Visualizzazione post con etichetta urania. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta urania. Mostra tutti i post

sabato 28 novembre 2020


KRULL

Titolo originale: Krull
Lingua: Inglese
Paese: Gran Bretagna, Stati Uniti d'America
Anno: 1983
Durata: 116 min
Rapporto: 2,35 : 1
Genere: Avventura, fantascienza, fantasy
Regia: Peter Yates
Soggetto: Stanford Sherman 
Sceneggiatura: Stanford Sherman
Produttore: Ron Silverman
Produttore esecutivo: Ted Mann
Casa di produzione: Columbia Pictures
Fotografia: Peter Suschitzky
Montaggio: Ray Lovejoy
Effetti speciali: John Evans, Derek Meddings, Mark
     Meddings, Paul Wilson
Musiche: James Horner
Scenografia: Stephen Grimes
Costumi: Anthony Mendleson
Trucco: Alan Boyle, Nick Maley
Interpreti e personaggi 
    Ken Marshall: Principe Colwyn
    Lysette Anthony: Principessa Lyssa
    Freddie Jones: Ynyr il Vecchio
    Bernard Bresslaw: Rell, il ciclope
    Alun Armstrong: Torquil, capo dei banditi
    David Battley: Ergo, il ciarlatano
    Liam Neeson: Kegan
    Francesca Annis: Vedova della Ragnatela
    John Welsh: Veggente cieco degli smeraldi
    Graham McGrath: Titch, l'apprendista del Veggente
    Tony Church: Re Turold
    Bernard Archard: Re Eirig
    Belinda Mayne: Vella
    Dicken Ashworth: Bardolph
    Todd Carty: Oswyn
    Robbie Coltrane: Rhun
    Clare McIntyre: Merith, una delle mogli di Kegan
    Bronco McLoughlin: Nennog
    Andy Bradford: Darro
    Gerard Naprous: Quain
    Bill Weston: Menno
Doppiatori originali   
    Lindsay Crouse: Principessa Lyssa
    Michael Elphick: Rhun
    Trevor Martin: Voce del Mostro
Doppiatori italiani 
    Emanuela Rossi: Principessa Lyssa
    Giorgio Piazza: Ynyr il Vecchio
    Michele Gammino: Rell, il ciclope
    Piero Tiberi: Torquil, capo dei banditi
    Massimo Giuliani: Ergo, il ciarlatano
    Roberto Chevalier: Kegan
    Paila Pavese: Vedova della Ragnatela
    Eleonora De Angelis: Titch, l'apprendista del Veggente 
    Giorgio Villa: Re Turold
    Luciano De Ambrosis: Re Eirig
    Sandro Acerbo: Oswyn
    Angelo Nicotra: Rhun 
Location: Isole Canarie (Spagna); Campo Imperatore
   (Italia); Cortina d'Ampezzo (Italia)
Budget: 47 milioni di dollari US
Box office: 16,5 milioni di dollari US
   (fonte: Boxofficemojo.com)

Trama:
Krull è un pianeta di tipo terrano che orbita intorno a una coppia stretta di stelle simili al nostro sole. Nei suoi cieli splendono due soli. In questo è come Tatooine, ma non è affatto un torrido deserto. Il clima è ottimale, la biosfera ricchissima. Ci sono monti, fiumi, laghi, foreste, oceani, etc. Gli abitanti sono umani e indistinguibili dagli europei, potrebbero benissimo essere Anglosassoni o Celti. La situazione culturale e politica di Krull non è invece tra le più felici, dato che si trova sprofondato in un perenne medioevo, diviso in regni tra loro belligeranti. A un certo punto irrompe una minaccia letale dallo spazio esterno: è un gigantesco mostro che vive in un'astronave tutta fatta di calcinacci, simile a una cometa deforme, fragile, messa assieme con la cazzuola e la malta. Questo essere dal corpo colossale, che è animato da una malvagità incommensurabile, viaggia tra i mondi della Galassia sottomettendoli uno dopo l'altro. Come strumenti di conquista il mostro dell'astronave di calcinacci, nota come Fortezza Nera, si serve di un esercito di guerrieri a cavallo, solo con un aspetto un po' meno medievale dei Krulliani: sono i Massacratori, che indossano una specie di armatura che li rende vagamente simili agli incursori imperiali di Guerre Stellari. Detto in estrema sintesi, il mostro è inferocito perché possiede un membro virile colossale quanto puzzolente, ma non riesce a trovare nessuna che gli titilli le papule sulla corona del glande: con le donne è timidissimo e prova una smisuarata vergogna per il suo odore ripugnante, per il suo aspetto verrucoso. Così egli odia tutto e tutti, al punto da voler ridurre in cenere ogni civiltà umana dell'Universo. 
Di fronte a una minaccia così spaventosa, i sovrani di due importanti regni di Krull decidono di unire le loro forze contro l'invasore. Il Principe Colwyn e la Principessa Lyssa stanno celebrando le loro nozze per cementare questo patto, quando i Massacratori compiono un'incursione, interrompendo la cerimonia e uccidendo entrambi i Re. La Principessa Lyssa viene rapita e portata nella Fortezza Nera. Il Principe Colwyn, rimasto ferito, viene  curato da Ynyr il Vecchio (che è anche la voce narrante della storia), che gli rivela come il Mostro e i Massacratori possano essere sconfitti unicamente tramite il potere di un'arma magica denominata Glaive, simile a una stella metallica a cinque punte, che rifiuta di essere usata dagli indegni. Il Principe Colwyn, che non conosce macchia né paura, riesce a trovare il Glaive nella caverna in cui è custodito e ad usarlo. Questo però è soltanto il primo passo della sua impresa, visto che la Fortezza Nera si teletrasporta ogni giorno in un luogo diverso di Krull e che non è possibile prevedere in anticipo le sue mosse. 
Inizia un lunghissimo peregrinare. Il Principe e il Vecchio incontrano il ciarlatano Ergo, soprannominato "Il Magnifico", una sorta di prestidigitatore da strapazzo, che si unisce alla compagnia. Poi vengono assaliti dai banditi, guidati da Torquil. Questi sono i loro nomi: Kegan, Rhun, Oswyn, Bardolph, Menno, Darro, Nennog e Quain. Col suo coraggio e con la calma olimpica che lo contraddistingue, Olwyn riesce a convincere Torquil e i suoi uomini a unire le loro forze alle sue, combattendo col comune scopo di liberare Krull dalla tirannia del Mostro e dei Massacratori. Alla comitiva si aggiunge infine Rell, un rappresentante dell'antica stirpe dei Ciclopi, che il Mostro ha deportato da un altro mondo. Un tempo erano uomini come tutti gli altri, ma diedero un occhio  per poter avere la conoscenza del futuro. Furono beffati orribilmente, restando con un solo occhio e potendo conoscere soltanto l'istante della loro morte! Ynir il vecchio non ama il popolo di Rell, considerandolo lamentoso e degno di commiserazione. Tuttavia resta il dato di fatto che i Ciclopi sono guerrieri eroici e implacabili nel loro odio verso i Massacratori. 
Dopo innumerevoli avventure, il Principe Colwyn e i suoi seguaci riescono nell'ardua impresa, espugnando l'astronave fatta di calcinacci ove risiede il Mostro e liberando la Principessa Lyssa, seppur con gravi perdite. Il finale è nel segno della più assoluta banalità. Scompare la maledizione che gravava sul pianeta Krull, che realizza la sua unità politica in seguito alle nozze tra Colwyn e Lyssa. Torquil è eletto Gran Maresciallo del Regno e i suoi uomini sopravvissuti, un tempo galeotti, diventano maggiorenti. La voce narrante afferma che i figli della coppia regale avranno il dominio sull'intera Galassia: una profezia da Star Wars!   
 

Recensione:
Quando vidi questo film per la prima volta frequentavo il liceo. Simili mer(d)aviglie le passavano spesso alla televisione e io le divoravo tutte. Quando di recente ho deciso di rivedere Krull, per ritrovare un po' dell'atmosfera di quei tempi, sono rimasto mortalmente deluso. Questo mi sono chiesto: "Ma come faceva a piacermi una simile porcheria?" Mi spiace dirlo, ma si è rivelato un fantasy grossolano quanto banale, noioso al punto di riuscire nauseabondo. Le reminiscenze tolkieniane sono innumerevoli. Basti pensare all'Occhio Malvagio del Signore Oscuro, ai Massacratori le cui figure spettrali ricordano quelle dei Cavalieri Neri, oppure al ragno gigante che somiglia a Shelob, nonostante la diversa pigmentazione. Si nota anche una forte influenza delle leggende di Re Artù. A questo sostrato tolkieniano e arturiano si sovrappone quello fantascientifico di Merde Stellari. Si potrebbe definire un escremento di celluloide della serie Star Wars degli Anelli! Persino il futile mondo dell'editoria americana si accorse subito del carattere ibrido dell'opera, tanto che sulla rivista Variety il film di Yates fu descritto con queste parole: "Excalibur meets Star Wars"


Il Fantasma Formaggino 
 
La vicenda sembra procedere per iterazione infinita di un singolo elemento: la ricerca disperata di un esotico rimedio alla situazione di pericolo. Prima c'è il Veggente Cieco degli Smeraldi, poi la Vedova della Ragnatela, seguita dai Cavalli di Fuoco. Il passo successivo è il Fantasma Formaggino!  

La lingua di Krull

La lingua di Krull sembra affine al gallese per sonorità e struttura (basti pensare a nomi come Rhun, Nennog, Ynyr), anche se non mancano assonanze germaniche come nei suffissi -old e -olph. Oswyn sembra anglosassone, col significato di "Amico degli Asi". Siamo quasi tentati di interpretare Turold come "Dominatore di Thor" e Bardolph come "Lupo dei Longobardi". Potremmo addirittura ricostruire le forme protogermaniche di questi antroponimi e dire che Oswyn deriva da *Ansu-winiz, che Turold deriva da *Þunra-waldaz e che Bardolph deriva da *(Langa-)barda-wulfaz. Con un po' di buona volontà potremmo trovare qualche altra etimologia di questo genere, ma commetteremmo senza dubbio un grave arbitrio: morfi come Os-, Tur-, Bard-, -wyn, -old, -olph avranno infatti valori semantici molto diversi da quelli a noi noti. Sarebbe un campo di sperimentazione molto interessante, purtroppo non vengono fornite glosse e chiavi d'interpretazione degli antroponimi e dei toponimi, così non si può definire granché. Possiamo essere certi in modo ragionevole che Krull (pron. /krʌl/) significhi Terra. Il nome dell'arma magica, Glaive (pron. /gleɪv/, nella versione italiana /glεv/) potrebbe significare "stella" o qualcosa del genere, ma sarà certamente diversa dalla parola comune usata per esprimere questo concetto nella lingua di Krull. Proverrà forse da un'antica lingua estinta, una specie di "latino krulliano"? In realtà glaive è una parola inglese, anche se ormai obsoleta. Indica un'arma dotata di asta e terminante con lama ricurva e dentata. Deriva a sua volta dall'antico francese glaive "lancia; spada" (dal celtico *kladiwos "spada", imparentato col latino gladius). Non si tratta però di un'arma da getto come quella vista nel film. 

 
Rudimentali riflessioni sulla Natura del Tempo 
 
Come Rell ci spiega, ogni ciclope conosce in anticipo il proprio fato. Il Signore Oscuro della Fortezza avrebbe imbrogliato in modo crudele quella stirpe monocola, dando a ogni suo membro la conoscenza di un solo evento futuro, quello della propria morte, e stabilendo anche che ogni tentativo di cambiare gli eventi avrebbe soltanto moltiplicato il dolore della fine. Sembra tutto molto lineare e semplice. Emergono tuttavia stridenti contraddizioni e paradossi. Se il Mostro in questione avesse davvero avuto un simile potere di manipolazione sul Tempo, non sarebbe certo stato sconfitto. Ci sono soltanto due possibilità: 
 
1) Il Mostro è soggetto alle stesse limitazioni imposte ai Ciclopi: prevede unicamente la propria morte e non può evitarla; 
2) Il Mostro non è soggetto alle limitazioni imposte ai Ciclopi: è padrone del Tempo e può manipolarlo a proprio piacimento. 
 
Nel primo caso, avendo egli sostanziali limitazioni, non si capisce come possa imporle ad altri. Paradosso: se qualcuno non può essere padrone della propria esistenza, non sarà a maggior padrone di quella altrui.  
Nel secondo caso, non avendo egli limitazione alcuna, non si capisce come possa permettere ad altri di trovare il suo punto debole e di approfittarne. Paradosso: se qualcuno è padrone della propria esistenza, non potrà essere sopraffatto da qualcuno che non lo è, da qualcuno che ha meno potere di lui. 
Regista e sceneggiatore non sembrano essersi fatti molte domande sull'ontologia temporale del loro universo, se sia presentista o eternista.
 
Possibili fonti d'ispirazione 
 
Il regista e lo sceneggiatore di Krull potrebbero aver preso ispirazione dall'opera di Paul Edwin Zimmer, che mescola il fantasy con elementi fantascientifici. La saga zimmeriana del Dark Border è composta da quattro romanzi, più un quinto ancora inedito: 
 
1) The Lost Prince (Il principe rapito), 1982
2) King Chondos' Ride (Il ritorno del principe), 1982 
3) A Gathering of Heroes (La chiamata degli eroi), 1987 
4) Ingulf the Mad, 1989  
5) The King who was of Old (mai pubblicato)

I primi due di questi romanzi, che furono pubblicati in Italia per la prima volta nel 1987, circolavano già in America quando Yates fece il suo film. Paul Edwin Zimmer, che è deceduto nel 1997, aveva una sorella ben più famosa di lui, Marion Zimmer Bradley, a sua volta deceduta nel 1999. Era anch'essa un'autrice di opere di fantascienza-fantasy, ma molto più prolifica del fratello. La sua creazione più nota è senza dubbio il mondo di Darkover, che ha ispirato innumerevoli romanzi e racconti. La prima opera nota del Ciclo di Darkover è il romanzo The Planet Savers (Le foreste di Darkover), pubblicato negli States nel lontano 1958. Ha fatto seguito  The Sword of Aldones (La spada di Aldones), pubblicato alcuni anni dopo, nel 1962. Sono state pubblicate opere della Zimmer Bradley ancora anni dopo la sua morte. Thunderlord, uscito nel 2016, non è al momento ancora comparso tradotto in italiano. Come è logico aspettarsi, ci sono molte analogie tra il Ciclo di Darkover e la Saga del Dark Border, visto che due parenti tanto stretti condividono in genere molte cose: è una massa caotica di materiale le cui idee fondanti circolavano da un pezzo quando Yates e Sherman si imbarcarono nell'infelice impresa di dar vita a Krull.
 
Curiosità varie 
 
Questa pellicola fu una delle più dispendiose dell'epoca. Ken Marshall fu scelto dopo aver interpretato il ruolo di protagonista nella serie televisiva Marco Polo (1982). Per prepararsi al ruolo del Principe Colwyn, l'attore si è impegnato duramente prima delle riprese principali, allenandosi in sport come l'equitazione, lo scherma e la boxe. 
 
Nel 2018 Lysette Anthony, l'attrice che ha interpretato la Principessa Lyssa, ha dichiarato che Harvey Weinstein l'ha stuprata nel 1983, poco dopo essere stata scelta per questo film. Ha anche fornito alcuni dettagli ripugnanti. Weinstein si sarebbe presentato da lei una mattina, trovandola in camicia da notte. L'avrebbe denudata e messa a terra a carponi, quindi si sarebbe gettato su di lei, schiacciandola con la propria immensa mole di grasso e riuscendo in qualche modo a penetrarla. Auguro a quell'essere immondo che qualcuno possa castrarlo con un coltellaccio. Questo è quanto.  

Quando Yates realizzò il suo film era già in progetto un seguito, Krull 2, che per fortuna non si è mai materializzato a causa del clamoroso fallimento al botteghino, uno dei più catastrofici della storia della Settima Arte. Nonostante l'insuccesso, col passare degli anni Krull è diventato una pellicola cult.
 
Errori

Quando compaiono i Cavalli di Fuoco, si vede che hanno gli zoccoli ferrati. Nei fotogrammi immediatamente successivi, gli zoccoli, da cui escono fiamme, non sono più ferrati. Domanda: chi avrebbe ma osato ferrare tali prodigiosi equini, visto che avevano fama di essere indomabili? A che scopo?  

Un incidente grottesco. Ynyr il  Vecchio torna dalla Vedova della Ragnatela e dichiara che all'alba la Fortezza Nera apparirà nel Deserto di Ferro. Mentre pronuncia queste parole, cade e danneggia la "roccia" su cui si trova, rivelando il polistirolo da cui è composta.
 
Quando il ciclope Rell viene atrocemente stritolato tra due pareti rocciose, non si vede una sola goccia di sangue, né traccia di organi interni. Non è stato fatto nulla per simulare un corpo di carne: lo spettatore può vedere che si tratta di un fantoccio di gomma. Si capisce lontano un miglio che gli stessi muri che schiacciano il ciclope hanno la stessa composizione, essendo morbidi ed elastici. 
 
Alla fine del film, quando Colwyn, Lyssa e i loro seguaci scappano dalla Fortezza Nera e iniziano a scendere, l'immensa struttura di calcinacci inizia a rompersi e viene risucchiata nel cielo da una specie di antigravità. Nella scena successiva il gruppo corre a perdifiato attraverso un campo a un miglio o più di distanza dalla fortezza ancora in via di disgregazione. Com'è possibile ciò? Non basterebbero pochi secondi per scendere dalla fortezza collassante e percorrere un simile tragitto. 
 
La novellizzazione e il suo autore 

Il soggetto è di Stenford Sherman, mentre il romanzo Krull (1983) è un adattamento letterario del film di Yates, compiuto da Alan Dean Foster. Il romanzo di Foster, che apporta ben pochi elementi rispetto alla pellicola, è stato pubblicato su Urania (numero 966) nel Marzo 1984. Questa è la stringata sinossi, tratta da Mondourania.com
 
"La Fortezza Nera piomba dallo spazio portando morte e distruzione sul pianeta Krull. Chi difenderà il pianeta dalla Bestia, il mostruoso uomo-rettile che s'annida nell'Esagono della Fortezza?" 
 
Alan Dean Foster è un autore specializzato in novellizzazioni. Ha scritto tra l'altro le riduzioni a romanzo dei film della serie di Alien: 
 
Alien (Alien) (1979)
Aliens - Scontro finale (Aliens) (1986)
Alien³ (Alien³) (1992)
Alien: Covenant (2017) 
 
Ha collaborato con George Lucas alla novellizzazione di Guerre Stellari, titolo originale Star Wars: From the Adventures of Luke Skywalker, pubblicata nel 1976 dopo l'uscita del film. In Italia la prima edizione è del 1977, col titolo Guerre Stellari. Quest'opera, cosa alquanto insolita, presenta notevoli differenze rispetto al film. Interamente a Foster si deve invece la novellizzazione di Star Wars: Il risveglio della Forza (2015), film a dir poco esecrabile. Il libro mi rifiuterei persino di toccarlo.
 
Francamente non amo le novellizzazioni. Le reputo opere di una totale inutilità, fatte al solo scopo di raschiare il fondo della pentola dei profitti.  

domenica 12 aprile 2020

 
SCHIAVI DEGLI INVISIBILI 
 
Titolo originale: Sinister Barrier 
Autore: Eric Frank Russell 
Anno: 1948
Paese: Regno Unito
Lingua originale: Inglese
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza,
thriller, horror, noir 
Sottogenere: Fantascienza gnostica, demonologia, ufologia
     radicale 
Editore: Arnoldo Mondadori Editore; Editrice Nord
1a ed. italiana: 1953 (Urania n. 7)
2a ed. italiana:
1964 (I capolavori di Urania n. 325 bis)
3a ed. italiana: 1978 (Serie Cosmo Oro n. 31)
4a ed. italiana: 1982 (Classici Urania n. 68)
Traduttori: Patrizio Dalloro (1953, 1982),
     Giorgio Monicelli (1964), Roberta Rambelli (1978) 

Sinossi (da Mondourania.com, n. 7): 
"Il genere umano è già stato conquistato da altre "intelligenze"? E' forse posseduto da forme di vita inimmaginabili, ma non per questo meno temibili e proterve? Si, l'umanità è schiava degli spaventosi Vitoni, sfere di energia elettromagnetica, invisibili all'occhio dell'uomo, di cui sfruttano spietatamente le energie nervose. Globi azzurri di un metro di diametro, fosforescenti, fluttuanti nell'aria, hanno bisogno, per ottenere le energie nervose di cui si nutrono, di provocare la più catastrofiche emozioni nella psiche umana: e per giungere a questo devono scatenare guerre, passioni, delitti, ininterrottamente. Ma un piccolo gruppo di uomini s'accorge di questa schiavitù a favore degli Invisibili e a sua volta dichiara guerra ai Vitoni. Questi hanno scatenato gli orrori di una guerra atomica tra asiatici da una parte ed euro-americani dall'altra. Ma gli uomini hanno scoperto finalmente il mezzo di "vedere" gli Invisibili. E da questo momento la sorte dei Vitoni è decisa."
 
Sinossi (da Mondourania.com, n. 325): 
"Nella ormai ricchissima galleria di creature maligne che la FS ha inventato, questi Vitoni di Russell occupano un posto altrettanto sensazionale dei Trifidi di Wyndham. Con una importante differenza: mentre i Trifidi sono visibili a occhio nudo e sembrano innocui, i Vitoni sono invisibili, e solo una fortuita scoperta permette all'umanità di capire infine che cosa stia succedendo, e anzi, di rendersi conto che il nostro passato e la stessa nostra storia millenaria, seguono forse da sempre il corso voluto da questi feroci e insaziabili parassiti."
 
Trama: 
Siamo di fronte a una vera e propria strage di professori. Un eccidio, una moria epidemica quanto inspiegabile. Sul mondo accademico sembano posarsi le Ali della Morte. Chi si suicida gettandosi dai piani alti di un grattacielo, chi viene stroncato da un infarto improvviso, chi impazzisce e spara nel vuoto a un aggressore invisibile, chi si schianta col suo veicolo contro un edificio, chi si getta sotto un camion dopo aver urlato in preda al delirio. L'investigatore Graham e l'agente Wohl pian piano, di fronte alla morte di un gran numero di eminenti scienziati, cominciano ad accorgersi che strani particolari legano tra loro i diversi casi. Subito prima di incontrare l'Angelo della Morte, le vittime sembravano in preda al delirio, alcune di loro avevano lasciato appunti sconnessi e altri indizi molto difficili da interpretare: l'uso enigmatico quanto diffuso di un intruglio composto da mescalina, tintura di iodio e blu di metilene. Man mano che le indagini di Graham e Wohl procedono, avvengono strani incidenti. Uno scienziato in preda al terrore si getta col suo veicolo contro un palazzo, facendolo esplodere. Un altro si getta urlando sotto un camion. Quando finalmente viene trovata la prova dell'esistenza di strani globi di luce simili a soli azzurrognoli, fotografati tramite una speciale emulsione, esplode un impianto chimico, annientando un'intera città. Non senza gravi difficoltà e peripezie, Graham riesce a comprendere ogni dettaglio della complicata situazione e ad averne le prove da uno scienziato che vive da eremita, rinchiuso in un loculo ctonio. I soli azzurrognoli sono proprio quelle entità a cui è stato dato un nome scientifico: i Vitoni. L'anziano studioso scovato da Graham finisce ucciso non appena osa mettere piede all'esterno. Con questa mole di tremende evidenze, l'investigatore superstite riesce a ottenere l'appoggio del Governo e del Presidente. La strategia adottata non è delle più furbe, anche se appare inevitabile come una necessità storica: viene deciso di rivelare ogni cosa al mondo intero. Le conseguenze di un atto tanto rivoluzionario non si fanno attendere. Se alcuni futili media irridono tutto ciò che è stato pubblicato sui Vitoni, la Cina adotta una tattica assai più incisiva: scatena una guerra contro gli States, radendo al suolo numerose città con bombardamenti incendiari e devastando interi continenti. Ogni resistenza in Asia viene travolta, New York è sotto il bombardamento, l'Europa è a un passo dalla disfatta. Il marasma imperversa ovunque e sembra condurre il mondo intero alla completa rovina, fino ad arrivare all'escalation nucleare. Proprio quando ogni speranza è sul punto di venir meno, le sorti della specie umana mutano come per un improvviso colpo di fortuna, con la scoperta di una nuova rivoluzionaria arma in gradi di annientare i Vitoni come in un videogioco fosforescente!
 
Recensione: 
L'opera di Russell è una gemma di pensiero gnostico e di anticosmismo, che irradia la Luce della Verità in mezzo a una massa di fantascienza priva di costrutto. Purtroppo le genti del mondo non amano chi scrive cose inquietanti che possono spiegare le miserie della condizione umana: ecco perché preferiscono materiale puerile e grottesco come Star Wars, Star Trek et similia, la cui utilità potrebbe essere paragonata a quella dei peti di un mulo. I Vitoni non sono fatti di materia, non appartengono alla biologia, eppure sono dotati di una grande intelligenza che usano a danno dei viventi. Possono quindi essere considerati cacodemoni a tutti gli effetti. Sono proprio gli Arconti, gli esseri maligni che tanta importanza hanno nell'architettura concettuale dello Gnosticismo. 

La vulgata corrente parla di due fonti di ispirazione all'origine di questo romanzo:
1) Il paradosso di Fermi ("Se l'Universo pullula di civiltà sviluppate, dove sono tutte quante?");  
2) L'opera di Charles Hoy Fort (1874 - 1932), scrittore e studioso di fenomeni inspiegabili.
Le conclusioni tratte da Russell sono le seguenti: 
1) Siamo già stati conquistati da alieni che impediscono qualsiasi contatto con altre civiltà;
2) Ogni fenomeno inspiegabile e paranormale è il prodotto dell'attività di questi alieni, che usano a proprio vantaggio la superstizione umana.
Non intendo certo mettere in discussione questi meccanismi della genesi di Schiavi degli Invisibili. Ci tengo però a far notare la considerevole affinità con un sistema religioso e filosofico dell'Antichità, che ai nostri tempi è stato quasi del tutto dimenticato. Dovremmo quindi aggiungere una terza fonte di ispirazione all'elenco sopra riportato: lo Gnosticismo è proprio la chiave che permette di dare un senso a tutto questo. Per convincersene è sufficiente a mio parere leggere con attenzione alcuni estratti significativi del romanzo, che riporto nel seguito: 
 
"Proprio come molte cose ci erano sfuggite per secoli, alcune rifugiandosi nell’infinitamente piccolo ed altre nell’infinitamente grande, così altre ci hanno elusi annidandosi nell’incolore assoluto." 
 
"La scala delle vibrazioni elettromagnetiche si estende su 60 ottave, e l’occhio umano può vederne una sola. Oltre la sinistra barriera dei nostri limiti, oltre questo campo visivo meschino e inefficiente, intenti a dominare ogni uomo dalla culla alla tomba, a depredarci spietatamente come parassiti, stanno i nostri maligni e onnipotenti padroni: gli esseri che sono i veri signori della Terra." 
 
"Poiché somigliavano a globi di luce viva, Bjornsen ha dato loro il nome di Vitoni. E non sono soltanto vivi: sono anche intelligenti! Sono i signori della Terra, e noi siamo il gregge dei loro campi. Sono i crudeli e spietati sultani dell’invisibile; e noi siamo i loro schiavi tremanti e stupidi, così indescrivibilmente stupidi che pochi nella storia si sono accorti delle catene che portano. L’ignoranza di essi può essere una fortuna, ma la conoscenza è un’arma. L’umanità deve conoscere i suoi oppressori per infrangere le catene." 
 
"Una morte immediata attende una mucca che guida una rivolta contro la mungitura. E c’è uno scacciamosche che aspetta la prima ape decisa a protestare contro il furto del miele." 
 
"Così anche all’uomo, semmai divenisse consapevole di essere bestiame, non è dato di protestare e di opporsi, pena la condanna a morte." 
 
"Noi mangiamo, ma non ci aggiriamo a caso alla ricerca di patate selvatiche. Le coltiviamo, e coltivandole le miglioriamo secondo i nostri criteri. Allo stesso modo, i nostri tuberi emotivi non bastano a riempire i ventri dei nostri padroni: devono essere coltivati, stimolati, selezionati, secondo le idee di coloro che provvedono furtivamente a tali colture."
 
"Questa è la sola ragione per cui gli esseri umani, altrimenti razionali e ingegnosi al punto da stupirsi delle proprie capacità, non sanno mandare avanti il mondo in modo degno della loro intelligenza. È per questa ragione che ancor oggi, mentre potremmo costruire cose splendide, viviamo tra i monumenti miserabili della nostra potenza distruttiva, e non sappiamo creare la pace, la sicurezza, la tranquillità. È per questo che facciamo progressi nella scienza e nella tecnica ma non nella sociologia e nella psicologia, che sono sempre state ingarbugliate e impotenti fin dal principio." 
 
"Se vi mostrassi una microfotografia dell'orlo di una comunissima sega, i suoi vertici e le sue valli sarebbero un grafico perfetto delle ondate emotive che hanno sconvolto questo mondo con atroce regolarità. L’emozione... la messe! L’isterismo... il frutto! Voci di guerra, preparativi di guerra, accuse e controaccuse di preparare la guerra, le guerre vere e proprie; le rinascite religiose, i disordini religiosi; i conflitti del lavoro; le rivalità razziali; le dimostrazioni ideologiche, la propaganda speciosa; gli omicidi, i massacri, i disastri naturali; le stragi in tutte le forme capaci di suscitare ondate emozionali; rivoluzioni e ancora guerre."
 
"La pace, la pace vera, è un periodo di carestia per i nostri superiori. Occorre che vi siano emozioni, energia nervosa: grandi e sterminate messi di estensione mondiale, create in un modo o nell’altro, con qualsiasi mezzo."
 
"La verità deve essere senz’altro un’arma, altrimenti quelle creature non avrebbero mai preso iniziative tanto drastiche per impedire che venisse conosciuta. Loro temono la verità, perciò il mondo la deve conoscere. La verità "deve" essere rivelata!" 
 
«Si è scoperto ben poco - disse Graham - ma quel poco ha un grande significato. Beach era convinto che i Vitoni non soltanto sono formati d'energia, ma che "vivono" di energia e  se ne nutrono: della "nostra" energia! Per quanto li riguarda, noi esistiamo come produttori di energia, che la natura premurosa ha messo a loro disposizione per saziarli. Perciò ci allevano, o ci incitano a riprodurci.»
 
"Come si sa da tempo, l’energia nervosa prodotta dall’atto di pensare e la reazione alle emozioni ghiandolari hanno natura elettrica o semielettrica: ed è questa produzione che nutre i nostri invisibili superiori. Loro possono incrementare il raccolto quando vogliono; e lo fanno, stimolando rivalità e gelosie e odii e suscitando emozioni. Cristiani contro mussulmani, bianchi contro neri, comunisti contro cattolici: tutto è farina per il mulino dei Vitoni, tutto nutre le loro inimmaginabili viscere. Come noi coltiviamo il cibo, così i Vitoni coltivano il loro. Come noi ariamo i campi e seminiamo e mietiamo, così loro arano e seminano e mietono. Noi siamo un suolo di carne, arato dalle circostanze imposte dai Vitoni, seminato di idee controverse, concimato da dicerie e menzogne e falsità, innaffiato da sospetti e gelosie: e tutto questo affinché possiamo produrre una ricca messe di energia emotiva, che viene mietuta con la falce dell’angoscia. Ogni volta che qualcuno grida ad una guerra, un Vitone usa le sue corde vocali per ordinarsi un banchetto!"
 
"Il loro metodo per «spiegare» errori e omissioni e sviste da parte loro, insinuando nozioni superstiziose per «giustificarli» e confermando tali nozioni per mezzo di cosiddetti miracoli quando necessario e della produzione di poltergeist e di fenomeni spiritici quando richiesto, dimostra l'infernale ingegnosità degli esseri che noi chiamiamo Vitoni. Costoro hanno fatto del confessionale e della sala per le sedute spiritiche i loro centri di mimetizzazione psichica: il prete e il medium sono stati i loro alleati nell’impresa diabolica di mantenere nella cecità le masse cieche."  

"I dati dell'"Herald-Tribune" costituiscono gli annali della credulità umana, la prova che gli uomini possono vedere in faccia la realtà... e negarla! Dimostrano che gli umani possono vedere un pesce e chiamarlo carne o pollo, secondo le convenzioni di tutori dogmatici chiechi quanto loro, secondo il personale timore di perdere invisibili partecipazioni a dimore celesti inesistenti, secondo la credula convinzione che Dio possa negare loro le ali se affermano che una visione autorevolmente garantita come emanata dal cielo proviene invece dall'inferno."
 
"Siccome tutti i nostri dati indicano che i Vitoni orientano le opinioni come vogliono, guidando sottilmente i pensieri nel modo per loro più conveniente, è quasi impossibile stabilire quali giudizi si sono evoluti naturalmente e logicamente e quali sono stati imposti."
 
"Per loro è un vantaggio enorme, perché possono conservare il potere sull’umanità mantenendo diviso il mondo su ogni questione, nonostante tutti i nostri tentativi di unirlo." 

"Secondo me sarebbe opportuno creare un apposito laboratorio in qualche località remota e poco frequentata, lontana dalle zone in cui imperversa la guerra, poiché tutto indica che i Vitoni si raccolgono dove gli umani sono più numerosi e che visitano molto di rado le regioni disabitate."  
 
"Un laboratorio nascosto nel deserto, in una località in cui il nutrimento emotivo scarseggia, potrebbe rimanere inosservato e indisturbato anche per anni." 
 
Incapacità predittiva 
 
Il problema cruciale è la tecnologia descritta nel romanzo di Russell. L'autore dà forma a un mondo in apparenza molto progredito scientificamente, ma com'è ovvio lo fa secondo le idee correnti negli anni '40 del XIX secolo, secondo il suo immaginario collettivo. Non può nemmeno concepire qualcosa di simile a Internet: i soli computer sono ancora scomodissimi armadi a muro pieni zeppi di valvole termoioniche. Se da una parte ci sono veicoli fluttuanti che funzionano tramite l'antigravità, dall'altra c'è una telefonia assolutamente incoerente e rudimentale. Il telefono si è evoluto in videotelefono (o videofono), ossia è stato messo uno schermo simile a un oblò proprio sopra il girello, mantenendo immutata la cornetta che si aggiancia. Non solo: c'è il centralino per smistare le chiamate! Nulla di portatile, è ovvio. Al massimo il videotelefono può essere montato su un veicolo fluttuante, ma nulla di più. I poliziotti sono ancora provvisti di walkie talkie, congegni di cui non è stata capita la portata rivoluzionaria (sono loro i veri progenitori dei comunicatori di Star Trek). Esistono persino i radioamatori! Sì, proprio loro, quei camionisti che continuavano ad farfugliare "brekko brekko!" al microfono. Qualcuno se li ricorda? Forse no, ormai sono estinti da tempo. Dubito che un millennial abbia mai visto un radioamatore, non più di quanto abbia visto un toxodonte o un megaterio. Fatto sta che l'idea del telefono portatile non è presente nemmeno allo stadio larvale nel mondo russelliano. Lo schermo dei videofoni fissi è capace soltanto di trasmettere tramite una telecamera o di mostrare le pagine dei quotidiani come se fossero foto. Non c'è interfaccia di sorta. Persino il televisore a colori ("stereoscopico, a sei colori") è presentato come un'audace invenzione della Faraday, il cui lancio sul mercato è stato interrotto dalla guerra. Ci pensate? Tutte queste cose dovrebbero far meditare. 
 
Fantascienza Noir 

Il navigatore N3ntalf1oss fa notare una cosa molto interessante sul sito Anobii.com: il romanzo di Russell in realtà è permeato di noir, al punto da essere ascrivibile a quel genere.  


"Fin da subito, infatti, la narrazione prende una precisa direzione e, rinunciando a qualsivoglia speculazione ontologica e metafisica, opta per ritmi e caratterizzazioni tipiche del noir e del poliziesco. A tratti pare davvero di leggere Mickey Spillane o di assistere a un film dell'epoca dei Bogart e dei Peter Lorre." 

E ancora: 

"Le attenuanti, però, non mancano. Il periodo - "Sinister Barrier" (titolo originale) apparve nel 1939 e fu rimaneggiato e rivisto tra il 1943 e il 1948 - è quello, appunto, dell'esplosione noir e dei duri con la sigaretta in bocca. L'influenza sul romanzo è infatti marcatissima e, a tratti, persino piacevole. Inoltre, siamo ancora lontani (o, perlomeno, non troppo vicini) all'epoca della Sci-fi americana degli Outer Space e degli Another World, e questo va a tutto merito dell'autore, che si è rivelato assai profetico nel proporre un intreccio che i posteri non esiteranno a clonare e a rivisitare.
D'altra parte non si può gridare al miracolo, vista soprattutto la semplicità - quasi ingenua - del canovaccio narrativo, e il taglio dato ai personaggi, tutti un po' troppo Marlowe, per essere credibili in una storia che, alla fin fine, parla di incontri con altre forme di vita e non di sparatorie tra gangster."
 

Di che lamentarsi? Fantascienza, gangster e pupe: non è poi troppo male, Diabole Domine! Ci fosse qualcosa di simile ai nostri tempi!

mercoledì 8 aprile 2020

I GREKS PORTANO DONI 

Titolo originale: The Greks Bring Gifts 
Autore: Murray Leinster 
Anno: 1964
Lingua originale: Inglese
Paese: Stati Uniti d'America
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Epica spaziale, fantascienza hard, invasione
     aliena
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
1a ed. italiana: 1976 (Urania n. 695)
2a ed. italiana: 1985 (Millemondiestate n. 27)
Traduttore: Beata della Frattina 
Titoli tradotti: Non sono state trovate altre traduzioni
 
Sinossi (da Mondourania.com):
"Quando la gigantesca astronave dei Greks spunta da dietro la Luna, l'umanità è presa dal panico. Ma l'allarme, a quanto sembra, è ingiustificato, non c'è, a quanto pare, niente da temere. I Greks, socialmente e tecnologicamente avanzatissimi, sono come gli antichi Greci rispetto ai barbari: il loro scopo ultimo è di diffondere nei pianeti "sottosviluppati" la loro superiore forma di civiltà; la missione dell'astronave è di portare agli uomini degli spendidi regali energetici che trasformeranno la Terra in un paradiso. Per fortuna Jim Hacket, esperto in fisica moderna ma anche in storia antica, si ricorda dell'antico detto secondo cui bisognava "temere i Greci anche quando portano doni", e si chiede, tra l'altro, cos'abbiano messo i Greks nella profonda buca che dopo l'atterraggio hanno scavato di nascosto sotto l'astronave." 
 
Trama:
Il narratore ricostruisce i fatti recenti della storia del genere umano a beneficio dei lettori, presentando gli eventi portentosi di cui è stato testimone durante la sua gioventù. In questa ricostruzione ci sono molte sproporzioni temporali e incongruenze. In pratica le cose sono andate così: l'arrivo sulla Terra della grande astronave dei Greks ha prodotto una discontinuità traumatica nella storia del genere umano, ponendolo in gravissimo pericolo. Tuttavia, una volta sconfitto questo formidabile nemico col solo aiuto dell'ingegno di un uomo e dell'improbabile collaborazione delle autorità delle nazioni, ecco che il progresso dell'umanità accelera all'improvviso fino a portare all'instaurarsi di una civiltà a livello galattico. 
 
La reazione dell'umanità all'arrivo dei Greks e ai loro doni è stata paragonabile a quella indotta da una massiccia anestesia. Si è avuta la totale abolizione del senso critico e dello stesso concetto di razionalità. Abbagliati da un sistema che permette di captare e di trasmettere a qualsiasi distanza l'energia, come se fosse creata dal Nulla, i popoli della Terra hanno abbandonato in poco tempo le vecchie tecnologie, trovandosi così alla mercè degli alieni. C'è una sola persona su tutti il nostro pianeta a diffidare di questi politicanti scesi dagli abissi siderali: il dottor Jim Hackett, un fisico che cova un grande risentimento per non aver superato un esame sulle conoscenze scientifiche dei Greks. Con la sua assistente, la signorina Lucy Thale, l'accademico intraprende un defatigante viaggio in automobile verso il luogo in cui è atterrata l'astronave dei "benefattori" alieni. Nel corso del tragitto la coppia si imbatte in un aldariano che ha avuto un brutto incidente d'auto. Gli Aldariani sono alieni ipertricotici dal sembiante ferino, vagamente somiglianti a licantropi, che i Greks hanno condotto sull Terra come schiavi. Condotto l'aldariano ferito in un ospedale, Lucy scopre una verità fastidiosa. L'alieno peloso è sordo, i suoi padroni Greks gli hanno reciso i nervi acustici per impedirgli di percepire i suoni. Prima che le cose si mettano male, Hackett e la donna riescono a fuggire dall'ospedale e a far perdere le loro tracce - non prima che l'aldariano abbia consegnato a Lucy un misterioso congegno che aveva con sé. 

Giunti alla loro destinazione, dove le folle attendono nei pressi dell'astronave dei Greks, il dottor Hackett e la sua compagna iniziano a lavorare con alcuni uomini di Scienza che si occupano di scavi archeologici. Così concentrano la loro attenzione su una buca riempita dagli alieni con ogni sorta di rifiuti. La scavano e scoprono i corpi di numerosi aldariani uccisi, abbandonati nell'immondizia come se valessero meno degli escrementi. Da questo rinvenimento inizia la riscossa della Terra. Come per miracolo, tutti i governi del pianeta si convincono per incanto della pericolosità dei Greks e dei loro funesti doni. Si scopre così che i congegni per la captazione e la trasmissione dell'energia dal Nulla sono illusori, che sono soltanto giocattoli che ricevono ciò che i Greks trasmettono, che non funzionerebbero mai senza un simile input. Nel frattempo l'astronave dei Greks è decollata, diretta verso le vastità galattiche. Dall'analisi di questi meccanismi, il fisico ribelle riesce a produrre un'arma mortifera, in grado di annientare uno scafo alieno. L'intenzione è chiara: non appena i Greks faranno ritorno, su richiesta dei popoli tumultuanti, avrà inizio la rivincita. Proprio da questo atto audace avrà inizio l'Impero Terrestre!
 
Recensione:
Se devo essere sincero, i Puffi hanno più verosimiglianza di questo costrutto narrativo. La mia domanda non è poi così complessa. Se i governi della Terra non riescono a mettersi d'accordo nemmeno su un dettaglio insignificante, come si può credere che agiscano in concordia nei confronti di una grave minaccia esistenziale? A simile quesito c'è un'unica risposta. Non è possibile alcuna reazione organizzata e coerente. Molti troveranno che la mia risposta sia desolante, eppure le cose stanno così. Alle intelligenti premesse di Leinster non corrispondono conseguenze altrettanto plausibili. Sarebbe bastata una conoscenza elementare della termodinamica per rifiutare con sdegno le profferte dei Greks, ma è inutile sperare che questo possa avvenire dove imperversa un sistema scolastico ostile alla Logica, la cui essenza è quella di uno schifoso vivaio di bulli!    
 
Timeo Greks et dona ferentes 
 
Com'è risaputo, Virgilio fa pronunciare al troiano Laocoonte, gran sacerdote di Poseidone, alcune famose parole: Timeo Danaos et dona ferentis, ossia "Temo i Greci anche quando portano doni" (Eneide, Libro II, 49). La forma vergiliana ferentis, un interessante arcaismo (con -is in luogo di -es), è in genere emendata in ferentes quando si cita il verso, credo per evitare crisi a qualche insegnante isterica. Spesso ci si imbatte anche in Timeo Graecos et dona ferentes, in cui Danaos è stato opportunamente sostituito col più familiare Graecos. Proprio da questa versione ad usum Delpini ha tratto ispirazione Leinster. Sostituendo Graecos con Greks, ecco pronta l'idea portante del romanzo, che a giudicare dallo stile è stato scritto in fretta e furia, i modo quasi convulso. I celebri tagli di Urania hanno rimosse alcuni passaggi. La rivelazione che il fisico Hackett avrebbe dovuto fare alla bella Lucy è stata omessa. Era una cosa elementare: data l'assonanza di Greks con Graecos, i giganteschi extraterrestri grigiastri non potevano essere onesti!
 
Amenità politiche 
 
A un certo punto ne ho avuto la certezza. I Greks appartengono al Club Bilderberg! Provate a immaginarveli! Altissimi e segaligni, dalla pelle grigia e zigrinata come quella di un palombo, ma con fattezze ben riconoscibili: ricordano quelle dei membri del Governo dei Tecnici che ci ha afflitto dopo la caduta del Satiro di Hardcore! 
 
Altre recensioni e reazioni nel Web:
 
Credo che questo sia in assoluto uno dei romanzi di fantascienza meno conosciuti e con meno riscontri. Ho fatto una certa fatica a trovare pochi brevissimi commenti. Si trovano su Anobii.com e sono tra l'altro abbastanza datati. 

 
Mauro ha scritto:

"Forse si sono ispirati a questo romanzo per la serie TV "Visitors". Comunque l'idea dell'alieno apparentemente "buono", ma che in realtà ha brame di conquista è sviluppata in modo interessante e avvincente." 

VM71 ha scritto:

"Timeo danaos et dona ferentes
Quando i Greci recano doni, è buona regola tenere gli occhi aperti. :-)
Romanzo degli anni '50, un pò ingenuo ma piacevole da leggere, se vi piace la fantascienza classica."
 
Plutonio186 ha scritto:

"La storia è carina e originale , almeno non ho mai letto una storia simile , l'unica cosa è che essendo scritto quando è stato scritto , ho trovato difficile immedesimarmi in qualsiasi personaggio ." 

venerdì 18 ottobre 2019


TUTTI I COLORI DEL BUIO 

Titolo originale: All the Colors of Darkness
Autore: Lloyd Biggle Jr.
Anno: 1963

Lingua originale: Inglese
Genere: Fantascienza
Editore: Arnoldo Mondadori Editore 
Edizioni italiane:
    Urania n. 335 (1964)
    Urania n. 686 (1975)
    Urania n. (1981)
Codice ASIN: B000ND3EU2
Codice ISBN: A000019927 
Pagine: 192 pp.
Formato: Paperback
Traduzione: Mario Galli


Sinossi (da Mondourania.com): 
I meandri dell'iperspazio, gli oscuri corridoi dimensionali, hanno ormai pochi segreti per il lettore di fantascienza. E l'autore di questo esemplare, cinematografico romanzo d'azione ne è ben consapevole: il viaggio istantaneo non pretende dunque di essere qui una mirabolante trovata, ma semplicemente il punto d'avvio d'un intreccio solido già di per se: fortunose vicende d'un gruppo di ricercatori, inspiegabili sparizioni di viaggiatori, sabotaggi, interventi di agenti privati e polizie di tutto il mondo. Ma quella che può sembrare soltanto una cronaca, per quanto movimentata, dello sfruttamento industriale dell'iperspazio, s'arricchisce al momento giusto di un elemento nuovo che scienziati, poliziotti e industriali non potevano prevedere. Dietro la facciata della quarta dimensione si nasconde...

Trama:
Siamo nel 1986, che all'epoca in cui il romanzo fu scritto sembrava lontanissimo nel futuro, credo a causa di una distorsione nella percezione del tempo caratteristica di molti fantascientisti. Un'azienda chiamata Universal Transmitting Company fa una sensazionale scoperta: un sistema che permette il teletrasporto istantaneo da un luogo a un altro. Basta che una persona si infili nella macchina trasmittente per essere scomposta e ricomposta nella macchina ricevente. Proprio quando l'azienda si prepara a rendere pubblica la sua invenzione e a rivoluzionare l'industria dei trasporti, ecco che avvengono alcuni misteriosi sabotaggi. Cosa particolarmente inquietante, si registrano casi di persone entrate nella macchina trasmittente e sparite nel nulla. Viene così assoldato un investigatore privato, Jan Darzek, affinché faccia chiarezza sui malfunzionamenti del teletrasporto prima che la cosa diventi di pubblico dominio e si risolva in una catastrofe. Jan fa le sue indagini e viene a scoprire qualcosa di sorprendente: le persone scomparse sono sempre le stesse, anche se la cosa non risulta subito ovvia dato che usano travestimenti vari per nascondere la loro identità. Quando il detective segue una di queste persone, decide contro ogni buon senno di infilarsi assieme a lei nel trasmettitore, scomparendo all'istante e venendosi a trovare sul lato nascosto della Luna, in una base gestita da un piccolo numero di alieni bizzarrissimi. Questi esseri hanno soltanto un fine: impedire al genere umano di continuare con i suoi pericolosi esperimenti di teletrasporto. Infatti la capacità di trasferire oggetti ed esseri viventi da un punto all'altro dello spazio è il primo passo verso i viaggi interestellari. Il punto è che la specie Homo sapiens è ritenuta troppo immatura e perversa per unirsi all'Ecumene Galattica, così deve restare confinata sul coprolito che è la Terra. Si tratta di una vera e propria quarantena. Come se agli estremi confini del Sistema Solare fosse stato collocato un cartello con scritto "NON ENTRARE". La decisione degli extraterrestri operanti sulla base lunare sembra senza appello, eppure dal loro dialogo con l'agente rapito scaturiranno frutti del tutto inattesi...  


Recensione: 
In sintesi è la storia di un uomo che passa molto tempo tra alieni di una specie con più di due sessi, e al ritorno a casa si accorge di non provare alcun desiderio per le donne. 

Ho messo le parole sopra riportate su Anobii, come microrecensione. Una navigatrice, certa Anna Reda - forse punta nel vivo - mi ha aggredito strillando:

"Ma doveee???!!! Hai letto un altro libro?" 

Ebbene no, il libro era proprio quello. Tutti i colori del buio, di Lloyd Biggle Jr. e basta. Lo devo ammettere, i miei ricordi sono un po' confusi, in fondo sono passati molti anni. Ero al liceo quando ho letto il romanzo di Lloyd Biggle Jr., eppure ogni tanto riemerge ancora qualche dettaglio fissatosi all'epoca nei banchi di memoria stagnante. Il detective Jan Darzek - ho recuperato il suo nome nel Web - si è trovato in mezzo a esseri di una stranezza incredibile, come se i loro corpi appartenessero a una geometria non euclidea, addirittura quadridimensinale. Le loro membra erano sottili, i loro volti lunghissimi e piatti, come se fossero scaturiti da un quadro di Picasso. A un certo punto, verso il finale, compariva una specie di predicozzo sulla molteplicità e sulla necessità della tolleranza. Ai tempi non sapevo nulla del pestilenziale buonismo politically correct, non avevo la benché minima idea di come questo tumore maligno avrebbe ridotto il nostro mondo. A distanza di molti anni ho dato un'occhiata al testo e vi ho trovato molte cose notevoli. Innanzitutto ho individuato le esatte parole pronunciate dall'alieno moralista Zachary all'investigatore rapito (il grassetto è mio):

- Pensateci! La vostra oscurità è tanto profonda, e siete ancora parecchie generazioni lontano persino dall’aver imparato a comportarvi tra voi. Sfruttate il debole. Sfidate il forte con le armi nucleari. Pervertite la giustizia, anche dove questa esiste. Il vostro onore è in vendita su ogni mercato. Perseguite quelli della stessa vostra razza per una semplice diversità di pelle… Una piccola diversità paragonata ai colori degli abitanti degli altri mondi. Vi dichiarate guerra per semplici contraddizioni di parole in quelle che voi chiamate religioni… piccole contraddizioni paragonate a quelle delle altre religioni della galassia. Non avete neppure regolato il comportamento tra i sessi, e siete fortunati, dato che ne avete solo due. Non possiamo, non dobbiamo permettere che il vostro popolo esca dal sistema solare. La galassia ha miriadi di mondi la cui potenza e tecnica vanno oltre la vostra comprensione. Voi siete aggressivi e in balia della vostra oscurità. Sareste in grado di procurare gravi danni agli altri, e questi risponderebbero distruggendovi. Ora, avete altre domande da fare?

Vedete che il riferimento alla pluralità dei sessi non era un parto della mia infetta fantasia?

Riporto questo interessante dialogo tra Jan Darzek e la provocante Jean, che lo concupisce senza successo:

- Dal momento che ti trovavi sulla Luna potevi svolgere qualche indagine e magari risolvere il mistero. Non hai visto niente di interessante?
- Sì. Ho incontrato gli abitanti della Luna.
- Che aspetto hanno? - domandò Jean.
- Enormi. Alti circa due metri e larghi quanto la porta di un fienile. Erano avvolti da bende, come se fossero mummie egiziane. I tratti di pelle che potevo vedere erano di un azzurro pallido. 
- Non c'è niente di strano in questo. Le notti lunari devono essere molto fredde.
- Le donne non lo erano. Erano calde, più calde delle terrestri. Avevano quattro dita, e i loro volti erano piatti, come se  fossero stati schiacciati da un compressore. Ma le trovavo belle. Non chiedetemi perché.
- Mio Dio! - esclamò Jean. - Ecco perché è ancora scapolo.

Già al primo incontro con un alieno di sesso femminile, Jan Darzek aveva avuto reazioni particolari, non certo di repulsione. Potremmo invece dire che gli si era rizzato l'uccello. Posso testimoniare questo senza timore di essere smentito, riportando questi passi: 

Era enorme, come Alice o Gwendolyn, ma sembrava infinitamente più vecchia. Il volto era coperto da una rete di rughe, il colore azzurro della pelle sembrava più pallido, e la membrana tra le dita aveva perso la trasparenza delicata per assumere un colore di decadenza. Mentre la stava fissando la donna sorrise.
— Non credo che possiate trovarci belli, signor Darzek…
— Vi trovo strani — rispose.
— Soltanto uno stupido potrebbe giudicare gli attributi estetici di qualcosa che rimane completamente al di fuori delle sue esperienze.
La donna lo fissò negli occhi senza rispondere. Come quelli di Alice erano luminosi.


Jan Darzek lancia infine un'accusa agli alieni: afferma che sono limitati nella loro percezione dell'oscurità, su cui fondano le proprie valutazioni. Li accusa di vedere le cose soltanto bianche o soltanto nere. Poi parte con un panegirico della specie umana, che annovera di tutto tra le sue fila, dai santi ai peccatori, dagli esseri morali a quelli amorali, dagli esseri sociali a quelli asociali, "con tutte le sfumature che possono esistere tra le due estremità".

Così lo ribadisco ad Anna Reda: non ho lavorato di fantasia e non mi sono inventato nulla. John Darzek ha sviluppato una nuova attitudine verso quelli che un tempo riteneva i propri simili, gli esseri umani. Ha imparato a detestarli come si può detestare uno strano insetto di un tipo mai visto prima, anche se senza reazioni di violenza e di odio inconsulto. Il detective non viene colpito dal rigurgito quando si ritrova sulla Terra, ma fa capire ai suoi interlocutori che qualcosa in lui è cambiato per sempre. Mi sembra chiaro cosa è successo: colei che mi ha aggredito ha letto Tutti i colori del buio in modo superficiale, saltando proprio i passi che ho riportato sopra. 

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Sempre su Anobii, l'utente aal ha scritto: 

"Romanzo che dimostra tutti i suoi anni ma che resta comunque una lettura piacevole in virtù di una scrittura accattivante e di un buon ritmo. Peccato però che un'ottima idea, che sarà sfruttata in futuro da centinaia di romanzi e sceneggiature, sia stata contornata da un apparato poliziesco-spionistico che si dilunga un po' troppo. Bellissimo però il concetto di oscurità da cui il libro prende il nome. E alla fine è proprio ciò che rende questo romanzo "fantascienza", ovvero l'incontro con una avanzata civiltà aliena e la scoperta di una tecnologia che annulla lo spazio, a risultare poco approfondito. Peccati veniali su cui un appassionato è sempre in grado di sorvolare in cambio di un paio d'ore di innocente evasione."

Evidentemente l'utente in questione ha usato la modalità descritta in genere come "lettura rapida", che incontra tutto il mio scetticismo. Chi macina un libro in un paio d'ore non può essere un lettore attento: per necessità leggerà male, saltando interi brani, sorvolando su ogni minimo ostacolo o su ogni eruzione della noia. Come se si avesse il pepe al culo e si facesse a gara a chi arriva prima a dire di aver finito il libro di turno. Non credo che questo modo di procedere possa definirsi "lettura"

Possibile che nessuno si sia accorto degli straordinari aspetti antropologici e dell'innovatività estrema dell'opera di Biggle Jr.? Tutti sempre fissi col gingillo tecnologico senza badare agli esseri che lo hanno concepito? Possibile che frugando nel Web riesca ad imbattermi soltanto in banalità? Sono stanco di tutto. Quello che mi auguro sempre più spesso quando mi imbatto nei fantascientisti è che Cthulhu possa sorgere da R'lyeh e digerirli! Sono persino disposto a frugare nell'output del Grande Antico per cercare tracce dell'anima metabolizzata! 

Omonimie 

Il romanzo di Biggle Jr. non va confuso con l'omonima opera di Stephen Kuusisto, pubblicata da Mondadori nel 1998, "Autobiografia di un poeta colpito da quasi totale cecità, nonostante la quale tenta di vivere con pienezza la propria passione. Pur non potendo quasi leggere un verso, se non con immani sforzi." 

Tutti i colori del buio (All the Colors of the Dark) è poi un film giallo diretto da Sergio Martino nel 1972, con Edwige Fenech nel ruolo di una giovane donna traumatizzata e indotta a partecipare a rituali satanici. Ovviamente non c'entra nulla con le avventure di Jan Darzek sulla Luna! 

mercoledì 16 ottobre 2019


GUERRA AL GRANDE NULLA 

Titolo originale: A Case of Conscience
Autore: James Blish
Anno: 1958
Lingua originale: Inglese
Genere: Fantascienza
Sottogeneri: Thriller teologico, fantareligione, fantabiologia,
    distopia
Ambientazione: anno 2049;
    pianeta Lithia (I parte);
    Terra (II parte)
Editori (it.): Arnoldo Mondadori Editore; Editrice Nord
Edizioni italiane (elenco incompleto):
    Urania, n. 226 (marzo 1960) 
    Urania, n. 474 (novembre 1967)
    Cosmo Oro (maggio 1975)
    Urania Collezione, n. 196 (maggio 2019)
Codice ISBN (Cosmo Oro): ISBN 88-429-0314-0
Traduttori: Giorgio Severi, Riccardo Valla
Altre traduzioni:
    Tedesco: Der Gewissensfall
    Olandese: De Goddeloze Tuin van Eden
    Francese: Un cas de conscience
    Spagnolo: Un caso de conciencia
    Portoghese: Um Caso de Consciência
    Rumeno: Un caz de conștiință
    Polacco: Kwestia sumienia

Sinossi (da Mondourania.com, n. 474):
"Siamo in presenza di un pianeta e di una popolazione sostenuti dal Supremo Nemico. E' un'immensa trappola tesa a tutti noi, a tutti gli uomini della Terra e fuori dalla Terra: La sola cosa che possiamo fare è respingerla, la sola cosa che possiamo dire è: Vade retro Satana." A parlare così è il Padre Ruiz-Sanchez, gesuita, scienziato, esploratore spaziale, che nel pianeta Lithia e nei suoi troppo razionali, troppo morali, troppo sereni, troppo perfetti abitanti, vede all'improvviso una perfida e ironica creazione del Demonio. Stimolante, audace, originale, come certe "utopie" di Sheckley, questo "thriller" teologico ha rinnovato il tema tradizionale dei nostri rapporti con gli extra-terrestri, ed è ormai considerato a buon diritto un testo fondamentale della fs. moderna.

Sinossi (da Mondourania.com, n. 226): 
E' possibile che gli altri mondi non siano abitati. Ma finora, niente esclude che possano invece ospitare forme di vita, simili o no alla nostra. Questo è un problema che le scoperte della nuova scienza rendono attuale e non più ignorabile, una questione che va considerata sotto tutti gli aspetti. Anche quello religioso. Infatti, fra i doveri della Chiesa c'è quello di mantenersi in linea coi tempi; e il punto a cui è arrivata la giovane scienza spaziale ha spinto appunto la Chiesa a interessarsi dell'eventualità che esistano altri pianeti abitati. A questo proposito importanti esponenti del Clero hanno consentito a rispondere alle domande dei giornalisti, e il risultato delle speciali recenti interviste è stato ampiamente pubblicato su autorevoli quotidiani. Il romanzo che presentiamo in questo numero sembra scritto proprio in seguito alle ipotesi formulate da un Padre Gesuita nel corso del colloquio cui abbiamo accennato. E, guarda caso, a protagonista del suo romanzo, James Blish ha scelto un Gesuita. Il tema è ardito, e solo un autore intelligente, obiettivo, e abile come Blish lo poteva affrontare. Ne è uscito il racconto più eccitante cha sia mai stato scritto nel campo della fantascienza. Un romanzo che i lettori di Urania non possono ignorare.

Trama: 
Il gesuita peruviano Padre Ramon Ruiz-Sanchez, biologo e biochimico, giunge sul pianeta Lithia assieme al fisico Cleaver, al chimico Michelis e al geologo Agronski. I quattro scenziati formano una commissione il cui compito è studiare a fondo il pianeta, dotato di una ricca biosfera e abitato da esseri senzienti, per decidere se sia o meno adatto alla colonizzazione umana. I nativi di Lithia sono Rettiliani: in pratica somigliano a pingui lucertoloni dalla statura eretta, alti più di tre metri e dotati di grande intelligenza. La logica vorrebbe che il pianeta fosse subito dichiarato off limits, senza nemmeno essere esplorato da un equipaggio umano - anche per evitare il concreto rischio di contaminazioni biologiche, non solo dalla Terra a Lithia, ma anche nell'inversa direzione. Evidentemente i terrestri del XXI secolo descritti da Blish non hanno simili scrupoli. Si tratta di una società decadente, quasi in fase terminale. La maggior parte della popolazione vive inumata in rifugi antiatomici; l'unica organizzazione religiosa presente, dotata di immenso potere, sembra essere la Chiesa Cattolica Romana. Tra Padre Ramon e gli altri membri della commissione inviata sul pianeta alieno non vi è accordo sulle politiche future. Michelis e Agronski ritengono che non vi siano risorse lithiane degne di essere sfruttate; soltanto il perfido Cleaver è dell'idea di usare il mondo dei Rettiliani per produrre e stoccare armi atomiche in gran quantità. Più complessa e articolata la posizione del gesuita. Dapprima egli è incline a considerare la civiltà autoctona di Lithia come preadamitica, ossia priva del Peccato Originale, in quanto gli abitanti vivono in perfetto ordine morale senza bisogno alcuno di credere all'esistenza di Dio e senza alcun comandamento. Pian piano che approfondisce la sua conoscenza, per diretta esperienza con un nativo, Chtexa, ecco che in Padre Ramon inizia a farsi strada un grave sospetto. Lithia sarebbe in tutto e per tutto opera di Satana. L'Avversario avrebbe dato origine a tale mondo facendone una trappola per gli esseri umani, per convincerli della possibilità di una vita perfetta senza alcuna nozione di Dio. Giunge per la commissione guidata dal gesuita il giorno della partenza. Prima che le operazioni di imbarco siano completate, il lithiano Chtexa consegna a Padre Ramon un dono: è una specie di anfora sigillata contenente un uovo fecondato, destinato a dare origine a un girino che è proprio il figlio del donatore. Il suo nome è Egtverchi e ne è già consapevole quando ancora è un embrione. Il desiderio di Chtexa è che Egtverchi sia cresciuto tra gli umani per apprenderne gli usi e i costumi. Pur essendo sconvolto, il gesuita accetta e prende con sé il singolare presente. Questo sarà un gravissimo errore, una falla nell'ordine cosmico che permetterà alla Distruzione di irrompere, portando il marasma sulla Terra e la Nemesi di Lithia.


Recensione: 
Oltre a essere un thriller teologico, il romanzo di Blish è soprattutto un thriller sulfureo. Questo è stato tra i primi libri di fantascienza in cui mi sono imbattuto e non è stato un incontro facile. Ho dovuto interrompere più volte la lettura: troppo angosciante. In ogni caso ho subito compreso l'estremo interesse degli argomenti trattati. Anche se le parole "manicheismo" e "manicheo" sono in tutto menzionate soltanto tre volte, esse hanno un'importanza cardinale. Non è poi così facile che un'opera di fantascienza faccia anche una semplice menzione di questo pensiero religioso perseguitato in modo atroce nel corso dei secoli, dimenticato dalle genti eppure ancora temuto dalle religioni del mondo. Questo è riportato nella Biblioteca Galattica e merita la massima attenzione: 

"L’argomento attorno il quale è costruita la vicenda narrata nel romanzo è di matrice teologica. Il protagonista è padre Ramon, uno studioso, biologo, gesuita. Egli ritiene che Lithia, un pianeta alieno appena scoperto, e la razza intelligente che lo abita siano frutti del demonio, attribuendo a Satana una potenza creatrice e cadendo così nell’eresia manichea. Intanto, uno di questi alieni vive e cresce sulla Terra, minacciando di distruggere, come un novello anticristo, l’intera società terrestre, prima che padre Ramon riesca a porre un rimedio definitivo all’aberrazione…"  

Purtroppo i fantascientisti quadrati non prestano a tutto questo attenzione alcuna. A quanto pare religione e antropologia non destano il loro interesse, anzi, causano viva irritazione.

Sine ipse factum est Nihil 

Il titolo in italiano è decisamente atipico: in quasi tutte le altre lingue è stata scelta la traduzione letterale dell'inglese A Case of Conscience. Senza dubbio Guerra al Grande Nulla è qualcosa di grande effetto. Se si fosse tradotto in modo pedissequo Un caso di coscienza, ben pochi sarebbero stati attratti dal romanzo di Blish. Il Grande Nulla è Satana, l'Avversario di Dio. Nella versione originale ho potuto constatare che la locuzione usata è Great Nothing. Il teologo gesuita, Padre Ramon Ruiz-Sanchez, ha ricavato l'immagine del Grande Nulla da una discussione in cui il chimico Michelis, che definiva l'atomo, fondamento della realtà materiale, come un buco all'interno di un buco, a sua volta all'interno di un buco e così via, secondo una ricorsività frattale che non conosce fine. Forse Blish non ne era al corrente, ma non c'è niente di più lontano dalla teologia della Chiesa Romana di questo uso della parola Nulla. Un uso che invece era tipico dei Catari Assoluti. Peire Autier, l'Apostolo della Linguadoca, diceva chiaramente che il mondo materiale è il Nulla, perché è stato fatto senza il Verbo.

Incoerenze narrative

Papa Adriano VIII, un austero e imponente norvegese ormai incanutito (ex biondiccio), di carattere ipereccitabile, riceve Padre Ruiz-Sanchez, confermandone l'esclusione dalla Chiesa. Così argomenta il Pontefice: il gesuita, non appena caduto nell'eresia manichea, sarebbe stato scomunicato in automatico, senza bisogno alcuno di pronunciamento (ossia lata sententia). In ogni caso la scomunica viene ribadita con dure parole. Il gesuita, caduto nelle dottrine che attribuiscono a Satana potere creatore, può solo essere visto con orrore dal corpo ecclesiastico e considerato come una cellula tumorale da cauterizzare. Nonostante questo, Adriano VIII gli dà alcuni suggerimenti, prima di congedarlo. Innanzitutto getta dubbio sugli stessi sensi degli umani, insinuando che il pianeta Lithia potrebbe essere illusorio, che non c'è bisogno di credere che sia una creazione del Maligno, bensì soltanto un'allucinazione da lui indotta, un'illusione. Quindi afferma che l'unico modo per porre fine alla crisi lithiana sarebbe pronunciare un esorcismo. Esorcizzare un intero pianeta. L'obiezione mossa dall'uomo della compagnia di Gesù a questo invito è incentrata sull'obsolescenza secolare della pratica esorcistica. La Chiesa del 2049 è rancidamente preconciliare, eppure i preti hanno smesso di utilizzare l'esorcismo per evitare di essere scambiati per manipolatori di ingenui e spargitori di superstizioni. Accusati da chi? Blish descrive una Chiesa potentissima, con tanto di Inquisizione. Cosa avrebbe dovuto temere un clero tanto influente? Fatto sta che l'esorcismo compiuto da Padre Ruiz-Sanchez da un osservatorio lunare, riesce alla perfezione. Lithia subisce una grande e improvvisa catastrofe che la trasforma in un mondo inabitabile. A dire il vero, l'autore lascia il lettore nel dubbio. Il fisico Cleaver aveva collocato sul pianeta un quantitativo immenso di ordigni nucleari e fatto costruire impianti in grado di provocare una reazione a catena, fondendo gli atomi di litio, abbondantissimi, in un unico super-atomo in grado di esplodere come un minuscolo Big Bang. Probabilità e verosimiglianza vogliono che proprio questa sia la causa della Fine di Lithia, non certo l'opera di un esorciccio. Veniamo ora alla formula esorcistica pronunciata dal ex gesuita scomunicato e attribuita a Gregorio VIII: 

- Io, sacerdote di Cristo, ordino a voi, spiriti malvagi, che agitate queste nuvole...
- ... di ritirarvi da esse e disperdetevi in luoghi selvatici e deserti, onde non possiate più nuocere né agli uomini né agli animali, né alle piante né a cosa alcuna che sia stata concepita per il servizio dell'uomo.

  "E tu, Grande Nulla, stupido e lubrico, tu, Scrofa Stercorata, nero spirito del Tartaro, io ti scaglio, o Porcarie Pedicose, nell'infernale cucina."
  "Per l'Apocalisse di Gesù Cristo, che il Signore ha inviato ai Suoi servi per far loro conoscere le cose che stanno per essere; e che Egli ha significato, inviando il Suo Angelo; io ti esorcizzo, Angelo della Perversità:
  "Per i sette candelieri d'oro e per quello che è come il Figlio dell'Uomo, ritto in mezzo ai candelieri; per la sua voce, come la voce di molte acque; per le sue parole "Ecco, son vivo, io ch'ero morto; e vivrò sempre e sempre; e ho le chiavi della morte e dell'Inferno"; io ti dico, Angelo della Perdizione: via, VIA, VIA!"


Sono riuscito a trovare un testo molto simile, sebbene non identico. Vi compare la Scrofa Stercorata, così come il sudicio branco di porci (Porcarie Pedicose). Nessuna menzione del Grande Nulla. Perché è stata utilizzata una locuzione manichea, Grande Nulla, in un esorcismo cattolico? Bisogna poi chiedersi come sia possibile che Ruiz-Sanchez, ormai decaduto dalla sua condizione ecclesiastica e privato della veste, sia stato al contempo investito dal Papa di cotanta autorità. Perché non è stato lo stesso Vescovo di Roma ad esorcizzare Lithia?

Il problema del Darwinismo 

I Lithiani hanno un sistema riproduttivo molto peculiare, che prevede una ricapitolazione esterna delle fasi evolutive. Nell'embrione umano si ha un processo di sviluppo che comporta il passaggio da una forma simile a quella di un pesce, con tanto di branchie, a una forma simile a quella di un anfibio, quindi a quella di un rettile, ancora dotato di coda e di un sistema circolatorio che mescola il sangue venoso a quello arterioso. Quindi, nelle fasi finali, la coda sparisce, si forma un setto cardiaco che separa la circolazione del sangue ossigenato da qualle del sangue ricco di scorie. Per descrivere tutto ciò i biologi utilizzano proprio la parola ricapitolazione. L'ontogenesi ricapitola la filogenesi, per usare le parole di Haeckel. Bene, nei Rettiliani di Lithia questo avviene al di fuori del corpo materno. La femmina depone le uova fecondate nelle acque del mare. La prole viene lasciata a se stessa: ogni cura parentale è impossibile. Così i nuovi nati assumono la forma di lamprede, quindi di pesci veri e propri. Poi tornano alla terra, diventando come grossi anfiossi o pesci polmonati. Crescendo ancora, si sviluppano le zampe e si trasformano in anfibi simili a rane toro. Questi esseri migrano nella giungla, diventando quindi lucertole bipedi che saltano come canguri, emergendo dalla vegetazione solo quando sono abbastanza maturi per essere accolti nella società. Tutto ciò ha un impatto devastante su Padre Ruiz-Sanchez, che rappresenta una Chiesa ostile all'evoluzionismo, ossessionata dalla verità letterale del racconto della Genesi. Ecco che prende corpo nel gesuita l'idea che Lithia sia una fabbricazione dell'Avversario, essendo uno dei suoi fini proprio quello di dimostrare la veridicità delle dottrine di Darwin sull'evoluzione delle specie.

L'ombelico di Adamo

In un mondo in cui l'Islam sembra scomparso, la città di Bassora in Iraq, a noi tristemente nota per via di attentati e stragi, è stata sede di un'importante assemblea ecclesiastica. È la Dieta di Bassora, tenutasi nel 1999, che ha condannato le dottrine di Darwin. Gli argomenti addotti sono talmente grossolani e folli da spingere molti lettori a credere che Blish abbia voluto fare una tagliente satira della religione cattolica e più in generale del Cristianesimo nel suo insieme. Secondo le dottrine prevalse alla Dieta di Bassora, Dio avrebbe creato Adamo con l'ombelico per dargli integrità fisica e perfezione, anche se il Primo Uomo non era uscito dal grembo di una donna. Così, allo stesso modo, Dio avrebbe creato la geologia terrestre con strati e testimonianze di una passato mai esistito. Dunque si dovrebbe postulare un Dio Ingannatore, simile ai Farisei e agli Scribi - anche se ovviamente il clero non è in grado di trarre questa logica conclusione delle sue stesse premesse. Quando ero un marmocchio ha assistito agli ultimi rigurgiti di ostilità cattolica verso l'evoluzionismo. Una suora rachitica si scagliò contro Darwin dicendo cose ridicole: "Se l'uomo viene dalle scimmie, da dove sono venute le scimmie? Gli scienziati dicono che le scimmie sono venute dal Nulla!" La religiosa la giudicai subito una idiota. Mi veniva da ridere, perché mi immaginavo questo Nulla come un mare grigiastro e crepitante, come uno schermo di una TV non sintonizzata, da cui uscivano senza sosta scimmie già adulte! Soltanto pochi anni dopo, la versione della Chiesa Romana era questa: i giorni della Genesi potevano benissimo essere ere geologiche, e Dio sarebbe intervenuto a infondere l'anima a un ominide generato tramite evoluzione delle specie. Il gesuita di Blish riporta questa dottrina, pur rifiutandola senza fornire un'adeguata critica, senza dire il perché. Il punto è che Guerra al Grande Nulla fu letto con attenzione da molti fondamentalisti protestanti in America, così un bel giorno vidi su un giornale la foto del faccione di un pastore, dotato di lunga barba; sopra l'immagine c'era scritto: "E DIO CREÒ LA TERRA CON I FOSSILI DENTRO!"

Incapacità predittiva della fantateologia 

Una delle principali critiche rivolte al romanzo di Blish è partita proprio da un gesuita, Frate Guy Consolmagno, direttore dell'Osservatorio Vaticano. Secondo il religioso-scienziato, Guerra al Grande Nulla sarebbe nient'altro che un ammasso di "cattiva teologia", scritto senza alcuna reale conoscenza della Compagnia di Gesù e delle sue dottrine. Queste sono state le obiezioni di Blish agli attacchi di Consolmagno: 

  1) Guerra al Grande Nulla descrive la Chiesa Romana del futuro, la cui teologia può quindi essere ben diversa da quella della metà del XX secolo;
  2) Guerra al Grande Nulla non è stato scritto come un corpo di dottrine teologiche: il centro e il senso della narrazione è invece un singolo uomo. 


James Blish (1921 - 1975), che era un agnostico, concepì un Cattolicesimo futuro molto robusto, dotato di una teologia granitica e pervasiva, per quanto rozza, capace di influenzare in modo assai potente la politica terrestre. L'autore non ha saputo prevedere la Morte Teologica della Chiesa Romana, lo svuotamento della stessa istituzione del Papato, il proliferare di sètte come Comunione e Liberazione, i Neocatecumenali e i Mariolatri Medjugoristi, che si sono formate come funghi sul putrescente tronco ecclesiastico. Queste congreghe settarie sono considerate dalle plebi, in modo alquanto stolto, genuine manifestazioni della religione cattolica, anche se la realtà è molto diversa: gli adepti di Don Giussani sono neopelagiani che credono nella salvezza tramite le opere; i Medjugoristi sono idolatri superstiziosi, etc. Non possiamo aspettarci che nel 1958 lo scrittore americano potesse avere idea di questi sviluppi. Non dobbiamo dimenticarci che proprio in quell'anno finì il pontificato di Pio XII, il 9 ottobre. Il 20 ottobre iniziò il pontificato di Giovanni XXIII, che annunciò il Concilio Vaticano II il 25 gennaio del 1959 presso la Sala Capitolare del Monastero di San Paolo di Roma. La prima sessione del Concilio ebbe inizio nell'ottobre del 1962. Il 3 giugno dell'anno successivo, i lavori si interruppero a causa della morte del Pontefice. Le altre tre sessioni furono convocate e presiedute dal successore Paolo VI. Quindi è ovvio che il Cattolicesimo Romano di cui leggiamo in Guerra al Grande Nulla sia preconciliare.

Protocolli ecclesiastici 

Secondo le dottrine della Chiesa Romana, enunciate dalla Società di Gesù, particolarmente sensibile a questo tema, un'ipotetica specie intelligente extraterrestre può soltanto ricadere in tre categoria: 

1) Creature senzienti ma prive di anima; 
2) Creature senzienti con anima caduta, a causa di un peccato ancestrale non inevitabile (equivalente al Peccato Originale);
3) Creature senzienti con anima non caduta. 


Nel caso 3), queste creature non cadute devono per necessità vivere in condizone di totale felicità e di immortalità, in un mondo paradisiaco che non conosce il peccato. Anni fa mi sono imbattuto in una discussione televisiva in cui proprio un gesuita affermava l'estrema apertura della Chiesa Romana alla possibilità di esistenza di civiltà aliene, precisando però l'impossibilità di accettare il discorso induista di incarnazioni divine su altri mondi (parole quasi testuali). I protocolli ecclesiastici, pensati molto per tempo nell'eventualità di un contatto, raccomandano le seguenti politiche: 

1) Non tentare nemmeno di evangelizzare le creature senzienti che risultassero prive di anima; 
2) Cercare con ogni mezzo di evangelizzare le creature senzienti con anima caduta;
3) Cercare di imparare dalle creature senzienti immortali e senza peccato lo stato di perpetua grazia divina. 


Non sembra passare nemmeno per la mente dei Gesuiti che la convivenza tra gli umani e una specie extraterrestre non caduta che vivesse nell'equivalente dell'Eden potrebbe portarle proprio il Peccato Originale e quindi decretarne la contaminazione. Misteri delle sottigliezze dell'Ordine di Loyola. Si vede che i Lithiani non appartengono a nessuna delle tre categorie elencate dai protocolli gesuitici. Se i Rettiliani incontrati da Padre Ruiz-Sanchez fossero una specie non caduta, sarebbero immortali e avrebbero una conoscenza innata di Dio, godrebbero della sua presenza immanente. Visto che questi lucertoloni bipedi non concepiscono Dio e hanno una morale assiomatica, ne scaturisce la tragedia religiosa - per l'appunto, il caso di coscienza.  

L'artificio del Tempo di Newton 

L'impianto narrativo è ostile a gran parte della Scienza moderna. Viene così immaginato un artificio concettuale che permette di abolire, pur in certe condizioni fisiche, l'intera Relatività speciale di Einstein, permettendo così una perfetta sincronizzazione tra azioni che occorrono a molti anni luce di distanza. In questo modo l'esorcismo dell'ex gesuita Ruiz-Sanchez può giungere dalla Luna fino a Lithia in tempo reale, viaggiando di fatto a una velocità ben superiore a quella della luce nel vuoto. Questa rimozione della teoria relativistica è a tutti gli effetti una reintroduzione del Tempo Assoluto concepito da Newton come una dimensione immutabile che esiste in modo perfettamente indipendente dagli enti in essa immersi - o addirittura dalla presenza o meno degli enti stessi. 

Il paradosso delle eresie 

A far rabbrividire Padre Ruiz-Sanchez e a farlo propendere per una spiegazione manichea della realtà che lo affligge è l'attenta osservazione della società rettiliana di Lithia. Tutto ciò che apprende gli conferma di essere di fronte a una sfida a tutti i dogmi in cui è stato educato. In particolare, si preoccupa delle conclusioni a cui potrebbero giungere gli esseri umani venendo in contatto con questi alieni. Conclusioni non soltanto atee, dedotte dalla ricapitolazione esterna tipica del sistema riproduttivo dei lucertoloni, ma anche un'affermazione di idee pelagiane, negatrici della necessità della Grazia di Dio per giungere alla Salvezza. Anzi, l'uomo può essere buono anche senza Dio, anche senza credere nella sua esistenza - cosa che porterebbe alla perdita del potere del Vaticano. Così Padre Ruiz-Sanchez, per sfuggire a una credenza condannata come ereticale, ne abbraccia un'altra ritenuta ancor più temibile. Emerge a questo punto la natura paradossale dell'eresiologia della Chiesa di Roma. Non viene riconosciuta alcuna differenza tra una singola idea ritenuta eretica, sorta in un singolo individuo isolato, e un corpo dottrinale completo di una religione organizzata e distinta da quella cattolica. Questo è il fondamento dell'Inquisizione, che perseguita il singolo per un'idea, proprio come perseguita il credente di una congregazione anatemizzata. Se un prete adotta un'idea manichea, è considerato come un credente di una Chiesa Manichea. Se un prete adotta un'idea pelagiana, è considerato come un credente di una Chiesa Pelagiana. Poi succede che neopelagiani come Josemaría Escrivá de Balaguer siano fatti santi.


Maledetti tagli di Urania! 

Una vittima dei famosi tagli di Urania è l'Appendice (Il pianeta Lithia), che è oltremodo interessante. Anche una succinta guida alla pronuncia dei nomi lithiani, all'inizio dell'opera, è stata ritenuta superflua dalla redazione uranica, che l'ha soppressa senza indugio assieme all'introduzione dell'autore - una premessa fondamentale per capire meglio la narrazione. Quando mi sono accorto di questo vile scempio, sono stato invaso da una profonda irritazione. Con mio sommo rammarico sono stato costretto ad arrendermi all'evidenza: gli Urania sono in genere inaffidabili. Purtroppo non mi è possibile leggere nella versione originale tutti i romanzi che ho letto finora nella versione uranica: semplicemente non ho abbastanza tempo per farlo. Se solo penso che molte volte ho sognato su scritti mutilati, mi viene un travaso di bile. Per fortuna ho potuto recuperare un'edizione integrale di Guerra al Grande Nulla

Il pianeta Lithia

L'Appendice è troppo lunga per essere riportata in questa sede, ma vale la pena riportarne un breve riassunto. Lithia orbita attorno a una stella simile al Sole, Alpha Arietis, distante da noi circa 50 anni luce. Secondo pianeta del suo sistema, il suo anno dura circa 380 giorni terrestri (456 giorni lithiani). La gravità è 0,82 volte quella terrestre, a causa della bassa densità degli elementi che costituiscono il pianeta: vi abbonda il litio - da cui il nome che gli è stato attribuito dagli scopritori - mentre il ferro vi è rarissimo, l'unica sua sorgente essendo le meteore. La percentuale di ossigeno nell'atmosfera è 31,27% in volume, mentre quella di CO2 è 0,31% in volume. Temperature medie elevate (30 °C al polo, 38 °C all'equatore, d'estate, circa 15 °C in meno d'inverno). L'umidità è molto elevata e abbondano le foreste. L'unica luna di Lithia ha poco più di 2000 km di diametro; scarsa è l'attività tettonica e i continenti sono tre. Le specie vegetali sono estremamente varie. Gli animali presentano ordini molto simili a quelli che si trovano sulla Terra. Particolarmente diffusi sono gli artropodi, che possono raggiungere grandi dimensioni. Molti sono gli insetti in grado di spruzzare veleni, in genere alcaloidi e in un caso persino acido cianidrico. Sulla terraferma sono molto comuni anfibi e rettili, mentre i mammiferi, poco rappresentati, somigliano a grossi topi. Animali affini ai pesci abbondano nelle acque. Oltre alla specie dominante senziente, l'animale terrestre più grande è il raro allosauro lithiano, mentre un ittiosauro simile a un pesce lungo 10 metri domina i mari.

La lingua lithiana  

Tutti i Rettiliani di Lithia parlano un'unica lingua, che almeno in parte è innata, ossia codificata nelle sequenze del genoma. Come ci viene spiegato, ogni lithiano conosce il proprio nome come eredità genetica, senza bisogno di apprenderlo. Ecco una descrizione sommaria e imprecisa della fonetica lithiana, tradotta con qualche adattamento dall'originale di Blish: 

Se a qualcuno interessa, le parole lithiane che compaiono qui e là nel romanzo si pronunciano nel modo seguente: 
  XOREDESHCH. La X corrisponde alla K dell'inglese (o alla chi del greco); SHCH contiene due suoni diversi, come in molte parole russe: il suono sci di "scia" seguito dal suono della ci dolce di "cima". (Pron.: Koredesc)
  GTON. La G è gutturale, contro il palato duro (come in "gola")
  CHTEXA. Il suono del CH in questa parola è come il suono sci di scia. (Pron.: Sc-tèka). 
  GCHTEHT. Suono G gutturale, seguito dal suono sci; la seconda H serve a indicare che la seconda T è muta. (Pron.: Gh-sc-tètt.) 
  GLESHCHTEHK. Come in precedenza: G gutturale, doppio suono SHCH, l'ultima H indica che la K è muta. (Pron.: Gh-le-sc-tèq.)
 


Questa è una traduzione adattata alla realtà fonetica della lingua italiana: com'è ovvio, la versione originale riporta esempi diversi.  Per spiegare la pronuncia di SHCH si utilizza "fish-church". Nei gruppi consonantici finali -HT e -HK è la consonante H a non pronunciarsi e ad essere ritenuta un equivalente del "segno muto" dell'antico russo. Il traduttore si è ingarbugliato non poco. Noto la censura del commento del paffuto Agronski: "Chi può sputare può anche imparare il lithiano"

Purtroppo Blish non aveva alcuna conoscenza di linguistica, ma possiamo dedurre dalle sue note che la lettera X renda un'occlusiva aspirata /kh/ e non una fricativa. Una trascrizione abbastanza infelice e fuorviante (più di un lettore avrà pensato di pronunciare /ks/). A quanto ho potuto constatare, il solo vocabolo traducibile è gchteht "tipo di bevanda simile al tè". Per il resto sono nomi di individui (Chtexa, Egtverchi) o toponimi (Xoredeshch Sfath, Xoredeshch Gton, etc.). Insomma, Blish ha perso una splendida occasione per fare fantalinguistica e per deliziare gli animi più sensibili a queste creazioni! 

Curiosità  

Esiste un romanzo breve omonimo, A case of conscienze, il cui autore è Ken McLeod. Spesso si ingenera confusione nel Web, al punto che girano file in cui lo scritto di McLeod è attribuito erroneamente a James Blish. Cosa buffa, proprio Ken McLeod ha scritto un'interessante introduzione a un'edizione albionica di Guerra al Grande Nulla

Nel 1959 il romanzo di Blish ha vinto il Premio Hugo per il miglior romanzo. Questo riconoscimento ha molto contribuito a diffondere la fama di quest'opera, non senza generare accese controversie. 

Con una certa sorpresa sono venuto a sapere che un'edizione di A Case of Conscience è stata curata da Gary K. Wolfe (2012). Qualcosa mi disturbava: avevo confuso questo autore con il Gary K. Wolf (senza -e finale) che ha scritto Quarto: uccidi il padre e la madre e più noto per il soggetto dell'orrido film Chi ha (in)castrato Roger Rabbit? Si tratta di due persone diverse!  

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Ero convinto di aver scritto a suo tempo qualche riga su Anobii. Ho potuto constatare che mi sbagliavo. I miei banchi di memoria stagnante hanno subìto una distorsione! Ho comunque trovato qualche intervento degno di nota.

Blacktia ha scritto: 

Gran prima parte, ricca di sapienti digressioni tecniche e dal buon ritmo narrativo, la seconda parte (sulla terra) molto più lenta e macchinosa, con intrecci morali opinabili ed un finale oggettivamente debole.

Un utente anonimo ha scritto: 

Idea interessante, esecuzione ingenua 

Una civiltà aliena, un attentato ai dogmi della fede: un'angolazione insolita dalla quale esplorare i rapporti fra l'umanità e un'altra forma di vita intelligente, anzi più intelligente.
E' questo il punto di forza del romanzo, che tuttavia alcune ingenuità nello stile ("As you know, Bob"; informazioni esposte in modo forzato e didascalico) e nell'evoluzione della vicenda (troppo rapida) rendono non del tutto soddisfacente, malgrado le premesse.
Godibili i dati "scientifici" relativi al pianeta Lithia, in appendice al romanzo. 


Gianni Sarti ha scritto:

Più che un romanzo è una antologia di due racconti legati da un esile filo.
Nel primo quattro scienziati terrestri, tra cui un sagace sacerdote alle soglie dell'eresia, si trovano a giudicare un pianeta lontano e la sua società perfetta ma senza valori. Questa parte è brillante, ha idee mirabili e uno stile narrativo colmo di informazioni scientifiche: bellissima.
Nella seconda parte un cucciolo della società aliena perfetta cresce sulla Terra, una Terra improbabile con personaggi assurdi che si comportano in modo illogico. L'interesse alla storia scompare, ci si sente traditi, viene da chiedersi che fine abbia fatto il geniale scrittore della prima parte.


Tinebrella ha scritto:

Questo libro può solo avere due letture: o è una sottile ma feroce critica al dogmatismo e all'ottusità fanatica della Chiesa, o è una boiata di una ridicolaggine senza pari.
E al di là di questo, non è comunque una bella storia, per quanto l'idea di fondo possa essere originale.