Visualizzazione post con etichetta urania. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta urania. Mostra tutti i post

sabato 25 marzo 2023


E-DOLL

Titolo originale: e-Doll
AKA: Il fabbricante di sorrisi 
Autore: Francesco Verso
1ª ed. originale: 2009 
2ª edizione: 2012
3ª edizione: 2015
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza, noir, hard-boiled
Sottogenere: Cyber-sex-punk 
Lingua originale: Italiano 
Editore: Arnoldo Mondadori Editore;
      Kipple Officina Libraria; Mincione Edizioni 
Collana (Mondadori): Urania 
  Numero: 1552 
Collana (Mincione): Future Fiction 
Pagine (Urania): 304 pagg.
Codice ISBN (Kipple): 9788895414867 
Premi: Premio Urania 2008 

Sinossi (da MondoUrania.com):
"Donna morta, rannicchiata in posizione fetale. Bagno di sangue, liquidi ovunque. Bella mattinata mi si prospetta... Eri una squillo? Una di quelle disposte a tutto? Persino a farsi passare per una bambola di plastica?... Il polpastrello dell'investigatore sfiora una superficie tonda. Ne segue il percorso finché non tocca il prisma cilindrico della pompa cardiaca... 'Accidenti! Credevo... invece non è una donna.'" Ma se non è una donna, cos'altro è la vittima? La risposta viene da oltre il confine dell'umano, racchiusa in una sigla che si può pronunciare "e-doll" oppure "idol". Loro servono a questo, a vivere gli eccessi senza superarli, a eccedere senza causare altri inutili eccessi. Solo che, stavolta, l'esperimento è andato tragicamente male.

Sinossi (da Futurefiction.org):
Romanzo vincitore del premio Urania Mondadori 2008. 
Da tempo le abitudini sessuali degli esseri umani hanno subito un'evoluzione epocale grazie alla creazione degli e-Doll: più sofisticati dei normali androidi, i replicanti denominati e-Doll rappresentano la risposta definitiva alla richiesta di una sessualità senza limiti da parte di un'umanità previdente ma al tempo stesso decadente.
Maya, irrequieta adolescente moscovita, si finge un e-Doll e conduce una doppia vita. Da una parte è una studentessa svogliata, dall'altra si vende per sentirsi amata. Angel, un e-Doll ermafrodito esperto nell'arte amatoria, medita su come diventare un essere umano. I due protagonisti s'incontreranno in sessoteca e si scambieranno qualche cosa che li avvicinerà alla realizzazione di se stessi.
e-Doll è un noir fantascientifico che ci invita a riflettere sui limiti del concetto di "natura umana".

Trama: 
Mosca. Anno del Signore 2053. Il cadavere di una donna viene trovato in un cesso. Riverso accanto alla tazza, tra sangue e altri fluidi corporei. Arrivano il Tenente Igor Gankin e il cadetto Aleksej Shaparov per le indagini. Presto scoprono che non si tratta di un essere umano di sesso femminile, bensì di un simulacro robotico del tipo conosciuto come e-Doll e usato per soddisfare le pulsioni sessuali. A fabbricare queste mirabili creature è una grande azienda, la Silitron, il cui motto è "Fate l'amore. Vivrete meglio, vivrete di più!" Non si tratta di semplici giocattoli. Impossibili a distinguersi a colpo d'occhio dagli esseri umani, questi androidi sono provvisti di parola e della capacità di operare autonomamente. Hanno in circolo miliardi di nanobot, ossia robot microscopici, che assicurano loro la capacità di autoripararsi. In pratica sono quasi immortali. Il problema è quel "quasi": in questo specifico caso il danno è stato troppo grande e non c'è possibilità di recupero. Nel corso delle indagini, Gankin viene a scoprire che il caso di cui si sta occupando non è affatto isolato. Moltissimi e-Doll sono stati distrutti in tutto il mondo, come se fosse in atto un progetto di annientamento. Il poliziotto si rivolge così proprio al capo della Silitron, Grigorij Kursilov, ideatore degli e-Doll, detto il Fabbricante di Sorrisi. L'origine di questo soprannome è chiara. Con la sua opera, Kursilov ha reso possibili milioni di orgasmi intensissimi, sconvolgenti. Così spiega a Gankin che il motto della Silitron descrive una concreta realtà e non si limita ad essere una mera strategia di marketing. Due ambigui personaggi interagiscono tra loro, conoscendosi in sessoteca: l'e-Doll ermafrodita Angel e la problematica figlia adolescente dello stesso Fabbricante di Sorrisi, Maya Kursilova. Maya, sconvolta dalle tempeste ormonali della sua età, stravede a tal punto per i simulacri sessuali da desiderare di assumere la loro identità, incurante dei gravissimi pericoli che corre. Il percorso esistenziale dell'ermafrodita Angel è l'inverso di quello della giovane Maya, dato che vorrebbe diventare umano. Nella relazione che nasce tra loro, cercano qualcosa in grado di avvicinarle alla realizzazione dei loro più profondi desideri. Le linee narrative che scaturiscono da Gankin, Angel e Maya, finiscono col convergere fino ad arrivare a un'inaspettata soluzione di ogni mistero. 


Recensione: 
Ho letto questo romanzo appena uscito, nel lontano 2009. Aveva ricevuto il Premio Urania giusto un anno prima, nel 2008 (20a edizione). Quando ho deciso di recensirlo, a molti anni di distanza, mi sono accorto che mi restavano in mente soltanto pochi brandelli di trama, a malapena recuperabili dai banchi di memoria stagnante. Ricordo che non mi era dispiaciuto, anche se non aveva suscitato in me uno sconfinato entusiasmo. Ho dovuto analizzarlo in formato .pdf per ravvivare i ricordi e trovare agevolmente le informazioni cercate, rintracciandole con la giusta paginazione della versione cartacea. L'importanza di e-Doll è soprattutto filosofica ed etica: è ricchissimo di spunti di riflessione sulla natura dell'essere umano, sul suo comportamento e sull'origine ultima della violenza. Tratta inoltre il problema dell'Intelligenza Artificiale e del mistero insondabile della coscienza. Un androide è un essere vivente? Lo si può paragonare a un oggetto inanimato, a un virus oppure a un essere umano? Tutti temi di grandissima attualità, domande cogenti a cui urge trovare una risposta. Si perdoneranno quindi facilmente le occasionali inconsistenze e le bizzarrie che qua e là emergono nel testo. Si nota inoltre una conoscenza profonda della Russia e della sua realtà antropologica, maturata dalla personale esperienza dell'autore, che ha vissuto a lungo a Mosca. 

Il caso del meticcio abbronzato 

Non mancano gli spunti ironici e divertenti. Una cosa si è stampata nella mia mente e mi ha destato l'effetto di un'inalazione di gas esilarante. Si tratta di un brano che riporto in questa sede (Urania n. 1552, pag. 35). I grassetti sono miei. 

"Sergej scuote l'ampolla con maggiore forza, provocando un vistoso attaccamento del liquido ai bordi. 
— Ne dubito. Come può vedere, questo non è sangue umano. Nessun essere vivente può produrre una sostanza così ricca di melatonina e qui dentro ce n'è una concentrazione tale da trasformare un albino in meticcio nel giro di un paio di giorni.
"Melatonina?" si chiede Gankin. "È un cosmetico? Un trattamento estetico d'ultima generazione? Magari una cura a base di unguenti per migliorare le prestazioni sessuali. Qualcuno alla Silitron è in vena di sabotaggi? D'altronde potrebbe anche trattarsi di uno scherzetto della SimVita o di un cantinaro che vuole promuovere i suoi cloni di serie B."

La melanina (pigmento nero del corpo umano) è stata qui confusa con la melatonina (l'ormone che regola il ritmo sonno-veglia), di cui pure è data una sintetica descrizione in un altro passo (Urania n. 1552, pag. 62).  
Evidentemente Gankin e il suo collega non hanno la benché minima idea di cosa sia l'albinismo e non sanno che esistono molti albini nell'Africa Subsahariana. Non sembrano nemmeno avere idea di cosa sia un meticcio - che non è necessariamente scuro di pelle. Solo per fare un esempio, un meticcio europeo-cinese ha la pelle chiara come quella dei suoi genitori. Ebbene, la melatonina non c'entra proprio nulla col colore della pelle. Detto questo, l'autore non deve giustificare nulla. Secondo me è stato un errore cercare di farlo. Non si può attribuire all'autore la colpa del fatto che non funziona il discorso sulla melatonina e sui meticci: se qualcuno descrive due ignoranti in un suo testo, non significa che la loro ignoranza gli debba essere imputata! Del resto, il romanzo è ambientato in Russia, dove hanno idee molto particolari e amano poco la Scienza. Se uno li critica, si becca un'accusa di "russobobia" (!). 

Il problema dell'invecchiamento

Com'è invecchiato e-Doll? Meglio di molte altre opere di SF, anche pubblicate soltanto ieri. Scritto in un'epoca di grandi trasformazioni già in atto, non sempre è riuscito ad essere così predittivo nel campo della tecnologia come ci si sarebbe aspettati, ma solleva sempre questioni sociali del massimo interesse. 
Nel 2053 è menzionato una ventina di volte il congegno chiamato pad, che è in tutto e per tutto simile allo smartphone. Si coglie lo sforzo di descrivere un'umanità che utilizza questi mezzi in ogni istante della giornata, anche se non arrivando ai livelli di tirannia tecnocratica e di dipendenza a cui oggi siamo sottoposti. La cosa in assoluto più difficile è adattare alle macchine la prospettiva dei personaggi di un romanzo. Gli smartphone costituiscono la nostra visuale sull'Universo, ma il nostro modo di concepire le storie si è formato in un tempo in cui simili mezzi non esistevano. Dovremmo descrivere le navigazioni compulsive e nevrotiche fatte anche quando siamo seduti sulla tazza? Dovremmo parlare dei dialoghi fatti con l'Intelligenza Artificiale mentre stiamo defecando? 

Interrogativi etici inediti 

L'uccisione dei simulacri sessuali è citata nel corso del romanzo. "Scusi, ma non ne vengono uccisi tutti i giorni?", chiede il cadetto Aleksej Shaparov a un certo punto (Urania n. 1552, pag. 15). 

Ancora più importante è questa citazione (Urania n. 1552, pag. 138): 

"Gli e-doll neutralizzano la noia atavica degli esseri umani e la rendono un’evenienza passeggera, lieve come una piuma. Inoltre conoscono il modo di sedare quel viscerale bisogno di amore e morte che è congenito alla loro stessa natura. 
Le morti a ripetizione e gli omicidi sessuali inscenati allo scopo di lenire una sofferenza e una depravazione diffusa e mal esorcizzata, servono a questo. E per questo gli e-doll vengono uccisi, sfigurati, smembrati, soffocati, impiccati, seviziati, squartati e quant'altro possa via via estrarsi dall'immaginazione, dal rancore, dalla sperimentazione più ardita e fine a se stessa." 

Qualcuno, a una presentazione del libro, disse che G. (RIP), un amabile e dottissimo vecchietto, sarebbe ringiovanito di 20 anni se ci fossero stati gli e-Doll, se avesse potuto disporne. Immagini ripugnanti mi hanno sconvolto. Non oso pensare al povero e gentile G. intento a stuprare, seviziare, sfigurare e mutilare un e-Doll dalle sembianze di una ragazzina, per poi ucciderlo in modo atroce impiccandolo, soffocandolo,  smembrandolo, squartandolo. G. non nascondeva in sé una belva! Ci sono rimasto di merda a sentire un simile discorso folle! Poco importa che gli e-Doll siano in grado di autoripararsi e di resuscitare, capacità che gli esseri umani non hanno. Domanda: "Uccideresti qualcuno se fossi in grado di farlo poi rivivere?" Ovviamente la risposta è NO. Sempre di uccisione si tratta!  

La teoria idraulica
e la teoria del gusto acquisito

Quella che l'autore afferma in e-Doll è la cosiddetta teoria idraulica della violenza. In parole povere, significa che ogni uomo ha necessità di torturare e uccidere gli inermi: se normalmente non lo fa, è per via della deterrenza della Legge, di quello che Hobbes chiamava Leviatano. Conviene temere il carcere e le punizioni. Quindi, per mantenere il patto sociale, gli esseri umani si astengono dal commettere delitti, pur avendo il sé una natura belluina, pronta ad esplodere se non trova uno sfogo adeguato (ad esempio la guerra, le rivolte, i pogrom, le esecuzioni, etc.). 
Sono invece convinto della validità della teoria del gusto acquisito. Ogni essere umano sperimenta nel corso della sua esistenza una serie di vittorie su una sensazione che all'inizio gli era parsa spiacevole o addirittura disgustosa, per assuefarsi e iniziare ad amare ciò che al primo impatto non gli era molto piaciuto. Ne abbiamo innumerevoli esempi nella vita di tutti i giorni. In campo alimentare si va dal vino secco al gorgonzola e a piacevolezze come il casu martzu. In campo sessuale si va dai pompini al leccare i buchi del culo e via discorrendo. Moltissime donne che ne avevano schifo, sono diventate avide fellatrici e spermatofaghe guardando grandi quantità di materiale pornografico. Così è possibile acquisire ogni cosa, soltanto con un po' di esposizione e di buona volontà. Anche la coprofagia, la necrofilia, il cannibalismo, il sadismo estremo. Esposizione provoca assuefazione. Assuefazione provoca gusto acquisito. Quali sono i limiti etici di questo processo? Simulacri come gli e-Doll avrebbero un effetto devastante sulla società umana. Non solo non farebbero affatto diminuire le violenze e gli omicidi: questi atti aumenterebbero in modo esponenziale, non sarebbero più ritenuti moralmente ripugnanti, si radicherebbero come genere voluttuario. Come direbbe l'Ispettore Derrick, sarebbe la Fine. La Fine di Tutto.

Peculiari scelte stilistiche 

Proprio all'inizio (Urania n. 1552, pag. 7) si legge: "Fa un caldo melenso alle prime luci di un'alba estiva moscovita"
Domanda: il caldo può essere melenso? Forse sì, intendendo la parola "melenso" come "appiccicoso", anche se il suo significato principale è "scemo", "lento nei movimenti". Sulla semantica e sull'origine ignota di questo aggettivo si potrebbero scrivere volumi. In ogni caso è una scelta inconsueta.  
Noto che il Tenente Gankin viene menzionato per cognome, mentre il cadetto Shaparov viene più spesso chiamato Aleskej. Questa scelta non nuoce alla narrazione. 
Mi imbatto in un "post-mortem", scritto col trattino. Mi rendo conto che non tutti sono latinisti. In fin dei conti, le cose che ho menzionato sono più che altro curiosità. 

False etimologie 

Il Fabbricante di Sorrisi fa una disquisizione "filologica" in cui si cimenta in alcune false etimologie: riconduce l'inglese harlot  "prostituta" e il tedesco Hure "prostituta" al greco hierodulai "sacerdotesse" (Urania n. 1552, pag. 91). Tali derivazioni, basate su semplici assonanze fallaci, sono impossibili già soltanto per ragioni fonetiche. Ancora una volta, l'autore non ha colpa se descrive un personaggio che crede fermamente in grossolane scempiaggini. Il problema è che c'è gente che scandaglia migliaia di siti del Web alla ricerca di simili "perle", considerandole vere. Si vede il dramma della Rete a due velocità: c'è chi può accedere a studi sofisticatissimi di linguistica e chi si ostina a basarsi su etimologie popolari ottocentesche, che non dovrebbero nemmeno più circolare.
In altra sede tratterò in modo dettagliato le etimologie delle voci citate. 

Stravaganti mitologemi 

Con buona pace delle credenze del Fabbricante di Sorrisi, il soma, bevanda sacra e rituale dell'antica India, non era la secrezione della ghiandola pineale. Cosa fosse esattamente non lo sa nessuno, si sa soltanto che era un succo estratto da una pianta non identificata, oggetto di culto sacrificale. Ho trovato molto divertenti le scene evocate dalla mia immaginazione leggendo i brani in cui viene glorificato il sangue mestruale. Quello che forse il pubblico scandalizzato non riesce bene a capire, è che nessuno può impedire a un autore di attribuire a un suo personaggio il feticismo del mestruo!  

Curiosità  

In tutto il volume Vladimir Putin non viene menzionato neppure una volta; si cita tuttavia l'educazione Komsomol.  


Altre recensioni e reazioni nel Web 

Il Web si è diviso e polarizzato: appena il romanzo è stato pubblicato, si sono avute da una parte alcune recensioni entusiastiche e dall'altra un gran numero di recensioni fortemente negative, spesso al limite del denigratorio (ricordo una tale Gamberetta che si era accanita in modo particolare). Alcune reazioni (rare) rasentano l'apoteosi. Eccone qualche estratto significativo:

"In definitiva Verso ha mescolato tecnologia, erotismo, affetti famigliari e filosofia, senza dimenticare un accenno alle radici della fantascienza, rappresentate da Asimov e Dick, in un romanzo affascinante, degno vincitore del Premio Urania." 
(Giampaolo Rai, Fantascienza.com) 
https://www.fantascienza.com/13060/e-doll

"... Verso riesce a costruire una storia avvincente e, nello stesso tempo, capace di concedersi riflessioni a voce alta sul destino futuro dell'umanità. È questo forse il compito primario della narrativa odierna di genere – non tanto (o soltanto) riservarsi lo spazio dell’azione e dell’avventura quanto contribuire ad analizzare narrativamente un futuro che stinge già nel presente e che del presente conserva i caratteri dell’incubo e del dolore di vivere ma che ancora potrà forse essere riscattato da un semplice atto d’amore." 
(Giuseppe Panella, Retroguardia) 

"E' parlando di sesso che Verso ci conduce sui campi della narrativa d'anticipazione, attraverso tecnologia e fotografia sociale, lasciando emergere a tratti la riflessione a tratti il thriller, lasciandosi sfuggire qualche afflato filosofico mentre il mistero va a svelarsi e la vicenda trova il suo epilogo in un finale drammatico e - a modo suo - poetico." 
(Fabio Novel, ThrillerMagazine.it) 

Le reazioni negative sono principalmente dovute a due cause: 
1) L'inveterato puritanesimo di uno zoccolo duro di lettori uranisti, pardon, di lettori di Urania; 
2) Motivazioni stilistiche, narrative, tecniche, tutte puramente pretestuose. 

Il summenzionato zoccolo duro puritano non ha origini religiose. Ha le sue origini nello scientismo (cosa ben diversa dalla Scienza). Coloro che ne fanno parte sfoggiano un atteggiamento pedante e sterile da scolarette gnè-gnè-gnè e sono convinti di vivere nella realtà idealizzata dei documentari di Piero Angela, in cui in decenni non si è menzionata nemmeno una volta l'esistenza della merda! Gente simile etichetta come "pornografia" qualsiasi cosa che non sia "lui sopra, lei sotto, al buio, con la camicia col buco"
 
Ecco alcune recensioni negative tratte dal sito Anobii.com:   


Un certo Fayd, convinto che la fantascienza abbia l'imperativo di essere asessuata come le amebe, ha scritto: 

Non mi è piaciuto. Questo è un Giudizio personale, è ovvio.
Ho trovato questo libro assolutamente vuoto. Del porno con sprazzi di filosofia spicciola. Una fatica ad arrivare all'ultima pagina che non avevo mai provato prima. Descrizioni pretenziose quasi ad emulare grandi scrittori di altri tempi.
Scene spinte di coiti spesso violenti e assurdi. Esasperate e asasperanti (sic) riflessioni che sinceramente trovo di una banalità rara.
[...] Se questo è il futuro della fantascienza italiana forse devo cambiare genere oppure devo semplicemente continuare a leggere i "maestri". Mi rituffo in Dan Simmons che avevo lasciato da parte per finire questo strazio. Spero di vedere altra fantascienza italiana nel mondo ....ma badate bene ho detto FANTASCIENZA non pornoscienza o filopornoscienza. 

L'utente HAL9000, più sintetico, ha scritto: 

Nonostante l'elevato numero di pagine, la trama è piuttosto semplice. Lo stile spesso troppo ricercato è appesantito da lunghe ed intricate dissertazioni che rendono la lettura poco scorrevole e un po' stucchevole. Il contenuto a base di sesso "malato" lascia spazio anche a qualche buona idea, ma che non basta a risollevare il romanzo. 

Alex Marchetti ha scritto: 

Le citazioni, i riferimenti e i rimandi a Blade Runner si sprecano in questo saggio filosofico travestito da romanzo di fantascienza. La trama è la leva attraverso la quale l'autore propone e dispone le sue teorie sulla sessualità e sull'evoluzione, a volte fondate, ma più spesso strampalate per servire esse stesse alla trama. 
[...] Ma è nel finale che un romanzo potenzialmente sufficiente perde consistenza, nelle azioni confuse e incoerenti dei personaggi, nel finalino happy end che stride con le pretese neo-noir del resto della storia e, in ultima analisi, nell'assoluta inconsistenza di una vicenda che si riveste di fantascienza senza esserlo.
Insipido come lacrime diluite nell'acqua piovana.

Una chiusura più insensata delle scorregge di un pollo. Questo pensa che "come lacrime diluite nell'acqua piovana" sia diverso da "come lacrime nella pioggia"!  

Altre recensioni non proprio eulogistiche si trovano su Goodreads.com


Riporto poi una frase volante, sentita da A. (si dice il peccato ma non il peccatore): "Fa il verso a Houellebecq"

L'opinione di Zoon

Chiudo infine con l'opinione di Sandro "Zoon" Battisti, pubblicata come commento su Anobii.com e molto condivisibile. La riporto in questa sede:

il romanzo di francesco è un viaggio verso le propaggini di un'umanità che sta abbandonando le sue antiche fattezze. ma è una transumanità che abbonda di malvezzi e deviazioni prossime - se non superiori - all'umano.
l'autore ha messo mano a questi vizi e li ha mostrati, una critica del futuro per parare al presente, e lo ha fatto sostanzialmente bene, riuscendo a coinvolgermi mentre legggevo il libro in posti disagiati e rumorosi. qualche difetto c'è, e direi imputabile più che altro a un editing non accuratissimo, ma la polveriera che è esplosa in concomitanza con la pubblicazione di questo premio urania è meritata, ma immeritate sono molte critiche che si basano, alcune, su un sentito dire o su un tabù ancora intoccabile che è il sesso.
i personaggi principali li ho torvati credibili, e il finale mi ha sorpreso dopo che avevo sbagliato in precedenza almeno tre colpevoli. 

martedì 21 marzo 2023

 
COMPRATEMI TUTTA
 
Titolo originale:  The best of Jack Williamson
Autore: Jack Williamson
Anno: 1978 
Lingua originale: Inglese 
Genere: Fantascienza 
Sottogenere: Space opera, distopia
Tipologia: Antologia di racconti 

Edizione italiana: 18/3/1979
Editore: Arnoldo Mondadori Editore 
Collana: Urania
  (Urania settimanale - Le antologie)
  Numero: 775 
Copertina: Karel Thole 
Traduttore: Riccardo Valla 
Pagine: 154 pagg.
Codice EAN: 5000089600861

Indice:
L'ugualizzatore (The Equalizer)
Venditore ambulante (The Peddler's Nose)
La più felice delle creature (The Happiest Creature)
Il freddo occhio verde (The Cold Green Eye)
Operazione gravità (Operation: Gravity)
Visita alla mamma (Jamboree)
Bel tuffo, ragazzo (The Highest Dive)
Compratemi tutta (Guinevere for Everybody) 


Sinossi (da MondoUrania.com): 
La ragazza era incatenata alla macchina distributrice, il suo richiamo lamentoso si perdeva nella vastità dell'atrio dell'aereoporto. - Ehi, voi... C'è nessuno che voglia comprarmi?... Forse voi, signore? - disse a uno degli assonnati passeggeri appena sbarcati dal jet di Kansas City, fissandolo coi suoi grandi e conturbanti occhi azzurri. - Compratemi voi... compratemi tutta... vedrete che vi piacerò... - Philip Chimberley si fermò, la guardò, inghiottì a fatica. Sulla macchina distributrice, una stereoscopica insegna luminosa diceva: GHISLENA COMPRATELA SUBITO NON E' UN ROBOT... CHE COS'E'? Uno dei poli della narrativa di Jack Williamson è una profonda quanto misteriosa familiarità con gli usi e i costumi degli androidi, un'acutissima sensibilità per la loro psicologia. L'altro polo è un "senso del Cosmo" portato a limiti insuperati e forse insuperabili di spettacolarità. Entrambi i poli sono rappresentati in questa e nella precedente raccolta ("La Stazione della Stella Morta", URANIA n. 773) delle maggiori storie di uno dei maggiori maestri della fantascienza. 

Racconti: 

1) L'ugualizzatore 
Un racconto densamente e compattamente politico, ambientato in una spaventosa distopia orwelliana. La Terra è sotto la dittatura di un presidente trumpiforme e di una mostruosa entità statuale denominata Macchina della Giustizia. Per far sopravvivere questa dittatura, sono necessarie immense quantità di plutonio e di altri materiali radioattivi, così viene inviata una spedizione mineraria sui pianeti della Stella Nera di Barstow, situata a pochi anni luce dalla Terra. Due prigionieri, Jim Cameron e Chad Barstow  sono liberati da Julian Hudd, Segretario Speciale della Macchina della Giustizia. Chad è il nipote di Dane Barstow, scopritore dell'omonima stella e sovversivo. Il gerarca mette i due uomini al corrente di strani avvenimenti: si sono interrotte tutte le comunicazioni con la base lunare di Fort America e con la Terra. Si rende quindi necessario organizzare una spedizione per capire cos'è successo e trovare un rimedio; Jim e Chad sono arruolati. Alla guida viene messo il robusto e fulvo Capitano Rory Doyle, sotto la sorveglianza l'odiosissimo Giustizialista Victor Lord, che ne approfitta per dare il tormento a tutti, abusando della sua autorità. Giunti sulla Luna, trovano la base di Fort America in condizioni di totale abbandono: non si trova più traccia di nessuno, come se ci fosse stata un'evacuazione ordinata. Il mistero è fittissimo. Viene così deciso di recarsi sulla Terra, atterrando nell'antica capitale, Americania, che viene trovata deserta proprio come Fort America. Studiando i resti di un missile, viene trovato qualche indizio su un misterioso evento che ha portato alla cessazione improvvisa del regime. Dopo molte peripezie e colpi di scena, si scoprirà che la causa di tutto ciò è un congegno ai limiti della magia, inventato dal nonno di Chad Barstow. Semplicissimo a prodursi, è in grado di fornire a tutti una quantità infinita di energia pulita e gratuita, ponendo fine all'idea stessa di esistenza dello Stato.   

2) Venditore ambulante 
È la storia di un vagabondo dello spazio, un reietto che gira da un sistema planetario all'altro tentando di rifilare ai nativi pericolose pataccate, rimediando in cambio alcol di pessima qualità. Questo individuo ha un aspetto fisico grottesco e assai peculiare, caratterizzato da un gigantesco nasone! Cerca invano di sfuggire alle autorità che presiedono alla Quarantena, il cui compito è quello di evitare alle genti in grado di compiere viaggi interstellari di entrare in contatto con le popolazioni dei pianeti arretrati. Oltre a questo, le autorità vorrebbero costringere il poveraccio a sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica per ridurre il suo nasone imponente a un nasino francese! Lui si oppone con furia: ha il terrore che possano ridurre anche il suo fallo!  

3) La più felice delle creature 
Un energumeno ripugnante viene raccattato dal deserto del Nuovo Messico, dalle parti di Albuquerque, e portato su un'astronave. È un individuo violento dal cervello rudimentale, più un umanoide riscimmiato che un essere umano vero e proprio. Quelli dell'astronave gli promettono di dargli una nuova vita beata, a patto che non ne parli con nessuno e che rinunci ad uccidere. Alla fine lo scaricano in un pianeta artificiale che è una brutta copia della terra, proprio in un luogo che somiglia a quel deretano cosmico che è Albuquerque. Ritrova la sua fidanzata, che è ovviamente una copia. Da li in poi tutto gli finisce in merda!

4) Il freddo occhio verde 
Un bambino americano cresce in India tra i monaci di Mahavira ed apprende la loro sapienza. I suoi genitori sono morti durante un viaggio e l'orfano viene inviato nel lontano Kansas, da un'arcigna e bigotta zia, Agatha, che vede come fumo negli occhi ogni minima cosa etichettabile come "non cristiana" e "pagana". La vecchia ha una caratteristica fisica sinistra e inquietanti: i suoi occhi sono di colori diversi, uno bruno e uno verde. Dopo aver cercato con ogni mezzo di imporre la conversione al bambino, sottoponendolo a maltrattamenti e violenze, si renderà infine conto della realtà pericolosissima del Karma...

5) Operazione gravità 
Il Capitano Barron, che comanda la nave da guerra "Starhawk" (ossia "Falco delle Stelle"), riceve la visita di un vecchiaccio oltremodo molesto, che si rivela essere uno scienziato, il Dottor Knedder. Con sommo fastidio del Capitano, la sua amatissima nave viene requisita dall'Ammiraglio (mai menzionato per cognome) e messa a disposizione dello scienziato, che subito la fa da padrone e si comporta in modo spocchioso. L'operazione "Gigante Nano" ha priorità su tutto. Dopo varie peripezie, si comprende che la destinazione del nuovo viaggio è un pianeta situato oltre l'orbita di Plutone. Questo corpo celeste, denominato Cerbero, è piccolissimo ma ha una massa smisurata, in pratica è una stella collassata fatta di materia neutronica. In altre parole, è una nana bianca. Per il Capitano Barron non sarà facile salvare la pelle e tenere a bada il despotico Dottor Knedder, a cui è stato conferito il titolo di Ammiraglio!

6) Visita alla mamma 
Un racconto a dir poco esasperante. La specie umana è stata colpita da una catastrofe che ha ucciso tutti gli adulti. Così la procreazione è affidata a una macchina folle chiamata "Mamma", che si occupa di fabbricare i bebè, chiamati "zampemolli". Questi esseri larvali crescono e diventano odiosissimi Scout, educati nei ranghi da un robot ossessivo chiamato "Papà", dotato di cingoli e fruste, che li sorveglia senza sosta. Ogni anno si tiene una riunione, il cosiddetto "Jamboree". Quando i ragazzi crescono troppo, vengono soppressi e i loro corpi sono utilizzati dalla "Mamma" come pappa genetica per dar vita alla generazione successiva. Uno scout insolitamente intelligente cerca di porre fine a queste aberrazioni facendo esplodere il reattore nucleare che alimenta la "Mamma". Il problema è che fallisce miseramente.  

7) Bel tuffo, ragazzo  
Max Mayfield è impegnato in una pericolosa missione spaziale esplorativa sull'immenso pianeta denominato Atlante, che è una sfida alle leggi della fisica. Ha una massa piccolissima e dimensioni spropositate. La gravità è molto debole ed è facilissimo essere spazzati via dal vento. I colleghi di Mayfield sono il giapponese monco Komatsu e lo slavo ustionato Marutiak; i datori di lavoro sono alieni giganteschi simili a ragni e a stelle marine, impegnati nella ricerca dei misteri del pianeta impossibile. La vita di Mayfield sarà durissima e messa a rischio istante dopo istante, eppure grazie a un suo errore Atlante rivelerà finalmente i suoi segreti!  

8) Compratemi tutta 
Un austero informatico, Chimberley, giunto in un aeroporto si imbatte in qualcosa di sorprendente: una bellissima ragazza in vendita per pochi dollari. Bionda e con grandi occhi azzurri, la sensuale creatura dell'ingegneria genetica dice di chiamarsi Ghislena e implora Chimberley di comprarla. L'informatico deve indagare su un guasto all'Intelligenza Artificiale denominata Athena Sue e ha bisogno di numerose informazioni, ma si scontra con l'omertà della fanciulla. Per poterne venire a capo, si trova costretto a comprarla. A questo punto si accorge di qualcosa di molto spiacevole: la popolazione mostra un'ostilità assoluta nei suoi confronti, perché ha comprato questa prostituta. Non si lascia perdere d'animo, nonostante lui e la ragazza rischino il linciaggio. Nel corso delle indagini, viene a galla la verità. Una verità attualissima: l'Intelligenza Artificiale è stata sabotata da Matt Skane, il precedente Direttore Generale, nerboruto e fulvo come Thor. Lui e i suoi dirigenti, esautorati e privati del lavoro dalla Rivoluzione Informatica, hanno elaborato un piano diabolico. Chimberley riuscirà a risolvere il difficile caso con le sue doti di detective, ma non potrà impedire a Skane e ai suoi di reinsediarsi nelle loro posizioni di potere e di corruzione. Scoprirà infine qualcosa di molto spiacevole sulla splendida Ghislena...  

Recensione:
Le otto storie che compongono l'antologia sembrano tra loro del tutto slegate: si potrebbe pensare che l'unico elemento davvero in comune sia l'autore. Non hanno la stessa ambientazione e più in generale non appartengono allo stesso universo narrativo - anche se in alcuni casi si trovano elementi in comune (gli Scout, il cognome Barstow, la Quarantena, l'energia psionica, etc.). Si ha l'impressione che questo numero di Urania sia ingannevole, dato che in qualche modo confonde il lettore. L'intenzione era quella di dare particolare risalto a un racconto capace di indurre fantasie erotiche, ossia Compratemi tutta, troppo breve per essere pubblicato da solo. Si potrebbe pensare che fosse una buona trovata di marketing, con allusioni prostitutive e una ragazza discinta sulla copertina, ma occorre ricordare l'inveterato puritanesimo di gran parte dei lettori italiani di fantascienza. Forse era piuttosto un tentativo di dare la scossa a un pubblico inerte!
Tuttavia, se ci si pensa con attenzione, si scopre che c'è un minimo comun denominatore. Il tema fondamentale trattato, trasversale a tutti i racconti, è quello della tirannia e delle sue conseguenze sull'individuo. Si esplorano le diverse declinazioni dell'assenza di libertà:
  1) tirannia politica,
  2) tirannia militare, 
  3) tirannia religiosa, 
  4) tirannia scientifica,
  5) tirannia robotica. 
Si mostra in tutta la sua sua grottesca aberrazione la mentalità del pistolero americano, in preda alla paranoia della sicurezza, che ragiona secondo questi principi: "Se non so cos'è, sparo", "Se non capisco cos'è, sparo"
Un'altro tema trattato, abbastanza peculiare, è quello dell'estrema inospitalità del Cosmo. Williamson non ha ancora ben chiaro che siamo soli in un Universo insensato. Tuttavia si avvicina spesso a questa consapevolezza, ad esempio nel racconto lungo L'ugualizzatore

Fantafisica e incapacità predittiva

Nel primo racconto, L'ugualizzatore, viene effettuata una ricognizione sulla base lunare, che viene trovata deserta. Sono rimasto allibito quando mi sono imbattuto in questa "perla":

"Ci guidò lungo un corridoio laterale, e infine apri una porta che non era chiusa a chiave. La serie di stanze che si presentò ai nostri occhi era deserta… e perfettamente in ordine. Sedie vuote erano ordinatamente appoggiate alle scrivanie vuote. I telefoni erano regolarmente appesi al gancio, le penne erano infilate nel calamaio." 
(pag. 20) 

Capacità predittive: zero. Colonizzazione spaziale con penne e calamai! Se ci pensiamo bene, è pazzesco. Procedendo nella lettura, veniamo infine a conoscenza degli arcani Misteri dell'Ugualizzatore. Williamson immagina che disponendo un circuito secondo una data geometria, si possa generare energia dal nulla, in modo assolutamente gratuito e in quantità illimitata! La Termodinamica è qui surclassata da una specie di Marxismo fantafisico: si suppone che la disponibilità di energia ottenuta dall'ugualizzatore sia in grado di produrre in modo spontaneo la Rivoluzione, facendo emergere all'istante la vera natura dell'essere umano, ovviamente buona! Il ginevrino Rousseau ne sarebbe di certo entusiasta. 

Fantainformatica e ingegneria genetica

Il computer Athena Sue è un'Intelligenza Artificiale. Come al solito, ha proporzioni colossali, titaniche. Inoltre è un assemblato di tecnologia arcaica! 

"Un tempo, si disse, il dolce suono del pensiero meccanizzato riempiva coi suoi bisbigli l'intera sala. Le schede perforale passavano allegramente nel selezionatore, allorché Athena Sue voleva ricordare qualcosa. Le testine incidevano frusciante nastro magnetico, a mano a mano che archiviavano nuove informazioni. I relè crepitavano quando prendeva le sue rapide decisioni, e le sue numerose labbra mormoravano in forma di stampatrici automatiche." 
(pag. 156)

Come una massa antidiluviana di nastri magnetici, testine e relè possa dar origine a una vita in tutto e per tutto simile a quella umana, è qualcosa di incomprensibile!

Meditazioni sull'insufficienza umana 

Se la fantascienza è tanto una boiata, perché mi ostino a leggerla? Semplice. Mi affascina la natura fallimentare delle capacità predittive umane. La questione rimanda allo studio della Natura del Tempo. Molti sono ossessionati da dilemmi cosmologici e cosmogonici: "L'Universo è finito o infinito?", "L'Universo ha avuto un inizio o esiste da sempre?" Altre domande mi affliggono: "Il futuro è aperto o chiuso?", "Abbiamo possibilità di scegliere tra varie possibilità oppure esiste una sola possibilità realizzabile?", "Il futuro è prevedibile o imprevedibile?" Il cervello umano è insufficiente. Nemmeno le menti più geniali hanno potuto dare risposte certe e definitive, nonostante secoli di studio e di impegno. 

Un pregevole thriller metafisico

Mi è piaciuto il racconto Il freddo occhio verde, decisamente anomalo per essere etichettato come Science Fiction. Trasmette un'angoscia spaventosa, ai limiti del sulfureo. Questo è un risultato notevole. Un racconto che non desta nulla nel lettore, non vale nulla. La tirannia religiosa si manifesta con un'odio insanabile verso tutto ciò che è sconosciuto. È questo l'equivalente religioso del pistolero che spara a tutto ciò che non capisce. Nel finale avviene l'irruzione del soprannaturale, come se fosse un elemento retributivo che estingue una spaventosa ingiustizia. Il lettore ne rimane quasi sollevato, perché vede all'opera qualcosa che nella realtà appartiene soltanto al mondo delle fantasticherie. Probabilmente questo racconto è autobiografico e descrive l'esperienza dell'autore con l'opprimente mondo delle Chiese Evangeliche americane. 

Etimologia di Barstow 

Il cognome Barstow trae origine da un luogo perduto chiamato Bairstow, situato nello Yorkshire, in Inghilterra. In medio inglese il nome era Bayrestowe. Il significato in antico inglese è "luogo delle bacche": il raro suffisso -stow(e) deriva da stōw "luogo", "posto" (plurale stōwa, stōwe), mentre la prima parte del composto è da beġer, che significa "bacca". La città di Barstow, in California, ha tratto il suo nome nel 1884 in onore di William Barstow Strong, il presidente della Ferrovia di Santa Fe. Questo notabile ha promosso lo sviluppo della linea ferroviaria che attraversava l'area che all'epoca era chiamata Waterman Junction. La città è stata denominata ufficialmente Barstow nel 1886 quando è stata richiesta la fondazione di un ufficio postale con questo nome. 

Etimologia di Ghislena 

L'antroponimo femminile Ghislena è chiaramente un derivato del norreno gísl "ostaggio". Sembra un nomen omen, tanto si adatta al personaggio. Peccato che nell'originale in inglese, il nome della dolce donzella in vendita sia invece Guinivere, ossia Ginevra! Due cose sono sommamente esecrabili: 
1) I famosi tagli di Urania; 
2) I cambiamenti arbitrari nei nomi, fatti dai traduttori per motivi imperscrutabili. 
In questo specifico caso è possibile che sia stato scelto di "tradurre" Guinivere con "Ghislena" per evitare fastidiose pronunce ortografiche. Scopriamo però cose molto interessanti passando in rassegna le varie edizioni italiane del racconto di Williamson.

Sintetica storia editoriale

Come spiegato nella sinossi contenuta nel sito di MondoUrania, altri sei racconti di Williamson sono stati pubblicati due volte in una raccolta intitolata La stazione della stella oscura (Urania n. 773, 1979). Nel 1993 lo stesso titolo è stato dato anche a una raccolta completa di tutti i 14 racconti (Classici Urania n. 191; I Libri di Urania n. 9). Nel sito Fantascienza.com si scopre che, oltre a quella di Riccardo Valla, esistono anche altre due traduzioni del racconto Guinivere for Everybody. Una è opera di Ugo Malaguti, l'altra di Roberta Rambelli. Entrambe sono intitolate Ginevra per tutti. Ecco il link: 


Ecco l'elenco completo delle pubblicazioni: 

1) Ginevra per tutti, 1971 in Tempesta su Giove, Nova SF° a. V n. 14, Libra Editrice. 
Traduzione: Ugo Malaguti
2) Ginevra per tutti, 1977 in Racconti di fantascienza, Cultura Politica 182, Savelli.
Traduzione: Ugo Malaguti
3) Compratemi tutta, 1979 in Compratemi tutta, Urania 775, Arnoldo Mondadori Editore. 
Traduzione: Riccardo Valla
4) Ginevra per tutti, 1980 in Robotica, Grandi Opere Nord 6, Editrice Nord.
Traduzione: Roberta Rambelli
5) Compratemi tutta, 1991 in Il quarto libro della fantascienza, Supercoralli, Einaudi. 
Traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8806126261 
6) Compratemi tutta, 1992 in Il quarto libro della fantascienza, Einaudi Tascabili. Letteratura 115, Einaudi.
Traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8806131613 
7) Compratemi tutta, 1993 in La Stazione della Stella Morta, Classici Urania 191, Arnoldo Mondadori Editore. 
Traduzione: Riccardo Valla 
8) Compratemi tutta, 1993 in La Stazione della Stella Morta I Libri di Urania 9, Arnoldo Mondadori Editore
traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8804371293

domenica 19 marzo 2023


I CONDANNATI DI MESSINA 

Titolo originale: Exiled from Earth
Autore: Ben Bova
1ª ed. originale: 1971
1ª ed. italiana: 1972
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza 
Sottogenere: Distopico 
Etichette attribuite: "Letteratura per ragazzi"
Lingua originale: Inglese
Ambientazione: XXII secolo
Protagonisti: Lou Christopher
Antagonisti: Donald Marcus, Rolf Bernard
Altri personaggi: Bonnie Sterne, Anton Kori,
  il Presidente Generale, il ministro Vassily Kobryn, 
  il Grande George 
Editore: Arnoldo Mondadori Editore 
Collana: Urania 
    Numero: 601 
Codice ISBN-10: 0525450165
Codice ISBN-13: ‎978-0525450160 
Traduttore: Bianca Russo 

Sinossi (da MondoUrania.com):
Farà piacere ai nostri lettori siciliani sapere che in un futuro più o meno lontano Messina è destinata a diventare sede del supergoverno mondiale. La città, certo, non sarà più la stessa. Torri e palazzi fantascientifici domineranno lo stretto; uomini dotati d'immenso potere e carichi d'immense responsabilità guarderanno pensosi verso la Calabria; e celebri scienziati di tutto il mondo si ritroveranno, sbigottiti, a Messina, trasportati qui con le buone e con le cattive insieme alle loro famiglie. Una gravissima decisione è stata presa al più alto livello: ancora una volta la scienza sta per mettere in pericolo mortale non solo la società ma l'umanità stessa. E la scienza deve essere messa in condizioni di non nuocere. L'ordine spietato (o pietoso?), necessario (o criminale?) partirà da Messina.

Trama: 
XXII secolo. Il mondo è unito ma gravato dal peso di 20 miliardi di persone. Il Governo Mondiale, che ha sede a Messina, ha preso la difficile decisione di esiliare i più importanti scienziati della Terra. Il loro lavoro è considerato troppo pericoloso per il genere umano, quindi è stato deciso di confinarli in una stazione spaziale e di inviarli dove non possano interferire con la società. Il Presidente Generale si lascia convincere dal subdolo Ministro della Sicurezza, Vassily Kobryn, e fa partire gli ordini esecutivi di deportazione. 
Louis "Lou" Christopher è un informatico che lavora a un progetto di ingegneria genetica in cui l'uso dei computer è essenziale. È l'esperto programmatore di RAMO, il potente computer utilizzato dal più importante centro di ricerca genetica mondiale, che ha sede ad Albuquerque, nel Nuovo Messico. Incluso nella lista degli scienziati da esiliare, viene raggiunto da un agente federale e subisce un tentativo di arresto senza nessuna accusa formale. Viene così deportato a New York nella sede dell'ONU, dove viene a sapere che la sua destinazione finale è Messina. Terrorizzato dagli eventi, riesce a trovare il modo di fuggire in modo rocambolesco e si inoltra nei selvaggi sobborghi di quella che un tempo era conosciuta come "la Grande Mela". La civiltà è crollata lasciando il posto a un pullulare di gang giovanili di una violenza inaudita. Dopo molte disavventure in mezzo alla fauna di quell'ambiente ostile, Lou riesce ad imbarcarsi per Albuquerque, aiutato da Felix, capo della famigerata banda dei Gatti Selvaggi - che gli rivela di essere un agente in incognito, infiltrato nella criminalità con l'incarico di tentarne il recupero a lungo termine. Tornato nella sua città, il programmatore entra nel centro di ricerca dove lavorava e lo trova deserto. L'unica creatura rimasta è il Grande George, un immenso gorilla senziente e dotato di parola, che ha ottenuto questa facoltà tramite ingegneria genetica. Lou interroga il computer RAMO, da cui apprende che il centro di ricerca è stato chiuso per ordine del Governo. Gli scienziati sono stati arrestati. Il problema è che lo stesso computer ha una mentalità estremamente rigida e ha denunciato Lou alle Forze dell'Ordine. Gli agenti irrompono nel laboratorio. Il programmatore fugge per il rotto della cuffia, rifugiandosi nell'appartamento della fidanzata e collega Bonnie Sterne. Lei lo ascolta annoiata e si comporta esattamente come RAMO, pur pensando con grande ingenuità di agire a fin di bene: allerta la polizia. Deportato a Messina, Lou viene rinchiuso con gli scienziati in una villa lussuosissima. Qui riceve una comunicazione dal ministro Vassily Kobryn, che rivela l'arcano: il Governo Mondiale ha preso la drastica decisione di esiliare l'intero mondo scientifico in una stazione orbitale. Il russo spiega con dovizia di particolari il perché dell'esilio, dicendo che il mondo non sarebbe al sicuro se la Scienza potesse svilupparsi liberamente. 
A questo punto Lou viene contattato da un politico colluso, il Ministro delle Finanze Rolf Bernard, che gli spiega di essere contrario alle determinazioni di Kobryn. Fa quindi una proposta che non si può rifiutare: in un'isola tropicale è stato predisposto un centro di ricerca segreto diretto dal Dottor Donald Marcus - dove Lou è invitato a trasferirsi e a lavorare. Il programmatore chiede e ottiene, come unica condizione, che la fidanzata Bonnie venga portata sull'isola assieme a lui. Per un po' tutto sembra filare liscio, tuttavia qualcosa finisce col guastarsi. Lou, Bonnie e il collega slavo Anton Kori scoprono che il perfido Ministro ha un piano ben diverso da quello che ha raccontato loro: intende rovesciare il Governo di Messina con un golpe militare e impossessarsi del potere; per assicurarsi il dominio sulla Terra è deciso ad impiegere armi biologiche, genetiche, chimiche e nucleari sviluppate nel centro di ricerca del malvagio Dottor Marcus. Vogliono rendere deficiente la popolazione mondiale!  
Le cose precipitano quando Lou capisce che il suo amatissimo gorilla, il Grande George (cui tiene più che alla fidanzata), anche lui presente sull'isola, sarebbe usato come cavia per un nuovo tipo di arma genetica che lo priverebbe di tutte le sue facoltà intellettive, riducendolo a un demente. Kori ha un modo geniale per allertare il Governo Mondiale, facendo esplodere una bomba atomica di limitata potenza in grado di attivare una rete globale di satelliti spia e ad attirare sull'isola le truppe governative. Così avviene: l'ordigno esplode e i militari irrompono. Il piano di Bernard e di Marcus fallisce miseramente, ma a caro prezzo. Nel corso degli scontri a fuoco, il Grande George si becca in corpo un proiettile sparato a caso, che lo uccide all'istante
Il Presidente Generale è molto grato a Lou e ai suoi compagni per aver sventato la cospirazione, però li avverte che l'esilio perpetuo rimane in vigore! Lou e Kori sono costretti alla deportazione sulla stazione spaziale. Bonnie invece è ritenuta poco più di una scema, così non è considerata pericolosa: può scegliere cosa fare della sua vita, se seguire il fidanzato nell'esilio oppure rimanere sulla Terra. La donna sceglie di seguire Lou, pur riservandosi la facoltà di fare ritorno in caso la situazione dovesse rivelarsi insopportabile - come in effetti avviene. La vita sulla stazione spaziale è infernale e dominata dalla depressione profonda. Molti esimi scienziati sono ridotti alla demenza. Bonnie, che per un po' aveva giocato con l'idea di rendere cornuto Lou saltando nel letto di Kori, forte del suo privilegio matriarcale, finisce col cedere. La mancanza di libertà la opprime in modo lancinante. Quindi ritorna sul pianeta, abbandonando entrambi gli uomini. 
Ad un certo punto, Lou ha un'idea geniale: far equipaggiare la stazione spaziale per il volo interstellare, in modo tale da condurla fino ad Alfa Centauri in una traversata generazionale. I dati trasmessi trent'anni prima dalla sonda Starfarer ed analizzati da Kori, dimostrano che alcuni pianeti orbitano attorno alla stella doppia: uno di questi sarebbe potenzialmente abitabile. Gli scienziati più vecchi, ostili e bacchettoni, cercano in ogni modo di opporsi. Tuttavia la proposta di Lou viene messa ai voti in un'operazione di democrazia diretta, vincendo grazie al voto dei giovani, pieni di spirito d'avventura. Il Governo Mondiale accetta di dare il suo aiuto alla spedizione, ansioso di liberarsi dai pericoli del mondo scientifico. La traversata ha così inizio. 


Recensione: 
Il romanzo di Bova è ricchissimo di spunti di riflessione e tratta di molti temi della massima gravità, che ci toccano da vicino. Anche se la trama è un po' fragile e i personaggi avrebbero potuto essere caratterizzati in modo più robusto, sono convinto che meriti di essere letto. 
I condannati di Messina fa parte di un importante filone distopico tipico degli anni '60 e '70 del XX secolo, in cui si esplorava il cruciale tema della sovrappopolazione con tutte le sue terribili conseguenze, facendo una critica sociale serrata. Basti pensare a Largo! Largo! (Make Room! Make Room!) di Harry Harrison (1966), di cui è famosissimo l'adattamento del 1973, 2022: I sopravvissuti (Soylent Green). Il romanzo di Bova risente del clima dell'epoca, in cui si aveva il netto e pervasivo presentimento di una catastrofe ambientale incombente. In particolare, proprio in quegli anni fiorivano le attività del Club di Roma, la famosa associazione mondiale non governativa e non profit fondata nel 1968, composta da scienziati, economisti, uomini e donne d'affari, attivisti dei diritti civili, dirigenti pubblici internazionali e capi di Stato. Nel 1972 il Club di Roma pubblicò il Rapporto sui limiti dello sviluppo (The Limits to Growth), meglio noto come Rapporto Meadows, che affermava l'impossibilità della crescita economica indefinita, per via della disponibilità limitata delle necessarie risorse naturali, prima tra tutte il petrolio, oltre che della limitata capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta. Il problema delle previsioni del Rapporto Meadows è che il modello matematico alla loro base era abbastanza semplicistico, così i risultati si sono rivelati poco accurati. Le curve che descrivono gli andamenti dell'esplosione demografica si impennano molto più di quanto stia accadendo nella realtà. Recentemente ho trovato nel Web un sito che accusa come "fake news" le critiche ai risultati del Rapporto Meadows, tuttavia ricordo ancora molto bene l'epoca in cui questi davano per esaurite o in rapidissimo esaurimento le riserve petrolifere mondiali, mentre nel frattempo il miglioramento delle tecnologie di prospezione ha assicurato decenni di sfruttamento assicurato dei combustibili fossili. Queste discrepanze hanno fatto sì che molti abbandonassero ogni fiducia nelle previsioni ambientali, arrivando per contro a uno scetticismo profondo, addirittura negazionista. Il principio che i perfidi media e le masse grossolane hanno applicato è questo: "I tuttologi hanno sbagliato una cosa, quindi tutto quello che dicono è una cazzata e il problema non esiste". Sul tema della sovrappopolazione è quindi calata la scure del tabù. Una scure molto insidiosa, visto che le mani del carnefice che la maneggia sono religiose oltre che ideologiche. Censura e ipocrisia. In ogni caso, credo che un'opera come Exiled from Earth ai nostri giorni non potrebbe avere alcuna fortuna. 

Scenari carpenteriani! 

Passiamo ora ad analizzare il greve clima da cui Bova ha tratto la descrizione della desolazione di New York devastata dalle gang. Il dilagare della violenza nelle grandi città portò, a partire dagli anni '60, a fare previsioni sempre più cupe già nell'immediato futuro. Si parlava di "giungla urbana": quello che si andava affermando nell'immaginario collettivo era un territorio privo di legge, in cui valeva l'arbitrio del più forte. Il pericolo dietro l'angolo, che i cittadini onesti sentivano con tutto il suo carico di terrore, era la riscimmiazione del genere umano, la sua involuzione verso la subumanità più ripugnante, la totale vanificazione di millenni di progresso etico, culturale, tecnico e scientifico. Non stupisce che negli anni '70 e '80 questi temi siano stati illustrati in modo estremamente efficace nella Settima Arte. Il massimo interprete di queste paure zombificanti fu senza dubbio John Carpenter, con Distretto 13 - Le brigate della morte (Assault on Precinct 13, 1976) e 1997: Fuga da New York (Escape from New York, 1981) - a cui fece seguito Fuga da Los Angeles (Escape from L.A., 1996). Non dobbiamo poi dimenticare un importante film di Walter Hill, I guerrieri della notte (The Warriors, 1979). 
Anche in questo caso, le previsioni sulla violenza urbana dilagante erano di gran lunga peggiori di quanto possiamo vedere realizzato nel nostro presente. La causa potrebbe stare in un mirabile e ingannevole meccanismo a cui ho dato il nome di "Acceleratore del 2000". L'immaginario collettivo vedeva l'anno 2000 come una discontinuità storica di capitale importanza. Era una convinzione irrazionale, pertinente al pensiero magico-superstizioso. C'erano numerosissime persone che si aspettavano di veder realizzato all'improvviso un mondo fatto di astronavi e di robot, appena uscite dal cenone di San Silvestro dell'anno 1999. Ancora ai tempi in cui Carpenter diresse il famoso film su New York, ci si aspettavano sviluppi catastrofici troppo rapidi già negli anni immediatamente successivi. Passato poi il fatidico 2000, col suo carico di terrori (ve lo ricordate il Millennium Bug?), per qualche tempo i media e le masse non si arresero, riproponendo lo stesso modello catastrofico (ve le ricordate le colossali stronzate della Profezia dei Maya e della Fine del Mondo il 21/12/2012?). 

Uno stile ridondante, un po' pacchiano 

Abbondano le descrizioni paesaggistiche suggestive ma tutto sommato inutili, retaggio di un'epoca passata. Questo è un esempio: 

"Filarono per quasi un'ora, lungo una strada tortuosa e polverosa. Per quasi tutto il percorso, la rotabile s'inoltrava in mezzo alle colline, e non c'era niente da vedere tranne il fogliame verde, che frusciava al passaggio dell'auto. Ogni tanto, però, raggiungevano la sommità di un colle, che aveva da un lato, a perdita d'occhio, il mare scintillante sotto il sole e dall'altro i campi ricchi di ulivi e di agrumeti. 
Nel frattempo, nuvoloni scuri si erano addensati in cielo, e quando superarono il cancello di un'altra villa antica con le solite sentinelle in divisa che salutavano sull'attenti, le nuvole incombevano minacciose, tra il brontolio di tuoni e il balenare dei lampi. Era scuro come se fosse sera, sebbene fossero appena le prime ore del pomeriggio." 

E ancora: 

"Tra gli alberi filtrava un tramonto incredibile, rosa zafferano e viola pallido. Attraverso le macchie verdi, ai limiti del mare color rosso, il sole era enorme mentre toccava la linea dell'orizzonte." 

Forse sarebbe stato meglio evitare di parlare con tanto dettaglio dei tramonti e delle amene campagne, dando più forza ai personaggi, che sono come un liquore annacquato.  
 
Capacità profetiche e fallimenti 

Si parla dell'Intelligenza Artificiale. L'elaboratore RAMO è proprio questo, e viene descritto il suo addestramento da parte di Lou Christopher. Si parla anche di un altro argomento di grande attualità: l'ingegneria genetica. Tuttavia non si deve urlare alla profezia, dato che è stridente la reale assenza di capacità predittiva in questi e in molti altri casi. Facciamo alcuni esempi concreti. RAMO occupa lo spazio di svariati armadi a muro. Nessuno ha previsto un'Intelligenza Artificiale  portatile, che ci può seguire (e dominare) ovunque. Come in innumerevoli altre opere di Science Fiction, anche di autori illustri, si è avuta l'evoluzione dei telefoni in videofoni anziché in telefoni mobili. Credo di averne parlato ormai milioni di volte. Non demordo e ne parlo ancora, perché è un concetto della massima importanza. Prevedere un congegno non è poi così difficile. Quello che manca è la capacità di prevedere la civiltà fondata su quel congegno. Non si è saputa prevedere la Civiltà dello Smartphone, come non si è saputa prevedere la Civiltà del Web. Un lettore ha fatto notare che Bova non ha saputo prevedere l'attuale sorveglianza di massa, che avrebbe reso impossibile gli spostamenti del protagonista del romanzo. Per forza: la sorveglianza di massa è fondata proprio sul Web e sullo smartphone, cose che Bova non ha neppure lontanamente immaginato, per l'appunto. 

Una vergogna per l'Italia...

Abbondano anche gli stereotipi sull'Italia: 
- gli Italiani sono tutti olivastri, scuri;
- ci sono innumerevoli splendide ville in riva al mare, chiaramente di proprietà mafiosa;
- si rimarca l'ottima qualità della cucina;  
- le genti isolate della Calabria sono sprofondate in un eterno Neolitico. 
Anche quando si tratta di cose positive (ad esempio la cucina eccellente), vengono presentate in modo tale da far storcere il naso. Tutte le volte che compaiono dei personaggi italiani, sono guardie con gli occhiali neri che parlano in modo incomprensibile e fumano con gesti stereotipati: si capisce all'istante che sono picciotti forniti da Cosa Nostra. Risulta evidente un certo atteggiamento di pregiudizio anti-italiano, tale per cui devono andare in giro ovunque i gangster e i politicanti messi sul loro libro paga, mai gli onesti lavoratori. 
P.S.
In un sito di recensioni, mi sono imbattuto in una carampana woke che si lamentava degli insulti e stereotipi contro quelli da lei chiamati "non-white people". Per quella stronza, in quanto italiano sarei parte della "gente non bianca" a dispetto dell'evidenza! 

Suprematismo nero 

Mi fanno ridere quei giornalisti che parlano di "razzismo alla rovescia" ogni volta si verifica un'aggressione da parte di un nero nei confronti di un bianco. Usano un linguaggio più scemo della merda. Cosa starebbe a significare la locuzione "alla rovescia"? Non significa nulla, perché il razzismo è razzismo e basta, chiunque ne sia l'artefice e chiunque ne sia la vittima! In Exiled from Earth vediamo i Mandingo adolescenti e ultraviolenti di New York animati da un razzismo furioso verso i "non abbronzati",  ossia i bianchi, che sono chiamati "facce rosa", paragonati ai maiali e massacrati, ridotti a cenci sanguinolenti calpestati tra le sozzure della strada! Il Suprematismo nero esiste eccome! 

Il Grande George 

Uno dei personaggi più significativi e memorabili del romanzo è un gorilla geneticamente modificato e capace di parlare, denominato "Il Grande George" (inglese: Big George). Questa descrizione è in nettissimo contrasto con gli stereotipi dominanti sui gorilla violenti, selvaggi, feroci, diffusi da mostruosità come King Kong. Ancora oggi, molti ignorano che i gorilla sono mitissimi. Non fanno male neanche agli insetti. Passano le loro giornate a ingurgitare quantità immense di frutta e di verdura. La vera scimmia feroce la troviamo invece rappresentata dagli adolescenti di New York! L'immensa forza del Grande George non è un'arma sufficiente a difenderlo dalle orrende insidie del mondo. Come tutte le creature sensibili e gentili, il gigantesco primate viene perseguitato dai bulli, che vorrebbero farne una cavia per esperimenti pericolosissimi, il cui fine ultimo è atrofizzare il cervello e rendere l'umanità definitivamente scema. Ancora più scema di quanto già non sia! 

La trilogia degli Esiliati 

A quanto ho potuto leggere nel Web, c'è chi aspetta ancora il seguito del romanzo di Bova, ignorando che ce ne sono addirittura due. Questa è la Serie degli Esiliati, che costituisce una trilogia: 

1) I condannati di Messina (Exiled from Earth, 1971), Urania n. 601 (1972); Biblioteca di Urania n. 9 (1981)
2) L'astronave dei ventimila (Flight of Exiles, 1972), Collana Urania n. 720 (1977); Biblioteca di Urania n. 9 (1981);
3) Ritorno dall'esilio (End of Exile, 1975), Biblioteca di Urania n. 9 (1981). 

Il citazionismo spinto è una piaga tipicamente italiana. Non mi stancherò mai di stigmatizzarla. Il titolo L'astronave dei ventimila è stato concepito in modo tale da ricordare La cosmonave dei ventiquattro (Mission to Universe, 1965) di Gordon R. Dickson. Sembra quasi un modo di ingannare i lettori. Sa di paternalismo. Si considera il lettore alla stregua di un eterno minorenne e si cerca di fargli leggere qualcosa di nuovo, plasmandola in modo tale che gli ricordi qualcosa di già noto. Se la colpa di questo atteggiamento non fosse degli editori, costretti in qualche modo ad adattarsi alle richieste ricevute, dovremmo giungere alla desolante conclusione che la colpa sia del pubblico, composto in larga misura da gente con meno intelletto degli stronzi dei polli! 

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Massimo Luciani ha scritto questo interessantissimo articolo, di cui raccomando la lettura:  


Qualche recensione non troppo eulogistica si trova su Anobii.com (in genere il romanzo è considerato del tutto prescindibile): 


Davide ha scritto:

"Romanzetto ingenuo, grossolano e piuttosto insulso. Per la pochezza e banalità dei temi si stenta a credere che Bova avesse già quasi quarant'anni quando l'ha scritto. Un esercizio svolto con svogliatezza forse per onorare qualche contratto. Trascurabile senza rimpianti. L'unico personaggio interessante è un gorilla parlante reso intelligente dell'ingegneria genetica... ed ho detto tutto." 

Fabio-74 ha scritto: 

"Romanzo di fantascienza in cui la paura del progresso fa da sfondo ad una vicenda in cui il "Governo Mondiale" - che ha sede a Messina - decide di sacrificare 2.000 scienziati per salvaguardare 20 miliardi di persone. Ma resta un interrogativo, può così fermarsi il progresso? O forse la sete di conoscenza dell'uomo è tale che non sarà possibile arrestarla? Il progresso, del resto, è una costante nella storia umana, può fare paura e può anche essere destabilizzante ma in ogni caso è davvero difficile da arrestare. Un romanzo leggero e scorrevole con dialoghi non troppo ben riusciti, i personaggi non emergono con sufficiente spessore e la storia ne risente. Curioso, su tutti, il fatto che Ben Bova, l'autore, abbia voluto insediare il quartier generale del Governo Mondiale, proprio in riva allo stretto."