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mercoledì 29 marzo 2023

 
LA BOMBA INFORMATICA

Titolo originale: Le bombe informatique 
Autore: Paul Virilio 
Paese: Francia 
Anno: 1999 
Lingua originale: Francese 
Tipologia: Saggio 
Argomenti: Filosofia, bioetica, media, nuove tecnologie,
  s
cienza, divulgazione scientifica, informatica, cambiamento 
  sociale, antiamericanismo, americanofobia  
Stile: Febbrile, convulsionario 
1a ed. italiana: Gennaio 2000
Editore: Raffaello Cortina Editore 
Collana: Scienza e idee, n. 59 
Direttore della collana: Giulio Giorello
Formato: Libro, copertina flessibile  
Pagine: 160 pagg. 
Traduttore: Gabriele Piana* 
Codice ISBN (10 cifre): 88-7078-611-0 
Codice ISBN (13 cifre): 9788870786118 

*Alcune fonti riportano erroneamente Giovanni Piana, il filosofo teoretico. 

L'autore:
Paul Virilio (Parigi, 1932 - Rueil-Malmaison, 2018) è considerato uno tra i più originali filosofi nel panorama internazionale del secondo '900. Scrittore, urbanista, teorico culturale, esperto di nuove tecnologie, ha insegnato al Collège International de Philosophie di Parigi. Le sue principali idee fisse erano l'architettura obliqua e la combinazione della tecnologia con la velocità in una dromosfera. Poco importa se tutto ciò è fumoso e vago. In Francia le cose funzionano così. Altre opere pubblicate da Raffaello Cortina Editore: L'incidente del futuro (2002), Città Panico (2004), L'Arte dell'accecamento (2007), L'Università del disastro (2008). 

Ascendenza dell'autore: 
Il padre di Paul Virilio era un comunista italiano. La madre era una cattolica conservatrice bretone, vandeana nello spirito.

Sinossi (da Ibs.it): 
"L'autore svolge una spietata critica degli eccessi della scienza contemporanea. Quest'ultima non tenderebbe più alla scoperta di una verità utile all'umanità, ma si evolverebbe unicamente alla ricerca di performance limite estremamente pericolose (clonazione, eutanasia tramite computer, alimenti transgenici, mucca pazza, ecc.). Ciò che stupisce nel testo di Virilio è soprattutto la straordinaria ricchezza di riferimenti all'attualità: politica, economia, cinema, arte, moda, pubblicità, non vi è argomento su cui non si eserciti l'ironia feroce del filosofo francese." 
 
Risvolto: 
"Basta sfiorare una tastiera per avere la morte al proprio servizio. Nel mondo plasmato dalle tecno-scienze - tra mucche pazze e pecore clonate, cibi transgenici ed eutanasia ordinata al computer, piogge tossiche e funghetti alla Cernobyl - il pericolo maggiore, stando a Virilio, viene dalla bomba informatica, ben peggiore di quella al neutrone, poiché, prima della carne, essa devasta l'anima. In una società che si compiace di non riconoscere più alcuna frontiera (dunque nemmeno alcun limite) e che produce la fusione/confusione dell'arte con la pornografia, del misticismo con la moda, della pubblicità con la ricerca, gli adulti "restano sempre fanciulli" (come diceva l'egiziano a Socrate, nel Timeo), ma senza l'innocenza di Peter Pan. Il tragico è tutto qui: man mano che calcolatore, rete, realtà virtuale, ecc., si impadroniscono di quella che un tempo era detta "l'invisibile verità dei corpi" rendendola trasparente, scopriamo che non c'è più veritàcorpo."     

Citazione iniziale: 

Nessuno saprà cosa sarà "reale" per gli uomini 
al termine delle guerre che cominciano ora. 
WERNER HEISENBERG

Recensione: 
Ho letto La bomba informatica nel lontano 2006. La persona da cui sentii nominare Virilio per la prima volta, lo definiva "catastrofico". Dando un'occhiata al risvolto, mi era sembrato un testo interessante. Come mi sono immerso nella lettura, ho subito pensato che fosse difficile, pastoso, convulso, contraddittorio, con frammenti ispirati che affiorano da un mare di insensatezza. Teorico delle nuove tecnologie, Virilio non era certo immune da disonestà intellettuale. Ha anche ricevuto diverse accuse di uso abusivo di termini tecnici e tecnologici (Sokal, Bricmont, 1997). Inoltre apparteneva alla variegata, bizzarra e talvolta livida categoria dei cattolici francesi, molto diversi da quelli che vediamo nel Bel Paese, ma pur sempre servi attivi e operanti della più pericolosa tra le micronazioni: il Papato. Bisogna scorporare la religione dalla resistenza al postmodernismo per ottenere dal testo frammenti degni di nota e addirittura profetici - anche se si percepisce sempre qualcosa di storto. 

Callido come il protagonista
del
Roman de Renart  

Con un'astuzia da volpe, l'autore ha fatto leva sulla tecnofobia degli anziani: si tenga conto che quando il libro uscì non esisteva ancora la massa dei nativi digitali. Più in generale, ha cercato di diffondere una neofobia di origine religiosa e moralistica, utilizzando il ben collaudato sistema dello spauracchio, che per secoli i preti hanno usato come un randello. Volete che vi parli di un paio di vetusti neofobi che ho avuto la (s)ventura di conoscere negli anni '80 e '90 dello scorso secolo? Eccovi serviti. 
 
1) Ricordo l'attempato R., che conobbi nell'infelice comune di Valmadrera e che ormai sarà senza dubbio tra le ombre dell'Ade, dato l'inesorabile scorrere del tempo. Era un individuo calvo, poco istruito, che si esprimeva rozzamente, esponendo idee alquanto bislacche. Secondo la sua argomentazione strampalata, la tecnologia moderna sarebbe un pericolo gravissimo per il genere umano, perché (udite, udite) a forza di comprimere l'informazione, prima o poi questa finirebbe con l'esplodere! Secondo R., ogni computer conterrebbe dei chip miniaturizzati tramite pompe ad aria in grado di comprimerli sempre di più, fisicamente, istante dopo istante, fino ad arrivare all'ineluttabile scoppio del terminale. R. aveva un timore folle dello stesso computer che si trovava sulla sua scrivania. Biascicava rosari come antidoto alla sua paura superstiziosa, pregava a ciclo continuo perché la macchina non esplodesse proprio mentre lui si trovava in ufficio al lavoro. 
 
2) Una vecchiarda di Albiate, nella profonda Brianza, aveva il folle terrore dell'energia atomica. Quando ci fu l'improvvido referendum sul nucleare (le cui conseguenze ancora stiamo pagando), questa invereconda megera strepitava come se avesse le convulsioni. Cercava di convincere tutti a votare contro il nucleare. Quando un amico le chiese il perché di una tale paura irrazionale, lei rispose con questa scomposta esclamazione di sgomento, formulata nel locale dialetto galloitalico: "Se s'ciopa ul nücleu!!!" La traduzione è "Se scoppia il nucleo!!!" Secondo lei sarebbe esistita un'entità maligna chiamata "nücleu", simile a una palla gigantesca penzolante dal cielo e invisibile, che avrebbe corso il concreto pericolo di esplodere da un momento all'altro, annientando l'intero genere umano. Al solo pensiero si smerdava nelle mutande. Come nel caso del valmadrerasco R., questa figura grottesca sgranava rosari senza sosta. Le preghiere e le formule ecclesiastiche, storpiate dalla sua ignoranza assoluta del latino, si riducevano a mantra ridicoli, come "titìbi titàbi" (contrazione del Prologo di Giovanni: "Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis"). 

Oggi nessuno crederebbe che personaggi simili possano esistere. Sono finiti nella tomba. Se c'è ancora qualche superstite, raggiungerà presto i suoi simili. Le trasformazioni sociali sono irreversibili e la paura non inverte la freccia temporale. 

Virilio, Berlusconi e il Berlusconismo 

A quanto ci dice Carlo Formenti nella postfazione al saggio, Virilio fu addirittura traumatizzato da Berlusconi e dal suo successo elettorale (pagg. 145-146). Nel corso della sua opera, il filosofo francese cita il magnate di Arcore una sola volta, pur riportandone alcune parole rivelatrici, che confermano l'idea portante secondo cui l'Italia è in qualche modo un laboratorio politico americano, uno strumento di colonizzazione, di americanizzazione capillare della società. Ecco il brano in questione (pag. 25):

""Quelli che non amano la televisione non amano l'America!", pretendeva Berlusconi, nel corso di una memorabile campagna elettorale all'italiana. In passato, si sarebbe già potuto dire altrettanto di quelli che non amavano il cinema, e oggi lo si potrebbe dire di quelli che non amano Internet o le future autostrade dell'informazione, quelli che non ritengono opportuno aderire ciecamente ai deliri dei metafisici della tecnocultura." 

Non dobbiamo dimenticarci che Berlusconi è stato l'Alfiere dell'Americanismo, colui che ha disinnescato gli anni di piombo diffondendo in Italia il Paninarismo, ottenendo il potere tramite l'astuta manipolazione della stupidità del 90% della popolazione, sfruttando la leva della religione calcistica. Nessun inquirente fu mai capace di accertare la natura della sua prodigiosa capacità di moltiplicare il denaro. Se dicessi che lo faceva grazie a una macchinetta datagli in comodato da Mefistofele, sarei considerato un pazzo complottista! Fatto sta che è riuscito in quasi tutti i suoi intenti. Virilio nel lontano 1999 ha capito che qualcosa di inquietante e pericoloso si stava sviluppando nel Bel Paese. 

Virilio e Dick 

Sempre nella postafazione, Formenti afferma di non ricordare se l'autore avesse o meno menzionato il grande Philip K. Dick. Fa quindi un lungo e interessante commento (pag. 142):  

"Ebbene, il mito che la controcultura americana degli anni Sessanta ha costruito attorno alla figura di Dick deve non poco a un romanzo, La svastica sul sole nel quale lo scrittore immagina un mondo parallelo in cui gli Stati Uniti hanno perso la guerra e sono divenuti una colonia del Terzo Reich. Uno studioso italiano di letteratura angloamericana ha brillantemente decostruito la metafora del romanzo, mettendo a nudo l'ossessione ideologica della generazione che ha vissuto la tragedia della "sporca guerra" del Vietnam, e il modo in cui l'immaginario dello scrittore ha saputo darle voce. La "tesi" di Dick era che la Seconda guerra mondiale non fosse mai finita: apparentemente gli Stati Uniti l'avevano vinta, ma al prezzo di consegnare il paese nelle mani del sistema militare-industriale, il che aveva finito per uccidere la democrazia americana, cancellandone le differenze rispetto alla cultura totalitaria degli sconfitti."

Noto che il linguaggio usato da Formenti è virtualmente indistinguibile da quello di Virilio - che in realtà non ha menzionato in modo esplicito Dick nell'opera in analisi. Si tratta in ogni caso di un'analisi oltremodo interessante.  

Virilio e il Transumanismo 

Terrorizzato dalla clonazione, il filosofo francese si smerdava addosso alla sola idea che questa tecnica dell'ingegneria genetica potesse dimostrare l'inesistenza del suo Dio. Eccolo animato dal furore, agitare la mannaia del "secondo Natura", astenendosi forse per buon gusto dal menzionare la distruzione di Sodoma e Gomorra (pag. 32):

"Con questo nuovo superconservatorismo della materia vivente, al di fuori delle "vie naturali", che si è insidiosamente sviluppato nelle culture, nelle mentalità durante questo periodo inaudito, questo mezzo secolo di dissuasione nucleare in cui siamo effettivamente diventati degli ostaggi, temporaneamente risparmiati, dei popoli di morti-viventi."

E ancora, subito dopo (pagg. 32-33): 

"Sopravvivenza virtuale del criogenismo, voga del cocooning, movimento NDE (Near Death Experience) del dottor Moody, moltiplicazione delle sette escatologiche o pseudoscientifiche e tecnologiche... Prodezze degli innesti virtuali e delle nanomacchine, bioculture in vitro e in vivo, che già applicano all'organismo umano lo scambio standard dei pezzi di ricambio della meccanica; intercambiabilità di nuovi esseri transumani, e infine repressione definitiva del mal di vivere, poiché tramite una  possibile sostituzione dei corpi donati gli uomini potrebbero ancora nutrire la speranza di sopravvivere a se stessi pur avendo cessato di esistere..." 

Quando ha scritto queste parole, Virilio era in preda a un fortissimo senso di contaminazione e a un'angoscia totalizzante. Cercava di tenere fuori l'Orrore dal perimetro della sua stanza. 

Ancora il Fantasma di Braunau,
usato come un randello
 

Virilio lo dice esplicitamente: tutto ciò che non gli piace, porta direttamente ad Adolf Hitler e alla sua opera di annientamento del genere umano. Ecco un significativo sunto delle sue idee (pagg. 47-48):

"Già nel corso degli anni Venti del Novecento, quando aveva avuto occasione di vedere, a Berlino, le opere degli espressionisti tedeschi, il grande mercante di quadri René Gimpel aveva provato paura, ritenendo che esse non facessero presagire niente di buono. Egli non avrebbe tardato a verificare, nel campo di concentramento di Neuengamme (dove doveva morire il primo gennaio 1945), ciò "che, a partire da un'idea quasi ingenua chiamata amore, l'immaginazione umana poteva concepire d'orribile, fino alla macabra danza dipinta sul muro dei carnai". Come si sarà dunque notato, fino a quel momento i nuovi artisti si accontentavano di utilizzare cadaveri di animali conservati nella formalina, limitandosi per l'uomo a semplici calchi anatomici." 

Si giunge così alla pretesa di affermare un'assurda catena di causazione che non si limita a collegare tra loro l'Espressionismo ad Auschwitz: il movimento artistico è ritenuto il portento funesto che ha annunciato i campi di sterminio e che ha reso possibile la loro esistenza. 

Le opinioni di Virilio sull'eutanasia

Ha avuto la sua influenza sull'autore il fatto di essere stato educato da una madre sostenitrice dei Re Taumaturghi, una nuova Giovanna d'Arco sempre pronta a sguainare la spada per difendere la Fede. Non stupisce che le idee in campo etico da lui propugnate siano piuttosto rancide, un po' come quelle di Houellebecq. Riporto un estratto particolarmente significativo (pag. 4):

"Esaminiamo, per esempio, il caso Bob Dent-Philip Nitschke. TI giovedì 26 settembre 1996 Bob Dent, un sessantenne colpito da un cancro, fu il primo al mondo a mettere in prat ica una legge australiana in vi gore a partire dal primo luglio dello stesso anno: il TERMINAL ACT.
Collegato a un computer che gestiva il suo sistema di perfusione sanguigna, Dent ha detto sì una prima volta alla macchina messa a punto dal suo medico curante, il dottor Nitschke.
Al termine di una proroga legale di nove giorni, ha cliccato sì una seconda volta. La domanda era allora: "Se battete SÌ, vi sarà somministrata un'iniezione mortale tra trenta secondi e morirete"
A partire dall'insieme di questi fatti - nove mesi per nascere senza scegliere, nove giorni per morire volontariamente e trenta secondi per cambiare parere - si pone la questione del limite della scienza, di una scienza che si apparenta con la sparizione terapeutica. Scienza del la sparizione programmata o suicidio assistito tramite computer?"   

Quello che Virilio si rifiuta di considerare è il pericolo estremo di una dittatura della "sacralità della vita", che impedisce ai viventi di liberarsi da una condizione divenuta insostenibile, li espropria del loro corpo e della loro capacità decisionale, li costringe ad agonizzare come larve su una lettiera di escrementi e di vomito! Contro tutto ciò insorgo ed insorgerò finché mi resterà anche una sola fibra di volontà, anche un debolissimo anelito! Sia sempre lode al Dottor Jacob "Jack" Kevorkian! 

Profezie e peduncoli rosa 

L'autore nel frattempo è uscito dal Mondo dei Vivi e non può vedere gli ulteriori sviluppi di un'umanità ben più deprimente e allucinata di quella che aveva previsto. Non può vedere i giovani su Chaturbate, che si guadagnano da vivere masturbandosi per ore davanti a una telecamera. Ragazzi e ragazze hanno un peduncolo rosa infilato nell'ano e continuano fino allo sfinimento a manipolarsi i genitali. Non hanno più una seppur vaga parvenza di vita: sono murati vivi nei loro loculi. Non escono nemmeno per fare la spesa. Ordinano tramite computer tutto ciò di cui hanno bisogno, pagando con la carta di credito. Poco dopo il loro ordine, le merci richieste vengono loro recapitate da un fattorino. Aprono la porta soltanto quanto basta per introdurre in casa il cibo, le bevande e quant'altro, poi tornano all'ossessiva manustuprazione. Ecco, se potesse assistere a tutti questi sviluppi, forse il francese direbbe che sono nati dalla Rivoluzione Informatica, a sua volta resa possibile dall'abbandono della morale cattolica. Oppure direbbe centomila altre cose, afferrando un numero infinito di citazioni, frammenti di memoria sparsi come schegge in una città esplosa.  

Un finale farneticante 

A un certo punto Virilio parte per la tangente. Si mette a delirare, a sciorinare proposizioni folli, manicomiali, incredibilmente molteplici e raffazzonate, accavallate l'una sull'altra. Farfuglia in preda a spaventose febbri ideologiche, le sue parole accelerano, diventano quasi indistinguibili, si compenetrano a vicenda, si ibridizzano. Unico filo conduttore: la pazzia furiosa!  

Soluzioni viriliane? 

Appurato che il Web è un immane mostro che ci vuole assimilare e annientare, cosa possiamo fare? Che soluzione indica in concreto Virilio? Tornare all'Ancien Régime? Consacrare come Re nella cattedrale di Reims un improbabile erede dei Merovingi? In concreto, non mi sembra che nel testo sia fatta anche soltanto una vaga menzione di un plausibile rimedio al virus che ha fatto irruzione nelle nostre vite, trasformando la realtà col suo contagio. Bisogna restare nel Web e presidiare la trincea. Che altro si può fare? 

martedì 7 marzo 2023


LA CARTA E IL TERRITORIO

Titolo originale: La Carte et le Territoire 
Titolo in italiano: La carta e il territorio 
Autore: Michel Houellebecq 
Lingua: Francese 
Anno: 2010 
Data di uscita: 3 settembre 2010
1a ed. italiana: 2010 
2a ed. italiana: 2022
Tipologia narrativa: Romanzo, metaromanzo  
Genere: Autobiografico, depressivo 
Editore: Bompiani (2010); La nave di Teseo (2022) 
Collana (Bompiani): Narrativa straniera 
Collana (La nave di Teseo): I delfini
Pagine: 360 pagg., brossura (1a ed.); 400 pagg. (2a ed.)
Codice ISBN-10: 8845268365 
Codice ISBN-13: 978-8845268366 
Codice EAN: 9788845265815 
Titoli in altre lingue: 
   Inglese: The Map and the Territory 
   Tedesco: Karte und Gebiet 
   Olandese: De kaart en het gebied 
   Svedese: Kartan och landskapet 
   Spagnolo: El mapa y el territorio 
   Polacco: Mapa i terytorium 
   Russo: Карта и территория 
   Ungherese: A térkép és a táj 
Traduttore: Federica Ascari (1a ed.); Fabrizio Ascari (2a ed.) 
Premi e riconoscimenti: Prix Goncourt, 2010

Sinossi (da Amazon.it): 
"Se Jed Martin, il personaggio principale di questo romanzo, vi dovesse raccontare la sua storia, probabilmente vi parlerebbe della rottura della propria caldaia, avvenuta un certo 15 dicembre. Oppure di suo padre, architetto noto e stimato, con cui era solito trascorrere solo la vigilia di Natale. Ricorderebbe certamente Olga, una russa molto carina incontrata all'inizio della sua carriera, in occasione di una mostra delle sue fotografie delle carte stradali della Michelin. Tutto questo avveniva prima che arrivasse il successo mondiale con la serie delle opere dedicate ai "mestieri", ritratti di personalità di diversi ambienti (fra cui lo scrittore Michel Houellebecq), colte nell'esercizio della loro professione. Dovrebbe dire anche come ha aiutato il commissario Jacelin a chiarire un'atroce storia criminale che ha sconvolto la polizia. Sul finire della sua vita, Jed Martin arriverà a una certa serenità ed emetterà solo dei mormorii. L'arte, il denaro, l'amore, il rapporto col padre, la morte, il lavoro sono solo alcuni dei temi di questo romanzo, decisamente classico eppure, evidentemente, contemporaneo, in cui Michel Houellebecq, con la consueta implacabilità, ritrae la condizione umana."

Trama: 
Jed Martin è un artista bizzarro che vive da solo a Parigi. Ha sempre avuto un notevole successo. La sua vita viene svelata tramite diversi flashback nel corso del romanzo, la cui struttura non è lineare. Figlio unico di un architetto fanatico del lavoro, Jed ha perso la madre, morta suicida quando era bambino. Uscito dal collegio in cui era stato messo, ha cominciato a muovere i suoi primi passi nel mondo dell'arte, presentando domanda di ammissione all'École nationale supérieure des beaux-arts de Paris. La sua documentazione di candidatura era un dossier intitolato "Trecento fotografie di oggetti del commercio del ferro"
Jed acquisisce grande notorietà nel panorama artistico francese dopo aver studiato arte con fotografie modificate al computer delle mappe stradali Michelin, confrontandole con immagini satellitari delle stesse regioni. In questo periodo inizia una storia d'amore con Olga, l'agente PR russa della Michelin. Questa relazione ha termine all'improvviso quando la Michelin ha offerto alla donna un lavoro nel suo paese d'origine. L'artista rimane "senza parole". Quando Olga torna a Parigi più avanti, rimane fredda nei confronti dell'uomo, che non riesce a connettersi emotivamente con la loro precedente relazione. Finito il suo lavoro sulle mappe stradali, Jed cambia completamente genere, iniziando un ciclo di dipinti figurativi intitolato "Serie di professioni semplici", a cui lavora per molti anni. Ritrae personaggi come la escort Aimée e il tabaccaio Claude Vorilhon. Dopo tanto lavoro, viene finalmente pianificata una mostra sul Ciclo delle Professioni, la prima dopo quella delle carte stradali. Durante i preparativi, l'impresario dell'artista ha la brillante idea di invitare lo scrittore Michel Houellebecq a scrivere la prefazione al catalogo. L'idea è eccellente: ci si aspetta che un testo di un autore controverso abbia un'influenza positiva sulla percezione delle opere esposte. Così Jed si reca in Irlanda a trovare lo scrittore estremamente solitario nella sua casa, per mostrargli le fotografie delle sue opere necessarie alla preparazione del testo richiesto; gli fa inoltre la proposta di realizzare un suo ritratto e di regalarglielo. Lo scrittore è d'accordo su tutto. Nel corso delle loro conversazioni, si instaura tra i due un rapporto quasi amichevole. Nello stesso anno, Houellebecq rientra in Francia, acquistando la sua casa natale a Souppes, un villaggio rurale a sud di Parigi, dove si trasferisce. La mostra, pianificata da tempo, viene finalmente inaugurata a dicembre ed è un grande successo, oltre ogni aspettativa. Tutte le opere vengono vendute a prezzi sorprendentemente alti. Jed, diventato il pittore più pagato di Francia, è un uomo ricchissimo e smette di dipingere. 
Il padre del pittore, in pensione dallo studio di architettura da lui fondato molti anni prima, vive da tempo in una lussuosa casa di riposo. Il cancro al colon gli sta causando notevoli problemi. A differenza degli anni scorsi, la Vigilia di Natale Jed non andrà con lui al ristorante, ma lo inviterà nella sua dimora. Sullo sfondo di un rapporto fino a quel momento molto distante tra padre e figlio, quella sera si instaura tra loro un'atmosfera inaspettatamente intima. Il padre racconta per la prima volta del suicidio della madre di Jed e della sua storia personale. 
Il primo gennaio, un mese prima del suo quarantesimo compleanno, Jed si reca da Michel Houellebecq nell'impervia provincia di Souppes per consegnargli il ritratto. Anche in questa occasione diventa chiaro che lo scrittore vive da recluso e non ha praticamente alcun contatto sociale. 
Qualche tempo dopo la consegna del ritratto, Houellebecq viene assassinato nella sua casa di campagna. I dettagli dell'omicidio sono raccapriccianti: l'assassino, che ha ucciso anche il cane, ha infierito sul cadavere facendolo a pezzi e spappolandolo. La polizia parigina incaricata delle indagini è guidata dall'ispettore capo Jasselin, che fin dall'inizio brancola nel buio. Non si trova alcun indizio utile, alcuna traccia. Al funerale di Houllebecq al cimitero di Montparnasse, Jasselin fotografa i partecipanti e quindi incontra Jed Martin. Il pittore accetta di recarsi sulla scena del crimine con l'ispettore capo. Durante il sopralluogo, constata la scomparsa del ritratto che aveva fatto, cosa che sembra spiegare l'omicidio - ma non la particolare efferatezza. 
Il caso, particolarmente intricato, viene risolto soltanto tre anni dopo, per una pura e semplice coincidenza, quando l'assassino perde la vita in un incidente stradale. Era il proprietario psicopatico di una clinica di chirurgia estetica, che aveva ucciso numerose altre persone, preparandone i corpi dopo averli profanati. Nella sua abitazione vengono trovate le prove, tra cui il dipinto di Houellebecq. 
Intanto il padre di Jed evade dalla clinica, si reca a Zurigo, dove si fa somministrare l'eutanasia nella clinica Dignitas. Al pittore, arrivato troppo tardi, la direttrice dice soltanto che "la procedura si è svolta nel modo più normale possibile". Jed si scatena e le assesta un fortissimo sganassone, poi la prende a pugni, le rifila un calcio nel plesso solare e la fa sbattere con la colonna vertebrale contro lo spigolo di un mobile. Si sente un "crac". Dopo aver appurato che la donna respira (ma forse è paralizzata e in fin di vita), l'artista se ne sgattaiola via senza che nessuno lo scopra e la fa franca. 
Col ricavato della vendita del quadro di Houellebecq, Jed si ritira nella casa dei suoi nonni a Châtelus-le-Marcheix, nella Creuse. Passerà il resto della sua vita in strani e interessantissimi esperimenti artistici, innervati da una costante riflessione nostalgica sulla fine dell'era industriale in Europa e sulla natura transitoria di tutte le cose create dall'uomo in generale. L'ultima sua opera s'intitola "La vegetazione ottiene la vittoria finale".  

Ambientazione: 
13e arrondissement de Paris (Avenue Stéphen-Pichon), 
Raincy (Seine-Saint-Denis), 
Souppes-sur-Loing (Seine-et-Marne), 
Beauvais, 
Shannon (Irlanda),  
Châtelus-le-Marcheix (Creuse).

Recensione: 
Senz'ombra di dubbio La carta e il territorio è un metaromanzo. L'autore è infatti anche un personaggio della sua stessa opera. Sono stato favorevolmente colpito da questa scelta originale, abbastanza inconsueta, che insinua nel lettore uno strano senso di irrealtà e di sfasamento, quasi un'inquietudine subliminale. Alcuni elementi di matrice ideologica che affiorano qua e là, sono invece piuttosto indigesti. Nel complesso la mia valutazione è comunque positiva. 

Peculiarità stilistiche

Il segreto del successo di Houellebecq è il suo linguaggio descrittivo, aneddotico, inframmezzato a perle di cinismo caustico. Lo scrittore francese ama le digressioni: ogni volta che ce ne propone qualcuna, ci fa sentire più rilassati. Solo per fare un esempio, può parlare a lungo delle acque minerali norvegesi, che non sono minimamente ferruginose né sulfuree, senza mai annoiare il lettore, nonostante l'apparente banalità delle constatazioni. Poi non è facile verificare le informazioni riportate, così accettiamo questa aneddotica priva di fonti, senza impazzire a frugare nel Web alla ricerca di inutili conferme. Questo stile non è privo di rischi. Infatti Houellebecq è stato accusato di plagio da un giornalista per aver incorporato proprio in questo romanzo alcuni estratti dall'edizione francese di Wikipedia senza menzionarne la fonte, violando così la licenza Creative Commons BY-SA. Per questo motivo, un blogger ha ritenuto che ciò darebbe a chiunque il diritto di distribuire gratuitamente il testo sotto la stessa licenza degli articoli di Wikipedia. L'editore Flammarion ha  quindi minacciando di sporgere denuncia contro il blogger. osservando che è costume dello scrittore utilizzare testi tratti da documentazione disponibile nel Web come materiale letterario grezzo per i suoi romanzi. Solo per fare alcuni esempi, ha estratto la descrizione di un agente di polizia dal sito ufficiale del Ministero degli Interni, mentre il testo di un depliant turistico è stato utilizzato per la descrizione umoristica dell'hotel Carpe Diem. In ogni caso, direi che ha rimediato una figura di denso pastone marrone, anche se gli hanno parato il culo! 

Le origini del titolo

Riporto un singolare aneddoto: Houellebecq in un'occasione è stato accusato di aver plagiato il libro La Carte et le Territoire di Michel Lévy. È probabile che lo scrittore sia stato a conoscenza del libro di Lévy, dal momento che i titoli sono identici. Tuttavia il contenuto dei due libri è molto diverso. Si è potuto accertare che, per il titolo, entrambi gli autori si siano ispirati a uno dei principi della semantica generale del filosofo polacco-americano Alfred Korzybski (1879 - 1950): "la mappa non è il territorio". Anni fa mi è stato detto che non esistono diritti d'autore sul mero titolo: in altre parole, può capitare che due libri dissimili di autori diversi abbiano lo stesso titolo. 

Alcuni personaggi reali

Diversi personaggi reali compaiono nella trama, oltre allo stesso Houellebecq. Sono nomi non familiari qui in Italia, ma popolarissimi oltralpe. 
1) Jean-Pierre Pernaut (Amiens, 1950 - Parigi, 2022) è un giornalista e presentatore televisivo francese. Giornalista delle emittenti del gruppo TF1 dal 1975, è noto in particolare per aver presentato il notiziario delle ore 13 (Journal de 13 heures) per ben 32 anni. Spesso descritto come un "amante delle notizie regionali", ha scelto di orientare il suo programma proponendo una linea editoriale più locale e nominando corrispondenti nativi delle regioni. 
2) Frédéric Beigbeder, nato nel 1965 a Neuilly-sur-Seine, è uno scrittore, critico letterario, sceneggiatore, conduttore televisivo e regista francese. È l'ideatore del Prix de Flore, premio letterario di cui presiede la giuria. È stato anche direttore editoriale della rivista Lui. Nel 2003 ha vinto il Prix Interallié per Windows on the World, nel 2009 il Prix Renaudot per il suo libro Un roman français e nel 2018 il Prix Rive Gauche a Parigi per il suo libro Une vie sans fin.
3) Julien Lepers, nato nel 1949 a Parigi, è un conduttore radiofonico e televisivo, nonché cantautore francese. È particolarmente noto per essere stato il presentatore del quiz televisivo Questions pour un champion su France 3, dal 1988 al 2016, ma anche per essere il compositore di due grandi successi del cantante Herbert Léonard: Pour le plaisir (1981) e Amoureux fous (1983), cantate in duetto con Julie Pietri. 
4) Claude Vorilhon, detto "Raël", nato a Vichy nel 1946 è il fondatore e guru del Movimento Raeliano, un'organizzazione caratterizzata da dottrine sull'origine extraterrestre del genere umano e sulla clonazione come mezzo per raggiungere l'immortalità fisica. Questa singolare congrega è oggetto di molte controversie e classificata come setta in Francia da un rapporto parlamentare del 1995. Houellebecq, che è particolarmente fissato col personaggio, attribuisce il suo nominativo al gestore di un bar-tabaccheria! 

Principali opere di Jed Martin 

1) Damien Hirst et Jeff Koons se partageant le marché de l'art, olio su tela (incompiuto) 
2) L'architecte Jean-Pierre Martin quittant la direction de son entreprise, olio su tela 
3) Michel Houellebecq, écrivain, olio su tela 
4) Bill Gates et Steve Jobs s’entretenant du futur de l’informatique - La conversation de Palo Alto, olio su tela
5) Aimée, escort-girl, olio su tela 
6) Maya Dubois, assistante de télémaintenance, olio su tela
7) Le journaliste Jean-Pierre Pernaut animant une conférence de rédaction, olio su tela 
8) L'introduction en Bourse de l'action Beate Uhse, olio su tela 
9) L'ingénieur Ferdinand Piëch visitant les ateliers de production de Molsheim, acquarello
10) Ferdinand Desroches, boucher chevalin, olio su tela 
11) Claude Vorilhon, gérant de bar-tabac, olio su tela 

Depressione e mancanza di igiene

La depressione è un predatore, più nero della tenebra assoluta, che si mette in agguato in attesa della sua preda. Quando pensa che sia il momento migliore, compie un balzo e morde. Trafigge la persona malcapitata con un pungiglione che inietta un potente veleno, in grado di indurre uno stato di Mors Ontologica. Nel metaromanzo si insiste molto sullo stato di prostrazione che ha colpito Houellebecq. Uno dei sintomi più tipici di chi è stato preso dal Mostro è l'incapacità di mantenere un adeguato livello di igiene. Così lo scrittore non si lava, sviluppa un'infestazione di muffe che dà al suo corpo un odore rancido di pus, di sego, di cadavere. "Puzza un po'...", questo è ciò che pensa Jed Martin quando gli si avvicina. 

Idiosincrasie alimentari 

Emerge uno strano e difficile rapporto di Houellebecq col cibo. Non è chiaro quanto di tutto questo sia realmente autobiografico. Prima lo scrittore è in preda a sensi di colpa lancinanti perché è consapevole dell'estrema intelligenza e sensibilità dei maiali. Dopo aver elencato in modo aneddotico diverse capacità mirabolanti dei pingui animali, come quella di eseguire le addizioni e in alcuni casi persino le sottrazioni, giunge alla conclusione che gli esseri umani non abbiano diritto di cibarsi di carne di porco. Poi cade in uno stato famelico e ingurgita quantità immani di salumi! Un'altra peculiarità, già emersa in Sottomissione (2015), è il fatto che lo scrittore considera ripugnante la menta.  

Un pompino negato

Una storia d'amore finisce per via dello scarso turgore dei corpi cavernosi del protagonista, che non ha capito una grande verità: l'animale più odiato dalle donne è il CAMOSCIO! A lui si rizza male, lei si rifiuta di prenderglielo in bocca, così la relazione ha termine. "Avrebbe potuto farmi un pompino", pensa lui tra sé e sé, amareggiato, annichilito. Ma lei non glielo ha voluto fare. Probabilmente ce l'aveva proprio con lui, aveva avuto un moto di ripugnanza per un odore, per una mezza parola, mentre a qualcun altro il trattamento orale lo avrebbe riservato. Tuttavia è anche possibile che abbia deciso di non farlo a nessuno, di non far godere usando la bocca e di fare sesso soltanto nel canale vaginale. Un rigurgito morale? Dovuto a cosa? Chi può sondare l'abisso senza fondo che è la mente di una donna? Chi può comprendere le sue motivazioni oscurissime? Nessuno. Una donna può trovare infiniti modi, tutti estremamente raffinati, per tagliuzzare un uomo, con infinito sadismo! 

Il poliziotto e l'oligospermia 

Il meticoloso investigatore, Jasselin, soffre di un disturbo molto imbarazzante: l'oligospermia. Nonostante l'eccitazione, riesce a produrre al massimo un volume di liquame seminale pari a quello di un cucchiaino da caffè. Così ci spiega l'autore, che se la moglie del funzionario volesse dello sperma, non riuscirebbe ad ottenerne. Tuttavia la donna, che è un'abile cuoca e una gran scopatrice, non pratica il sesso orale. Non prende lo sperma in bocca e non lo vuole neanche addosso. Si fa fare quelle scarse gocce dentro, nella vagina, senza nemmeno accorgersi del flusso esiguo. Houellebecq ci fa un dettagliato trattato sull'oligospermia, eppure sembra confondere due concetti fondamentali: il volume dell'eiaculato e la densità degli spermatozoi nel liquido espulso. In realtà non esiste connessione alcuna tra le due cose. Un uomo può benissimo eiettare una gran massa di sperma poverissimo di gameti, oppure far uscire qualche goccia di sperma che ne è ricchissimo.  

Ancora sull'eutanasia 

Quello che sembra mancare a Houellebecq è l'empatia, la capacità di immedesimarsi nelle persone sofferenti. L'idea della possibilità di porre fine alla propria esistenza quando il dolore diventa insopportabile, arreca un tale sgomento allo scrittore francese, che in lui si scatenano reazioni violente. In alcune occasioni, ha addirittura deriso coloro che vorrebbero poter far cessare le sofferenze, definendoli qualcosa come "frignoni". Incarnandosi nel personaggio di Jed Martin, egli dà libero sfogo alla sua ira funesta, assaltando la direttrice di Dignitas e spezzandole la schiena. Come potremmo definire quanto descritto, "lesioni gravissime", "tentato omicidio" oppure "omicidio"? Un tempo esistevano codici che vietavano la scrittura di romanzi in cui un colpevole riesce a scampare alla Legge. Sono da sempre contrario a questi codici, li reputo limitanti, ma devo dire che questa descrizione di un crimine, seppur soltanto letterario, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Secondo l'ideologia di Houellebecq, chi sostiene l'eutanasia sarebbe parte di quel mondo di pazzia furiosa noto come Ecologia Profonda, proprio come i vegani, gli animalisti e via discorrendo - gente spesso intollerante, molesta, attivissima nel Web. La Chiesa di Roma invece utilizza contro ogni idea di eutanasia lo spauracchio di Adolf Hitler e del Reich Millenario (ricordo ancora un prete che diceva: "Poi faranno morire anche chi non vuole"). Il solito spauracchio immensamente comodo. Prendono il Caporale di Braunau e lo usano come un bastone, perché la gente ne ha terrore. L'eutanasia di cui stiamo parlando, non ha nulla a che vedere con il concetto di "selezione razziale" e neppure ha a che fare con il mondo postmoderno. È soltanto questo: permettere a chi soffre in modo insopportabile di morire senza dover strisciare nella merda e nel vomito! Nessuno può imporre la cosiddetta "imitazione di Cristo"!  

Necrofilia e nanismo funebre  

Nell'elaborata struttura del metaromanzo, Houellebecq ama mortificarsi fino all'annichilimento, spinto da un masochismo estremo. Non solo si sottopone a una terribile morte virtuale per spappolamento, ma descrive le sue improbabili esequie in un modo del tutto inaspettato: i resti del cadavere vengono messi in una bara piccolissima, di una lunghezza di un metro e venti centimetri al massimo! Le proporzioni nanesche del feretro sconvolgono i presenti, li mortificano, li mettono di fronte a un orrore indecifrabile, che sembra scaturito dai più mostruosi incubi di Lovecraft! Salta subito agli occhi un'incongruenza. Perché inscenare una simile pantomima grottesca? Anche se i resti del defunto scrittore erano scarsi, si poteva sempre usare una bara delle dimensioni adatte a un individuo normale! Chi mai avrebbe chiesto a gran voce di aprire il coperchio per poter contemplare e annusare il macabro contenuto?  

domenica 5 marzo 2023

 
ANNIENTARE 
 
Titolo originale: Anéantir 
Titolo in italiano: Annientare 
Autore: Michel Houellebecq 
Anno: 2022 
Data di uscita: 7 gennaio 2022 
Lingua originale: Francese 
Tipologia narrativa: Romanzo 
Genere: Fantapolitica
1a ed. italiana: 2022
Editore: La nave di Teseo 
Collana: Oceani 
Pagine: 752 pagg. (copertina flessibile) 
Peso articolo: 1,1 kg 
Editore francese: Flammarion 
Codice EAN: 9788834609415 
Codice ISBN: 978-2080271532
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: Vernichten  
   Inglese: Annihilation 
   Spagnolo: Anihilación 
   Olandese: Vernietigen 
Traduttore: Milena Zemira Ciccimarra 
 
Sinossi (da www.ibs.it): 
"Bruno Juge è un politico di lungo corso, ministro dell’Economia e uno degli uomini più potenti della scena politica francese che si avvia alle prossime elezioni presidenziali. Ma è anche un uomo solo. Sua moglie lo ha tradito ed esposto a uno scandalo pubblico. Paul Raison è uno dei più stretti consiglieri di Bruno, solo come lui, separato in casa nell’indifferenza della moglie Prudence, fervente ecologista e vegana. Quando un attacco informatico diffonde in rete una serie di violenti video che colpiscono il governo e la stessa persona di Bruno Juge, Paul viene chiamato a collaborare alle indagini della Direzione generale per la sicurezza interna, che suo padre aveva diretto. Mentre difende il paese da pericolosi terroristi digitali, Paul deve affrontare anche i nodi irrisolti della sua famiglia: la fragilità dell’anziano padre, che è disposto a proteggere fino in fondo, il rapporto intenso con la sorella Cécile, contraria a ogni forma di edonismo, la distanza dal fratello minore Aurélien, un artistoide un po’ spiantato. In questa ricerca, a sorpresa, ritrova in Prudence, oltre l’apparente freddezza e distanza, un mondo segreto che ha resistito a tutto." 
 
Trama: 
Francia. Anno del Signore 2026, mese di novembre. Paul Raison lavora per il Ministro delle Finanze, Bruno Juge, sotto la cui guida l'economia francese ha vissuto una rinascita, in particolare nell'industria automobilistica. I rapporti di lavoro sono buoni. Paul è separato dalla moglie Prudence; condividono un appartamento ma si vedono a malapena. Paul fa spesso sogni molto vividi. Messaggi misteriosi sono apparsi su Internet, accompagnati da video di alta qualità generati al computer, uno dei quali mostra la decapitazione di Bruno con una ghigliottina. Infine, viene pubblicato un video che mostra la distruzione di una nave cargo; questo si rivela reale, e minaccia il commercio globale. 
Il padre di Paul, Édouard (me lo immagino identico a Jean Raspail), è un membro in pensione della Direzione Generale della Sicurezza Interna, che ha analizzato i misteriosi messaggi. Ha avuto un ictus che lo ha lasciato incapace di parlare, ma sta recuperando la capacità di comunicare sbattendo le palpebre. 
La famiglia di Édouard si riunisce per prendersi cura di lui, inclusi la sua compagna Madeleine e i suoi figli Paul, Cécile e Aurélien. Il marito di Cécile, Hervé, è un notaio disoccupato; entrambi sono sostenitori del Fronte Nazionale. La moglie di Aurélien, la giornalista Indy, è invece un'invasata woke che ha avuto un figlio usando lo sperma di un robusto afroamericano, avendo rifiutato quello del debole marito, che pure non è sterile; è interessata soprattutto a vendere le sculture della defunta moglie di Édouard, Suzanne. Aurélien decide di chiedere il divorzio, mentre Paul inizia a ricostruire il suo rapporto con Prudence. 
I misteriosi terroristi attaccano una banca del seme in Danimarca. Bruno inizia a prepararsi per le elezioni presidenziali del 2027. 
Édouard inizia a essere trascurato dal personale ospedaliero e la sua famiglia chiede aiuto a un'associazione di attivisti di estrema destra per farlo uscire dall'ospedale. La perfida Indy, venuta a sapere i dettagli, pubblica un articolo a riguardo. Paul è costretto a prendersi un congedo non retribuito a causa del suo legame con Bruno, mentre il fragile Aurélien si suicida, incapace di sopportare il trauma e l'onta. A questo punto i terroristi attaccano una nave di migranti che attraversava il Mediterraneo, uccidendo circa cinquecento persone. Un eccidio terrificante! Di conseguenza, il partito di Bruno vince le elezioni presidenziali. I servizi di sicurezza tracciano le coordinate dei tre attacchi su un pentagramma, identificando altri due luoghi. Uno era già stato distrutto, un centro di ricerca sulle neurotecnologie in Irlanda. Il secondo, in Croazia, era la sede prevista per un'importante conferenza tecnologica.  
Non si sapranno mai gli sviluppi di questo avvincente thriller fantapolitico. All'improvviso Paul viene diagnosticato un cancro alla bocca e la narrazione subisce un drastico cambiamento di rotta: si concentra unicamente sulla malattia del protagonista, che rifiuta l'operazione, decisamente invasiva, con cui volevano asportargli la lingua. Si sottopone invece a radioterapia, chemioterapia e immunoterapia, ma le cure non riescono ad assicurargli la guarigione, dato che la situazione è troppo compromessa. Proprio ora che aveva ritrovato una perfetta intesa con la moglie, tutto si avvia verso l'annientamento, stemperandosi istante dopo istante in uno stato crepuscolare.  
 
Recensione:
Grande è l'audacia narrativa di quest'opera, che non porta in ogni caso piena soddisfazione. P
rima si sviluppa una trama originale, che tiene il lettore col fiato sospeso, poi all'improvviso viene abbandonato tutto per concentrarsi sulle umilianti peripezie del protagonista ammalato di cancro. Viene gettata via ogni cosa, senza alcun motivo discernibile. Senza dubbio c'è del genio assoluto in tutto questo. Possiamo a buon diritto ritenere che questo romanzo  sia vera sperimentazione letteraria! Ci sono però anche rischi gravi quando ci si imbarca in un oceano sconosciuto: se la navigazione non viene gestita a dovere, si arriva al fallimento ed è come spararsi una revolverata in un piede! 

Personaggi e ambientazione

Il personaggio di Bruno Juge, Ministro dell'Economia, delle Finanze e del Bilancio, si ispira probabilmente a Bruno Le Maire (Ministro dell'Economia, delle Finanze e del Risanamento all'epoca della pubblicazione del romanzo). Bruno Le Maire, che afferma di essere uno degli amici intimi di Michel Houellebecq, ha rivelato nell'ottobre 2021 alcuni elementi della trama del romanzo, che all'epoca doveva ancora essere pubblicato. 

L'autore ha commesso un errore circa l'età del padre di Paul. Prima dice che "Suo padre aveva settantasette anni, erano tanti ma non chissà che" (pag. 43, ed. italiana), ma in seguito apprendiamo che questi era nato nel 1952 (pag. 69, ed. italiana). A questo punto della narrazione, la trama è ambientata a fine dicembre 2026, quindi il padre di Paul può avere al massimo settantaquattro anni. 

Gran parte della trama si svolge nel quartiere Bercy di Parigi, dove risiede il protagonista, e talvolta include alcuni piccoli errori topografici. Così la posizione di Rue Lheureux è collocata erroneamente dall'autore nel parco di Bercy. L'altro luogo in cui si svolge la storia è la provincia storica del Beaujolais, dove si trova la casa della famiglia Raison e dove Édouard è ricoverato in ospedale.

Gli aptonimi 

L'onomastica può sembrare banale, ma è frutto di scelte ben meditate, oculate. Il nomen omen è spesso presente. Bruno ha come cognome Juge, ossia "Giudice", parola che descrive abbastanza bene le sue funzioni. Paul ha come cognome Raison, ossia "Ragione", perché è calmo e assennato. Sua moglie Prudence, ossia "Prudenza", rifugge da ogni azione dettata dall'impulso. Questi sono, per così dire, Archetipi.  

Unioni infelici e patogeni 
 
Quando la moglie è diventata una convulsionaria vegana adepta della Wicca, è iniziato l'inferno domestico del protagonista, con la surreale segregazione dei due coniugi in diversi recessi del labirinto domestico, praticamente privi di possibilità di incontrarsi e di parlare. Una situazione grottesca che è andata avanti per un decennio: nella realtà sarebbe scattato il divorzio molto prima. Soltanto quando al poveretto è venuto un cancro, qualcosa è cambiato: lei ha deciso di riavvicinarsi. La coppia si è così ricongiunta a causa di una dinamica piuttosto improbabile: nella vita reale la moglie-aguzzina non demorde quasi mai dalla sua determinazione torturatrice, capace anche di provocare l'infarto per logorio. Per quanto riguarda i dettagli sessuali, ravviso una certa incongruenza. All'inizio del romanzo, mi sono fatto l'idea di una coppia con una sessualità piatta, convenzionale, con soltanto rapporti genito-genitali. Poi quando irrompe il tumore maligno, ecco che la narrazione all'improvviso cambia. La moglie diventa per incanto un'abilissima fellatrice. Un'assurdità sesquipedale è la descrizione di un rapporto orale che dura per una giornata intera, come se un uomo ormai ridotto a un cadavere deambulante possa essere in grado di sostenere un'erezione quasi permanente, con un orgasmo che si estende per un tempo indefinito. Ho trovato tristissima la vicenda del fratello minore del protagonista, Aurélien, portato al suicidio da una moglie arpia e feroce, seguace fanatica di tutte le storture del postmodernismo politically correct, radical shit, radical-femminista, woke e autorazzista, animata dal furore della cancel culture. Anche se il marito non era sterile, lei aveva sempre rifiutato di farsi ingravidare da lui. Lo aveva martoriato e ridotto a un cencio inzuppato di sangue, scegliendo di essere inseminata artificialmente con lo sperma di un colossale MANDINGO! Infine ha esposto a un pubblico malevolo e inquisitorio tutti i dettagli più intimi della famiglia del marito-vittima, ottenendo questi frutti: disperazione e suicidio. Resto sempre allibito dalle manifestazioni di questo patogeno concettuale che pretende di scardinare tutto ciò che non può capire, come ad esempio il linguaggio umano! Questa ideologia-virus è un tumore che cerca di abradere la Storia nel suo insieme, di spazzarla via imponendosi come chiave di lettura retroattiva dell'intero Universo, dell'intera esistenza, facendo uso di una violenza psicologica inaudita, contaminando ogni struttura sociale con le sue metastasi! 

Houellebecq e l'esoterismo 

Il libro include alcune immagini, realizzate con grande perizia artistica. A un certo punto compare a pagina intera un'effigie di Bafometto, con la scritta SOLVE su un braccio e la scritta COAGULA sull'altro. Sul basamento è riportato il nome dell'esoterista Éliphas Lévi (nato Alphonse Louis Constant, 1810 - 1875), che era di bassa statura e fisico corpulento, ma di carattere gioviale. Il protagonista, cercando il bandolo della matassa, consulta lo sciatto tecnico Doutremont. I due hanno lunghe conversazioni su svariati argomenti, esposti nel tipico stile aneddotico. Questo dice Doutremont su Bafometto, facendo filtrare la notoria avversione dell'autore nei confronti dell'Islam: 

"A voler fare i pedanti, si può dire che il nome risale al Medioevo, e che probabilmente è una deformazione di Maometto. Lo si ritrova per la prima volta in una lettera di Anselmo di Ribemont, compagno di Goffredo di Buglione, risalente al 1098, in cui descrive nel dettaglio l’assedio di Antiochia. Per i cavalieri cristiani del Medioevo, i musulmani non erano altro che adoratori del diavolo, del resto ci si può chiedere se avessero poi tutti questi torti…" 

E ancora:
 
"Be’, fatto sta che Bafometto in seguito fu venerato dai Templari, questa del resto è una delle ragioni principali della distruzione dell’Ordine del Tempio, e poi ripreso dai frammassoni del rito scozzese, e attualmente è molto popolare tra i gruppi di metal estremo e death metal, soprattutto norvegesi, è una vera star in quegli ambienti. Il personaggio è abbastanza ambiguo, ha una testa di capro, è barbuto, ma allo stesso tempo ha il seno di una donna, è piuttosto curioso." 

Il collegamento tra Bafometto e l'informatica è sublime. Peccato che poi non venga sfruttato! 

Houellebecq e l'ecologia 

Nel corso dei dialoghi con Doutremont, salta fuori l'annoso caso di Unabomber. Le sintetiche informazioni riportate da Houellebecq sono molto interessanti:  

"Unabomber era il nome che gli avevano dato i media, in realtà si chiamava Theodore Kaczynski. Era un matematico molto dotato, credo che abbia fatto addirittura una scoperta algebrica, una nuova dimostrazione del teorema di Wedderburn, se ricordo bene. Inizialmente ha insegnato a Berkeley, poi si è trasferito in una capanna isolata da qualche parte nel Montana. L’incipit di Futuro primitivo, il primo libro di Zerzan, è una vera e propria ode a Unabomber: ‘Sopravviveva come un orso grizzly o un puma, rincantucciato sotto lo spesso manto di neve. In primavera usciva dalla sua tana, vagava per la foresta, si spostava lungo il corso dei fiumi. Cacciava, pescava, raccoglieva frutti, spigolava nei campi. Sempre solo. Libero, ma solo.’ Può far sorridere, ma mi creda, questo genere di lirismo può essere molto efficace con alcune persone. Zerzan ha davvero dei punti in comune con Rousseau: un’intelligenza media, ma una autentica musicalità delle frasi; è una miscela che può rivelarsi estremamente pericolosa. Kaczynski è un’altra cosa: è molto più rigoroso, più strutturato nel suo pensiero, fa pensare di più a Marx, se vuole." 

Poco oltre si parla brevemente di uno sviluppo davvero singolare e bizzarro del movimento dell'Ecologia Profonda (quella di Odum, Capra et al., tanto per intenderci):  

"Nel 1996 la Church of Euthanasia, uno dei movimenti più provocatori della deep ecology – proclamano che i quattro pilastri del loro movimento sono il suicidio, l’aborto, il cannibalismo e la sodomia – lanciò una campagna Unabomber for President alle elezioni americane; senza consultarlo naturalmente, ma ciò dimostra che ha conservato a lungo una certa aura, un po’ come Charles Manson. Non è nemmeno impossibile che abbia avuto un’influenza sotterranea in Francia." 

Certo, Houellebecq ha messo molta carne al fuoco. Molti tagli succulenti. Peccato che poi finisca tutto in fumo!

Houellebecq e l'eutanasia 

Le idee di Houellebecq sull'eutanasia sono profondamente reazionarie e almeno in apparenza intrise di morale cattolica. Penso che sia una cosa sorprendente, inattesa. Il concetto portante esposto dal controverso scrittore in un denso trattato è questo: la vita di un giovane non conta nulla, perché col passare degli anni potrà diventare qualsiasi cosa, anche un vigliacco o un traditore, mentre la vita di un vecchio è preziosa perché si identifica con le opere che ha compiuto nel corso degli anni. Però c'è un però, come diceva il carissimo amico fiorentino R., sempre irriverente e malcontento: anche i vigliacchi e i traditori invecchiano! Un uomo che ha raggiunto la decrepitezza non vanta necessariamente una vita di eroismo. Può essere anche il più spregevole dei malfattori. Quindi, come la mettiamo? Concediamo ai vegliardi una stima condizionata? Se sono "degni" li esaltiamo come divinità, se sono "indegni" li sopprimiamo? Le radici "tradizionali" dei deliri esposti da Houellebecq contraddicono in realtà i presupposti di molte civiltà antiche, che non avevano molta simpatia per la cosiddetta "sacralità della vita umana". Tra i Germani, ai tempi di Tacito, i vecchi venivano disprezzati perché non erano riusciti a morire in battaglia. Tra i tanto strombazzati Greci di Atene, i vecchi venivano presi di mira dai giovani bulli, che li esponevano ad ogni sorta di irrisione e di ludibrio. Tra i Sardi dell'epoca nuragica, i vecchi venivano addirittura soppressi. Vero è che nemmeno i bambini se la cavavano troppo bene nel mondo antico: sia a Roma che tra i Germani, i neonati potevano essere esposti, ossia lasciati alle intemperie, ai corvi e alle volpi. Ancora nel Medioevo, in piena età cristiana e nonostante la riprovazione della Chiesa Romana, le esposizioni infantili continuavano in forme raccapriccianti: molte madri si liberavano dei fardelli gettandoli nelle latrine e facendoli soffocare tra gli escrementi. Di quale "tradizione" parla dunque l'esimio scrittore francese? 

Houellebecq e la prostituzione 

Un motivo del successo di Houellebecq sono le sue fissazioni. Ne ha numerose. Una delle più evidenti è la fissazione per le escort. Quelle donne, che fino a poco fa erano chiamate semplicemente "puttane", rappresentano per lui una vera e propria ossessione, un chiodo fisso. Quando era un informatico, le escort gli erano inaccessibili: lo consideravano uno sfigato. Brutto e senza soldi da spendere, non lo salutavano nemmeno. Poi il Destino ha cambiato tutto. Lo ha innalzato, permettendogli di diventare molto ricco con i frutti del suo ingegno. Questo fatto ha modificato in modo profondo e duraturo il suo rapporto con il gentil sesso.  

Houellebecq e l'incesto 
 
Il protagonista e alter ego di Houellebecq, a un certo punto, sente il bisogno cogente di recarsi da una escort. Ne sceglie una da un'inserzione e si reca a trovarla nel suo appartamento. Lei lo riceve nella semioscurità, lo fa sedere sul divano, quindi si inginocchia, gli estrae il fallo eretto e glielo prende in bocca. Lo succhia a lungo, leccandolo sulla punta con insistenza. L'uomo sta per eiettare un torrente di sperma, quando gli viene in mente di accendere la luce: premuto il vicino interruttore di una lampada, la prostituta si rivela essere sua nipote! Imbarazzatissimo, l'uomo rinfodera l'arma, sopprimendo l'eccitazione e impedendo ai fluidi di fuoriuscire dall'uretra turgida. A parer mio è stata una decisione piuttosto stupida. Giunto a questo punto, avrebbe benissimo potuto lasciarsi andare ed eiaculare, tanto quanto aveva compiuto era già di per sé irreparabile.

I fratacchioni, come quelli di Raspail 

Una cosa mi ha molto colpito: l'ordine dei Cappuccini Neri di Morgon, che svolgevano il servizio di cappellania per il movimento Civitas, un'associazione di cattolici integralisti dediti ad azioni di terrorismo in funzione anti-eutanasia. Questi fratacchioni somigliano molto a quelli visti nel famoso romanzo di Jean Raspail, Il campo dei santi (1973): i monaci di Fontgembar, quelli che cercavano vanamente di fermare le orde di invasori giunti dalle pianure del Gange, salmodiando e innalzando un ostensorio. Entrambe le congregazioni religiose sono viste con grande sospetto dal pubblico e osteggiate: sono definiti "farisei", "sepolcri imbiancati", "porci" e "servi del Capitale". Tuttavia possono beneficiare di una certa protezione da parte delle istituzioni. I Cappuccini Neri sono trattati addirittura con omertà dal parroco, che pur non approvando il movimento Civitas e le sue azioni, si rifiuta di giudicare la congregazione religiosa. 

Tradizioni familiari velleitarie

La storia di Paul Raison e del suo parentado non è affatto la tradizione familiare di Houellebecq, come alcuni internauti hanno sostenuto (tra questi, Buttaboni, 2023). Lo scrittore, nato Tomas, è stato abbandonato dai genitori quando era ancora un moccioso frignante ed è stato cresciuto da una nonna comunista, di cui ha adottato il bizzarro cognome come nome d'arte. Piuttosto direi che la storia di Paul Raison esprime ciò che Houellebecq avrebbe voluto essere! Gli sarebbe piaciuto provenire da una famiglia nera di cattolici tradizionalisti, monarchici, controrivoluzionari e irriducibili nemici dell'Illuminismo! Una famiglia che non lo abbandonasse! Invece niente, non è andata così. Quindi si è reinventato il passato, inscenando uno spaventoso psicodramma che sa di tregenda! 

Curiosità 

Meno di tre settimane prima della sua uscita, le prime pagine del romanzo sono state distribuite illegalmente sui social network; il 21 dicembre 2021 è addirittura circolata una versione digitale completa, probabilmente realizzata a partire da una scansione del libro, nonostante fossero state inviate solo versioni cartacee a 600 giornalisti letterari, con una richiesta formale da parte dell'editore di non rivelare nulla sulla trama del romanzo prima del 30 dicembre 2021. Si stenta a capire che fidarsi dei giornalisti è una cosa piuttosto stupida. Useranno sempre ogni frammento di informazione per fare SGUBBA!  

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Le opinioni della critica sono abbastanza contrastanti. Ne riporto alcune:  

"Annientare inizia come un thriller di quelli scritti negli anni '80, ma si impantana in un melodramma pseudo-piccolo-borghese."
(Marie-José Sirach, su L'Humanité)

"Privata del suo strato di zolfo, la macchina di Houellebecq si ritrova messa a nudo, con le sue debolezze esposte: un'architettura traballante, una sterile riproposizione, un uso eccessivo di dialoghi noiosi." 
(Elisabeth Philippe, su L'Obs)

"Si potrebbe pensare che si tratti di un Houellebecq sinistro e pessimista. Ma no. Molti personaggi sono alla ricerca del bene e il messaggio del libro potrebbe essere: L'amore salva." 
(Dimitri Pavlenko, su Europe 1)

"Un romanzo profondo sulla malattia, la sofferenza, l'agonia e la morte, che sorprenderà, persino infastidirà, molti osservatori."
(Étienne Campion, su Marianne)

"Uno scritto alla fine della sua vita, uno scrittore che divaga, con commenti odiosi in modalità crema, ma una critica entusiasta, come se Houellebecq fosse nei nostri tempi reazionari un orgoglio francese paragonabile a ciò che l'energia nucleare era per i Trente Glorieuses."
(Joseph Confavreux e Lise Wajeman, su Mediapart

"Le pagine più toccanti del suo romanzo sono quelle in cui riesce a far rivivere, tra solitudine e abbandono, gesti fugaci che fanno piangere."
(Jean Birnbaum, su Le Monde

Ho reperito un gran numero di brevissime recensioni nel Web, ma non le ritengo utili. Ci sono troppi interventi di fan, li trovo insopportabili. Si definisce "fan" un essere che è capace soltanto di disinfettare con la saliva le emorroidi del suo idolo. Encefalo rudimentale, nessun pensiero razionale e critico, nessuna opinione che vada al di là della lode incondizionata. 

mercoledì 15 luglio 2020

LA MISTERIOSA LINGUA DEI THUG

Tutti sanno o dovrebbero sapere dell'esistenza dei Thug, una setta di strangolatori che praticava sacrifici umani alla terribile Dea Kali, ai tempi dell'Impero Britannico. Uso il condizionale perché una volta mi sono imbattuo in un giornalista di un'ignoranza ciclopica e delittuosa, che confondeva i Thug con i Sikh, non vergognandosi di ritenere questi ultimi una conventicola di assassini. I Thug sono stati fatti conoscere al volgo italico dalle opere di Emilio Salgari e hanno avuto un certo impatto sull'immaginario collettivo. Pochi sanno però che essi si servivano per comunicare di una lingua peculiare, intesa soltanto dagli affiliati e denominata Ramasi (Ramasee). 

William Henry Sleeman (1788 - 1856) è stato l'autore di un'opera assai singolare, intitolata Ramaseeana or a vocabulary of the peculiar language used by the Thugs with an introduction of the system pursued by that fraternity and the measures wich have been adopted by the Supreme Government of India for its suppression (Calcutta: G.H. Huttmann, Military Orphan Press, 1836). L'opera è consultabile nel meritorio sito Internet Archive e liberamente scaricabile. 
 
 
Se poi si vuol pagare per averne una copia cartacea, c'è sempre la possibilità di farlo:  
 
 
 
Riporto una serie di parole trascritte e glossate da Sleeman nella loro ortografia originale. Dovrebbero valere queste convenzioni, simili a quelle usate da Gilchrist: 
 
"a" trascrive /a/ (come [ʌ] dell'inglese but) e /a:/
"u" trascrive /a/ (come [ʌ] dell'inglese but)
"i" trascrive /i/
"ee" trascrive /i:/ 
"oo" trascrive /u/, /u:/ 
"e" trascrive /e/ in sillaba chiusa, /e:/ in sillaba aperta
"ey" trascrive /e:/
"ae" trascrive /e:/
"o" trascrive /o/ in sillaba chusa, /o:/ in sillaba aperta
"aw" trascrive /o:/
"au" trascrive il dittongo /au/, almeno in alcuni casi, altrimenti /o:/
"ou" trascrive il dittongo /au/, almeno in alcuni casi, altrimenti /u:/ 
"ow" seguito da vocale trascrive /aw/ o /av/, come provato dal
         teonimo Bhowanee per Bhavani

bh trascrive un'occlusiva labiale sonora aspirata 
ph trascrive un'occlusiva labiale sorda aspirata
dh trascrive un'occlusiva dentale sonora aspirata 
d,h trascrive lo stesso suono reso con dh
th trascrive un'occlusiva dentale sorda aspirata 
t,h trascrive lo stesso suono reso con th
kh trascrive un'occlusiva velare sorda aspirata (come nell'inglese
     inkhorn
k,h trascrive lo stesso suono reso con kh  
gh trascrive un'occlusiva velare sonora aspirata  
j trascrive un'affricata sonora (come nell'inglese jet
jh è come j, ma seguita da aspirazione 
j,h trascrive lo stesso suono reso con jh
 
A quanto pare non sono distinti i suoni t, d, th, dh dai suoni cacuminali (retroflessi) , , ṭh, ḍh - se non quando si notano alternanze tra t e ch, d e j o dh e jh. Verosimilmente lh, l,h è sempre la trascrizione di un suono cacuminale aspirato.
 
Adhoreea "persona sfuggita ai Thug" (per essersi separata dal
     gruppo designato)
Aentha (Entha) "moneta d'argento" 
Agasee "turbante"
Agasee "verso del nibbio" 
Agasee Birar "tuono" (1)
Angjhap "sepoltura imperfetta" 
Anjuna (Anjruhna) "dormire, passare la notte"
Anhur "utensile metallico (per mangiare, bere o cucinare)"
Ankura "un centinaio (di qualsiasi cosa)" 
Ardal "persona sfuggita ai Thug" (per essersi separata dal gruppo
      designato) (1) 
Ard,hul "cattivo presagio, malaugurio" (1)
Aulae "Thug" 
Awk,hur "cattivo presagio"
Awk,hur "persona menomata, priva dell'uso degli arti" (1) 
Baee (Dubaee) "strada frequentata" 
Bagh "parola d'incontro" 
Bajunee "arma da fuoco"
Banee "sangue"
Bara Muttee "verso della lucertola" (presagio buono) 
Barana (Barawnee kurna) "disperdersi all'avvicinarsi del pericolo" 
Baronee "donna thug anziana e venerabile" 
Baroo "thug rispettato per l'importanza dei suoi avi" 
Beegha "divisione del bottino" (2)
Beelha "grande nemico dei Thug"; "lebbroso" 
Bees "verso basso della civetta, ripetuto tre o quattro volte" (porta
    male) 
Beeta (Bheeta) "cento"
Beetoo "persona non thug"
Beetula "cane" (2) 
Behra "quattro persone uccise" 
Beyl (Bele) "luogo scelto per seppellire le vittime" 
Beyl'ha "uomo che sceglie il luogo dell'omicidio" 
Bhalee "verso dello sciacallo" 
Bhaloo "verso dello sciacallo" 
Bhans lena "imbrogliare nella divisione del bottino" (vedi Bhons,
      che è una variante ortografica di Bhans) (1) 
Bhara "cadavere della vittima" (1) 
Bharakee "arma da fuoco" 
Bhimjodha "uccello chirrah" (picchio dal ventre rosso) (3)  
Bhitree "coppia di viaggiatori o di vittime" 
Bhons "furto compiuto dai Thug tra loro dal bottino" (1) 
Bhontee "richiamo del nibbio mentre vola" 
Bhurahur "bicchiere pieno d'acqua"
Bhurehur "bicchiere vuoto" (presagio funesto se trovato sulla via) 
Bhurka "rupie" (1)  
Bhurtote "strangolatore"
Bhurtotee "incarico di strangolatore" 
Bhusmee "terra fine; sabbia; farina" 
Bhys, nome di uno dei sette clan originali dei Thug
Bileea "tazza di ottone"; "luogo dove uccidere o seppellire le
       vittime" 
Bileea-Manjuna "scegliere il luogo dell'uccisione" (lett. "pulire la 
       tazza di ottone") 
Bilgaree "vasta giungla" (luogo adatto all'omicidio)
Binderee "spada" 
Bindoo "indù"  
Birar "lotta di gatti"; "verso dei gatti in lotta" 
Bisendhee "catene" 
Bisnee "ladruncolo, borseggiatore" 
Bisul "vittima designata che indossa qualcosa che impedisce lo
     strangolamento" 
Boguma "vecchio indumento" 
Boj,ha "il thug che porta alla tomba il cadavere dell'assassinato" 
Bora "thug" (2) 
Borcha "vestiti nuovi" (1) 
Boreeahut "discorso ad alta voce; muggito; tumulto" 
Borkee "coltello"
Borkeeana (Borkee Marna) "pugnalare" 
Bote hona "cadere in un tranello dei Thug" 
Botoel "corpo di un viaggiatore, troppo grande per essere gestito" 
Bugna (Bugjana) "rendersi conto dei piani dei Thug su qualcuno"
Buhra "quattro viaggiatori"
Buhup (Buhupna, Buhupjana) "andare; scappare" (detto di
    viandante che sfugge al laccio dei Thug) 
Bunar "strada frequentata" (sinonimo di Baee); "cattiva notizia" 
Bunasna (Bunas jana) "perdere qualcosa" (in particolare la via) 
Buneana "macchiare di sangue" 
Bunij "mercanzia, bene" (ogni persona che i Thug considerano utile
    uccidere) 
Bunij Ladhna "uccidere i viaggiatori" (lett. "caricare la merce")
Bunjaree "gatto" 
Bungur "thug" (1) 
Burauk "presagio del lupo che attraversa la strada" 
Burg "cosa portata da una persona e sconveniente per la sua
    condizione" (quindi sospetta) 
Burgeela "complice, fiancheggiatore" 
Burka "capo dei Thug" 
Buroee "presagio del verso dello sciacallo"  
Bursote, uno dei sette clan originali dei Thug
Bykureea "spia, esploratore" (2) 
Bykuree kurna "agire come spia o esplorare"  
Chamlena "catturare, arrestare"
Chamoo Jana "essere catturato o arrestato" 
Chanda "veste, vestito"
Chandanee-kee-dhap "cane visto mentre defeca al chiaro di luna"
     (presagio molto funesto) 
Chandoo "thug esperto" 
Char "strangolatore" (2) 
Chareeae "incarico dello strangolatore" (2)
Cheeha "thug timido o codardo" 
Cheeng "spada" (4) 
Cheeota "rupie" 
Cheesa "benedizione del Cielo" (in particolare un viaggiatore 
     ricco) 
Chehrooh "sei persone uccise"
Cheyhur "giungla, foresta" 
Cheyt "viaggiatore che ha scoperto i progetti dei Thug" 
Chibilna "essere rilasciato dal confino"
Chimmama "verso del lupo"
Chimmota "ragazzo"
Chimmotee "ragazza" 
Chingana "ragazzo" (1) 
Chingoreea, nome di una setta di Thug del clan Bhys  
Chinha "ragazzo" 
Chirchera "verso della lucertola" 
Chireepotee, nome di una setta di Thug 
Chireyta "pundit" (dotto indù) 
Chirreya (Chireya) "verso della civetta" (presagio funesto) 
Choukna (Chouklena) "vedere, ispezionare, esaminare" 
Choundh Lena "legare il turbante"
Choundhee "turbante" 
Choundhee-Churana "legare le braccia dietro" 
Choundh,na "legare con fascine il bottino o il corpo di una vittima"
Chourukna "dare informazioni, fare il delatore"
Chowan "donna" (1) 
Chuk "sospetto" 
Chukbele "posto scelto per l'omicidio, troppo vicino al pericolo" 
Chukura "piccola moneta d'oro" (1)  
Chulub "intervallo di tempo tra il tramonto e l'uccisione notturna" 
Chulub men Ladhna "uccidere di sera" 
Chummun "brahmino" 
Chungar "ladro" (di qualsiasi tipo) 
Churtee-Pholkee "tempo tra il sorgere del sole e mezzogiorno" 
Chutaw (Chutae) "divisione del bottino" 
Dant'hee "rumore degli sciacalli che lottano" (presagio molto
     funesto) 
Dapnee "pugnale" (1)  
Dautun "guardia di polizia" 
Dhaga "negoziazione coi capi nativi"
Dhagal "carte, documenti" 
Dhagsa "paese collinare o boscoso" (1) 
Dhamonee-kee-manj "lotta dei gatti durante il giorno" (portento
      sommamente funesto)
Dhamree "utensili di metallo" (1) 
Dhap "cane visto nell'atto di defecare"
Dhara "vasi di metallo" 
Dharohur "strangolamento" 
Dhaundhoee "uomo impiegato nella persecuzione dei Thug" 
Dheema "capre, pecore" (1)
Dheema "ventre" 
Dheerna "ventre" (1) 
Dhokur "cane"; "uomo che cattura un thug" 
Dholin "donna anziana" (1) 
Dhonsna (Dhons-Jana) "fuggire" 
Dhooansa "tabacco essiccato" 
Dhoulanee, una setta dei Thug 
Dhuneea "peto, scorreggia"
Dhungee "vaso di ottone"
Dhunteroo "asino" 
Dhurdalna "strangolare" 
Dhurdho "fiume" 
Dhurohurkurna "strangolare"
Doonr "forte urlo di una vittima che chiede aiuto"
Donreeana "urlare forte per chiedere aiuto"
Doonrkurna (Doonree Lakarna) "urlare forte per chiedere aiuto"
Dudh "uomo non thug" 
Dul "peso"
Duldar "pesante" 
Duller "testa" 
Dunda "verso dell'asino" (1) 
Dutooa "verso della lepre" (presagio funesto se sulla destra) 
Eentab "stato di contaminazione" (1)  
Eetuk "stato di contaminazione" 
Ekareea "verso singolo o breve dello sciacallo" (presagio funesto) 
Ekburda "venditore di olio"
Ektawhona "assembrarsi" 
Eloo "una persona sola non thug"
Endh "donna" 
Etabarkhanee, nome di una setta di Thug 
Gael "tesoro"
Gahum "cibo"
Gajna "mangiare" 
Gan kurna "fingere la malattia" (2) 
Gano, nome di un clan di Thug 
Ganoo "uomo che finge la malattia" (2) 
Gar "divisione del bottino"
Garbung "divisione del bottino"
Geeda "contaminato"; "dalit" (1) 
Ghenae "catene" (2) 
Gheyns "rumore, confusione" 
Ghook,hee "persona che porta al fiume sacro le ossa dei suoi
      parenti" (non può essere uccisa) (1)  
Ghurt,ha "cadavere della vittima"
Gobba "tomba circolare" 
Gollee "corallo" (1)
Goma "presagio del volo dell'avèrla" (considerato fausto) 
Gona "mano"
Gona "cinque" (1) 
Gonee "scarpa" 
Goneeait "uomo che ha perso una mano o il naso"
Gorha "pane" 
Gorhonee "pane" 
Gorhna "strangolare"
Gota "pietre" (in particolare di una tomba) 
Gote "grande città"  
Gugura, nome di una classe di Thug
Gunooa "frode o inganno dei Thug" 
Gurkha "collo"
Gurkha men dena "strangolare" 
Gurtha "cadavere della vittima" 
Guthonie "nodo del turbante, in cui si possono celare preziosi" 
Handeewul, nome di una setta di Thug 
Hilla "uomo che sceglie il luogo dell'omicidio e della sepoltura" 
Hingra "negoziante" (1) 
Hurwa "brahmino" (1) 
Huttar, uno dei sette clan dei Thug
Indermun "donna"
Iter Jana "diventare sospettoso dei progetti dei Thug" (1) 
Jangura "rajput" (membro della casta degli Kshatrya) (1)
Jeetna (Jeetjana, Jeetae purjana) "trarre gli auspici" 
Jhawur "musulmano" (4) 
Jheer Dalna "strangolare" (3) 
Jhirnee "segnale per lo strangolamento" 
Jhirnee dena "dare il segnale per lo strangolamento" 
Jhoosa "uomo debole, uomo gracile" 
Jhowar dena "nascondere qualcosa agli strangolatori"
Jhowar lena "nascondersi" 
Jhuller "ventre" 
Jhummanta "uomo non thug da evitare"  
Jhurjana "fuggire dalla persecuzione" 
Jhurowa "thug che fugge dal pericolo" 
Jokkur "cane" (vedi Dhokur, di cui è una variante) 
Julhar "verso della gru" 
Julkagura "verso del grande corvo delle colline" 
Kalee "notte" 
Kalee kee manj "lotta di gatti udita nella notte"  
Kalunderee "dolciumi"
Kamp "mazzetta" (per il rilascio di Thug prigionieri)
Kanta "asino" (sinonimo di Khurkha)
Kanta "presagio del ragliare dell'asino"
Kanthun "coltello" 
Kanthuna (Kanth dalna) "tagliare a pezzi il cadavere di una
      vittima"; "uccidere con un coltello" 
Kapsee "grano, cereali" 
Karh "inchiesta, indagine sui Thug" 
Karhkurna "inquisire, molestare i Thug" 
Karhoo "uomo che inquisice, tradisce o molesta i Thug"
Karthee kurna "consultarsi in segreto sull'uccisione di un
      viaggiatore" 
Kathur, una setta di Thug
Kaul "villaggio" (1) 
Kaulkee "liquore" 
Kautgur "spia, esploratore"
Kautgurree "incarico di spia o di esploratore"
Kawree "peto, scorreggia"
Keyta "liquori"
Khal Khoseea "barbiere" 
Kharkuneea "passaggio di una lepre sulla via, davanti alla banda"
      (presagio funesto qualunque sia la direzione)
Kharoo "banda di Thug" 
Kharoo phootna "disperdere una banda di Thug" 
Khat "mazzetta" (per il rilascio di Thug prigionieri) (1)
Khobba "carne" (bovina, di montone, etc.) (1)
Khodda "uomo anziano"
Khom "porta" 
Khomusna "gettarsi sui viaggiatori quando non c'è tempo per le
    ordinarie procedure di omicidio" 
Khora "sfortunato" 
Khorae "moneta di rame" 
Khorchee "barbiere" 
Khorkanee "giumenta, cavalla"
Khoruk "cavallo" (1)
Khosman "musulmano" 
Khotub "intervallo di tempo tra la mezzanotte e l'alba" 
Khotub men Ladhna "uccidere tra la mezzanotte e l'alba" 
Khoturna "accamparsi, alloggiare" (3) 
Khour "esercito" (2) 
Khous "ritorno, ritirata"
Khub,ha (Khugha) "villaggio" 
Khureyree "civetta" (2)  
Khurkha "asino" 
Khurtul "cattivo presagio, malaugurio" (1)  
Khuruk "rumore fatto dalla piccozza nello scavo della tomba" 
Khutana (Khutae dena) "fare delazione in seguito a una lite" 
Kiswara "pozzo" 
Kode "riso condito" (1) 
Kojeytee "catene" (1)  
Komil "qualcosa di incongruo con la propria condizione o casta"
     (desta sospetto) 
Konjul "verso della gru" (2)
Koojaoo "informatore, uomo che denuncia i Thug o estorce da loro
     denaro"
Koot "furto compiuto dai Thug tra loro dal bottino" 
Koot kur lena "rubare dal bottino" 
Kootha "thug che ruba dal bottino"  
Kotar (Kottar) "presagio funesto" (1) 
Kotuk "thug novizio, tirocinante" 
Kourga "argento" (1)  
Kubita "strangolatore" (2)
Kubitae "incarico dello strangolatore" (2) 
Kuboola "thug di basso rango"
Kucha "insepolto; sepolto in mondo imperfetto" 
Kuchunee, uno dei sette clan originali dei Thug 
Kud,hooa "testa" (5) 
Kugura "gracchiare del grande corvo di montagna" 
Kuj "viaggiatore", "uomo non thug" 
Kujjee "donna non thug" 
Kulloo "ladro"
Kulloee "furto" 
Kuneelee "orecchini; gioiello d'oro"
Kurba "sepoltura sicura o perfetta" (vedi Gobba, di cui è una
    variante) 
Kurkuneea "attraversamento della strada da parte di una lepre"
Kursaul "antilope maschio" 
Kurwa "tomba oblunga o quadrata per le vittime" (di Kurba
    Gobba, di cui è una variante) 
Kussee (Kassee) "piccozza consacrata"  
Kuthae "incarico dello smembratore di cadaveri"
Kuthowa "uomo che taglia a pezzi i cadaveri delle vittime" 
Kutkola "carpentiere" 
Kutoree "luogo dell'omicidio" 
Kutoree Manjna "scegliere il luogo dell'omicidio"
Ladhka "zucchero grezzo"
Ladhna "strangolare" 
Lamkun "attraversamento della strada da parte di una lepre" (1) 
Lapna "uccidere capre o altri animali come cibo" (1) 
Leepurna "strangolare" 
Lendkeea "lavandaio" (1) 
Lodh "torello"
Lodh "sangue" (1) 
Lokaree "arma da fuoco" 
Lokharna "urlare mentre si viene assassinati"
Lol "gola" (1) 
Lond,hhona "essere saccheggiato" 
Lond,hlena "saccheggiare"
Lopee Hona "essere nascosto"
Lopee Kurna "nascondere" 
Lopna (Lop Ruhna) "giacere nascosto o addormentato"
Lubba "torello" 
Ludohur "omicidio" 
Ludohur Kurna "assassinare" 
Lugha "scavatore di tombe" 
Lughae "incarico dello scavatore di tombe" 
Lughouta "cadaveri delle vittime" 
Lukeer "fachiro, mendicante religioso" 
Lumbheree "spada" 
Lumbhereeana "uccidere con una spada" 
Lumpocha "serpente" (4) 
Mahasutee "verso di uno sciacallo solitario"
Mahee "piccozza sacra" (1) 
Mamoo "uomo che conosce i Thug e che pratica l'estorsione"  
Matungee "lucertola" (1)
Maulee "parola d'ordine" (1)
Maulee dena "dare la parola d'ordine" (1) 
Maun "luogo della tomba" (1) 
Maunj "presagio dei gatti che lottano" 
Maunghee "tesoro" (3) 
Maurheea "mohur" (moneta d'oro)  
Mawil "cavallo" 
Mawilee "giumenta, cavalla" 
Minuk (Minukeea) "mendicante religioso indù" 
Mirgmaul "branco di cervi" (presagio fausto)
Moeh "torello" (1) 
Mohil "capo, comandante" (1) 
Morka "porzione extra del bottino data a capi thug valorosi"  
Morna "andare lentamente" (1)
Munjwar "sciacallo"
Munkhela "uomo" 
Must Katee Kurna "sussurrare" 
Mykureea "barbiere" (1) 
Naga kur dena "essere escluso dall'associazione coi Thug" (1) 
Nakee "sternuto" (cattivo presagio)
Nareal "testa" (1)
Narta "soldato", "poliziotto"
Neeamut "viaggiatore nelle mani dei Thug"
Neera "acqua" 
Now "pianto di una donna" (1)
Nudh "villaggio" 
Nughoo "corpo di soldati" 
Nukaree "sternuto" (cattivo presagio) 
Ogaera "servo di un thug" (1) 
Ogalna "incamminarsi, partire" (1) 
Oogaul "vestiti vecchi" (1) 
Oogur Jana "fuggire dal pericolo"  
Ooharna "strangolare"
Oondana "mangiare" (1) 
Oorutkawree "scorreggia sentita da un thug in viaggio" 
Oorwala "pietra" (1) 
Palwee "anello" (per dita, naso, orecchie) (1) 
Panderphulee "perle" (1) 
Parnakhna "strangolare" (3)
Phank "cosa inutile, che non merita di essere presa"  
Phankdena "gettare via una vittima o qualcosa perché inutile" 
Phangola "perle" 
Phangola "gallo" (1) 
Phangolee "piccole monete d'oro" 
Phangolee "gallina" (1) 
Phool "parola d'incontro"  
Phooldena "designare il luogo dell'appuntamento"
Phoolkee "intervallo di tempo dal tramonto all'alba"
Phoorkana "cavallo"
Phoorkanee "cavalla" 
Phosurna "fuggire, scappare" (1) 
Phur "luogo di omicidio o di divisione del bottino"  
Phur jharna "pulire il luogo dell'omicidio"
Phurjhurowa "uomo lasciato indietro per pulire il luogo
      dell'omicidio"
Phurka Dhuneea "scorreggia udita durante la divisione del bottino"
      (portento funesto) 
Phutakee "arma da fuoco" 
Phutkee "scudo" 
Pilhaoo "asupicio o presagio sul lato della mano sinistra" 
Pola "segno fatto a un incrocio per guidare la banda"
Polakurna "fare i segni" 
Pooturaet "uomo a cavallo" 
Pooturaet-Bhurtote "uomo che strangola un uomo a cavallo" 
Pooturaetee "strangolamento di un uomo a cavallo" 
Potnee "cintura" (5)
Potura "cavallo"
Poturee "cavalla"
Puchrooh "cinque persone uccise"
Pucka kurna "seppellire in una tomba profonda e sicura" 
Puck,heyla "carta" (scritta o non scritta)   
Puloee "anello"
Puneeara "perla" 
Pusur "avanzata"
Puteear "verso della pernice"
Putoree "civetta" 
Raba "inganno, trucco dei Thug"
Rahna kur dena "seppellire un corpo in una tomba temporanea" 
Raja "verso alto e pieno del gufo grande" (1)
Rareyn "clamore di un branco di sciacalli" 
Raul "clamore di un branco di sciacalli" (1) 
Rewaroo "terra fine o sabbia sulla tomba" 
Richee "dietro" (termine obsoleto e poco diffuso)
Rooaran "verso dello sciacallo" (2) 
Roopaunea "verso della lepre di notte sul lato destro" (presagio
    fausto)
Roukeea "poliziotto"  
Rugnoutee "traendo gli auspici"
Rugon "presagio, portento" (buono o cattivo)
Ruhna (Rahna) "tomba temporanea" 
Rumasee "la lingua dei Thug"
Rumujna "riconoscere, scoprire" 
Rungeela "corallo" (così chiamato per il colore: rung- "rosso")
Rungwa "sepoy" (così chiamato dalla giubba rossa: rung- "rosso") 
Sambhur "tesoro" 
Sancha "tomba" 
Santa "braccialetto" (1)
Santh "spada"
Saur "uomo che sfugge allo strangolamento"
Seea "oro" 
Seep "vestiti nuovi"
Seet,h "lieve cinguettio della civetta, ripetuto solo tre o quattro
    volte" (presagio molto funesto) 
Setna "russare"; "rantolare durante lo strangolamento" 
Sewalee "volpe" (1) 
Seyp "inganno, trucco di un thug"
Shumseea "persona che trattiene la vittima per le mani e per i piedi
       mentre viene strangolata"  
Siharna "contare" 
Singhore (Singore, Sankhole) "tre persone uccise"
Sirma "testa" 
Sirwa "negoziante" (2) 
Siskar "lavandaio" (2) 
Sitkala "monete d'oro" 
Sodh "denaro nascosto"
Sodhna (Sodhlena) "tentare di accertare le proprietà di un
   viaggiatore"
Sofedee "argento"
Sonoka (Sonrka) "il primo omicidio in una spedizione" 
Soon "thug di nascita che non ha ancora raggiunto il rango di
     strangolatore" 
Soonaree "nibbio" (1) 
Soosul "persona dal collo scoperto" (facile da strangolare) 
Sootlee "venti rupie"
Sosal Kurna "lavare; fare il bagno" 
Sosalladhna "uccidere una persona col collo scoperto" 
Sutheeana (Sutheea dalna) "uccidere con una spada"
Suthna "musulmano" 
Suthote "strangolatore" 
Syt "parola d'incontro" (4)
Taponee (Tuponee) "sacrificio" 
Tareea "mohur" (moneta d'oro) 
Tarndee "mohur" (moneta d'oro) 
Tas "ghiandaia blu" (se vista a destra promette bene; se vista a
       sinistra non promette bene ma non minaccia cose cattive)
Taujna "mangiare"
Taup "pane" (1) 
Taw "banda, gruppo di persone" (sia Thug che viaggiatori)
Tawree "pane"  
Teel "persona trovata ad osservare i Thug" 
Teep "fuoco acceso tra i Thug" (per scopi malvagi) 
Thakur "verso pieno e alto del gufo grande" 
Thap (Thapa) "luogo di accampanento dei Thug" (per passare la 
     notte) 
Thapteea "vasaio" 
Thibaoo "auspicio o presagio sul lato della mano destra" 
Thibna "sedersi, riposare"
Thumonee "mazzetta"
Tighunee "occhio"
Tighunee kurna "cercare" 
Tilha "spia, esploratore" 
Tilhae "incarico di esploratore" 
Tippana "osservare" 
Tirheea "borsa" 
Tirkeea "orafo" (1) 
Togree "turbante" (4) 
Tome "cosa di particolare valore nel bottino"
Tona "inganno, trucco di un thug" 
Tonkal (Tonkul) "viaggiatore dal corpo immane" (troppo grande per
     poter essere smaltito) 
Tookna (Took jana) "morire" 
Topka "vestito, abito" (di qualsiasi tipo)
Tormee "thug; ladro" 
Tortunkur "inquisire, arrestare, molestare i Thug" 
Toulukna (Tooluk ruhna) "dormire"  
Tubae dalna "strangolare" (3)
Tubae Nakhna "strangolare" (3)
Tundul, uno dei sette clan originali dei Thug 
Tuparna "cercare; esaminare"; "arrestare" 
Tuppul (Tuppowal, Tupole) "sentiero secondario" (in cui i Thug
     conducono la vittima per ucciderla)
Wahurna "strangolare" 
Walgee "presagio del lupo che attraversa la strada" (1)

(1) Parola usata dai Thug di Duckun 
(2) Parola usata dai Thug di Behar e del Bengala (Jumaldehee, etc.)
(3) Parola usata dai Thug Sooseea e/o da altri gruppi dell'Ovest
(4) Parola usata dai Thug del Berar
(5) Parola usata dai Thug Koeleea del distretto di Koel

Nel trattato di Sleeman sono riportate anche alcune brevi frasi e locuzioni di uso comune, non sembra ben analizzabili:
 
Baean Geedee Sona Leedee "uno sciacallo che attraversa da sinistra a destra porta oro".
 
Ratee bolee Teetura, Din ko bolee seear, Tuj chulee wa deysra, nuheen puree achanuk Dhar "se la pernice fa un verso di notte, o lo sciacallo durante il giorno, lascia quel paese o sarai catturato". 
 
Ay ho to Ghyree Chulo "se sei venuto, prega di scendere" (segnale convenuto per l'omicidio) 

Taw must Chowkaw "tenetevi lontani dalla vista!"
 
In alcuni casi non è fornita la traduzione, ma si esprime in ogni caso il concetto: Sou puk, heroo ek Dunteroo, con cui si afferma la preminenza dell'asino (Dhunteroo, qui scritto senza aspirata) su ogni altra specie di augurio. L'asino è eguale a cento uccelli, è il massimo dell'augurio.   
 
Segnali convenuti usati per procedere con l'assassinio, quando non ci sono pericoli e il momento è adatto: 
 
Bajeed 
Bajeed Khan  
Deo 
Deomun 
Deoseyn 

Segnali usati per sospendere l'operazione quando il pericolo è vicino: 

Gunga Ram 
Lopee 
Lopee Khan 
Lopee Singh 
Luchee Ram 
Luchman
Luchman Sing
Sheikh Jee
Sheikh Muhammud
 
Alcuni di questi segnali convenuti sono chiaramente nomi propri di persona, come i nostri Tizio, Caio e Sempronio (Sheikh Muhammud è il prototipo del musulmano; si riconoscono gli appellativi Ram e Singh, tipici rispettivamente degli Indù e dei Sikh). 

Alcune deduzioni 

Il lessico andrà studiato con la massima cura. La mia impressione è questa: il Ramasi è nato da una lingua isolata, preindoeuropea e predravidica, adottando poi la grammatica Hindi. In particolare si nota l'uso di verbi ausiliari tipicamente Hindi (jana, dena, dalna, kurna, lena, etc.). Va menzionato un fatto degno di nota: lo stesso Sleeman dichiarava che le parole del Ramasi erano uniche e non somigliavano a quelle di nessun'altra lingua del mondo. Noto tuttavia alcuni mascheramenti tipici degli idiomi furbeschi. Così troviamo Bindoo "indù", chiaramente da Hindoo. Il nome di Kali serve ad indicare la notte (kalee), cosa che non stupisce, dato che significa "Nera".   
 
L'Estinzione 
 
W. H. Sleeman contribuì in modo determinante a distruggere i Thug, che già sul finire del XIX secolo erano dati per eradicati. Una delle implicazioni più notevoli è la probabile estinzione della lingua Ramasi, di cui non sono riuscito a trovare altri documenti. Un intero mondo, di un'incredibile complessità, è finito nel Nucleo del Nulla. Certo, certo, capisco. Con tutti i problemi che hanno in India, sentirebbero proprio la mancanza degli strangolatori rituali.   
 
Etimologia di Thug 
 
La prima attestazione della parola thug /θʌg/ in inglese risale al 1801, stando all'Online Etymology Dictionary (Etymonline.com). La parola Hindi thag (Marathi thag, thak, Bengali thog) "truffatore, imbroglione" è stata adattata in thug con l'ortografia di Gilchrist. La derivazione diretta è dal sanscrito sthagaḥ "fraudolento", la cui radice verbale è sthag- "nascondere". Il plurale collettivo è Thuggee, pronunciato /θʌ'gi:/ in Inghilterra e /'θʌgi/ negli Stati Uniti d'America. 
Il problema della pronuncia ortografica o semi-ortografica è rilevante: nelle lingue indoarie non esiste una fricativa interdentale /θ/. Il suono di th nell'Hindi thag è un'occlusiva dentale aspirata, in pratica come se fosse l'unione di /t/ con /h/
 
Etimologia di Phansigar  

Un altro appellativo dei Thug è Phansigar (Hindi phãsīgār "strangolatore", da phãsī "cappio" e dal suffisso agentivo -gār). Il plurale collettivo è Phansigari. La parola è passata in inglese col significato di "assassino". La pronuncia è /'pa:nsiga:(ɹ)/, ma non di rado si trova anche /'fa:nsiga:(ɹ)/.
Il problema della pronuncia ortografica o semi-ortografica è rilevante: nelle lingue indoarie non esiste una fricativa labiodentale /f/. Il suono di ph nell'Hindi phansigar è un'occlusiva bilabiale aspirata, in pratica come se fosse l'unione di /p/ con /h/.
 
Una controversia sull'esistenza dei Thug  
 
Nemmeno i Thug sono sfuggiti alla corrosiva azione della retorica decostruzionista di quest'epoca postmoderna. Il famigerato virus Derrida è entrato in azione, infettando molte menti e riducendole a un ammasso di scorie prioniche: ecco che sono comparsi fanatici negazionisti il cui scopo è dimostrare l'inesistenza dei Thug. Il DNA concettuale diffuso da questi manipolatori segue poche e semplici istruzioni infettive: 
 
1) "L'Impero Britannico era brutto-cattivo, essendo governato da bianchi patriarcali";
2) "Le popolazioni dell'India sono per necessità buone e lo sono sempre state,
avendo la pelle scura";
3) "Qualsiasi tentativo di affermare l'esistenza di Indiani brutti-cattivi è razzismo."
Segue:
"I Thug sono
un'invenzione dell'Impero britannico brutto-cattivo per sopprimere ogni dissenso." 
 
Un corredo memetico (memoma) davvero elementare. Il luogo in cui il contagio è più forte è senza dubbio la scuola, che è una stramaledetta fucina di demenza.