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domenica 20 giugno 2021

 
 JOHNNY MNEMONIC
 
Titolo originale: Johnny Mnemonic
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1995
Lingua: Inglese
Durata: 96 min
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Cyberpunk, distopia
Regia: Robert Longo
Soggetto: William Gibson (dall'omonimo racconto)
Sceneggiatura: William Gibson
Produttore: Dan Carmody
Fotografia: François Protat
Montaggio: Ronald Sanders
Effetti speciali: Rory Cutler
Musiche: Brad Fiedel
Scenografia: Nilo Rodis-Jamero
Interpreti e personaggi:
    Keanu Reeves: Johnny Mnemonic
    Dina Meyer: Jane
    Ice-T: J-Bone
    Takeshi Kitano: Takahashi
    Dennis Akayama: Shinji
    Dolph Lundgren: Karl, il predicatore di strada
    Henry Rollins: Spider
    Barbara Sukowa: Anna Kalmann
    Udo Kier: Ralfi
    Tracy Tweed: Pretty
    Falconer Abraham: Yomamma
    Don Francks: Hooky
    Diego Chambers: Henson
    Sherry Miller: Segretaria di Takahashi 
    Gene Mack: Laslo
    Jamie Elman: Toad 
    Douglas O'Keeffe: Guardia della Pharmakom 
    Marlow Vella: Bambino LoTek
    Howard Szafer: Strike
    Paul Brogren: Stump
    Arthi Sambasivan: Infermiera
    Michael A. Miranda: Stick
    Coyote Shivers: Buddy
    Susan Tsagkaris: Cantante d'opera
    Christopher Comrie: Cronista della rivolta di Pechino
    Robin Crosby: Ragazza nella stanza d'albergo
    Lynne Adams: Yakuza col lanciarazzi
    Caitlin Carmody: Gemella nella hall
    Erin Carmody: Gemella nella hall
Doppiatori italiani
    Francesco Prando: Keanu Reeves
    Cristina Boraschi: Jane
    Nino Prester: J-Bone
    Dario Penne: Takahashi
    Sergio Di Stefano: Shinji
    Alessandro Rossi: Karl, il predicatore di strada
    Francesco Pannofino: Spider
    Vittoria Febbi: Anna Kalmann
    Antonio Sanna: Ralfi
    Stefanella Marrama: Pretty
    Enrico Pallini: Yomamma  
 
Trama: 
Anno del Signore 2021. La società è governata dalle multinazionali. Un Internet virtuale e 3D pervade in modo capillare ogni aspetto della vita. A causa della continua esposizione ai computer e alle loro radiazioni si è diffusa una malattia neurologica pandemica chiamata NAS, ossia "Nerve Attenuation Syndrome" ("Sindrome da attenuazione nervosa"). Johnny è un corriere mnemonico, che riesce a stoccare un'immensa quantità di dati nel cervello grazie a un innesto, anche a costo di perdere i suoi ricordi d'infanza per fare spazio. Questi dati innestati sono molto sensibili e di somma importanza per le multinazionali, quindi devono essere contrabbandati. Johnny ha un incarico da un gruppo di scienziati a Pechino e mostra qualche riluttanza quando scopre che i dati superano la sua capacità di memoria anche con la compressione. Riesce comunque a convincersi visto che la tariffa elevata sarà sufficiente a coprire il costo dell'operazione per rimuovere il dispositivo. Il corriere avverte che deve far estrarre i dati entro pochi giorni, altrimenti subirà danni permanenti che potrebbero anche causargli la morte. Gli scienziati crittografano i dati con tre immagini casuali tratte da un filmato televisivo e iniziano a inviare queste immagini al ricevitore a Newark, nel New Jersey. A questo punto vengono attaccati e uccisi da sicari della Yakuza, guidati dal terribile Shinji, che fa una strage prima che le immagini crittografate possano essere completamente trasmesse. Johnny scappa con una parte delle immagini ma viene inseguito sia dalla Yakuza che dalle forze di sicurezza della Pharmakom, una multinazionale farmaceutica gestita da Takahashi, a cui appartengono i dati trafugati. Johnny inizia ad assistere a brevi immagini della proiezione femminile di un'Intelligenza Artificiale che tenta di aiutarlo, ma lui è costretto a interrompere la comunicazione. A Newark, il corriere deve incontrare il suo boss Ralfi, che però gli fa il bidone, facendolo inoltrare nel territorio degli anarchici LoTek guidati da J-Bone. Nel frattempo Jane, una guardia del corpo potenziata dalla cibernetica, sorprende Ralfi in un locale mentre è intento a smaialare con due transex. Si scatena una rissa tremenda. Jane trova Johnny immobilizzato e lo salva: il suo boss stava lavorando con la Yakuza e voleva ottenere il dispositivo di archiviazione a qualunque costo. Shinji si irrita e fa a pezzi l'isterico Ralfi con un laser, mentre Jane porta il corriere in una clinica gestita da Spider, un benefattore dell'umanità che rivela di essere il destinatario dei dati degli scienziati di Pechino: quello che è nascosto in quel cranio è la cura della NAS sottratta alla Pharmakom. Spider afferma che la Pharmakom si rifiuta di rilasciare questa cura risolutiva poiché ottiene maggiori guadagni con rimedi palliativi. Sfortunatamente, anche la parte delle immagini di crittografia che Johnny ha preso non è sufficiente per decifrare i dati, e Spider suggerisce di vedere Jones alla base dei LoTeks. Proprio in quel momento arriva il gigantesco Karl, un biondo vichingo cristiano e fanatico che di mestiere fa sia il predicatore che il sicario. Lo aveva assunto Takahashi per portargli la testa di Johnny, da cui estrarre i dati. Spider viene crocifisso, torturato e ucciso da Karl, mentre Johnny e Jane riescono a fuggire. I due raggiungono la base LoTek e apprendono da J-Bone che Jones è un delfino un po' incrostato, usato una volta dalla Marina militare. Il cetaceo può aiutare a decifrare i dati nella mente di Johnny. Proprio mentre iniziano la procedura, Shinji e la Yakuza, Takahashi e il vichingo cristiano attaccano la base. Takahashi affronta Johnny ma viene ucciso da Shinji, che vuole i dati per sé. Johnny combatte Shinji e dopo una lotta estenuante riesce a decapitarlo. Takahashi moribondo ha un ripensamento e consegna una parte della chiave di crittografia a Johnny prima di morire, ma questo ancora non basta. J-Bone gli dice allora che dovrà hackerare la sua stessa mente con l'aiuto di Jones. Johnny, Jane, J Bone e i Lo Tek riescono a sconfiggere le restanti forze nemiche. Il brutale religioso Karl viene fulminato da un potentissimo flusso di raggi gamma durissimi e bruciato fino alle ossa cibernetiche. Inizia il secondo tentativo di recupero dei dati. Aiutato dall'intelligenza artificiale femminile, il corriere mnemonico riesce a scaricare il suo contenuto craniale e allo stesso tempo recuperare i perduti ricordi d'infanzia. L'intelligenza artificiale si rivela essere la versione virtuale della madre dello stesso Johnny, che era anche la fondatrice di Pharmakom, prima di ribellarsi all'azienda che tratteneva la cura. Mentre J-Bone trasmette le informazioni sulla cura del NAS attraverso Internet, Johnny e Jane guardano da lontano mentre il quartier generale di Pharmakom va in fiamme a causa della protesta pubblica. J-Bone per festeggiare si sbarazza anche del cadavere bruciato del vichingo cristiano facendolo gettare nelle acque lutulente del Miskatonic, il fiume che attraversa Newark. 
 

Recensione:  
Il film di Longo ha tratto la sua ispirazione da un racconto cyberpunk di William Gibson, Johnny Mnemonico (Johnny Mnemonic), uscito nel 1981 e candidato in quello stesso anno al Premio Nebula per il miglior racconto breve. Nel 1986 questo racconto è stato incluso nell'antologia gibsoniana La notte che bruciammo Chrome (Burning Chrome). In ogni caso, si deve notare che il film non è un semplice adattamento dell'opera di Gibson, che pure ha lavorato alla sceneggiatura: ne ricalca soltanto in parte la trama e introduce svariati elementi nuovi. Si ravvisa soprattutto una forte influenza del romanzo cyberpunk Luce virtuale (Virtual Light, 1993), dello stesso autore, che assieme ad Aidoru (1996) e American Acropolis (1999) forma la Trilogia del Ponte. Questa trilogia non mi piace granché e presenta molteplici contraddizioni. In pratica sono stati compiuti innesti di Virtual Light in Burning Chrome. Secondo quanto affermato dallo stesso Gibson, il film è stato rieditato dai produttori per renderlo più "mainstream", posto che questa parola abbia ancora un senso. Si dice che l'uscita giapponese sia più vicina alla visione originale del regista e dello sceneggiatore, ma non sono riuscito a visionarla. L'ambientazione è perennemente notturna, come se il mondo intero non conoscesse più la luce del sole. Non mancano tuttavia precedenti, basti pensare alla tenebrosa Gotham City, il teatro delle gesta di Batman, in cui non si è mai vista un'alba da secoli. Credo che lo si possa definire un capolavoro assoluto e lo riguardo sempre volentieri.
 
 
Ralfi smaiala! 
 
Nell'ecosistema criminale in cui imperversa la Yakuza, Ralfi è un pesce piccolo che vegeta nel sottobosco. Oltre che di contrabbando di dati, si occupa dell'ingaggio di guardie del corpo e ha una netta predilezione per le transessuali. Fa una battaglia di lingue con la bionda Pretty, che è già in erezione, pronta a inginocchiarsi per continuare a leccare, mentre l'afroamericana Yomamma preferisce mettersi a pecora per ricevere il fallo nel budello. Le due shemale scherniscono Jane facendo esplicita menzione delle loro attività preferite. Ecco la conversazione: 
 
Ralfi (rivolto a Jane): "Hai mai consideratà un'attività fisica... un po' violenta?" 
Yomamma: "Come quella che si fa sulla schiena..." 
Pretty (facendo la linguetta): "O sulle ginocchia!" 
 
Questi dettagli sono passati inosservati, a quanto pare gli spettatori non hanno nemmeno intuito la presenza del cazzone tra le gambe di queste scherane.
 
 
Occhi divini! 
 
Memorabile è lo sguardo da folle di Jane, interpretata magistralmente da Dina Meyer. Avrei voluto incontrarla io una donna che mi guardasse in quel modo, con quegli occhi spiritati! Piena zeppa di adrenalina e sensualissima: non si potrebbe desiderare di meglio. Combatte contro due guardie del corpo transessuali che la bullizzano. Una di queste shemale, l'afroamericana Yomamma, finisce sgozzata con un rapidissimo colpo di stiletto e ha soltanto il tempo di esalare l'ultimo insulto: "Brutta puttana!" L'altra, la bionda Pretty, riesce invece a sottrarsi alla morte, pur finendo massacrata a pugni e a calci. Al giorno d'oggi questo film non potrebbe più essere girato: sarebbe considerato omofobo e trànsfobo.
 

Il vichingo cristiano 
 
Karl, chiamato semplicemente "spazzatura" dagli Anarchici LoTek, è quanto nel XXI secolo di Gibson si avvicina di più al Re Olaf II di Norvegia. Rido degli idioti decostruzionisti che si affannano a ritenere il sovrano norvegese come un "democratico fautore della tolleranza religiosa" e a descrivere i Vichinghi come "nani scuri di pelle coi capelli corvini e crespi" o "simili ai Mandingo". Notiamo le pose grottesche e teatrali di Karl, che fa ridicoli gesti religiosi con le dita, facendo danzare un pugnale sagomato come un crocefisso. Il suo linguaggio è pieno di kenningar molto significative: "far tornare a Gesù" significa "uccidere". Quando il visore di un LoTek inquadra il vichingo cristiano, compare questa sintetica descrizione: 
 
RADICAL HUMAN
MODIFICATION
CYBER-ENHANCED
MUSCULAR STRUCTURE
 
 
FULL CUSTOM
BIOMECHANICS
EXERCISE
EXTREME CAUTION
 
J-Bone: "A quel figlio di puttana non gli è rimasto nemmeno un osso naturale nel corpo." 
Toad: "E davvero un predicatore?"
J-Bone: "Predicatore? Quel gran bastardo ha preso Dio e tecnologia per il verso sbagliato. Farebbe fuori chiunque per pagarsi gli impianti che ha nel corpo." 
Toad: "Vuoi che lo segua?"
J-Bone: "No, staglio lontano. È pericoloso." 
 
Nel finale allo spettatore viene un brivido: sembra che lo scheletro biomeccanico del redivivo Olaf II, morto bruciato dai raggi gamma durissimi, cominci a muoversi e a rianimarsi! Uno zombie cristiano! Per fortuna il brivido dura poco: il movimento delle ossa metalliche è dovuto al gancio di un paranco, con cui la carcassa del fanatico viene issata e scaraventata nei tristi flutti del Miskatonic. 
 
 
Gli affascinanti paradossi dell'Anarchia 
 
I LoTek traggono il loro nome dalla locuzione Low Technology, ossia "bassa tecnologia", perché si oppongono alla riduzione dell'essere umano a una macchina. Sono luddisti irriducibili e sono nemici giurati di ogni forma di autorità. Eppure sono costretti a utilizzare la tecnologia per combattere contro l'establishment. Questa è la base del loro paradosso intrinseco, definitorio. Vagano tra le macerie per sfuggire al controllo delle classi dominanti e hanno il loro rifugio inespugnabile nel Ponte. Utilizzano meccanismi per fare incursioni nelle trasmissioni televisive, cercando di risvegliare la gente obnibilata con messaggi traumatici. Dipendono in tutto e per tutto da un delfino rifatto da molteplici innesti di piastre e di meccanismi, che di biologico conserva ben poco. Per portare avanti la loro guerra sono costretti ad avere una struttura gerarchica. J-Bone dà ordini e i suoi sottoposti li eseguono. J-Bone e Spider sono capi. Toad è uno sfigato che non ha voce in capitolo. Questo contraddice in modo radicale il presupposto dell'Anarchia. Ricordo ancora quando un amico, C., mi parlava degli Anarchici, dicendomi che in gioventù aveva frequentato il Circolo del Ponte della Ghisolfa. Gli chiesi come potessero prendere delle decisioni in quel contesto, dato che un anarchico non dovrebbe riconoscere autorità alcuna senza venir meno ai suoi princìpi. C. mi rispose che il costume era quello di ricorrere alla votazione tramite un'assemblea. La cosa mi parve incredibilmente grottesca e lasciai cadere l'argomento. Tanto non si cavava un ragno dal buco. Bizzarra è comunque la coincidenza tra la denominazione della comunità anarchica milanese, il Ponte, e la creazione di Gibson.      
 

Archeofuturo e incongruenze

Quando correva il 1995, il 2021 sembrava un futuro lontanissimo. Innumerevoli casi dimostrano come sia insidioso ambientare storie in un tempo che dista dal proprio soltanto pochi decenni. Si corre il rischio di costruire uno pseudo-futuro grottesco, con una tecnologia troppo progredita per certi aspetti e incredibilmente arretrata per altri. Ci limitiamo a fare alcuni esempi. A un certo punto Johnny prende un Concorde per Newark, nel New Jersey, proprio dove abitava Portnoy, l'enfant terrible che costringeva le donne puritane a succhiarglielo e faceva mangiare il suo sperma alla madre nascondendolo tra le bistecche. Nel mondo reale, i Concordes sono stati ritirati nel 2003. Notiamo immediatamente altre incoerenze spaventose, stridenti. I teleschermi funzionano con il telecomando, in un mondo dotato di cielo televisivo e pullulante di visori immersivi per la realtà virtuale 3D. Ci aspetteremmo che personaggi che hanno congegni installati nel cervello fossero capaci di accendere e di spegnere un teleschermo servendosi del pensiero o di un semplice gesto. Poi ci sono ancora i fax come normale mezzo di trasmissione dei dati (esempio: "Mando il fax a Newark"). Ebbene sì, tiro fuori per l'ennesima volta il fatto che in Neuromante si usano ancora i telefoni a gettoni. Il prete-sicario Karl usa un videotelefono, ma non è uno smartphone. Non esiste il concetto di smartphone come computer portatile. Non è stata prevista la civiltà dello smartphone. Certo, i visori 3D immersivi esistono anche nella nostra realtà, ma sono ancora poco diffusi, non sono certo il modo usuale di connettersi al Web. Il nostro Web è ancora bidimensionale, si fonda sul principio della pagina che viene sfogliata dal browser. Quando Johnny si connette a un terminale, indossando il visore 3D, mima la presenza di una tastiera inesistente, facendo gesti nel vuoto come se stesse premendo tasti. Siamo ancora lontani da questo livello tecnologico, sempre ammesso che sia proprio questa la tendenza verso cui ci stiamo dirigendo. Nel Web 3D gibsoniano non esiste praticamente socialità. Non troviamo nulla di anche remotamente simile a un blog o a un social: gli sviluppi della Rete Sociale non sono stati previsti da Gibson. Per quanto riguarda i congegni installati nel cervello, siamo ancora ai primi passi, con esperimenti fallimentari portati avanti da Elon Musk, uno stravagante magnate che ha le immense disponibilità finanziarie per mettere in atto i propri deliranti desiderata. Anche l'evoluzione dell'universo criminale nella pellicola non somiglia a quella del nostro corso storico. Mafia e Triadi sono state assorbite dalla Yakuza, che domina il pianeta. Un processo accelerato e forse semplicistico, che non tiene conto della complessità estrema e dell'intrinseca entropia tumorale di queste realtà.    
 

 
Contenuti profetici 
 
Il lavoro di Gibson e di Longo mostra tutta la sua potenza profetica negli sviluppi dell'industria farmaceutica, non nella descrizione dei gingilli tecnologici. Quando i produttori di farmaci hanno come sola legge il profitto, si arriva a paradossi le cui ricadute sono estremamente nocive per l'intero genere umano. Può sembrare banale ma non è affatto così. Facciamo un semplice esempio che mi riguarda molto da vicino. Sarebbe possibile guarire dal diabete II con un intervento agevole e privo di complicanze, asportando un'esigua quantità di grasso presente all'interno del pancreas, causa primaria della spiacevole disfunzione. Ovviamente questa terapia risolutiva spiace all'industria farmaceutica: se fosse possibile guarire dal diabete II, crollerebbe tutta la produzione di farmaci per la sua difficile terapia, oltre a tutto l'indotto di aggeggi (aghi, pungidito, strisce reattive, etc.). Continuare a curare il diabete II è molto più redditizio che eliminarlo una volta per tutte. Così, avendo bisogno di insulina e di altri medicamenti, sono condannato a rimanere uno schiavo vita natural durante, condannato a una morte atroce se mi venissero a mancare le cure necessarie. Per uno come me che si ribella alla dieta e che si ingozza di panettone a colazione, ce ne sono decine che in preda al terrore si costringono a una dieta da Auschwitz, finendo col ridursi a scheletri. Chi paga per tutto questo dolore?  
 
 
Il mito del fantasma nella macchina  

Uno dei cardini del Cyberpunk e più in generale del Transumanismo, è senza dubbio il mind uploading, ossia il caricamento su computer dell'autocoscienza di una persona morta. La fede nella realizzabilità pratica del mind uploading nasce dall'idea che il cervello umano funzioni esattamente come un elaboratore elettronico. A sua volta, Gibson aveva uno strano concetto che lo portava a considerare come organismi biologici, funzionanti per mezzo di organi simili a quelli del corpo umano. Da tutti questi equivoci si è formato il singolare modo di vedere la realtà proprio degli scrittori di questo peculiare sottogenere della fantascienza. Così ebbe a dire in un'occasione il padre del Cyberpunk: "In realtà sono stato in grado di scrivere Neuromante perché non sapevo nulla di computer... non sapevo letteralmente nulla. Quello che ho fatto è stato decostruire la poetica del linguaggio di persone che già lavoravano sul campo. Stavo nel bar dell'hotel alla convention di fantascienza di Seattle ad ascoltare questi ragazzi che sono stati i primi programmatori di computer che abbia mai visto parlare del loro lavoro. Non avevo idea di cosa stessero parlando, ma quella era la prima volta che sentivo la parola “interfaccia” usata come verbo. E sono svenuto. Wow, questo è un verbo. Seriamente, poeticamente è stato meraviglioso." (Gibson, 2020). In un'altra intervista, che purtroppo non sono più in grado di reperire, lo stesso autore dichiarava di essere rimasto molto perplesso quando ha potuto osservare l'interno di un computer. Fino a quel momento aveva creduto che anche i computer avessero qualcosa di corrispondente al fegato, al cuore e al pancreas. La sua delusione è stata immensa. Abbiamo così chiarito l'idea che tra l'organismo biologico e la macchina possa esistere una prosecuzione, una compatibilità assoluta, tale da poter permettere all'autocoscienza di trasmigrare dal suo supporto naturale a un processore artificiale.     
 
  
Curiosità 
 
Robert Longo e William Gibson originariamente intendevano realizzare un film d'autore con un budget limitato, ma non sono riusciti a ottenere finanziamenti necessari. In seguito Longo avrebbe commentato che il progetto "è iniziato come un film d'autore da 1,5 milioni di dollari, ed è diventato un film da 30 milioni di dollari, perché non siamo riusciti a ottenere <solo> un milione e mezzo".  

Il personaggio Molly Millions, dalla storia originale, è stato cambiato in Jane per il film. Sono personaggi molto simili, tranne per il fatto che Molly aveva lame di rasoio retrattili sotto le unghie e una vista aumentata. Si ritiene che il cambiamento sia dovuto al fatto che il personaggio di "Molly" è stato annesso ai diritti per qualsiasi possibile futuro adattamento cinematografico di Neuromante.
 
Durante la scena nella stanza sul retro del Crazy Bob's Computer Store, sembra che Johnny chieda un "iPhone", dodici anni prima che fosse lanciato. Certo, sarebbe bello poter credere che lo sceneggiatore abbia inventato la parola, diventata poi il nome di un onnipresente pezzo di tecnologia dell'informazione. In realtà le cose non stanno così. Johnny chiede un "Eyephone", una rudimentale interfaccia montata su testa e progettata da Jaron Lanier. Infatti chiama il congegno "Thomson Eyephone", con riferimento al fatto che il brevetto di Lanier è stato acquistato da Thomson Electronics. La pronuncia di iPhone e di Eyephone è identica: /'aɪfoʊn/. Nonostante questo, né Gibson né Longo sono stati in grado di prevedere gli sviluppi della telefonia mobile. Un articolo di fede della narrativa cyberpunk è la facilità di innestare impianti nel cervello delle persone, mentre un semplice smartphone rimane inconcepibile.   

La diffusione illimitata di Internet nei primi anni '90, e la conseguente rapida crescita della cultura dell'alta tecnologia, avevano reso il cyberpunk sempre più rilevante: questa è stata una motivazione primaria per la decisione della Sony Pictures di finanziare il progetto con decine di milioni. La Sony si è resa presto conto del potenziale per raggiungere il proprio target demografico attraverso il marketing su Internet e la sua nuova divisione tecnologica ha promosso il film con una caccia al tesoro online che offre 20.000 dollari US in premi. Un dirigente è stato citato per aver osservato: "Vediamo Internet come un passaparola turbo. Invece di una persona che dice a un'altra persona che sta accadendo qualcosa di buono, è una persona che lo dice a milioni!" Il sito web del film ha facilitato un'ulteriore promozione incrociata vendendo prodotti Johnny Mnemonic emessi da Sony Signatures, come una maglietta "Hack your own brain" e tazze di caffè Pharmakom. Gibson è stato schierato per rispondere alle domande sul videogioco dei fan online. Il romanziere, abitualmente solitario, nonostante abbia creato nel cyberspazio una delle metafore centrali dell'era di Internet, non era mai stato personalmente su Internet. 0Ha paragonato l'esperienza a "fare una doccia con l'impermeabile addosso" e a "cercare di fare filosofia in codice Morse". La sua tecnofobia è sorprendente. 

Nel 2021, Robert Longo ha creato una nuova versione del film, interamente in bianco e nero. Come ha detto a Screen Slate, "Quando ho visto la prima versione del film in bianco e nero, ero così felice. Era molto più vicino a quello che immaginavo che fosse, di sicuro. Sapevo che trasformarlo in nero- e-bianco lo avvicinerebbe a come l'avevo immaginato fin dall'inizio.Nel mio lavoro, mi ispiro a film come Agente Lemmy Caution: Missione Alphaville (1965), La jetée (1962), cose del genere. I film in bianco e nero non sono realmente in bianco e nero. Sono un po' grigi. Il contrasto è davvero aumentato ora (in questo montaggio), quindi è molto in bianco e nero". 

Circa al minuto 44 della pellicola, il vichingo cristiano Karl usa un videotelefono nascosto in un libro. Piuttosto che una Bibbia latina, sembra essere incastonato nelle pagine 103-104 del "Venerabilis Caesaris Baronii SRE Cardinalis Bibliothecarii Epistolae Et Opuscula Pleraqve Nunc Primum Ex Archetipis In Lucem Eruta", una raccolta di opere latine del Venerabile Cesare Baronio (1538 -1607), cardinale e storico cattolico italiano. I passaggi di queste pagine recano un testo elogiativo dell'imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II (1552-1612). Sebbene entrambi i personaggi siano interessanti, il libro e il passaggio non hanno alcuna relazione significativa con il film, quindi molto probabilmente sono stati scelti solo per via del loro aspetto cristiano. 

Altre recensioni e reazioni nel Web

Segnalo la dottissima recensione dell'amico Giovanni "X" De Matteo, Johnny Mnemonic: se vi pare che questo 2021 sia brutto, pubblicata sul sito Quaderni d'altri tempi. Il titolo rimanda a una raccolta di Philip K. Dick, Se vi pare che questo mondo sia brutto (The Shifting Realities of Philip K. Dick, 1995). Il citazionismo estremo ha sempre impreziosito i trattati di Giovanni "X". Non potrei mai stare al suo pari in quanto a conoscenze letterarie e cinematografiche. Questo è il link: 
 

martedì 1 dicembre 2020


ALL'ONOREVOLE PIACCIONO LE DONNE
 
Titolo originale: Nonostante le apparenze... e purché la
      nazione non lo sappia... All'onorevole piacciono le donne  
Lingua originale: Italiano 
Altre lingue: Siciliano, mafiese
Paese di produzione: Italia, Francia
Anno: 1972
Durata: 109 min (versione integrale) 
     101 min (versione censurata)
Genere: commedia, erotico, grottesco
Regia: Lucio Fulci
Soggetto: Lucio Fulci, Sandro Continenza
Sceneggiatura: Lucio Fulci, Sandro Continenza, Ottavio 
    Jemma
Produttore: Edmondo Amati
Casa di produzione: New Film Production, Productions 
     Jacques Roitfeld
Distribuzione in italiano: Fida Distribuzione
Fotografia: Sergio D'Offizi
Montaggio: Vincenzo Tomassi
Effetti speciali: Eugenio Ascani
Musiche: Fred Bongusto
Costumi: Luciana Marinucci
Trucco: Giannetto De Rossi
Interpreti e personaggi:
    Lando Buzzanca: Onorevole Giacinto Puppis
    Lionel Stander: Cardinale Maravidi
    Laura Antonelli: Suor Delicata*
    Renzo Palmer: Padre Lucion
    Corrado Gaipa: Don Gesualdo Pafundi
    Agostina Belli: Suor Brunhilde
    Anita Strindberg: Moglie dell'ambasciatore francese
    Feodor Chaliapin Jr.: Senatore Torsello
    Francis Blanche: Padre Schirer
    José Quaglio: Pietro Fornari
    Arturo Dominici: Sua eccellenza
    Eva Czemerys: Donna del sogno
    Armando Bandini: Bartolino, segretario di Maravidi
    Aldo Puglisi: Carmelino, autista e cameriere di Puppis
    Christian Aligny: Segretario di Puppis
    Claudio Nicastro: Baddoni, capitano di polizia
    Guglielmo Spoletini: Antonio Gazza
    Luigi Zerbinati: Il generale
    Quinto Parmeggiani: Capitano Leonardi
    Pupo De Luca: Poliziotto alle intercettazioni
    Giuseppe Fortis : Giornalista televisivo
    *Sister Hildegarde nella versione in inglese.
Doppiatori italiani:
    Corrado Gaipa: Cardinale Maravidi
    Melina Martello: Suor Delicata
    Elio Zamuto: Don Gesualdo Pafundi
    Solvejg D'Assunta: Suor Brunhilde
    Alberto Lionello: Senatore Torsello
    Oreste Lionello: Padre Schirer e Carmelino l'autista
    Renato Cortesi: Segretario di Puppis
    Manlio Busoni: Pietro Fornari
    Renato Turi: Baddoni, capitano di polizia
    Luigi Casellato: Il generale
    Roberto Bertea: Poliziotto all'intercettazioni
    Luigi Carrai : Giornalista televisivo
    Renzo Montagnani : Giornalista al montaggio
Location: Bagnaia (Roma), Santo Speco di Subiaco; alcune 
    chiese sconsacrate dell'Umbria 
Titolo originale del soggetto: Nel supremo interesse della 
    Nazione
Titolo di lavorazione: L'onorevole piace alle donne  
Titoli in altre lingue: 
    Inglese: The Eroticist
    Tedesco: Der lange Schwarze mit dem Silberblick
    Francese: Obsédé malgré lui
    Spagnolo (Spagna): A su excelencia le gustan las mujeres
    Spagnolo (Argentina): Al senador le gustan las mujeres
    Portoghese (Brasile): O Deputado Erótico  
    Finlandese: Senaattori eksyy erotiikkaan
    Lituano: Senatoriui patinka moterys
    Polacco: Lubieznik
    Greco: O entimotatos... agapa tis gynaikes! 
Box office: circa 1,4 miliardi di lire italiane 

Trama: 
A Palazzo Montecitorio si stanno svolgendo le elezioni del Presidente della Repubblica. I candidati favoriti sono il senatore Torsello e Giacinto Puppis, Presidente dei Consiglio. Accade un fatto increscioso. Puppis è inviato ad accogliere la Presidentessa della Repubblica dell'Uria, una bella milf mora, e durante la cerimonia, in preda a un raptus erotico, le mette una mano sulle natiche e le palpa avidamente. L'accaduto viene ripreso e il filmato finisce nelle mani di Padre Lucion, un lascivo fratacchione domenicano, amicissimo di Puppis. Per prima cosa Padre Lucion avvisa l'onorevole, dicendogli che qualcuno sta cercando di ricattarlo. Gli mostra le inequivocabili sequenze per fargli capire il pericolo. Sulle prime Puppis, che non ricorda di aver toccato le chiappe della Presidentessa dell'Uria, cerca di liquidare la pellicola come un fotomontaggio. A un certo punto, vedendo le immagini, si rende conto di essere stato proprio lui a compiere quell'atto di libidine. Ammette che un vulcano di sessualità sfrenata si è messo ad eruttare in lui dopo una gioventù da seminarista, vissuta nella repressione di ogni impulso. Il problema è che questa incandescente colata lavica sessuale rischia di guastare ogni suo rapporto con l'altro sesso. Padre Lucion gli consiglia allora di recarsi da un altro fratacchione domenicano, Padre Schirer, che è anche psichiatra. Poco dopo Puppis annuncia pubblicamente di andare in convento per un ritiro spirituale. Quando giunge al convento di Padre Schirer, il politico si trova in stato di alterazione alcolica e subito porta scompiglio. Durante un sonno convulso e cavernoso prima insidia il fratacchione, scambiandolo per una chubby, poi si scatena sulle suore, rompendo imeni e iniettando litri di sperma. Nell'Urbe le autorità sospettano l'onorevole, pensando che la sua assenza nasconda un complotto. Una telefonata con Padre Lucion viene intercettata dalla polizia ed equivocata: gli agenti credono che sia in atto un golpe. L'esercito e i servizi segreti vengono informati e indagano. Al vertice della piramide informativa si trovano i mafiosi e il potentissimo Cardinale Maravidi, uomo senza scrupoli che si libera degli oppositori "canonizzandoli", cioè trasformandoli in statue di cera. Puppis ritorna a Roma, affermando di essere guarito. Quando Padre Schirer scopre che le suore sono state rotte, cerca di raggiungere il libidinoso politico. Si reca alla sua villa, dove lo trova in mutande e si accorge che il Cardinale Maravidi bussa furiosamente alla porta. Preso dal terrore, il fratacchione ha un malore e viene portato nel cesso e messo nel vano della doccia. Ha un infarto e muore nel più laido dei modi, smerdandosi, mentre il porporato entra e si aggira nella casa, tuonando. Puppis, che non si accorge del decesso, va al Quirinale per la cerimonia della Festa della Repubblica. Qui seduce la moglie dell'ambasciatore francese, una splendida milf bionda: la porta dietro una siepe, la penetra e fa sgorgare in lei fiotti di liquido seminale, ingravidandola. Nel frattempo l'autista del deputato erotico trova il cadavere del fratacchione vicino alla tazza e viene rapito dai mafiosi. Puppis rientra a casa, dove è raggiunto da Suor Delicata, del convento del defunto Padre Schirer, l'unica ad essere rimasta vergine. La suora vuole essere frustata per espiare il suo desiderio. Il politico, vedendo giungere i mafiosi, la prende per mano e fugge con lei passando da una finestra. La coppia si rifugia in un albergo, abbandonandosi alla foga erotica. Dopo lunghe e selvagge copule, irrompe nella stanza il Cardinale Maravidi, che fa rapire la suora per "canonizzarla". Puppis cerca con ogni mezzo di opporsi all'ecclesiastico, annunciandogli il proprio ritiro dalla politica. Il porporato non si lascia intimidire e ricatta l'onorevole, mostrandogli una serie di "santi canonizzati", tra cui Carmelino e Padre Lucion. Invaso dal terrore, Puppis cede e acconsente a continuare la sua carriera. Il senatore Torsello ha un incidente aereo e muoro, così nulla ferma l'ascesa di Puppis, che viene eletto Presidente della Repubblica. In un bar la televisione trasmette il primo discorso ufficiale del Presidente. I gerente gira su un altro canale, dove il concorrente di un quiz ride in modo convulso. Nessun sembra essere consapevole di vivere una terribile pagina della storia del Paese.       

 
Recensione: 
Senz'altro questa è un'opera non banale, che merita un'analisi approfondita. Contiene un intero universo occulto, che faccio emergere con questo mio contributo. Purtroppo ben pochi sembrano avere capito i contenuti e la portata di questo singolare gioiello del cinema italiano degli anni '70. I giudizi della critica sono quasi tutti ingenerosi e scontati. Ad esempio Tullio Kezich ha scritto questo: "Ingiudicabile come prodotto artistico, All'onorevole piacciono le donne è un fenomeno interessante sotto il profilo sociologico". Fanno eccezione Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore, che hanno dato un giudizio eulogistico: 
 
"Etichettato in modo sbrigativo, il film è in realtà uno spaccato tagliente, un apologo crudele e spietato dei pochi splendori e delle tante miserie italiane: dal popolo alla chiesa, dalle forze dell'ordine alla classe politica. L'occhio cinico di Fulci, come suo costume, non risparmia niente e nessuno." 
 
Eppure non si tratta soltanto di satira politica, religiosa e sociale. Esiste anche un livello più profondo in questa pellicola, qualcosa di cui la critica finora non si è mai accorta. Fulci fa una consapevole e anacronistica propaganda contro quella che i teologi della Chiesa Cattolica hanno etichettato come "Eresia Catara". Sembra incredibile, ma analizzando punto per punto la trama lo si può dimostrare in modo scientifico. La cosa lascia interdetti. Non si riesce assolutamente a capire il motivo di tutto ciò. A chi intendeva rivolgersi il regista? Non è dato sapere. Qualcuno potrà pensare che la responsabilità sia anche degli sceneggiatori Continenza e Jemma. Mi sentirei di escluderlo. Anche se l'idea del film venne a Jemma, queste bizzarrie si devono certamente all'estro di Fulci. L'embrione del progetto infatti era molto diverso dal prodotto finito. Secondo lo stesso Fulci, alla sceneggiatura avrebbe collaborato anche Luciano Cirri, giornalista di destra. Questa informazione è però contraddetta da Jemma, che riduce il ruolo di Cirri a qualche suggerimento richiesto dal regista. Tutto molto confuso. In ogni caso, anche se il mio sentire non è certo quello di Fulci, ritengo che la sua trattazione di certi temi sia di qualche utilità.      
 
 
Un domenicano dissoluto  
 
Padre Lucion rappresenta l'Ordine dei Domenicani ed esprime senza mezzi termini una teologia fondata sull'esaltazione della corporeità, concepita come un consapevole strumento di lotta antiereticale. Come se si fosse in pieno XIII secolo. Egli ha il preciso compito di distogliere Puppis dalla negazione della carne e dei suoi bisogni, a cui è stato educato col massimo rigore, e di allontanarlo dalle opinioni dei Patarini (rappresentate dal Cardinale Maravidi). Il fratacchione compare nei sogni dell'Onorevole Puppis, incarnando addirittura il Serpente dell'Eden. Nella grottesca raffigurazione onirica, il rettile è avvolto con le spire intorno al tronco di un improbabile albero tropicale, e ha proprio la testa di Padre Lucion. Il suo ghigno è tremendo. Il mito che Fulci mette in scena non è tratto dalla narrazione di Genesi, ma da quella della Cena Segreta (Interrogatio Iohannis), in cui il Serpente viene formato dalla bava dell'Artefice Malvagio che ha intrappolato le anime nel corpo di Adamo e di Eva. Il Serpente-Domenicano istiga Puppis a mangiare il Frutto Proibito, che ha la forma delle chiappe femminili, e ad abbandonarsi alla libidine più sfrenata... Che altro dire? Ci riesce egregiamente!  


Le idee catare di uno strano cardinale 
 
Il Cardinale Maravidi è il padre spirituale dell'Onorevole Puppis, colui che lo ha cresciuto in uno stato di segregazione e di disprezzo nei confronti del genere femminile. Nel suo nichilismo, egli è anche il Puparo di Cosa Nostra, setta che appare come un puro e semplice fantoccio nelle sue mani. Si capisce subito che questo ecclesiastico in qualche modo rappresenta qualcosa di totalmente estraneo alla Chiesa Romana. Fulci ha fatto di lui il rappresentante della Fede dei Patarini, mostrata in modo a dir poco sinistro. Il porporato, siciliano doc, mostra un'avversione viscerale verso il sesso in ogni sua forma, cosa che non ci si aspetta da un figlio della Trinacria. Arriva persino a redarguire il boss mafioso per una battuta sul "màsculu sicilianu", la cui menzione lo infastidisce enormemente. Quando mai si è vista una cosa simile? In Sicilia esiste un'etichetta che impone ad ogni uomo di mostrarsi fremente per la "fimmina". Il porporato non solo ha fatto di tutto per crescere Puppis come asessuale, insegnandogli che il sesso è opera del Demonio, ma è arrivato persino ad attribuirgli come cameriere e autista quello che in siciliano è chiamato "aricchiuni" o "arrusu". Quando il Cardinale Maravidi fa sopprimere il domenicano Padre Lucion, lo "canonizza" trasformandolo proprio in una statua di cera di Domenico di Guzman. Ecco le sue parole, mentre mostra a Puppis il macabro feticcio: "Forse preferisci questo santo. Questo qui, vedi, è Santo Domenico di Guzman. Fu il grande fondatore dell'Ordine dei Domanicani. Grandissimo avversario dell'Eresia fu." Si capisce che è sarcasmo, di un ferocia subliminale e a dir poco inquietante. Non soltanto: l'irruzione del Cardinale Maravidi nel luogo del convegno d'amore tra Puppis e Suor Delicata si traduce in una sfuriata tremenda. Il fatto che l'onerevole chiami la sua amante "Satanuccia" provoca nel porporato un travaso di bile. Tutto ciò non è liquidabile come pura e semplice "sessuofobia cattolica". Il Cardinale Maravidi insegna attivamente ad odiare le donne (questa è l'accusa rivoltagli dal figlio spirituale Giacintuzzu), per via del loro potere sessuale e procreativo. La scena mi ha fatto venire in mente il mito narrato nella Cena Segreta, in cui Lucibello seduce gli Spiriti mostrando loro una donna bellissima e dà origine alla Caduta. Si converrà che non si inventano riferimenti simili così a caso, senza un preciso motivo. Quello che l'ecclesiastico non sa è che il proprio segretario, Bartolino, ha i cassetti pieni zeppi di riviste pornografiche e che conserva le mutandine di una francesina, amante occasionale di Puppis. Le annusa con avidità, inalando l'odore dello sticchiu.     


Il Potere di Garibaldi

Vediamo che il boss mafioso don Gesualdo Pafundi ha come emblema del potere un bizzarro bastone il cui pomolo ha le sembianze della testa di Garibaldi. Tempo fa La Repubblica diffuse i testi di un rituale 'ndranghetista, in cui gli affiliati giuravano in nome di Garibaldi, Mazzini e Lamarmora. Ovviamente il giornalista era esterrefatto e non comprendeva il ricorrere i nomi di queste personalità, che qualcuno ingenuamente considera all'origine della libertà dei cittadini in uno stato di democrazia. Eppure non sembrano esserci dubbi: da questi elementi si capisce che gli stessi Garibaldi, Mazzini e Lamarmora sono stati anche i fondatori delle associazioni mafiose, coloro che hanno fornito la sostanza esoterica ai precedenti sodalizi criminali, traendola dai misteri massonici. Forse si può capire qualcosa di più considerando la leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, il mito fondativo di cui tra gli altri ha parlato anche Roberto Saviano: sarebbe una codifica in chiave simbolica di un importante evento del Risorgimento occulto, destinato però a restare inconoscibile e a sfuggire all'analisi degli storici. Fulci doveva sapere bene tutte queste cose e voleva in qualche modo comunicarle allo spettatore, o non avrebbe nemmeno mostrato il bastone con l'effigie di Garibaldi. È come se il regista dicesse: "Guardate che la storia che insegnano a scuola è soltanto la punta dell'iceberg in un mare oscuro, lutulento e impenetrabile"
 
Il gergo mafiese 
 
Nel corso di una riunione Don Gesualdo parla ai suoi uomini in un linguaggio quasi impenetrabile, che ha come base il siciliano. Il regista ha fatto ricorso ai sottotitoli per assicurarne la comprensione al pubblico. Si tratta del mafiese. Alcuni suoi termini sono ormai noti a tutti ed entrati nell'uso comune: basti pensare a cupola "commissione suprema", lupara bianca "omicidio con sparizione di cadavere", quaquaraquà "persona insignificante", etc. Il mafiese si è sviluppato a partire dal baccàgghiu, il gergo della vecchia mafia rurale. Le origini del baccàgghiu sono complesse. Vi si trovano alcuni interessanti anglismi: biffa "membro virile", dall'inglese beef "carne bovina"; alluccari "esaminare qualcosa", dall'inglese to look "guardare"; bisinissi "affare", dall'inglese business. Sono presenti anche arabismi (es. bàitu "furto domestico", dall'arabo bayt "casa"), grecismi (es. antrinu "capo mafioso", la cui radice compare anche in Calabria come 'ndrina "cosca malavitosa") e persino lombardismi. La stessa radice di baccàgghiu si ritrova in una parola del gergo della mala milanese: bacaià "dire". 

 
Etimologia del cognome Puppis 
 
Il cognome dell'Onorevole è chiaramente un nomen omen. In latino puppis significa "parte posteriore della nave" e in senso lato anche "posteriore di una persona, chiappe". In latino volgare la parola è diventata *puppa, cambiando declinazione, ed è passata a indicare il seno della donna, donde l'italiano poppa. Sicuramente Fulci era un fine filologo e non ha tirato a caso: aveva in mente il significato originale! In origine il personaggio doveva chiamarsi in modo più anodino Santo Schinnasi. All'inizio della produzione, il soggetto del film era abbastanza castigato: solo in seguito ha acquisito un carattere nettamente erotico. A questo punto sono entrate in scena le chiappe! Il cognome Puppis esiste realmente e si trova principalmente in Friuli e in Veneto, con poche attestazioni sporadiche in Lombardia. A quanto risulta dal sito Gens Labo (www.gens.info), non si trova invece in Sicilia né in altre regioni del Mezzogiorno. 
 
Etimologia del cognome Maravidi 
 
Il cognome del cardinale "canonizzatore" è di origine spagnola. Deriva dal nome di una moneta che a lungo ebbe corso nella penisola iberica: il maravedí. Il nome di questa moneta è di origine araba e deriva da quello della dinastia degli Almoravidi. In basco si è avuta un'interessante contrazione: si ha infatti marai "maravedí". A quanto risulta dal sito Gens Labo (www.gens.info), il cognome Maravidi sarebbe inesistente in Italia. Non ho trovato traccia nemmeno di possibili varianti come Maravedi, Maravedino, etc. Potrebbe esistere realmente e non essere documentato dal sito in questione (a volte accade), oppure essere esistito un tempo essendo però ora estinto. Alcuni siti Web riportano erroneamente il cognome del porporato come Maravigli
 
Produzione e cast 
 
Quando fu scelto per il ruolo di Puppis, Lando Buzzanca si trovava all'apogeo nel cielo della commedia sexy all'italiana, che mostrava un profluvio di corpi nudi a un'italica gioventù duramente oppressa dal regime della Democrazia Cristiana, che ancora diffondeva il mito della vagina dentata e della cecità causata dalla masturbazione. L'attore siciliano ebbe sempre buoni rapporti con Fulci. Impressionante era la sua somiglianza con l'allora Presidente del Consiglio Emilio Colombo (previo opportuno trucco), fatto che a detta del regista era un puro e semplice caso.  
 
Laura Antonelli, di cui ho sempre apprezzato la bellezza e la morbosità, non ebbe facili rapporti con Fulci. Per qualche sua bizzarra determinazione, l'attrice rifiutava di girare qualsiasi scena di nudo. Per questa ragione i due litigarono in modo furioso, non rivolgendosi la parola durante le riprese.   
 
A interpretare il Cardinale Maravidi avrebbe dovuto essere Vittorio Gassman, che rifiutò (a parer mio non sarebbe comunque stato adatto). Fu così che subentrò Lionel Stander, nato nel Bronx nel 1908 e figlio di immigrati russi di origine ebraica. La sua mimica e la sua espressività gli hanno permesso di impersonare in modo magistrale il sinistro porporato.

Censura 
 
Questa pellicola fu subito nell'occhio del ciclone. Fulci e Amati, recatisi alla Terza Commissione di censura, scoprirono che nella sala di proiezione non c'era anima viva. La pellicola era stata proiettata in gran segreto al Viminale davanti ai vertici della dirigenza democristiana. Gli alti papaveri della DC furono presi dal terrore e capirono la natura portentosa di quanto videro: le sequenze erano un segno che annunciava la loro fine e quella del loro mondo. Respinto dalla censura, il film fu sequestrato per oscenità. Quando fu riesaminato, furono imposti molti tagli, per un totale di 800 metri.      
 
Come lo stesso Fulci ricorda, ad essere espunte non sono state le sequenze erotiche, bensì quelle in cui erano attaccate e satirizzate le istituzioni politiche e religiose. In particolare, mancherebbero all'appello cinque sequenze: 
 
1) Il commissario Nardone e il generale Leopardi che si trovano nello stesso luogo per arrestare il cineoperatore ricattatore, giungendo però troppo tardi perché è già stato rapito dai mafiosi per essere soppresso;
2) I poliziotti che arrestano per errore i carabinieri, giunti sullo stesso luogo per lo stesso motivo, originando una serie di situazioni oltremodo grottesche; 
3) Il capo della Polizia che, parlando con un generale dei Carabinieri, afferna di aver fatto trasferire nella desolata Filicudi i responsabili dell'incidente summenzionato;
4) Il cineoperatore interrogato dai mafiosi nella fabbrica di statue di cera;
5)  Il commissario Nardone che interroga in modo brutale l'autista di Puppis, l'effeminato Carmelino, arrivando a minacciarlo di defenestrazione, per poi stracciare e cestinare i verbali quando questi gli rivela i rapporti tra il cardinale Maravidi e il boss mafioso don Gesualdo; i poliziotti testimoni della scena sono cacciati via in malo modo assieme all'autista torchiato.

Secondo il parere di Antonella Fulci, figlia del regista, sarebbero state epurate anche alcune sequenze in cui comparivano veri uomini politici dell'epoca, ripresi nel corso della parata della Festa della Repubblica.  
 
 
Altre recensioni e reazioni nel Web

Il sito Il Davinotti etichetta il film fulciano come "scadente e ripetitivo". Questo per l'incapacità di guardare sotto la superficiale patina delle apparenze. 
 

Riporto in questa sede alcuni interventi. 
 
Deepred89 ha scritto:

"Film curioso, ma piuttosto mediocre. Non mancano alcune idee geniali e punte di cinismo piuttosto insolite, ma il ritmo è decisamente discontinuo e la storia è a tratti confusa (forse anche a causa degli interventi della censura dell'epoca); inoltre manca l'equilibrio tra comicità pecoreccia e commedia politicamente scorretta. Ottimo il cast: memorabile Buzzanca (ottimamente truccato da Giannetto De Rossi) nel ruolo dell'onorevole Puppis, bravissimo Stander nei panni del cardinale. Buone le musiche di Fred Bongusto." 

Puppigallo (il cui nick sembra derivare da Puppis) non ha apprezzato e ha scritto:

"Super boiata, che ha però un merito: anticipa ciò a cui stiamo assistendo proprio ora, ovvero a una passerella di politici repressi, che vanno a trans, a mignotte, a "massaggiatrici". Qui invece, il buon Buzzanca, sempre in parte, ha la fissa dei sederi e la sua mano morta non perdona. Anche i religiosi, nessuno escluso, non ne escono certo bene, perdonando agli altri, ma soprattutto a se stessi, qualunque peccato (la segretaria statuizzata). Da salvare c'è però ben poco, a parte l'interpretazione di Buzzanca (esce dall'ascensore con ancora la mano in posizione di tocco) e qualche macchietta.
MEMORABILE: Un'idea per eliminare un politico scomodo: "Ripeschiamo quello scandalo delle sovvenzioni ai bambini spastici seviziati"."
 

Il Gobbo, mitico, ha scritto:

"Film capitale, che rivisto ora in una finalmente bella copia dvd non ha perduto un'oncia della sua carica a momenti addirittura eversiva per l'esplicitezza delle accuse. Ma c'è Buzzanca, ci sono i culi, c'è il pecoreccio, e quindi nessuno capì (tranne i maggiorenti democristiani che ebbero una non del tutto lecita anteprima e fecero sforbiciare). I blandi coprolalici in cerca di patenti di martire avrebbero da imparare sulla satira. Buzzanca enorme e Fulci grandissimo, che inventa incubi felliniani e palpate con atmosfere thrilling."