giovedì 13 ottobre 2022

ETIMOLOGIA DI HIPPIE, HIPPY E HIPSTER

Con la parola hippie, scritta anche hippy, si indicano gli appartenenti a un movimento giovanile sorto negli Stati Uniti d'America negli anni '60 dello scorso secolo. Questa controcultura era caratterizzata contestazione non violenta del capitalismo e del consumismo, dall'opposizione alla guerra e dalla predicazione di un modo di vivere comunitario fondato sull'amore libero e sull'uso di sostanze psicoattive. Detti anche figli dei fiori (in inglese flower children), gli hippies avevano un abbigliamento tipico. I maschi portavano i capelli lunghi: per questo in Italia erano spesso soprannominati "capelloni". Un'altra designazione era freak, che in slang significa "persona stravagante" (alla lettera "scherzo della Natura"). Da freak è derivata in italiano la parola fricchettone. Nell'inglese corrente, il bonobo (Pan paniscus) è chiamato hippie chimp, alla lettera "scimpanzé hippie", a causa dei suoi costumi sessuali estremamente disinibiti. A questo punto bisogna porsi una domanda: qual è l'origine della parola hippie

Passiamo in rassegna i dati. 

hippie 
variante: hippy 
uso: sostantivo 
forma plurale: hippies 
significato: 
1) "nonconformista" (pacifista, comunitario, etc.) 
2) "persona dall'aspetto trasandato" (slang moderno)
3) 
"persona fortemente interessata alle ultime tendenze o mode" (obsoleto) 
prima attestazione nota, col significato 3): 1953 (*)
prima attestazione nota, col significato 1): circa 1965 

(*) Secondo alcuni era il 1952 (Ruark, 1998).

hippie 
variante: hippy 
uso: aggettivo 
significato: 
1) "che riguarda gli hippies", "degli hippies
2) "che non si conforma agli standard accettati" (slang moderno) 


Il più antico significato con cui la parola hippie è attestata, quello connesso con mode e tendenze, rimanda a un altro vocabolo simile:  

hipster 
variante: hepster (obsoleta) 
uso: sostantivo 
forma plurale: hipsters 
significato: 
1) "persona fortemente interessata alle ultime tendenze o mode" 
     - sinonimo: trendite 
2) "persona amante del jazz" 
     - sinonimo: white negro, white nigger (**) 
3) "membro della controcultura bohemianista" 
Nota: 
Il suffisso -ster è tipico di formazioni come gangster "bandito" (da gang "banda", "cricca"), songster "cantante" (da song "canzone"), youngster "giovanotto" (da young "giovane"). L'origine di questo elemento è chiaramente indoeuropea. 
(**) 
Questa denominazione ha anche altri significati e può essere problematica. In genere, un white nigger (wigger, whigger, whigga) è una persona bianca che adotta atteggiamenti e modi di fare tipici degli afroamericani. Tuttavia l'epiteto è stato anche appioppato a immigrati italiani, irlandesi o polacchi, con intenti razzisti e discriminatori. 

(Significati 1, 2, 3)

L'inglesista italiano medio si fermerebbe qui. Ritengo tuttavia che sia necessario procedere, dato che il suffisso 
-ster deve pur essere aggiunto a una radice dotata di senso compiuto. Si profilano, da parte dell'ingenuo, due possibilità implausibili di identificare la radice in questione. Esistono infatti due parole tra loro omofone,
hip "anca", "fianco" e hip "frutto della rosa". Entrambe sono di origine protogermanica: per la prima cfr. tedesco Hüfte "anca", gotico hups "anca" (< *χupiz); per la seconda cfr. antico inglese hēope "frutto della rosa", tedesco Hiefe "rosa canina" (< *χeupōn). 
Penso che sia sufficiente un intelletto rudimentale per capire che nessuna di queste due parole omofone è un'opzione possibile, già soltanto per elementari motivi di semantica. 
Riportiamo alcune ulteriori voci omonime, che non devono indurre in confusione, dal momento che derivano che derivano da hip "anca, fianco": 

i) hipster "tipo di contrabbandiere di alcol illegale" (durante il Proibizionismo), per via delle fiasche piatte legate ai fianchi;
ii) hipster "tipo di mutande larghe"; 
iii) hipster "ballerino", "ballerina" (anni '30, obsoleto)
iv) hippy "che ha i fianchi larghi" 
v) hip "tossicomane" (pl. hips), per via della caratteristica tendenza degli oppiomani a coricarsi su un fianco. 

Abbiamo un'interessante voce gergale diffusa negli anni '40 e '50 dello scorso secolo, sicuramente collegata in qualche modo a hipster "fan del jazz":  

hepcat 
uso: sostantivo 
forma plurale: hepcats 
significato: 
1) "musicista jazz o swing"  
2) "persona amante della musica jazz o swing" 
Nota: 
Non sembra esistere alcuna variante *hipcat. La cosa è assai strana.  


Ecco finalmente il bandolo della matassa. In ultima analisi, le parole hippie (hippy), hipster e hepcat derivano tutte da un aggettivo molto peculiare: 

hip 
variante: hep 
uso: aggettivo 
significato: 
1) consapevole, informato, aggiornato 
2) vigile, attento 
3) trendy, alla moda 

Può anche essere usato come verbo: to hip "informare", "rendere conoscibile" (terza persona singolare del presente semplice: hips; participio presente: hipping; passato semplice e participio passato: hipped). 

(Etimologia 3)

Questo è quanto riporta il dizionario etimologico Etymonline.com:


hip
(agg.) 

"informato", 1904, evidentemente in origine in vernacolo afro-americano, probabilmente una variante di hep (1), con cui è identico nel senso, sebbene sia registrato quattro anni prima.


hep (1)
(agg.) 

"consapevole, aggiornato", registrato per la prima volta nel 1908 sul "Saturday Evening Post", ma si dice che sia slang della malavita, di origine sconosciuta. Si dice che fosse il nome di "un favoloso detective che operava a Cincinnati" [Louis E. Jackson e C.R. Hellyer, "A Vocabulary of Criminal Slang," 1914] o un custode di saloon di Chicago che "non capì mai del tutto cosa stava succedendo... (ma) pensava di averlo fatto" [American Speech, XVI, 154/1]. Preso dai musicisti jazz nel 1915. Con l'ascesa di hip (agg.) negli anni '50, l'uso di hep divenne ironicamente un indizio del fatto che chi parlava non era consapevole e non era aggiornato.

Pur avendo un aspetto germanico, questo aggettivo hip / hep ha tutt'altra provenienza. In estrema sintesi, l'opinione del mainstream accademico è questa: ORIGINE SCONOSCIUTA
Ovviamente, è inaccettabile finire una ricerca etimologica con la conclusione "origine sconosciuta". Qualcuno ha fatto un'ipotesi concreta, che reputo molto interessante. Nei tardi anni '60, uno studioso di lingue africane occidentali, David Dalby, propose di derivare hip e la sua variante hep dal vocabolo Wolof hipi "aprire gli occhi". Jesse Sheidlower, che ha scritto sull'argomento in un articolo del 2014, menziona l'etimologia Wolof riportata da Dalby e sostenuta da John Leland; cerca quindi di ridicolizzare l'idea, accusandola di essere ideologica. Poi scrive che la lingua Wolof non usa generalmente la lettera "h", essendo xippi la vera parola per dire "aprire gli occhi" (dove x indica il suono aspirato di -ch- del tedesco Achtung e -pp- indica una consonante intensa, come nell'italiano Pippo). A parte la deprecabile confusione tra lettere e fonemi, trovo ridicolo il tentativo di confutazione fatto da Sheidlower. 


Evidentemente le cose sono andate in questo modo: 

Wolof xippi =>
neo-Wolof americano *hipi =>
inglese afroamericano hip, hep 

Evidentemente, la lingua Wolof e le altre lingue africane non scomparvero di botto quando gli schiavi furono deportati in America. Dovettero tuttavia subire una serie di adattamenti alla fonologia delle varietà di lingua inglese parlate nel Paese. Non essendo il suono /x/ familiare ai parlanti dell'inglese americano, finì col diventare /h/. Così le consonanti intense (doppie) divennero semplici. Questo con buona pace della rigida mentalità scolastica gnè-gnè-gnè di Sheidlower. 
Tanto per far capire la complessità della situazione di partenza, queste sono alcune coppie minime di parole Wolof, distinte unicamente dall'opposizione tra una consonante semplice e una consonante intensa (doppia).  

bët "occhio" - bëtt "trovare" 
boy "prendere fuoco" - boyy "essere luccicante"
dag "servitore reale" - dagg "tagliare"
dëj "funerale" - dëjj "fica"
fen "mentire" - fenn "da qualche parte"  
gal "oro bianco" - gall "rigurgitare"
goŋ "babbuino" - goŋŋ, un tipo di letto
gëm "credere" - gëmm "chiudere gli occhi"
Jaw (un cognome) - jaww "cielo"
nëb "marcio" - nëbb "nascondere"
woñ "filo" - woññ "contare" 


Ricordo la serie televisiva Radici (Roots, 1977), che rese popolare il personaggio del Mandingo Kunta Kinte. Tra le altre cose, si poneva la questione della lingua. La scomparsa delle lingue africane, considerata totale e improvvisa, era ricondotta sostanzialmente a tre cause: 

1) Il trauma (una ragazza urlava a Kunta: "Ho dimenticato quella lingua africana."); 
2) La superstizione (un anziano, credo si chiamasse Pompeo, diceva a Kunta: "Porta male parlare nel vecchio modo."); 
3) L'irrisione (la figlia di Kunta cercava di spiegare a un ganzo colossale il proprio africano, Kizzy, dicendogli che significava "Tu rimani". Lui la derideva.) 

Le cose non possono essere state così semplici. Consideriamo che il flusso di schiavi africani durò molto tempo, così giungevano sempre nuovi parlanti di varie lingue: Wolof, Mandinka, Yoruba, Bantu e via discorrendo. Anche se, a quanto pare, le diverse nazionalità venivano mescolate per rendere difficile la mutua comprensione, evitando così facili insurrezioni, qualche nucleo coerente di parlanti della stessa lingua dovette comunque formarsi e sussistere nel tempo. 

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