affetto dal complesso di Edipo e non poté reggere il terribile dolore causatogli dalla malattia della madre - cosa che purtroppo lo portò al suicidio. Conan rappresenta l'alter ego di una persona fragilissima e ipersensibile, con difficoltà ad affrontare la realtà esterna, il mondo. Howard ebbe l'ispirazione di creare questo guerriero dotato di forza impressionante, sovrumana, che spezzò il collo a un toro il giorno in cui divenne uomo (ricordo di aver letto questo aneddoto in un fumetto). Mise quindi l'invincibile combattente in un mondo ben diverso dall'America contemporanea. Un mondo senza leggi, in cui tramite la forza è possibile riparare ogni torto, far valere ogni proprio diritto, imporre la propria volontà. L'empatia nei confronti di Conan è dovuta essenzialmente alla sua lealtà, elemento fondante di un'etica grossolana ma pratica - oltre che alla sua capacità di provare sentimenti. Milioni di lettori delle opere pulp di Howard hanno trovato così la loro rivincita sulla realtà. In un certo senso, potremmo parlare di "letteratura di evasione", perché permette di evadere dalle regole che determinano il funzionamento della società. C'è tuttavia un problema definitorio. Un contesto come quello dell'Era Hyboriana non risolve alcun problema: dove vale la forza bruta, prima o poi si trova sempre qualcuno più forte. Certo, la forza di Conan è unica, eccezionale, quindi è improbabile che l'eroe trovi un suo pari. Per tutti gli altri, il pericolo è reale. Né è garantito che non ci sarebbero persone più forti che sono anche carogne schifose. 


Le origini di Thulsa Doom

Quando ho visto la pellicola per la prima volta, mi è subito parso abbastanza evidente che Milius alludesse a una setta ben precisa e molto controversa, all'epoca assai attiva: la Chiesa di Scientology. Il Thulsa Doom del film doveva essere una trasposizione di Ron Hubbard (1911 - 1986), scrittore di fantascienza e fondatore della summenzionata congregazione, che nel corso della sua esistenza è stata ripetutamente accusata di plagio e di manipolazione. Tuttavia non sono riuscito a trovare traccia nel Web di persone che condividessero questa mia impressione. Secondo la massima parte dei navigatori, Thulsa Doom sarebbe stato invece ispirato a un altro predicatore statunitense, James Warren Jones, detto "Jim" (1931 - 1978), che nel 1978 indusse al suicidio ben 909 seguaci della congregazione da lui fondata, il Tempio del Popolo (People's Temple). Singolare è la coincidenza del cognome di "Jim" con quello dell'attore: Jones. Resta il fatto che Thulsa Doom, a differenza di "Jim", non spinge affatto al suicidio di massa: vuole invece espandere il proprio potere religioso, diffonderlo in modo capillare dovunque ("Serpenti, nella mia splendida città! Ad ovest, Nemedia, Aquilonia. A sud, Koth, Stygia. Serpenti!"). 
In origine il funesto personaggio ideato da Howard era un uomo-scheletro avvolto in un mantello nero, dai lineamenti di un teschio ghignante. Ha fatto la sua prima comparsa come Thulses Doom nel racconto breve Delcardes' Cat (pubblicato postumo nel 1967), il cui titolo in seguito è stato cambiato in The Cat and the Skull. Il potente stregone era un non-morto che agiva nell'universo fittizio di Kull di Valusia, soltanto in seguito integrato dall'autore in quello di Conan il Barbaro. Milius ha messo da parte questa macabra iconografia e ha plasmato Thulsa Doom come un robusto MANDINGO, facendolo interpretare all'ottimo James Earl Jones! Le capacità metamorfiche di trasformazione in un rettile sono state prese da un altro personaggio howardiano, Thoth-Amon, ispirato all'Antico Egitto. 


Il personaggio di Valeria 

A quanto ho letto, la splendida valchiria bionda Valeria trae ispirazione dalla regina pirata Bêlit, che compare nel racconto howardiano La regina della Costa Nera (Queen of Black Coast), pubblicato per la prima volta su Weird Tales nel 1934. In realtà,  Bêlit ha caratterialmente poco in comune con Valeria; è diversa anche fisicamente, avendo i capelli corvini e gli occhi verdi. Tuttavia nel finale del racconto ci sono alcune somiglianze. Bêlit, una donna crudele che era diventata l'amante di Conan, viene uccisa da una creatura umanoide alata nel corso di una missione in un'antica città titanica. Conan crema il corpo di Bêlit, il cui spirito lo aiuta nello scontro con il demone alato, ritornando per qualche istante dagli Inferi. Il nome Valeria, chiaramente latino, è anacronistico: solo per fare un esempio, la consonante -r- è il risultato di un rotacismo, essendo derivata da una precedente -s-. Il nome Bêlit è cananeo e significa "La Signora".   

Alcune note etimologiche 

Com'è mio costume, procedo con l'analisi approfondita del materiale onomastico. Sono convinto che questi studi possano essere fruttuosi. 


Etimologia di Conan 
 
In antico irlandese l'antroponimo Conán deriva da "cane" (genitivo con "del cane"; nel linguaggio poetico significa anche "lupo; guerriero"). Significa "Piccolo Cane". Il suffisso -án, in cui l'accento marca la lunghezza della vocale, è un tipico diminutivo, usato anche per marcare la discendenza da un capostipite, così Conán può anche significare "Discendente del Cane". Il chiaro riferimento è all'eroe irlandese Cú Chulainn "Il Cane di Culann". Il significato più profondo del nome di Conan è quindi "Discendente di Cú Chulainn". 
La forma protoceltica ricostruibile è *Kunagnos


I Cimmeri

Nella fantasia di Howard, esisteva una gran confusione tra popoli e lingue di epoche diverse. L'autore non riusciva bene a comprendere che le lingue si evolvono, che cambiano radicalmente nel tempo, spinte dalla naturale evoluzione fonetica e da reciproche interazioni. Egli aveva identificato le antiche genti celtiche della Britannia e dell'Irlanda con gli antichi Cimmeri. Si era basato sull'assonanza tra il nome nativo del Galles, Cymru (pronuncia moderna /'kəmrɨ/, /'k
əmri/; adottato in latino medievale come Cambria, Cumbria), e l'etnonimo Cimmeri, greco Κιμμεριοι (Kimmerioi), latino Cimmeriī. Questa tuttavia è soltanto una somiglianza illusoria. 
Il nome gallese deriva dal proto-britannico *Kombrogijā "Insieme di Paesi" (composto da *kom- "insieme" e *mrogis "paese").
L'etimologia più probabile dell'etnonimo iranico è invece *Gayamira "Unione di Clan" - il cui significato è comunque molto simile (vedi János Harmatta). 

Etimologia di Crom 

Il nome della divinità uranica adorata con scarso entusiasmo da Conan deriva dal teonimo irlandese Crom Cruach (variante: Cromm Crúaich), che è interpretato tradizionalmente come "Crescente Sanguinario". Nomi alternativi: Cenn Cruach, CenncroithiStando a una leggenda locale (dinsenchas) riportata nel Libro di Leinster e risalente al XII secolo, il simulacro di Crom Cruach consisteva in una figura d'oro circondata da dodici figure di pietra, erette nel luogo chiamato Mag Slécht ("Piana della Prostrazione") e situato in quella che oggi è conosciuta come Contea di Cavan. Il culto, come si può dedurre già dal nome (l'epiteto Cruach deriva da crú "sangue", tramite il tipico suffisso aggettivale -ach), era cruento e comportava numerosi sacrifici umani.
La forma protoceltica ricostruibile è *Krumbos Krousākos


Etimologia di Osric 

Il nome Ōsrīc è anglosassone, formato dalle radici di ōs "divinità (pagana)" e rīc(e) "regno". Fu portato da diversi sovrani: Osric di Deira (VII sec.), Osric di Northumbria (VIII sec.), Osric di Sussex (inizi VIII sec.) e Osric di Hwicce (tardo VII sec.). Ovviamente il suo uso è anacronistico: non poteva esistere con quell'aspetto fonetico in un'epoca tanto antica, prima dell'irruzione degli Indoeuropei. La forma protogermanica ricostruibile è *Ansurīkaz "Re dei Semidei", "Condottiero dei Semidei". 
Questa è l'etimologia esterna, ossia quello che avevano in mente gli sceneggiatori quando hanno deciso di dare quell'antroponimo al personaggio. 
Ho un'etimologia interna molto diversa. Nel mondo Hyboriano, il nome Osric significherebbe "Sanguinario" e deriverebbe da una lingua simile al sanscrito (असृक् asṛk, asṛj "sangue"). 


Etimologia di Subotai  

Subotai, o meglio Subutai, è il nome di un generale dei Mongoli (circa 1175 - 1248). In mongolo classico è Sübügätäi, trascritto anche Sübü'ätäi. In mongolo moderno è 
Sübeedei (pron. /sʊbeːˈdɛ/). Purtroppo la sua etimologia ultima permane alquanto incerta. È una questione spinosa che non ha trovato soluzione. La derivazione più plausibile è dal protomongolo *sübe- "fianco, lato", essendo *-(gä)täi un suffisso il cui significato è "con". Il significato doveva essere qualcosa come "Dotato di un fianco (grande come quello di una montagna)". Occorre fare particolare attenzione, perché nel Web sono presenti moltissime etimologie farlocche, inventate a caso, fatte proliferare e diffuse anche da entità artificiali. 
Il personaggio non si trova nelle opere di Howard, che pure parlano dei popoli orientali di Turan (gli antenati dei Turchi e dei Mongoli) e di Khitai (gli antenati dei Cinesi, dei Coreani e dei Giapponesi). Khitai corrisponde alla perfezione al Catai descritto da Marco Polo. 


Etimologia di Akiro 

Il nome Akiro è stato ideato come variante del giapponese Akira (あきら, アキラ), che deriva dalla radice aki- "splendente", "luce del sole", "luce della luna", ma anche "intelligente", "saggio". Akira è un nome unisex, anche se è soprattutto maschile.
L'idea di dipingere simboli runiformi sul corpo di Conan per respingere i demoni è stata tratta da una storia tradizionale giapponese, Hoichi il Senza orecchie (耳なし芳一, Mimi-nashi Hōichi), che compare nel film horror a episodi Kwaidan (Japanese: 怪談, lett. "Storie di fantasmi"), diretto da Masaki Kobayashi (1964). 

Thulsa Doom by Justin Sweet (2006)

Etimologia di Thulsa Doom 

La chiave per comprendere l'etimologia dell'enigmatico nome Thulsa si trova proprio nell'originale racconto breve di Howard, Delcardes' Cat. Uno schiavo della nobildonna Delcardes di Valusia si chiama Kuthulos ed è un uomo molto sapiente, dotato di poteri magici. Nel corso dell'azione, viene rimpiazzato da Thulsa Doom, che assume il suo aspetto, ingannando Delcardes. Ebbene, i due antroponimi Kuthulos e Thulsa hanno la stessa origine: entrambi significano "Che appartiene a Cthulhu". La cosa non deve stupire: Howard e Lovecraft ebbero molti rapporti epistolari. Questa è la trafila nell'immaginaria lingua di Valusia: 

1) Kuthulos ha l'accento sulla prima sillaba: Kùthulos
2) La sua variante *Kuthùlusa, con l'accento sulla seconda sillaba, ha dato *Kthulsa e quindi Thulsa
3) Esiste anche Kathulos, mago nero di Atlantide e non-morto comparso nel racconto Skull-Face (1929); il suo nome è una pura e semplice variante di Kuthulos

Evidentemente il nome Doom richiama l'inglese doom "giudizio", che discende in modo diretto dal protogermanico *dōmaz "giudizio". Questa è la sua etimologia esterna, ossia quello che aveva in mente Howard quando ha coniato l'antroponimo, non avendo idea del fatto che si trattasse di un anacronismo. 
Si può trovare facilmente un'etimologia interna al mondo Hyboriano, tratta dal protosemitico *duhm- "nero" (cfr. Starostin). Thulsa Doom era giunto da terre lontane, non fa meraviglia che si fregiasse di un simile epiteto. 


Etimologia di Rexor e di Thorgrim

L'ipotesi più probabile è che il nome Rexor sia stato scelto dagli sceneggiatori a partire dalla parola latina rēx "re", in grado di trasmettere l'idea di potere, forza, sovranità. Ignorando il latino, Milius e Stone pensavano che la radice fosse rex-, mentre è invece rēg- (genitivo rēgis, dativo rēgī, accusativo rēgem, etc.,). Così hanno aggiunto un suffisso per rendere l'antroponimo più esotico, ottenendo Rexor. Ricordo un film fantasy, purtroppo perduto, in cui compariva uno stregone effeminato il cui nome era Rexardas. Si nota una somiglianza. Un'altra ipotesi è che Rexor abbia tratto il nome da Fred Rexer, che era un amico di John Milius, un veterano dell'Esercito degli Stato Uniti e a quanto pare un esperto di magia nera. 
Ho un'etimologia interna, che risale a un ipotetico composto protoindoeuropeo *Rēg'-serwos "Guardia del Re".
Su Thorgrim si può dire quanto già specificato per il Re Osric. Il nome è tipicamente norreno: Þorgrímr. è un composto del teonimo Þórr "Thor" e di grímr "maschera". La forma protogermanica ricostruibile è *Þun(a)ragrīmaz. "Maschera di Thor". Evidente è ancora una volta l'anacronismo. 


Thulsa Doom e gli Olmechi 

Una cosa che ha colpito la mia attenzione: la somiglianza tra il Thulsa Doom del film e le teste colossali di pietra ritrovate nelle terre mesoamericane che furono degli Olmechi. Queste sculture, ricavate da blocchi di basalto, hanno sorpreso molti perché mostrano caratteri tipici delle genti dell'Africa Subsahariana (un tempo si diceva "negroidi", ma adesso è tabù), come ad esempio il naso camuso. La cosa non deve sorprendere più di tanto. Il regista ha scelto l'attore che ha impersonato Thulsa Doom, James Earl Jones, proprio ispirandosi ai lineamenti delle ciclopiche teste olmeche! Con ogni probabilità voleva suggerire l'idea di una religione malvagia diffusa capillarmente in tutto il globo terracqueo, persino nelle Americhe. 


Il prete sodomita 

Una scena particolarmente grottesca è quella in cui un sacerdote con inequivocabili atteggiamenti da effeminato, cerca di sedurre Conan. L'eroe Cimmero ha assoluto bisogno di impadronirsi delle vesti e del segno distintivo della setta, in modo tale da non destare sospetti, avendo così la possibilità di entrare nel Tempio di Set e di trovarsi  davanti a Thulsa Doom in persona. Il dialogo tra i due è surreale. 

Prete sodomita: "Dove stai andando, Fratello?" 
Conan: "Ho paura." 
Prete sodomita (allungando le mani): "Hai paura? Di denudarti? Tu sei forte, sei ben fatto. Devi essere fiero del tuo corpo. Come potrai mai purificarti, se non conosci il tuo corpo?"
Conan (ammiccando): "Possiamo discuterne là dietro, dove gli altri non ci vedono." 
Prete sodomita: "Be', sì, Fratello. Come no."

Il prete passivo è raggiante di felicità: è convinto di ottenere il robusto cazzone di Conan, di farselo infilare dentro all'intestino e di ricevere un enorme carico di sperma. Vanno dietro la siepe. 

Conan: "Ho paura, e vergogna. È la veste dei sacerdoti di Doom, riservata a voi?"
Prete sodomita: "Sì, solo agli Eletti."
Conan: "Bene!" 

A questo punto il Cimmero assesta uno spaventoso pugno nel plesso solare del sacerdote, seguito da un altro colpo violentissimo sul collo, uccidendolo! 


L'orgia cannibalica!
 

Il terribile segreto della setta di Thulsa Doom è la pratica sistematica del cannibalismo: gli adepti si nutrono di carne umana. A questi banchetti tiestei si associa una grande sfrenatezza sessuale. Come gli allibiti Conan, Valeria e Subotai hanno modo di scoprire, gli Eletti si abbandonano al sesso di gruppo. Questa è una delle più profonde differenze tra il Culto del Serpente praticato nel Tempio di Set e le organizzazioni settarie moderne da cui Milius avrebbe in qualche modo tratto ispirazione. In queste ultime è infatti praticata la repressione sessuale, non certo l'orgia. Il modo in cui il regista tratta questi argomenti è di un realismo incredibilmente vivido, crudo, senza dubbio audace per l'epoca. Basti pensare al luogo ove è ottenuta la carne umana dalla macellazione dei cadaveri, una spelonca orrenda in cui riverbera una fioca luce rossa: sembra di essere in un diverticolo intestinale dell'Inferno di Dante! Senza dubbio si può scorgere una somiglianza con l'antro di Sawney Bean.  

 
La Ruota del Dolore 

Il tremendo meccanismo spinto dagli schiavi dei Vanir, utilizzato per macinare cereali e ottenere rudimentali farine, rappresenta fin troppo bene la condizione afflittiva di coloro che sono costretti a timbrare il cartellino. Siamo proprio noi, gli impiegati! Sì, proprio quelli che Nino Taranto chiamava "impiagati", perché pieni zeppi di piaghe nel corpo e nello spirito! Siamo infatti colpiti da una tremenda disgrazia, la schiavitù salariata, che ci consuma fino a ridurci allo stato di esseri anaerobici, asfittici, cachettici e cianotici. A volte mi rendo conto di essere vituperoso alla vista, come Lazzaro colpito dalla lebbra, come un gobbo livido che a malapena respira, ma non sono il solo: come me ce ne sono moltissimi altri nel mondo. Anno dopo anno, milioni e milioni di persone sono costrette a buttare via la maggior parte del loro tempo. Questa è la verità che ci accomuna tutti. Senza sosta spingiamo la Ruota, e siamo in pochissimi a capire che la vita è solo un arrabattarsi tra cose più inutili delle scorregge sulfuree di un mulo purgato! L'unica via d'uscita da questa condizione è l'incontro con il Mietitore. Si dovrebbe avere la decenza di smetterla una volta per tutte di parlare di meritocrazia, o merdocrazia che dir si voglia! 

I fumetti 

Il materiale del film Conan il Barbaro è stato adattato in un fumetto da Michael Fleischer e John Buscema, con una trama lievemente ridotta e modificata. Il Diavolo si farà frate quando anche soltanto un lavoro sarà adattato in modo perfetto! L'opera di Fleischer-Buscema è stata pubblicata dalla Marvel Comics nel 1982. In precedenza, negli anni '70, i racconti di Howard erano stati adattati a fumetti da Frank Frazetta, Barry Windsor-Smith e Neal Adams, oltre che dallo stesso John Buscema. Si riporta che Edward R. Pressman si convinse a portare avanti il progetto di adattamento cinematografico dopo aver visto i fumetti e gli artwork di Frazetta. 

Un seguito: Conan il Distruttore 

Il film di Milius ha avuto un seguito: Conan il Distruttore (Conan the Destroyer), diretto da Richard Fleischer e uscito nel 1982. I legami con Conan il Barbaro sono abbastanza tenui, quasi limitati al protagonista e al suo struggente amore per la defunta Valeria, talmente immenso da meritare il sacrificio dell'Universo. Sono rimasto subito affascinato da tanta adorazione. Avremo modo di recensire anche questa pellicola. 

L'abominevole reboot

Nel 2011 è uscito Conan the Barbarian, diretto da Marcus Nispel. L'eroe è interpretato da Jason Momoa. Si può dire che sia stato un fallimento sia in termini di critica che di botteghino. 
Già negli anni '90 del XX secolo c'era l'intenzione di produrre un terzo capitolo della saga di Conan, sempre utilizzando Arnold Schwarzenegger come attore. Il progetto tuttavia non si è concretizzato. Dopo 7 anni di febbrile quanto inutile lavoro, la Warner Bros decise di vendere i diritti del film. Ad acquistarli fu la Millennium Films, che manifestò l'intenzione di fare un film il più fedele possibile alle opere di Howard. Nel 2008, a novembre, il regista avrebbe dovuto essere Brett Ratner, che presto rinunciò all'incarico. In seguito, la regia fu data a Marcus Nispel, mentre Sean Hood fu assunto per scrivere la sceneggiatura. Tutto questo per arrivare a un risultato fecale. 
Volete sapere una grande verità etimologica? I reboot si chiamano così perché sono ributtanti


Curiosità 

La realizzazione del film fu possibile perché Edward R. Pressman (che poi ne divenne il produttore esecutivo) era riuscito a comperare per 7.500 dollari i diritti di adattamento sul personaggio di Conan il Barbaro. Il problema è che per farlo dovette affrontare non poche difficoltà, arrivando a pagare ben 100.000 dollari in spese legali. C'erano già stati, fin dagli anni '60, tentativi di produrre film con Conan come protagonista, ma i grovigli sul copyright avevano fatto sì che nessuno se la sentisse di portare avanti il progetto. 

Per il ruolo di Valeria fu scelta alla bionda e statuaria Sandahl Bergman, che esercitava la professione di ballerina. Era stata diretta da Bob Fosse nel film musicale-drammatico All That Jazz (1979) e fu così proposta a Milius. Per l'ottima interpretazione nel ruolo di Valeria, nel 1982 la Bergman vinse il Golden Globe per la migliore attrice rivelazione. Nello stesso anno vinse anche il Saturn Award per la migliore attrice.

La risposta di Conan al Generale mongolo che gli chiede cosa sia il meglio della vita, trae ispirazione da un discorso di Gengis Khan, che è riportato in questo modo: 
"Il più grande piacere della vita è sconfiggere i tuoi nemici per inseguirli prima che loro inseguano te, derubarli delle loro ricchezze, trovarteli a terra nella polvere, vedere i loro cari annegare nelle lacrime, cavalcare i loro cavalli, stuprare le loro mogli e le loro figlie" 
(traduzione di Sir Henry Hoyle Howord dalla versione in francese di Abraham Constantin Mouradgea d'Ohsson). 
Anche se all'epoca in cui Milius diresse il film non esisteva ancora la tirannia del politically correct, le parole di Gengis Khan sono state edulcorate e ridotte, evitando in particolare ogni rifermiento esplicito alla violenza sessuale. 

Fu il geniale Allder a creare per le scene nella Torre un serpente meccanico alto 11 metri, il cui corpo gigantesco aveva un diametro di 0,76 metri, una testa lunga 0,76 m e larga 0,61 metri. Il costo del simulacro ofidico fu in tutto pari a 20.000 dollari. Lo scheletro del rettile finto era composto della lega usata per i telai degli aerei, il duralluminio. La pelle invece era di gommaschiuma vulcanizzata. Il meccanismo era controllato da cavi d'acciaio e pompe idrauliche; era in grado di esercitare una forza tra le 3,5 e le 9 tonnellate. Furono quindi creati altri due serpenti finti delle stesse dimensioni del primo: uno fu utilizzato per le riprese fisse e un secondo per le decapitazioni compiute da Schwarzenegger con grande e giusto entusiasmo, simile a quello di un carnefice medievale. 

Il capolavoro assoluto è stata la trasformazione di Thulsa Doom in un pitone. Le riprese erano composte da diversi filmati di parti del corpo finte, messe assieme a serpenti, sia vivi che fittizi, oltre a miniature e ingegnosi trucchi della telecamera, il tutto assemblato per mezzo di audaci tecniche di dissolvenza. 

La scena all'Albero del Dolore costò non poca fatica: la troupe dovette legare alcuni veri avvoltoi ai rami, aggiungendovi un uccello meccanico allo scopo di tormentare Schwarzenegger. Gli avvoltoi infatti non attaccano prede vive, rivolgono le loro attenzioni soltanto alle carogne. L'uccello meccanico aveva piume e ali tratte da un avvoltoio morto e già in decomposizione; gli ingranaggi che servivano a farlo muovere erano incastrati nell'albero finto.

Schwarzenegger ha conservato la spada atlantidea utilizzata per le riprese del film, esponendola per anni nel suo ufficio quando ha esercitato le sue funzioni istituzionali di Governatore della California (2003 - 2011). In tutto furono forgiate tre spade atlantidee e quattro spade Master, date ai membri della produzione. Ciascuna di queste armi costò ben 10.000 dollari. Tanto per dire che non erano giocattoli di cartapesta! 

Nei primi '90 dello scorso secolo, in un'occasione il film fu trasmesso in prima serata su una rete Fininvest, se ben ricordo era Italia 1.  Fu un passaggio televisivo decisamente anomalo: Berlusconi giocò agli spettatori uno scherzo da folletto, facendo tagliare in modo atroce la pellicola. Fu una vera devastazione, alla fine lo spettacolo durò poco più di un'ora. Ogni scena violenta fu espunta in modo chirurgico, a quanto pare "per ragioni di censura e di palinsesto". Anche se simili sfregi all'epoca erano abbastanza comuni, questo batté ogni record.

Altre recensioni e reazioni nel Web

Sul sito del Davinotti si trovano come sempre alcuni commenti utili e interessanti, spesso espressi con grande arguzia. Estraggo frammenti delle opinioni degli utenti, presentandole in questa sede come un pastone informe. 


Questo ha scritto il mitico Puppigallo: "Arnold e Conan sono la stessa cosa: masse di muscoli mosse da un cervello semplice ma funzionale. Ecco perché la sua interpretazione è perfetta." 
Caesars è pragmatico come il condottiero da cui ha derivato il suo nick: "Fumettone che a suo tempo ebbe notevole successo generando un seguito e varie imitazioni."
Minitina80 rimpiange i vecchi tempi: "Quando esistevano Uomini di Cinema che possedevano il coraggio di osare investendo soldi in sceneggiature rischiose, quando il digitale non aveva ancora contaminato e plastificato ogni grande produzione, era il tempo di Conan il cimmero e del segreto dell’acciaio." 
Ciavazzaro è piuttosto disincantato: "Fumettone che non può competere con i racconti di Robert E. Howard. Schwarzwenegger in questo caso, come appare ovvio, è solamente adatto in virtù del suo fisico e non di certo per altro."
Lupus 73 è entusiasta: "I disegni di Frazetta diventano cinema incontrando l'etica e la filosofia nietzschiana. Un epicità rozza e solenne al tempo stesso fatta di superomismo, eroismo, valor guerriero, sessualità, per un'epopea barbarica di bestie, uomini e dei (invisibili) rimasta ineguagliata, sia nei kolossal del passato che in quelli più moderni e stucchevoli." E ancora: "Schwarzenegger non impersona Conan, lui diviene Conan."

venerdì 21 aprile 2023

 
IL PIANETA SELVAGGIO 
 
Titolo originale: La planète sauvage
Paese di produzione: Francia, Cecoslovacchia 
Lingua originale: Francese, Ceco 
Anno di distribuzione: 1973
Anno di produzione: 1963 
Durata: 72 min
Genere: Animazione, fantascienza 
Sottogenere: Animazione per adulti 
Influenze: Surrealismo, Movimento Panico, 
    Hieronymus Bosch, De Chirico 
Tematiche: Antispecismo, animalismo, razzismo  
Regia: René Laloux
Soggetto: Stefan Wul,
    dal romanzo Homo Domesticus (Oms en série, 1957)
Sceneggiatura: Roland Topor, René Laloux 
Produttori: Simon Damiani, Anatole Dauman, 
    Andre Valio-Cavaglione, Vaclav Strnad, 
    Roger Corman  
Compagnie di produzione: Les Films Armorial, 
    Service de la recherche ORTF, Studio Jiři Trnka 
Distribuzione: Argos Films (Francia), 
   Československý Filmexport (Cecoslovacchia) 
Fotografia: Boris Baromykin, Lubomir Rejthar
Montaggio: Hélène Arnal, Marta Látalová
Musiche: Alain Goraguer, Claude Pascal
Scenografia: Roland Topor 
Capi animatori: 
   Jindřich Bárta
   Zdena Bártová
   Bohumil Šedja
   Zdeněk Sob
   Karel Štrebl
   Jiři Vokoun
Assistenti animatori: 
   Jindřiška Beberová
   Naděžda Dvořáková
   Helena Horálková
   Zuzana Jupová
   Eva Kretzerová
   Kateřina Nováková
   Alena Wellnerová
Date di uscita: 
    Francia: 11 maggio 1973 (Festival di Cannes)  
    Italia: 8 luglio 1973 (Trieste Sci-fi Film Festival) 
    Stati Uniti: 1 dicembre 1973 
    Francia: 6 dicembre 1973 
    Cecoslovacchia: 21 dicembre 1973
Titoli in altre lingue: 
   Inglese: Fantastic Planet 
   Ceco: Divoká planeta 
   Tedesco: Der wilde Planet 
   Polacco: Dzika planeta 
   Spagnolo: El planeta selvaje 
   Portoghese: Planeta selvagem 
   Ungherese: A vad bolygó 
   Russo: Дикая планета 
   Croato: Divlji planet 
   Rumeno: Planeta sălbatică 
   Estone: Metsik planeet 
   Finnico: Levoton planeetta 
Doppiatori originali:
    Jennifer Drake: Tiwa
    Eric Baugin: Giovane Terr
    Jean Topart: Maestro Sinh (Simon) 
    Jean Valmont: Terr adulto (narratore)
    Yves Barsacq: Om 
    Gérard Hernandez: Maestro Taj
    Mark Lesser: Draag #1
    Denis Boileau: Draag #2 
Voci addizionali (francese):
    Sylvie Lenoir 
    Max Amyl 
    Denis Boileau 
    Michèle Chahan  
    Hubert de Lapparent 
    Claude Joseph 
    Philippe Ogouz 
    Jacques Ruisseau 
    Madeleine Clervannes 
    William Coryn 
    Poupy de Monneron 
    Christian de Tillière 
    Christian Echelard 
    Jeanine Forney 
    Pascal Kominakis 
    Andre Lambert 
    Serge Netter 
    Yvette Robin 
    André Rouyer 
    Irina Tarason 
    Julien Thomas 
    Gilbert Vilhon 
    Paul Villé 
Doppiatori (in inglese): 
    Cynthia Adler: Tiwa 
    Mark Gruner: Giovane Terr 
    Hal Smith: Maestro Sinh (Simon) 
    Barry Bostwick: Terr adulto (narratore)
    Hal Smith: Om 
    Olan Soule: Maestro Taj 
    Janet Waldo: Bambino Draag 
Voci addizionali (inglese): 
    Nora Heflin 
    Marvin Miller 
    Monika Ramirez 
Premi e riconoscimenti: 
    Premio speciale al Festival di Cannes, 1973
 
Trama: 
In un lontanissimo futuro, i Draag, immensi umanoidi blu, hanno sradicato dalla Terra gli esseri umani, da loro chiamati Om, deportandoli sul pianeta Ygam. I Draag, che conducono su Ygam una vita tecnologicamente avanzata e spirituale, considerano gli Om animali. Alcuni Om sono tenuti come animali domestici, mentre i restanti conducono un'esistenza selvatica: per impedirne la proliferazione eccessiva, i Draag conducono periodicamente operazioni di disinfestazione denominate "deumanizzazioni" o "purghe". La vita dei Draag è molto lunga rispetto a quella degli Om, ma il loro tasso di riproduzione è molto minore. 
Quando una madre Om viene torturata a morte da tre bambini Draag, per puro sadismo bullesco, il suo piccolo orfano viene trovato dal Maestro Sinh, un importante notabile, e da sua figlia Tiwa. Questa tiene l'Om come animale domestico e lo chiama Terr. Tiwa si affeziona a Terr e fa attenzione a non fargli male, ma, in conformità con le istruzioni dei suoi genitori, gli mette un collare con cui può trascinarlo in qualsiasi direzione. Quando la giovane si reca alle sessioni in cui riceve la sua istruzione tramite un casco che trasmette conoscenza alla sua mente, porta con sé Terr. Un difetto nel collare dell'Om permette anche a lui di ricevere la conoscenza. Una volta raggiunta l'adolescenza, Tiwa inizia a praticare la meditazione Draag, che permette alla specie di viaggiare con la mente. Così perde un po' di interesse per Terr, che nel frattempo è diventato un giovane uomo e ha acquisito molta conoscenza Draag. A un certo punto l'Om fugge nella natura selvaggia, rubando il casco di Tiwa. 
In un parco abbandonato pieno di strane creature, Terr incontra una femmina Om selvaggia che gli taglia il collare e lo presenta alla sua tribù. Terr mostra a questi Om come usare il casco per acquisire la conoscenza e l'alfabetizzazione Draag, dopo aver vinto in un duello il diritto di farlo. La capacità di lettura che acquisita permette ai membri della tribù di leggere un annuncio Draag che annuncia che il parco sarà sottoposto a "deumanizzazione" e quando l'intervento avrà luogo. Alcuni vengono massacrati dalla tecnologia Draag mentre altri fuggono, unendosi alle forze di una tribù vicina. Vengono attaccati da due passanti Draag e riescono a ucciderne uno prima di fuggire in un deposito di razzi abbandonato. L'indignazione dei notabili Draag per l'accaduto è immensa.
I fuggiaschi vivono per anni nel deposito di razzi, raggiunti da molti altri Om. Grazie alle conoscenze acquisite dal casco di Terr, riescono a replicare la tecnologia Draag, inclusi due razzi; sperano di lasciare Ygam per migrare sulla sua luna, il Pianeta Fantastico, e vivere lì al sicuro dalle persecuzioni. A un certo punto un intervento di "deumanizzazione" su larga scala colpisce il deposito e molti Om vengono massacrati. Un gruppo guidato da Terr riesce ad usare i razzi per fuggire sul Pianeta Fantastico, dove vengono scoperte statue colossali e acefale che i Draag raggiungono in spirito durante la meditazione, usandole per incontrare esseri provenienti da altre galassie in uno strano rituale di accoppiamento, indispensabile per preservare la loro specie. Così gli Om distruggono alcune delle gigantesche statue senza testa, che sono fragilissime, molli come bruchi - minacciando in questo modo l'esistenza stessa dei Draag. In risposta all'attacco esiziale, il genocidio degli Om su Ygam viene fermato all'istante. Vista la crisi inaudita, i Draag sono costretti a negoziare la pace. Gli Om accettano di lasciare il Pianeta Fantastico ai Draag per le loro meditazioni e, in cambio, un satellite artificiale viene messo in orbita attorno a Ygam e dato loro come nuova casa. Il finale è idilliaco: la pace raggiunta porta a un'èra di  prosperità e di coesistenza pacifica tra le due specie, che ora traggono vantaggio reciproco, l'una dal modo di pensare dell'altra.
 
 
Recensione: 
Questo film è un susseguirsi di sequenze allucinogene, il cui Demiurgo indiscusso è il genio di Roland Topor, che qualcuno giustamente ha paragonato a un drago. Istante dopo istante, i fotogrammi introducono nel nostro mondo colori mai visti, forme inconcepibili. È come se l'Artefice di tutto questo provenisse da un Universo diverso da quello in cui viviamo e avesse la capacità di plasmare i suoi ricordi, le sue emozioni, producendo paesaggi inquietanti, spaventosi. 
Laloux e Topor affrontano temi complessi e spinosi, come il posto dell'Uomo nell'Universo e il suo rapporto con la Natura, approfondendo questioni del tipo: cosa accadrebbe se coloro che si ritengono il metro e la misura di ogni cosa esistente si ritrovassero ridotti al rango di insetti? Forse proprio questo spiega come mai Il Pianeta Selvaggio, già pronto per essere distribuito nel lontano 1963, ha dovuto aspettare altri dieci anni prima di farsi conoscere dal mondo. Un caso del tutto anomalo, che finora non è stato mai analizzato in modo soddisfacente. Non si trova una sola pagina Web che renda conto di questo fatto in modo soddisfacente, chiaro, comprensibile. Perché una pellicola dovrebbe aspettare così tanto tempo prima di essere distribuita? Forse i suoi stessi autori la consideravano troppo avanti coi tempi, troppo sconvolgente. Temevano le reazioni di una società ancora impreparata a comprendere un messaggio tanto dirompente. 
Quando il film fu presentato nel 1973, ci furono critici altamente politicizzati e farneticanti che videro nella trama una metafora della Primavera di Praga. Questa tesi fu smentita in modo secco da Stefan Wul, che aveva pubblicato il romanzo Oms en série nel 1957, undici anni prima del "Socialismo dal volto umano" di Alexander Dubček e della conseguente invasione sovietica in Cecoslovacchia, avvenuta nell'agosto 1968. Il Pianeta Selvaggio era proprio l'adattamento di Oms en série. L'anacronismo avrebbe dovuto saltare agli occhi di chiunque! Quando le febbri politiche divorano persone che si atteggiano a "intellettuali", non esiste speranza alcuna di trovare riparo dalle loro stronzate! Per loro tutto diventa "metafora", anche l'atto di pulirsi il deretano dopo una violenta scarica di diarrea caustica! 


Un futuro lontanissimo o un passato remoto? 

Quando si guarda un film di fantascienza, non importa se di animazione o meno, si è portati a credere che gli eventi narrati si svolgano per necessità nel futuro. Tuttavia questo non è affatto garantito. Potrebbe anche trattarsi di una pellicola che esplora le origini remote del genere umano, immaginando che sia provenuto da altri mondi, per essere poi trapiantato sulla Terra - con conseguente perdita di ogni memoria nel corso dei millenni. In questo caso, l'azione si svolgerà giocoforza nel passato. Qualcuno dirà che in fondo non ne sappiamo poi molto degli eventi che hanno portato alla formazione e alla diffusione della nostra specie. Si ipotizzano tante cose, ma ora della fine non si è in grado di fornire certezze su nulla. Quindi possiamo benissimo pensare che i Draag abbiano raccolto gli Om dalla nostra Terra, e che questi umani fossero proprio i lontanissimi discendenti della Francia - ma è anche possibile che le interazioni tra i Draag e gli Om siano proprio gli antefatti del remoto popolamento della Terra, milioni di anni fa, e del sorgere di Homo sapiens. Certo, nessun biologo, nessun paleontologo sarebbe contento di sentire queste cose, così sono costretto a ricordare che si tratta di finzione. Indagare in modo approfondito i dettagli e le origini di una finzione, proprio come se fosse reale, è forse uno dei miei più gravi difetti, ma non posso farci nulla. Tutto è molto confuso: la questione dell'ambientazione passata o futura del film di Laloux non può dirsi risolta. Non ho ancora letto il romanzo di Stefan Wul, che potrebbe apportare qualche informazione utile, essendo la fonte ultima della pellicola in analisi. Comunque sia non spero molto in chiarimenti: sembra infatti, dal materiale reperito nel Web, che l'animazione sia un adattamento abbastanza fedele al testo da cui è stato tratto. 


Possibile ispirazione darwinista 

Il principio fondante della narrazione è questo: le civiltà necessitano di avversità per conservare le proprie forze vitali, avendo la possibilità di sopravvivere e di espandersi unicamente attraverso lo stimolo e l'emulazione forniti dal confronto con altre civiltà o da un ambiente ostile. Che la narrazione sia ambientata nel futuro o nel passato, non ci sono dubbi sul fatto che gli Oms sono i barbari discendenti di una civiltà altamente avanzata, che è poi entrata in un'inesorabile fase di decadenza. Invece la civiltà dei Draag, dopo aver eliminato tutti i potenziali pericoli della vita sul loro pianeta Ygam, si è sclerotizzata e solo la rivolta degli Oms riesce ad evitare la sua fine. Secondo Laurent Genefort (1996), la chiave di lettura sarebbe politica: tutto farebbe pensare all'emulazione ideologica e tecnologica indotta dalla contrapposizione politica tra il blocco orientale e quello occidentale durante la Guerra Fredda, periodo a cui risale il romanzo di Stefan Wul. 


Etimologie 
 
1) Queste sono alcune etimologie esterne, che spiegano l'ispirazione e l'origine dei nomi creati da Stefan Wul e ripresi da Laloux-Topor:
 
Om 
Chiaramente il nome dei piccoli esseri umani, Om, è stato tratto dall'autore dal francese homme "uomo". 
 
Draag  
Chiaramente il nome dei grandi umanoidi azzurri, Draag, è stato tratto dall'autore dal francese dragon "drago".  

Terr 
Chiaramente il nome dell'umano preso come animale domestico, Terr, è stato tratto dall'autore dal francese terre "terra". 

Nel romanzo di Stefan Wul si trovano i nomi di altri Om, che confermano la tesi della loro origine francese. Sono i seguenti: 

Brave "Coraggioso" 
Charbon "Carbone" 
Sav "Sapiente" (abbreviazione di Savant)
Vaillant "Valoroso" 
la Vieille "la Vecchia" 

Va detto che l'autore potrebbe aver pensato a questi antroponimi come a traduzioni da un originale sconosciuto. 

2) Queste sono alcune etimologie interne, che postulano l'origine della lingua dei Draag dal protoindoeuropeo secondo una propria trafila, diversa da quella delle lingue indoeuropee a noi conosciute (in modo non dissimile da quanto visto per gli Ingegneri in due film di Ridley Scott, Prometheus e Alien: Covenant): 

Om 
Il nome degli esseri umani, Om, è derivato da una forma protoindoeuropea *(s)up-no- "sotto", "infimo", con riferimento alla condizione di Homo sapiens in relazione con la specie dominante dei Draag. Un esito di una protoforma simile è il latino supīnus "rovesciato, rivolto verso l'alto". 

Terr 
Il nome dell'umano preso come animale domestico, Terr, è derivato dal protoindoeuropeo *ter- "tenero", "molle", "fragile". Deve essergli stato da Tiwa perché le ispirava compassione. Corrisponde al latino tener "soffice, delicato, tenero".

Tiwa 
Il nome di una giovane Draag, Tiwa, è derivato dal protoindoeuropeo *deywā- "dea". Un nome di buon augurio. Corrisponde al latino dea, dīva.

Sinh 
Il nome del notabile Draag, Sinh, è derivato dal protoindoeuropeo *sen- "vecchio", "antico". Si riporta il fatto, a dir poco singolare, che nella versione italiana dell'animazione, il nome Sinh è mutato in più familiare Simon. Corrisponde al latino senex "vecchio".

Draag
Il nome della stirpe dei giganti azzurri, Draag, è derivato dal protoindoeuropeo *h2nēr, *h2ṇr- "uomo" ("essere senziente"), "forza". Il gruppo *nr- si è trasformato in dr-. La terminazione -aag deve essere un antico suffisso collettivo, che corrisponde al latino -āgo, -īgo

Ygam 
Il nome del pianeta dei Draag, Ygam, è derivato dal protoindoeuropeo *g'hdhom- "terra, suolo". Si presuppone che un popolo chiamerebbe il proprio mondo a partire dalla parola "terra, suolo". Corrisponde al latino humus "suolo". 

Nel romanzo di Stefan Wul troviamo altri interessantissimi nomi di Draag: 

Faoz (proprietario della madre di Terr)
Praw (padre di Tiwa)
Xeb Liar (spia e servitore del Maestro Sinh) 

Il nome Faoz significa "Salvo" ed è derivato dal protoindoeuropeo *bhewg- "fuggire", "liberarsi"; "godere (di un beneficio)". Corrisponde al latino fūgiō "io fuggo" e al medio persiano bōz-"liberare", "salvare". 
Il nome Praw significa "Perverso" ed è derivato dal protoindoeuropeo *prāwo-*preh2wo- "curvo", "inclinato" (da cui il latino prāvus). Cfr. Pokorny.   
Lasciamo fermentare un po' Xeb Liar: forse tra qualche tempo mi verrà in mente un'idea convincente. Per quanto riguarda l'ispirazione, l'autore avrà preso Liar dall'inglese, volendo significare "mentitore". 
Spero che questi esercizi filologici abbiano apportato diletto agli eventuali lettori. 


Errori vari  

Secondo Terr, una settimana nella vita di un Draag durerebbe quanto un anno per gli Om. Tuttavia dice anche che la sua proprietaria Tiwa, che lo ha cresciuto fin dall'infanzia, ha perso interesse per lui "quando ha raggiunto l'adolescenza". A quel punto Terr avrebbe quasi certamente raggiunto la mezza età, come minimo, eppure sembra avere ancora non più di vent'anni. 

Il doppiaggio inglese è inconsistente con l'originale sul fatto che i Draag credano o meno che gli umani abbiano avuto una società organizzata. Nella versione originale francese, il consiglio dei Draag discute dell'esistenza di prove che gli umani della Terra potrebbero aver avuto un'intelligenza e una cultura proprie, ma continuano a ritenere che queste prove non siano conclusive. La versione inglese, tuttavia, inserisce la frase they "may have destroyed their entire civilization" ("potrebbero aver distrutto la loro intera civiltà"), facendo sembrare che i Draag fossero consapevoli del fatto che gli umani, a un certo punto, fossero civilizzati. Un cambiamento di prospettiva di non poco conto, che dovrebbe far riflettere sulla scarsa coerenza della sostanza di cui è fatta la Settima Arte. Va detto che questo film ha ottenuto poco successo negli Stati Uniti.  


La colonna sonora  

La colonna sonora del film, composta da Alain Goraguer, è stata così recensita François Couture su AllMusic

"Il tema principale ricorda molto "Atom Heart Mother Suite" dei Pink Floyd (stesso tempo di metà brano, mellotron, clavicembalo e chitarra wah-wah), mentre gli altri due sono una ballata e un valzer circense. La musica è fortemente cliché anni '70 e piacerà agli appassionati di colonne sonore francesi e italiane degli anni '70. Sebbene ripetitivo, l'album stesso crea un'interessante atmosfera fantascientifica fluttuante, indotta dalla marijuana, che fonde psichedelia, jazz e funk... [È] stato campionato da alcuni artisti hip-hop."

Ecco le tracce:

1. Déshominisation (II) - 0:57
2. Déshominisation (I) - 3:50
3. Générique - 0:44
4. Le Bracelet - 1:27
5. Terr et Tiwa - 1:46
6. Maquillage de Tiwa - 1:17
7. Course de Terr - 0:53
8. Terr et Médor - 1:47
9. Terr et Tiwa Dorment - 0:49
10. Terr Est Assomé - 0:46
11. Abite - 0:53
12. Conseil des Draags - 0:56
13. Les Hommes – La Grande Co-Existence - 1:15
14. La Femme - 2:12
15. Mira et Terr - 0:44
16. Mort de Draag - 0:51
17. L’Oiseau - 2:28
18. La Cité des Hommes Libres - 0:49
19. Attaque des Robots - 2:05
20. La Longue Marche – Valse des Statues - 2:15
21. Les Fusées - 2:20
22. Générique - 2:06
23. Strip Tease - 2:24
24. Méditation des Enfants - 1:33
25. La Vieille Meurt - 0:49 


Roland Topor 

Roland Topor (Parigi, 1938 - Parigi, 1997) è stato un disegnatore, pittore, illustratore, scrittore, poeta, drammaturgo, sceneggiatore, attore e scenografo francese, di origine ebraico-polacca, ossia ashkenazita. L'arte gli scorreva nel sangue: suo padre, Abram Topor, era pittore e scultore. Nel 1962 fondò assieme a Fernando Arrabal e ad Alejandro Jodorowsky il Movimento neo-surrealista Panico. Come attore lo ricordiamo nel ruolo di Renfield in Nosferatu, il principe della notte (Werner Herzog, 1979). Ha collaborato con René Laloux, oltre che nel presente film, in due cortometraggi: Les Temps morts (1964) e Les Escargots (1965). Si fa molta fatica a descrivere in dettaglio tutta l'incredibile opera di questo artista, tanto è vasta e ispirata. Tra i suoi contributi al genere umano, si ricorda il romanzo Le Locataire chimérique (1964), che poi è stato adattato da Roman Polański in un grande capolavoro: L'inquilino del terzo piano (1976). Curiosità: il cognome Topor significa "Ascia". 


Stefan Wul 

Stefan Wul è lo pseudonimo di Pierre Pairault (Parigi, 1922 - Évreux, 2003), scrittore francese di fantascienza. Nel corso della sua carriera di scrittore ha utilizzato anche un altro nom de plume: Lionel Hudson. Esercitava la professione di chirurgo dentale, che abbandonò nel 1952 per trasferirsi ad Évreux (Normandia), dedicandosi a tempo pieno alla scrittura, sua vera passione. Finora non ho letto nulla di questo autore, spero di poter rimediare alla mancanza nel prossimo futuro. Questo è l'elenco delle sue opere: 

1) Retour à zéro (1956) 
2) Niourk (1957) 
3) Rayons pour Sidar (1957)  
4) La Peur géante (1957) * 
5) Oms en série (1957) ** 
6) Le Temple du passé (1957)  
7) L'Orphelin de Perdide (1958)  
8) La Mort vivante (1958)  
9) Piège sur Zarkass (1958)  
10) Terminus 1 (1959)  
11) Odyssée sous contrôle (1959)  
12) Noô (1977)  

* In italiano: La grande paura 
** In italiano: Homo Domesticus