Dirk F. H. Boutkan e Maarten G. Kossmann (entrambi dell'Università di Leida) sono gli autori del lavoro Some Berber parallels of European Substratum Words, ossia Alcuni paralleli berberi delle parole di sostreato europee.
Il file in passato era consultabile sul sito dell'Università di Leida al seguente indirizzo:
Attualmente compare un'inquietante dicitura, under embargo. Il file pdf è sclerotizzato: non è possibile aprirlo né tantomeno scaricarlo. Le mie ricerche nel Web sono state vane, non sono riuscito a trovare l'articolo in questione in altri siti. La speranza è che l'embargo finisca e che il pdf dell'Università di Leida ritorni accessibile. In ogni caso questi fastidiosi inconvenienti, dovuti alle leviataniche pretese di chi vuole monetizzare ciò che non è fatto di materia, non mi dissuadono dal pubblicare la mia recensione dell'opera di Boutkan-Kossmann.
Questa è l'introduzione, da me tradotta:
"Negli anni recenti, le lingue di sostrato soggiacenti alle lingue indoeuropee dell'Europa hanno ricevuto nuova attenzione da parte di numerosi accademici. Molte parole di sostrato sono state identificate e numerose caratteristiche morfologiche delle parole di sostrato sono state definite (es. Polomé 1989, 1990, Kuiper 1995, Vennemann 1995, Beekes 1996, Boutkan 1998, Boutkan e Kossmann, 1998). Anche l'identificazione delle lingue di sostrato ha ricevuto attenzione. Specialmente il basco e il semitico sono i candidati favoriti (cfr. Vennemann 1995, Kortlandt 1997)."
La ricostruzione del protoberbero si trova ancora a uno stadio molto preliminare. Quindi le proposte per ogni ricostruzione devono essere allo stesso modo considerate preliminari. Valutando la versione proposta del proto-berbero, bisognerà notare i seguenti punti di partenza:
1) Berbero /f/ e /γ/ sono ricostruiti come *p e *q (occlusiva uvulare sorda) rispettivamente.
2) Tuareg /h/ (= Ghadames β) è ricostruita come *β. Siccome il proto-berbero *b è raro in molti contesti, si deve assumere che *β risalga a **b in uno stadio antecedente della protolingua.
3) Le vocali brevi sono ricostruite sulla base delle forme del Tuareg meridionale e del Ghadames. Assumiamo che [ă] risalga ad *a breve e che e (ossia lo schwa ə) risalga a *i e *u brevi.
4) Siccome le vocali lunghe del Tuareg-Ghadames, é e o, sono spesso, anche se non sempre, il risultato di sviluppi secondari, saranno ricostruite come *ī e *ū rispettivamente.
5) Le vocali che non possono essere ricostruite, ossia la cui qualità è indeterminabile, o che variano secondo schemi di alternanza regolari, sono scritte come [V].
Elenco in questa sede i lemmi trattati dagli autori, riassumendo i dati e fornendo qualche commento a caldo.
Note:
i) Nel seguito ho sostituito le forme protogermaniche usate nell'articolo con ricostruzioni a parer mio più affidabili, usando una trascrizione diversa di alcuni fonemi ed esplicitando la desinenza del nominativo singolare.
ii) Le parole delle lingue dei Guanche delle Canarie sono state aggiunte e commentate dal sottoscritto.
iii) I confronti con parole etrusche, iberiche e liguri sono stati aggiunti e commentati dal sottoscritto.
1) Latino bāca (italiano bacca)
Celtico: gallese bagad "grappolo" < *bakatu-
Protoberbero ricostruito:
*bqā "mirtillo; mora"
Forme attestate:
Berber del Sous (premoderno) ta-bγa, ta-fγa "mora", Medio Atlante ta-bγa "more di rovo", Rif ta-bγa "tipo d'erba", Chenoua ha-bγa "mora".
Commenti:
Si tratta di forme derivate senza dubbio da un'unica fonte, ma questa non è individuabile. Le forme berbere non sembrano prestiti dal latino, che aveva una vocale tonica lunga /a:/. Anche la la parola gallese presenta problemi simili: gli autori citano l'opinione di Schrijver, che considera dubbia la sua connessione con la parola latina.
2) Protogermanico (occidentale) *ǣβandaz "sera":
antico alto tedesco âband, etc.
Protogermanico (nordico) *aftanaz "sera":
norreno aptann,
Protoberbero ricostruito:
*βad "notte"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar) éhoḍ, Tuareg (Iwellemmeden) éhăḍ, Ghadames ĕβăḍ, Cabilo, Sous, Medio Atlante, Mzab, Ouargla, Figuig iḍ.
Commenti:
Nelle lingue dei Guanche si trova un'altra radice: enac "notte; sera" (Lanzarote), enaguapa acha abezan "per illuminare la notte" (Tenerife, Tradizione di Güimar). Potrebbe essere un prestito da una lingua indoeuropea sconosciuta, vista la somiglianza con la protoforma *nekw(t)- / *nokwt-. Prende sempre più corpo la mia ipotesi, a prima vista fantastica, di una spedizione marittima compiuta da Celtiberi e da Germani di Oretania in epoca imperiale, giunta fino a Tenerife.
3) Latino haedus, sabino faedus < *ghaid- "capretto"
Protogermanico *gaitiz "capra":
gotico gaits "capra", norreno geit, antico alto tedesco geiz, etc.
Protoberbero ricostruito:
*āqāḍ "capra femmina";
*qayd "capretto"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar) iγeyd "capretto", Tuareg (Iwellemmeden) éγăyd "capretto", Ghadames têʿaṭ "capra", aʿîḍ "capretto", Cabilo taγaṭ "capra", etc.
Commenti:
Le due radici protoberbere, per quanto foneticamente e semanticamente simili, sono da considerarsi formalmente distinte. Concordo senz'altro con questa opinione degli autori.
4) Protogermanico (occidentale) *krumbaz "curvo, piegato"
Celtico: antico irlandese cromb, cromm; gallese crwm
< *krumbos
Protoberbero ricostruito:
*kurVnb- / *kirVnb- "essere curvo, piegato"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar) kerembi "essere curvo"; Tuareg (Iwellemmeden) kerenbew "essere curvo"; Rif krumbeš "essere ingarbugliato".
Commenti:
Boutkan ipotizza che la forma protoceltica sia un prestito dal germanico; a me pare che sia piuttosto il contrario.
Sono dell'avviso che la forma Rif krumbeš sia un prestito dal gallico *crumbos, con conservazione della sibilante finale del nominativo singolare. È dimostrato dall'onomastica di epoca imperiale che esisteva una folta comunità di lingua gallica in Africa - come avremo modo di mostrare in altra sede.
5) Greco púrgos "fortificazione" (var. phúrkos)
Protogermanico *burgz "città; castello":
gotico baurgs, norreno borg, etc.
Urartaico: burgana "torre"
Protoberbero ricostruito:
*farāg "recinto"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar) ăfarag' "barriera, recinzione", Tuareg (Iwellemmeden) afărag "barriera, recinzione; giardino", Cabilo afrag "barriera, recinzione", Rif afray "barriera, recinzione" (< *afrag), etc.
Commenti:
A complicare le cose sta l'interazione con la radice innegabilmente indoeuropea *bhṛg'h- "montagna". La parola urartaica è passata come prestito in aramaico (burgôn "torre") e in arabo (burj "torre"). Tutto molto complicato, difficile riuscire a districare la matassa.
6) Protogermanico (occidentale) *krukjō "stampella":
antico inglese cryce "stampella", antico sassone krukka, antico
alto tedesco krucka, etc.
Protogermanico (settentrionale) *krōkaz "gancio", *krakǣn
"bastone uncinato", *krǣkilaz "uncino":
norreno krókr "gancio", kraki "bastone uncinato", krækill
"uncino"
Protoberbero ricostruito:
*qaru / *qariy "bastone"
Forme attestate:
Ghadames taγărit "bastone", Cabilo iγṛi "bastone" (arcaico), Medio Atlante taγriyt "bastone", etc.
Commenti: Le alternanze vocaliche decisamente anomale nelle forme germaniche sono un forte indizio di origine non indoeuropea.
7) Protogermanico *χauβiðan, *χa(u)βuðan "testa, capo" :
gotico haubiþ "testa", norreno hǫfuð, antico inglese hēafod,
antico alto tedesco haubit, etc.
Latino caput "testa"
Protoberbero ricostruito:
*qap "testa, sommità"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar) éγef "testa", Tuareg (Iwellemmeden) éγăf "testa, sommità", Ghadames éγăf "testa, estremità, sommità", Cabilo ixef "testa, sommità", Medio Atlante ixf "testa", Ouargla, Mzab ixf, iγef "testa", etc.
Guanche: -ife "picco, punta rocciosa"
Commenti:
Si noti che la forma canaria, presente ad esempio nel toponimo Arrecife, è senza dubbio simile alle forme Ouargla e Mzab, ma presenta una maggior evoluzione fonetica e una semantica peculiare.
Nota:
Segnalo un'imprecisione nell'articolo di Boutkan-Kossmann, relativamente al norreno: è riportata la forma haufuþ, che è soltanto un'antica variante ortografica del corretto hǫfuð (non c'è dittongo).
8) Latino plumbum "piombo"
Miceneo MO-RI-WO-DO (moliwdos) "piombo"
Greco molubdos, molibos, bolimos "piombo" (e varianti)
Celtico: antico irlandese lúaiḋe "piombo" < *loudijon <
*plobdjom
Basco: berun "piombo" < pre-basco *belun (-uN)
Iberico (ricostruito): *beltun "piombo"
Ligure (ricostruito): *peltrom "lega di piombo e stagno"
Protoberbero ricostruito:
*βaldūn / *βāldūn / *būldūn / *βaldūm "piombo"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar) ăhâllun "piombo; stagno", Tuareg (Iwellemmeden) aldom "stagno", Tuareg (Ghat) ahellum "piombo", Cabilo, Sous, Medio Atlante aldun "piombo", Mzab, Ouargla buldun "piombo".
Commenti:
Ritengo che la parola berbera sia un prestito diretto dall'iberico. I dati berberi permettono di ricostruire un gruppo consonantico mediano -lt-, che in iberico veniva scritto per ragioni storiche, finendo però per pronunciarsi come semplice -l- prima del passaggio della parola al pre-basco. Proprio come è accaduto all'iberico iltiŕ "città", passato in pre-basco come *(h)ili, da cui il basco attuale hiri, uri "città". Sulle legende monterarie in caratteri iberici si legge iltiŕta, nome della città in cui è avvenuto il conio, che corrisponde alla trascrizione latina ILERDA.
Nota:
Ho provveduto a ricostruire la protoforma ligure *peltrom "lega di piombo e stagno" a partire da dati romanzi come l'italiano peltro, lo spagnolo peltre e il francese antico peautre, espeautre. Si comprende abbastanza facilmente che si tratta di un antico prestito dall'iberico, con ogni probabilità con mediazione etrusca.
9) Protogermanico (occidentale) *kraβitaz "granchio; aragosta":
antico sassone krevit, antico alto tedesco krebiz, etc.
Protogermanico (nordico) *krabbǣn "granchio"
norreno krabbi "granchio" (da cui l'inglese crab, che è un
prestito)
Greco karābos "granchio" (con diverse varianti, tra cui
grapsaîos)
Latino cārabus "granchio" (prestito dal greco)
Latino scarabaeus "scarabeo"
Italico: osco *skarafaiis, da cui italiano scarafaggio, napoletano
scarrafone.
Protoberbero ricostruito:
*qirb / *qurb / *qirbī / *qurbī "scudo"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar, Iwellemmeden) aγer "scudo", Tuareg (Taneslemt) aγerh "scudo"; si trova una forma medievale isolata, attestata nel berbero del Marocco meridionale: aγri "scudo" (sembra il solo motivo per la ricostruzione di protoforme con -ī).
Commenti:
Il confronto potrebbe essere valido, anche se a me pare un po' tirato per i capelli, sia sotto l'aspetto fonetico che sotto quello semantico. Gli autori citano un verbo berbero, la forma isolata Iwellemmeden γărăt "nascondersi dietro", chiedendosi se il termine per "scudo" ne sia una derivazione o se valga l'inverso. Potrebbe tuttavia non esistere alcun nesso.
10) Protogermanico (occidentale) *falisaz (-ō, -ǣn) "pietra, roccia":
antico alto tedesco felis(a), feliso, antico sassone felis, filis
Protogermanico (nordico) *felzan "montagna":
norreno fell, fjall "montagna"
Celtico: antico irlandese all "roccia" (< *allos < *pḷsos); ail
"roccia" (< *alek); toponimo gallico Alesia
Ligure (ricostruito) *palā "pietra, lapide" (preso a prestito dal
leponzio, palā "lapide")
Ligure (toponomastico) -pale (fiume Vindupale "Pietra Bianca",
oggi Prealba)
Macedone pélla "scoglio"
Greco: phelleús "terreno pietroso"
Etrusco: falas "torre, colonna" (passato in latino come fala "torre di legno"), *falaθu "cielo" (trascritto in caratteri latini come falado "cielo" < "altezza; volta, soffitto di pietra"; il latino palātum "palato; volta del cielo" è esso stesso un prestito più antico dalla stessa fonte)
Protoberbero ricostruito:
*pallā "altezza"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar) afella "alto (superficie superiore, in alto)", Tuareg (Iwellemmeden) afălla "alto, parte superiore", Cabilo -fella "in cima, in alto", Sous aflla "sopra", Medio Atlante afella "ciò che è in alto, ciò che è sopra", Ouargla f-, fell- "su" (ridotto a preposizione).
Commenti:
Senza dubbio è sconcertante la consonanza tra l'etrusco e il protoberbero ricostruito. Purtroppo gli autori dello studio in analisi non hanno considerato raffronti con la lingua dei Rasna.
11) Protogermanico *silχaz "foca":
norreno selr "foca", antico inglese seolh, etc.
Voci non indoeuropee attestate in latino: salmō (gen. salmōnis)
"salmone"; salar "trota" (gen. salaris)
Greco: sélakhos "squalo" (prestito da una lingua pre-greca);
salpa "tipo di pesce marino" (di origine non IE)
Protoberbero ricostruito:
*sūlmay / *slVm "pesce"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar) asûlmey "pesce", Cabilo, Medio Atlante, Figuig aslem "pesce", Rif asřem "pesce" (< *aslem); Sous aslm "pesce", Ghadames olisma "scinco", ossia "pesce (della sabbia)".
Guanche: salema "salpa" (Tenerife)
Commenti:
Gli autori citano alcuni prestiti dal latino al germanico (antico alto tedesco salmo "salmone", etc.), parlando della loro concorrenza col termine nativo *laχsaz "salmone", ancor oggi ben vivo in vaste regioni. Non citano però alcuni dei raffronti qui riportati. Evidentemente la radice neolitica da cui sono derivate queste parole doveva suonare *sVl-, essendo gli altri elementi puri e semplici suffissi a noi ormai oscuri.
12) Protogermanico *skuldrō "spalla":
antico alto tedesco skultarra, skultirra (moderno Schulter),
antico inglese sculdor (moderno shoulder), etc.
Protoberbero ricostruito:
*qrūḍ "spalla, scapola"
Forme attestate:
Tuareg (Iwellemmeden) iγerdén "parte del corpo situata sotto il collo e tra le scapole", Ghadames taγureṭ "spalla", Cabilo taγṛuṭ "scapola, spalla", etc.
Commenti:
Sembrano del tutto vani i tentativi di connettere le forme germaniche con la radice indoeuropea *(s)kel- "dividere". Forse un giorno si capirà che gli Antichi non cavillavano masturbando i verbi per dare il nome a cose elementari. Se qualcosa non ha un'agevole e facile spiegazione all'interno di un sistema linguistico, significa molto probabilmente che proviene da qualche altra parte. L'idea fissa di spiegare Omero con Omero, tanto popolare nel XIX secolo, ci priva della possibilità di indagare a fondo il passato.
13) Latino lēns "lenticchia" (gen. lentis)
Germanico: antico alto tedesco linsī "lenticchia"; l'olandese linze
può essere un prestito abbastanza recente dal tedesco
Slavo e baltico: slavo ecclesiastico lęšta "lenticchia"; lituano
lę̃šis (sono entrambi prestiti dal germanico)
Basco: dilista "lenticchia"
Protoberbero ricostruito:
*lintī "lenticchia"
Forme attestate:
Questa parola si trova, per quanto se ne sa, soltanto in Sous: tilintit, tiniltit "lenticchia".
Commenti:
Con ogni probabilità si è avuto un prestito dal latino volgare o dal protoromanzo al berbero. Non è affatto chiaro il rapporto tra la parola latina, che sembra ben radicata e di ottima tradizione, e il termine antico alto tedesco. Forse si tratta semplicemente di un prestito, cosicché questi raffronti parrebbero privi di forza argomentativa. Va però fatto notare che la forma basca ha un prefisso fossilizzato che è chiaramente lo stesso del berbero, oltre a una sibilante nel corpo della parola, il che crea non pochi problemi. Non si riesce a districare questo ginepraio.
14) Protogermanico *χriflingaz "scarpa":
norreno hriflingr "scarpa", antico inglese hrifeling "scarpa"
Greco: karbátinos "fatto di cuoio"
Celtico: antico irlandese cairem "calzolaio", antico gallese crydd
"calzolaio" (< *kṛp-)
Latino: carpisculum "tipo di scarpa"
Slavo: antico bulgaro kŭrpa "tessitura; straccio"
Baltico: lituano kùrpė "scarpa" (è riportato che nel tedesco di
Prussia si usava Kurp per dire "scarpa" anziché Schuh)
Protoberbero ricostruito:
*VqrVp "coprire qualcosa con cuoio"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar, Iwellemmeden) eγref "tendere una pelle", Medio Atlante γref "coprire con cuoio", etc.
Commenti:
Alcuni sostengono che l'italiano scarpa sia stato retroformato da scarpettina, e che questo falso diminutivo altro non sia che il greco karpatinē "calzatura di cuoio", variante di karbatinē, femminile dell'aggettivo karbátinos (vedi sopra). Altri - e sono tutti romanisti - fantasticano su un germanico *skarpa "tasca di cuoio", che a quanto mi consta non si è mai visto da nessuna parte.
15) Protogermanico (occidentale) *gristilaz / *krustilō (-az) /
*krustulō (*g-) "cartilagine":
antico inglese gristel, gristl
antico alto tedesco krustula, krustila, krostila, grustila,
krustil, krustilīn
Protogermanico (occidentale) *kruspilaz "cartilagine":
antico alto tedesco kruspil
Protogermanico (occidentale) *grosVlō "cartilagine":
antico alto tedesco krosila, krosla
antico sassone krosla (glossa)
Protogermanico (occidentale) *grostaz "cartilagine"
antico inglese grost
Protoberbero ricostruito:
*gVrgVr- "cartilagine
Forme attestate:
Tuareg (Iwellemmeden) égärgäwés "cartilagine", Cabilo igergir "cartilagine".
Commenti:
Il gran numero di varianti in germanico occidentale e le irregolarità che presentano, sono indizi chiari del fatto che si tratta di prestiti, forse nemmeno troppo remoti, da una lingua sconosciuta. Si noti che le attestazioni riguardano quasi soltanto l'antico alto tedesco e l'antico inglese.
16) Protogermanico *siluβran "argento":
gotico silubr "argento", norreno silfr, antico inglese seolufr,
siolufr, silofr, antico alto tedesco silibar, silabar, antico
sassone siluƀar, silƀar
Slavo: slavo ecclesiastico sĭrebro, sŭrebro "argento", russo
serebro, etc.
Baltico: lituano sidãbras "argento", lettone sidrabs
Celtico: celtiberico SILABUR (Iscrizione di Botorrita,
trascritto anche śilaPuŕ) < iberico *śilabuŕ
Basco: zilhar "argento" (varianti dialettali: zilar, zidar, zildar)
Protoberbero ricostruito:
*-zrĭp(i), *-zrŭp(i) "argento"
Forme attestate:
Tuareg (Ahaggar, Iwellemmeden), Sous (medievale), Chenoua aẓref "argento", Zenaga (Mauritania) aḍerfi (trascritto anche azerfi, azerfu).
Commenti:
La forma celtiberica è evidentemente un prestito dall'iberico. La stessa parola ha dato origine alche al basco zilhar < *ziL(h)aR < *ziLabR-. L'origine ultima di questa parola migrante dovrebbe essere semitica, come già ipotizzato da Trombetti. Infatti in molte lingue semitice compare una radice verbale ṣrp col significato di "raffinare il metallo", usata specialmente con riferimento all'argento. In alcune di esse esistono testimonianze dell'uso di tale radice con il significato di "argento" (es. sabeo ṣrp "argento", arabo poetico ṣarīf "argento"). Boutkan è scettico su questa etimologia: egli afferma che non esiste alcuna parola dalla radice verbale ṣrp col significato di "argento" proprio nelle lingue parlate in epoca antica sulle rive del mediterraneo (es. punico, ebraico). L'obiezione non mi sembra comunque valida: potrebbero essere esistite lingue afroasiatiche che sono scomparse senza lasciare tracce.
Nota:
Questa radice non è inclusa nell'articolo di Boutkan-Kossmann; tuttavia gli autori hanno pubblicato un altro articolo con analisi approfondite, reperibile su Academia.edu:
Conclusioni
L'interpretazione più probabile delle evidenze mostrate dal materiale discusso è che sia esistita almeno una lingua neolitica, estinta senza lasciare altre tracce, donatrice di prestiti sia a un gran numero di lingue indoeuropee che al proto-berbero. Tutto ciò è meritevole di ulteriori indagini.