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domenica 19 marzo 2023


I CONDANNATI DI MESSINA 

Titolo originale: Exiled from Earth
Autore: Ben Bova
1ª ed. originale: 1971
1ª ed. italiana: 1972
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza 
Sottogenere: Distopico 
Etichette attribuite: "Letteratura per ragazzi"
Lingua originale: Inglese
Ambientazione: XXII secolo
Protagonisti: Lou Christopher
Antagonisti: Donald Marcus, Rolf Bernard
Altri personaggi: Bonnie Sterne, Anton Kori,
  il Presidente Generale, il ministro Vassily Kobryn, 
  il Grande George 
Editore: Arnoldo Mondadori Editore 
Collana: Urania 
    Numero: 601 
Codice ISBN-10: 0525450165
Codice ISBN-13: ‎978-0525450160 
Traduttore: Bianca Russo 

Sinossi (da MondoUrania.com):
Farà piacere ai nostri lettori siciliani sapere che in un futuro più o meno lontano Messina è destinata a diventare sede del supergoverno mondiale. La città, certo, non sarà più la stessa. Torri e palazzi fantascientifici domineranno lo stretto; uomini dotati d'immenso potere e carichi d'immense responsabilità guarderanno pensosi verso la Calabria; e celebri scienziati di tutto il mondo si ritroveranno, sbigottiti, a Messina, trasportati qui con le buone e con le cattive insieme alle loro famiglie. Una gravissima decisione è stata presa al più alto livello: ancora una volta la scienza sta per mettere in pericolo mortale non solo la società ma l'umanità stessa. E la scienza deve essere messa in condizioni di non nuocere. L'ordine spietato (o pietoso?), necessario (o criminale?) partirà da Messina.

Trama: 
XXII secolo. Il mondo è unito ma gravato dal peso di 20 miliardi di persone. Il Governo Mondiale, che ha sede a Messina, ha preso la difficile decisione di esiliare i più importanti scienziati della Terra. Il loro lavoro è considerato troppo pericoloso per il genere umano, quindi è stato deciso di confinarli in una stazione spaziale e di inviarli dove non possano interferire con la società. Il Presidente Generale si lascia convincere dal subdolo Ministro della Sicurezza, Vassily Kobryn, e fa partire gli ordini esecutivi di deportazione. 
Louis "Lou" Christopher è un informatico che lavora a un progetto di ingegneria genetica in cui l'uso dei computer è essenziale. È l'esperto programmatore di RAMO, il potente computer utilizzato dal più importante centro di ricerca genetica mondiale, che ha sede ad Albuquerque, nel Nuovo Messico. Incluso nella lista degli scienziati da esiliare, viene raggiunto da un agente federale e subisce un tentativo di arresto senza nessuna accusa formale. Viene così deportato a New York nella sede dell'ONU, dove viene a sapere che la sua destinazione finale è Messina. Terrorizzato dagli eventi, riesce a trovare il modo di fuggire in modo rocambolesco e si inoltra nei selvaggi sobborghi di quella che un tempo era conosciuta come "la Grande Mela". La civiltà è crollata lasciando il posto a un pullulare di gang giovanili di una violenza inaudita. Dopo molte disavventure in mezzo alla fauna di quell'ambiente ostile, Lou riesce ad imbarcarsi per Albuquerque, aiutato da Felix, capo della famigerata banda dei Gatti Selvaggi - che gli rivela di essere un agente in incognito, infiltrato nella criminalità con l'incarico di tentarne il recupero a lungo termine. Tornato nella sua città, il programmatore entra nel centro di ricerca dove lavorava e lo trova deserto. L'unica creatura rimasta è il Grande George, un immenso gorilla senziente e dotato di parola, che ha ottenuto questa facoltà tramite ingegneria genetica. Lou interroga il computer RAMO, da cui apprende che il centro di ricerca è stato chiuso per ordine del Governo. Gli scienziati sono stati arrestati. Il problema è che lo stesso computer ha una mentalità estremamente rigida e ha denunciato Lou alle Forze dell'Ordine. Gli agenti irrompono nel laboratorio. Il programmatore fugge per il rotto della cuffia, rifugiandosi nell'appartamento della fidanzata e collega Bonnie Sterne. Lei lo ascolta annoiata e si comporta esattamente come RAMO, pur pensando con grande ingenuità di agire a fin di bene: allerta la polizia. Deportato a Messina, Lou viene rinchiuso con gli scienziati in una villa lussuosissima. Qui riceve una comunicazione dal ministro Vassily Kobryn, che rivela l'arcano: il Governo Mondiale ha preso la drastica decisione di esiliare l'intero mondo scientifico in una stazione orbitale. Il russo spiega con dovizia di particolari il perché dell'esilio, dicendo che il mondo non sarebbe al sicuro se la Scienza potesse svilupparsi liberamente. 
A questo punto Lou viene contattato da un politico colluso, il Ministro delle Finanze Rolf Bernard, che gli spiega di essere contrario alle determinazioni di Kobryn. Fa quindi una proposta che non si può rifiutare: in un'isola tropicale è stato predisposto un centro di ricerca segreto diretto dal Dottor Donald Marcus - dove Lou è invitato a trasferirsi e a lavorare. Il programmatore chiede e ottiene, come unica condizione, che la fidanzata Bonnie venga portata sull'isola assieme a lui. Per un po' tutto sembra filare liscio, tuttavia qualcosa finisce col guastarsi. Lou, Bonnie e il collega slavo Anton Kori scoprono che il perfido Ministro ha un piano ben diverso da quello che ha raccontato loro: intende rovesciare il Governo di Messina con un golpe militare e impossessarsi del potere; per assicurarsi il dominio sulla Terra è deciso ad impiegere armi biologiche, genetiche, chimiche e nucleari sviluppate nel centro di ricerca del malvagio Dottor Marcus. Vogliono rendere deficiente la popolazione mondiale!  
Le cose precipitano quando Lou capisce che il suo amatissimo gorilla, il Grande George (cui tiene più che alla fidanzata), anche lui presente sull'isola, sarebbe usato come cavia per un nuovo tipo di arma genetica che lo priverebbe di tutte le sue facoltà intellettive, riducendolo a un demente. Kori ha un modo geniale per allertare il Governo Mondiale, facendo esplodere una bomba atomica di limitata potenza in grado di attivare una rete globale di satelliti spia e ad attirare sull'isola le truppe governative. Così avviene: l'ordigno esplode e i militari irrompono. Il piano di Bernard e di Marcus fallisce miseramente, ma a caro prezzo. Nel corso degli scontri a fuoco, il Grande George si becca in corpo un proiettile sparato a caso, che lo uccide all'istante
Il Presidente Generale è molto grato a Lou e ai suoi compagni per aver sventato la cospirazione, però li avverte che l'esilio perpetuo rimane in vigore! Lou e Kori sono costretti alla deportazione sulla stazione spaziale. Bonnie invece è ritenuta poco più di una scema, così non è considerata pericolosa: può scegliere cosa fare della sua vita, se seguire il fidanzato nell'esilio oppure rimanere sulla Terra. La donna sceglie di seguire Lou, pur riservandosi la facoltà di fare ritorno in caso la situazione dovesse rivelarsi insopportabile - come in effetti avviene. La vita sulla stazione spaziale è infernale e dominata dalla depressione profonda. Molti esimi scienziati sono ridotti alla demenza. Bonnie, che per un po' aveva giocato con l'idea di rendere cornuto Lou saltando nel letto di Kori, forte del suo privilegio matriarcale, finisce col cedere. La mancanza di libertà la opprime in modo lancinante. Quindi ritorna sul pianeta, abbandonando entrambi gli uomini. 
Ad un certo punto, Lou ha un'idea geniale: far equipaggiare la stazione spaziale per il volo interstellare, in modo tale da condurla fino ad Alfa Centauri in una traversata generazionale. I dati trasmessi trent'anni prima dalla sonda Starfarer ed analizzati da Kori, dimostrano che alcuni pianeti orbitano attorno alla stella doppia: uno di questi sarebbe potenzialmente abitabile. Gli scienziati più vecchi, ostili e bacchettoni, cercano in ogni modo di opporsi. Tuttavia la proposta di Lou viene messa ai voti in un'operazione di democrazia diretta, vincendo grazie al voto dei giovani, pieni di spirito d'avventura. Il Governo Mondiale accetta di dare il suo aiuto alla spedizione, ansioso di liberarsi dai pericoli del mondo scientifico. La traversata ha così inizio. 


Recensione: 
Il romanzo di Bova è ricchissimo di spunti di riflessione e tratta di molti temi della massima gravità, che ci toccano da vicino. Anche se la trama è un po' fragile e i personaggi avrebbero potuto essere caratterizzati in modo più robusto, sono convinto che meriti di essere letto. 
I condannati di Messina fa parte di un importante filone distopico tipico degli anni '60 e '70 del XX secolo, in cui si esplorava il cruciale tema della sovrappopolazione con tutte le sue terribili conseguenze, facendo una critica sociale serrata. Basti pensare a Largo! Largo! (Make Room! Make Room!) di Harry Harrison (1966), di cui è famosissimo l'adattamento del 1973, 2022: I sopravvissuti (Soylent Green). Il romanzo di Bova risente del clima dell'epoca, in cui si aveva il netto e pervasivo presentimento di una catastrofe ambientale incombente. In particolare, proprio in quegli anni fiorivano le attività del Club di Roma, la famosa associazione mondiale non governativa e non profit fondata nel 1968, composta da scienziati, economisti, uomini e donne d'affari, attivisti dei diritti civili, dirigenti pubblici internazionali e capi di Stato. Nel 1972 il Club di Roma pubblicò il Rapporto sui limiti dello sviluppo (The Limits to Growth), meglio noto come Rapporto Meadows, che affermava l'impossibilità della crescita economica indefinita, per via della disponibilità limitata delle necessarie risorse naturali, prima tra tutte il petrolio, oltre che della limitata capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta. Il problema delle previsioni del Rapporto Meadows è che il modello matematico alla loro base era abbastanza semplicistico, così i risultati si sono rivelati poco accurati. Le curve che descrivono gli andamenti dell'esplosione demografica si impennano molto più di quanto stia accadendo nella realtà. Recentemente ho trovato nel Web un sito che accusa come "fake news" le critiche ai risultati del Rapporto Meadows, tuttavia ricordo ancora molto bene l'epoca in cui questi davano per esaurite o in rapidissimo esaurimento le riserve petrolifere mondiali, mentre nel frattempo il miglioramento delle tecnologie di prospezione ha assicurato decenni di sfruttamento assicurato dei combustibili fossili. Queste discrepanze hanno fatto sì che molti abbandonassero ogni fiducia nelle previsioni ambientali, arrivando per contro a uno scetticismo profondo, addirittura negazionista. Il principio che i perfidi media e le masse grossolane hanno applicato è questo: "I tuttologi hanno sbagliato una cosa, quindi tutto quello che dicono è una cazzata e il problema non esiste". Sul tema della sovrappopolazione è quindi calata la scure del tabù. Una scure molto insidiosa, visto che le mani del carnefice che la maneggia sono religiose oltre che ideologiche. Censura e ipocrisia. In ogni caso, credo che un'opera come Exiled from Earth ai nostri giorni non potrebbe avere alcuna fortuna. 

Scenari carpenteriani! 

Passiamo ora ad analizzare il greve clima da cui Bova ha tratto la descrizione della desolazione di New York devastata dalle gang. Il dilagare della violenza nelle grandi città portò, a partire dagli anni '60, a fare previsioni sempre più cupe già nell'immediato futuro. Si parlava di "giungla urbana": quello che si andava affermando nell'immaginario collettivo era un territorio privo di legge, in cui valeva l'arbitrio del più forte. Il pericolo dietro l'angolo, che i cittadini onesti sentivano con tutto il suo carico di terrore, era la riscimmiazione del genere umano, la sua involuzione verso la subumanità più ripugnante, la totale vanificazione di millenni di progresso etico, culturale, tecnico e scientifico. Non stupisce che negli anni '70 e '80 questi temi siano stati illustrati in modo estremamente efficace nella Settima Arte. Il massimo interprete di queste paure zombificanti fu senza dubbio John Carpenter, con Distretto 13 - Le brigate della morte (Assault on Precinct 13, 1976) e 1997: Fuga da New York (Escape from New York, 1981) - a cui fece seguito Fuga da Los Angeles (Escape from L.A., 1996). Non dobbiamo poi dimenticare un importante film di Walter Hill, I guerrieri della notte (The Warriors, 1979). 
Anche in questo caso, le previsioni sulla violenza urbana dilagante erano di gran lunga peggiori di quanto possiamo vedere realizzato nel nostro presente. La causa potrebbe stare in un mirabile e ingannevole meccanismo a cui ho dato il nome di "Acceleratore del 2000". L'immaginario collettivo vedeva l'anno 2000 come una discontinuità storica di capitale importanza. Era una convinzione irrazionale, pertinente al pensiero magico-superstizioso. C'erano numerosissime persone che si aspettavano di veder realizzato all'improvviso un mondo fatto di astronavi e di robot, appena uscite dal cenone di San Silvestro dell'anno 1999. Ancora ai tempi in cui Carpenter diresse il famoso film su New York, ci si aspettavano sviluppi catastrofici troppo rapidi già negli anni immediatamente successivi. Passato poi il fatidico 2000, col suo carico di terrori (ve lo ricordate il Millennium Bug?), per qualche tempo i media e le masse non si arresero, riproponendo lo stesso modello catastrofico (ve le ricordate le colossali stronzate della Profezia dei Maya e della Fine del Mondo il 21/12/2012?). 

Uno stile ridondante, un po' pacchiano 

Abbondano le descrizioni paesaggistiche suggestive ma tutto sommato inutili, retaggio di un'epoca passata. Questo è un esempio: 

"Filarono per quasi un'ora, lungo una strada tortuosa e polverosa. Per quasi tutto il percorso, la rotabile s'inoltrava in mezzo alle colline, e non c'era niente da vedere tranne il fogliame verde, che frusciava al passaggio dell'auto. Ogni tanto, però, raggiungevano la sommità di un colle, che aveva da un lato, a perdita d'occhio, il mare scintillante sotto il sole e dall'altro i campi ricchi di ulivi e di agrumeti. 
Nel frattempo, nuvoloni scuri si erano addensati in cielo, e quando superarono il cancello di un'altra villa antica con le solite sentinelle in divisa che salutavano sull'attenti, le nuvole incombevano minacciose, tra il brontolio di tuoni e il balenare dei lampi. Era scuro come se fosse sera, sebbene fossero appena le prime ore del pomeriggio." 

E ancora: 

"Tra gli alberi filtrava un tramonto incredibile, rosa zafferano e viola pallido. Attraverso le macchie verdi, ai limiti del mare color rosso, il sole era enorme mentre toccava la linea dell'orizzonte." 

Forse sarebbe stato meglio evitare di parlare con tanto dettaglio dei tramonti e delle amene campagne, dando più forza ai personaggi, che sono come un liquore annacquato.  
 
Capacità profetiche e fallimenti 

Si parla dell'Intelligenza Artificiale. L'elaboratore RAMO è proprio questo, e viene descritto il suo addestramento da parte di Lou Christopher. Si parla anche di un altro argomento di grande attualità: l'ingegneria genetica. Tuttavia non si deve urlare alla profezia, dato che è stridente la reale assenza di capacità predittiva in questi e in molti altri casi. Facciamo alcuni esempi concreti. RAMO occupa lo spazio di svariati armadi a muro. Nessuno ha previsto un'Intelligenza Artificiale  portatile, che ci può seguire (e dominare) ovunque. Come in innumerevoli altre opere di Science Fiction, anche di autori illustri, si è avuta l'evoluzione dei telefoni in videofoni anziché in telefoni mobili. Credo di averne parlato ormai milioni di volte. Non demordo e ne parlo ancora, perché è un concetto della massima importanza. Prevedere un congegno non è poi così difficile. Quello che manca è la capacità di prevedere la civiltà fondata su quel congegno. Non si è saputa prevedere la Civiltà dello Smartphone, come non si è saputa prevedere la Civiltà del Web. Un lettore ha fatto notare che Bova non ha saputo prevedere l'attuale sorveglianza di massa, che avrebbe reso impossibile gli spostamenti del protagonista del romanzo. Per forza: la sorveglianza di massa è fondata proprio sul Web e sullo smartphone, cose che Bova non ha neppure lontanamente immaginato, per l'appunto. 

Una vergogna per l'Italia...

Abbondano anche gli stereotipi sull'Italia: 
- gli Italiani sono tutti olivastri, scuri;
- ci sono innumerevoli splendide ville in riva al mare, chiaramente di proprietà mafiosa;
- si rimarca l'ottima qualità della cucina;  
- le genti isolate della Calabria sono sprofondate in un eterno Neolitico. 
Anche quando si tratta di cose positive (ad esempio la cucina eccellente), vengono presentate in modo tale da far storcere il naso. Tutte le volte che compaiono dei personaggi italiani, sono guardie con gli occhiali neri che parlano in modo incomprensibile e fumano con gesti stereotipati: si capisce all'istante che sono picciotti forniti da Cosa Nostra. Risulta evidente un certo atteggiamento di pregiudizio anti-italiano, tale per cui devono andare in giro ovunque i gangster e i politicanti messi sul loro libro paga, mai gli onesti lavoratori. 
P.S.
In un sito di recensioni, mi sono imbattuto in una carampana woke che si lamentava degli insulti e stereotipi contro quelli da lei chiamati "non-white people". Per quella stronza, in quanto italiano sarei parte della "gente non bianca" a dispetto dell'evidenza! 

Suprematismo nero 

Mi fanno ridere quei giornalisti che parlano di "razzismo alla rovescia" ogni volta si verifica un'aggressione da parte di un nero nei confronti di un bianco. Usano un linguaggio più scemo della merda. Cosa starebbe a significare la locuzione "alla rovescia"? Non significa nulla, perché il razzismo è razzismo e basta, chiunque ne sia l'artefice e chiunque ne sia la vittima! In Exiled from Earth vediamo i Mandingo adolescenti e ultraviolenti di New York animati da un razzismo furioso verso i "non abbronzati",  ossia i bianchi, che sono chiamati "facce rosa", paragonati ai maiali e massacrati, ridotti a cenci sanguinolenti calpestati tra le sozzure della strada! Il Suprematismo nero esiste eccome! 

Il Grande George 

Uno dei personaggi più significativi e memorabili del romanzo è un gorilla geneticamente modificato e capace di parlare, denominato "Il Grande George" (inglese: Big George). Questa descrizione è in nettissimo contrasto con gli stereotipi dominanti sui gorilla violenti, selvaggi, feroci, diffusi da mostruosità come King Kong. Ancora oggi, molti ignorano che i gorilla sono mitissimi. Non fanno male neanche agli insetti. Passano le loro giornate a ingurgitare quantità immense di frutta e di verdura. La vera scimmia feroce la troviamo invece rappresentata dagli adolescenti di New York! L'immensa forza del Grande George non è un'arma sufficiente a difenderlo dalle orrende insidie del mondo. Come tutte le creature sensibili e gentili, il gigantesco primate viene perseguitato dai bulli, che vorrebbero farne una cavia per esperimenti pericolosissimi, il cui fine ultimo è atrofizzare il cervello e rendere l'umanità definitivamente scema. Ancora più scema di quanto già non sia! 

La trilogia degli Esiliati 

A quanto ho potuto leggere nel Web, c'è chi aspetta ancora il seguito del romanzo di Bova, ignorando che ce ne sono addirittura due. Questa è la Serie degli Esiliati, che costituisce una trilogia: 

1) I condannati di Messina (Exiled from Earth, 1971), Urania n. 601 (1972); Biblioteca di Urania n. 9 (1981)
2) L'astronave dei ventimila (Flight of Exiles, 1972), Collana Urania n. 720 (1977); Biblioteca di Urania n. 9 (1981);
3) Ritorno dall'esilio (End of Exile, 1975), Biblioteca di Urania n. 9 (1981). 

Il citazionismo spinto è una piaga tipicamente italiana. Non mi stancherò mai di stigmatizzarla. Il titolo L'astronave dei ventimila è stato concepito in modo tale da ricordare La cosmonave dei ventiquattro (Mission to Universe, 1965) di Gordon R. Dickson. Sembra quasi un modo di ingannare i lettori. Sa di paternalismo. Si considera il lettore alla stregua di un eterno minorenne e si cerca di fargli leggere qualcosa di nuovo, plasmandola in modo tale che gli ricordi qualcosa di già noto. Se la colpa di questo atteggiamento non fosse degli editori, costretti in qualche modo ad adattarsi alle richieste ricevute, dovremmo giungere alla desolante conclusione che la colpa sia del pubblico, composto in larga misura da gente con meno intelletto degli stronzi dei polli! 

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Massimo Luciani ha scritto questo interessantissimo articolo, di cui raccomando la lettura:  


Qualche recensione non troppo eulogistica si trova su Anobii.com (in genere il romanzo è considerato del tutto prescindibile): 


Davide ha scritto:

"Romanzetto ingenuo, grossolano e piuttosto insulso. Per la pochezza e banalità dei temi si stenta a credere che Bova avesse già quasi quarant'anni quando l'ha scritto. Un esercizio svolto con svogliatezza forse per onorare qualche contratto. Trascurabile senza rimpianti. L'unico personaggio interessante è un gorilla parlante reso intelligente dell'ingegneria genetica... ed ho detto tutto." 

Fabio-74 ha scritto: 

"Romanzo di fantascienza in cui la paura del progresso fa da sfondo ad una vicenda in cui il "Governo Mondiale" - che ha sede a Messina - decide di sacrificare 2.000 scienziati per salvaguardare 20 miliardi di persone. Ma resta un interrogativo, può così fermarsi il progresso? O forse la sete di conoscenza dell'uomo è tale che non sarà possibile arrestarla? Il progresso, del resto, è una costante nella storia umana, può fare paura e può anche essere destabilizzante ma in ogni caso è davvero difficile da arrestare. Un romanzo leggero e scorrevole con dialoghi non troppo ben riusciti, i personaggi non emergono con sufficiente spessore e la storia ne risente. Curioso, su tutti, il fatto che Ben Bova, l'autore, abbia voluto insediare il quartier generale del Governo Mondiale, proprio in riva allo stretto." 

giovedì 15 novembre 2018


STELLE, VOLETE NASCONDERMI?

Autore: Ben Bova
Anno: 1966
Titolo originale: Stars, Won't You Hide Me?
Lingua: Inglese
Tipologia narrativa: Racconto
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Fantascienza apocalittica, Space opera,
     fantacosmologia
Edizione it.: 1984
Editore (it.): Arnoldo Mondadori Editore 
Edizione italiana (antologia):
   
Catastrofi!, Oscar 1767
Traduttore: Giuseppe Lippi
Dettagli dell'antologia:    
    Titolo originale: Catastrophes!
    Curatore: Isaac Asimov
    Sezione: Distruzione dell'Universo

Catalogo Vegetti:



Trama: 

L'umanità è stata annientata dalla specie aliena degli Altri, che è riuscita ad uccidere ogni singolo individuo con l'unica eccezione di Holman, a tutti gli effetti il Superstite. In fuga sulla sua astronave, Holman apprende da un alieno della specie degli Osservatori l'origine e la cronistoria di questa guerra genocidaria. In origine il genere umano si era espanso tra le stelle e aveva subìto epurazione da parte degli Altri, che l'avevano confinato sulla Terra, causando una spaventosa era glaciale per impedirgli ogni nocivo progresso. Tuttavia la glaciazione era finita e una nuova ondata di espansione cosmica dell'umanità era iniziata, provocando una nuova rappresaglia da parte degli Altri, questa volta più radicale. Qual era l'origine di tutto questo? Semplice: gli umani avevano trovato il modo di rendersi immortali tramite il genocidio di una specie aliena indifesa, il Popolo dei Fiori. Per ogni persona immortale, un individuo del Popolo dei Fiori doveva morire. Così la voce dell'Osservatore spiega al Superstite che anche durante la prima espansione cosmica l'umanità aveva individuato in un popolo alieno pacifico una fonte di composti dell'immortalità, avviandone l'annientamento. A questo punto l'Osservatore tace. Un rappresentante degli Altri si manifesta con la propria voce prendendo possesso del computer dell'astronave e afferma la necessità della totale estinzione della specie umana: ucciso Holman, il compito sarà concluso. Giudice, giuria e boia al contempo, l'araldo degli Altri sta per eseguire la sentenza, quando all'improvviso la sua voce tace. Si manifesta una catastrofe improvvisa: l'universo collassa di colpo in totale spregio della relatività gemerale. Sbalzata fuori dal cosmo, l'astronave di Holman è l'unico oggetto sopravvissuto alla forza stritolatrice della gravità. L'ultimo uomo dell'universo urla di gioia e di trionfo: egli è il peccatore che in modo del tutto inatteso è riuscito a sfuggire al Giudizio.  

Recensione: 

La natura conflittuale e aberrante della specie Homo sapiens non è davvero messa in discussione in questo racconto, nonostante le molte pecche insanabili che sono rinfacciate al Superstite, suo ultimo rappresentante, prima dalla voce di un Osservatore e poi da quella di uno degli Altri. Anche se Holman rimane in preda allo shock di fronte alla rivelazione del progetto genocidario nei confronti del Popolo dei Fiori per creare umani immortali, scatta alla fine in lui un orgoglio tipico dell'americano medio: affermare come un vanto ogni aberrazione. La sentenza degli Altri è chiara: "Appartieni a una razza maledetta. Una razza di assassini. La vostra punizione è l'estinzione. Estinzione totale. Per tutta l'umanità. Tutta. Non hai il diritto di resistere. La tua razza è malvagia." Di fronte a parole tanto chiare e condivisibili, Holman reagisce con il solito crogiolo di baggianate, facendo il panegirico di un'umanità viva e vitale, la cui natura comprende aspetti creativi e assassini indissolubilmente legati, che avrebbe quindi diritto di propagarsi a qualsiasi costo. 

Un ritmo apocalittico 

Il racconto è inframmezzato dai versi di un canto religioso di un certo interesse. Ne riporto il testo:

O peccatore, dove pensi di nasconderti 
O peccatore, dove pensi di nasconderti
 
O peccatore, dove pensi di nasconderti 
Quando sarà venuto il giorno? 
 
Ti nasconderai sulla luna: o luna, vuoi nascondermi?
Ma disse il Signore: O peccatore, la luna sanguinerà
Quel giorno.

Correrai verso il mare: o mare, mi nasconderai?
Ma il Signore disse: O peccatore, il mare sarà prosciugato
Quel giorno.

Ti nasconderai presso il Signore: O Signore, vuoi nascondermi?
Ma il Signore dice: O peccatore, dovrai a lungo pregarmi
Quel giorno. 

Ti nasconderai presso Satana: O Satana, vuoi nascondermi?
E Satana risponde: O peccatore, tira dritto
Perché è venuto il giorno.

Ti nasconderai fra le stelle: Stelle, volete nascondermi?
Ma il Signore disse: O peccatore, le stella cadranno
Quel giorno. 

Angoscia assoluta, senso di inesorabilità, Morte Eterna che incombe: il testo è un autentico capolavoro poetico. Si tratta di Sinner Man (Sinnerman), un tradizionale spiritual afroamericano, interpretato negli anni '50 da Les Baxter, the Swan Silverstones, the Weavers e altri, e nel 1965 da Nina Simone in una versione estesa. Diversi testi che ho trovato nel Web sono un po' diversi da quello riportato da Ben Bova. L'originale più aderente a quello usato dall'autore deve essere il seguente: 


(Refrain)
O sinner-man, where are you going to run to?
O sinner-man, where are you going to run to?
O sinner-man, where are you going to run to
     All on that day?

Run to the moon: O moon, won't you hide me?
Run to the moon: O moon, won't you hide me?
Run to the moon: O moon won't you hide me
     All on that day?

The Lord said : O sinner-man, the moon'll be a-bleeding,
The Lord said : O sinner-man, the moon'll be a bleeding,
The Lord said : O sinner-man, the moon'll be a-bleeding
     All on that day.

(Refrain: O sinner-man, etc.)
Run to the stars: O stars, won't you hide me? etc.
The Lord said : O sinner-man, the stars'll be a-falling, etc.
(Refrain: O sinner-man, etc.)

Run to the sea: O sea, won't you hide me? etc.
The Lord said : O sinner-man, the sea'll be a-sinking, etc.
(Refrain: O sinner-man, etc.)

Run to the rocks: O rocks, won't you hide me? etc.
The Lord said : O sinner-man, the rocks'll be a-rolling, etc.
(Refrain: O sinner-man, etc.)

Run to the Lord : O Lord, won't you hide me? etc.
The Lord said : O sinner-man, you ought to been a-praying, etc.
(Refrain: O sinner-man, etc.)

Sinner-man says: Lord, l've been a-praying, etc.
The Lord said : O sinner-man, you prayed too late, etc.
(Refrain: O sinner-man, etc.)

Run to Satan: O Satan, won't you hide me? etc.
Satan said : O sinner-man, step right in, etc.
(Refrain: O sinner-man, etc.)

Come si può vedere, nel racconto mancano soltanto le pietre e le stelle sono messe per ultime.

Le opinioni di Giuseppe Lippi sul racconto

Queste sono le parole del traduttore dell'antologia Catastrofi! nella sua introduzione, Le catastrofi liriche, a proposito del singolare racconto di Ben Bova:

"Parliamo della morte, allora, per differirla, per farne un oggetto di burla. Ben Bova sembra addirittura tentato di negarla: il genere umano uscirà sempre e comunque vincitore, in una visione del mondo che non fa pensare tanto a Prometeo quanto a John Campbell e ai Berretti Verdi. La morte sono gli Altri, gli alieni spietati e invisibili, mentre noi siamo "all right" anche di fronte al collasso dell'universo."

Quale nuovo inizio?

In effetti è un racconto di grande arroganza. Merita di essere segnalato per la sua natura mostruosa. Alla fine, di fronte al Big Crunch, una catastrofe cosmica che fa collassare tutte le galassie in un punto, ecco il superstite che giubila, tremando di esaltazione per essere riuscito a sottrarsi chissà come alla spaventosa forza gravitazionale. Sicuro della cessazione definitiva della minaccia degli Altri, subito pensa di poter dare un nuovo inizio al genere umano, anche in condizioni tanto avverse ed estreme. Sì, certo, tramite parto anale!

Fissismo linguistico

Notiamo un gravissimo difetto che ricorre in un numero immenso di opere fantascientifiche: la lingua dell'umanità, l'inglese americano, è considerata immutabile nei millenni e addirittura nei milioni, nei miliardi di anni. Manca la consapevolezza del mutamento linguistico, nonostante sia sotto gli occhi di tutti che l'inglese di Beowulf è tanto diverso da quello di Obama e di Trump da essere irriconoscibile. Se una lingua è tanto cambiata in poco più di un millennio, a quali stravolgimenti andrebbe incontro in tempi più lunghi? Ve lo dico io: nel giro di diecimila anni, se questo sciagurato genere umano potesse sopravvivere tanto - e mi auguro che così non sia - la lingua inglese darebbe origine a un gran numero di discendenti tra loro mutuamente inintelligibili, lontani da tutto quello che oggi conosciamo come il francese è lontano dal turco. 

Biblioteca Galattica

Questa è la pagina della Biblioteca Galattica dedicata al racconto, con annessa valutazione: