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giovedì 15 dicembre 2022

CANOSA LONGOBARDA

Romano Colizzi, ricercatore indipendente impegnato in ricerche sui Longobardi nel Salento, è l'autore dell'articolo Le Pergamene di Conversano Tracce longobarde (2005), consultabile liberamente nel sito della Provincia di Brindisi. Ecco il link: 


A puro e disinteressato scopo di conoscenza mi avvalgo del sacrosanto diritto di citazione. Questo riporta Colizzi nella sua opera sommamente lodevole e meritoria: 

"Oltre ai boni homines(1) che avevano raggiunto una posizione di rispetto e a coloro che si erano inseriti nelle posizioni offerte - anche se onorifiche e a livello minimo - dai Bizantini, ciò che emerge dalle carte è che i discendenti dei Longobardi, che si erano impadroniti di gran parte della proprietà rurale, ora formano una società di piccoli proprietari, alcuni, però, abbastanza agiati, se nel 915 (c. 3) Grimoaldo, imperialis spatharius candidatus, con la moglie Adelgrima, figlia del gastaldo Madelfrit, può donare al monastero di San Leucio, vicino a Conversano, ingenti proprietà formate da case, terreni, cisterne, buoi, pecore, maiali, asini, giumente e cinque servi. Non tutti vivono negli agi. La situazione sociale è un riflesso delle difficoltà politiche dei Longobardi e della contea di Capua in particolare. Sin dalla lettura della prima pergamena (a. 901), siamo come immersi in un mondo longobardo. Ermefrid di Canosa vende insieme alla moglie Trasiperga, alla quale "in die nuptiarum, secundum ritus gentis nostre Langobardorum" concesse il morgincap, a Iannipertus tutti i poderi ereditati dalla madre. Trasiperga, assistita dai parenti come vuole il mundio, interrogata dal giudice, afferma che nessuno le ha fatto violenza e che agisce liberamente. Viene invocato, con approssimazione, l'art. 22 delle leggi di Liutprando: "Si mulier res suas consentiente viro suo, aut comminiter venundare voluerit, ipse qui emere vult, vel illi qui vindunt, faciant noditiam ad duos vel tres parentes illius mulieris, qui propinquiores sunt [.......]. ('Se una donna vuole vendere i suoi beni con il consenso di suo marito o in comune [con lui], colui che vuol comprare o coloro che vendono ne diano comunicazione a due o tre parenti della donna, di quelli che le sono più prossimi [.......]'). I beni - secondo il primo editore di queste pergamene, Morea - vengono ceduti a prezzi non alti, segno di un impoverimento di questa classe di proprietari. Canosa, da dove proveniva Ermefrid, fu ripetutamente devastata e bruciata tra l'813 e l'875. Dei 21 antroponimi che compaiono nell'atto, ben 17 sono longobardi." 

(1) Con la locuzione boni homines si intende in questo contesto una classe di persone privilegiate che contribuivano tra le altre cose alla nomina dei giudici e dei curiales. Non hanno nulla a che vedere con gli omonimi Boni Homines della religione Catara (nota mia). 

Etimologie degli antroponimi:

Molti antroponimi longobardi o di altra origine germanica erano diffusissimi in molte zone dell'Italia medievale. Tuttavia, a Canosa e in molti altri luoghi della Puglia si segnala una loro particolare concentrazione. Sono chiare prove di una lunga persistenza della lingua longobarda come realtà viva e vitale. Eppure siamo nei secoli IX-X, dopo la fine del Regno Longobardo, per quanto possa non piacere ai romanisti e al sistema scolastico italiano. 

Adelgrima 
Protogermanico: *Aþalagrīmō 
    (< *aþalaz "nobile" + *grīmō "maschera")
   Significato: "Nobile Maschera" 
Nota: 
La protoforma *grīmō "maschera (dell'elmo)", deriva probabilmente dall'aggettivo *grimmaz "terribile", esso stesso di origine incerta. 

Ermefrid 
Protogermanico: *ermanafriþuz  
   (< *ermanaz "immenso" + *friþuz "pace")
   Significato: "Pace immensa"

Grimoaldus 
Protogermanico: 
   (< *grimmaz "terribile" / *grīmō "maschera"
    + *waldaz "che domina")
  Significato: "Principe Terribile", "Principe della maschera"  
Nota: 
La protoforma *grīmō "maschera (dell'elmo)", deriva molto probabilmente dall'aggettivo *grimmaz "terribile", esso stesso di origine incerta. 

Iannipertus 
L'antroponimo deve essersi formato in epoca cristiana. 
  (< Iōhannēs "Giovanni" + *berχtaz "splendente") 
  Significato: "Giovanni splendente" 
Nota: 
Un interessante nome ibrido.

Liutprando 
Protogermanico: *Leuþibrandaz 
   (< *leuþiz "gente" + *brandaz "tizzone", "spada") 
  Significato: "Spada delle genti" 
Nota: 
È il nome del Re dei Longobardi (690 - 744), autore di leggi che erano citate quasi a memoria in Puglia, ancora secoli dopo.   

Madelfrit 
Protogermanico: *Maþlafriþuz 
   (< *maþlan "riunione" + *friþuz "pace") 
   Significato: "Pace della riunione"

Trasiperga 
Protogermanico: *Þrasōbergō 
   (< *þrasō "minaccia" + *bergō "protezione")
   Significato: "Protezione dalla minaccia" 

Sono convinto che ad eventuali lettori potrebbe piacere esplorare le ricostruzioni della lingua protogermanica. Riporto così la sezione del Wiktionary in inglese che contiene molti dati utili, anche se l'ortografia usata non è identica a quella che utilizzo. 


Conclusioni:

Questa indagine linguistica e storica ha anche un aspetto molto divertente. Trovo che sia molto probabile che l'eroico Lino Banfi, nato Pasquale Zagaria (1936 - vivente), provenga da questa gloriosa stirpe. Forse è addirittura un diretto discendente di Ermefrid da Canosa, anche se la sua famiglia era della vicina Andria! 

martedì 13 dicembre 2022

I TODESCHI DI ARENZANO: UNA MINORANZA GERMANOFONA NELLA LIGURIA MEDIEVALE

Tutti conoscono gli Altoatesini, eppure non sono gli unici parlanti di una lingua germanica in Italia. Anche se nel sistema scolastico italiano non viene insegnato, esistono ancora oggi sul territorio nazionale diverse minoranze linguistiche germaniche, che risalgono a migrazioni medievali di Bavari (Cimbri, Mocheni, Saurani, Sappadini, Timavesi, tedescofoni della Val Canale) e Alemanni (Walser, diffusi nel Piemonte alpino e in Valle d'Aosta). Anche se ormai sono in un grave stato di decadenza, se ne ha estesa documentazione. Già in epoca rinascimentale qualche studioso si interessò a queste comunità alloglotte, ipotizzando che potessero risalire alle cosiddette "Invasioni barbariche". Anche se tale idea si è rivelata errata, resta sempre una domanda: sono esistite isole linguistiche germaniche di origine più antica di quelle a noi conosciute, poi estinte? Certo che sì. Più si va indietro nel tempo, più si possono trovare tracce di comunità nate da migrazioni giunte da Oltralpe, quindi incastonate nel mondo romanzo e in seguito assimilate, disperse. Ne troviamo traccia anche in zone insospettabili, come la Liguria.

Fiorenzo Toso (Sassari) è l'autore dell'articolo Contributo allo studio della toponimia in Liguria: i nomi di luogo del comune di Arenzano (Genova) in prospettiva storica, pubblicato sulla Rivista Italiana di Onomastica (RION), volume XVII (2011), 2 (Società Editrice Romana).

Questo è quanto riportato a pagg. 531-532:   

"La tradizione insistente che parla di un ripopolamento della costa arenzanese a partire dalle valli dell’entroterra dopo la fine delle scorrerie saracene, verso il 1000, sembra dunque non priva di fondamento, e tale trasferimento potrebbe avere coinvolto i discendenti di un insediamento germanico la cui relativa persistenza culturale, se non linguistica, potrebbe risultare confermata (per quanto questo genere di considerazioni sia sempre arrischiato), da una discreta fedeltà a un’antroponimia germanica 37 protrattasi anche successiva mente (secondo quanto pare risultare, almeno, dall’abbondanza di cognomi tradizionali della stessa origine).38"

Questo è il testo della nota 37, sommamente interessante, di cui consiglio l'attenta lettura:

"Per quanto assai poco probante, considerando la diffusione ampia di antroponimi di deri
vazione germanica nella Liguria medievale, è significativa l’abbondanza di nomi di questa origine relativi a personaggi provenienti da Arenzano menzionati nella documentazione medievale. Senza voler offrire un panorama esaustivo, basto qui ricordare (da varie fonti citate da DE NEGRI 1953): Rotulfo de Airençano de Terralba (1190), Arnaldo Arpavegia, Anselmo Caito (1191), Anfuxius Caito, Ansaldo da Arenzano, Anselmo da Arenzano, Vivaldo da Arenzano (1198), Anselmo Maçanar, Blavasco da Arenzano (1205), Vivaldo Baili (1210), Retulfo di Arenzano (1233), Ansaldo di Arenzano (1258-68), Lanfranco Pelle, Vivaldo de Redulfo (1264), Loterengo di Arenzano (1274), Enrico da Arenzano, Guglielmo da ArenzanoCanuto da Arenzano, Gualtiero da Arenzano, Guglielmo Portino (1289-90, tutti trasferiti nella colonia genovese di Caffa), Gandolfo Airaldi, Enrico Meraldo (1300, a Famagosta), Percivale da Arenzano, Bartolino di Guasco (1300, alla Pera), Gio Garibaldo, Oberto Chiosonio (1343-46), e ancora (da VLSB : I .1, 96) Vivaldus Buga de Arenzano (1268), Ansaldo draperio de Arenzano (1268), Todiscus de Arenzano (1408), e così via. Suggestiva, anche se evidentemente non la si può collegare a una persistenza “etnica” remota, è anche la denominazione, nel 1191, di una spiaggia «in Arenzano, in ora que dicitur todesca» ( VLSB: I.1, 96)." 

Questo è il testo della nota 38

"Nell’onimia locale spicca ancor oggi per altissima frequenza il cognome Anselmo (e Anselmus è documentato a Genova nel 964, PETRACCO SICARDI 1985: 29, e ad Arenzano dal 1191), che come nel caso di altri gentilizi arenzanesi ha rivestito a lungo una funzione “territoriale”, coinvolgendo famiglie di una precisa area dell’entroterra, la cui originaria parentela non è affatto provata: come per altri cognomi della zona, così, è tuttora necessario un complesso sistema di numiaggi (soprannomi) per facilitare l’individuazione delle persone. Tra gli altri cognomi di origine germanica, vanno ricordati gli estinti Enrile e Bianco, l’ancor frequente Roba col derivato Robello, gli ormai rari Tixe (< TISO) e Isetta/Izetta (cfr. i nomi propri italiani Isa, Isabella, Isotta, ecc.), i vari Ghiglini/Ghigin, Ghigliotti/Ghigiòtti, Ghigliazza/Ghigiassa (da WILJAN ‘volontà’, cfr. il nome proprio Guglielmo, attraverso Guilia, Wilia attestato a Genova verso il 1150, cfr. DE FELICE 1978). 

Per quanto Toso si mostri fondamentalmente scettico, quasi per paura del dogma dei romanisti, dobbiamo riconoscere che qualcosa di importante lo ha scoperto. Affermo senza timore di smentita l'esistenza di un'isola alloglotta ad Arenzano, dove era parlata ancora in epoca tarda una forma di longobardo, che non era ancora estinta quando il borgo fu ripopolato con valligiani deportati dall'interno. 

Alcune etimologie antroponimiche: 

Molti antroponimi longobardi o di altra origine germanica erano diffusissimi in molte zone dell'Italia medievale. Tuttavia, in Arenzano si segnala una loro particolare concentrazione. Sono particolarmente interessanti.  

Airaldi 
Forma protogermanica: *χariwaldaz 
   (< *χarjaz "esercito" + *waldaz "che domina")
  Significato: "Principe dell'Esercito" 
Nota: 
La terminazione -i indica tipicamente un patronimico: Gandolfo Airaldi = Gandolfo figlio di Airaldo. Così sono nati moltissimi cognomi italiani.

Anfuxius 
Forma protogermanica: *Χandufunsaz 
   (< *χanduz "mano" + *funsaz "pronto")
 Significato: "Pronto di mano"

Ansaldo 
Forma protogermanica: *Ansuwaldaz 
   (< *ansuz "semidio" + *waldaz "che domina")
  Significato: "Principe dei Semidei"

Anselmo 
Forma protogermanica: *Ansuχilmaz 
   (< *ansuz "semidio" + *χilmaz "elmo, protezione")
  Significato: "Protezione dei Semidei"

Arnaldo 
Forma protogermanica: *Arnuwaldaz 
   (< *arnuz "aquila" + *waldaz "che domina") 
  Significato: "Principe delle Aquile" 

Blavasco 
Forma protogermanica: *Blǣwiskaz 
   (< *blǣwaz "blu", "azzurro")
  Significato: "Bluastro"
Nota: 
In longobardo esistono molte attestazioni di un suffisso derivato dal protogermanico -*askaz, usato accanto al ben noto suffisso -*iskaz (da cui tedesco -isch, inglese -ish). Non si è mai capita l'origine di questa forma alternativa. Alcuni la reputano ligure, ma la cosa non mi pare plausibile.

Caito 
Forma protogermanica: *Gaiðaz 
   (< *gaiðō "punta della lancia") 
  Significato: "Punta di lancia" 

Chiosonio 
Forma protogermanica: *Keusǣn, *Keusōnjaz  
   (< *keusanan "scegliere")
  Significato: "Colui che sceglie"
Nota: 
Il cognome Chiosoni è ancora diffuso nella stessa zona ligure. 

Gandolfo 
Forma protogermanica: *Gandawulfaz 
   (< *gandaz "demone" + *wulfaz "lupo") 
  Significato: "Lupo dei Demoni"

Garibaldo 
Forma protogermanica: *Gaizabalþaz 
   (< *gaizaz "lancia" + *balþaz "audace") 
  Significato: "Audace di lancia" 

Guglielmo 
Forma protogermanica: *Wiljaχilmaz 
   (< *wiljǣn "desiderio" + *χilmaz "elmo, protezione") 
  Significato: "Protezione del desiderio" 

Lanfranco 
Forma protogermanica: *Landafrankaz 
  (< *landan "terra, territorio" + *frankaz "giavellotto")
  Significato: "Giavellotto del territorio" 

Loterengo 
Forma protogermanica: *Χlūðaχaringaz
  Significato: "Discendente di Esercito Famoso" 
   (< *χlūðaz "famoso" + *χarjaz "esercito + -*ingaz,
    suffisso indicante discendenza)
Nota: 
Un nome della tradizione dei Franchi. Si è chiaramente formato in epoca tarda. 

Meraldo 
Forma protogermanica: *Marīwaldaz 
   (< *marīn "mare" + *waldaz "che domina") 
  Significato: "Principe del Mare" 
N.B.
Si noti l'Umlaut palatale (la vocale -a- che diventa -e- per influsso di una successiva vocale -i- poi scomparsa), indice della tarda epoca di sopravvivenza della lingua longobarda. 
Esiste anche il nome Maraldo, che però è dal protogermanico *Mǣriwaldaz "Principe Famoso" (< *mǣriz "famoso" + *waldaz "che domina"). 

Oberto 
Forma protogermanica: *Xuγuberχtaz 
   (< *χuγuz "intelletto, mente" + *berχtaz "splendente")
  Significato "Splendente d'Intelletto" 
N.B. 
L'intelletto era inteso come uno dei due corvi di Godan, proprio come Huginn nella tradizione norrena.

Redulfo, Retulfo 
Forma protogermanica: *Raiðawulfaz 
    (< *raiðaz "pronto, rapido" + *wulfaz "lupo") 
  Significato: "Lupo rapido" 

Rotulfo
Forma protogermanica: *Χrōþiwulfaz 
    (< *χrōþiz "fama" + *wulfaz "lupo") 
  Significato: "Lupo della fama" 

Todiscus 
Forma protogermanica: *Þeuðiskaz "della tribù",
    "del popolo" 
   (< *þeuðō "tribù", "popolo" + -*iskaz, suffisso aggettivale) 
Nota: 
Rimanda all'istante al toponimo ora todesca "spiaggia tedesca". Si consideri la sua datazione molto tarda dell'antroponimo (inizi XV secolo) come prova della persistenza della memoria di un'origine alloglotta. 

Vivaldus  
Forma protogermanica: *Wīγawaldaz 
    (< *wīγan "combattimento" + *waldaz "che domina")
  Significato: "Principe del combattimento" 

Sono convinto che ad eventuali lettori potrebbe piacere esplorare le ricostruzioni della lingua protogermanica. Riporto così la sezione del Wiktionary in inglese che contiene molti dati utili, anche se l'ortografia usata non è identica a quella che utilizzo. 

Conclusioni: 

Dobbiamo raccogliere informazioni e connetterle senza sosta, in modo tale da ricostruire un passato dimenticato, cercando di estrarlo dal Nulla in cui è stato fatto sprofondare da studiosi ideologizzati. 

venerdì 9 dicembre 2022

ETIMOLOGIA LONGOBARDA DEL TOPONIMO GHISOLFA

A Milano si trova un quartiere detto Ghisolfa, situato nella zona nordoccidentale della città. Non c'è una chiara delimitazione, ma nell'uso popolare si indica con questo toponimo l'area adiacente al cosiddetto cavalcavia Bacula (dal nome di un eroe della Grande Guerra), conosciuto per l'appunto come Ponte della Ghisolfa e noto per ospitare un famoso Circolo Anarchico che ne trae nome, essendo uno dei più attivi e longevi dell'intera Italia. Lo sviluppo del quartiere è avvenuto nei due dopoguerra dello scorso secolo, lungo la massicciata delle Ferrovie dello Stato e delle Ferrovie Nord. Andando indietro nel tempo, si risale a due cascine, denominate per l'appunto Ghisolfa e Ghisolfetta - il nome della seconda è chiaramente un diminutivo di quello del primo. 

Una sintetica nota etimologica

Il toponimo in questione deriva da uno stesso nome di persona portato da due proprietari Longobardi. Eccone l'etimologia: 

Protogermanico: *Gīslawulfaz
Significato: "Lupo degli Ostaggi" 
   (< *gīslaz "ostaggio" + *wulfaz "lupo")
Uso: Antroponimo maschile
   Esito longobardo: Ghisulf 
     Varianti ortografiche: Gisulf
     Varianti latinizzate: Ghisulfus, Gisulfus, Gisulphus,
          GisolfusGisolphus, Kisulfus, Gysolphus 
     Morfologia: 
       Forma plurale: *Ghisulfos, *Ghisolfas 
       Forma genitiva plurale: *Ghisulfo, *Ghisolfa 
N.B.
La terminazione di Ghisolfa non può essere un corrispondente femminile dell'antroponimo in -ulf, ed è molto implausibile che possa esserne una derivazione aggettivale. Basta conoscere la morfologia delle lingue germaniche antiche per comprendere che la vera spiegazione deve essere un'altra: l'ipotesi che si tratti di un genitivo plurale, poi fossilizzato, risolve ogni problema.



Peculiarità fonetiche: 
Si nota la dissimilazione, con eliminazione della liquida -l- di *gīslaz cosa che ricorre in numerosissimi antroponimi, in genere come secondo membro di un composto. Gli esiti in longobardo sono questi: 

-ghis, -ghisi  
-gis, -gisi  
-chis, -chisi 
-cis, -cisi
-his, -hisi  

L'unica forma composta femminile attestata sembra essere Adelchisa (e varianti), ma esiste la forma semplice Gisa

Non concordo con l'interpretazione di Colizzi (2022) ed altri, che ricostruiscono un protogermanico *gīsa- col significato di "germoglio". 

Come primo elemento di antropinimi composti abbiamo invece le seguenti varianti: 

gisi-, gise- 
gisel-, gisil-, gisal-  
gisen-  

Una variante di Ghisulf, Gisulf è senza dubbio Gisalolfus (con liquida conservata). Rimandiamo ad altra sede l'approfondimento dei dettagli patafisici di questa radice. 

Trafila semantica: 
Possiamo intuire facilmente i processi di slittamento semantico alla base della formazione del toponimo. Eccoli: 

"(cascina) dei (due) Ghisolfi" => Ghisolfa 

Purtroppo non sappiamo altro di questi due uomini nobili, entrambi chiamati Ghisulf

Conclusione  

Questa etimologia toponomastica mette in luce alcuni elementi che raramente sono studiati: i morfemi della lingua dei Longobardi, che chiaramente derivano dall'evoluzione naturale di quelli del protogermanico e che possono essere ricostruiti a partire dai documenti disponibili. La linguistica ci offre mezzi potenti, che non vengono quasi mai utilizzati appieno per colpa dell'ideologia e della chiusura mentale. 

mercoledì 7 dicembre 2022

ETIMOLOGIA LONGOBARDA DEL TOPONIMO AFFORI

Tra i molti quartieri di Milano, uno ha un nome particolarmente bizzarro e degno di nota: Affori. Si trova nella periferia settentrionale della città. "Vi si trovano cascine, palazzi d'epoca dei primi novecento, ville e case borghesi, edilizia popolare del boom anni sessanta e bei condomini recenti" (Fonte: Tripadvisor). Un tempo il toponimo in questione era famoso e dava nome a una locuzione di uso corrente: la Banda d'Affori. Esisteva anche una canzone popolare milanese intitolata Il tamburo della Banda d'Affori (1942), testo di Mario Panzeri e Nino Rastelli, interpretata da Aldo Donà e in seguito dal mitico Nanni Svampa. Faceva così: "L'è 'l tamburo principal della Banda d'Affori, ch'el comanda cinquecentocinquanta pifferi". Tale banda musicale è stata fondata nel 1853 da un piccolo gruppo di appassionati di musica, divenendo poi un corpo bandistico importante. Risulta attiva ancora oggi. 

Toponimo: Affori 
Forme milanesi: Affor, Affer
Pronuncia: /'afur/, /'afer/ 
(accento sulla prima sillaba)

Attestazione antica: 
Affoni 
Pronuncia: /'affoni/ 
(accento sulla prima sillaba) 
Varianti: Afoni, Afori, Avori 
Epoca della prima attesazione nota: Anno 915. 
Documento: Codice Diplomatico Longobardo. 
Riferimento: Colonna 796/d 
Testo: Signum manus Ambrosii de loco Affoni. 
Altre datazioni: Afoni (anno 1006), Afori (anno 1009; anno 1214), Avori (anno 1019).
Nota: 
Le circostanze in cui si è prodotto il rotacismo della nasale -n- sono oscure. Secondo i romanisti, l'alternanza -r / -n rilevata nelle trascrizioni Afori / Afoni sarebbe analoga a quella riscontra negli antroponimi Cristoffer / Cristoffen "Cristoforo" o Melchiorre / Marchionn. Tuttavia, in questi casi la forma con -r- è quella originale, mentre risulta chiaro che nel caso di Affori la forma più antica è quella in -n-.  

False etimologie latine 
 
1) Latino Ad fontem "Alla fonte"; 
2) Latino Ad forum "Al mercato";  
3) Latino A foris "Da fuori", "Fuori (Milano)", da Sancta Iustina a foris, supposto nome della chiesa del paese, per distinguerla da un'altra chiesa di Santa Giustina, collocata in Milano presso Porta Romana. 
4) Latino Ad forem "Alla porta", "All'entrata", riferito al borgo intorno alla chiesa di cui sopra, intesa come "chiesa foranea". 
Note: 
Questi rozzissimi tentativi di spiegazione, frutto di latinisti rudimentali di qualche parrocchia sprofondata nel coma storico, sono a dir poco insensati. Non è possibile che l'accento sia passato sulla preposizione, che è per sua natura atona.  Parole come fontem, forum e simili non possono essere tagliuzzate o ridotte a mere terminazioni atone seguendo le bizze dell'arbitrio. Anche ammettendo tali stupide pseudoetimologie, gli esiti in milanese sarebbero stati questi, tutti con l'accento sull'ultima sillaba: 
1) *Affont /*a'funt/ 
2) *Affœur /*a'för/
3) *Affœur /*a'för/ 
4) *Affœur /*a'för/ 
Tutto ciò è in contrasto con la realtà dei fatti. Contra factum non fit argumentum

Ulteriori false etimologie 

i) Il toponimo Affori deriverebbe dall'antroponimo latino Afer alla lettera "Africano", attestato in un'iscrizione su lapide (CIL V, 5864). Se così fosse, troveremmo nei documenti il genitivo Afri, cosa che non avviene. Questo tentativo etimologico contraddice le attestazioni.
ii) Secondo un'ipotesi trovata nel magma informe del Web, il toponimo Affori sarebbe da accostarsi al seguente antroponimo:  
 
Antico inglese: Offa, nome di un Re degli Angli 
Varianti: Wuffa, Uffa 
Etimologia: 
L'antroponimo si spiega come un ipocoristico dell'antico inglese wulf "lupo". 
Un simile antroponimo longobardo attestato: Hoffo
(la consonante h- non è etimologica ed era muta; vedi Colizzi, 2022). 
Nota: 
Come si può ben vedere, questo tentativo etimologico non può spiegare le attestazioni storiche. Il vocalismo è incompatibile con quello di Affoni, etc.

L'etimologia più plausibile 

Protogermanico: *apǣn 
Ricostruzioni alternative: *apô 
Genere: maschile 
Significato: "scimmia"; "persona stupida" 
    Esito antico alto tedesco: affo "scimmia" 
         Esito medio alto tedesco: affe "scimmia"
         Esito tedesco moderno: Affe "scimmia"
    Esito longobardo: *apho, *affo "scimmia" 
    Esito antico sassone: apo "scimmia"
    Esito antico inglese: apa "scimmia"
        Esito medio inglese: ape, aape, eape "scimmia"
        Esito inglese moderno: ape "scimmia"
    Esito norreno: api "scimmia"; "persona stupida" 
    Esito gotico: *apa "scimmia" 

Questa è la declinazione protogermanica ricostruibile: 

Singolare:
nominativo: *apǣn
vocativo: *apǣn
accusativo: *apanun
genitivo: *apiniz 
dativo: *apini  
strumentale: *apinǣ 

Plurale: 
nominativo: *apaniz
vocativo: *apaniz
accusativo: *apaniz
genitivo: *apanôn
dativo: *apammaz
strumentale: *apammiz 


Questa è la declinazione dell'esito antico alto tedesco:

Singolare: 
nominativo: affo 
accusativo: affon, affun 
genitivo: affen, affin 
dativo: affen, affin 

Plurale: 
nominativo: affon, affun
accusativo: affon, affun 
genitivo: affôno 
dativo: affôm, affôn 

Questa è la declinazione dell'esito longobardo ricostruibile: 

Singolare: 
nominativo: *apho, *affo 
accusativo: *aphon, *affon 
genitivo: *aphon, *affon 
dativo: *aphon, *affon 

Plurale: 
nominativo: *aphon, *affon 
accusativo: *aphon, *affon 
genitivo: *aphono, *affono 
dativo: *aphon, *affon 

Forme latinizzate alla base del toponimo: 
genitivo singolare: Affoni 
nominativo plurale: Affoni 

Semantica 

La possibilità sono due: 

a) L'abitato ha tratto il nome dal suo fondatore, che si sarebbe chiamato Affo "Scimmia"; 
b) L'abitato ha tratto il nome dalla sua popolazione, che avrebbe avuto una fama di scarsa intelligenza e di stupidità. Il senso di "persona stupida" è ben attestato in norreno e dovette essere comune. Esempio: norreno margr verðr af aurum api "i soldi rendono la gente (come) una scimmia". 

Dal momento che le attestazioni di Affoni e varianti sembrano essere genitivi singolari (es. de loco Affonivico Afori, locus Afori, loco et fundus Avoni, etc.), l'interpretazione favorita è la prima: Affoni = di Affo. Se valesse la seconda, dovremmo assumere che Affoni è una forma indeclinabile, il che porrebbe qualche problema morfologico.  

Conclusioni 

Colgo l'ennesima occasione per stigmatizzare Google, che smuove la polvere e diffonde i deliri di dilettanti ormai ricomposti negli ossari, dando loro un'immeritata autorevolezza - complici le perversioni immonde del sistema scolastico. 

lunedì 28 novembre 2022

ETIMOLOGIA DI MONTJOIE 'GRIDO DI GUERRA DEGLI ESERCITI FRANCESI'

Qualche anno fa, nel corso dei miei studi sulla storia della Normandia, mi sono imbattuto in una singolare esclamazione in un testo in antico francese. Si tratta di un grido di guerra usato dagli eserciti francesi e associato ai Re di Francia: Montjoie! Ho riportato un testo in cui compare questa voce oltremodo interessante, nell'articolo Toret e Tur: Thor in Normandia


A quanto pare cose simili sono conosciute da pochi e non è facile scovarle nel vasto panorama dello scibile umano. Per così dire, sono "note a piè di pagina nei manuali di storia"

Genere grammaticale: femminile 
Varianti medievali: 
monjou, montjoye, monjoye, mongoye, munjoie, moun-joie, monyoye
Significati:  
i) grido di guerra degli eserciti francesi
ii) nome della spada di Carlo Magno 
iii) nome del Re di Armi di Francia 
iv) bandiera (che indica la marcia dell'esercito)
v) un cognome 
vi) mucchio di terra 
    Glossa latina: congeries terrae 
    Glossa francese: tas, butte, motte   
vii) mucchio di pietre (simile agli idoli di Giove Pennino della Valle d'Aosta)
    Glossa latina: congeries lapidum 
    Glossa francese: tas  
viii) pietra eretta, stele o mucchio di pietre utilizzato per delimitare un percorso di transumanza, un itinerario di pellegrinaggio, per delimitare un territorio, per commemorare una battaglia.
ix) gran quantità (alla lettera "mucchio") 

Forma estesa del grido di guerra: 
Montjoie Saint Denis!
Varianti:
Montjoie-Saint-Denis!
Montjoie! Saint Denis!  
Montjoie et Saint Denis! 
 
Analogamente esistevano altri simili gridi di guerra, formati allo stesso modo: 
Montjoie Saint André! "grido di guerra dei Duchi di Borgogna"
Montjoie Saint Georges "grido di guerra dei Re Plantageneti d'Inghilterra"

Pronuncia in lingua d'oïl: /mon(t)'dʒojə/ 
Pronuncia in francese moderno: /mɔ̃'tʒwa/ , /mɔ̃'ʃwa/
Forma italianizzata: Mongioia


Alcune note etimologiche 

False etimologie: 
1) Latino Mons Gaudii "Monte della Gioia"
2) Latino Mons Iovis "Monte di Giove" 
3) Latino monticulus "piccolo monte" 
4) Latino manuciola, plurale di manuciolum, diminutivo di manica, glossato come "capulus, locus in quo mortui efferuntur" (Roblin, 1950). 

Origine leggendaria: 

Montjoie era un altro nome della leggendaria bandiera di Carlo Magno, denominata comunemente Orifiamma (francese Oriflamme).
Forma latina: Aurea flamma 
Forma originale francone: *Goldfiur

La vera etimologia germanica di Montjoie 

Si tratta di una frase fossilizzata. 

Protogermanico: *mundō gawjōn
Significato: "proteggi il territorio!" 
Traduzione libera: "proteggi la Patria!" 
Francone antico: *mund gawia

La radice verbale ha dato come esito l'antico alto tedesco muntôn "proteggere", medio alto tedesco munden id.

Il nome protogermanico del territorio presenta due forme distinte, una di genere neutro e una di genere femminile.

1) Prima variante: 

Protogermanico: *gawjan 
Significato: "distretto, territorio", "area" 
Genere grammaticale: neutro 

Declinazione: 

Singolare: 
nominativo: *gawjan 
vocativo: *gawjan 
accusativo: *gawjan 
genitivo: *gawjas, *gawis 
dativo: *gawjai 
strumentale: *gawjō 

Plurale: 
nominativo: *gawjō
vocativo: *gawjō
accusativo: *gawjō
genitivo: *gawjōn
dativo: *gawjamaz
strumentale: *gawjamiz 

Questi sono gli esiti nella lingua gotica di Wulfila: 
gawi "territorio, distretto"
genere grammaticale: neutro 

Declinazione: 

Singolare: 
nominativo: gawi 
vocativo: gawi
accusativo: gawi
genitivo: gaujis 
dativo: gauja 

Plurale: 
nominativo: gauja
vocativo: gauja
accusativo: gauja
genitivo: gauje 
dativo: gaujam 

Questi sono gli esiti nell'antico alto tedesco: 
gawi, gowi, gouwigewi 
genere grammaticale: neutro 

Declinazione: 

Singolare: 
nominativo: gawi, gowi, gouwi, gewi  
vocativo: gawi, gowi, gouwi, gewi 
accusativo: gawi, gowi, gouwi, gewi  
genitivo: gawes, gowes, gouwes, gewes 
dativo: gawie, gawe, gowies, gowe, gouwie, gouwe, gewie, gewe 

Plurale: 
nominativo: gawi, gowi, gouwi, gewi 
vocativo: gawi, gowi, gouwi, gewi 
accusativo: gawi, gowi, gouwi, gewi 
genitivo: gaweo, gawio, goweo, gowio, gouweo, gouwio, geweo, gewio
dativo/strumentale: gawium, gowium, gouwium, gewium  
2) Seconda variante: 

Protogermanico: *gawjō
Significato: "distretto, territorio", "area" 
Genere grammaticale: femminile 

Declinazione: 

Singolare: 
nominativo: *gawjō
vocativo: *gawjō
accusativo: *gawjōn
genitivo: *gawjōz
dativo: *gawjōi 
strumentale: *gawjō 

Plurale: 
nominativo: *gawjôz
vocativo: *gawjôz
accusativo: *gawjôz
genitivo: *gawjôn
dativo: *gawjōmaz
strumentale: *gawjōmiz 

Questi sono gli esiti nell'antico alto tedesco: 
gawagowa, gawiagowia 
genere grammaticale: femminile 

Declinazione: 

Singolare:
nominativo: gawa, gowa, gawia, gowia 
vocativo: gawa, gowa, gawia, gowia 
accusativo: gawa, gowa, gawia, gowia  
genitivo: gawa, gowa, gawia, gowia 
dativo/strumentale: gawu, gowu, gawiu, gowiu

Plurale:  
nominativo: gawā, gowā, gawiā, gowiā
vocativo: gawā, gowā, gawiā, gowiā 
accusativo: gawā, gowā, gawiā, gowiā 
genitivo: gawōno, gaweōnogowōno, goweōno
dativo/strumentale: gawōm, gaweōmgowōm, goweōm 

Il lavoro di Gamillscheg
 
Il primo tentativo di ricostruzione si deve a Ernst Gamillscheg (Neuhaus, 1887 - Gottinga, 1971), che fu professore di lingue neolatine a Innsbruck (1916), a Berlino (1925) e a Tubinga (1947). 
 
*mundgawi 
Interpretazione 1: "protezione del territorio" 
Confutazione: 
La grammatica non torna. 
Interpretazione 2: "proteggi il territorio!" 
Nota: 
L'interpretazione è corretta, ma la forma usata in francone era quella femminile, non quella neutra, come si può constatare dalla sua evoluzione fonetica. 

Una singolare omofonia

Si noterà che la forma accusativa femminile *gawia (< protogermanico *gawjōn) ha subìto la stessa evoluzione del latino gaudia (plurale di gaudium), donde deriva anche l'italiano gioia (evidente prestito dal francese antico): una palatalizzazione secondaria. 
Questa è la trafila fonetica:  

antico francone: gawia /'gaʊja/ => /'gæʊjæ/ => /'gjeʊje/ => /'dʒeʊje/ => /'dʒɔjə/ 
latino volgare: gaudia /'gaʊ(d)ja/ => /'gæʊjæ/ => /'gjeʊje/ => /'dʒeʊje/ => /'dʒɔjə/  

Link utili: 


Conclusioni 

Ancora oggi ci sono romanisti d'accatto che girano in Facebook, giurando e spergiurando, cercando una rivincita sui "Barbari", colpevoli di aver fatto crollare Roma Eterna. Così cercano di annientare tutto ciò che è patrimonio dei Germani, non meno gloriosi della Stirpe di Romolo. Una simile visione è insensata e deve essere confutata usando i dati e la logica.  Bisogna contrastare strenuamente questi residui, queste scorie di un sistema scolastico sclerotizzato! 

sabato 26 novembre 2022

ETIMOLOGIA DI MANIGOLDO

Ormai la parola manigoldo è quasi desueta. L'ultima volta che mi sono imbattuto nel suo uso nella lingua scritta al di fuori dei miei studi, è stato in un racconto di Zio Paperone e Paperino, in cui Paperinik era etichettato come "un gran manigoldo". Per quanto riguarda la lingua parlata, esiste maggior riscontro, ho sentito pochi giorni fa un carissimo amico riferirsi a un politicante definendolo "manigoldo". Se qualche giovane della Generazione Z dovesse sentire qualcuno pronunciare questo termine, si chiederebbe: "Chi è questo babbo?" Oppure sentenzierebbe: "OK, boomer!" Come al solito, è necessario procedere nella ricerca dell'etimologia. Partiamo dunque dai dati disponibili:

manigoldo 
Pronuncia: /mani'goldo/ (con -o- tonica chiusa)
Uso: sostantivo 
Forma plurale: manigoldi 
Forma femminile (obsoleta): manigolda 
Significato: 
  1) individuo malvagio e privo di scrupoli
  2) furfante, briccone, mascalzone (epiteto scherzoso
  3) aguzzino, carnefice 
Glossa inglese: rascal, rogue, scoundrel
Derivati (obsoleti): manigoldaccio, manigoldone, manigolderia



Esempi di frasi: 

Razza di manigoldi! 

Guarda che cosa ha combinato quel manigoldo di tuo figlio!

Poi che d'innumberabil battiture 
Si vide il manigoldo Amor satollo 
(Ariosto)

Diffusione nella Romània: 

La voce è tipica della sola lingua italiana: lo spagnolo manigoldo è un evidente prestito dall'italiano.

Alcune note etimologiche

L'opinione corrente è che l'epiteto manigoldo derivi dall'antico alto tedesco Manegold, attestato nel XI secolo come antroponimo maschile (variante: Mangold; forma latina: Manegoldus, Manegaudus). Per l'esattezza, ci è noto un ecclesiastico alsaziano, Manegoldo di Lautenbach (1040 - circa 1119), che fu teologo e filosofo. Viene ricordato come autore di libelli contro gli eretici e per le sue posizioni anti-imperiali, spinte fino alla giustificazione morale del tirannicidio. Sosteneva la riforma monastica nella sua forma più radicale. Queste sono le sue opere, menzionate più volte nel Web ma in concreto difficilmente reperibili: 

i) Ad Gebehardum liber
ii) Ad Wibaldum Abbatem
iii) De psalmorum libro exegesis 
iv) Contra Wolfelmum Coloniensem
      (Liber contra Wolfelmum)

A quanto sono riuscito ad appurare, Manegoldo di Lautenbach era un convinto terrapiattista: sosteneva che i cristiani non devono necessariamente fare affidamento sulle opere degli autori pagani per quanto riguarda la cosmologia. Quindi polemizzò e tentò di confutare i geografi che sostenevano la geometria sferica della Terra. 

Che fondamento c'è in questa connessione tra il nome del teologo alsaziano e la parola manigoldo? Ben poco, a mio avviso. Secondo i sostenitori di questa teoria etimologica, Manegoldo era talmente odiato per le sue idee che il suo nome sarebbe diventato una parola comune per indicare un malfattore. La cosa pare piuttosto implausibile. Per ovviare a questo problema semantico, è stato da lungo tempo supposto che esistesse un altro famoso Manegoldo, che esercitava la professione del carnefice. Un boia quasi proverbiale, una specie di Mastro Titta del medioevo germanico. Resta il fatto che di un simile personaggio, che mi immagino simile al Boia Scarlatto, non esiste traccia alcuna nella storiografia. Tutto ciò ha l'aria di una storiella costruita ex post

Bisognerebbe smetterla di rimandare tutto a un nome proprio di persona, confidando nel fatto che sia incomprensibile per sua intrinseca natura ("è un nome di persona, cosa dovrebbe significare", disse un cinese a una ragazza che gli aveva chiesto lumi sul perché si chiamasse così). Invece i nomi hanno un significato, anche se spesso si è sclerotizzato e non è più chiaro alle genti da tempo immemorabile. 
L'antroponimo Manegold sarebbe di per sé ben comprensibile al filologo appassionato delle lingue degli antichi Germani: 

Protogermanico: *manaγīwaldaz "che domina le masse"
   (< *manaγīn "folla", "moltitudine";
     -waldaz "che domina") 
Possibili esiti antroponimici in antico alto tedesco: 
ManegoldManigoldMangoldManogold, ManogaldManagoldManagolt, ManigoltMenegald, etc.
Nota: 
Esiste il cognome Menegaldo, particolarmente diffuso in Veneto ma presente anche in Lombardia, Piemonte, Umbria e Lazio (con ogni probabilità per migrazione). 



Se questa fosse la vera origine di manigoldo, come sostenuto ad esempio da Reinold Kapff (1889), potremmo ipotizzare questa catena di slittamenti semantici: 

dominatore di folle => capopopolo, sobillatore => tirannello => malvagio,  malfattore 

Il Vocabolario Etimologico di Pianigiani (prima edizione 1907), non si spinge a tanto, fermandosi al significato originale "colui che domina la gente", aggiungendo queste considerazioni: "lo che però se sta in accordo con un onesto nome di persona, si ribella al significato obbrobrioso, che è annesso alla voce Manigoldo." Ne conclude quanto segue: "Dunque è chiaro che siamo dinanzi a una confusione di nomi, con idee separate e diverse, a meno che il senso di spregio non sia puramente aneddotico."


Ebbene, esiste la possibilità, a lungo sostenuta dagli studiosi, che manigoldo abbia avuto origine nella Langobardia e che si sia quindi diffuso in Germania come antroponimo. 

Etimologia: 

Protogermanico: *mundōwaldaz "che esercita l'autorità" 
   (< *mundō / *munduz "mano", "autorità";
   -waldaz "che domina")
   Esito longobardo: mundoald "tutore", "guardiano legale" 
   Varianti: mundualt 
   Forma tedesca attuale: Mundwald
   Forme italianizzate: mundoaldo, mondoaldo,
        mundualdo, mondualdo 

La radice mund- (chiaramente imparentata alla lontana con il latino manus), ha dato origine al termine legale latinizzato in mundium (Rotari et al.). 

Esempi di attestazioni datate:

si autem mundoald eius [puellae] consentiens fuerit, aut tradederit eam ante ... duodecim annos, conponat in sagro palatio solidos trecentos, et mundium eius amittat, et sit ipsa cum rebus suis in mundio palatii
(717)

si quis fream alienam sine uolontatem de mundoald eius mouere de casa, ubi inhabitat, presumpserit, et alibi duxerit, conponat ille, qui in caput est, pro inlecita presumptione ad mundoald eius solidos numero octonta 
(727)

si ... quiscumque homo, in cuius mundium non est, hoc facere presumserit, conponat uuirigild suum in sagro palatium, et ipsa cum rebus suis sit in potestatem mundoaldi sui
(728)

ubi ipsa femina pro sua necessitatem nuda esse uedetur, pungere uel percutere presumpserit, conponat ad mundoald eius solidos octuagenta
(731)

ut si aliqua iniuria aut obprobrium, ... aut mortem ibi acceperint, nihil ad ipsas mulieres aut ad uiros aut ad mundoald earum conponant illi, qui se defendendum eis aliqua fecerint lesionem
(734)

si quis inuenerit libera mulierem aut puellam per campum suum seminatum ambolantem et uiam indicantem, pignerit eam, et parentes aut mundoald eius conponat pro ipsa solidos sex
(735) 

serui ipsi tradantur in manus mundoald eius, et ipse faciat de eis, quod ei placuerit
(755)

cum illa compositione quam in publico dare debuerunt vel mundoaldo eius
(779)

et Pisana civitas habeat plenam iurisdicionem ... faciendi iusticiam et etiam vindictam et dandi tutores et mundualdos et alia
(1162)

et dandi tutores et curatores et mundualdos et cetera omnia que iudex ordinarius ab imperatore debet habere ex sua iurisditione in suo districtu
(1191)


Potremmo ipotizzare questa verosimile catena di slittamenti semantici che ha portato da mundoald al manigoldo

tutore => uomo oppressivo, tirannico => malvagio,  malfattore => aguzzino, boia, carnefice  

Dal momento che sussisterebbe qualche difficoltà fonetica, possiamo immaginare che tutto si spieghi con la traduzione in latino del primo membro del composto: 
 
Traduzione: mund- "mano, autorità" => mani- 
Motivo della traduzione: formazione in epoca tarda di un gergo italo-longobardo. 

A riprova di ciò, in italiano esiste un'antica variante inattesa di mundoaldo, che è nata dalla stessa operazione di adattamento tramite traduzione: manovaldo. Questa è foneticamente molto affine a manigoldo.

Tentativi etimologici fallimentari 

Sono stati fatti anche altri tentativi di spiegazione, per lo più incentrati sull'idea che il significato originale fosse quello di "boia". Non risultano affatto convincenti. 
1) Jacob Grimm (1785 - 1863) ha ipotizzato un composto antico alto tedesco formato da menni, meinni , da lui tradotto come "collo", e da gold "oro", a significare quindi "collo d'oro". Sarebbe stato dato a un boia particolarmente vanesio o come denominazione ironica. Il composto, ammesso che sia esistito, significherebbe invece "oro del collare". Infatti menni non significa affatto "collo", bensì "collare"; l'ordine delle parole nel composto è sbagliato.  
2) C'è poi la ricostruzione di manigoldo come Manowalt, tradotto come "che maneggia il collare". Tuttavia l'antico alto tedesco mana non significa affatto "collare", bensì "criniera". 
3) Friedrich Kluge (1856 - 1926) ha invece preso il nome composto Managold interpretandolo come "molto potente" (tedesco Vielherrscher) anziché "che domina le masse", ritenendolo un sinonimo dell'antroponimo greco Πολυκράτης.  
4) Un blogger, Michele Rondelli, ha ipotizzato che manigoldo sia una termine italoamericano proveniente da money "denaro" con l'aggiunta di gold "oro". C'è da dire che la sua suggestione non ha alcuna pretesa di essere autorevole. Non sembra avere ben chiaro che Ariosto non avrebbe potuto usare una parola italoamericana, per semplici ragioni di cronologia. Il composto "denaro" + "oro" non è molto solido. Ho tuttavia ritenuto utile riportare anche questa paretimologia.


Conclusioni 

Si ravvisa sempre il solito problema delle proposte etimologiche datate che vengono rese nuovamente popolari da Google, soffocando ogni iniziativa. Mancano studi innovativi nel mondo accademico. Mi rendo conto che un blog non sia il mezzo adatto per trovare soluzioni a problemi tanto gravi, tuttavia non ci sono molte alternative. 

giovedì 24 novembre 2022

UN RELITTO LONGOBARDO IN TOSCANO: PATERACCHIO / PATARACCHIO / PATRAFFIO 'PATTO'

Il fraterno amico P., nato e cresciuto in un poco amabile borgo della Brianza, ha spesso usato la parola pateracchio con il senso di "pasticcio, cosa riuscita male" o come sinonimo di "inciucio", "intrigo". Non so come l'uso della parola pateracchio sia giunto a P., che non ha antenati toscani. Probabilmente ha adottato il termine nell'ambiente scolastico, da qualcuno che lo aveva appreso dai genitori. Volendo indagare l'etimologia della bizzarra parola, ho potuto constatare che è tipica del toscano. Questi sono i dati disponibili:  

pateracchio
Varianti: pataracchio, patraffio
Uso: sostantivo
Forma plurale: pateracchi, pataracchi, patraffi 
Significato: 
 1) patto nuziale 
 2) patto, accordo 
 3) accordo ambiguo, non chiaro 
 4) pasticcio, pastrocchio (gergale
Glossa inglese: pact, covenant; muddle 

Esempi di frasi: 

I ragazzi si conobbero, si piacquero e il pateracchio fu fatto colle benedizioni di ben quarantacinque parenti.
(De Marchi) 

Ma non si deve neppure avvilire il rigore speculativo e la serietà della teologia in pateracchi e compromessi, con la scusa della "pastorale", se non vogliamo trasformare il pastore in un affarista faccendiere e maneggione e i fedeli in animali, pecoroni da allevamento. 
(cit.) 



 
Alcune note etimologiche 

Questo è il composto originale: 

Protogermanico: *faðurfeχu "ricchezza del padre" 
Ortografia alternativa: *fadurfehu  
    (< *faðǣr , *faður- "padre"; *feχu "ricchezza")   



Esito antico alto tedesco: *faterfihu "beni del padre"
(cfr. Otto Schrader, 1929) 
  
Esito longobardo:

Longobardo:  faderfio "beni del padre", "dote paterna"  
Pronuncia: /'faderfio/ 
Varianti: fadarfio 
Varianti ortografiche: phaderfio 
Forme corrotte: faderfido 
Nota: 
Questo termine legale, tipico del diritto longobardo, indica i beni assegnati dal padre alla figlia in occasione del matrimonio. Pur appartenendo giuridicamente alla donna, era consentito al marito farne uso. In genere si trattava di una dote di modesto valore. Si noterà che la donna non entrava nell'asse ereditario: il faderfio era tutto ciò che le spettava.    

Traduzione del primo elemento del composto: 
   fader-, fadar- => pater-, patre- 
Causa della traduzione: formazione in epoca tarda di un gergo italo-longobardo. 

Questa è la trafila fonetica ipotizzabile: 

faderfio, fadarfio => *patreffiopatraffio => *patracchio => pataracchio, pateracchio 

Le forti irregolarità fonetiche sono dovute al fatto che la parola doveva essere sentita come estranea dai locutori della lingua romanza. Dalla pronuncia originale con l'accento sulla prima sillaba e con -i- pienamente sillabica, si dovette passare all'adattamento romanzo con l'accento sulla penultima sillaba e con -i- semiconsonante: 

Longobardo: fàderfio /'faderfio/ =>
Romanzo: fadèrfio /fa'derfjo/ 

Queste sono le trafile semantiche ipotizzabili: 

"assegno paterno (alla figlia)" => "accordo matrimoniale" => "compromesso" => "accordo dubbio o fumoso" => "pasticcio, cosa riuscita male"

"assegno paterno (alla figlia)" => "accordo matrimoniale" => "compromesso" => "accordo ambiguo o illecito", "inciucio", "intrigo" 

Un'etimologia falsa e buffa 

Nemmeno il pateracchio si è salvato dalle manipolazioni dei paleocomparativisti, che hanno pensato di farlo derivare tramite un ipotetico *patteracchio dalla parola patto, che è di tutt'altra origine. Il cumulo di "falsi suffissi" ovviamente non si spiega, ma a questo genere di pseudo-etimologi importava ben poco.

Conclusioni 

Sarebbe auspicabile che le indagini etimologiche di ogni settore del lessico di ogni lingua siano condotte in modo incessante e sempre più approfondito, in modo tale da mettere a nudo tesori come quello che abbiamo portato alla luce in questo contributo.