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martedì 30 giugno 2020

UNA CONLANG PALEOGERMANICA E ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI CIMBRI

Si è molto discusso sull'origine dei Cimbri del Veneto. Sappiamo che sono discendenti di Bavari giunti a partire dal XI secolo (il più antico insediamento documentato è Foza, anno 1098). Si è a lungo imposta la leggenda della derivazione di queste genti dagli antichi Cimbri giunti in Italia nel I secolo avanti Cristo. Persino lo scrittore Mario Rigoni Stern (1921 - 2008) ha sostenuto questa tesi stravagante e fondata soltanto su una vana assonanza. Secondo alcuni studiosi, questi Cimbri sarebbero stati chiamati così dalla Serenissima per motivi ideologici: parlando una lingua germanica essi erano assimilati agli antichi invasori. In realtà il loro nome significa "Boscaioli", "Taglialegna" e ha la stessa etimologia della parola tedesca Zimmer "camera", che anticamente significava "legname da costruzione" (antico alto tedesco zimpar). Nulla a che fare con l'antica popolazione giunta dallo Jutland, in Danimarca, il cui nome era pronunciato con un suono velare /k/ (in parole povere la "c di cane"). In altri termini, l'identificazione dei Cimbri bavaresi giunti in Veneto con i Cimbri affrontati dai Romani è dovuta a una fallace pronuncia ortografica e a un ipercorrettismo. Gli studiosi rinascimentali non avevano elementi e strumenti filologici per comprendere una realtà tanto complessa. Non possedevano alcuna nozione degli sviluppi delle lingue germaniche storiche a partire dal protogermanico e dell'evoluzione di quest'ultimo dal protoindoeuropeo. Oggi saremmo in grado di riconoscere all'istante se una strana lingua germanica è derivata dal tedesco medievale o se è più antica.  
 
Per il piacere filosofico dei pochissimi lettori, presento un singolare esperimento di linguistica ucronica - sperando che non tutti se ne vadano via sdegnati (l'ultima che affermava di essere interessata a "lingue e linguistica" era in realtà una "buddhana", che associava a tale predilezione la voce "tromba").

Immaginiamo ora un corso storico diverso dal nostro, una linea temporale in cui in regioni impervie del Friuli si trovano alcuni paesi abitati da una minoranza la cui lingua non è romanza e non somiglia nemmeno alle lingue germaniche note. Queste genti chiamano se stesse Kimbra. Nessuno mi dica che la mia opera è "invenzione di dati scientifici" o invoco contro di lui i poteri di Cthulhu e di Yog-Sothoth! Come ho specificato, il mio è un esperimento concettuale, fondato su elementi perfettamente logici e razionali, e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Descrivo ora per sommi capi la lingua di questi Kimbra, che è una lingua costruita (conlang) distante da ciò che di fatto è documentato. Ecco una lista di vocaboli (l'ortografia usata per trascriverli è la più immediata che mi è venuta in mente): 
 
aika, quercia 
    aikâ, querce 
ain, uno 
ait, giuramento 
    aita, giuramenti 
aitar, veleno 
aitum, genero 
    aituma, generi 
akar, campo 
    akra, campi  
akwa, fiume 
    akwâ, fiumi  
alut, birra 
æwa, legge 
æwisk, disonore 
bâk, faggio
    bâka, faggi 
bero, orso 
    beran, orsi 
beran, portare 
bernjâ, orsa 
    bernjân, orse
bodum, fondo; parte bassa  
brâtar, fratello
    brâtri, fratelli 
brôwa, ponte 
brund, cervo maschio 
    brunda, cervi maschi 
burg, torre 
    burgi, torri 
dag, giorno
    daga, giorni 
denar, palmo della mano 
dôu, rugiada   
drinkan, bere
duχtar, figlia
    duχtri, figlie 
etan, mangiare 
êtum, anima, spirito 
gart, cortile  
    garta, cortili 
gast, ospite 
    gasti, ospiti 
gâd, buono
grêtan, piangere
jain, quello
kaik, guercio 
kamar, martello 
kamp, zoppo 
kano, gallo
    kanan, galli 
kapt, prigioniero 
    kapta, prigionieri
kari, esercito
    karja, eserciti 
karpist, autunno 
kauk, alto 
kelpan, aiutare 
kemin, cielo 
    kemina, cieli 
kert, focolare 
kerto, cuore 
    kertan, cuori  
kêlikan, torre
kêr, qui  
kimbar, cimbro
    Kimbra, cimbri 
kint, bambino; bambini  
klûtar, puro 
korn, corno; corni, corna   
korno, grano
krain, puro 
krapan, corvo 
    krapna, corvi  
kult, legno 
kuni, stirpe
kunink, nobiluomo 
    kuninka, nobiluomini
kunt, cane
    kunta, cani 
kuntarat, cento (100)  
kuzd, tesoro, gruzzolo 
kûs, casa; case  
kweman, venire
kwît, bianco 
kwaiti, frumento 
land, terra; terre 
laub, foglia 
   lauba, foglie   
letar, cuoio 
leud, gente 
   leudi, genti 
lintiworm, drago 
luksu, lince 
    luksi, linci  
mais, più 
manno, uomo 
    mannan, uomini 
matisax, coltello; coltelli 
mato, verme  
    matan, vermi
mâtar, madre
    mâtri, madri 
medu, idromele 
mekil, grande 
meku, molto 
mêno, luna  
nabo, ombelico 
nakt, notte 
    nakti, notti 
namo, nome  
   naman, nomi
natar, vipera 
   natra, vipere 
nau, morto, cadavere 
   nawi, morti, cadaveri 
naut, tribolazione 
neman, prendere 
paran, andare; viaggiare 
pârjan, guidare  
patar, padre
    patri, padri 
pink, fringuello
pisk, pesce
    piska, pesci 
plint, pietra focaia 
præu, sperma 
preusan, gelare 
pritu, pace 
prî, libero 
pulk, folla; schiera 
rat, ruota; ruote
raud, rosso 
rekwis, buio 
silbar, argento
singan, cantare 
skatt, denaro 
skatu, ombra  
    skati, ombre
snæu, neve  
snutar, saggio 
stain, pietra 
    staina, pietre 
sternâ, stella 
    sternân, stelle 
sumar, estate 
sulk, aratro 
sunu, figlio
    suni, figli 
swart, nero
swestar, sorella
    swestri, sorelle 
swîn, maiale; maiali 
taikar, cognato 
    taikra, cognati 
takar, lacrime 
tapan, offerta sacrificale (di cibo) 
teksu, destro 
tekswa, mano destra
teuta, popolo
    teutâ, popoli 
teutan, re, sovrano
    teutana, re, sovrani 
timbar, legname
Tunar, Thor 
tungâ, lingua 
tungal, astro 
tûskunt, mille (1.000)
wato, acqua 
     watan, acque
Wâtan, Odino 
wesan, essere 
wint, vento
wîn, vino 
word, parola; parole 
worm, serpente 
    wormi, serpenti  
wulp, lupo 
    wulpa, lupi

Elementi grammaticali 

Questa è la declinazione di dag "giorno" (maschile): 

Singolare 
nom./acc. dag
gen. dagis 
dat. dage 
strum. daga 

Plurale 
nom./acc. daga 
gen. dago 
dat. dagam 
 
Questa è la declinazione di swîn "maiale" (neutro): 

Singolare 
nom./acc. swîn 
gen. swînis 
dat. swîne 
strum. swîna 

Plurale 
nom./acc. swîn 
gen. swîno 
dat. swînam 
 
Questa è la declinazione di kano "gallo" (maschile): 
 
Singolare 
nom. kano
gen./dat. kanin 
acc. kanan 
 
Plurale 
nom./acc. kanan 
gen. kanâno 
dat. kanâm  

Questa è la declinazione di teuta "popolo" (femminile)

Singolare 
nom. teuta 
gen./dat. teutâ
acc. teuto 

Plurale 
nom./acc. teutâ 
gen. teutâno 
dat. teutâm
 
Questa è la declinazione di gast "ospite" (maschile): 
 
Singolare
nom./acc. gast 
gen. gastê 
dat. gaste
strum. gasti 
 
Plurale
nom. gasti 
gen. gastjo 
dat. gastim
acc. gasti 
 
Questa è la declinazione di sunu "figlio" (maschile): 
 
Singolare
nom./acc. sunu 
gen. sunô
dat. suno
strum. sunu
 
Plurale
nom. suni
gen. sunjo 
dat. sunum
acc. sunu
 
Pronomi personali 

ek, io 
, tu 
is, egli 
, ella 
it, ciò 
wîs, noi 
jûs, voi 
î, essi 
ija, esse
ija, queste cose 
wet, noi due 
jut, voi due 

Verbi 

Questa è la coniugazione di neman "prendere": 

Presente indicativo: 

nema, io prendo 
nemis, tu prendi 
nemit, egli prende 
nemam, noi prendiamo 
nemit, voi prendete 
nemant, essi prendono 
 
Passato indicativo:  

nam, io ho preso
namt, tu hai preso 
nam, egli ha preso
nêmum, noi abbiamo preso 
nêmut, voi avete preso
nêmun, essi hanno preso 
 
Presente congiuntivo: 
 
nemô, che io prenda 
nemês, che tu prenda 
neme, che egli prenda 
nemêm, che noi prendiamo 
nemêt, che voi prendiate
memên, che essi prendano
 
Passato congiuntivo:  

nêmjô, che io prendessi 
nêmîs, che tu prendessi
nêmi, che egli prendessi
nêmîm, che noi prendessimo 
nêmît, che voi prendeste
mêmîn, che essi prendessero 

Dal materiale esposto spiccano notevoli somiglianze con la lingua dei Goti, ma anche notevoli differenze.

Alcune note sulla fonologia
 
La separazione della lingua dei Kimbra deve essere avvenuta prima della formazione del protogermanico ricostruito a partire dalle lingue germaniche note. Non si è compiuta appieno la rotazione consonantica nota come Legge di Grimm. Il risultato è sorpendente: le occlusive sorde non sono diventate fricative. Sono rimaste immutate e si sono confuse con l'esito delle occlusive sonore. In sillaba tonica si ha la tendenza a mantenere distinte le vocali /e/ e /i/ dell'indoeuropeo, che in protogermanico appaiono come allofoni di un unico fonema. Si rilevano però alcune irregolarità: /e/ seguita dai gruppi consonantici /mp/, /nt/, /nk/, /mb/, /nd/, /ng/ diventa /i/. Come in protogermanico /a/ e /o/ dell'indoeuropeo si confondono in /a/, e lo stesso avviene per le vocali lunghe /a:/ e /o:/, che però sono confuse in /a:/ e non in /o:/. La vocale /o/ breve è una variante di /u/ quando precede /r/ e in altre condizioni non sempre chiare. Ecco il prospetto della mutazione consonantica dal protoindoeuropeo alla lingua dei Kimbra
 
IE p t k : sono rimaste invariate 
IE b d g : sono diventate rispettivamente p t k 
IE bh dh gh : sono diventate rispettivamente b d g 
 
Esisteva in Germania una foresta che era chiamata Silva Bacena. Il suo nome deriva proprio da /ba:k-/, faggio. La lingua che ha dato origine a tale toponimo doveva essere simile a quella da me descritta. 
 
Gli esiti delle sillabe atone finali sono peculiari: spesso sussistono gli effetti di un'antica consonante nasale scomparsa. Questi sono alcuni esiti comuni: 
 
/*-as/ > - 
/*-an/ > -o
/*-a:/ > -a; - (nei neutri plurali sparisce) 
/*-a:n/ > -o 
/*-a:s/ > -a  
/*-â:s/ >  
/*-ans/ > -a 
/*-æ:n/ > -o
/*-ai/ > -e 
/*-ais/ >
/*-ait/ > -e
/*-au/ > -o 
/*-aus/ >
/*-aun/ >
/*-is/ > -
/*-i:/ > -i
/*-i:s/ > -i 
/*-iwis/ > -i 
/*-us/ > -u 
/*-u/ > -u
/*-uns/
> -u
/*-u:/ > -u  
 
La lingua da me costruita che ho presentato è senza dubbio un esercizio molto utile. Non è una semplice masturbazione mentale o una perdita di tempo. Vediamo ora di compilare una brevissima lista di corrispondenze tra la lingua dei Kimbra (conlang ucronica) e la lingua dei Cimbri di Giazza (lingua attestata):  
 
brâtar : cimbro pruodar "fratello" 
kano : cimbro "gallo" 
karpist: cimbro herbost "autunno" 
kerto : cimbro heartz "cuore" 
korn : cimbro horn "corno" 
krapan : cimbro ram "corvo"  
matisax : cimbro meizar "coltello" 
mâtar : cimbro muotar "madre"  
mêno : cimbro , ma "luna" 
swestar : cimbro sbestar "sorella" 
swîn : cimbro sbain "maiale" 
 
Lo vedete? Se un dotto del Rinascimento si fosse imbattuto nei Kimbra, non avrebbe forse interpretato i dati nel modo corretto. Avrebbe anche potuto non ritenere così evidente la parentela tra la loro lingua e quelle germaniche a lui note. Soltanto con una filologia più avanzata si sarebbe capito qualcosa.

mercoledì 1 luglio 2015

LINGUA LONGOBARDA E LINGUA CIMBRA: SECONDI O TERZI CUGINI - parte 5

Conclusioni

Il diverso trattamento dei dittonghi proto-germanici /ai/ e /au/ in sillaba tonica nella lingua dei Longobardi e in quella dei Cimbri è subito evidente dagli esempi da me riportati, basta solo avere un po' di pazienza. Trovo strano che la cosa sia sfuggita in modo sistematico a Schweizer, Bellotto e Bidese. Eppure è sufficiente confrontare una lista di radici estratte da antroponimi longobardi con i corrispondenti vocaboli cimbri per capirlo senza possibilità di errore. Ecco una sintesi: 

1) Dove l'antico alto tedesco ha il monottongo /o:/ dal proto-germanico /au/, il cimbro ha il dittongo [ɔɑ̯] (es. proat "pane").
2) Dove l'antico alto tedesco ha il dittongo /ou/ dal proto-germanico /au/, il cimbro ha il monottongo [o:], ben diverso dal suono [
ɔɑ̯] di cui sopra (es. pome "albero").

Da questi fatti si può dedurre una semplice prova empirica, che a partire da un qualsiasi dialetto tedesco odierno è in grado di smentire all'istante ogni tentativo di ritenerlo un discendente della lingua longobarda. Si prendano ad esempio le seguenti parole: "rosso" (tedesco standard rot), "pane" (tedesco standard Brot) e "morte" (tedesco standard Tod). Se qualcuno fosse in grado di trovare anche una sola varietà di tedesco in cui tali parole hanno lo stesso dittongo delle parole per dire "albero" (tedesco standard Baum), "polvere" (tedesco standard Staub) e "porro" (tedesco standard Lauch), allora si sarebbe trovato qualcosa di davvero eccezionale. Questo però non avviene. Ne consegue che le varietà della lingua cimbra non discendono dalla lingua dei Longobardi, che si è separata dal resto dell'antico alto tedesco molto tempo prima.

Qualcuno potrebbe obiettare che sto comparando due lingue sfasate di oltre mille anni, dato che i lemmi del longobardo ricostruito si basano su materiale del VII-VIII secolo e quelli del cimbro di Giazza su attestazioni e documenti del XIX-XX secolo. In altre parole, il longobardo avrebbe potuto subire cambiamenti fonetici anche notevoli se fosse sopravvissuto fino ad oggi. Questo è vero, e in effetti ci sono prove di mutamenti davvero bizzarri nella fase finale della lingua. Tuttavia non sarebbero stati gli stessi sviluppi occorsi in altre varietà dell'antico alto tedesco, a causa dell'isolamento delle popolazioni longobarde dopo la fine del Regno. 

Altri diranno che ho fornito in realtà una prova della quasi identità tra longobardo e cimbro, dato che sono numerosissime le coincidenze e le quasi coincidenze tra i vocaboli da me riportati. Si tratta tuttavia di un'osservazione abbastanza oziosa, visto che si tratta in ogni caso di lingue discendenti da un antenato comune che condividono numerose caratteristiche. Queste somiglianze non sono infatti di alcun aiuto al fine di dimostrare o di confutare l'ipotesi di una continuità tra longobardo e cimbro - mentre le divergenze nello sviluppo dei dittonghi hanno il potere di fornire la confutazione, per quanto possano sembrare dettagli insignificanti.

In entrambe le lingue esistono parole distinte grazie all'opposizione di fonemi con cui i parlanti lingue romanze hanno poca dimestichezza, e numerosi contesti fonetici sono sorprendentemente simili. Riporto pochi esempi.

Due coppie minime in longobardo:

graus [graʊ̯s] "orribile"  
graus [graʊ̯s̪] "grande" 

ring [riŋg] "anello"
rinc [riŋkh] "guerriero"

Una coppia minima in cimbro di Giazza: 

nauc [naʊ̯k] "nuovo"
nauk [naʊ̯kx] "schiaccia!"

Se tante sono le somiglianze, altrettante sono le differenze, anche nel lessico. Esistono moltissime parole longobarde che non hanno nessun corrispondente in cimbro. Il cimbro ignora ad esempio alcune comuni denominazioni del maiale, che invece si trovano in longobardo:

gris [gri:s] "maiale"
pair [paɪ̯r] "porco"

Esiste tutto un mondo concettuale che i Cimbri non hanno conservato, un patrimonio relativo a termini poetici, kenningar, vocaboli dotti e simili. I Longobardi mantenevano, come tutti i Germani antichi, questa eredità di tempi remoti, che è lontanissima dai concetti del mondo moderno. Anche i nomi di divinità pagane sono da tempo immemorabile sprofondati nell'oblio in tutta l'area cimbra, mentre in longobardo rimasero a lungo vitali. Data la grande disparità cronologica, non si può fare un raffronto sensato basandosi su queste realtà.

Non tutto il materiale lessicale del cimbro è arcaico: esistono moltissimi prestiti da varietà di romanzo, che in numerosi casi hanno subito mutamenti fonetici come la formazione di dittonghi da vocali lunghe. Questi sono alcuni esempi: 

bronzi~ [bron'tsi:n] "campanello delle vacche" 
cami~ [ka'mi:n] "camino" 
casu~ [ka'zu:n] "baita, malga" 
catzoul [ka'tsɔʊ̯l] "cazzuola" 
comau~ [ko'maʊ̯n] "comune" 
presau~ [pre'zaʊ̯n] "prigione" 
rami~ [ra'mi:n] "contenitore di rame" 
roncau~ [roŋ'kaʊ̯n] "roncola" 
 
I prestiti dal tardo latino e dal protoromanzo in longobardo erano con ogni probabilità abbastanza numerosi, ma mi sento di dire che erano di diverso genere rispetto a quelli che si trovano in cimbro. Solo per fare un esempio si deduce l'esistenza di castel ['kastel] "castello" e di castelman ['kastelman] "castellano", a partire dall'antroponimo Castelmannus.  

Si possono citare infine alcuni falsi amici, parole che suonano in modo identico o quasi in longobardo e in cimbro, pur avendo significato dissimile:

Longobardo maur [maʊ̯r] "terreno paludoso" (n.)
Cimbro
maur [maʊ̯r] "muro"

Longobardo paissan ['paɪ̯s̪s̪an] "frenare"
Cimbro paizan ['paɪ̯s̪s̪an] "mordere"

Longobardo parn [parn] "bambino"
Cimbro parn [parn] "greppia, presepe"

Longobardo raude ['raʊ̯de] "rossi"
Cimbro raude ['raʊ̯de] "rogna"

Longobardo rinc [riŋkh] "guerriero"
Cimbro rink [riŋkx] "anello" 

L'idea classica dell'origine dei Cimbri a partire da ondate di colonizzazione dalla Baviera rimane valida. Al massimo si può retrodatare l'inizio di tale popolamento al XI secolo, come alcuni suggeriscono con fondati argomenti (Panieri, 2008). Non sono riuscito a trovare vocaboli cimbri risalenti a un possibile sostrato longobardo: se anche i Bavaresi si fossero innestati su una precedente popolazione longobarda, ne avrebbero sostituito completamente la lingua. 
 

LINGUA LONGOBARDA E LINGUA CIMBRA: SECONDI O TERZI CUGINI - parte 4

Raccolta di locuzioni e di frasi

Note: 

Longobardo = conlang neolongobarda  

Cimbro = cimbro di Giazza (Ljetzan)  
     Fonti: Cappelletti-Schweizer 1942, con alcuni adattamenti ortografici - salvo diversamente indicato. Alcune locuzioni cimbre sono state formate a partire dal materiale contenuto nella  suddetta opera. 

Trascrizione fonetica in caratteri IPA.  

Il longobardo conserva il genitivo, mentre il cimbro di Giazza lo ha rimpiazzato con una costruzione diversa: 

Longobardo peron erza ['pɛron 'ɛrtsa] "cuore di orso" 
Cimbro heartz on pearen ['hɛɑ̯rts on 'pɛɑ̯ren]*

Longobardo rammes federa ['rammes 'fɛdera]
    "piuma di corvo"
 

Cimbro vedar on rame ['vɛdar on 'rame] 

Longobardo ulfes plod ['ulfes 'plo:d] "sangue di lupo"  
Cimbro pljuat on bolve ['pljuɑ̯t on 'bɔlve] 

Longobardo mines fader us ['mi:nes 'fader 'u:s]
    "la casa di mio padre" 

 Cimbro iz haus on maime vater [is̪ 'haʊ̯s on maɪ̯me 'vater]

*Cappelletti-Schweizer riporta paime hearte dentro al cuore, evidentemente un refuso per paime heartze, come provato da altre fonti (es. mai heartz "il mio cuore" si trova in Piazzola, 2004). 

L'uso del dativo e dell'accusativo è invece molto simile nelle due lingue: 

Longobardo minemo proder ['mi:nemo 'pro:der]
     "a mio fratello"

Cimbro maime pruodar [maɪ̯me 'pruo̯dar] 

Longobardo thisemo man ['θisemo 'man]
    "a quest'uomo"
 

Cimbro disame manne ['disame 'manne]

Longobardo godan tach ['go:dan 'taχ] "buon giorno"
Cimbro
guatan tak ['guɑ̯tan 'takh

Longobardo godan tach allen ['go:dan 'taχ 'alle:n]
    "buon giorno a tutti"

Cimbro
guatan tak in aljan
['guɑ̯tan 'takx in 'aʎan] 

Alcune forme verbali e una breve miscellanea di frasi

Longobardo ih quidu thir [iç 'khwidu θir] "io ti dico"
Cimbro i kudedar [i 'kxudedar]


Longobardo ih quidu imo [iç 'khwidu imo] "io gli dico"
Cimbro i kudeime [i 'kxudeime] 


Longobardo er quidit mir [ɛr 'khwidit mir]
     "egli mi dice"

Cimbro er kaupar [
ɛr 'kxaʊ̯par]  

Longobardo se quedand uns [se: 'khwɛdand uns]
    "essi ci dicono"

Cimbro si kounus [si
'kx
ɔʊ̯nus]   

Longobardo guemo chipistu thaz? [gwɛmo 'kipistu 'θats]
    "a chi dai questo?"
 

Cimbro beme gisto daz [bɛme 'gisto 'das̪] 

Longobardo guiu suigostu? [gwiʊ̯ 'swi:go:stu?]
    "perché taci?"

Cimbro bau sbaigasto [baʊ̯ 'zbaɪ̯gasto?] 

Longobardo iz ist min [its ist 'mi:n] "è mio" 
Cimbro z ist mai~ [s̪ist main]  

Longobardo min proder ist god [mi:n 'pro:der ist 'go:d]
    "mio fratello è buono"
 

Cimbro mai~ pruodar ist guat [main 'pruo̯dar ist 'guɑ̯t] 

Longobardo ther passi guirdit graus [θɛr 'paʃʃi 'gwirdit 'graʊ̯s̪]
    "il torrente si ingrossa"
 
Cimbro
inj pax kint groaz [i
ɲ 'pax kxint 'grɔɑ̯s̪]

Longobardo ther und geng in themo use [θɛr 'und 'ge:ŋg in θɛmo 
   'u:se] "il cane è andato nella casa"
Cimbro inj hunt ist gangat inj ime hause
     [iɲ 'hunt ist 'gaŋgat iɲ ime 'ha
ʊ̯ze]

Longobardo ther und nist indar themo use, er is undar themo tische
  [θɛr 'und nist 'indar θɛmo 'u:se, 'ɛr ist 'undar θɛmo 'tiske]
    "il cane non è dietro la casa, è sotto il tavolo"

Cimbro inj hunt ist nicht hintar me hause, er ist unter me tisch
  [iɲ 'hunt ist 'niçt 'hintar me 'haʊ̯ze, 'ɛr ist 'unter me 'tiʃ]
 

Longobardo the undos ni sind indar then usiron, se sind undar then
  tiscon [θe: 'undos ni sind 'indar θe:n 'u:siron, se: sind 'undar θe:n
  'tiskon]
    "i cani non sono dietro le case, sono sotto i tavoli"

Cimbro de hunte sain nicht hintar de hausar, se sind untar de tische
  [de 'hunte sain 'niçt 'hintar me 'haʊ̯zar, 'se sain 'untar de 'tiʃe]

Longobardo min moder scal queman morgine tzo princan mir gild
  min [
mi:n 'mo:der skal 'khwɛman 'mɔrgine tso: 'priŋkan mir 'gild
  'mi:n]
     "mia madre deve venire domani a portarmi il mio denaro"
 
Cimbro mai
~ muatar mougat ken morgan tze pringamar maine
  marcitan [maɪ̯n 'mu
ɑ̯tar 'mɔʊ̯gat 'kxɛ:n 'mɔrgan tse 'priŋgamar
  maɪ̯ne mar'kitan]

Chiudiamo infine con una stringata sentenza che farà saltare i nervi alle donzelle 😀: 

Longobardo Guaz tot thius magat mit theru alesnu cahandon?
  Iz guari patz si abedi nadela andi fadom.
  [gwats 'to:t θiʊ̯s 'magat mit θɛru 'alesnu ka'handon? its 'gwa:ri
  'pats si: 'aβe:di 'na:dela andi 'fadom]
    "Che cosa fa quella ragazza con la lesina in mano? Sarebbe
    meglio se avesse ago e  filo."

Cimbro
Ba tuat disa diarn pitar aal in de hênte? Iz bêr paz, mo si
   hête a nadal un vann.
    [ba 'tuɑ̯t diza 'diɑ̯rn pitar 'a:l in de 'hænte? is̪ b
æ:r 'pas̪ mo si 
    'hæ:te a 'na:dal un 'van]