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martedì 28 febbraio 2023


WHATEVER THAT HURTS 

Gruppo: Tiamat 
Album: Wildhoney 
Anno: 1994 
Paese: Svezia  
Lingua: Inglese 
Genere: Gothic Metal, Death Metal 
Formato: CD 
Etichetta: Century Media 
Formazione: 
  Johan Edlund - voce, chitarra
  Johnny Hagel - basso
  Lars Sköld - batteria
  Magnus Sahlgren - chitarra solista
  Waldemar Sorychta - tastiere
  Birgit Zacher - voce addizionale 
Etimologia del nome del gruppo: da Tiāmat, nome accadico della Dea degli Abissi, Madre del Cosmo (cfr. ebraico Tehōm "Abisso")
Link: 


Testo in inglese: 

Whatever that hurts

Decoction of Jimsonweed
Slimy trailing plants distil
Claustrophobia and blood mixed seed
Cursed downstairs against my will
Cobweb sticks to molten years
Cockroaches served with cream
I wipe the silver bullet tears
And with every tear a dream
With every tear a dream..
Honey tea, psilocybe larvae
Honeymoon, silver spoon
Psilocybe tea
Energy trickles with the tide
Masterminds and the suicide squad
Drink acid water by my side
Stake the saviour of their daily fraud
Overfilled toothpaste tubes
Sleepless and timeless faces
Drippety drop on sugarcubes
The one eyed's eye twinkles and gazes
Twinkles and gazes...
Honey tea, psilocybe larvae
Honeymoon, silver spoon
Psilocybe tea 

Traduzione: 

Qualsiasi cosa dia fastidio 

Decozione di stramonio 
Piante rampicanti viscide distillano
Semi di claustrofobia mista a sangue 
Maledetto piano inferiore 
Contro la mia volontà 
La ragnatela si attacca 
Agli anni fusi 
Scarafaggi serviti con panna 
Asciugo le lacrime del proiettile d'argento 
E con ogni lacrima un sogno... 
Tè al miele, larve di psilocybe  
Luna di miele, cucchiaio d'argento 
Tè alla psilocybe 
L'energia scorre con la marea
I cervelloni e la squadra suicida
Bevono acqua acida al mio fianco
Perfora col palo il salvatore della loro frode quotidiana 
Tubetti di dentifricio stracolmi
Volti insonni e senza tempo
Goccia gocciolante su zollette di zucchero
L'occhio del guercio brilla e guarda... 
Tè al miele, larve di psilocybe
Luna di miele, cucchiaio d'argento
Tè alla psilocybe 

Recensione: 
Il brano è semplicemente esaltante. Il video è uno spettacolare viaggio allucinatorio in un Inferno psichedelico. I colori sono abbacinanti, quasi esplosivi. Si scorgono forme transeunti, vorticose, in cui volti oscuri si ridefiniscono istante dopo istante, sfaldandosi, frammentandosi, ricomponendosi. Un pupazzo si contorce, il suo capo è fatto con una sigaretta mezza combusta. Si contorce, danzando come gli spettri di stelle morenti sul margine di un Orizzonte degli Eventi che annienta l'Essere! Un Buco Nero ontologico! Un burattinaio agita le dita di legno rossiccio, cercando di stringere un pupazzo che è una specie di mosca plasmata da un Demiurgo folle! Intanto dall'alto colano fiotti di un miele allucinogeno, tossico, che uccide i viventi. 

San Isidro o la carne degli Dei 

La Psilocybe cubensis (Earle) Singer, 1948 è un fungo basidiomicete della famiglia delle Strophariaceae. Ha poteri psichedelici, contenendo il principio attivo detto psilocibina. Questo fungo, noto anche con il sinonimo scientifico di Stropharia cubensis, in Messico è denominato San Isidro, che in spagnolo significa "San Isidoro". Gli Aztechi ne facevano largo uso e lo chiamavano teōnacatl, ossia "carne degli Dei" (più precisamente "fungo degli Dei", da teōtl "divinità" e nanacatl "fungo", alla lettera "quasi-carne", forma reduplicata di nacatl "carne"). Francamente non so se sia infestato da larve o se queste si siano prodotte nella mente frenetica del cantante dei Tiamat. Nemmeno so se con questo fungo ci facciano del tè, se lo mettano in infusione. Molti anni fa mi capitò di conoscere in chat un pazzoide che ci faceva delle fritture. Poi parlava di Rettiliani e delle opere di Carlos Castaneda.

venerdì 24 febbraio 2023


GESANG DER JÜNGLINGE 

Gruppo: Forseti 
Album: Jenzig 
Anno: 1999 
Paese: Germania 
Land: Turingia 
Città: Jena 
Lingua: Tedesco 
Genere: Neofolk, Dark Folk  
Formato: CD
Etichetta (1999): Eis und Licht - rex regum 999 
Etichetta (2002): Goeart, Grunwald 
Formazione: Andreas Ritter (one man band) 
Autore del testo: Johann Ludwig Uhland (1787 - 1862)
Etimologia del nome della band: dal nome della divinità scandinava Forseti, che significa "Colui che Presiede".
Link: 


Testo in tedesco: 

Gesang der Jünglinge 

Heilig ist die Jugendzeit! 
  Treten wir in Tempelhallen
Wo in düst'rer Einsamkeit 
  dumpf die Tritte wiederschallen!
Edler Geist des Ernstes soll
  sich in Jünglingsseelen lenken,
Jede still und andachtsvoll
  ihrer heil'gen Kraft gedenken.

Gehen wir in's Gefild hervor,
  das sich stolz dem Himmel zeiget, 
Der so feierlich empor
  überm Erdenfrühling steiget!
Eine Welt voll Fruchtbarkeit
  wird aus dieser Blüte brechen.
Heilig ist die Frühlingszeit,
  soll an Jünglingsseelen sprechen!

Fasset die Pokale nur!
  Seht ihr nicht so purpurn blinken
Blut der üppigen Natur?
  Laßt uns frohen Mutes trinken!
Daß sich eine Feuerkraft
  seelig in der anderen fühle.
Heilig ist der Rebensaft,
  ist des Jugendschwungs Gespiele!

Seht das holde Mädchen hier!
  Sie entfaltet sich im Spiele;
Eine Welt erblüht in ihr
  zarter himmlischer Gefühle.
Sie gedeiht im Sonnenschein,
  unsre Kraft in Sturm und Regen.
Heilig soll das Mädchen sein,
  denn wir reifen uns entgegen!

Darum geht in Tempel ein,
  edlen Ernst in euch zu saugen!
Stärkt an Frühling euch und Wein,
  Sonnet euch an schönen Augen!
Jugend, Frühling, Festpokal,
  Mädchen in der holden Blüte,
Heilig sein'n sie allzumal
  unsrem ernsteren Gemüte!

Traduzione: 

Canto dei giovani 

La giovinezza è sacra! 
Entriamo nelle sale del tempio 
Dove nella cupa solitudine 
I passi risuonano sordi!
Il nobile spirito di gravità dovrebbe
essere diretto alle anime dei giovani.
Ognuno, in silenzio e riverenza, 
Ricorda il loro santo potere

Usciamo nel campo,
Che si mostra fiero al cielo,
Così solenne lassù 
si erge sopra la primavera della terra!
Un mondo pieno di fertilità
scoppierà da questo fiore.
Sacra è la primavera,
Dovrebbe parlare alle anime dei giovani!

Afferrate le coppe!
Non vedete lampeggiare il viola,
sangue della Natura rigogliosa?
Beviamo con cuore gioioso!
Così che una potenza di fuoco
si senta beata nell'altra. 
Sacro è il succo d'uva,
è il compagno di giochi dello slancio giovanile!

Guardate qui che bella ragazza!
Si sviluppa nel gioco;
Un mondo fa sbocciare dentro di lei
più teneri sentimenti celesti.
Lei prospera al sole,
la nostra forza nella tempesta e nella pioggia.
La ragazza deve essere santa,
perché stiamo maturando incontrandoci!

Entrate dunque nel tempio,
per assorbire in voi una nobile gravità;
Rinvigoritevi con la primavera e con il vino,
crogiolatevi in ​​occhi bellissimi!
Giovani, primavera, coppa della festa,
ragazze in splendida fioritura, 
lasciate che siano sante tutte insieme  
per i nostri sentimenti più seri! 

Glossario tedesco-italiano:

allzumal "tutti insieme" 
andachtsvoll "pieno di riverenza" 
aus dieser Blüte "da questo fiore" 
    aus "da" 
    dieser "questo" (dativo singolare femminile)
    Blüte "fiore" (plurale Blüten); è sinonimo del più
    comune Blume "fiore" (plurale Blumen
blinken "lampeggiare"
Blut "sangue" 
darum "quindi"; "intorno a ciò" 
daß "che" (ortografia arcaica; oggi si scrive dass)
denn "quindi", "perché", "dunque"
der üppigen Natur "della Natura rigogliosa" 
    üppig "rigoglioso", "abbondante", "opulento" 
dumpf "ottuso"; "sordo" (detto di suono)  
edlen Ernst "nobile gravità" (il testo originale ha 
    edeln Ernst
edler Geist "nobile spirito" 
   edler Geist des Ernstes "nobile spirito di gravità" 
eine Welt "un mondo" 
Einsamkeit "solitudine" 
    in düst'rer Einsamkeit "in cupa solitudine"
empor "su", "in alto" (termine arcaico) 
entgegen "contro" (avverbio); "verso" (preposizione)
erblüht "fiorisce" 
fasset "afferrate", "prendete" (imperativo) 
feierlich "solenne" 
Feuerkraft "potenza di fuoco" 
frohen Mutes "con umore gioioso" (il testo originale ha 
     invece hohen Muthes, alla lettera "con umore alto"; 
     si noti l'ortografia arcaica Muthes
Fruchtbarkeit "fertilità" 
    (deriva da fruchtbar "fertile")
Frühling "primavera" 
    Erdenfrühling "primavera della Terra"
    Frühlingszeit "tempo di primavera" 
fühle "senta" 
    in der anderen fühle "nell'altra senta"
gedenken "ricordare", "commemorare"
gehen wir "andiamo" (imperativo)
geht "andate" (imperativo)
Gespiele "compagno di giochi" (deriva da Spiel "gioco") 
heilig "santo", "sacro" 
hervor "innanzi", "davanti" 
hier "qui" 
im Sonnenschein "nello splendore del sole"
in der holden Blüte "in splendida fioritura" 
    hold "attraente", "splendido" (parola arcaica)
    Blüte "fiore"  
in's Gefild "nel campo" 
    Gefilde "campo", "pianura" (deriva da Feld "campo") 
in ihr "in lei"
in Sturm und Regen "nella tempesta e nella pioggia" 
in Tempelhallen "nelle sale del tempio" 
lenken "essere diretto" (il testo originale ha invece
     senken "penetrare") 
nur "soltanto" 
Jugend "gioventù" 
Jugendschwungs "dello slancio giovanile"
Jugendzeit "gioventù" (lett. "tempo della gioventù") 
Jünglinge "giovani", "fanciulli" 
     (plurale di Jüngling "giovane", "fanciullo"; è ormai 
     un termine letterario) 
     in Jünglingseelen "nelle anime dei giovani"
laßt "lasciate", "fate" (imperativo, ortografia arcaica; 
    oggi si scrive lasst)
Mädchen "ragazza", "ragazze" 
     das holde Mädchen "la ragazza graziosa" 
     (con buona pace delle Erinni radical-femministe,
    in tedesco la parola per "ragazza" è inclusivissima:
    è di genere neutro)
Pokale "coppe", "tazze" (plurale di Pokal "coppa",
     "tazza"; è un prestito dall'italiano boccale
    Festpokal "coppa della festa" 
purpurn "viola", "violaceo"
Rebensaft "succo d'uva" (è il vino) 
reifen "maturiamo" 
saugen "assorbire" 
seelig "felice", "beato" (ortografia arcaica;
    oggi si scrive selig)
seht "vedete" (imperativo)
sein "essere" (il testo originale ha l'ortografia arcaica
    seyn
sie entfaltet sich "essa si sviluppa" 
sie gedeiht "essa prospera" 
    gedeihen "prosperare 
so "così"
soll "dovrebbe" 
sonnet euch "crogiolatevi" 
    sonnen "stare al sole", "mettere al sole" 
sprechen "parlare"
stärkt euch "rinvigoritevi"
    stärken "rinvigorire", "rafforzare" 
steiget "si erge" 
still "tranquillo", "quieto", "silenzioso" 
stolz "fiero" 
    sich stolz dem Himmel zeiget "si mostra fiero
    al cielo"
Tempel "tempio" 
   in Tempel ein "nel tempio" (ein indica moto a luogo,
   non è l'omonimo articolo indeterminativo)
treten wir "entriamo" (imperativo) 
   treten "entrare", "fare un passo" 
trinken "bere" 
Tritte "passi" (plurale di Tritt "passo", dalla radice
   di treten "fare un passo") 
und "e" 
unsre Kraft "la nostra forza" 
unsrem ernsteren Gemüte "per il nostro sentimento
   più serio" 
   ernst "serio", "grave", comparativo ernster 
   Gemüte è il dativo singolare di Gemüt "sentimento";
   forme simili sono oggi considerate arcaiche. 
überm = über dem "sopra il" (il testo originale ha
   l'ortografia arcaica ueber'm)
Wein "vino" 
wiederschallen "risuonano" 
wird brechen "eromperà" 
wo "dove"
zarter himmlischer Gefühle "più teneri sentimenti
   celesti" 
   zart "tenero", comparativo zarter 
   himmlisch "celeste", comparativo himmlischer
   Gefühle "sentimenti" (plurale di Gefühl "sentimento")

L'autore del testo

Johann Ludwig Uhland, nato a Tubinga nel 1787 e morto nella stessa città nel 1862, è considerato uno dei maggiori esponenti della Scuola Sveva, caratterizzata da un profondo anelito per la Libertà. Il suo impegno politico liberale lo portò nel 1848 a ricoprire l'incarico di deputato al Parlamento di Francoforte; restò fedele per tutta la vita ai suoi princìpi. La maggior parte della sua produzione poetica risale all'epoca delle guerre di liberazione contro Napoleone: era un fierissimo anti-bonapartista. È inoltre l'autore del testo della marcia funebre Ich hatt' einen Kameraden ("Avevo un camerata"), musicata da Friedrich Silcher e usata ancor oggi dalle Forze Armate Tedesche. 
Uhland deve essere annoverato tra i fondatori della filologia germanica e della filologia romanza. Oltre al trattato Ueber das altfranzösische Epos ("A proposito dell'antica epopea francese", 1812) e al saggio Zur Geschichte der Freischiessen ("Sulla storia dei Freischiessen", 1828), sono da menzionare in particolare Walther von der Vogelweide: Ein altdeutscher Dichter ("Walther von der Vogelweide: un poeta antico tedesco", 1822); Der Mythus von Thôr nach nordischen Quellen ("Il mito di Thor nelle fonti nordiche", 1836), frutto della più scrupolosa e originale indagine; la magistrale collezione Alte hoch- und niederdeutsche Volkslieder ("Cantori popolari alto- e basso-tedeschi", 1844–45; III ed. 1892).

Forseti e il Presidente 

Il teonimo Forseti, che indicava un dio giudice e conciliatore, corrisponde molto bene al latino praeses "preside", "capo", "governatore" (genitivo praesidis) e praesidēns "preside", "governatore" (genitivo praesidentis). 

norreno for- "davanti" : latino prae- "davanti"
norreno seta "atto di sedere" : latino sedeō "mi siedo" 

latino praesideō "mi siedo davanti", "proteggo", "governo" => italiano presiedere  

Un caso simile illustra la comune origine indoeuropea del latino e delle lingue germaniche.  

Recensione: 
Uno splendido componimento è stato musicato in modo eccellente. Queste sono le opere che danno lustro all'ingegno umano! Ascoltando senza sosta le note della canzone, mi sento giovane e forte, immerso in un mondo di giovani ebbri e gioiosi, che celebrano libagioni a Wotan! 
I Forseti erano un'ottima band, che si è distinta nel promuovere i migliori testi poetici della Tradizione Tedesca, un universo culturale che purtroppo in Italia permane quasi del tutto sconosciuto alla massima parte della popolazione. Basti menzionare il fatto che non sono riuscito a trovare una sola versione in italiano della poesia di Uhland. Ho dovuto procedere io stesso alla traduzione, facendo del mio meglio per renderla chiara e comprensibile a chiunque. Lo storico ed esecrabile pregiudizio italiano è sempre lo stesso: tutto ciò che viene dalla Germania è accusato di avere la sua natura e il suo fondamento in Hitler e nel Nazionalsocialismo. Così accade che questo stigma assurdo colpisca anche autori dell'epoca del Romanticismo e dello Sturm und Drang. Retroattivamente, gettando addosso colpe. Non spenderò mai abbastanza parole per contrastare un simile accanimento, che può essere nato soltanto dall'immane Idra dell'Ignoranza! 

Purtroppo i Forseti hanno cessato da tempo ogni attività. Ho letto qualcosa che mi ha commosso profondamente. Nel 2005, il giovane Andreas Ritter è stato colpito da un ictus devastante e da un arresto cardiaco, così non ha più potuto portare avanti il suo progetto. Molti gruppi del mondo Neofolk lo hanno sostenuto, collaborando la compilation Forseti lebt ("Forseti vive") nell'agosto del 2006, il cui ricavato è stato utilizzato per le necessarie cure. Ho reperito nel Web un video in cui Andreas, pur duramente provato dalla sorte avversa, riesce a suonare l'armonica. Non ho potuto trovare notizie più recenti. Ogni volta che penso all'accaduto, ne ho una grave sofferenza. 

Ve lo ricordate Myspace? Ebbene, sono riuscito a trovare in quell'ambiente un reperto fossile, una vecchia pagina dei Forseti, che ormai fluttua senza vita in un etere dimenticato.   

lunedì 20 febbraio 2023


PROUD BLACK TEMPLAR

Gruppo: Ostara 
Album: Ultima Thule 
Anno: 2003 
Paese: Regno Unito, Australia     
Paese di produzione: Germania 
Lingua: Inglese 
Genere: Neofolk 
Formato: CD
Etichetta: Eis und Licht - Eis034 
Produttore: Richard Leviathan 
Formazione: 
   Richard Leviathan - voce, chitarra  
   Stu Mason - chitarra 
   Tim Desmond - batteria
   Dave Renwick - basso 
Etimologia del nome del gruppo: dall'antico alto tedesco Ôstara, nome della dea della fertilità e della primavera (anglosassone Ēostre), che al plurale è passato a indicare la Pasqua (tedesco Ostern). 
Link: 


Testo: 

The Knight: 

The world I love is the world I lost
Broken, plundered and wasted
The memory burnt
From the Soil and the Sun
A black epitaph of the ages

The Rose: 

The world you curse
Is the one I love
The Virgin a Whore
In the Garden
Crowned upon the Earth's ordure
I bear no wounds
And I bring no cure 

The Cross: 

Pain is where this world begins
And pain is the heart of all endings
Every pilgrim that bears
This burden of truth
Only the few have learnt to lose 

The Knight of the Rosy Cross:

I curse the Father
And I scourge the Son
I burn down the Holy of Holies
The One in Three
And the Three in None
The march of the proud Black Templar 

Traduzione: 

Il Cavaliere: 

Il mondo che amo è il mondo che ho perduto 
Rovinato, saccheggiato e desolato 
La memoria bruciata dal suolo e dal sole 
Un epitaffio nero delle epoche 

La Rosa: 

Il mondo che maledici 
È quello che amo 
La Vergine una Prostituta 
Nel Giardino 
Incoronata sulla sozzura della Terra 
Non ho su di me ferite 
E non porto cura 

La Croce:  

Dolore è dove questo mondo inizia 
E dolore è la radice di ogni fine 
Il pellegrino che porta questo fardello di verità 
Solo in pochi hanno imparato a lasciarlo perdere 

Il Cavaliere della Rosacroce:  

Maledico il Padre 
E fustigo il Figlio 
Brucio il Sancta Sanctorum
L'Uno in Tre 
E i Tre in Nessuno
La marcia del fiero Templare Nero

Alcune parole ricercate: 

ordure "sozzura" 
plundered "saccheggiato", da 
   to plunder "saccheggiare" 
to scourge "fustigare"

Etimologia di ordure
Dal medio inglese ordure, chiaro prestito dal medio francese ordure (anglo-normanno ordure, ordeure, ordeur, ordore, ordor, ordour), a sua volta dall'antico francese ordure "sporcizia, sozzura, rifiuto, sterco, letame, escremento; sudiciume morale (francese moderno ordure). La formazione è dall'antico francese ord "sudicio" + -ure (suffisso che forma sostantivi). Questo aggettivo ord deriva direttamente dal latino horridus ("spaventoso", "terrificante", "orrido"). 

Etimologia di to plunder
Attestato in Inghilterra dai tempi della Guerra Civile di Cromwell, questa parola deriva dal tedesco plündern "saccheggiare", dal medio-alto tedesco e medio-basso tedesco plunderen, a sua volta da un sostantivo che originariamente significava "beni per la casa, biancheria da letto, vestiario". L'origine ultima è oscura. Con buona pace di Gijsseling, lo considero un residuo di un antico sostrato pre-germanico, come molte altre parole che iniziano con l'occlusiva sorda /p/.

Etimologia di to scourge
Dall'inglese medio scourgen "frustare, flagellare; affliggere; punire", a sua volta dall'anglo-normanno escorger, francese antico escorgier "frustare, flagellare", a sua volta dal latino volgare excoriāre "levare la pelle (a frustate)", formato ex- "(via) da" + corium "cuoio", "pelle".

Recensione: 
Espressione dell'uomo del Medioevo, scisso e conteso tra Bene e Male, questo dialogo tra personaggi densi di simbolismi esoterici rappresenta una specie di dialettica di Hegel, in cui il Cavaliere e la Croce sono la Tesi, la Rosa è l'Antitesi, dalla cui  contrapposizione segue la Sintesi: il Cavaliere della Rosacroce. Questo nuovo eroe balza fuori con violenza, pieno di furia iconoclasta, distruggendo tutto ciò che è sacro per quella costruzione culturale e ideologica che era la Cristianità. L'intero processo dialettico è piuttosto sorprendente, proprio per via della natura sovvertitrice e apocalittica di ciò che ne erompe, simile a uno xenomorfo! Sembra quasi di sentirlo sgusciare fuori dal guscio spaccato del vecchio mondo e dalle sue scorie, come un guerriero protetto da un'invincibile corazza nera e lucente! 


Il mito dei Rosacroce 

Certamente è chiarissimo il riferimento alla figura di Christian Rosenkreutz (1378 - 1484), occultista e mistico tedesco, che il mondo accademico tende a considerare immaginario o addirittura allegorico. Il suo cognome, che potrebbe anche essere un puro e semplice epiteto, presenta diverse varianti dovute all'incertezza dell'ortografia dell'epoca (Rosenkreuz, Rosencreutz, RosencreützRosencreuz). In italiano era diffuso l'adattamento Cristiano Rosacroce. Questo si narra, che era un aristocratico rimasto orfano all'età di 4 anni e che studiò per 12 anni in un monastero, divenendo dottissimo. Poi girò il mondo, recandosi in Terra Santa, in Africa, in Persia e in India, raccogliendo le più svariate conoscenze esoteriche. Tornato in Germania, fondò la Fraternità della Rosa Croce. Era a capo di un gruppo di 8 persone. Morto a 106 anni, la sua tomba fu trovata dopo 120 anni in una cripta da un membro della Fraternità, che vi lesse la seguente iscrizione: POST CXX ANNOS PATEBO, ossia "TRA 120 ANNI MI APRIRÒ". Questa scoperta convinse l'associazione a palesare al mondo i propri insegnamenti, pubblicando un Manifesto (Fama Fraternitatis) nel 1614, nella città di Kassel. Gli ingredienti di questa tradizione iniziatica sono i seguenti: ermetismo, cabala, alchimia, misticismo cristiano, elementi gnostici. Lo scrittore, poeta e drammaturgo francese Maurice Magre notò analogie tra la descrizione della morte di Christian Rosenkreutz e l'Endura Catara, suggerendo una connessione con la Linguadoca. Tuttavia, i dettagli della sua ricostruzione presentano alcuni anacronismi. Resta un fatto l'enorme confusione imperante.  

Un nome pieno di allusioni

Ostara è il nome (ricostruito) di una divinità femminile della Germania antica. Questo teonimo è utilizzato come nome della festività primaverile di numerose associazioni neopagane, in particolare della Wicca. 
Ostara fu però anche il titolo di una rivista nazionalista austriaca e tedesca, intrisa di idee di supremazia razziale pangermanista e di un violentissimo antisemitismo. Il titolo completo era Ostara, Briefbücherei der Blonden und Mannesrechtler (ossia "Ostara, Biblioteca dei Biondi e del Maschilisti"). Fu fondata a Vienna nel 1905 da Jörg Lanz von Liebenfels, nato Adolf Lanz (1874 - 1954), occultista neopagano ed ex membro dell'Ordine Cistercense, da cui era stato espulso nel 1899. L'impatto che le dottrine veicolate da Ostara ebbero sulla formazione giovanile di Adolf Hitler fu senza dubbio considerevole. 
A questo punto trovo necessario affermare cose sgradite al mondo, che tuttavia corrispondono a verità. L'antisemitismo difficilmente è privo di connessioni con l'oggetto del suo odio. Gratta un antisemita furioso e potrai trovare qualche suo antenato che apparteneva al popolo da lui aborrito. Nella prima metà del XX secolo, questa era la norma. Adolf Lanz era figlio di Johann Lanz, di famiglia aristocratica decaduta, e di Katharina Hoffenreich. Questa era figlia di Josef Hoffenreich, nato Samuel Hoffenreich a Holić (attuale Slovacchia) nel 1815, da famiglia ebrea (divenne cattolico e fu battezzato nel 1842). L'esoterista si attribuì il cognome von Liebenfels affermando di aver scoperto la tomba di un Cavaliere Templare e di aver avuto una "rivelazione" - ma in realtà cercava di distogliere l'attenzione dalle sue vere origini. Parlava di sterminio e di "scimmiette di Sodoma", eppure il padre di sua madre era un israelita. A scuola queste cose non le insegnano, proprio perché tutto ciò che va oltre la banalità è scomodo. E questo è quanto. 

Note biografiche sul fondatore  

Il fondatore del gruppo, Richard Leviathan, è conosciuto al pubblico con un cognome chiaramente fittizio: difficile credere che qualcuno possa davvero chiamarsi Leviathan, nemmeno se lo si vede stampato sulla carta d'identità. Infatti è nato Richard Levy, ad Adelaide, nella remota Australia. Il cognome dimostra chiaramente la sua origine ebraica. Trovo molto interessante una sua intervista, rilasciata nel 2016 o all'inizio del 2017, consultabile a questa pagina del sito compulsion online


Riporto in questa sede le parole dello stesso Levy sulla complessa questione di Israele e della situazione in Medio Oriente (traduzione del sottoscritto). 

Intervistatore: "Tornando a Zion's ode, riesco a leggere tra le righe una critica al neosionismo. Nel tuo ultimo album includi anche un riferimento a Gaza. Puoi spiegare i tuoi sentimenti sul moderno Stato di Israele?" 
Richard Leviathan: "Posso illustrarlo con un esempio personale. Ho un parente con cui non ho più contatti, un fervente colono di Hebron, il cui atteggiamento è condizionato dalla ferma convinzione che Israele sia inviolabile. È singolare come alcuni ebrei possano essere estremamente consapevoli della propria razza, mascherandola con una forma di liberalismo surrogato che sta diventando sempre più conservatore, reazionario e sciovinista. Se una nazione europea professasse l'esclusività etnica come principio fondamentale della propria identità, del proprio patrimonio e del proprio diritto, verrebbe accusata di razzismo, se non addirittura di fascismo. Eppure sono proprio il senso ebraico della storia, la sindrome della persecuzione e l'esperienza passata della catastrofe a rendere l'autoconservazione a tutti i costi un imperativo morale e politico categorico. È una mentalità da assedio che giustifica l'assedio dell'altro, il vicino impotente che viene amplificato fino a diventare la minaccia perpetua al centro della psiche ebraica. Gilad Atzmon la chiama "sindrome da stress pre-traumatico", l'aspettativa che qualcosa di terribile stia sempre per accadere agli ebrei, che si traduce nella draconiana tattica dell'"occhio per occhio" applicata con maggiore frequenza e durezza ai palestinesi. Tutto risale al passato eterno, alla lunga ombra della lunga persecuzione da parte dei Goy. Questo non vuol dire che l'empatia sia estranea al pensiero ebraico. Tutt'altro. Ci sono passi nella Bibbia che esortano gli ebrei ad aprirsi agli altri e la filosofia etica di scrittori come Buber e Lévinas si dilunga ampiamente su questo tema, ma questo tipo di voci proviene ora principalmente dall'opposizione, dai dissidenti laici come Chomsky e la setta ortodossa Neturei Karta, ad esempio, per i quali Israele e l'ebraismo sono opposti assoluti. Questo rende i tempi interessanti, ma non mi rende caro al Paese, soprattutto in questo periodo buio in cui la soluzione dei due Stati sembra svanire rapidamente. Quello che posso dire di Israele è che ci sono voci dissidenti all'interno e all'esterno della diaspora ebraica e scrittori come Finkelstein, Chomsky, Sand e Atzmon stanno cambiando il modo in cui alcuni ebrei vedono se stessi, pur essendo una minoranza significativa."   

sabato 18 febbraio 2023


ABATTOIRS OF LOVE 

Gruppo: Sol Invictus 
Album: In the Jaws of the Serpent  
Anno: 1989 
Album successivi: 
   Lex Talionis (1990) 
   Sol Veritas Lux (1990) 
   Sacred War (Autori vari, 1990)
   In Europa (1998) 
   The Giddy Whirls Of Centuries (2003) 
   In the Jaws of the Serpent (2011) 
   In Europa (2011) 
   Let Us Pray (2012) 
Paese: Regno Unito 
Lingua: Inglese 
Etichetta (1989): S.V.L. Records 
Etichetta (1990): S.V.L. Records, Cerne,
     Gymnastic Records, Tursa 
Etichetta (1993): Tursa 
Etichetta (2011): Auerbach Tonträger 
Etichetta (2012): Tursa 
Formato: CD, LP, vinile   
Genere: Neofolk 
Formazione: 
   Tony Wakeford - voce, chitarra, basso, tastiere 
   Ian Read - voce 
   Leithana - piano 
   Karl Blake - basso 
   Dik - batteria 
Link: 




Testo in inglese: 

ABATTOIRS OF LOVE

I put my back against an oak
Thinking it was some trusty tree
But first it bent and then it broke
And so did my false love to me

I put my hand into a bush
Thinking some flower to find
I pricked my finger to the bone
Leaving the flower behind 

Oh, meeting is a pleasure
And parting is a grief
But an unconstant lover
Is worse than any thief

A thief will only rob you
And take all that you have saved
But an unconstant lover
Will drag you to the grave

The grave it will decay you
And turn you into dust
There is not one in a thousand
You can trust 

They'll kiss you and they'll court you
And tell to you more lies
As the hairs upon your head, love
Or the stars in the skies 

Come all you, young lovers
A warning keep by me
Don't place your affection
On a green willow tree

For the leaves they will wither
The branches will decay
And all your sweet love
Will soon fade away 

We hung upon a hook
Cut me to the bone
Froze me with a kiss
I'm laid upon your throne 

In the abattoirs of love
In the abattoirs of love
In the abattoirs of love
In the abattoirs of love 

You're in the serpent's jaws
Love chains you to the floor
Like fools you climbed so high
It's further then to fall

In the abattoirs of love
In the abattoirs of love
In the abattoirs of love
In the abattoirs of love 

Love's a tomb for fools...

Traduzione: 

I MATTATOI DELL'AMORE

Misi la schiena contro una quercia 
Pensando che fosse un albero affidabile
Ma prima si piegò e poi si ruppe 
E così fece il mio falso amore a me 

Misi la mia mano in un cespuglio 
Pensando di trovare un fiore 
Mi punsi il dito fino all'osso 
Lasciando il fiore indietro 

Oh, incontrarsi è un piacere 
E separarsi è un dolore 
Ma una amante incostante 
È peggio di qualsiasi ladro 

Un ladro ti deruberà soltanto 
Porterà via tutto ciò che hai risparmiato 
Ma una amante incostante 
Ti trascinerà alla tomba 

La tomba ti farà decadere 
E ti trasformerà in polvere 
Non ce n'è una su mille 
Di cui ti possa fidare 

Ti baceranno e ti corteggeranno
E ti racconteranno altre bugie
Come i capelli sulla tua testa, amore
O come le stelle nel cielo 

Venite tutti, giovani amanti
Prendete da me un avvertimento 
Non riponete il tuo affetto
Su un albero di salice verde 

Perché le foglie appassiranno
I rami marciranno
E tutto il tuo dolce amore
Presto avvizzirà via 

Siamo appesi a un gancio
Tagliami fino all'osso
Congelami con un bacio
Sono adagiato sul tuo trono 

Nei mattatoi dell'amore 
Nei mattatoi dell'amore 
Nei mattatoi dell'amore 
Nei mattatoi dell'amore 

Sei nelle fauci del serpente
L'amore ti incatena al pavimento
Come gli scemi sei salito così in alto
Per cadere quindi ulteriormente 

Nei mattatoi dell'amore 
Nei mattatoi dell'amore 
Nei mattatoi dell'amore 
Nei mattatoi dell'amore 

L'amore è una tomba per scemi...

Varianti del testo: 

Il testo di riferimento che ho riportato è quello della mia versione preferita (live in Nevers 1995). Ne esistono tuttavia altre, diverse sia nella melodia che in alcune parole (ad esempio quella contenuta in Lex Talionis). Evidenzio le principali varianti del testo da me trovate. 
   
Nella seconda strofa, troviamo il superlativo di sweet "dolce", sweetest, riferito a flower "fiore": 

I put my hand into a bush
Thinking some sweetest flower to find
I pricked my finger to the bone
Leaving the sweetest flower behind 

Quest'uso del superlativo, simile a quello dell'italiano ("dolcissimo" anziché "il più dolce"), è abbastanza inconsueto.  

Anche nella quarta strofa abbiamo piccole differenze tra versioni: notiamo all but anziché only "solo", inoltre c'è il verbo will bring "porterà" anziché will drag "trascinerà":

A thief will all but rob you
And take all that you have saved
But an unconstant lover
Will bring you to the grave

Nella sesta strofa, mi è capitato di trovare trascritto upon your headlocks, glossato "sulle tue tempie", anziché upon your head, love "sulla tua testa, amore": 

They'll kiss you and they'll court you
And tell to you more lies
As the hairs upon your headlocks 
Or the stars in the skies 

La glossa è errata e non è chiara l'origine della distorsione.

Qualcuno trascrive All the stars "Tutte le stelle" anziché Or the stars "o le stelle"; è possibile che sia solo un problema acustico.

Nella settima strofa si nota l'imperativo take anziché keep

Come all you, young lovers
A warning take by me
Don't place your affection
On a green willow tree 

Nell'ottava strofa, si hanno due differenze rimarchevoli: poor love "misero amore" anziché sweet love "dolce amore" e fall away "cadere via" anziché fade away "avvizzire via". 

For the leaves they will wither
The branches will decay
And all your poor love
Will soon fall away 

Nella prima strofa del ritornello, noto I'm laid upon your throne nella versione di riferimento, mentre altrove manca I'm e si ha soltanto Laid upon your throne

Nel finale, anziché il tragico tomb "tomba", qualcuno trascrive un più anodino e leggerello game "gioco":  

Love's a game for fools, for fools
Love's a game for fools... 

Probabilmente si tratta di un puro e semplice problema acustico, anche se mi riesce difficile capire come da /tu:m/ si possa essere arrivati a /geɪm/. Va detto che il trascrittore automatico di YouTube percepisce male l'ultima parte della canzone e applica sottotitoli smerdanti!  

Note lessicali: 

Come sempre, Wakeford ama la scelta di vocaboli ricercati. Così per indicare i mattatoi usa abattoirs (pron. /'æbəˌtwɑz/), forma plurale di abattoir (pron. /'æbəˌtwɑ/), un vocabolo di origine francese. Deriva dal verbo abattre "abbattere" con l'aggiunta del suffisso -oir (equivalente all'italiano -orio, -oio, dal latino -ōrium). La parola genuinamente inglese per "mattatoio" è invece slaughterhouse (da slaughter "macello" + house "casa"). 


Recensione: 

Questa canzone è in assoluto la più lucida e realistica disamina della terribile condizione chiamata "amore"! È molto più di un semplice brano musicale. È un allarme che suona per destare il genere umano dal suo sonno funesto. È come il canto del gallo che annuncia l'arrivo della Luce. 
Un uomo è solo e soffre perché ha bisogno di qualcosa di morbido da toccare. Per questo cerca di avvicinarsi a una donna, una creatura deliziosa e affascinante, che si rivela però un'aguzzina e lo dilania, proprio come un sadico che si diverte a straziare una lucertola usando uno spillo. Una donna, splendida e sensuale... come un giaguaro, come un leopardo. In genere le cose vanno così. Nonostante questo iter di sofferenze e di umiliazioni si sia ripetuto infinite volte da quando l'essere umano ha acquisito la consapevolezza del proprio essere, un numero incredibile di vittime casca sempre nella trappola! Possibile che non si riesca ad imparare nulla? Ascoltate Abattoirs of love a ciclo continuo, comprendendone ogni parola: è il migliore antidoto all'incoscienza! 
Howard Phillips Lovecraft, a tutti noto per aver scritto di orrori cosmici innominabili, disse senza mezzi termini che le creature più terrificanti sono le ragazze. Aveva ragione! È più probabile che un uomo sia seviziato da una donna che dai Magri Notturni! 

giovedì 16 febbraio 2023


SAWNEY BEAN 

Gruppo: Sol Invictus 
Album: Trees in Winter 
Anno: 1991 
Paese: Regno Unito 
Lingua: Inglese 
Genere: Neofolk
Formato: CD, LP, vinile 
Etichetta (1991): Tursa 
Etichetta (2011, 2019): Auerbach Tonträger –
   AB036-1 
Formazione: 
   Tony Wakeford 
   Ian Read 
   James Mannox 
   Julie Wood 
   Karl Blake 
   Sarah Bradshaw 
Link: 


SAWNEY BEAN 

A family inbred like serpents entwined 
Had no heart and little mind 
A clan of madness, a terrible scene 
They cursed the earth, the Sawney Bean

Lurking in the fog a fearsome brood
Poor traveling folk they caught and slew
No graves have the victims of these ghouls and fiends
Those taken and eaten by the Sawney Bean 

From their flesh they made a meal
Their skin – the floor for their bairns to kneel
Their skulls – a table from which to feed
Alas the victims of the Sawney Bean 

They lived by the sword, were felled by the axe
And I say "naught wrong with that"
But in their hellish caves worse than any dream
Cursed with the stench of the Sawney Bean 

A family inbred like serpents entwined
Had no heart and little mind
A clan of madness, a terrible scene
They cursed the earth, the Sawney Bean 

Lurking in the fog a fearsome brood
Poor traveling folk they caught and slew
No graves have the victims of these ghouls and fiends
Those taken and eaten by the Sawney Bean 

From their flesh they made a meal
Their skin – the floor for their bairns to kneel
Their skulls – a table from which to feed
Alas the victims of the Sawney Bean 

They lived by the sword, were felled by the axe
And I say "naught wrong with that"
But in their hellish caves worse than any dream
Cursed with the stench of the Sawney Bean 

Some are haunted by the tolling bell
Some by the fiery pits of hell
But what haunts me is what we did see
When we entered the larder of the Sawney Bean 

Some are haunted by the tolling bell
Some by the fiery pits of hell
But what haunts me is what we did see
When we entered the larder of the Sawney Bean 

Traduzione: 

Una famiglia incestuosa come serpenti intrecciati
Senza cuore e con poco intelletto
Un clan di follia, una scena terribile
Hanno maledetto la terra, Sawney Bean 

In agguato nella nebbia una spaventosa nidiata
Hanno catturato e ucciso poveri viandanti
Non ci sono tombe per le vittime di questi demoni divoratori di cadaveri 
Per chi è stato catturato e mangiato da Sawney Bean

Dalla loro carne hanno fatto un pasto
La loro pelle – il pavimento per far gattonare i loro bambini 
I loro teschi – una tavola da cui nutrirsi
Ahimè, le vittime di Sawney Bean

Vissero di spada, furono abbattuti dall'ascia
E io dico "non c'è niente di male in questo"
Ma nelle loro caverne infernali, peggiori di qualsiasi sogno 
Maledette dal fetore di Sawney Bean 

Una famiglia incestuosa come serpenti intrecciati
Senza cuore e con poco intelletto
Un clan di follia, una scena terribile
Hanno maledetto la terra, Sawney Bean 

In agguato nella nebbia una spaventosa nidiata
Hanno catturato e ucciso poveri viandanti
Non ci sono tombe per le vittime di questi demoni divoratori di cadaveri 
Per chi è stato catturato e mangiato da Sawney Bean

Dalla loro carne hanno fatto un pasto
La loro pelle – il pavimento per far gattonare i loro bambini 
I loro teschi – una tavola da cui nutrirsi
Ahimè, le vittime di Sawney Bean

Vissero di spada, furono abbattuti dall'ascia
E io dico "non c'è niente di male in questo"
Ma nelle loro caverne infernali, peggiori di qualsiasi sogno 
Maledette dal fetore di Sawney Bean 

Alcuni sono ossessionati dalla campana da morto 
Alcuni dai pozzi ardenti dell'Inferno 
Ma ciò che mi ossessiona è quello che vedemmo
Quando entrammo nella dispensa di Sawney Bean 

Alcuni sono ossessionati dalla campana da morto 
Alcuni dai pozzi ardenti dell'Inferno 
Ma ciò che mi ossessiona è quello che vedemmo
Quando entrammo nella dispensa di Sawney Bean 

Recensione: 
Un immenso capolavoro della musica Neofolk! Eccellente sia a livello di melodia e di realizzazione che di contenuti e di lingua. Trasmette la conoscenza di fatti lontani, in modo che la loro eco è non si estingua finché durerà il genere umano. Ha sottratto all'Oblio una spaventosa vicenda di massacri e cannibalismo, di quelle che i libri di storia cercano disperatamente di nascondere! 
Il testo mostra un certo uso di parole rare e ricercate. 
L'intento è quello di usare una lingua con un tipico sapore scozzese. Una parola, bairns "bambini" è tipica dello Scots e non si trova nell'inglese standard. Se Wakeford avesse scritto i versi interamente in lingua Scots, ne sarebbe uscita una canzone splendida ma incomprensibile al grande pubblico.  

Glossario inglese:  

bairns "bambini" 
brood "nidiata", "covata" 
    Stessa radice di to breed "generare". 
caught "catturarono" (voce del verbo to catch "prendere", 
   "catturare") 
cursed "hanno maledetto"; "maledetto"  
entwined "intrecciato" 
    Deriva da to entwine "intrecciare". 
felled "furono abbattuti" (voce del verbo to fell
    "abbattere", antico causativo di to fall "cadere")  
fiery "ardente", "infuocato" (deriva da fire "fuoco") 
folk "gente" 
ghouls and fiends "divoratori di cadaveri e demoni" 
   ghoul "divoratore di cadaveri" 
   fiend "demone" (anticamente "nemico") 
   La parola ghoul /gu:l/ è di origine araba. 
haunted "ossessionato" 
haunts me "mi ossessiona" 
   to haunt "ossessionare" (una persona); "infestare"
   (un luogo, detto di fantasmi) 
inbred "nato da incesto" 
   Alla lettera significa "generato all'interno (della stirpe)"; 
   è una di quelle parole che non sono insegnate nelle scuole 
   italiane. 
   inbreeding "incrocio tra consanguinei"
larder "dispensa" (alla lettera "lardiera"; era detta così
    perché la carne veniva conservata sotto lardo)
lurking "in agguato" 
   Il verbo to lurk "rimanere inosservato", "stare in agguato"
   ha conosciuto un vasto uso nel Web, col senso di "non
   palesarsi in un forum o in un blog" e simili. 
naught "niente" 
pit "fossa" (spesso tradotto con "pozzo", quando si indica
   ad esempio una cavità mineraria... o dell'Inferno) 
slew "ammazzarono" (voce del verbo to slay "ammazzare")
tolling bell "campana da morto" 

Alcune note grammaticali: 

Il nome del killer ricorre con l'articolo determinativo: "the Sawney Bean", "of the Sawney Bean". Un uso abbastanza inconsueto. Ero tentato di tradurre in modo letterale come "il Sawney Bean", "del Sawney Bean", ma ho desistito per evitare attacchi da parte di troll grammaticali.  
Frasi come "poor traveling folk they caught and slew" (con possibilità di ordine oggetto-soggetto-verbo, OSV) sono ricordi di tempi in cui l'inglese era una lingua più varia e libera. Credo che il peggioramento delle risorse espressive sia stato provocato dal sistema scolastico. 
Noto che i versi "
But in their hellish caves worse than any dream Cursed with the stench of the Sawney Bean" sono un ottimo esempio di anacoluto. Sembra che una frase abbia inizio per poi rimanere campata in aria - come se restasse soffocata dall'orrore!  

  
Un serial killer cannibale e il suo clan 

Alexander "Sawney" Bean visse 
nella Scozia del XVI secolo e fu a capo di un clan di una quarantina di persone, che per 25 anni commise moltissimi omicidi e atti di cannibalismo, tanto che le vittime potrebbero essere state più di un migliaio. Queste atrocità sono state narrate nel catalogo criminale The Newgate Calendar (XVIII-XIX sec.), acquistando enorme popolarità e finendo col diventare leggenda e parte del folklore della regione di Edimburgo - dove alimenta tuttora un fiorente turismo.  
Si ignora la data della nascita di Alexander "Sawney" Bean, dal Newgate Calendar si sa soltanto che era originario della regione dell'East Lothian (Scots Aest Lowden, gaelico Lodainn an Ear). Suo padre era uno scavatore di fosse e un tagliasiepi. Il giovane Alexander capì subito che lavorare era qualcosa che proprio non gli andava a genio. Così lasciò la sua casa e si mise assieme a una donna dissoluta, una certa Agnes "Black" Douglas. La coppia occupò una caverna costiera a Bennane Head, tra Girvan e Ballantrae. Era una cavità profonda circa 180 metri e il suo ingresso finiva ad di sotto dell'acqua del mare durante l'alta marea. Qui i due vissero nascosti, dando libero sfogo a ogni loro depravazione, generando molti figli e nipoti. Si dice che i figli fossero 14, di cui 8 maschi e 6 femmine, e che i nipoti, procreati tramite l'incesto dai figli, fossero in tutto 32, di cui 18 maschi e 14 femmine. Sfamare tutte queste bocche richiedeva moltissimo impegno. Dato che il lavoro era considerato un disonore già dai capostipiti, non restava altra via che depredare i passanti e nutrirsi delle loro carni! Chi nottetempo incappava nel clan di Sawney Bean, faceva una ben misera fine. I cadaveri venivano macellati. Le parti più succulente erano consumate subito e molta carne veniva conservata sotto salamoia, di cui c'era grande abbondanza, essendo ricavata dall'acqua del mare. 
La sparizione di persone fu notata e generò un grande panico morale. Vi furono esecuzioni sommarie di gente che non c'entrava nulla, come alcuni tavernieri, accusati di essere stati gli ultimi a vedere coloro di cui poi non si trovava traccia alcuna. Tuttavia, nonostante i linciaggi, la gente continuava a scomparire. Una notte, una giovane coppia di sposi di ritorno da una fiera, subì un agguato mentre procedeva a cavallo. La donna fu disarcionata, catturata e sgozzata, ma l'uomo, che era un combattente ben addestrato, riuscì a resistere agli aggressori e a fuggire. Il magistrato locale fu informato dell'accaduto, che riferì ogni cosa al Re Giacomo VI di Scozia. Fu inviata una spedizione di 400 uomini con molti mastini e fu presto scoperta la caverna del clan di Sawney Bean, dove furono fatti ritrovamenti raccapriccianti di un'immensa quantità di resti umani. Ci sono due versioni sull'accaduto. 
1) Sawney Bean e i suoi si arresero senza nemmeno tentare di combattere; furono portati in catene alla prigione Tolbooth di Edimburgo, quindi a Glasgow o a Leith, dove furono sottoposti a tremendi supplizi. A tutti i maschi, anche ai bambini, recisero i genitali, gettandoli nel fuoco. Quindi amputarono loro mani e piedi, lasciando che la morte giungesse per dissanguamento. Tutte le femmine, anche le bambine, furono invece bruciate vive sul rogo, dopo aver assistito alla morte dei maschi. 
2) Sawney Bean e i suoi sarebbero morti soffocati dai fumi provocati dalla detonazione di una gran quantità di polvere da sparo collocata proprio all'ingresso della caverna. 
La prima versione, densissima di dettagli aberranti, è la più diffusa e verosimile. 

Varianti del nome: Alexander "Sandy" BaneAlistair "Sandy" Bane 
Le ultime parole di Sawney Bean: "It isn't over, it will never be over." ("Non è finita, non finirà mai."

Etimologia di Sawney 

Il soprannome Sawney è un tipico ipocoristico di Alexander "Alessandro", derivato dalle sue ultime due sillabe. Un tempo era usato per indicare gli Scozzesi ed è ormai obsoleto. Sono attestate le seguenti varianti: Sanders, Sandy, Sandie, Sannock. Ecco l'etimologia del cognome Sanders, portato da due famosi personaggi statunitensi: l'imprenditore Harland Sanders (più conosciuto come Colonel Sanders, quello dei polli) e il politico socialista Bernie Sanders. 

Decostruzionismo moderno, verità antiche 

Com'è ovvio, di questi tempi c'è chi vuole relegare a leggende e invenzioni le narrazioni sul cannibalismo di Sawney Bean e del suo clan, liquidandole come propaganda razzista e politica, diffusa per denigrare gli Scozzesi in seguito alle ribellioni giacobite. I fautori della cancel culture non riescono a capire che non serve assolutamente a nulla cercare di rimuovere qualcosa di spiacevole. 
Già nell'antichità, in Caledonia esistevano i cannibali. Nessuno più ricorda le gesta della tribù degli Attacotti? Questi fieri guerrieri predavano le persone, le arrostivano e consideravano le chiappe la parte migliore delle loro vittime! Il consumo di carne umana era una tradizione di cui riemergevano focolai anche a distanza di secoli. 
La leggenda di Sawney Bean presenta elementi che ricorrono diverse volte nella storia della Scozia: assomiglia molto alla storia di Christie Cleek, attestata all'inizio del XV secolo. Christie Cleek era un cannibale scozzese che si narra sia vissuto durante una carestia a metà del XIV secolo. Era soprannominato Cleek dal nome dato a uno strumento di macellazione, una specie di gancio che usava per trascinare i corpi delle vittime, destinati ad essere smembrati! Per molto tempo, la sola menzione del nome di Christie Cleek bastava per ridurre alla quiete e al silenzio anche i mocciosi più recalcitranti! 
Lo scrittore, editore e libraio Nathaniel Crouch (1632 o 1640 - 1725) scrisse nel 1696 a proposito di un caso di cannibalismo avvenuto nel 1459, un anno prima della morte del Re Giacomo II di Scozia: 

"...in quel periodo un ladro che viveva appartato in un covo, con moglie e figli, fu bruciato vivo, avendo per molti anni praticato l'uccisione di giovani e la loro consumazione; solo una ragazza di un anno fu salvata e allevata a Dundee; a dodici anni, trovata colpevole dello stesso orribile crimine, fu condannata alla stessa pena e, quando la gente la seguì in gran folla all'esecuzione, meravigliandosi della sua innaturale malvagità, si voltò verso di loro e con un'espressione crudele disse: "Cosa mi inveite contro, come se avessi commesso un atto così atroce, contrario alla natura umana? Vi dico che se solo sapeste quanto sia gradevole il sapore della carne umana, nessuno di voi si asterrebbe dal mangiarla"; e così, con animo impenitente e ostinato, subì una morte meritata." 

Il filosofo e storico Hector Boece (1465 - 1536) riporta il caso di una bambina, figlia di un brigante scozzese messo a morte quando lei era neonata, che fu cresciuta da genitori adottivi, eppure sviluppò il gusto per la carne umana, divenendo cannibale già a 12 anni (George M. Gould e Walter Pyle in Anomalies and Curiosities of Medicine). 

Possiamo concludere questo: spesso i Cristiani etichettano come "innaturale" o "contro natura" tutto ciò che non piace loro; tuttavia se solo si studiasse la Natura, si scoprirebbe che è un infernale abisso di orrori infiniti! 

domenica 12 febbraio 2023


TOVTATIS 

Titolo originale: Tovtatis (Toutatis) 
Gruppo: Eluveite 
Album: Evocation II - Pantheon 
Anno: 2017 
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere: Folk metal, Celtic metal
Paese: Svizzera 
Lingua: Gallico 
Etichetta: Nuclear Blast 
Formato: CD 
Formazione Eluveitie (2017):
    Fabienne Erni – voce, arpa celtica, mandola
    Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, flauto traverso, 
        fischio, cornamusa, gaita, chitarra acustica, bodhràn
    Rafael Salzmann – chitarra
    Jonas Wolf – chitarra
    Kay Brem – basso
    Alain Ackermann – batteria
    Matteo Sisti – cornamusa, flauto, fischio
    Nicole Ansperger – violino
    Michalina Malisz – ghironda 
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi.
Link: 


Testo in gallico: 

TOVTATIS 

Sondei sistamos 
Toexrexti au noxti
Sepomor ateras seni in cridiiobi
Auii in menuanbi uer oinon sistamos
In ueniia
In touta
In cenetlei
Dlixomos snis
Ne snis dibrogíator
Enepon toutateis toaidíat uer snis
Beramos uolugatun
Silon antumni sexetor
Toutatis toexrexet etic rata buont uer
Snis buont rata esous iccatis dagos suuispe uer snis
Taranis nertacos aresnisueððet 

Testo in inglese (reperibile nel Web, presenta alcune distorsioni): 

Here we stand
Arisen from the night 
Following our ancestors, our forebears in our hearts,
our descendants in our minds
Side by side we stand
In our family
In our tribe
In our nation
May we be found worthy
May we not be banished
May Toutatis lift his face and shine upon us
We will carry the torch
The offspring of Antumnos will follow
May Toutatis arise and bless us
May Esus, the good, wise and panacean bless us
May Taranis, the strong guide us 

Testo in italiano (tradotto dal gallico): 

Qui stiamo, 
Risorti dalla notte 
Seguiamo i Padri, antenati nei cuori, 
Discendenti nelle menti, uniti stiamo  
Nella famiglia 
Nella tribù 
Nella Nazione 
Possiamo noi essere degni 
Possa su di noi non essere bando  
Possa il volto di Toutatis stendersi e splendere su di noi 
Noi porteremo la torcia 
Il seme dell'Ade sarà seminato 
Possa Toutatis sorgere e siano su di noi benedizioni  
Siano su di noi le benedizioni di Esus, il Guaritore, buono e saggio 
Possa Taranis, il Forte, guidarci  

Recensione: 
Il nome della divinità celtica Toutatis, adorata nelle Gallie, in Britannia e in Galizia, è conosciuto al grande pubblico per via dei fumetti di Asterix, personaggio creato da René Goscinny e Albert Uderzo. Il minuscolo eroe gallico, il cui nome è derivato da "Asterisco", è solito esclamare "Per Toutatis" (pronunciato Tutatìs). Era ora che si andasse oltre questi stereotipi per recuperare una dimensione autenticamente storica e mitologica, rendendo giustizia a una cultura che nulla aveva da invidiare a quella di Roma e della Grecia antica. I meriti degli Eluveitie sono incommensurabili!  

Glossario gallico: 

aresnisueððet "possa guidarci" 
ateras "padri" (accusativo plurale) 
au noxti "dalla notte" 
auii "discendenti" 
beramos "che portiamo" (congiuntivo) 
buont "siano" 
buonti "saranno" 
dagos suuispe "buono e saggio" 
   dagos "buono" 
   suuið "saggio" 
   -pe "e" 
   (quando è aggiunta a parola finente per vocale, l'enclitica 
   in genere ha la forma -c)
ne snis dibrogiator "non sia su di noi il bando" 
   di- "da" 
   brogis "paese" 
   Il verbo indica l'esilio, l'espulsione dalla propria terra:
   dibrogiator "è espulso dal paese".
dlixomos snis "possiamo noi essere degni" 
enepon "volto"  
enepon Toutateis "il volto di Toutatis" 
iccatis "guaritore" 
  La frase iccatis dagos suuispe "guaritore, buono e saggio"
  è un inciso riferito a Esus; non concorda quindi
  con il genitivo Esous "di Esus". 
in cenetlei "nella stirpe", "nella nazione"  
   cenetla "stirpe", "nazione"  
in cridiiobi "nei cuori" 
   dativo plurale di cridiion "cuore" 
in menuanbi "nei pensieri", "nelle menti" 
in touta "nella tribù"  
in ueniia "nella famiglia" 
rata "benedizioni" (neutro plurale) 
   raton "benedizione", "grazia"  
rata Esous "le benedizioni di Esus" 
seni "antenati"  
  La frase seni in cridiiiobi "antenati nei cuori" si riferisce
  a noi (soggetto di sistamos): 
  seni è un nominativo plurale e non si riferisce ad ateras,
  che è un accusativo. 
sepomor "seguiamo" 
   Il verbo è deponente, come in latino, ma è caratterizzato 
   da polisemia: oltre a "seguire" significa anche "dire".  
sexetor "sarà seminato" 
   Il verbo è passivo. 
   sexeti "egli seminerà" (forma attiva) 
silon Antumni "il seme dell'Ade" 
   silon "seme", "progenie" 
   Antumni "dell'Ade" (genitivo di Antumnos "Ade") 
sistamos "stiamo" 
   La conservazione del gruppo consonantico -st- è un tratto 
   arcaico.  
snis "noi" (accusativo) 
   uer snis "su di noi"  
sondei "qui", "in questo luogo" 
Taranis nertacos "il forte Taranis" 
   Taranis "Dio del Tuono"
   nerton "forza" 
   nertacos "forte" 
toexrexti "sorti", "scaturiti" 
Toutatis "Dio della Tribù" 
uolugatun "torcia" (accusativo) 
   uolugatus "torcia" 

Notevole l'arcaismo di questi versi. Si colgono elementi comuni al Mitraismo. Potrebbero essere dovuti a convergenza evolutiva, o forse al fatto che il Fondatore del Mitraismo romano era a conoscenza della mitologia celtica, così come doveva avere qualche rudimento della lingua etrusca. Incluse quindi nei Misteri di Mithra materiale che non proveniva dalla Persia. Di questo parleremo con maggior dettaglio in altra sede. 

Etimologia di Toutatis 

Il teonimo Toutatis (arcaico Teutatis) deriva da touta "tribù" (arcaico teuta). 
Forma tramandata da Lucano (Pharsalia): Teutates 
Altre varianti: Totatis, Totates 
Teonimi affini documentati in iscrizioni in latino: Teutanus, Teutenus, Teutanicus, Toutiorix 

Secondo alcuni, Toutatis sarebbe derivato dall'aplologia di un originario *Teuto-tatis "Padre della Tribù". Tuttavia questa ipotesi è contraddetta dal fatto che la scansione metrica del nome, testimoniata da Lucano, presuppone una vocale -ā- lunga. 

Pronunce originali: 
Toutatis /'toʊta:tis/ 
Teutatis /'teʊta:tis/ 

Questi dittonghi non erano familiari ai Romani. In particolare, mancava /oʊ/. Tuttavia, va detto che spesso veniva trascritto correttamente nelle iscrizioni monumentali. In epoca tarda, aveva la tendenza ad evolversi in /o:/ o addirittura in /u:/.  

Ho un'idea, che non mi pare sia mai stata enunciata in letteratura: la derivazione da un antico composto *Teuto-potis "Signore della Tribù". A causa della scomparsa dell'occlusiva sorda /p/ in protoceltico, *Teuto-potis sarebbe diventato *Teutōtis, in tempo per partecipare al mutamento di /o:/ in /a:/, dando quindi *Teutātis (e questo è il punto debole della teoria). 

Un'altra possibilità è che il suffisso -ātis sia analogo a quello che si trova in etnonimi come Nantuātes "Valligiani" (da nantus "valle"), con corrispondenze anche in latino: Ravennātēs "abitanti di  Ravenna" (singolare Ravennās), etc. Sono necessari ulteriori studi. 

Interpretatio Romana: Identificato in genere con Marte, nella sua funzione di divinità della guerra. Tuttavia, presiedeva anche alla fertilità e alla ricchezza, prova dell'enorme difficoltà di sovrapporre universi culturali abbastanza distanti. Molto probabilmente, questo nome accomunava molteplici divinità. Esiste la possibilità che ogni tribù celtica avesse un Toutatis diverso.

Un rapido confronto 

Propongo un nuovo elenco di corrispondenze tra il gallico e il latino, dovute all'antica origine comune delle due lingue, entrambe di chiarissima eredità indoeuropea. 

gallico au noxti "dalla notte" : latino a nocte 
gallico beramos "che portiamo" : latino feramus 
gallico buont "siano", buonti "saranno" : latino fiant 
gallico cridion "cuore" : latino cor 
gallico dligeton "legge", "dovere" : latino lex 
gallico in cridiiobi "nei cuori" : latino in cordibus 
gallico -pe, -c "e" : latino -que 
gallico menuan "pensiero", "mente" : latino mens 
gallico senos "vecchio" : latino senex 
gallico seni "vecchi", "antenati" : latino senes 
gallico sepomor "seguiamo" : latino sequimur 
gallico sexetor "sarà seminato" : latino seges "campo seminato" 
gallico sistamos "stiamo" : latino sistimus "collochiamo" 
gallico snis "noi" : latino nos 
gallico Taranis "Dio del Tuono" : latino tonitru(s) "tuono"
gallico touta "tribù" : latino totus "tutto" 
gallico uer snis "su di noi" : latino super nos 

Ricordo gli orribili tempi della scuola. C'era un bullo ripugnante, un certo R., che si menava vanto della sua ignoranza belluina e ciclopica. Un giorno l'insegnante di latino disse che Virgilio, non contento dell'Eneide, aveva incaricato un amico di bruciarla, di non tramandarla ai posteri. Le volontà espresse dal Poeta di Mantova in limine mortis non erano state esaudite, per fortuna. Ecco, R. disse che lui l'Eneide l'avrebbe bruciata con immensa gioia. Gli brillavano gli occhi, pieni di luce maligna. Immagino come sarebbe furioso se, oltre alla lingua di Cesare, a scuola si dovesse studiare anche quella di Vercingetorige!