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martedì 28 luglio 2020

 
SATANA NEL CATARISMO E NEL CRISTIANESIMO NICENO: UNA DIFFICILE TRIANGOLAZIONE 
 
Su consiglio del mio carissimo amico ConteNebbia (al secolo Andrea Bruni), lessi un capolavoro di Joris-Karl Huysmans: L'Abisso (il titolo originale è Là-Bas, alla lettera "Laggiù"). Immersomi nell'avvincente narrazione, mi sembrava di essere il cinico e tormentato Durtal intento a conversare con il dottor Des Hermies e il campanaro di Saint Sulpice, l'ineffabile Carhaix. Una cosa però mi è subito saltata agli occhi: la descrizione che veniva data del Manicheismo, da cui pure Des Hermies diceva di essere affascinato. Secondo Huysmans, che parla in questa occasione proprio per bocca di Des Hermies, si sarebbe trattato sì di una religione dualista, ma la sua essenza si sarebbe tradotta nella storia soltanto come adorazione del Male. Le informazioni sugli Albigesi che vengono fornite nel romanzo sono gravemente distorte, per non dire infamanti, e riflettono senza dubbio le convinzioni correnti all'epoca in cui il libro fu scritto. Sull'autorità di un raro testo ideologico, il De Operatione Daemonum del bizantino Michele Psello, veniva attribuito ai Manichei prima e ai Catari poi un assurdo rito consistente nell'ingestione di un'eucarestia diabolica fatta di escrementi umani, di sperma e dei residui di un feto incenerito dopo essere stato smembrato. È il Viaticum Infernale, di cui tornerà menzione moltissime volte negli atti inquisitoriali.
Sapevo da tempo delle crudeli menzogne che la Chiesa di Roma ha proferito senza sosta per disumanizzare i suoi oppositori, ma che queste potessero essere credute da uomini di cultura ha destato in me un certo disappunto. Per chiunque si sta familiarizzando con la teologia catara e con i suoi argomenti, queste affermazioni di coprofagia rituale appaiono pure e semplici assurdità. 
Eppure non si può parlare di Catarismo senza parlare di Satana, né nascondere la cardinale importanza della diabologia che gli attribuisce il potere della Creazione dell'universo materiale. Lo studioso Malcolm D. Lambert sostiene che l'eredità più evidente del Dualismo Anticosmico medievale nella società moderna è proprio il Satanismo. Una tesi che merita di essere discussa in dettaglio. 

 Equivoci satanici e degenerazioni
 
Procediamo con ordine. Al loro primo apparire documentato in Renania, ai tempi di Ildegarda di Bingen, di Evervino di Steinfeld e di Ecberto di Schönau, i Buoni Uomini furono subito additati come agenti del Demonio. Ildegarda, che pure fu donna di grande ingegno (di lei apprezzo la bizzarra conlang denominata Lingua Ignota), si abbandonò a invettive di puro stampo apocalittico descrivendo la comparsa di bestie venute direttamente dall'Inferno. 
Si sa per certo che Ecberto di Schönau conobbe dei Catari in gioventù e intrattenne con loro rapporti, quindi per qualche motivo ne divenne un irriducibile nemico. Fu proprio nei suoi lavori teologici che il termine "cataro" si trova per la prima volta applicato al movimento religioso di cui stiamo trattando. Egli ci spiega la parola con una glossa: CATHAROS, ID EST PUROS. 

Fino a questo punto era ai teologi della Chiesa di Roma sufficientemente chiara la natura del Catarismo, da come emergeva nei contraddittori e nei processi. Era chiaro che la dottrina si fondava sull'idea che la creazione dell'uomo e del cosmo fosse opera di Satana. Ecco che entra in campo lui, il Signore del Male. 

Come era intesa la sua natura dai vari gruppi religiosi che in quell'epoca si combattevano in modo così accerrimo? Di certo i Catari aborrivano il Malvagio Creatore, come provano innumerevoli testimonianze - interne ed esterne. Questa idea è incompatibile con quella cattolica, che ammette invece un Satana meramente ribelle, concepito nella subordinazione al Dio unico di cui è ritenuto creatura, oltre che privo di qualsiasi attributo creativo.  

Per un cattolico che udiva parlare della dottrina catara, il più delle volte nella furia e nel fumo che solo il termine "eresia" gli provocava per attitudine culturale, la tentazione irresistibile era di credere che i Catari adorassero Satana. Perché per una persona nata e cresciuta nella normatività, chi ha creato il mondo è colui a cui è diretta l'adorazione. Per chi vede valori positivi nella procreazione e nella crescita, è inconcepibile pensare che qualcuno possa odiare chi ha plasmato la sua forma e ha ordinato le cose visibili. Si venne così ad una situazione in cui ortodossi ed eterodossi si scambiavano accuse di essere il prodotto e l'emanazione del Male. 
 
Presto però cominciarono a comparire testimonianze di riti satanici effettivamente celebrati, in cui il Signore Maligno veniva attivamente venerato per mezzo di orge e di crapule. In alcuni casi queste confessioni non furono estorte tramite tortura, così c'è da dubitare che si possa trattare sempre di semplice diffamazione. Qualcosa di nuovo era successo. Non è possibile ritenere il Luciferismo che si diffuse in Germania, soprattutto in Renania, come il semplice prodotto delle menti malate degli inquisitori. Nella prima metà del XIII secolo, sotto il dominio del feroce Corrado di Marburgo, le comunità dei Catari germanici furono perseguitate con una crudeltà inaudita, inimmaginabile. Era sufficiente che un uomo rifiutasse di mangiare carne o di uccidere un animale per essere massacrato con la scure seduta stante dai vicini inferociti. Il clima di odio nelle regioni settentrionali era spaventoso, come solo il furore in quelle terre sa essere. Il brutale arcaismo dei processi non risparmiava niente e nessuno, e mancava nei poteri giudiziari ogni necessità di conoscere le idee cosmologiche di chi processavano. Alla calunnia fu data larga circolazione. Come conseguenza di questo contesto allucinante i Perfetti finirono uccisi quasi tutti e di loro si perse ogni traccia. 
 
Le comunità catare furono allo sbando, senza alcuna istruzione adeguata. Per questo motivo si ingenerarono esiti demonolatrici: i discendenti dei Credenti, privati delle loro guide, dispersi e isolati, cominciarono a invocavare Satana perché li liberasse dal pestifero Dio della Chiesa di Roma. Le ultime tracce note dell'esistenza del Catarismo in quelle terre risalgono agli inizi del XIV secolo (Inquisizione di Krems, 1315). Per maggiori dettagli rimando a Lambert (2001). In diverse regioni dell'Italia e della Linguadoca, l'estirpazione delle Chiese Catare ebbe come conseguenza il persistere di una forte ostilità al clero cattolico e ai suoi sacramenti. Alla fine del XIII secolo, quando ancora esistevano fedeli della religione dualista in Italia, ormai l'opposizione alla Chiesa Romana si esprimeva soprattutto con rituali sacrileghi. Si ha testimonianza di numerosi episodi come quello accaduto ad Orvieto nel 1295, in cui alcuni uomini hanno rubato una pisside per defecarci detro. Sembra una sorta di rudimentale messa nera. 
 
Se la Fede pura dei Buoni Uomini dovette agonizzare nel corso dei secoli, le sue degenerazioni non sono mai davvero morte. Infatti così dobbiamo considerare il Satanismo nelle sue varie tipologie, soprattutto quella Luciferiana: un pronipote tralignante che si sviluppò in alcune zone dal tardo Catarismo in agonia. Privato di ogni contenuto filosofico elevato, permane tuttora vitale. Può infatti essere in qualche modo descritto come una forma grossolana di dualismo religioso, seppur molto distante dalla sua interpretazione genuina e dall'humus culturale da cui ebbe origine. Infatti per la massima parte dei satanisti il Demonio è concepito come un Demiurgo buono, e la sua opera - la materia - è considerata desiderabile. Per colmo del paradosso, quello che gli adepti chiedono con insistenza a Satana consiste in beni mondani e in piaceri sessuali che i Perfetti Catari avrebbero potuto soltanto disprezzare. 

Ancora una volta si dimostra come chi è inquadrato in una concezione dominante faccia fatica a comprenderne una differente. Moltissime persone rimangono esterrefatte sentendosi descrivere una religione che reputa Cristo buono ma che al contempo ritiene il Creatore del mondo visibile come un mostro maligno. Presso la massa dei cattolici non esiste neppure chiara la distinzione tra Gesù (inteso come Gesù di Nazareth, localizzato nel tempo e nello spazio) e l'entità cosmogonica responsabile dell'universo e della vita. Anzi, molti negano con pervicacia questa distinzione, e pensano a un universo creato da un uomo chiamato Gesù di Nazareth. 
 
Se per i Catari Satana ha molti attributi del Creatore della tradizione cristiana nicena, non vi esiste una figura corrispondente per ontologia al Satana di cui parla la Chiesa di Roma. Ancor meno concepibile è il Satana razionalista che tanta influenza ha avuto sulla cultura del XIX e del XX secolo. Quello Spirito di Libertà, di Intelligenza e di Progresso, come lo intesero Bakunin, Baudelaire e Carducci, non ha alcun posto nella teologia dei Buoni Uomini. La sua esistenza sarebbe una contraddizione in termini. Implicherebbe infatti un ribelle all'opera del Creatore Malvagio (che è il Geova dei sacerdoti), ma questo ribelle non potrebbe coincidere con il Dio Buono, e sarebbe inoltre costretto a partecipare della stessa essenza del suo nemico, sguazzando nell'accoppiamento e nella grezza materialità.