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lunedì 5 dicembre 2022

ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL TENENTE COLOMBO E SUL SUO OPERATO

Colombo (nella versione originale Columbo) è una popolarissima serie televisiva statunitense di genere giallo-poliziesco, prodotta dal 1968 al 2003. L'indiscusso protagonista, il Tenente Colombo, è interpretato dal robusto Peter Falk (New York, 1987 - Beverly Hills, 2011), che in realtà non era di discendenza italiana, come spesso si crede: era ashkenazita sia da parte di padre (origini polacche e russe) che di madre (origini ungheresi e ceche). Il padre si chiamava Michael Peter Falk, mentre la madre si chiamava Madeline Hochhauser. 


Il Tenente Colombo è un personaggio a dir poco inverosimile, un poliziotto zelante e coscienzioso che però non ha mai fatto carriera. Non è riuscito ad accedere all'ascensore sociale. Le sue argomentazioni sono cervellotiche, le prove esili e spesso addirittura fabbricate. Nella realtà, 9 imputati su 10 sarebbero assolti. Infatti è innegabile che nel mondo in cui viviamo, molti imputati accusati sulla base di prove simili a quelle raccolte da Colombo sarebbero assolti senza troppe difficoltà! Il sistema giudiziario prevede regole precise e standard di prova molto elevati per garantire un processo equo. Ottenere una confessione è molto più difficile di quanto possa accadere in un poliziesco. Inoltre bisogna considerare un dato di fatto incontrovertibile: nella Terra dei Coraggiosi, le confessioni estorte con l'inganno non sono ammesse in tribunale

Colombo opera incessantemente in ambienti altolocati, tra ricchi imprenditori, artisti famosi, medici di successo e altre figure di spicco della società. Il sistema giudiziario americano tende piuttosto ad infierire su gente di bassa condizione sociale. Quanti colletti bianchi ci sono in carcere? Ben pochi. I membri dell'élite, dotati di cospicue risorse, hanno possibilità per difendersi quasi illimitate, anche quando sono clamorosamente colpevoli. Esiste la concreta possibilità che nella realtà un personaggio come Colombo sarebbe ritenuto comunista. Con la sua insistenza nel perseguire i ricchi e potenti, rappresenta una sorta di vendicatore di questa disparità, un detective che non si lascia intimidire dal loro status sociale e che li inchioda alle loro responsabilità. L'esito più plausibile di questo modo di procedere potrebbe risolversi in due alternative: essere mandato a dirigere il traffico o essere sepolto vivo tra le scartoffie in un archivio sotterraneo dimenticato da Dio.  

Negli anni '70, periodo in cui la serie era più popolare, il clima politico e sociale negli Stati Uniti era ancora segnato dalla Guerra Fredda e dal terrore del Comunismo. Un personaggio come Colombo, che metteva in discussione lo strapotere e i privilegi dell'élite, avrebbe potuto facilmente essere etichettato come sovversivo o addirittura comunista, soprattutto se le sue indagini avessero toccato interessi economici o politici importanti, come quelli dei militari - solo per fare un esempio. 

Il Tenente Colombo, pur non essendo esplicitamente un personaggio politico, incarna senza dubbio una certa visione di Giustizia e Uguaglianza che, in un contesto reale, potrebbe suscitare violente reazioni negative e feroce ostilità. Possiamo definirlo un personaggio cripto-politico. La sua stessa figura, quella di un detective umile e trasandato, quasi sudicio (Houellebecq direbbe: "Puzza un po'."), che mette sotto scacco personaggi ricchi e potenti, tutta gente profumata di lavanda persino nelle parti intime, rappresenta una sfida  eclatante all'ordine sociale consolidato! Non si vedeva nulla di simile dai tempi dell'eroico Florian Geyer! Indubbiamente la serie TV può essere letta come una critica nemmeno troppo velata all'aberrante sistema giudiziario e alla società americana del suo tempo. La sua sostanziale inverosimiglianza risiede anche in questo: in un mondo reale, un detective come lui incontrerebbe molte più difficoltà e resistenze nel perseguire i suoi bersagli altolocati

Ecco la più tipica struttura narrativa, che tende a ricorrere da un episodio all'altro: 

- Intuizione e deduzione. Colombo si affida molto all'intuito e alla sua capacità di osservazione. Sa già fin dall'inizio se qualcuno è colpevole, per una sorta di dono paranormale. Nella realtà, le indagini dovrebbero basarsi su prove concrete e riscontri oggettivi.
- Prove circostanziali. Spesso le prove che Colombo presenta in tribunale sono indiziarie e basate su circostanze. Nella realtà, prove di questo tipo non sarebbero sufficienti per una condanna. Se un tribunale le accogliesse, nessuno di noi sarebbe al sicuro. 
- Confessione finale. Molto spesso, Colombo riesce a ottenere una confessione dal colpevole, inducendogli uno stato di confusione e provocando il crollo psicologico. Cosa faticosa e or della fine vana, dal momento che l'ammissione della colpa è stata estorta con la persecuzione e con molteplici artifici. 

La serie TV ha in ogni caso un grande merito: presenta un eroe che non si arrende a una società in cui i privilegiati si considerano una razza di semidei. La Legge deve essere uguale per tutti, non possono esistere tirannelli per cui l'omicidio di una persona scomoda viene ad essere visto come un insetticidio. Vediamo ancora una volta l'assurdità del sistema democratico americano, in cui queste stridenti contraddizioni sono sotto la luce del sole! 

Curiosità

Gli ideatori del personaggio, Richard Levinson e William Link, erano appassionati dei romanzi di Ellery Queen e artefici della serie omonima per gli studi televisivi Universal, in California. L'ispirazione è stata da loro presa dal bizzarrissimo personaggio del giudice istruttore Porfirij Petrovič, presente nel romanzo Delitto e castigo (Преступление и наказание, Prestuplénie i nakazànie) dello scrittore e filosofo russo Fëdor Dostoevskij (1821 - 1881). Ebbene, questo Petrovič era famoso per la sua abilità quasi diabolica di utilizzare la logica per incastrare i colpevoli.

Alcune note sul cognome 

In origine il personaggio doveva chiamarsi Tenente Fisher. Poi il cognome fu cambiato in Columbo. In seguito, Columbo è stato adattato in Colombo nella versione in italiano. Si noterà che il cognome Colombo è comunissimo nell'Italia settentrionale, con massima diffusione in Lombardia, anche se si trova dovunque nel territorio nazionale. In ogni caso Columbo esiste, anche se abbastanza raro. Si trova soprattutto in Sicilia (Agrigento) e in Puglia (Bari). 

Il colombre 

Il colombre e altri cinquanta racconti è una raccolta di racconti di Dino Buzzati del 1966. La trama si sviluppa intorno all'idea di un terribile pesce persecutore, una specie di squalo che caccia la vittima designata, inseguendola anche per decenni, fino allo sfinimento e alla morte. Nel testo sono indicati vari altri nomi del colombrekolomber, kahloubrha, kalonga, kalu-balu, chalung-gra. Sono convinto che il cognome del Tenente Colombo sia stato in qualche modo ispirato dalla creatura del racconto di Buzzati, anche considerando il parallelismo con l'originale Fisher, costruito su una parola che rimanda a un catturatore di creature acquatiche. Così dal "Pescatore" si è giunti allo "Squalo Persecutore". A quanto mi risulta, nessuno finora ha mai notato questo possibile parallelismo. 

giovedì 13 ottobre 2022

ETIMOLOGIA DI HIPPIE, HIPPY E HIPSTER

Con la parola hippie, scritta anche hippy, si indicano gli appartenenti a un movimento giovanile sorto negli Stati Uniti d'America negli anni '60 dello scorso secolo. Questa controcultura era caratterizzata contestazione non violenta del capitalismo e del consumismo, dall'opposizione alla guerra e dalla predicazione di un modo di vivere comunitario fondato sull'amore libero e sull'uso di sostanze psicoattive. Detti anche figli dei fiori (in inglese flower children), gli hippies avevano un abbigliamento tipico. I maschi portavano i capelli lunghi: per questo in Italia erano spesso soprannominati "capelloni". Un'altra designazione era freak, che in slang significa "persona stravagante" (alla lettera "scherzo della Natura"). Da freak è derivata in italiano la parola fricchettone. Nell'inglese corrente, il bonobo (Pan paniscus) è chiamato hippie chimp, alla lettera "scimpanzé hippie", a causa dei suoi costumi sessuali estremamente disinibiti. A questo punto bisogna porsi una domanda: qual è l'origine della parola hippie

Passiamo in rassegna i dati. 

hippie 
variante: hippy 
uso: sostantivo 
forma plurale: hippies 
significato: 
1) "nonconformista" (pacifista, comunitario, etc.) 
2) "persona dall'aspetto trasandato" (slang moderno)
3) 
"persona fortemente interessata alle ultime tendenze o mode" (obsoleto) 
prima attestazione nota, col significato 3): 1953 (*)
prima attestazione nota, col significato 1): circa 1965 

(*) Secondo alcuni era il 1952 (Ruark, 1998).

hippie 
variante: hippy 
uso: aggettivo 
significato: 
1) "che riguarda gli hippies", "degli hippies
2) "che non si conforma agli standard accettati" (slang moderno) 


Il più antico significato con cui la parola hippie è attestata, quello connesso con mode e tendenze, rimanda a un altro vocabolo simile:  

hipster 
variante: hepster (obsoleta) 
uso: sostantivo 
forma plurale: hipsters 
significato: 
1) "persona fortemente interessata alle ultime tendenze o mode" 
     - sinonimo: trendite 
2) "persona amante del jazz" 
     - sinonimo: white negro, white nigger (**) 
3) "membro della controcultura bohemianista" 
Nota: 
Il suffisso -ster è tipico di formazioni come gangster "bandito" (da gang "banda", "cricca"), songster "cantante" (da song "canzone"), youngster "giovanotto" (da young "giovane"). L'origine di questo elemento è chiaramente indoeuropea. 
(**) 
Questa denominazione ha anche altri significati e può essere problematica. In genere, un white nigger (wigger, whigger, whigga) è una persona bianca che adotta atteggiamenti e modi di fare tipici degli afroamericani. Tuttavia l'epiteto è stato anche appioppato a immigrati italiani, irlandesi o polacchi, con intenti razzisti e discriminatori. 

(Significati 1, 2, 3)

L'inglesista italiano medio si fermerebbe qui. Ritengo tuttavia che sia necessario procedere, dato che il suffisso 
-ster deve pur essere aggiunto a una radice dotata di senso compiuto. Si profilano, da parte dell'ingenuo, due possibilità implausibili di identificare la radice in questione. Esistono infatti due parole tra loro omofone,
hip "anca", "fianco" e hip "frutto della rosa". Entrambe sono di origine protogermanica: per la prima cfr. tedesco Hüfte "anca", gotico hups "anca" (< *χupiz); per la seconda cfr. antico inglese hēope "frutto della rosa", tedesco Hiefe "rosa canina" (< *χeupōn). 
Penso che sia sufficiente un intelletto rudimentale per capire che nessuna di queste due parole omofone è un'opzione possibile, già soltanto per elementari motivi di semantica. 
Riportiamo alcune ulteriori voci omonime, che non devono indurre in confusione, dal momento che derivano che derivano da hip "anca, fianco": 

i) hipster "tipo di contrabbandiere di alcol illegale" (durante il Proibizionismo), per via delle fiasche piatte legate ai fianchi;
ii) hipster "tipo di mutande larghe"; 
iii) hipster "ballerino", "ballerina" (anni '30, obsoleto)
iv) hippy "che ha i fianchi larghi" 
v) hip "tossicomane" (pl. hips), per via della caratteristica tendenza degli oppiomani a coricarsi su un fianco. 

Abbiamo un'interessante voce gergale diffusa negli anni '40 e '50 dello scorso secolo, sicuramente collegata in qualche modo a hipster "fan del jazz":  

hepcat 
uso: sostantivo 
forma plurale: hepcats 
significato: 
1) "musicista jazz o swing"  
2) "persona amante della musica jazz o swing" 
Nota: 
Non sembra esistere alcuna variante *hipcat. La cosa è assai strana.  


Ecco finalmente il bandolo della matassa. In ultima analisi, le parole hippie (hippy), hipster e hepcat derivano tutte da un aggettivo molto peculiare: 

hip 
variante: hep 
uso: aggettivo 
significato: 
1) consapevole, informato, aggiornato 
2) vigile, attento 
3) trendy, alla moda 

Può anche essere usato come verbo: to hip "informare", "rendere conoscibile" (terza persona singolare del presente semplice: hips; participio presente: hipping; passato semplice e participio passato: hipped). 

(Etimologia 3)

Questo è quanto riporta il dizionario etimologico Etymonline.com:


hip
(agg.) 

"informato", 1904, evidentemente in origine in vernacolo afro-americano, probabilmente una variante di hep (1), con cui è identico nel senso, sebbene sia registrato quattro anni prima.


hep (1)
(agg.) 

"consapevole, aggiornato", registrato per la prima volta nel 1908 sul "Saturday Evening Post", ma si dice che sia slang della malavita, di origine sconosciuta. Si dice che fosse il nome di "un favoloso detective che operava a Cincinnati" [Louis E. Jackson e C.R. Hellyer, "A Vocabulary of Criminal Slang," 1914] o un custode di saloon di Chicago che "non capì mai del tutto cosa stava succedendo... (ma) pensava di averlo fatto" [American Speech, XVI, 154/1]. Preso dai musicisti jazz nel 1915. Con l'ascesa di hip (agg.) negli anni '50, l'uso di hep divenne ironicamente un indizio del fatto che chi parlava non era consapevole e non era aggiornato.

Pur avendo un aspetto germanico, questo aggettivo hip / hep ha tutt'altra provenienza. In estrema sintesi, l'opinione del mainstream accademico è questa: ORIGINE SCONOSCIUTA
Ovviamente, è inaccettabile finire una ricerca etimologica con la conclusione "origine sconosciuta". Qualcuno ha fatto un'ipotesi concreta, che reputo molto interessante. Nei tardi anni '60, uno studioso di lingue africane occidentali, David Dalby, propose di derivare hip e la sua variante hep dal vocabolo Wolof hipi "aprire gli occhi". Jesse Sheidlower, che ha scritto sull'argomento in un articolo del 2014, menziona l'etimologia Wolof riportata da Dalby e sostenuta da John Leland; cerca quindi di ridicolizzare l'idea, accusandola di essere ideologica. Poi scrive che la lingua Wolof non usa generalmente la lettera "h", essendo xippi la vera parola per dire "aprire gli occhi" (dove x indica il suono aspirato di -ch- del tedesco Achtung e -pp- indica una consonante intensa, come nell'italiano Pippo). A parte la deprecabile confusione tra lettere e fonemi, trovo ridicolo il tentativo di confutazione fatto da Sheidlower. 


Evidentemente le cose sono andate in questo modo: 

Wolof xippi =>
neo-Wolof americano *hipi =>
inglese afroamericano hip, hep 

Evidentemente, la lingua Wolof e le altre lingue africane non scomparvero di botto quando gli schiavi furono deportati in America. Dovettero tuttavia subire una serie di adattamenti alla fonologia delle varietà di lingua inglese parlate nel Paese. Non essendo il suono /x/ familiare ai parlanti dell'inglese americano, finì col diventare /h/. Così le consonanti intense (doppie) divennero semplici. Questo con buona pace della rigida mentalità scolastica gnè-gnè-gnè di Sheidlower. 
Tanto per far capire la complessità della situazione di partenza, queste sono alcune coppie minime di parole Wolof, distinte unicamente dall'opposizione tra una consonante semplice e una consonante intensa (doppia).  

bët "occhio" - bëtt "trovare" 
boy "prendere fuoco" - boyy "essere luccicante"
dag "servitore reale" - dagg "tagliare"
dëj "funerale" - dëjj "fica"
fen "mentire" - fenn "da qualche parte"  
gal "oro bianco" - gall "rigurgitare"
goŋ "babbuino" - goŋŋ, un tipo di letto
gëm "credere" - gëmm "chiudere gli occhi"
Jaw (un cognome) - jaww "cielo"
nëb "marcio" - nëbb "nascondere"
woñ "filo" - woññ "contare" 


Ricordo la serie televisiva Radici (Roots, 1977), che rese popolare il personaggio del Mandingo Kunta Kinte. Tra le altre cose, si poneva la questione della lingua. La scomparsa delle lingue africane, considerata totale e improvvisa, era ricondotta sostanzialmente a tre cause: 

1) Il trauma (una ragazza urlava a Kunta: "Ho dimenticato quella lingua africana."); 
2) La superstizione (un anziano, credo si chiamasse Pompeo, diceva a Kunta: "Porta male parlare nel vecchio modo."); 
3) L'irrisione (la figlia di Kunta cercava di spiegare a un ganzo colossale il proprio africano, Kizzy, dicendogli che significava "Tu rimani". Lui la derideva.) 

Le cose non possono essere state così semplici. Consideriamo che il flusso di schiavi africani durò molto tempo, così giungevano sempre nuovi parlanti di varie lingue: Wolof, Mandinka, Yoruba, Bantu e via discorrendo. Anche se, a quanto pare, le diverse nazionalità venivano mescolate per rendere difficile la mutua comprensione, evitando così facili insurrezioni, qualche nucleo coerente di parlanti della stessa lingua dovette comunque formarsi e sussistere nel tempo. 

mercoledì 10 agosto 2022


QUILLER MEMORANDUM

Titolo originale: The Quiller Memorandum
Paese di produzione: Regno Unito
Lingua: Inglese
Anno: 1966
Durata: 100 min
Genere: Drammatico, spionaggio
Sottogenere: Neonazismo, fantapolitica  
Regia: Michael Anderson
Soggetto: Elleston Trevor (romanzo)
Sceneggiatura: Harold Pinter
Produttore: Ivan Foxwell
Fotografia: Erwin Hillier
Montaggio: Frederick Wilson
Musiche: John Barry 
Effetti speciali: Arthur Beavis, Les Bowie 
Trucco: W.T. Partleton, Stella Rivers 
Costumi e guardaroba: Ernie Farrer, Dulcie Midwinter 
Continuità: Joan Kirk 
Pubblicista: Derek Coyte
Interpreti e personaggi: 
    George Segal: Quiller
    Alec Guinness: Pol
    Max von Sydow: Oktober
    Senta Berger: Inge Lindt
    George Sanders: Gibbs
    Robert Helpmann: Weng
    Robert Flemyng: Rushington
    Peter Carsten: Hengel 
    Ernst Walder: Grauber 
    Edith Schneider: Direttrice della scuola 
    Günter Meisner: Hassler 
    Philip Madoc: Uomo di Oktober (coi pantaloni bruni)  
    John Rees: Uomo di Oktober (con gli occhiali dai
        bordi neri) 
    Harry Brooks Jr.: Uomo di Oktober (alto e biondiccio) 
    Herbert Fux: Uomo di Oktober (con la pipa) 
    Victor Beaumont: Weiss 
    Bernard Barnsley: Mister F. 
    Otto Friese: Cameriere 
    Paul Hansard: Dottor Loewe 
    Philo Hauser: Portiere di notte 
    John Moulder-Brown: Bambino indottrinato da Inge 
    Hans Schwarz Jr.: Barista 
    Herbert Stass: Kenneth Lindsay Jones 
    Konrad Thoms: Portiere scolastico 
    Claus Tinneu: Hughes
Doppiatori italiani: 
    Luciano Melani: Quiller
    Stefano Sibaldi: Pol
    Emilio Cigoli: Gibbs
    Gigi Proietti: Oktober 
Doppiatori tedeschi: 
   Gert Günther Hoffmann: Quiller 
   Friedrich Schoenfelder: Pol 
   Heinz Petruo: Oktober 
   Senta Berger: Inge Lindt 
   Curt Ackermann: Gibbs 
   Wolfgang Amerbacher: Weng 
   Peter Carsten: Hengel 
   Edith Schneider: Direttrice della scuola 
   Günter Meisner: Hassler 
   Karlheinz Brunnemann: Rushington  
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: Das Quiller-Memorandum – Gefahr aus dem
       Dunkel 
   Francese: Le Secret du rapport Quiller 
   Spagnolo: Conspiración en Berlín 
   Russo: Меморандум Квиллера 


Trama: 
Un uomo cammina di notte lungo una strada deserta di Berlino ed entra in una cabina telefonica illuminata internamente. Viene ucciso da un invisibile esecutore, con colpi di arma da fuoco nella schiena. Il defunto era l'agente segreto britannico Kenneth Lindsay Jones. 
A pranzo in un esclusivo club di Londra, vicino a Buckingham Palace, i direttori di un'agenzia anonima (si chiama Secret Intelligence Service!), Gibbs e Rushington, decidono di inviare l'agente americano Quiller a continuare l'incarico che ha ormai portato alla morte di ben due agenti. Quiller incontra il suo responsabile della missione, Pol, allo Stadio Olympia di Berlino, scoprendo così che deve trovare il quartier generale della Phoenix, un'organizzazione neonazista.
Quiller lascia il Konigshof Hotel sul Kurfurstendamm di Berlino Ovest e affronta un uomo che lo ha seguito, apprendendo che si tratta del suo ottuso badante, il biondiccio e rubusto Hengel. Hengel dà a Quiller i pochi oggetti trovati sull'estinto Jones: un biglietto per una sala da bowling, un biglietto per la piscina e un articolo di giornale su un criminale di guerra nazista scoperto mentre insegnava in una scuola e morto suicida. Quiller chiede di Jones alla sala da bowling, senza successo. Giunto alla piscina, il gestore Hassler gli dice che non è consentito assistere alle attività di nuoto. 
Fingendo di essere un giornalista molesto come un tafano, Quiller visita la scuola descritta nell'articolo. L'austera preside lo presenta a un'insegnante che parla inglese, la rossiccia Inge Lindt. Dopo l'intervista, lui le dà un passaggio fino al suo appartamento e si ferma a bere qualcosa con lei. 
Quiller affronta un uomo che sembra seguirlo; quando torna al suo hotel, un portiere gli urta la gamba con una valigia sui gradini. Quiller se ne va, riuscendo a scuotere Hengel, poi nota che gli uomini in un'altra macchina lo seguono. A questo punto ha sonnolenza a causa di un farmaco che gli è stato iniettato dal portiere all'ingresso dell'hotel. Quando sviene a un posto di blocco del traffico, l'altra macchina si accosta e lo rapisce. Quiller si risveglia in una villa fatiscente, circondato da molti dei precedenti personaggi incontrati soltanto in apparenza per puro caso. Sono tutti membri dell'organ izzazione Phoenix, guidati da un aristocratico tedesco il cui nome in codice è Oktober. Quiller evita di rispondere alle domande di Oktober sulla propria agenzia, finché un medico non gli inietta un siero della verità, dopo di che rivela alcuni piccoli indizi. Nel tentativo di vedere se il prigioniero rivelerà di più per svista, Oktober decide di risparmiargli la vita. 
Quiller si sveglia accanto al fiume Spree a Berlino. Ruba un taxi, sfugge a un veicolo che lo insegue e prenota una stanza in uno squallido albergo. Chiama Inge e organizza un incontro con lei. Prima però incontra Pol, il quale gli spiega che ciascuna parte sta cercando di scoprire e annientare la base dell'altra. 
Quiller ammette a Inge di essere un "investigatore" sulle tracce dei neonazisti. Dopo aver fatto sesso, la donna rivela inaspettatamente che un amico era precedentemente coinvolto con i neonazisti, essendosi poi "pentito". La speranza è che questo supposto apostata possa conoscere l'ubicazione del quartier generale di Phoenix. Ecco, egli risulta essere Hassler, che ora è molto più amichevole. Così Hassler li accompagna a incontrare un vecchio contatto che dice di sapere molto di più, che si scopre essere proprio la preside austera di Inge. L'attempata signora afferma di aver denunciato l'insegnante dell'articolo e indica la fatiscente villa di Phoenix. Quando Quiller decide di indagare sull'edificio, Inge dice che lo aspetterà, mentre Hassler e la preside prestano una delle loro macchine. Inge gli dice che lo ama e lui le dà un numero di telefono da chiamare se non torna entro 20 minuti. Quiller entra nella villa, ingenuo come uno stronzo di pollo. Cade nella trappola e si confronta con i neonazisti di Phoenix. Oktober rivela che si trasferiranno in una nuova base il giorno successivo e che hanno catturato Inge. Quindi chiede a Quiller di rivelare la base del Secret Intelligence Service entro l'alba, altrimenti la ragazza verrà uccisa. Dopo un dialogo ai limiti del surreale, Quiller viene prontamente rilasciato. Cammina lungo la stessa strada dove è stato colpito Jones, ma scopre di essere seguito dagli uomini di Oktober. Dopo che gli è stato impedito di usare il telefono, Quiller corre verso un treno sopraelevato e, pensando di essere riuscito a scrollarsi di dosso gli inseguitori, esce dall'altra parte della stazione sopraelevata solo per incontrarli di nuovo. 
Quiller torna quindi al suo albergo (quello fatiscente), seguito dagli uomini che rimangono fuori. Nota che il portiere è seduto dove può vedere chiunque esca. Quiller sguscia fuori da una porta laterale che conduce al piccolo garage dove è tenuta la sua macchina. Scopre che una bomba è stata legata sotto e la posiziona sul cofano dell'auto in modo che scivoli lentamente e cada a causa delle vibrazioni del motore acceso. Riesce a superare il muro del suo garage e di quello adiacente e poi fuori a lato dell'edificio prima della detonazione. È protetto dietro l'edificio quando la bomba esplode. I neonazisti lo credono morto quando vedono i rottami in fiamme. 
L'agente raggiunge l'ufficio segreto di Pol a Berlino, uno degli ultimi piani dell'Europa-Center di recente costruzione, il palazzo più alto della città, fornendo loro l'ubicazione dell'edificio dove ha incontrato Oktober. Pol invia una squadra al quartier generale di Phoenix, che cattura con successo tutti i suoi adepti. Quiller è sorpreso di apprendere che non è stata trovata alcuna donna. 
Tornato a scuola, l'agente affronta Inge nella sua classe. Lei afferma che ha avuto fortuna, e che è stata lasciata libera. Sostiene quindi di aver chiamato il numero di telefono, che però non ha funzionato. Quiller dice a Inge che hanno catturato la maggior parte dei neonazisti, ma chiaramente non tutti. Continua le sue sottili accuse e Inge. Lei nega di aver mai incontrato Jones. L'uomo se ne va, sorprendendo la preside mentre esce. Resta agghiacciato, certo che è stata neutralizzata soltanto una delle tante cellule dell'organizzazione. 

Citazioni: 

Quiller: "Ma che razza di bar è questo, si può sapere?"
Oktober: "Io non sono un barman, Mister Quiller. Sono un gentiluomo tedesco." 


Recensione: 
Questo film, che tutto sommato è godibile, è la prova che un cast stellare non basta a produrre un capolavoro. Certo, non si può dire che sia una ciofeca. Contiene elementi di estremo interesse. Manca tuttavia la coerenza anche soltanto a livello elementare. Che senso ha mandare a Berlino un agente che non capisce una parola di tedesco? Tutti i personaggi agiscono in modo incredibilmente stupido. Perché i neonazisti ronzano attorno a quello scemo di Quiller e lo rapiscono? La stessa uccisione del predecessore dell'agente cafone è stata a dir poco insensata: chi uccide un inglese, si mette contro l'intero Regno Unito. Facendo queste cose folli, i neonazisti si sono esposti inutilmente. Se non avessero agito così, nessuno si sarebbe accorto della loro esistenza e avrebbero potuto andare avanti nella loro opera senza essere minimamente disturbati. Certo, il film non sarebbe esistito, ma forse non sarebbe stato poi un gran male.  


Superlativa l'interpretazione dell'augusto Max Von Sydow nel ruolo del capo neonazista fulvo. Purtroppo non basta a risollevare le sorti della pellicola. Alec Guiness non perde mai il suo aplomb di Sir britannico e a colazione si ingozza di tramezzini imbottiti di fegato di maiale. È sussiegoso. I suoi superiori invece iniziano la giornata con un lauto pasto a base di fagiano, purè di patate e vino rosso. La rossiccia e prosperosa Senta Berger interpreta alla perfezione il ruolo della pollastrella sensuale che fa la finta tonta, finendo per calcolo tra le braccia del grossolano Quiller. In realtà è una propagandista che diffonde senza sosta le dottrine hitleriane tra i giovani, con fanatico fervore! È una missionaria della Svastica! Mentre quel coglione del suo spasimante brancola nel buio, lei ha già trasformato una decina di bambini in adoratori del Führer! Fa marciare gli alunni in ranghi serrati, preparando il giorno in cui saranno cresciuti come soldati e mostreranno al mondo il Cancelliere Federale Olaf Scholz in catene! 


I Reichsbürger e il IV Reich

Nella pellicola di Anderson si allude al fatto che i cospiratori non si chiamano più "Nazisti", pur non menzionando il nome che si danno. Supplirò volentieri a questa mancanza: essi chiamano se stessi Reichsbürger, ossia "Cittadini del Reich". Fin dall'epoca della fine della Seconda guerra mondiale, sono esistiti in Germania nuclei di resistenti, che non hanno mai riconosciuto la Repubblica Federale, rimanendo legati alle idee di Adolf Hitler. Allo scopo di restaurare il Reich Millenario, hanno formato comunità impermeabili al mondo moderno, pur dimostrandosi capaci di infiltrare le istituzioni, soprattutto il sistema scolastico, la Pubblica Amministrazione e l'Esercito. Non si deve pensare che questi Reichsbürger siano frutto della mia fantasia delirante. Esistono realmente! Prima o poi riusciranno nel loro scopo, per via del naturale processo di usura e di consunzione della democrazia. Anche in questo, il film di Anderson è assolutamente profetico. In un punto della pellicola si dice che i cospiratori capeggiati dal fulvo Oktober non hanno una particolare fretta. Hanno ragione. Sarà il tempo a lavorare per loro. Mi sembra invece molto stupida l'idea andersoniana che questi infiltrati neonazisti ostentino un linguaggio e un atteggiamento spionistico tipico dei film di James Bond (nomi in codice banali, basi in casolari abbandonati che sarebbero individuate anche da un cieco, etc.).  

Una bizzarra censura 

In Germania Ovest il film è stato sottoposto a un'opera di adattamento strana, a quanto ne so mai vista prima. In pratica la trama è stata riplasmata e snaturata completamente. Per un tabù fortissimo non poteva essere mostrato alcun riferimento all'esistenza stessa di fermenti neonazisti, che dovevano essere negati alla radice. Così si è avuta la trasformazione dell'organizzazione di Oktober in una cellula comunista, senza badare troppo alle incongruenze prodotte nella trama. L'unico pericolo possibile doveva essere per necessità quello comunista, nel quadro della Guerra Fredda. A imporre le modifiche fu l'Ufficio per l'autocontrollo volontario dell'industria cinematografica tedesca (Freiwillige Selbstkontrolle der Filmwirtschaft, FSK), in pratica una moderna forma di Inquisizione. L'uso del termine "Freiwillige", ossia "volontario", è puramente orwelliano e continua la famosa tradizione della scritta Arbeit macht frei "Il lavoro rende liberi". Se la Germania Est era l'Inferno, non è che la Germania Ovest dovesse essere il Paradiso. 

Riporto in questa sede quanto ho potuto reperire delle parole di Ernst Krüger, all'epoca direttore dell'Inquisizione "volontaria": 

"Riteniamo che presentare un gruppo segreto terroristico di estrema destra a Berlino ai giorni nostri, come fa il film, sia poco realistico; e anche inopportuno, per l'immagine della Germania occidentale che mostra ai paesi comunisti europei, i quali ci accusano di neonazismo. Non abbiamo chiesto tagli alla pellicola, ma solo alcuni cambiamenti al testo. [...] Sembrerà più comunista che neonazista." 

Ancora oggi, non si riesce a trovare il testo originale in tedesco. A questo proposito, il 3 marzo 1967 era comparso sulle pagine de l'Unità un articolo: "Quiller, snaturato dalla censura di Bonn". Non sono riuscito a trovare il testo nel Web, c'è soltanto la sua menzione su Wikipedia. 
A quanto si vede sul sito di Amazon, sembra che la questione non sussista più, dato che è riportata la trama in tedesco, senza distorsioni: 

"Westberlin in den 60er Jahren. Der Top-Agent Quiller, bekannt für seine unkonventionellen Methoden, erhält den Auftrag, eine gefährliche Organisation der Neo-Nazis zu entlarven. Ein spektakulärer Selbstmord eines führenden Top-Nazi führt Quiller zu einer Schule. Dort trifft der attraktive Geheimagent auf die Lehrerin Inge. Kurz nachdem er sie kennengelernt hat, wird Qiller gekidnappt. Mit bestialischen Foltermethoden versuchen die Neo-Nazis, aus ihm alle Informationen herauszupressen. Der agent schweigt und wird zum Tode verurteilt. Mehr tot als lebendig gelingt ihm die Flucht..." 


Curiosità

La Germania in cui è ambientata l'opera di Anderson era molto diversa da quella che noi tutto conosciamo oggi: c'era il Mudo li Merlino!! Anche se questo film è stato realizzato più di vent'anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la devastazione di Berlino era così vasta che agli scenografi non fu richiesto di "ricreare" le aree esterne per le riprese, ma solo gli interni. 

Il regista voleva che fosse Charlton Heston ad interpretare Quiller. Dal canto suo, l'attore  desiderava lavorare con una sceneggiatura di Harold Pinter, ma purtroppo la cosa per qualche motivo ormai insondabile non ha funzionato. George Seagal, che a quanto pare aveva l'indole del cow boy rozzo e testardo, ha costretto lo sceneggiatore a cambiare la nazionalità del protagonista, rendendolo americano: non avrebbe mai per nessun motivo interpretato la parte di un inglese. Questo anche a costo di creare qualche difficoltà nella trama. Perché diamine i Servizi Segreti del Regno Uniti si sarebbero serviti di un agente venuto dagli States? 

Adattando il romanzo di Adam Hall (nom de plume di Elleston Trevor), The Berlin Memorandum, lo sceneggiatore Harold Pinter ha modificato l'enfasi del libro rendendolo meno un thriller di spionaggio e più una meditazione sulla condizione umana e sulla la natura ambigua dell'identità. L'opera di Trevor ha vinto il Premio Edgar Allan Poe per il miglior romanzo (Edgar Allan Poe Award for Best Novel) nel 1966. Ha vinto anche il Grand Prix de Littérature Policière

La BBC ha prodotto una serie televisiva, Quiller (1975), in 13 episodi. L'agente segreto è interpretato da Michael Jayston. 
I registi accreditati sono i seguenti:    
   Michael Ferguson (3 episodi) 
   Raymond Menmuir (2 episodi)
   David Sullivan Proudfoot (2 episodi)
   Viktors Ritelis (2 episodi) 
   Peter Graham Scott (1 episodio)
   John Frankau (1 episodio)
   Gerald Blake (2 episodi)
Gli sceneggiatori accreditati sono i seguenti: 
   Adam Hall (alias Elleston Trevor, 1 eposodio) 
   Trevor Dudley Smith (13 episodi) 
   Brian Clemens (3 episodi)  
   Michael J. Bird (2 episodi) 

Il ritaglio di giornale che Hengel dà a Quiller, nel bar in cui si incontrano per la prima volta, mostra che un insegnante di nome Hans Heinrich Steiner è stato arrestato per crimini di guerra commessi durante la Seconda guerra mondiale. La foto mostra un uomo in uniforme della Luftwaffe (Aeronautica). Solo 3 ufficiali della Luftwaffe furono accusati di crimini di guerra: due prestarono servizio come governatori militari di Creta, uno era un capitano di un sottomarino e ordinò l'uccisione dei sopravvissuti di una nave mercantile affondata. I crimini di guerra commessi dal personale della Luftwaffe, per quanto non implausibili di per sé, erano molto rari. 

Colonna sonora 

La colonna sonora principalmente orchestrale composta da John Barry fu pubblicata dalla Columbia nel 1966. Eseguita da Matt Monro, il brano "Wednesday's Child" fu pubblicato anche come singolo.

1. Wednesday's Child (strumentale)
2. Quiller Caught – The Fight
3. The Barrel Organ
4. Oktober – Walk from the River
5. Downtown (composta da Tony Hatch)
6. Main Title Theme
7. Wednesday's Child – versione vocale
     (Mack David/Matt Monro)
8. The Love Scene – The Old House
9. Autobahn March
10. He Knows The Way Out
11. Night Walk in Berlin
12. Quiller and the Bomb
13. Have You Heard of a Man Called Jones?

Critica 

Ai BAFTA Awards del 1967 il film ha avuto nomination nelle migliori categorie Direzione artistica, Montaggio e Sceneggiatura, ma non ha vinto. Harold Pinter è stato nominato per un Edgar Award nella categoria Miglior film, ma non ha vinto neppure lui. 

Le reazioni della critica cinematografica non sembrano essere state molto eulogistiche. Ecco alcuni segmenti, spesso contraddittori, estratti dal Web grazie a un'operazione di cut-up: 

"Allucinata parabola fantapolitica" 
"Allucinante parabola fantapolitica"
"Modesto film di spionaggio" 
"Film di spionaggio dalle premesse promettenti ma in ultima analisi sostanzialmente deludente" 
"Cattivi molto stereotipati" 
"Snodi della trama piuttosto farraginosi" 
"Tensione praticamente assente" 
"La trama e' banale e il finale molto peggio" 
"Il film scade a videogioco ante litteram, dove le due squadre devono scovare e distruggere la base avversaria" 
"Si assapora la sensazione di un'occasione non completamente sfruttata" 
"Recitazione professionale" 
"Regia non del tutto all'altezza" 
"Peccato perché il cast aveva buone carte" 
"Finale ambiguo" 
"Poco sfruttati invece Berger relegata ad un ruolo banale e Sanders in un paio di apparizioni-lampo"  
"Ma di sicuro valore è la performance di George Segal nei panni di Quiller e Max von Sydow in quelli del luciferino capo del gruppo criminale"

Bosley Crowther, del New York Times, ha scritto: 

"Chiaramente, The Quiller Memorandum è una sciocchezza confezionata in uno stile e con una colonna sonora di John Barry che potrebbe farvi pensare che si tratti di arte. Ma non lasciatevi ingannare nemmeno per un minuto, né dal signor Segal, né da Senta Berger nel ruolo della ragazza. L'intera opera, compresi questi due attori, è vuota come una conchiglia."
(testo originale: "Clearly, 'The Quiller Memorandum' is claptrap done up in a style and with a musical score by John Barry that might lead you to think it is Art. But don't let it fool you for one minute–nor Mr. Segal, nor Senta Berger as the girl. The whole thing, including these two actors, is as hollow as a shell."

Lo scrittore e critico cinematografico Leo Pestelli ha scritto (citazione frammentaria causa difficoltà di accesso alle fonti): 

"[il film] si stacca per più cose dai soliti film di spionaggio: per la qualità della regia prima di tutto, che permea la vicenda d'una sottile perfidia, facendo prendere sul serio lo spettro del neonazismo; per la suggestiva ambientazione nella Berlino-Ovest dei nostri giorni; per il complesso e la bravura degli interpreti, dal protagonista George Segal [...] ad Alec Guinness, [...] da Max von Sydow [...] alla tenera Senta Berger [...]. La trama, scritta dal commediografo Harold Pinter, è serrata, e pur seguendo la falsariga delle consuete vicende spionistiche e mettendo anch'essa in campo il suo bravo agente segreto, regolarmente americano, non è del tutto epidermica, ma in qualche tratto di maggior incisione, ricorda le ambizioni psicologiche della «Spia che venne dal freddo». [...]"

venerdì 29 luglio 2022


ALIEN 2 - SULLA TERRA

Titolo originale: Alien 2 - Sulla Terra 
Titolo in inglese: Alien 2: On Earth 
Paese di produzione: Italia 
Lingua: Italiano 
Anno: 1980 
Data di uscita (Italia): 11 aprile 1980 
Durata: 92 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Fantascienza, orrore 
Sottogenere: Pseudo-Alien 
Regia: Ciro Ippolito (come Sam Cromwell), Biagio Proietti
    (non accreditato)
Sceneggiatura: Ciro Ippolito
Produttore: Ciro Ippolito, Angiolo Stella 
Direttore di produzione: Nino Milano 
Supervisore della produzione: Naldo Nibbi (come Aldo 
    Nibbi) 
Casa di produzione: GPS
Distribuzione in italiano: Impegno Cinematografico
Fotografia: Silvio Fraschetti
Montaggio: Carlo Broglio
Effetti speciali: Ciro Ippolito (come Donald Patterly);
    Mario Bava (non accreditato)
Musiche: Oliver Onions
Scenografia: Angelo Mattei, Mario Molli 
Trucco: Lamberto Marini 
Dipartimento costumi e guardaroba: Maura Zuccherofino 
    (come Maria Zuccherofino) 
Consulente speleologo: Simone Pinto 
Interpreti e personaggi:
    Belinda Mayne: Thelma Joyce
    Mark Bodin: Roy
    Robert Barrese: Speleologo
    Benedetta Fantoli (come Benny Aldrich): Maurine
    Michele Soavi (come Mychael Shaw): Burt
    Valeria Perilli (come Judy Perrin): Jill
    Donald Hodson: Mr. Raymond
    Ciro Ippolito: Joe, direttore TV 
    Danilo Micheli (come Don Parkinson): Bill 
    Peter Shepherd: Peter 
    Claudio Falanga 
Doppiatori originali: 
    Fabrizia Castagnoli: Thelma Joyce
    Luigi Diberti: Roy 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: Alien, die Saat des Grauens kehrt zurück 
    Francese: Le monstre attaque 
    Spagnolo: Alien 2 - Sobre la tierra 
    Russo: Чужой 2: На Земле 
Location: Grotte di Castellana (Puglia) 

Trama: 
Mentre il mondo attende il ritorno di un equipaggio di astronauti da una missione nello spazio profondo, una giovane donna biondiccia di nome Thelma Joyce appare in un talk show televisivo per parlare delle caverne e della loro esplorazione. Subito dopo l'inizio della sua intervista, Thelma ha un'orribile visione psichica. Dopo che la navicella spaziale ritorna sulla Terra senza i suoi occupanti, una bambina su una spiaggia scopre una strana roccia blu e pulsante. Sua madre la trova presto con la faccia strappata e ridotta in poltiglia. 
Thelma e suo marito Roy si incontrano con i loro amici per un viaggio alla scoperta di una grotta. Il gruppo si ferma in un bar lungo la strada per comprare cibo e indossare l'attrezzatura da speleologia. L'amico di Thelma, l'erotomane Burt, scopre un gran numero di rocce blu proprio mentre sta pisciando sullo stipite dell'edificio, avendo trovato il bagno occupato. Colpito dalla stranezza di quelle rocce, decide di raccoglierne una e di metterla nel suo zaino. Il gruppo arriva alla grotta e si cala rapidamente sul fondo per accamparsi per la notte. Prima di addormentarsi, Thelma dice a Roy che sente che sta per accadere qualcosa di orribile, ma Roy riesce a calmarla. 
Il giorno successivo, l'amica di Thelma, Jill, scopre che la roccia blu trovata da Burt sembra pulsare. La roccia si apre e una creatura informe le attacca il viso. Thelma è testimone dell'attacco e va nel panico. Roy la calma, poi decide di andare a cercare il corpo di Jill. Roy si cala in un buco e trova Jill, viva e con la faccia intatta. Anche il resto del gruppo si cala giù dal buco e lega Jill a un sollevatore in modo che possa essere sollevata fuori dal buco. Jill viene messa da parte, da sola, ancora priva di sensi. Mentre il gruppo si prepara a uscire dal buco, la creatura fatta di trippa molliccia esce dalla faccia di Jill e attacca il collo di Ron. Ron viene trascinato a testa in giù mentre la creatura gli taglia ripetutamente il collo fino a fargli cadere la testa: il suo cervello ormai è fatto di intestini. 
Il gruppo si ritira dopo essere stato costretto a tornare indietro per recuperare l'attrezzatura. Si divide in squadre per cercare una via d'uscita, ma senza successo: è una strategia scema come la merda di un bue. Durante la ricerca Thelma riflette su quanto sta accadendo e si chiede se abbia un collegamento con la scomparsa degli astronauti. Maurine si imbatte in quello che sembra un muro vivente, fatto di gelatina, che la trascina dentro e successivamente uccide sia lei che Burt. Roy si lesiona la caviglia ed è costretto a sedersi. Cliff decide di andare a localizzare Burt e Maurine mentre gli altri riposano. Thelma avverte telepaticamente Cliff della presenza di un alieno vicino dopo che la loro radio si è interrotta. Nonostante ciò, Cliff viene ucciso dall'alieno. Thelma e gli altri lo trovano e si accorgono che in realtà è trippa aliena travestita da umano. Thelma usa le sue abilità per far esplodere la testa dell'impostore rivelando il suo vero essere ripugnante. La creatura schifosa attacca l'altro membro del gruppo mentre Thelma e Roy fuggono dalle caverne. Sulla via del ritorno in città, scoprono un'auto della polizia, ma non ci sono agenti in vista. Si fermano di nuovo al bar lungo la strada, ma non c'è nessuno. Roy cerca di chiedere aiuto su un telefono pubblico, ma nessun operatore è disponibile. Risalgono in macchina e continuano il viaggio verso la città. 
Thelma e Roy finalmente arrivano in città, ma stranamente non riescono a trovare nessuno. Si fermano alla sala da bowling vista in precedenza nel film, solo per scoprire che anche quella è vuota. Roy va sul retro, solo per essere ucciso da un alieno carnoso che aspetta lì. Questo essere immondo insegue Thelma attraverso la sala da bowling, finché lei non schiva l'attacco e scappa. La donna, ultima superstite, corre per le strade deserte della città, chiedendo aiuto ma senza ottenere risposta. Alla fine smette di urlare e si siede a un incrocio. All'improvviso, sullo schermo viene sparato un messaggio che avverte il pubblico "... Ora può colpire anche te!", suggerendo che gli alieni hanno preso il controllo della Terra e spazzato via ogni traccia della specie umana. 


Recensione:  
Questo film a dir poco scadente, che incredibilmente può contare su un nucleo di fan abbastanza agguerriti, è stato co(pro)-scritto, diretto, e interpretato da Ciro Ippolito, artefice anche degli effetti speciali. È stato pensato e pubblicizzato come seguito del celeberrimo Alien di Ridley Scott (1979), dato che le leggi italiane di quei tempi lo permettevano. Visto che Lucio Fulci aveva girato Zombi 2 (1979), che era creduto dal pubblico un seguito di Zombi (Dawn of the Dead, 1978) di George A. Romero, ecco che Ciro Ippolito ha pensato di poter fare la stessa cosa. In realtà il titolo e le uova venute dallo spazio sembrano gli unici elementi in comune con Alien; si comprende che le motivazioni di questa scelta dello pseudo-sequel erano puramente commerciali.   
Bisogna tuttavia riconoscere che alcune idee sono senza dubbio originali e degne di nota: 

1) Le uova azzurrognole mascherate da pietre; 
2) L'ambientazione in un esteso sistema di grotte;
3) La bambina con il volto spappolato;
4) L'Apocalisse, definitiva e irreversibile. 

Nonostante ciò, le potenzialità presenti non sono state sfruttate. Certo, ne sarebbe potuta venir fuori tutt'altra pellicola. La prima bozza della sceneggiatura era molto più ambiziosa e costosa di quella che alla fine è stata in effetti messa in pratica. La storia avrebbe dovuto narrare di frammenti di un'astronave e di un alieno che cadevano sulla Terra. L'implicazione è abbastanza ovvia: quelli dovevano essere proprio i resti dell'astronave Nostromo e dello xenomorfo del film di Scott. Questi frammenti della creatura aliena avrebbero infettato le persone, causando il caos in città. Al regista è stato concesso un buon budget, ma gran parte del denaro è stato sperperato in vari beni di lusso (il sito IMDb.com riporta i seguenti: un'auto nuova, visite ai casinò, una vacanza a Cannes e i servizi di escort). Con solo una piccola percentuale del budget residuo e gli investitori che si rifiutavano di dare più soldi, la sceneggiatura è stata giocoforza ridimensionata in modo drastico. Il risultato più eclatante è l'assenza di un vero e proprio alieno presente sulla telecamera, oltre alla sceneggiatura involuta. Questo è un film in cui manca in pratica la trama stessa. Eppure, per la stranezza e l'anomalia delle circostanze legate alla sua origine e ad ogni passo della sua produzione, è entrato nella mitologia. 

Produzione e antefatti

Dopo aver ottenuto il cast, la regia venne affidata a Biagio Proietti, ma dopo una settimana di incomprensioni varie, questi venne estromesso dal progetto. Ciro Ippolito propose il film a Mario Bava, che però era già impegnato con un altro progetto. Fu così che Bava consigliò allo stesso Ippolito di assumere il ruolo di regista di Alien 2 - Sulla Terra. Sostituito Proietti pochi giorni dopo, il nuovo regista utilizzò lo stravagante pseudonimo di Sam Cromwell. Fu questo l'esordio di Ippolito alla regia. Come sceneggiatore e produttore era noto per i seguenti film, ambientati a Napoli e di argomento tipicamente camorristico/mafioso, quasi tutti interpretati da Mario Merola: 

1) L'ultimo guappo (Alfonso Brescia, 1978)
2) Napoli... serenata calibro 9 (Alfonso Brescia, 1978)
3) Il mammasantissima (Alfonso Brescia, 1979)
4) Lo scugnizzo (Alfonso Brescia, 1979)
5) I contrabbandieri di Santa Lucia (Alfonso Brescia, 1979)
6) Napoli... la camorra sfida, la città risponde (Alfonso Brescia, 1979)  

Come attore, si segnala che Ippolito interpretò la parte di Terenzio nella miniserie TV in tre episodi Agostino d'Ippona (1972), diretta da Bernardo Rossellini. La parte di Agostino è stata interpretata dall'algerino Dary Berkani, nato a Draa El Mizan nel 1937 e praticamente sconosciuto in Italia. 
Dati questi antefatti, stupisce quindi non poco un film di fantascienza horror come Alien 2 - Sulla Terra, che non ci azzecca molto col resto. 


Alien di trippa! 

Fu Mario Bava a suggerire a Ciro Ippolito di utilizzare la trippa come sistema economico per realizzare la creatura aliena. Lottando con problemi di budget all'inizio delle riprese, il regista ha subito incaricato un certo Bombardone, produttore di utensili, di acquistare un immane quantità di trippa e di posizionarla attorno all'obiettivo per creare l'illusione che la telecamera fosse l'occhio del mostro. Per rendere questo grezzo effetto più realistico, grazie a pompe mediche la massa gelatinosa di intestini è stata fatta tremolare come se fosse effettivamente parte di un organismo vivente. Così facendo è stato creato il mostro “soggettivo”. Nella mitologia ippolitiana di Alien 2, spicca il seguente aneddoto: la massa di trippa, contenuta in un gigantesco bidone, sarebbe andata presto in putrefazione, esalando lezzi pestilenziali. Quel materiale biologico era manipolato nello scantinato di un palazzo, se la memoria non m'inganna, così i condòmini hanno allertato le Forze dell'Ordine, pensando che l'insopportabile fetore provenisse da un cadavere. E che dire poi dell'osceno verso emesso dal mostro gelatinoso? È stato simulato dal fragoroso russare di un tecnico, certo Tinebra! Quando dormiva, costui emetteva rantoli terrificanti, tanto da sembrare un moribondo in procinto di trapassare! C'è qualcosa di affascinante in questi risvolti grotteschi e nella capacità di improvvisare soluzioni con mezzi quasi assenti. In fondo è italico genio anche questo! Non dimentichiamoci che Mario Bava è stato capace di disegnare un mondo alieno con le caramelle ciucciate! 


Controversie

La 20th Century Fox fece causa a Ciro Ippolito, pretendendo il pagamento di 10 milioni di dollari US per aver utilizzato la parola "Alien" nel titolo. Tuttavia, un avvocato inglese fece notare che esisteva un romanzo degli anni '30 intitolato proprio Alien (seppur privo di connessioni con lo xenomorfo). Per questo motivo, il titolo doveva essere considerato libero da copyright, dal momento che non era un'invenzione di Ridley Scott e della Fox. Dato che nessuno poteva dirsi titolare della parola "Alien", Ippolito riuscì a vincere la causa. Mi sarebbe interessato riportare almeno il nome dell'autore del romanzo degli anni '30, ma non sono riuscito a trovarne traccia: è andato perso nell'oceano dell'entropia cognitiva del Web. 
Ippolito ha tentato una causa contro i produttori di The Descent - Discesa nelle tenebre (The Descent, Neil Marshall, 2005) per via di una trama solo vagamente simile (l'unica cosa in comune è l'ambientazione in un sistema di grotte). A quanto pare, i suoi soci non vollero seguirlo nell'impresa, così non poté averla vinta. A quanto ho potuto leggere nel Web, i fan di Alien 2 considerano The Descent addirittura un remake, facendo notare che persino la macchina degli speleologi, una Wagoneer, è la stessa nei due film. Sembra che in un'occasione Ippolito abbia detto: "Se mi avessero chiesto i diritti io glieli avrei dati"
Mi sembrava di ricordare un'altra controversia a proposito di un film di fantascienza in cui si mostravano uova del tutto simili a quelle di Alien 2 - Sulla Terra. Era un film recente, fatto in questo secolo, in cui venivano portate su un'astronave claustrofobica le uova aliene simili a pietre (forse erano verdi anziché azzurre, ma poco cambia). Quando ho cercato informazioni su Google, per un po' non sono riuscito a venire a capo di nulla. I motori di ricerca hanno questa mirabile proprietà: per pura serendipità ti mettono sotto il naso cose interessanti, ma se non le salvi subito, poi rischi di non riuscire più a trovarle! Alla fine ho potuto reperire la menzione nel posto più ovvio: la pagina del film di Ippolito su Wikipedia: era annidata in un angolo recondito, che proprio non saltava all'occhio. Il film è Apollo 18, un "mockumentary" (ossia un documentario farlocco) diretto dallo spagnolo Gonzalo Lopez-Gallego nel 2011. Ho potuto appurare che le uova sono proprio bluastre, non verdi come rammentavo in modo distorto. In realtà non risulta che ci siano state azioni legali in questo caso. 


Conseguenze impreviste su Alien! 

Se la parola "Alien" non può essere di per sé soggetta a diritti d'autore, per il titolo "Alien 2" e per il concetto di "Alien sulla Terra" le cose vanno in modo molto diverso! La Fox non è riuscita a sanzionare Ippolito per il titolo del suo film. Ippolito, dal canto suo, ha potuto bloccare la Fox sugli sviluppi del film di Ridley Scott. Nessuno se lo aspettava. Per poter fare dei sequel di Alien, si è imposta la necessità cogente, assoluta, di pensare a qualcosa di nuovo. Qualcosa che può soltanto essere complesso, quindi potenzialmente incomprensibile al grande pubblico. Gli spettatori vogliono trame concettualmente semplici: è buio, si porta un oggetto sconosciuto a bordo, esce il mostro, ammazza un sacco di gente, alla fine resta solo un superstite che lo espelle nello spazio. Il seguito naturale può essere uno solo: l'oggetto sconosciuto arriva sulla Terra e ammazza tutti. Introducendo trame complesse, il rischio è sempre in agguato. Si rischiano contraddizioni ad ogni passo, non si riesce a controllare tutto e il pubblico se ne accorge, diventa inquieto, tumultua. I fan diventano rabbiosi, il loro malcontento esplode. I fan, l'eterno problema della Settima Arte!  

Una distorsione mnestica 

Ho il nitidissimo ricordo che alla fine del film una voce narrante dicesse, con forte accento romanesco, "Ora può colpire anche tté". Evidentemente è un falso pacchetto mnemonico rigurgitato da qualche dendrite impazzito e fatto vivere nella mia materia grigia da una rete sinaptica disfunzionale. Quando ho voluto verificare ciò che era emerso dai miei banchi di memoria stagnante, ho visto che non c'era alcuna voce nel finale, né tanto meno con accento romanesco: c'era soltanto la scritta in caratteri bianchi. Nella versione in inglese la scritta è stata tradotta come "You could be next"


Il mondo nuovo

In questi tempi di deliri e di convulsioni woke, questo film non potrebbe più essere girato per via di alcune parole che lo stesso Ippolito, truccato con baffi e pizzetto fino ad apparire irriconoscibile, rivolge alla bella e biondiccia Thelma durante una breve intervista TV: 

"Abbiamo qui con noi una nota speleologa, una giovane nostra concittadina, e molto graziosa, anche. Thelma Joyce!" 

E ancora: 

"Senta, ci racconti: perché una bella ragazza come lei anziché andarsene in giro per vetrine se ne va a spasso per caverne?"  

Ebbene, queste parole sarebbero attualmente considerate "sessiste" e provocherebbero un putiferio! Cercando di imporre opinioni dementi politically correct, le femministe radicali sempre tumultuanti pretendono che una ragazza debba essere brutta, racchia, sciatta, sporca, repellente, e che faccia lavori come scaricare le scorie di una stalla o estrarre minerali in una miniera di uranio! Vogliono costringere le donne a usare makeup a base di merda di cane, ma nessuno potrà dire "bella ragazza": sarà considerato un insulto! 

Mychael Shaw - Michele Soavi 

In questa pellicola vediamo una delle prime interpretazioni come attore di Michele Soavi, accreditato come Mychael Shaw, secondo la moda anglicizzante di quei tempi. Direi che è tra i pochissimi volti noti dell'opera di Ippolito. Forse l'unico, a parte il regista stesso. In seguito, Soavi divenne un importante regista di film horror. Ha esordito alla regia con Deliria (1987), per poi proseguire con La chiesa (1989), La setta (1991) e Dellamorte Dellamore (1994). La sua carriera successiva mi appare meno comprensibile.   

Un progetto abortito: Alien 3

Dopo l'uscita del film, circolò brevemente l'idea di realizzare un seguito intitolato Alien 3, che avrebbe dovuto essere diretto da Bruno Mattei, con effetti speciali realizzati dai fratelli Gaetano e Francesco Paolocci. Il produttore era interessato a vedere se ci fosse interesse da parte del mercato, ma dopo un'attenta analisi decise di non procedere con la realizzazione del film. Sebbene il deleterio progetto non sia mai stato realizzato, per grandissima fortuna del genere umano, ne resta purtroppo una traccia: esiste un primo poster. 
Bruno Mattei non girerà mai il fantomatico Alien 3, ma nel 1989 si dedicò a questo tipo di film trash pseudo-Alien, dirigendo l'atroce Terminator 2, che a dispetto del titolo scopiazza a mani basse Aliens - Scontro finale (Aliens, 1983) di James Cameron. 


Critica 

Il film di Ippolito è stato giudicato in modo negativo dalla critica in Italia. Negli Stati Uniti, nella migliore delle ipotesi è stato giudicato mediocre. Abbastanza raramente si riscontra qualche barlume di ammirazione. 
Maurizio Porro del Corriere della Sera ha scritto: "[...] il fanta-horror è ingenuo e scalcinato, soprattutto sfiora la parodia nella sceneggiatura [...] ed è assolutamente insufficiente per quanto riguarda le prestazioni degli attori." 
Marcello Garofalo in un suo contributo apparso sulla rivista Ciak ha inserito il film in una singolare classifica: "I 100 film più dementi della storia"
Daryl Loomis di DVD Verdict ha detto: "Alcune persone diranno che Alien 2 - Sulla Terra è una palese fregatura e alcuni diranno che è un film terribile. Tutte queste persone hanno ragione, ma dato il mio curriculum, nessuno dovrebbe essere sorpreso che io lo adori" ("Some people will say that Alien 2: On Earth is a blatant ripoff and some will say that it's a terrible movie. All of those people are right, but given my track record, nobody should be surprised that I love it"). 
Come sempre, si trova qualcosa di utile sul sito Il Davinotti, che è una preziosa fonte di conoscenza. 


Riporto in questa sede giusto un paio di opinioni con tanto di refusi originali.

Puppigallo ha scritto:

"Abbastanza ridicolo, offre più noia che suspence, anche se qualche scena in grotta è passabile. Purtroppo, la creatura in sè (sembra un verdurone vermiforme carnoso con bocca a fiore) fa cascare le braccia. Gli attori sono passabili, mentre i dialoghi, di quasi nessun interesse, sono presto dimenticati (più che altro il gruppetto pensa giustamente a salvare la pellaccia). E' però piuttosto splatter (scoppia una testa, un'altra viene staccata e partono arti); ed è questo che, alla fine, magari non lo rende comunque vedibile, ma almeno riesce a dare un po' di soddisfazione al povero spettatore." 

Caesars ha scritto: 

"Fa una certa tenerezza vedere oggi certi prodotti italiani, perché una volta non si contavano le pellicole che i nostri registi correvano a girare, cercando di sfruttare il successo di film stranieri. Il risultato spesso e volentieri lasciava parecchio a desiderare e il caso in oggetto non si discosta dalla regola. Per arrivare al minutaggio dovuto Ippolito ricorre a movimenti di macchina lentissimi ed estenuanti donando alla pellicola un ritmo soporifero che non aiuta un soggetto di pr sè risibile. Vedibile per gli amanti del genere."

Censura stupidissima

Il potere della censura è molto insidioso. La versione che ho potuto visionare dura 82 minuti, ma la lunghezza indicata nei siti in genere è di 92 minuti. I fan giurano e spergiurano che la il film completo dura 82 minuti. Eppure in IMDb.com ho trovato menzione del fatto che la versione di 92 minuti, non tagliata, esiste effettivamente: contiene persino una scena di nudo che non ricordo affatto (ho visto soltanto una mezza tetta subito nascosta). Non ho potuto trovare la documentazione dei tagli effettuati. 
Il film fu approvato dalla censura italiana il 2 aprile 1980, con il visto n. 75007. Venne vietato ai minori di 16 anni in Francia, ai minori di 18 anni in Germania Ovest e nel Regno Unito, ai minori di 17 anni non accompagnati negli Stati Uniti (Rating R). A Singapore invece il film è stato vietato ai minori di 16 anni non accompagnati. Ma se non si vede neanche un cazzone! 

Incassi nel mondo

Nonostante non sia mai riuscito a diventare un pilastro portante della Settima Arte, questo film ebbe un certo successo nel mondo, riuscendo anche a recuperare i costi di produzione (Zio Paperone direbbe: "quasi interamente dilapidati in bagordi orgiastici"; l'eroico Paperino aggiungerebbe: "... e in disgustose ostentazioni di plutocratica sicumera"). Si tratta di una somma di circa 400 milioni di lire italiane. L'incasso in Italia fu di circa 148 milioni di lire. Comunque la pellicola ippolitiana non si inserì nella classifica dei 100 maggiori incassi della stagione 1980/1981. In Spagna ebbe circa 211.000 spettatori e riuscì ad incassare circa 32.433 pesetas. Al termine di tutte queste traiettorie bizzarre, Alien 2 - Sulla Terra è... diventato un film cult

martedì 19 luglio 2022

 
IL PIANETA PROIBITO 

Titolo originale: Forbidden Planet 
Lingua: Inglese 
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1956
Durata: 98 min
Genere: Fantascienza, avventura 
Sottogenere: Esplorazione spaziale, civiltà scomparse,
    robot 
Regia: Fred M. Wilcox
Soggetto: da una storia di Irving Block e Allen Adler
Sceneggiatura: Cyril Hume
Produttore: Nicholas Nayfack
Casa di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer
Distribuzione in italiano: Metro-Goldwyn-Mayer
Fotografia: George J. Folsey
Montaggio: Ferris Webster
Effetti speciali: A. Arnold Gillespie, Joshua Meador,
     Warren Newcombe, Irving G. Ries
Musiche: Bebe Barron, Louis Barron
Scenografia: Cedric Gibbons, Arthur Lonergan,
    Hugh Hunt, Edwin B. Willis
Costumi: Walter Plunkett, Helen Rose
Trucco: William Tuttle, John Truwe
Interpreti e personaggi:
    Walter Pidgeon: Dott. Edward Morbius
    Anne Francis: Altaira "Alta" Morbius
    Leslie Nielsen: Comandante John J. Adams
    Warren Stevens: Tenente "Doc" Ostrow
    Jack Kelly: Tenente Jerry Farman
    Richard Anderson: Ingegnere Capo Quinn
    Earl Holliman: Cuoco di bordo
    George D. Wallace: Nostromo
    Robert Dix: Marinaio Grey
    Jimmy Thompson: Marinaio Youngerford
    James Drury: Marinaio Strong
    Harry Harvey Jr.: Marinaio Randall
    Roger McGee: Marinaio Lindstrom
    Peter Miller: Marinaio Moran
    Frank Darro: Robby il robot (Robby the Robot)
    Les Tremayne: Voce narrante
Doppiatori italiani:
    Roldano Lupi: Dott. Edward Morbius
    Luisella Visconti: Altaira "Alta" Morbius
    Carlo D'Angelo: Comandante John J. Adams
    Riccardo Cucciolla: Tenente "Doc" Ostrow
    Paolo Ferrari: Tenente Jerry Farman
    Nino Dal Fabbro: Ingegnere Capo Quinn
    Nino Manfredi: Cuoco di bordo
    Carlo Hintermann: Nostromo
    Alberto Lupo: Robby il robot (Robby the Robot)
    Guido Notari: Voce narrante
Titoli in altre lingue:
   Tedesco: Alarm im Weltall
   Francese: Planète interdite
   Spagnolo: Planeta prohibido
   Rumeno: Planeta interzisă
   Polacco: Zakazana planeta
   Russo: Запретная планета
   Svedese: Förbjuden värld
   Finlandese: Kielletty planeetta
   Turco: Meçhul Dünya
Budget: 1.968.000 dollari US
Box office: 2.765.000 dollari US

Trama:
XXIII secolo. Dopo un viaggio durato più di un anno, l'astronave dei Pianeti Uniti (United Planets) C-57D giunge sul lontano pianeta Altair IV. Il compito assegnato al suo equipaggio è chiarire il destino dell'astronave Bellerophon, inviata un ventennio prima. Il Dottor Edward Morbius, uno degli scienziati della spedizione originale, avverte il Comandante John J. Adams della C-57D di non atterrare, per ragioni di sicurezza. L'avvertimento viene ignorato e l'atterraggio ha luogo. Il Comandante Adams, il Tenente Jerry Farman e il Tenente "Doc" Ostrow vengono accolti dal robot Robby, che li trasporta alla residenza del Dottor Morbius. Lo scienziato espone i fatti, dicendo che tutti gli altri membri della sua spedizione finirono uccisi, uno per uno, da una "forza planetaria" invisibile, con l'astronave Bellerophon vaporizzata mentre gli ultimi sopravvissuti cercavano di scappare. Solo il Dottor Morbius, sua moglie (poi morta per cause naturali) e la loro figlia Altaira erano in qualche modo immuni a questa disgrazia, così simile a quella che aveva colpito Sodoma. Il Dottor Morbius si offre di aiutare l'astronave a tornare a casa, ma il Comandante Adams, ammiratore della macchina burocratica e di mente molto ristretta, dice che deve ricevere ulteriori istruzioni dalla Terra. Il giorno successivo, il Comandante Adams trova il Tenente Farman che bacia Altaira alla francese, una vera e propria battaglia di lingue libidinose! Furioso a causa del suo puritanesimo, rimprovera il Tenente Farman e critica Altaira per aver indossato abiti succinti e per essersi comportata in modo lascivo. Quella stessa notte, un intruso invisibile sabota le apparecchiature di comunicazione a bordo dell'astronave. La mattina successiva, il Comandante Adams e il Tenente Ostrow si recano alla residenza del Dottor Morbius per discutere dell'intrusione. Durante l'attesa, il Comandante Adams si imbatte nella seducente Altaira che nuota, non facendo nulla per nascondere la propria assenza di inibizioni. Dopo che lei ha indossato un vestito nuovo e meno attillato, il Comandante Adams si scusa per il suo comportamento nei suoi confronti. I due si baciano lingua in bocca. Vengono improvvisamente attaccati dalla tigre domestica di Altaira e il Comandante Adams è costretto a disintegrarla con il suo folgoratore.
Il Dottor Morbius appare e rivela al Capitano Adams e al Tenente Ostrow che ha studiato gli artefatti dei Krell, una razza altamente avanzata che si estinse misteriosamente in una sola notte 200.000 anni prima. Uno di questi dispositivi migliora l'intelletto ed è stato utilizzato dallo scienziato, che sopravvisse a malapena all'esperienza, ottenendone però il raddoppiamento della sua capacità intellettuale. Un'altra meraviglia è una vasta macchina sotterranea grande 8.000 miglia cubiche (circa 33.000 km3), ancora funzionante, alimentata da 9.200 reattori termonucleari. Il Comandante Adams dice al Dottor Morbius che deve condividere queste scoperte con la Terra. Tuttavia lo scienziato rifiuta, dicendo che "l'Umanità non è ancora pronta a ricevere un potere così illimitato".
Il Comandante Adams erige campo di forza attorno all'astronave, come barriera impenetrabile, ma l'intruso invisibile passa facilmente attraverso e uccide brutalmente l'Ingegnere Capo Quinn, che stava riparando l'attrezzatura di comunicazione danneggiata. Il Dottor Morbius avverte il Comandate Adams della sua premonizione di ulteriori attacchi mortali. Quella notte, l'intruso viene rilevato mentre si avvicina. Il suo profilo e le sue caratteristiche diventano visibili quando entra nel campo di forza e gli vengono sparati ripetuti colpi dei folgoratori, con scarsi risultati. La cosa aliena uccide il Tenente Farman e altri due membri dell'equipaggio. Quando il Dottor Morbius viene svegliato dalle urla di Altaira, la creatura svanisce improvvisamente.
Il Comandante Adams cerca di convincere Altaira ad andarsene. Il Tenente Ostrow si allontana di soppiatto e usa il potenziatore dell'intelletto Krell, venendone ferito a morte. Prima di spirare, informa il suo Comandante che lo scopo della macchina sotterranea era creare qualsiasi cosa con il semplice pensiero, ovunque sul pianeta. Tuttavia, dice anche che i Krell hanno dimenticato una cosa: la formazione dei "Mostri dall'Id". La macchina ha dato libero sfogo ai desideri subconsci dei Krell con un potere illimitato, provocandone infine l'estinzione. Il Comandante Adams deduce che il subconscio del Dottor Morbius ha creato la cosa aliena che ha ucciso i membri della spedizione originale e ha attaccato il suo equipaggio; lo scienziato si rifiuta però di credergli.
Altaira dice al Dottor Morbius che lascerà Altair IV con il Comandante Adams, che ha un cazzone grosso, durissimo e duraturo. Il robot Robby rileva la creatura che si avvicina; il Dottor Morbius le ordina di ucciderlo, ma il robot sa che il mostro è Morbius stesso, così si spegne, essendo programmato per non uccidere mai un essere umano (sono le Leggi della Robotica Asimoviana!). Il Comandante Adams, Altaira e il Dottor Morbius si nascondono nel laboratorio dei Krell, ma la creatura riesce a dissolvere le robuste porte di acciaio. Lo scienziato finalmente accetta la verità, affrontando e rinnegando il suo altro sé: viene ferito a morte dalla creatura prima che questa svanisca. Prima di trapassare, fa attivare al Comandante Adams un sistema di autodistruzione planetaria, avvertendo che tutti devono allontanarsi all'istante nello spazio profondo. Finalmente a distanza di sicurezza, il Comandante Adams, la libidinosa Altaira, il robot Robby e l'equipaggio sopravvissuto assistono alla distruzione di Altair IV. Il Comandante rassicura Altaira dicendole che tra circa un milione di anni la razza umana si troverà al livello di progresso tecnologico in cui stavano gli estinti Krell. Si abbracciano mentre l'astronave C-57D torna sulla Terra. 


Recensione:

Senza dubbio Forbidden Planet è considerato una pietra miliare della filmografia fantascientifica. Diciamo che non mi è dispiaciuto, ma non è neppure tra i miei preferiti. In generale, non vado matto per i robot: la mia immaginazione tende a vedere tali manufatti come barattoli, non certo come cose in grado di far sognare. 
L'ambientazione è abbastanza ragionevole. La stella Altair dista solo 17 anni luce dalla Terra, ed è una delle stelle più vicine a noi. La sua massa è 1,8 volte quella del Sole e 11 volte più luminosa. È la dodicesima stella più luminosa nel cielo notturno. Tuttavia, allo stato delle conoscenze aggiornato al 2021, non ha pianeti conosciuti. Il futuro ci potrebbe comunque riservare interessanti sorprese, visto che di pianeti inattesi e stranissimi ne vengono scoperti ogni giorno che passa. Potrebbe darsi che con nuove tecniche, qualcosa salti fuori anche intorno ad Altair.   
Questo film ha segnato una sorta di spartiacque: è stato uno dei primi progetti di fantascienza ad aver ricevuto un budget elevato. Il genere era stato raramente preso sul serio dai dirigenti degli studi cinematografici, tanto che per inveterata tradizione i film di fantascienza in genere ricevevano budget a dir poco striminziti, spesso quasi assenti. Il successo di critica di questa pellicola convinse molti produttori che il finanziamento adeguato fosse la chiave per assicurare successo alla fantascienza. Lo storico del cinema Ben Mankiewicz ha affermato che il successo di Fordibben Planet ha reso possibili futuri film di fantascienza ad alto budget. 
Si segnala un Leslie Nielsen non ancora canuto, che fa faville nella parte del Comandante Adams. Questo è stata la sua prima interpretazione come protagonista.

Promozione

Il famoso poster del film mostra un robot minaccioso che trasporta una bella ragazza in difficoltà: un punto fermo dei manifesti dei film di mostri degli anni '50. In realtà, nessuna scena del genere si verifica nel film stesso e il robot ritratto nel poster è Robby the Robot, che il pubblico ha trovato "simpaticissimo". 
La copertina avvolgente dell'edizione speciale a due dischi del 50° Anniversario presenta invece Robby che trasporta una figura maschile in uniforme verde, "Doc" Ostrow, che muore dopo aver rivelato la sua scoperta dei segreti dei Krell. 

Dotti riferimenti mitologici

La nave dei coloni Bellerophon prende il nome da un eroe greco. Secondo la mitologia greca, il Re Proteo mandò Bellerofonte dal re Iobate per consegnare un messaggio sigillato e lui non sapeva cosa dicesse. Il messaggio ordinava al Re Iobate di uccidere il portatore del messaggio, anche se alla fine ciò non accadde. L'astronave Bellerophon trasportava il Dottor Morbius che, senza saperlo, era destinato a provocare la morte dei coloni e la distruzione del veicolo spaziale. Pertanto, come l'eroe, la spedizione portava con sé lo strumento stesso del proprio annientamento. 

Il Pianeta Proibito, Shakespeare e i deliri gender

Riferendosi a Robby the Robot, il cuoco a un certo punto chiede: "Ehi, dottore, è un maschio o una femmina?" Sebbene questa frase sia intesa soltanto un'amena curiosità ("Ha il pistolino o la fessurina?"), viene da molti considerata come riferimento alla storia del materiale originale di questo film, ossia l'opera teatrale di William Shakespeare La Tempesta (1611). Robby the Robot è un analogo del personaggio di Ariel. Orbene, secondo le convulsionarie radical-femministe politically correct woke autorazziste, Ariel sarebbe uno dei primi esempi di casting senza distinzione di genere nella storia del teatro occidentale. Non curandosi del fatto che Shakespeare descrive Ariel come un maschio ("to thy strong bidding / task Ariel and all his quality"), lo ritengono un transessuale intersessuale gender-fluid e strepitano vanamente sulla sessualità di un robot. Possa Belzebù gettarle nel più profondo pozzo dell'Inferno, al di sotto di Giuda Iscariota!

Psicoanalisi a tambur battente

Le sequenze sono pervase da una fede assoluta nel potere dell'Inconscio, che influirebbe sull'Universo arrivando a materializzare oggetti e creature. Cos'è l'Id di cui parla tanto spesso il Dottor Morbius? È il cosiddetto Es. L'etimologia di questi termini non è difficile: id è il pronome latino che significa "esso" e che corrisponde al pronome tedesco es. Secondo la contorta teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, l'Es è quella istanza intrapsichica che "rappresenta la voce della natura nell'animo dell'uomo", ossia "un insieme di desideri istintivi non coordinati". Si suppone che l'Es sia la fonte dei bisogni e dei desideri corporei, degli impulsi e dei desideri emotivi, in particolare dell'aggressività e della libido (desiderio sessuale). Quindi anche il desiderio di leccare orifizi vi è incluso. Secondo il Dottor Morbius, il Mostro dell'Id si riferisce ai pensieri irrazionali e subconsci di qualsiasi essere sensibile e intelligente, come un ricordo lontano ma ancora latente della bestia primitiva da cui sono emerse tutte le razze, che vive nella mente razionale per essere una figurazione dello scatenato e incontrollato istinto dove mancano valori morali e ideali. 
Un risvolto incredibilmente comico: il ruggito del Mostro dell'Id è identico al ruggito del Ciclope ne Il 7° viaggio di Sinbad (The 7th Voyage of Sinbad, 1958), diretto da Nathan Juran (nato Naftuli Hertz Juran). 


Le Tre Leggi della Robotica

Questo film di Wilcox è la prima trasposizione cinematografica delle famose Leggi della Robotica enunciate da Isaac Asimov. Le enunciamo brevemente in questa sede:

1. Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Questa è la versione originale:

1. A robot may not injure a human being or, through inaction, allow a human being to come to harm.
2. A robot must obey any orders given to it by human beings, except where such orders would conflict with the First Law.
3. A robot must protect its own existence as long as such protection does not conflict with the First or Second Law. 


Quando Asimov enunciò queste leggi, era convinto che il termine "robotica" esistesse già. Invece lo aveva coniato lui. Certo, il celebre divulgatore scientifico doveva essere abbastanza disattento: non si è accorto nemmeno che suo figlio David gli aveva installato in casa un'industria di produzione e processamento di materiale pedopornografico! 

Una contraddizione legata alla Robotica 

Veniamo ora a una singolare contraddizione che ha a che fare con i postulati asimoviani. Quando il Dottor Morbius ordina a Robby di sparare con il folgoratore contro il Comandante Adams, il robot inizia a cortocircuitare. Il Dottor Morbius dice che se gli fosse permesso di continuare, ciò "farebbe saltare ogni circuito del suo corpo". Robby sperimenta la stessa inibizione proprio questo quando gli viene ordinato di uccidere il Mostro dell'Id, che crede essere lo stesso Dottor Morbius. Eppure alla fine è proprio il robot l'astronauta ai comandi della nave in fuga. Non è chiaro come sia stato ricostruito Robby, dal momento che il Dottor Morbius è morto e che l'equipaggio chiaramente non ha la capacità di ricostruire i suoi circuiti. In realtà il Mostro dell'Id non era lo stesso Morbius. Se era un costrutto del suo subconscio, non poteva essere una trasformazione fisica del suo corpo. Il Mostro era come una pistola o un altro tipo di arma e poteva essere distrutto da Robby come qualsiasi altro artefatto umano.

L'Oblio come destino universale 

Il tristissimo fato della civiltà scomparsa dei Krell offre molti spunti per annichilenti meditazioni sulla natura labile dell'Informazione. Questo possiamo dire per certo: non c'è architettura edificata dall'Intelligenza, sia essa umana o meno, che non sia destinata a dissolversi nel rumore di fondo di questo Universo in sfacelo. La Morte Termodinamica inghiottirà ogni cosa. Il Comandante Adams è incapace di afferrare questi concetti. La sua mentalità è positivista, fondata sulla fede indefettibile nel progresso illimitato del genere umano. Questo lo porta a minimizzare la perdita del patrimonio scientifico e culturale dei Krell, credendo che tanto la specie Homo sapiens riuscirà col tempo a raggiungere gli stessi livelli. Il militare non riesce nemmeno a capire che non sarebbe la stessa cosa, che non si tratta di due realtà intercambiabili. Ciò che è andato perduto non è più recuperabile. Ciò che prima era organizzato, adesso è attrito, è calore disperso, è disordine, è diventato privo di qualsiasi significato riconoscibile.    

La Nave di Teseo

Una macchina a forma di culo, pardon, di cubo, che è centrale nella trama del film, è l'incarnazione di un esperimento concettuale denominato "La Nave di Teseo". Questa macchina Krell, che da 2.000 secoli si mette a punto, si lubrifica e sostituisce da sé le parti usurate, solleva la domanda filosofica rivolta inizialmente alla nave di Teseo, le cui parti furono completamente sostituite durante le sue peregrinazioni: "È ancora lo stesso oggetto di quello originale dopo tutte le modifiche che sono state apportate?" Lo stesso discorso vale per ogni corpo umano o animale. In un corpo umano, il tasso di ricambio è tale che si formano 4 milioni di cellule nuove ogni secondo. Anche se la maggior parte dei neuroni e altri tipi di cellule (come quelle del cristallino dell'occhio) non subiscono un simile ricambio, la domanda resta. Sono ancora lo stesso individuo che ero vent'anni fa, se gran parte delle mie cellule nel frattempo sono state sostituite?  


Un riferimento criptico 

Quando il Dottor Morbius sta dimostrando le capacità di Robby, gli fa sparare con un folgoratore contro un fiore chiamato Althea frutex (Hibiscus syriacus). Questa pianta è un arbusto deciduo i cui fiori sono spesso di colore rosa. È il fiore nazionale della Corea del Sud e in coreano si chiama mugungwha. Questa parola è basata sulla parola coreana mugung che significa "eternità" o "abbondanza inesauribile", l'ultima delle quali è un tema del film. Non bisogna mai sottovalutare l'ingegno dei cineasti. 

Il Pianeta proibito e Star Trek

Il creatore di Star Trek, Gene Roddenberry, ha dichiarato che il film di Wilcox è stato una grande ispirazione per la sua serie. Forse non a caso, Warren Stevens, che qui interpreta il Tenente "Doc" Ostrow, sarebbe poi stato una guest star nell'episodio Con qualsiasi nome (By Any Other Name, 1968), dove gli alieni Kelvan, proprio come i Krell di Forbidden Planet, erano immaginati con una forma estremamente diversa da quella umanoide, anche se non sono mai stati mostrati con le loro vere sembianze. 1701, che è il numero di serie della Starship Enterprise, deriva presumibilmente dalle ore 17:01 mostrate dall'orologio quando l'astronave C-57D entra in orbita attorno al pianeta Altair IV. 
Possiamo dire che Il Pianeta Proibito è stato fonte di ispirazione per Star Trek sotto molti aspetti: il giovane equipaggio con un comandante molto giovane, la nave rotonda come una ghiotta torta, il capitano che porta la ragazza su altri pianeti sperando di poterle strusciare il mazzone sulle morbide tette, i comunicatori wireless (tanto strombazzati come antesignani del telefono cellulare, pur essendo soltanto walkie-talkie), le armi elettroniche portatili e le rigide regole per i viaggi spaziali (bisogna pisciare in un sacchetto, etc.). 

Il Pianeta Proibito e Lost in Space 

Robert Kinoshita (pron. Kinoshta), a cui è attribuita la costruzione di Robby the Robot, è stato anche direttore artistico della serie TV Lost in Space (1965). Molte delle caratteristiche del robot di Lost in Space sono simili a quelle di Robby: testa di vetro con elementi animati; orecchie dell'antenna rotanti (sebbene le orecchie del robot di Lost in Space si muovessero raramente dopo l'episodio pilota); bocca lampeggiante; pannello sul petto con più elementi animati. Del resto, gran parte della disposizione dell'astronave di Forbidden Planet è rispecchiata da Jupiter 2 di Lost in Space: forma a disco; carrello di atterraggio/scale di ingresso integrali; cupola esterna inferiore con luci animate; stazione di navigazione centrale con cupola in plexiglas; ibernacoli verticali disposti lungo il perimetro. Inoltre, Robby e il robot di Lost in Space hanno avuto un paio di "riunioni di famiglia" in due episodi della serie di Kinoshita: War of the Robots (1966) e Condemned of Space (1967). Detto questo, non ho mai visto un solo episodio di Lost in Space e non mi attira nemmeno.

Censura 

L'abito succinto indossato da Anne Francis è considerato il primo ad essere mostrato in un film di Hollywood. Questo fece sì che il film fosse bandito in Spagna, dove non venne proiettato fino al 1967. La causa del bando è stata la dittatura iper-puritana del Generale  Francisco Franco, fissato con la repressione di ogni manifestazione di sessualità: secondo il suo pensiero era "sporco e osceno" che una donna indossasse un miniabito per mettere in mostra le gambe. Quando il Caudillo morì, i costumi in Spagna subirono drastici e rapidissimi mutamenti: nacque la movida, con donne che invitavano in casa qualunque uomo capitasse loro a tiro, facendosi penetrare nel retto e lasciare lo sperma tra le feci! Pochi si rendono conto che proprio a causa della reazione al regime franchista, la Spagna ha smesso di essere un paese cristiano. 


Curiosità

Oltre ad animare il mostro che invade il campo, l'artista dei Walt Disney Studios Joshua Meador ha fornito circa altri 29 effetti di animazione raffiguranti raggi laser e altre forme di energia visiva. 

Il cielo verde ha reso omaggio al romanzo Quando i mondi si scontrano (When Worls Collide, 1933) di Philip Wylie e Edwin Balmer. In esso, il cielo del pianeta alieno primario era verde. Una specie di alghe verdi utilizzava la luce solare per scindere l’acqua in idrogeno e ossigeno e immagazzinava l'idrogeno in sacche, cosa che gli permetteva di galleggiare nell'aria. 

Mentre in molti film di fantascienza precedenti i terrestri esploravano altri mondi, questo è stato il primo film ad essere ambientato interamente su un pianeta alieno. Sebbene siano presenti numerose sequenze all'aperto, tutte sono state girate all'interno di un palcoscenico in studio, mentre molte riprese di paesaggi esterni sono costituite da dipinti opachi colorati e dettagliati. 

Anne Francis, quella che mostrando le gambe mandò su tutte le furie il Generale Franco, non è mai stata sul set contemporaneamente alla tigre. Se si guarda attentamente, al minuto 27:04 del film, si può vedere la linea di divisione verticale dove due inquadrature separate, una di Altaira e una della tigre, sono unite insieme in un'unica inquadratura. La giunzione viene spostata più volte mentre l'esuberante ragazza attraversa l'inquadratura e la tigre esce dall'inquadratura. 

Utilizzando idee e procedure tratte dal libro La cibernetica: Controllo e comunicazione nell'animale e nella macchina (Cybernetics: Or, Control and Communication in the Animal and the Machine, 1948) del matematico e ingegnere elettrico Norbert Wiener, Louis Barron costruì i propri circuiti elettronici che usò per generare i "bip", sussulti, ronzii, gemiti, pulsazioni, mormorii e strilli. La maggior parte di questi suoni sono stati generati utilizzando un circuito elettronico chiamato "modulatore ad anello". Dopo aver registrato i suoni di base, i due Barron, Louis e Bebe, manipolarono ulteriormente gli impulsi sonori aggiungendo altri effetti, come il riverbero e il ritardo. Per ottenere questi bizzarri risultati, invertirono o modificarono la velocità di determinati suoni. 

Il Pianeta Proibito e il Tenente Colombo 

Quattro membri del cast apparvero successivamente in episodi della serie TV Colombo (Columbo, 1971-1978): Richard Anderson e Leslie Nielsen erano entrambi in Incidente premeditato (Lady in Waiting, 1971) e Nielsen fece anche Doppio gioco (Identity Crisis, 1975); Anne Francis è stata a Colombo: Il filo del delitto (A Stitch in Crime, 1973) e Mio caro nipote (Short Fuse, 1972); Robby the Robot è apparso in Mind Over Mayhem (1974).