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martedì 7 marzo 2023


LA CARTA E IL TERRITORIO

Titolo originale: La Carte et le Territoire 
Titolo in italiano: La carta e il territorio 
Autore: Michel Houellebecq 
Lingua: Francese 
Anno: 2010 
Data di uscita: 3 settembre 2010
1a ed. italiana: 2010 
2a ed. italiana: 2022
Tipologia narrativa: Romanzo, metaromanzo  
Genere: Autobiografico, depressivo 
Editore: Bompiani (2010); La nave di Teseo (2022) 
Collana (Bompiani): Narrativa straniera 
Collana (La nave di Teseo): I delfini
Pagine: 360 pagg., brossura (1a ed.); 400 pagg. (2a ed.)
Codice ISBN-10: 8845268365 
Codice ISBN-13: 978-8845268366 
Codice EAN: 9788845265815 
Titoli in altre lingue: 
   Inglese: The Map and the Territory 
   Tedesco: Karte und Gebiet 
   Olandese: De kaart en het gebied 
   Svedese: Kartan och landskapet 
   Spagnolo: El mapa y el territorio 
   Polacco: Mapa i terytorium 
   Russo: Карта и территория 
   Ungherese: A térkép és a táj 
Traduttore: Federica Ascari (1a ed.); Fabrizio Ascari (2a ed.) 
Premi e riconoscimenti: Prix Goncourt, 2010

Sinossi (da Amazon.it): 
"Se Jed Martin, il personaggio principale di questo romanzo, vi dovesse raccontare la sua storia, probabilmente vi parlerebbe della rottura della propria caldaia, avvenuta un certo 15 dicembre. Oppure di suo padre, architetto noto e stimato, con cui era solito trascorrere solo la vigilia di Natale. Ricorderebbe certamente Olga, una russa molto carina incontrata all'inizio della sua carriera, in occasione di una mostra delle sue fotografie delle carte stradali della Michelin. Tutto questo avveniva prima che arrivasse il successo mondiale con la serie delle opere dedicate ai "mestieri", ritratti di personalità di diversi ambienti (fra cui lo scrittore Michel Houellebecq), colte nell'esercizio della loro professione. Dovrebbe dire anche come ha aiutato il commissario Jacelin a chiarire un'atroce storia criminale che ha sconvolto la polizia. Sul finire della sua vita, Jed Martin arriverà a una certa serenità ed emetterà solo dei mormorii. L'arte, il denaro, l'amore, il rapporto col padre, la morte, il lavoro sono solo alcuni dei temi di questo romanzo, decisamente classico eppure, evidentemente, contemporaneo, in cui Michel Houellebecq, con la consueta implacabilità, ritrae la condizione umana."

Trama: 
Jed Martin è un artista bizzarro che vive da solo a Parigi. Ha sempre avuto un notevole successo. La sua vita viene svelata tramite diversi flashback nel corso del romanzo, la cui struttura non è lineare. Figlio unico di un architetto fanatico del lavoro, Jed ha perso la madre, morta suicida quando era bambino. Uscito dal collegio in cui era stato messo, ha cominciato a muovere i suoi primi passi nel mondo dell'arte, presentando domanda di ammissione all'École nationale supérieure des beaux-arts de Paris. La sua documentazione di candidatura era un dossier intitolato "Trecento fotografie di oggetti del commercio del ferro"
Jed acquisisce grande notorietà nel panorama artistico francese dopo aver studiato arte con fotografie modificate al computer delle mappe stradali Michelin, confrontandole con immagini satellitari delle stesse regioni. In questo periodo inizia una storia d'amore con Olga, l'agente PR russa della Michelin. Questa relazione ha termine all'improvviso quando la Michelin ha offerto alla donna un lavoro nel suo paese d'origine. L'artista rimane "senza parole". Quando Olga torna a Parigi più avanti, rimane fredda nei confronti dell'uomo, che non riesce a connettersi emotivamente con la loro precedente relazione. Finito il suo lavoro sulle mappe stradali, Jed cambia completamente genere, iniziando un ciclo di dipinti figurativi intitolato "Serie di professioni semplici", a cui lavora per molti anni. Ritrae personaggi come la escort Aimée e il tabaccaio Claude Vorilhon. Dopo tanto lavoro, viene finalmente pianificata una mostra sul Ciclo delle Professioni, la prima dopo quella delle carte stradali. Durante i preparativi, l'impresario dell'artista ha la brillante idea di invitare lo scrittore Michel Houellebecq a scrivere la prefazione al catalogo. L'idea è eccellente: ci si aspetta che un testo di un autore controverso abbia un'influenza positiva sulla percezione delle opere esposte. Così Jed si reca in Irlanda a trovare lo scrittore estremamente solitario nella sua casa, per mostrargli le fotografie delle sue opere necessarie alla preparazione del testo richiesto; gli fa inoltre la proposta di realizzare un suo ritratto e di regalarglielo. Lo scrittore è d'accordo su tutto. Nel corso delle loro conversazioni, si instaura tra i due un rapporto quasi amichevole. Nello stesso anno, Houellebecq rientra in Francia, acquistando la sua casa natale a Souppes, un villaggio rurale a sud di Parigi, dove si trasferisce. La mostra, pianificata da tempo, viene finalmente inaugurata a dicembre ed è un grande successo, oltre ogni aspettativa. Tutte le opere vengono vendute a prezzi sorprendentemente alti. Jed, diventato il pittore più pagato di Francia, è un uomo ricchissimo e smette di dipingere. 
Il padre del pittore, in pensione dallo studio di architettura da lui fondato molti anni prima, vive da tempo in una lussuosa casa di riposo. Il cancro al colon gli sta causando notevoli problemi. A differenza degli anni scorsi, la Vigilia di Natale Jed non andrà con lui al ristorante, ma lo inviterà nella sua dimora. Sullo sfondo di un rapporto fino a quel momento molto distante tra padre e figlio, quella sera si instaura tra loro un'atmosfera inaspettatamente intima. Il padre racconta per la prima volta del suicidio della madre di Jed e della sua storia personale. 
Il primo gennaio, un mese prima del suo quarantesimo compleanno, Jed si reca da Michel Houellebecq nell'impervia provincia di Souppes per consegnargli il ritratto. Anche in questa occasione diventa chiaro che lo scrittore vive da recluso e non ha praticamente alcun contatto sociale. 
Qualche tempo dopo la consegna del ritratto, Houellebecq viene assassinato nella sua casa di campagna. I dettagli dell'omicidio sono raccapriccianti: l'assassino, che ha ucciso anche il cane, ha infierito sul cadavere facendolo a pezzi e spappolandolo. La polizia parigina incaricata delle indagini è guidata dall'ispettore capo Jasselin, che fin dall'inizio brancola nel buio. Non si trova alcun indizio utile, alcuna traccia. Al funerale di Houllebecq al cimitero di Montparnasse, Jasselin fotografa i partecipanti e quindi incontra Jed Martin. Il pittore accetta di recarsi sulla scena del crimine con l'ispettore capo. Durante il sopralluogo, constata la scomparsa del ritratto che aveva fatto, cosa che sembra spiegare l'omicidio - ma non la particolare efferatezza. 
Il caso, particolarmente intricato, viene risolto soltanto tre anni dopo, per una pura e semplice coincidenza, quando l'assassino perde la vita in un incidente stradale. Era il proprietario psicopatico di una clinica di chirurgia estetica, che aveva ucciso numerose altre persone, preparandone i corpi dopo averli profanati. Nella sua abitazione vengono trovate le prove, tra cui il dipinto di Houellebecq. 
Intanto il padre di Jed evade dalla clinica, si reca a Zurigo, dove si fa somministrare l'eutanasia nella clinica Dignitas. Al pittore, arrivato troppo tardi, la direttrice dice soltanto che "la procedura si è svolta nel modo più normale possibile". Jed si scatena e le assesta un fortissimo sganassone, poi la prende a pugni, le rifila un calcio nel plesso solare e la fa sbattere con la colonna vertebrale contro lo spigolo di un mobile. Si sente un "crac". Dopo aver appurato che la donna respira (ma forse è paralizzata e in fin di vita), l'artista se ne sgattaiola via senza che nessuno lo scopra e la fa franca. 
Col ricavato della vendita del quadro di Houellebecq, Jed si ritira nella casa dei suoi nonni a Châtelus-le-Marcheix, nella Creuse. Passerà il resto della sua vita in strani e interessantissimi esperimenti artistici, innervati da una costante riflessione nostalgica sulla fine dell'era industriale in Europa e sulla natura transitoria di tutte le cose create dall'uomo in generale. L'ultima sua opera s'intitola "La vegetazione ottiene la vittoria finale".  

Ambientazione: 
13e arrondissement de Paris (Avenue Stéphen-Pichon), 
Raincy (Seine-Saint-Denis), 
Souppes-sur-Loing (Seine-et-Marne), 
Beauvais, 
Shannon (Irlanda),  
Châtelus-le-Marcheix (Creuse).

Recensione: 
Senz'ombra di dubbio La carta e il territorio è un metaromanzo. L'autore è infatti anche un personaggio della sua stessa opera. Sono stato favorevolmente colpito da questa scelta originale, abbastanza inconsueta, che insinua nel lettore uno strano senso di irrealtà e di sfasamento, quasi un'inquietudine subliminale. Alcuni elementi di matrice ideologica che affiorano qua e là, sono invece piuttosto indigesti. Nel complesso la mia valutazione è comunque positiva. 

Peculiarità stilistiche

Il segreto del successo di Houellebecq è il suo linguaggio descrittivo, aneddotico, inframmezzato a perle di cinismo caustico. Lo scrittore francese ama le digressioni: ogni volta che ce ne propone qualcuna, ci fa sentire più rilassati. Solo per fare un esempio, può parlare a lungo delle acque minerali norvegesi, che non sono minimamente ferruginose né sulfuree, senza mai annoiare il lettore, nonostante l'apparente banalità delle constatazioni. Poi non è facile verificare le informazioni riportate, così accettiamo questa aneddotica priva di fonti, senza impazzire a frugare nel Web alla ricerca di inutili conferme. Questo stile non è privo di rischi. Infatti Houellebecq è stato accusato di plagio da un giornalista per aver incorporato proprio in questo romanzo alcuni estratti dall'edizione francese di Wikipedia senza menzionarne la fonte, violando così la licenza Creative Commons BY-SA. Per questo motivo, un blogger ha ritenuto che ciò darebbe a chiunque il diritto di distribuire gratuitamente il testo sotto la stessa licenza degli articoli di Wikipedia. L'editore Flammarion ha  quindi minacciando di sporgere denuncia contro il blogger. osservando che è costume dello scrittore utilizzare testi tratti da documentazione disponibile nel Web come materiale letterario grezzo per i suoi romanzi. Solo per fare alcuni esempi, ha estratto la descrizione di un agente di polizia dal sito ufficiale del Ministero degli Interni, mentre il testo di un depliant turistico è stato utilizzato per la descrizione umoristica dell'hotel Carpe Diem. In ogni caso, direi che ha rimediato una figura di denso pastone marrone, anche se gli hanno parato il culo! 

Le origini del titolo

Riporto un singolare aneddoto: Houellebecq in un'occasione è stato accusato di aver plagiato il libro La Carte et le Territoire di Michel Lévy. È probabile che lo scrittore sia stato a conoscenza del libro di Lévy, dal momento che i titoli sono identici. Tuttavia il contenuto dei due libri è molto diverso. Si è potuto accertare che, per il titolo, entrambi gli autori si siano ispirati a uno dei principi della semantica generale del filosofo polacco-americano Alfred Korzybski (1879 - 1950): "la mappa non è il territorio". Anni fa mi è stato detto che non esistono diritti d'autore sul mero titolo: in altre parole, può capitare che due libri dissimili di autori diversi abbiano lo stesso titolo. 

Alcuni personaggi reali

Diversi personaggi reali compaiono nella trama, oltre allo stesso Houellebecq. Sono nomi non familiari qui in Italia, ma popolarissimi oltralpe. 
1) Jean-Pierre Pernaut (Amiens, 1950 - Parigi, 2022) è un giornalista e presentatore televisivo francese. Giornalista delle emittenti del gruppo TF1 dal 1975, è noto in particolare per aver presentato il notiziario delle ore 13 (Journal de 13 heures) per ben 32 anni. Spesso descritto come un "amante delle notizie regionali", ha scelto di orientare il suo programma proponendo una linea editoriale più locale e nominando corrispondenti nativi delle regioni. 
2) Frédéric Beigbeder, nato nel 1965 a Neuilly-sur-Seine, è uno scrittore, critico letterario, sceneggiatore, conduttore televisivo e regista francese. È l'ideatore del Prix de Flore, premio letterario di cui presiede la giuria. È stato anche direttore editoriale della rivista Lui. Nel 2003 ha vinto il Prix Interallié per Windows on the World, nel 2009 il Prix Renaudot per il suo libro Un roman français e nel 2018 il Prix Rive Gauche a Parigi per il suo libro Une vie sans fin.
3) Julien Lepers, nato nel 1949 a Parigi, è un conduttore radiofonico e televisivo, nonché cantautore francese. È particolarmente noto per essere stato il presentatore del quiz televisivo Questions pour un champion su France 3, dal 1988 al 2016, ma anche per essere il compositore di due grandi successi del cantante Herbert Léonard: Pour le plaisir (1981) e Amoureux fous (1983), cantate in duetto con Julie Pietri. 
4) Claude Vorilhon, detto "Raël", nato a Vichy nel 1946 è il fondatore e guru del Movimento Raeliano, un'organizzazione caratterizzata da dottrine sull'origine extraterrestre del genere umano e sulla clonazione come mezzo per raggiungere l'immortalità fisica. Questa singolare congrega è oggetto di molte controversie e classificata come setta in Francia da un rapporto parlamentare del 1995. Houellebecq, che è particolarmente fissato col personaggio, attribuisce il suo nominativo al gestore di un bar-tabaccheria! 

Principali opere di Jed Martin 

1) Damien Hirst et Jeff Koons se partageant le marché de l'art, olio su tela (incompiuto) 
2) L'architecte Jean-Pierre Martin quittant la direction de son entreprise, olio su tela 
3) Michel Houellebecq, écrivain, olio su tela 
4) Bill Gates et Steve Jobs s’entretenant du futur de l’informatique - La conversation de Palo Alto, olio su tela
5) Aimée, escort-girl, olio su tela 
6) Maya Dubois, assistante de télémaintenance, olio su tela
7) Le journaliste Jean-Pierre Pernaut animant une conférence de rédaction, olio su tela 
8) L'introduction en Bourse de l'action Beate Uhse, olio su tela 
9) L'ingénieur Ferdinand Piëch visitant les ateliers de production de Molsheim, acquarello
10) Ferdinand Desroches, boucher chevalin, olio su tela 
11) Claude Vorilhon, gérant de bar-tabac, olio su tela 

Depressione e mancanza di igiene

La depressione è un predatore, più nero della tenebra assoluta, che si mette in agguato in attesa della sua preda. Quando pensa che sia il momento migliore, compie un balzo e morde. Trafigge la persona malcapitata con un pungiglione che inietta un potente veleno, in grado di indurre uno stato di Mors Ontologica. Nel metaromanzo si insiste molto sullo stato di prostrazione che ha colpito Houellebecq. Uno dei sintomi più tipici di chi è stato preso dal Mostro è l'incapacità di mantenere un adeguato livello di igiene. Così lo scrittore non si lava, sviluppa un'infestazione di muffe che dà al suo corpo un odore rancido di pus, di sego, di cadavere. "Puzza un po'...", questo è ciò che pensa Jed Martin quando gli si avvicina. 

Idiosincrasie alimentari 

Emerge uno strano e difficile rapporto di Houellebecq col cibo. Non è chiaro quanto di tutto questo sia realmente autobiografico. Prima lo scrittore è in preda a sensi di colpa lancinanti perché è consapevole dell'estrema intelligenza e sensibilità dei maiali. Dopo aver elencato in modo aneddotico diverse capacità mirabolanti dei pingui animali, come quella di eseguire le addizioni e in alcuni casi persino le sottrazioni, giunge alla conclusione che gli esseri umani non abbiano diritto di cibarsi di carne di porco. Poi cade in uno stato famelico e ingurgita quantità immani di salumi! Un'altra peculiarità, già emersa in Sottomissione (2015), è il fatto che lo scrittore considera ripugnante la menta.  

Un pompino negato

Una storia d'amore finisce per via dello scarso turgore dei corpi cavernosi del protagonista, che non ha capito una grande verità: l'animale più odiato dalle donne è il CAMOSCIO! A lui si rizza male, lei si rifiuta di prenderglielo in bocca, così la relazione ha termine. "Avrebbe potuto farmi un pompino", pensa lui tra sé e sé, amareggiato, annichilito. Ma lei non glielo ha voluto fare. Probabilmente ce l'aveva proprio con lui, aveva avuto un moto di ripugnanza per un odore, per una mezza parola, mentre a qualcun altro il trattamento orale lo avrebbe riservato. Tuttavia è anche possibile che abbia deciso di non farlo a nessuno, di non far godere usando la bocca e di fare sesso soltanto nel canale vaginale. Un rigurgito morale? Dovuto a cosa? Chi può sondare l'abisso senza fondo che è la mente di una donna? Chi può comprendere le sue motivazioni oscurissime? Nessuno. Una donna può trovare infiniti modi, tutti estremamente raffinati, per tagliuzzare un uomo, con infinito sadismo! 

Il poliziotto e l'oligospermia 

Il meticoloso investigatore, Jasselin, soffre di un disturbo molto imbarazzante: l'oligospermia. Nonostante l'eccitazione, riesce a produrre al massimo un volume di liquame seminale pari a quello di un cucchiaino da caffè. Così ci spiega l'autore, che se la moglie del funzionario volesse dello sperma, non riuscirebbe ad ottenerne. Tuttavia la donna, che è un'abile cuoca e una gran scopatrice, non pratica il sesso orale. Non prende lo sperma in bocca e non lo vuole neanche addosso. Si fa fare quelle scarse gocce dentro, nella vagina, senza nemmeno accorgersi del flusso esiguo. Houellebecq ci fa un dettagliato trattato sull'oligospermia, eppure sembra confondere due concetti fondamentali: il volume dell'eiaculato e la densità degli spermatozoi nel liquido espulso. In realtà non esiste connessione alcuna tra le due cose. Un uomo può benissimo eiettare una gran massa di sperma poverissimo di gameti, oppure far uscire qualche goccia di sperma che ne è ricchissimo.  

Ancora sull'eutanasia 

Quello che sembra mancare a Houellebecq è l'empatia, la capacità di immedesimarsi nelle persone sofferenti. L'idea della possibilità di porre fine alla propria esistenza quando il dolore diventa insopportabile, arreca un tale sgomento allo scrittore francese, che in lui si scatenano reazioni violente. In alcune occasioni, ha addirittura deriso coloro che vorrebbero poter far cessare le sofferenze, definendoli qualcosa come "frignoni". Incarnandosi nel personaggio di Jed Martin, egli dà libero sfogo alla sua ira funesta, assaltando la direttrice di Dignitas e spezzandole la schiena. Come potremmo definire quanto descritto, "lesioni gravissime", "tentato omicidio" oppure "omicidio"? Un tempo esistevano codici che vietavano la scrittura di romanzi in cui un colpevole riesce a scampare alla Legge. Sono da sempre contrario a questi codici, li reputo limitanti, ma devo dire che questa descrizione di un crimine, seppur soltanto letterario, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Secondo l'ideologia di Houellebecq, chi sostiene l'eutanasia sarebbe parte di quel mondo di pazzia furiosa noto come Ecologia Profonda, proprio come i vegani, gli animalisti e via discorrendo - gente spesso intollerante, molesta, attivissima nel Web. La Chiesa di Roma invece utilizza contro ogni idea di eutanasia lo spauracchio di Adolf Hitler e del Reich Millenario (ricordo ancora un prete che diceva: "Poi faranno morire anche chi non vuole"). Il solito spauracchio immensamente comodo. Prendono il Caporale di Braunau e lo usano come un bastone, perché la gente ne ha terrore. L'eutanasia di cui stiamo parlando, non ha nulla a che vedere con il concetto di "selezione razziale" e neppure ha a che fare con il mondo postmoderno. È soltanto questo: permettere a chi soffre in modo insopportabile di morire senza dover strisciare nella merda e nel vomito! Nessuno può imporre la cosiddetta "imitazione di Cristo"!  

Necrofilia e nanismo funebre  

Nell'elaborata struttura del metaromanzo, Houellebecq ama mortificarsi fino all'annichilimento, spinto da un masochismo estremo. Non solo si sottopone a una terribile morte virtuale per spappolamento, ma descrive le sue improbabili esequie in un modo del tutto inaspettato: i resti del cadavere vengono messi in una bara piccolissima, di una lunghezza di un metro e venti centimetri al massimo! Le proporzioni nanesche del feretro sconvolgono i presenti, li mortificano, li mettono di fronte a un orrore indecifrabile, che sembra scaturito dai più mostruosi incubi di Lovecraft! Salta subito agli occhi un'incongruenza. Perché inscenare una simile pantomima grottesca? Anche se i resti del defunto scrittore erano scarsi, si poteva sempre usare una bara delle dimensioni adatte a un individuo normale! Chi mai avrebbe chiesto a gran voce di aprire il coperchio per poter contemplare e annusare il macabro contenuto?  

domenica 5 marzo 2023

 
ANNIENTARE 
 
Titolo originale: Anéantir 
Titolo in italiano: Annientare 
Autore: Michel Houellebecq 
Anno: 2022 
Data di uscita: 7 gennaio 2022 
Lingua originale: Francese 
Tipologia narrativa: Romanzo 
Genere: Fantapolitica
1a ed. italiana: 2022
Editore: La nave di Teseo 
Collana: Oceani 
Pagine: 752 pagg. (copertina flessibile) 
Peso articolo: 1,1 kg 
Editore francese: Flammarion 
Codice EAN: 9788834609415 
Codice ISBN: 978-2080271532
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: Vernichten  
   Inglese: Annihilation 
   Spagnolo: Anihilación 
   Olandese: Vernietigen 
Traduttore: Milena Zemira Ciccimarra 
 
Sinossi (da www.ibs.it): 
"Bruno Juge è un politico di lungo corso, ministro dell’Economia e uno degli uomini più potenti della scena politica francese che si avvia alle prossime elezioni presidenziali. Ma è anche un uomo solo. Sua moglie lo ha tradito ed esposto a uno scandalo pubblico. Paul Raison è uno dei più stretti consiglieri di Bruno, solo come lui, separato in casa nell’indifferenza della moglie Prudence, fervente ecologista e vegana. Quando un attacco informatico diffonde in rete una serie di violenti video che colpiscono il governo e la stessa persona di Bruno Juge, Paul viene chiamato a collaborare alle indagini della Direzione generale per la sicurezza interna, che suo padre aveva diretto. Mentre difende il paese da pericolosi terroristi digitali, Paul deve affrontare anche i nodi irrisolti della sua famiglia: la fragilità dell’anziano padre, che è disposto a proteggere fino in fondo, il rapporto intenso con la sorella Cécile, contraria a ogni forma di edonismo, la distanza dal fratello minore Aurélien, un artistoide un po’ spiantato. In questa ricerca, a sorpresa, ritrova in Prudence, oltre l’apparente freddezza e distanza, un mondo segreto che ha resistito a tutto." 
 
Trama: 
Francia. Anno del Signore 2026, mese di novembre. Paul Raison lavora per il Ministro delle Finanze, Bruno Juge, sotto la cui guida l'economia francese ha vissuto una rinascita, in particolare nell'industria automobilistica. I rapporti di lavoro sono buoni. Paul è separato dalla moglie Prudence; condividono un appartamento ma si vedono a malapena. Paul fa spesso sogni molto vividi. Messaggi misteriosi sono apparsi su Internet, accompagnati da video di alta qualità generati al computer, uno dei quali mostra la decapitazione di Bruno con una ghigliottina. Infine, viene pubblicato un video che mostra la distruzione di una nave cargo; questo si rivela reale, e minaccia il commercio globale. 
Il padre di Paul, Édouard (me lo immagino identico a Jean Raspail), è un membro in pensione della Direzione Generale della Sicurezza Interna, che ha analizzato i misteriosi messaggi. Ha avuto un ictus che lo ha lasciato incapace di parlare, ma sta recuperando la capacità di comunicare sbattendo le palpebre. 
La famiglia di Édouard si riunisce per prendersi cura di lui, inclusi la sua compagna Madeleine e i suoi figli Paul, Cécile e Aurélien. Il marito di Cécile, Hervé, è un notaio disoccupato; entrambi sono sostenitori del Fronte Nazionale. La moglie di Aurélien, la giornalista Indy, è invece un'invasata woke che ha avuto un figlio usando lo sperma di un robusto afroamericano, avendo rifiutato quello del debole marito, che pure non è sterile; è interessata soprattutto a vendere le sculture della defunta moglie di Édouard, Suzanne. Aurélien decide di chiedere il divorzio, mentre Paul inizia a ricostruire il suo rapporto con Prudence. 
I misteriosi terroristi attaccano una banca del seme in Danimarca. Bruno inizia a prepararsi per le elezioni presidenziali del 2027. 
Édouard inizia a essere trascurato dal personale ospedaliero e la sua famiglia chiede aiuto a un'associazione di attivisti di estrema destra per farlo uscire dall'ospedale. La perfida Indy, venuta a sapere i dettagli, pubblica un articolo a riguardo. Paul è costretto a prendersi un congedo non retribuito a causa del suo legame con Bruno, mentre il fragile Aurélien si suicida, incapace di sopportare il trauma e l'onta. A questo punto i terroristi attaccano una nave di migranti che attraversava il Mediterraneo, uccidendo circa cinquecento persone. Un eccidio terrificante! Di conseguenza, il partito di Bruno vince le elezioni presidenziali. I servizi di sicurezza tracciano le coordinate dei tre attacchi su un pentagramma, identificando altri due luoghi. Uno era già stato distrutto, un centro di ricerca sulle neurotecnologie in Irlanda. Il secondo, in Croazia, era la sede prevista per un'importante conferenza tecnologica.  
Non si sapranno mai gli sviluppi di questo avvincente thriller fantapolitico. All'improvviso Paul viene diagnosticato un cancro alla bocca e la narrazione subisce un drastico cambiamento di rotta: si concentra unicamente sulla malattia del protagonista, che rifiuta l'operazione, decisamente invasiva, con cui volevano asportargli la lingua. Si sottopone invece a radioterapia, chemioterapia e immunoterapia, ma le cure non riescono ad assicurargli la guarigione, dato che la situazione è troppo compromessa. Proprio ora che aveva ritrovato una perfetta intesa con la moglie, tutto si avvia verso l'annientamento, stemperandosi istante dopo istante in uno stato crepuscolare.  
 
Recensione:
Grande è l'audacia narrativa di quest'opera, che non porta in ogni caso piena soddisfazione. P
rima si sviluppa una trama originale, che tiene il lettore col fiato sospeso, poi all'improvviso viene abbandonato tutto per concentrarsi sulle umilianti peripezie del protagonista ammalato di cancro. Viene gettata via ogni cosa, senza alcun motivo discernibile. Senza dubbio c'è del genio assoluto in tutto questo. Possiamo a buon diritto ritenere che questo romanzo  sia vera sperimentazione letteraria! Ci sono però anche rischi gravi quando ci si imbarca in un oceano sconosciuto: se la navigazione non viene gestita a dovere, si arriva al fallimento ed è come spararsi una revolverata in un piede! 

Personaggi e ambientazione

Il personaggio di Bruno Juge, Ministro dell'Economia, delle Finanze e del Bilancio, si ispira probabilmente a Bruno Le Maire (Ministro dell'Economia, delle Finanze e del Risanamento all'epoca della pubblicazione del romanzo). Bruno Le Maire, che afferma di essere uno degli amici intimi di Michel Houellebecq, ha rivelato nell'ottobre 2021 alcuni elementi della trama del romanzo, che all'epoca doveva ancora essere pubblicato. 

L'autore ha commesso un errore circa l'età del padre di Paul. Prima dice che "Suo padre aveva settantasette anni, erano tanti ma non chissà che" (pag. 43, ed. italiana), ma in seguito apprendiamo che questi era nato nel 1952 (pag. 69, ed. italiana). A questo punto della narrazione, la trama è ambientata a fine dicembre 2026, quindi il padre di Paul può avere al massimo settantaquattro anni. 

Gran parte della trama si svolge nel quartiere Bercy di Parigi, dove risiede il protagonista, e talvolta include alcuni piccoli errori topografici. Così la posizione di Rue Lheureux è collocata erroneamente dall'autore nel parco di Bercy. L'altro luogo in cui si svolge la storia è la provincia storica del Beaujolais, dove si trova la casa della famiglia Raison e dove Édouard è ricoverato in ospedale.

Gli aptonimi 

L'onomastica può sembrare banale, ma è frutto di scelte ben meditate, oculate. Il nomen omen è spesso presente. Bruno ha come cognome Juge, ossia "Giudice", parola che descrive abbastanza bene le sue funzioni. Paul ha come cognome Raison, ossia "Ragione", perché è calmo e assennato. Sua moglie Prudence, ossia "Prudenza", rifugge da ogni azione dettata dall'impulso. Questi sono, per così dire, Archetipi.  

Unioni infelici e patogeni 
 
Quando la moglie è diventata una convulsionaria vegana adepta della Wicca, è iniziato l'inferno domestico del protagonista, con la surreale segregazione dei due coniugi in diversi recessi del labirinto domestico, praticamente privi di possibilità di incontrarsi e di parlare. Una situazione grottesca che è andata avanti per un decennio: nella realtà sarebbe scattato il divorzio molto prima. Soltanto quando al poveretto è venuto un cancro, qualcosa è cambiato: lei ha deciso di riavvicinarsi. La coppia si è così ricongiunta a causa di una dinamica piuttosto improbabile: nella vita reale la moglie-aguzzina non demorde quasi mai dalla sua determinazione torturatrice, capace anche di provocare l'infarto per logorio. Per quanto riguarda i dettagli sessuali, ravviso una certa incongruenza. All'inizio del romanzo, mi sono fatto l'idea di una coppia con una sessualità piatta, convenzionale, con soltanto rapporti genito-genitali. Poi quando irrompe il tumore maligno, ecco che la narrazione all'improvviso cambia. La moglie diventa per incanto un'abilissima fellatrice. Un'assurdità sesquipedale è la descrizione di un rapporto orale che dura per una giornata intera, come se un uomo ormai ridotto a un cadavere deambulante possa essere in grado di sostenere un'erezione quasi permanente, con un orgasmo che si estende per un tempo indefinito. Ho trovato tristissima la vicenda del fratello minore del protagonista, Aurélien, portato al suicidio da una moglie arpia e feroce, seguace fanatica di tutte le storture del postmodernismo politically correct, radical shit, radical-femminista, woke e autorazzista, animata dal furore della cancel culture. Anche se il marito non era sterile, lei aveva sempre rifiutato di farsi ingravidare da lui. Lo aveva martoriato e ridotto a un cencio inzuppato di sangue, scegliendo di essere inseminata artificialmente con lo sperma di un colossale MANDINGO! Infine ha esposto a un pubblico malevolo e inquisitorio tutti i dettagli più intimi della famiglia del marito-vittima, ottenendo questi frutti: disperazione e suicidio. Resto sempre allibito dalle manifestazioni di questo patogeno concettuale che pretende di scardinare tutto ciò che non può capire, come ad esempio il linguaggio umano! Questa ideologia-virus è un tumore che cerca di abradere la Storia nel suo insieme, di spazzarla via imponendosi come chiave di lettura retroattiva dell'intero Universo, dell'intera esistenza, facendo uso di una violenza psicologica inaudita, contaminando ogni struttura sociale con le sue metastasi! 

Houellebecq e l'esoterismo 

Il libro include alcune immagini, realizzate con grande perizia artistica. A un certo punto compare a pagina intera un'effigie di Bafometto, con la scritta SOLVE su un braccio e la scritta COAGULA sull'altro. Sul basamento è riportato il nome dell'esoterista Éliphas Lévi (nato Alphonse Louis Constant, 1810 - 1875), che era di bassa statura e fisico corpulento, ma di carattere gioviale. Il protagonista, cercando il bandolo della matassa, consulta lo sciatto tecnico Doutremont. I due hanno lunghe conversazioni su svariati argomenti, esposti nel tipico stile aneddotico. Questo dice Doutremont su Bafometto, facendo filtrare la notoria avversione dell'autore nei confronti dell'Islam: 

"A voler fare i pedanti, si può dire che il nome risale al Medioevo, e che probabilmente è una deformazione di Maometto. Lo si ritrova per la prima volta in una lettera di Anselmo di Ribemont, compagno di Goffredo di Buglione, risalente al 1098, in cui descrive nel dettaglio l’assedio di Antiochia. Per i cavalieri cristiani del Medioevo, i musulmani non erano altro che adoratori del diavolo, del resto ci si può chiedere se avessero poi tutti questi torti…" 

E ancora:
 
"Be’, fatto sta che Bafometto in seguito fu venerato dai Templari, questa del resto è una delle ragioni principali della distruzione dell’Ordine del Tempio, e poi ripreso dai frammassoni del rito scozzese, e attualmente è molto popolare tra i gruppi di metal estremo e death metal, soprattutto norvegesi, è una vera star in quegli ambienti. Il personaggio è abbastanza ambiguo, ha una testa di capro, è barbuto, ma allo stesso tempo ha il seno di una donna, è piuttosto curioso." 

Il collegamento tra Bafometto e l'informatica è sublime. Peccato che poi non venga sfruttato! 

Houellebecq e l'ecologia 

Nel corso dei dialoghi con Doutremont, salta fuori l'annoso caso di Unabomber. Le sintetiche informazioni riportate da Houellebecq sono molto interessanti:  

"Unabomber era il nome che gli avevano dato i media, in realtà si chiamava Theodore Kaczynski. Era un matematico molto dotato, credo che abbia fatto addirittura una scoperta algebrica, una nuova dimostrazione del teorema di Wedderburn, se ricordo bene. Inizialmente ha insegnato a Berkeley, poi si è trasferito in una capanna isolata da qualche parte nel Montana. L’incipit di Futuro primitivo, il primo libro di Zerzan, è una vera e propria ode a Unabomber: ‘Sopravviveva come un orso grizzly o un puma, rincantucciato sotto lo spesso manto di neve. In primavera usciva dalla sua tana, vagava per la foresta, si spostava lungo il corso dei fiumi. Cacciava, pescava, raccoglieva frutti, spigolava nei campi. Sempre solo. Libero, ma solo.’ Può far sorridere, ma mi creda, questo genere di lirismo può essere molto efficace con alcune persone. Zerzan ha davvero dei punti in comune con Rousseau: un’intelligenza media, ma una autentica musicalità delle frasi; è una miscela che può rivelarsi estremamente pericolosa. Kaczynski è un’altra cosa: è molto più rigoroso, più strutturato nel suo pensiero, fa pensare di più a Marx, se vuole." 

Poco oltre si parla brevemente di uno sviluppo davvero singolare e bizzarro del movimento dell'Ecologia Profonda (quella di Odum, Capra et al., tanto per intenderci):  

"Nel 1996 la Church of Euthanasia, uno dei movimenti più provocatori della deep ecology – proclamano che i quattro pilastri del loro movimento sono il suicidio, l’aborto, il cannibalismo e la sodomia – lanciò una campagna Unabomber for President alle elezioni americane; senza consultarlo naturalmente, ma ciò dimostra che ha conservato a lungo una certa aura, un po’ come Charles Manson. Non è nemmeno impossibile che abbia avuto un’influenza sotterranea in Francia." 

Certo, Houellebecq ha messo molta carne al fuoco. Molti tagli succulenti. Peccato che poi finisca tutto in fumo!

Houellebecq e l'eutanasia 

Le idee di Houellebecq sull'eutanasia sono profondamente reazionarie e almeno in apparenza intrise di morale cattolica. Penso che sia una cosa sorprendente, inattesa. Il concetto portante esposto dal controverso scrittore in un denso trattato è questo: la vita di un giovane non conta nulla, perché col passare degli anni potrà diventare qualsiasi cosa, anche un vigliacco o un traditore, mentre la vita di un vecchio è preziosa perché si identifica con le opere che ha compiuto nel corso degli anni. Però c'è un però, come diceva il carissimo amico fiorentino R., sempre irriverente e malcontento: anche i vigliacchi e i traditori invecchiano! Un uomo che ha raggiunto la decrepitezza non vanta necessariamente una vita di eroismo. Può essere anche il più spregevole dei malfattori. Quindi, come la mettiamo? Concediamo ai vegliardi una stima condizionata? Se sono "degni" li esaltiamo come divinità, se sono "indegni" li sopprimiamo? Le radici "tradizionali" dei deliri esposti da Houellebecq contraddicono in realtà i presupposti di molte civiltà antiche, che non avevano molta simpatia per la cosiddetta "sacralità della vita umana". Tra i Germani, ai tempi di Tacito, i vecchi venivano disprezzati perché non erano riusciti a morire in battaglia. Tra i tanto strombazzati Greci di Atene, i vecchi venivano presi di mira dai giovani bulli, che li esponevano ad ogni sorta di irrisione e di ludibrio. Tra i Sardi dell'epoca nuragica, i vecchi venivano addirittura soppressi. Vero è che nemmeno i bambini se la cavavano troppo bene nel mondo antico: sia a Roma che tra i Germani, i neonati potevano essere esposti, ossia lasciati alle intemperie, ai corvi e alle volpi. Ancora nel Medioevo, in piena età cristiana e nonostante la riprovazione della Chiesa Romana, le esposizioni infantili continuavano in forme raccapriccianti: molte madri si liberavano dei fardelli gettandoli nelle latrine e facendoli soffocare tra gli escrementi. Di quale "tradizione" parla dunque l'esimio scrittore francese? 

Houellebecq e la prostituzione 

Un motivo del successo di Houellebecq sono le sue fissazioni. Ne ha numerose. Una delle più evidenti è la fissazione per le escort. Quelle donne, che fino a poco fa erano chiamate semplicemente "puttane", rappresentano per lui una vera e propria ossessione, un chiodo fisso. Quando era un informatico, le escort gli erano inaccessibili: lo consideravano uno sfigato. Brutto e senza soldi da spendere, non lo salutavano nemmeno. Poi il Destino ha cambiato tutto. Lo ha innalzato, permettendogli di diventare molto ricco con i frutti del suo ingegno. Questo fatto ha modificato in modo profondo e duraturo il suo rapporto con il gentil sesso.  

Houellebecq e l'incesto 
 
Il protagonista e alter ego di Houellebecq, a un certo punto, sente il bisogno cogente di recarsi da una escort. Ne sceglie una da un'inserzione e si reca a trovarla nel suo appartamento. Lei lo riceve nella semioscurità, lo fa sedere sul divano, quindi si inginocchia, gli estrae il fallo eretto e glielo prende in bocca. Lo succhia a lungo, leccandolo sulla punta con insistenza. L'uomo sta per eiettare un torrente di sperma, quando gli viene in mente di accendere la luce: premuto il vicino interruttore di una lampada, la prostituta si rivela essere sua nipote! Imbarazzatissimo, l'uomo rinfodera l'arma, sopprimendo l'eccitazione e impedendo ai fluidi di fuoriuscire dall'uretra turgida. A parer mio è stata una decisione piuttosto stupida. Giunto a questo punto, avrebbe benissimo potuto lasciarsi andare ed eiaculare, tanto quanto aveva compiuto era già di per sé irreparabile.

I fratacchioni, come quelli di Raspail 

Una cosa mi ha molto colpito: l'ordine dei Cappuccini Neri di Morgon, che svolgevano il servizio di cappellania per il movimento Civitas, un'associazione di cattolici integralisti dediti ad azioni di terrorismo in funzione anti-eutanasia. Questi fratacchioni somigliano molto a quelli visti nel famoso romanzo di Jean Raspail, Il campo dei santi (1973): i monaci di Fontgembar, quelli che cercavano vanamente di fermare le orde di invasori giunti dalle pianure del Gange, salmodiando e innalzando un ostensorio. Entrambe le congregazioni religiose sono viste con grande sospetto dal pubblico e osteggiate: sono definiti "farisei", "sepolcri imbiancati", "porci" e "servi del Capitale". Tuttavia possono beneficiare di una certa protezione da parte delle istituzioni. I Cappuccini Neri sono trattati addirittura con omertà dal parroco, che pur non approvando il movimento Civitas e le sue azioni, si rifiuta di giudicare la congregazione religiosa. 

Tradizioni familiari velleitarie

La storia di Paul Raison e del suo parentado non è affatto la tradizione familiare di Houellebecq, come alcuni internauti hanno sostenuto (tra questi, Buttaboni, 2023). Lo scrittore, nato Tomas, è stato abbandonato dai genitori quando era ancora un moccioso frignante ed è stato cresciuto da una nonna comunista, di cui ha adottato il bizzarro cognome come nome d'arte. Piuttosto direi che la storia di Paul Raison esprime ciò che Houellebecq avrebbe voluto essere! Gli sarebbe piaciuto provenire da una famiglia nera di cattolici tradizionalisti, monarchici, controrivoluzionari e irriducibili nemici dell'Illuminismo! Una famiglia che non lo abbandonasse! Invece niente, non è andata così. Quindi si è reinventato il passato, inscenando uno spaventoso psicodramma che sa di tregenda! 

Curiosità 

Meno di tre settimane prima della sua uscita, le prime pagine del romanzo sono state distribuite illegalmente sui social network; il 21 dicembre 2021 è addirittura circolata una versione digitale completa, probabilmente realizzata a partire da una scansione del libro, nonostante fossero state inviate solo versioni cartacee a 600 giornalisti letterari, con una richiesta formale da parte dell'editore di non rivelare nulla sulla trama del romanzo prima del 30 dicembre 2021. Si stenta a capire che fidarsi dei giornalisti è una cosa piuttosto stupida. Useranno sempre ogni frammento di informazione per fare SGUBBA!  

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Le opinioni della critica sono abbastanza contrastanti. Ne riporto alcune:  

"Annientare inizia come un thriller di quelli scritti negli anni '80, ma si impantana in un melodramma pseudo-piccolo-borghese."
(Marie-José Sirach, su L'Humanité)

"Privata del suo strato di zolfo, la macchina di Houellebecq si ritrova messa a nudo, con le sue debolezze esposte: un'architettura traballante, una sterile riproposizione, un uso eccessivo di dialoghi noiosi." 
(Elisabeth Philippe, su L'Obs)

"Si potrebbe pensare che si tratti di un Houellebecq sinistro e pessimista. Ma no. Molti personaggi sono alla ricerca del bene e il messaggio del libro potrebbe essere: L'amore salva." 
(Dimitri Pavlenko, su Europe 1)

"Un romanzo profondo sulla malattia, la sofferenza, l'agonia e la morte, che sorprenderà, persino infastidirà, molti osservatori."
(Étienne Campion, su Marianne)

"Uno scritto alla fine della sua vita, uno scrittore che divaga, con commenti odiosi in modalità crema, ma una critica entusiasta, come se Houellebecq fosse nei nostri tempi reazionari un orgoglio francese paragonabile a ciò che l'energia nucleare era per i Trente Glorieuses."
(Joseph Confavreux e Lise Wajeman, su Mediapart

"Le pagine più toccanti del suo romanzo sono quelle in cui riesce a far rivivere, tra solitudine e abbandono, gesti fugaci che fanno piangere."
(Jean Birnbaum, su Le Monde

Ho reperito un gran numero di brevissime recensioni nel Web, ma non le ritengo utili. Ci sono troppi interventi di fan, li trovo insopportabili. Si definisce "fan" un essere che è capace soltanto di disinfettare con la saliva le emorroidi del suo idolo. Encefalo rudimentale, nessun pensiero razionale e critico, nessuna opinione che vada al di là della lode incondizionata. 

venerdì 5 marzo 2021

 
LA POSSIBILITE D'UNE ÎLE 
(film)
 
Titolo originale: La Possibilité d'une ile 
Titolo internazionale: Possibility of an Island 
Anno: 2008
Paese: Francia
Lingua originale: Francese, Inglese, Spagnolo 
Durata: 95 min  
Formato: Colore 
Rapporto: 1:2,35  
Genere: Fantascienza, drammatico 
Sottogenere: Distopico 
Regia: Michel Houellebecq  
Primo assistente alla regia: Hubert Engammare 
Sceneggiatura: Michel Houellebecq 
Produttore: Éric Altmayer, Nicolas Altmayer 
Copro-duttori: Jeremy Burdek, Christoph Hahnheiser,
    Nadia Khamlichi, Adrian Politowski 
Produttore associato: Pepón Sigler 
Assistente produttore: Arthur Grec  
Copro-duzione: Morena Films, Black Forest Films GMBH,
   Wat Productions, Arte France Cinéma, Lagardère, Studio 37,
   Michel Houellebecq LTD, Cofinova3, Cofinova4 
Distribuzione: Bac Films  
Dialogo aggiuntivo in inglese: Gavin Bowd 
Dialogo aggiuntivo in spagnolo: Fernando Arrabal  
Consigliere tecnico: Philippe Harel 
Montaggio: Camille Cotte 
Scenografia: Katia Wyszkop
Costumi: Lena Mossum
Fotografia: Éric Guichard, Jeanne Lapoirie 
Musica: Mathis Nitschke 
Effetti speciali: Oscar del Monte, Nacho Diaz, Isaac Maté  
Interpreti e personaggi: 
     Benoît Magimel: Daniel
     Ramata Koite: Marie23
     Patrick Bauchau: Il Profeta
     Andrzej Seweryn: Slotan Miskiewicz
     Serge Larivière: Rudi
     Jean-Pierre Malo: Jérôme
     Jordi Dauder: Gérard
     Arielle Dombasle: Delegata messicana
     Juan Carlos Valera: Delegato argentino
     Philippe Delest: Delegato lussemburghese
     Sandra Murugiah: Hostess indiana 
     Marie De Biasio: Ilona 
     Patrick Rameau: L'animatore 
     Clara Ponsot: Dacha 
     Fernando Arrabal: L'imperatore 
     Conrad Cecil: Il prete 
     Robbie Nock: L'amico del prete
     David Bowd: Il calciatore inglese 
     Antonio Muñoz Bellesta: Il presidente della giuria  
     Michel Houellebecq: Il fumatore in fondo alla sala
          (non accreditato)
     Mikhail Krasnoborov Redwood: Delegato ucraino
          (non accreditato)
Data di uscita (Francia): 10 settembre 2008
Budget: 6 milioni di € 
Location: 
  Spagna: 
   Benidorm, Alicante, Comunidad Valenciana 
   Grand Hotel Bali, Benidorm, Alicante, Comunidad Valenciana   
   Ciudad de la Luz, Alicante, Comunidad Valenciana 
   Lanzarote, Isole Canarie
   Minas de Riotinto, Huelva, Andalucía
   Parque Natural de Cabo de Gata-Níjar, Almería, Andalucía 
   Parque Natural de Cazorla Segura y Las Villas, Jaén, Andalucía
   Valencia, Comunidad Valenciana, Spagna
  Belgio
 
Parole chiave: 
  aldilà, 
  cervello,
  clonazione, 
  DNA,
  esistenzialismo, 
  filosofia della vita,
  fine vita, 
  guru, 
  mondo futuro, 
  neurologia, 
  religione,
  setta religiosa, 
  significato della vita,
  suicidio,
  terra sterile, 
  umanità,
  vita e morte,
  vita eterna.  

 
Trama: 
Daniel è un uomo dai capelli rossicci, al seguito del Profeta, il fondatore della religione degli Elohimiti. Il film comincia quando la setta ufologica era ancora agli albori e il Profeta girava la Francia e il Belgio su una specie di camper, portando con sé tutte le sue proprietà e il suo scarso personale. Giunto nella terra dei Valloni, la trasposizione di Raël si ritrova in una specie di capannone fatiscente a perorare un gruppetto di persone demotivate, tra cui alcuni robusti mandingo e un certo numero di veci macilenti. Daniel siede nella cabina del camper e sembra abbastanza demotivato. Ha l'aria di essere un seguace della prima ora, ma in realtà è il figlio del Profeta. Il capo settario è ritratto come un guru sgangherato, che versa in condizioni ben poco prospere. Dopo tre anni tutto è cambiato: la setta degli Elohimiti è riuscita a guadagnare un grande successo. Organizza un meeting in una struttura lussuosa, a cui partecipa lo scienziato Slotan Miskiewicz, che afferma di aver scoperto il segreto dell'immortalità del corpo. In virtù del fatto di essere il figlio del Profeta, Daniel è il primo essere umano a sperimentare il progetto della clonazione.
Unico superstite della devastazione che ha colpito il genere umano, Daniel25, venticinquesimo clone dell'originale Daniel1, conduce un'esistenza eremitica, passando quasi tutto il suo tempo in un cubicolo sotterraneo. La sua sola compagnia è il cagnolino Fox, anch'esso clonato. Il mondo esterno è contaminato, e Daniel25 osserva tramite un monitor portatile le immagini che gli vengono trasmesse via satellite. Lo stesso strumento gli serve anche per leggere gli antichi scritti del suo predecessore. All'improvviso qualcosa lo spinge a uscire dalla sua dimora ctonia. Seguendo i messaggi del suo computer, scopre che in realtà esiste un'altra persona sopravvissuta alla catastrofe: una sensuale donna di colore. Si capisce che è essa stessa un clone dal fatto che ha con sé un monitor portatile del tutto analogo a quello del protagonista. Vinta ogni paura e portando con sé un fucile per difendersi da eventuali predatori, Daniel25 procede per le terre desolate alla ricerca della sua simile, assieme all'inseparabile Fox. Quando i due stanno per incontrarsi, compaiono i titoli di coda e il film finisce così, nel Nulla.
 
Recensione: 
Liberamente tratto dal romanzo La possibilità di un'isola (La Possibilité d'une île, 2005), questo film è stato un clamoroso insuccesso, un fallimento totale, miserabile e irredimibile. Come era giusto che fosse, direbbe l'amico S.M., in modo lapidario. Forse il fiasco del cineasta Houellebecq è stato causato dal fatto che l'adattamento è stato troppo libero. Sono state apportate semplificazioni eccessive, che hanno raso al suolo l'estrema complessità dell'opera originale. Sono stati cancellati numerosi personaggi fondamentali. Non si trova traccia alcuna dell'erotica spagnola Esther e della psicorigida Isabelle. Il finale è un puro atto di autolesionismo che il regista si è voluto infliggere senza ragione alcuna. È come se si fosse sparato in un piede! "La stessa cosa, Marco, pari pari", ha commentato S.M. quando ho espresso questo mio pensiero. Tutto ciò è tanto più incomprensibile se si pensa che il regista è lo stesso autore del soggetto. Diabole Domine, perché ha fatto strame delle parole che ha messo su carta in modo tanto ispirato? Come può aver deciso di annientare in questo modo la propria carriera cinematografica? Non è dato sapere. Posso solo azzardare un'ipotesi. Houellebecq voleva farsi conoscere anche in ambiti diversi da quello letterario, ma si è trovato di fronte al problema dell'intraducibilità dei suoi stessi scritti. La struttura del romanzo di partenza è tutto fuorché lineare. Non è umanamente possibile trasporla nelle sequenze di una pellicola. Questo pessimo adattamento non toglie nulla alla genialità di Houellebecq come scrittore. In fondo non ci dobbiamo dimenticare che Michelangelo Buonarroti, che come scultore era divino, non valeva proprio nulla come poeta: provava un'immensa pena e faceva fatica soverchia a plasmare la parola, mentre gli riusciva incredibilmente agevole lavorare il marmo. Allo stesso modo Houellebecq, che è maestro nell'arte di plasmare la parola, non vale nulla come regista di film. Prima di questa pellicola, ha avuto alcune esperienze dirigendo tre cortometraggi: Cristal de souffrance (1978, in bianco e nero, muto, durata 30 minuti), Déséquilibres (1982, muto, durata 12 minuti) e La Rivière (2001, durata 16 minuti circa). È anche stato cosceneggiatore del cortometraggio Monde extérieur, diretto da David Rault (2004, durata 10 minuti). Non voglio avere pregiudizi indotti dalla visione del lungometraggio La Possibilité d'une île, dal momento che non ho ancora visionato questi corti. Quando lo avrò fatto, provvederò a recensirli e saprò dire se il problema è davvero in Houellebecq regista o piuttosto nel suo romanzo inadattabile. 
 
 
Un sintetico corso di formazione sui cloni 
 
Il Profeta degli Elohimiti, interpretato in modo abbastanza convincente da Patrick Bauchau, ha investito tutto sulla creazione di una nuova specie umana. Lo Scienziato Pazzo, Slotan Miskiewicz, tiene questo discorso al suo pubblico, in cui spiega i rudimenti della clonazione ed espone per sommi capi il proprio progetto delirante (parla in inglese e ci sono i sottotitoli in francese, la traduzione è mia): 
 
"Questo è un essere umano. Questo contenitore riflette in modo molto preciso la composizione chimica di un adulto di 62 kg. Come potete vedere, siamo fatti principalmente di acqua. Naturalmente ci sono grandi differenze, ma queste differenze, per quanto importanti siano, possono essere riassunte in una sola parola: l'informazione. L'essere umano è materia più informazione. Cos'è la clonazione? È un'operazione che consiste, prendendo come punto di partenza l'informazione genetica contenuta nel DNA, nel fabbricare un essere umano identico da una diversa materia. Attualmente questa è una tecnica che padroneggiamo perfettamente. Ma la clonazione è soltanto un metodo primitivo.   
Il DNA contiene l'informazione necessaria per la fabbricazione di un essere umano, per l'embriogenesi, ma contiene anche l'informazione necessaria per il suo funzionamento. Ora che comprendiamo il funzionamento del codice genetico, noi possiamo eliminare lo stadio embrionale e creare direttamente esseri umani adulti. La fabbricazione di un nuovo essere umano richiede all'incirca 18 anni. Grazie ai metodi che stiamo sviluppando, questo lasso di tempo può essere ridotto a 10 minuti." 
 
Tutto ciò mi ricorda le assurde pretese dei corsi di formazione, il cui fine è trasmettere una mole di conoscenza partendo dal presupposto che l'utente sia un robot in grado di memorizzare ogni dettaglio anche senza capire alcunché. Si nota che ad assistere alla presentazione dello Scienziato Pazzo ci sono autentici scribi del Faraone, che imparano tutto in modo pappagallesco, senza alcun reale coinvolgimento delle sinapsi connesse ai processi intellettivi elevati. Se anche il professore si mettesse ad esporre concetti che ne contraddicono altri, a bella posta, nessuno se ne accorgerebbe.    
 
L'assurdità dell'autotrofia dei cloni
 
Non è la prima volta che la Fantascienza esplora il tema dell'autotrofia di esseri umani o umanoidi. Possiamo citare ad esempio il romanzo Un pianeta e tre stelle (Under the triple suns, 1955), dell'americano Stanton A. Coblentz (1896 - 1982). Si tratta di una storia del tutto inverosimile, in cui una coppia di superstiti sfuggiti su un razzo a una catastrofe nucleare, giunge su un pianeta di un sistema stellare triplo, popolato da mirabili forme di vita. Ci sono due specie intelligenti su quel globo terracqueo: gli alati e benevoli Lil-bro e gli sgraziati Ugwug, malvagi e dotati di due facce come Edward Mordake. Coblentz descrive i Lil-bro come esseri autotrofi, che praticano la fotosintesi. Si nutrono leccando un po' di acqua, ottenendo i carboidrati necessari dall'esposizione alla luce dei tre soli. Hanno una biologia affine a quella delle piante. Non so se Houellebecq abbia letto Un pianeta e tre stelle
 
Ecco il discorso che lo Scienziato Pazzo, Slotan Miskiewicz, tiene al suo pubblico nel film:  
 
"La nutrizione animale è un sistema la cui efficienza è mediocre e che soprattutto produce un'eccessiva quantità di rifuti. Rifiuti che non solo devono essere evacuati, ma che tramite la combustione infliggono all'organismo un'usura considerevole. È uno strano capriccio dell'Evoluzione che la fotosintesi sia stata fin dall'inizio monopolizzata dal Regno Vegetale, quando si tratta ovviamente di un sistema più robusto, efficace ed affidabile, come mostra la durata della vita praticamente illimitata raggiunta dalle piante. L'uomo futuro che propongo di costruire avrà le capacità attualmente riservata alle piante. Si potrà nutrire di acqua e di luce."
 
Questo invece è scritto nel romanzo La possibilità di un'isola, da cui il film è stato tratto: 

"Ero presente alla riunione in cui Scienziato ci annunciò che, lungi dall'essere una semplice visione di artista, i disegni di Vincent prefiguravano l'uomo del futuro. Da un pezzo la nutrizione animale gli sembrava un sistema primitivo, di un rendimento energetico mediocre, responsabile di una quantità di residui nettamente eccessiva, residui che non solo dovevano essere evacuati ma che, nell'intervallo, provocavano un'usura non trascurabile dell'organismo. Da un pezzo pensava di dotare il nuovo animale umano del sistema fotosintetico che, per una bizzarria dell'evoluzione, era privilegio esclusivo dei vegetali.
L'utilizzazione diretta dell'energia solare era evidentemente un sistema più efficace, più robusto e più affidabile - come testimoniava la durata di vita quasi illimitata delle piante.
Inoltre, l'aggiunta alla cellula umana di capacità autotrofe era lungi dall'essere un'operazione complessa come si poteva immaginare; le sue squadre lavoravano già al problema da un po' di tempo, e il numero di geni interessati risultava straordinariamente modesto.
L'essere umano così trasformato si sarebbe sostentato esclusivamente mediante l'acqua, una piccola quantità di sali minerali e naturalmente l'energia solare; l'apparato digestivo, come l'apparato escretore, potevano dunque scomparire - gli eventuali minerali in eccesso sarebbero stati facilmente eliminati, con l'acqua, attraverso il sudore."
 
Lasciamo da parte per un attimo l'immagine ridicola dei Neoumani privi di ano. Il problema delle scorie, una massa marrone di entropia pastosa, è reale. Anche la donna più bella deve smerdare. La merda che ogni essere umano evacua è composta da tossine e immondizie. Qualcuno, come il mitico Gianni, la mangia, soprattutto in contesti sessuali, nonostante il danno che porta alla salute. La merda è la prova che il Creatore dell'Universo non ha dato origine a una Creazione perfetta. La merda è una frattura ontologica, qualcosa che ci fa subito capire di essere in un incubo, in una realtà infernale. C'è tuttavia dell'altro. Non ci si può liberare dalla merda. Lo Scienziato Pazzo è ingannevole. Se comprende senza dubbio il problema dell'entropia, ossia della produzione merdosa, non considera affatto il problema del rendimento energetico. Non è soltanto un folle, è anche un incompetente. Non sembra rendersi conto che la fotosintesi è un processo dal rendimento scarsissimo. Il Regno Vegetale ha pagato un prezzo gravosissimo per la disponibilità di energia e di nutrienti tramite la fotosintesi: l'immobilità! Le piante non vanno da nessuna parte, caro Slotan, non si muovono. Sono inchiodate al terreno in cui sono cresciute e non hanno speranza di poter modificare il loro destino. Nessun animale potrebbe avere sufficiente energia per muoversi, se si dovesse nutrire soltanto di acqua e di luce! 
 
Non dovremmo stupirci più di tanto dell'infondatezza dell'autotrofia dei cloni. Le conoscenze di Houellebecq nella maggior parte dei campi dello scibile umano si dimostrano spesso fallaci e distorte. Non dimentichiamoci che già nel suo primo romanzo, Estensione del dominio della lotta (1994), ha commesso un clamoroso errore nel campo della botanica, confondendo il sicomoro con l'acero del Canada. Dopo l'inconsistenza dei Neoumani fotosintetici, ha proseguito con gli spropositi, questa volta nel campo della musica: in Serotonina (2019) ha scritto che Ummagumma è l'album dei Pink Floyd che ha in copertina una vacca pezzata (errore segnalato da Cesare Buttaboni). 
 
 
La rimozione del sesso 
 
Nel film di Houellebecq non si parla di seghe, di pompini, di cunnilingus e di scopate. Inoltre non c'è nulla di politicamente scorretto. Che noia. Ho avuto l'impressione, mentre le sequenze scorrevano davanti ai miei occhi in un'oscurità da locale lounge, che un intero universo fosse stato rimosso chirurgicamente. Dov'è finito il sesso? Non lo si trova da nessuna parte. Si vedono soltanto alcune ragazze in un complesso alberghiero mentre partecipano a una specie di concorso di bellezza, valutate da una giuria. Una giovane viene intervistata da un mandingo e dice di venire da Kiev. Nulla di interessante. Ci tenevo proprio a vedere come sarebbe stata interpretata la figura della biondissima pompinara spagnola dedita alle gangbang nel corso dei party orgiastici! La mia delusione è stata immensa, non posso nasconderlo: parlerò male di questo film finché avrò vita. Michel, perché hai fatto una cazzata simile? Non riesco a farmene una ragione. Hai avuto l'opportunità di mostrare al mondo, in carne ed ossa, un essere splendido e vi hai rinunciato, lasciando i tuoi lettori a fantasticare! 
 
Elementi incongrui 
 
Ci sono sequenze che non trovano corrispondenza alcuna nel romanzo. A un certo punto compare uno strano prete segaligno, giovane, riconoscibile dal colletto. Indossa un abito di un inconsueto color lavanda pallido, quasi grigio. Osserva una bacheca con i manifesti di una discoteca, del beach volley e del concorso di Miss Bikini, blaterando qualcosa sul fatto che Cristo vincerà. Più che una profezia, le sue parole sembrano i vaneggiamenti di un folle. Il Profeta degli Elohimiti ha fatto costruire la Città del Futuro, invitando un gran numero di delegati di tutte le nazioni. Si assiste alla stupidissima conversazione tra la delegata del Messico, una milf biondiccia dagli occhi ardenti, e il delegato dell'Argentina, un allupato che ci prova spudoratamente. Il dialogo è utile come una sigaretta rollata con sterco di vacca essiccato. Mi domando che bisogno ci fosse di mostrare simili sequenze senza senso. Non sarebbe stato meglio usare quel nastro di celluloide per far vedere qualcosa di forte?      
 
Curiosità 
 
Nel sito di cinema Sentieri Selvaggi (www.sentieriselvaggi.it) sono riportate alcune informazioni utili. 
 
 
Ebbene, sembra che Houellebecq avesse scritto il romanzo La possibilità di un'isola pensando già di dirigere personalmente un suo futuro adattamento. Esisteva persino un sito dedicato al film, ma il dominio risulta scaduto e non ci sono più contenuti:  
 
 
Il mistero si infittisce. Se Houellebecq pensava fin da subito alla realizzazione di un film, perché poi il lavoro è stato fatto in modo tanto approssimativo, con una sceneggiatura rudimentale? Eppure, come spiegato su Sentieri Selvaggi, lo stesso regista ha chiamato sul set vari architetti e scultori per plasmare le tetre ambientazioni del futuro distopico. 
 
La pellicola, che non ha avuto alcun successo al Locarno Film Festival, nello stesso anno della sua uscita, ha comunque avuto una nomination per il miglior film al Catalonian Film Festival di Sitges, sempre nel 2008.  
 
Altre recensioni e reazioni nel Web 
 
Se in Italia la pellicola è sconosciuta, in Francia ha destato qualche critica. Nel sito Allociné (www.allocine.fr) ci sono più di novanta commenti, di cui alcuni molto significativi. Ne faccio qui un rapido collage, ben lungi dall'essere esaustivo: 
  
"Del resto, non troviamo abbastanza di ciò che è il sale del romanzo: lo sguardo acuto dell'autore sulla società contemporanea e la poesia che sprigiona dalle ultime pagine." 
"Un cattivo film incredibilmente noioso, pretenzioso e soprattutto incomprensibile. Dove stiamo andando con questa storia? Alle prigioni sotterranee!!"
"Completamente stupido, noioso, un film che ha tanto interesse quanto guardare lo schermo nero della tua televisione per 1 ora e 30 minuti."  
"In generale il romanzo è abbastanza piacevole da leggere, d'altra parte il suo adattamento dello stesso Houellebecq si rivela semplicemente catastrofico. La storia non ha nulla di accattivante (e non ha quasi punti in comune con il romanzo) e siamo annoiati a morte per tutto il film." 
"Houellebecq si perde nel suo incomprensibile delirio. Pensa di essere Kubrick e si schianta completamente. La fine arriva come una liberazione e un grande sollievo (il culmine della pretesa sarebbe stato far durare il film 2h 30), e non fa venire voglia di leggere il libro." 
"Anche scrivere una recensione sembra dare troppa importanza a questo film completamente privo di interesse e di una profonda, mortale noia... da evitare!" 
"È una vera merda e un insulto al cinema: produzione scadente, attori ridicoli, storia completamente illogica. Che peccato! Da evitare." 
"Mai visto un pastone del genere! Nessuna sceneggiatura, solo una serie di vignette confuse e brutte, con attori robotici (il belga, grande vincitore della Palma di Cartone per la migliore interpretazione dell'anno!) e montaggio senza alcun motivo umano. Anche gli sfondi sono ridicoli: una vecchia signora in un circolo turistico con un turbante multicolore appiccicato in testa, e dietro un pappagallo, un vecchio giocatore di basket che si cimenta con il calcio, un falso re che doppia una donna nuda e dipinta (quindi bodypainting)... si arriva al nonsense! Dannazione!" 

 
Mi sembra che sia sufficiente.