Titolo originale: La Carte et le Territoire
Titolo in italiano: La carta e il territorio
Autore: Michel Houellebecq
Titolo in italiano: La carta e il territorio
Autore: Michel Houellebecq
Lingua: Francese
Anno: 2010
Data di uscita: 3 settembre 2010
Anno: 2010
Data di uscita: 3 settembre 2010
1a ed. italiana: 2010
2a ed. italiana: 2022
Tipologia narrativa: Romanzo, metaromanzo
2a ed. italiana: 2022
Tipologia narrativa: Romanzo, metaromanzo
Genere: Autobiografico, depressivo
Editore: Bompiani (2010); La nave di Teseo (2022)
Collana (Bompiani): Narrativa straniera
Collana (La nave di Teseo): I delfini
Pagine: 360 pagg., brossura (1a ed.); 400 pagg. (2a ed.)
Collana (Bompiani): Narrativa straniera
Collana (La nave di Teseo): I delfini
Pagine: 360 pagg., brossura (1a ed.); 400 pagg. (2a ed.)
Codice ISBN-10: 8845268365
Codice ISBN-13: 978-8845268366
Codice EAN: 9788845265815
Codice EAN: 9788845265815
Titoli in altre lingue:
Inglese: The Map and the Territory
Tedesco: Karte und Gebiet
Olandese: De kaart en het gebied
Svedese: Kartan och landskapet
Spagnolo: El mapa y el territorio
Polacco: Mapa i terytorium
Russo: Карта и территория
Ungherese: A térkép és a táj
Tedesco: Karte und Gebiet
Olandese: De kaart en het gebied
Svedese: Kartan och landskapet
Spagnolo: El mapa y el territorio
Polacco: Mapa i terytorium
Russo: Карта и территория
Ungherese: A térkép és a táj
Traduttore: Federica Ascari (1a ed.); Fabrizio Ascari (2a ed.)
Premi e riconoscimenti: Prix Goncourt, 2010
Premi e riconoscimenti: Prix Goncourt, 2010
Sinossi (da Amazon.it):
"Se Jed Martin, il personaggio principale di questo romanzo, vi dovesse raccontare la sua storia, probabilmente vi parlerebbe della rottura della propria caldaia, avvenuta un certo 15 dicembre. Oppure di suo padre, architetto noto e stimato, con cui era solito trascorrere solo la vigilia di Natale. Ricorderebbe certamente Olga, una russa molto carina incontrata all'inizio della sua carriera, in occasione di una mostra delle sue fotografie delle carte stradali della Michelin. Tutto questo avveniva prima che arrivasse il successo mondiale con la serie delle opere dedicate ai "mestieri", ritratti di personalità di diversi ambienti (fra cui lo scrittore Michel Houellebecq), colte nell'esercizio della loro professione. Dovrebbe dire anche come ha aiutato il commissario Jacelin a chiarire un'atroce storia criminale che ha sconvolto la polizia. Sul finire della sua vita, Jed Martin arriverà a una certa serenità ed emetterà solo dei mormorii. L'arte, il denaro, l'amore, il rapporto col padre, la morte, il lavoro sono solo alcuni dei temi di questo romanzo, decisamente classico eppure, evidentemente, contemporaneo, in cui Michel Houellebecq, con la consueta implacabilità, ritrae la condizione umana."
Trama:
Jed Martin è un artista bizzarro che vive da solo a Parigi. Ha sempre avuto un notevole successo. La sua vita viene svelata tramite diversi flashback nel corso del romanzo, la cui struttura non è lineare. Figlio unico di un architetto fanatico del lavoro, Jed ha perso la madre, morta suicida quando era bambino. Uscito dal collegio in cui era stato messo, ha cominciato a muovere i suoi primi passi nel mondo dell'arte, presentando domanda di ammissione all'École nationale supérieure des beaux-arts de Paris. La sua documentazione di candidatura era un dossier intitolato "Trecento fotografie di oggetti del commercio del ferro".
Jed acquisisce grande notorietà nel panorama artistico francese dopo aver studiato arte con fotografie modificate al computer delle mappe stradali Michelin, confrontandole con immagini satellitari delle stesse regioni. In questo periodo inizia una storia d'amore con Olga, l'agente PR russa della Michelin. Questa relazione ha termine all'improvviso quando la Michelin ha offerto alla donna un lavoro nel suo paese d'origine. L'artista rimane "senza parole". Quando Olga torna a Parigi più avanti, rimane fredda nei confronti dell'uomo, che non riesce a connettersi emotivamente con la loro precedente relazione. Finito il suo lavoro sulle mappe stradali, Jed cambia completamente genere, iniziando un ciclo di dipinti figurativi intitolato "Serie di professioni semplici", a cui lavora per molti anni. Ritrae personaggi come la escort Aimée e il tabaccaio Claude Vorilhon. Dopo tanto lavoro, viene finalmente pianificata una mostra sul Ciclo delle Professioni, la prima dopo quella delle carte stradali. Durante i preparativi, l'impresario dell'artista ha la brillante idea di invitare lo scrittore Michel Houellebecq a scrivere la prefazione al catalogo. L'idea è eccellente: ci si aspetta che un testo di un autore controverso abbia un'influenza positiva sulla percezione delle opere esposte. Così Jed si reca in Irlanda a trovare lo scrittore estremamente solitario nella sua casa, per mostrargli le fotografie delle sue opere necessarie alla preparazione del testo richiesto; gli fa inoltre la proposta di realizzare un suo ritratto e di regalarglielo. Lo scrittore è d'accordo su tutto. Nel corso delle loro conversazioni, si instaura tra i due un rapporto quasi amichevole. Nello stesso anno, Houellebecq rientra in Francia, acquistando la sua casa natale a Souppes, un villaggio rurale a sud di Parigi, dove si trasferisce. La mostra, pianificata da tempo, viene finalmente inaugurata a dicembre ed è un grande successo, oltre ogni aspettativa. Tutte le opere vengono vendute a prezzi sorprendentemente alti. Jed, diventato il pittore più pagato di Francia, è un uomo ricchissimo e smette di dipingere.
Il padre del pittore, in pensione dallo studio di architettura da lui fondato molti anni prima, vive da tempo in una lussuosa casa di riposo. Il cancro al colon gli sta causando notevoli problemi. A differenza degli anni scorsi, la Vigilia di Natale Jed non andrà con lui al ristorante, ma lo inviterà nella sua dimora. Sullo sfondo di un rapporto fino a quel momento molto distante tra padre e figlio, quella sera si instaura tra loro un'atmosfera inaspettatamente intima. Il padre racconta per la prima volta del suicidio della madre di Jed e della sua storia personale.
Il primo gennaio, un mese prima del suo quarantesimo compleanno, Jed si reca da Michel Houellebecq nell'impervia provincia di Souppes per consegnargli il ritratto. Anche in questa occasione diventa chiaro che lo scrittore vive da recluso e non ha praticamente alcun contatto sociale.
Qualche tempo dopo la consegna del ritratto, Houellebecq viene assassinato nella sua casa di campagna. I dettagli dell'omicidio sono raccapriccianti: l'assassino, che ha ucciso anche il cane, ha infierito sul cadavere facendolo a pezzi e spappolandolo. La polizia parigina incaricata delle indagini è guidata dall'ispettore capo Jasselin, che fin dall'inizio brancola nel buio. Non si trova alcun indizio utile, alcuna traccia. Al funerale di Houllebecq al cimitero di Montparnasse, Jasselin fotografa i partecipanti e quindi incontra Jed Martin. Il pittore accetta di recarsi sulla scena del crimine con l'ispettore capo. Durante il sopralluogo, constata la scomparsa del ritratto che aveva fatto, cosa che sembra spiegare l'omicidio - ma non la particolare efferatezza.
Il caso, particolarmente intricato, viene risolto soltanto tre anni dopo, per una pura e semplice coincidenza, quando l'assassino perde la vita in un incidente stradale. Era il proprietario psicopatico di una clinica di chirurgia estetica, che aveva ucciso numerose altre persone, preparandone i corpi dopo averli profanati. Nella sua abitazione vengono trovate le prove, tra cui il dipinto di Houellebecq.
Intanto il padre di Jed evade dalla clinica, si reca a Zurigo, dove si fa somministrare l'eutanasia nella clinica Dignitas. Al pittore, arrivato troppo tardi, la direttrice dice soltanto che "la procedura si è svolta nel modo più normale possibile". Jed si scatena e le assesta un fortissimo sganassone, poi la prende a pugni, le rifila un calcio nel plesso solare e la fa sbattere con la colonna vertebrale contro lo spigolo di un mobile. Si sente un "crac". Dopo aver appurato che la donna respira (ma forse è paralizzata e in fin di vita), l'artista se ne sgattaiola via senza che nessuno lo scopra e la fa franca.
Col ricavato della vendita del quadro di Houellebecq, Jed si ritira nella casa dei suoi nonni a Châtelus-le-Marcheix, nella Creuse. Passerà il resto della sua vita in strani e interessantissimi esperimenti artistici, innervati da una costante riflessione nostalgica sulla fine dell'era industriale in Europa e sulla natura transitoria di tutte le cose create dall'uomo in generale. L'ultima sua opera s'intitola "La vegetazione ottiene la vittoria finale".
Col ricavato della vendita del quadro di Houellebecq, Jed si ritira nella casa dei suoi nonni a Châtelus-le-Marcheix, nella Creuse. Passerà il resto della sua vita in strani e interessantissimi esperimenti artistici, innervati da una costante riflessione nostalgica sulla fine dell'era industriale in Europa e sulla natura transitoria di tutte le cose create dall'uomo in generale. L'ultima sua opera s'intitola "La vegetazione ottiene la vittoria finale".
Ambientazione:
13e arrondissement de Paris (Avenue Stéphen-Pichon),
Raincy (Seine-Saint-Denis),
Souppes-sur-Loing (Seine-et-Marne),
Beauvais,
Shannon (Irlanda),
Châtelus-le-Marcheix (Creuse).
Recensione:
Senz'ombra di dubbio La carta e il territorio è un metaromanzo. L'autore è infatti anche un personaggio della sua stessa opera. Sono stato favorevolmente colpito da questa scelta originale, abbastanza inconsueta, che insinua nel lettore uno strano senso di irrealtà e di sfasamento, quasi un'inquietudine subliminale. Alcuni elementi di matrice ideologica che affiorano qua e là, sono invece piuttosto indigesti. Nel complesso la mia valutazione è comunque positiva.
Peculiarità stilistiche
Il segreto del successo di Houellebecq è il suo linguaggio descrittivo, aneddotico, inframmezzato a perle di cinismo caustico. Lo scrittore francese ama le digressioni: ogni volta che ce ne propone qualcuna, ci fa sentire più rilassati. Solo per fare un esempio, può parlare a lungo delle acque minerali norvegesi, che non sono minimamente ferruginose né sulfuree, senza mai annoiare il lettore, nonostante l'apparente banalità delle constatazioni. Poi non è facile verificare le informazioni riportate, così accettiamo questa aneddotica priva di fonti, senza impazzire a frugare nel Web alla ricerca di inutili conferme. Questo stile non è privo di rischi. Infatti Houellebecq è stato accusato di plagio da un giornalista per aver incorporato proprio in questo romanzo alcuni estratti dall'edizione francese di Wikipedia senza menzionarne la fonte, violando così la licenza Creative Commons BY-SA. Per questo motivo, un blogger ha ritenuto che ciò darebbe a chiunque il diritto di distribuire gratuitamente il testo sotto la stessa licenza degli articoli di Wikipedia. L'editore Flammarion ha quindi minacciando di sporgere denuncia contro il blogger. osservando che è costume dello scrittore utilizzare testi tratti da documentazione disponibile nel Web come materiale letterario grezzo per i suoi romanzi. Solo per fare alcuni esempi, ha estratto la descrizione di un agente di polizia dal sito ufficiale del Ministero degli Interni, mentre il testo di un depliant turistico è stato utilizzato per la descrizione umoristica dell'hotel Carpe Diem. In ogni caso, direi che ha rimediato una figura di denso pastone marrone, anche se gli hanno parato il culo!
Le origini del titolo
Riporto un singolare aneddoto: Houellebecq in un'occasione è stato accusato di aver plagiato il libro La Carte et le Territoire di Michel Lévy. È probabile che lo scrittore sia stato a conoscenza del libro di Lévy, dal momento che i titoli sono identici. Tuttavia il contenuto dei due libri è molto diverso. Si è potuto accertare che, per il titolo, entrambi gli autori si siano ispirati a uno dei principi della semantica generale del filosofo polacco-americano Alfred Korzybski (1879 - 1950): "la mappa non è il territorio". Anni fa mi è stato detto che non esistono diritti d'autore sul mero titolo: in altre parole, può capitare che due libri dissimili di autori diversi abbiano lo stesso titolo.
Alcuni personaggi reali
Diversi personaggi reali compaiono nella trama, oltre allo stesso Houellebecq. Sono nomi non familiari qui in Italia, ma popolarissimi oltralpe.
1) Jean-Pierre Pernaut (Amiens, 1950 - Parigi, 2022) è un giornalista e presentatore televisivo francese. Giornalista delle emittenti del gruppo TF1 dal 1975, è noto in particolare per aver presentato il notiziario delle ore 13 (Journal de 13 heures) per ben 32 anni. Spesso descritto come un "amante delle notizie regionali", ha scelto di orientare il suo programma proponendo una linea editoriale più locale e nominando corrispondenti nativi delle regioni.
2) Frédéric Beigbeder, nato nel 1965 a Neuilly-sur-Seine, è uno scrittore, critico letterario, sceneggiatore, conduttore televisivo e regista francese. È l'ideatore del Prix de Flore, premio letterario di cui presiede la giuria. È stato anche direttore editoriale della rivista Lui. Nel 2003 ha vinto il Prix Interallié per Windows on the World, nel 2009 il Prix Renaudot per il suo libro Un roman français e nel 2018 il Prix Rive Gauche a Parigi per il suo libro Une vie sans fin.
3) Julien Lepers, nato nel 1949 a Parigi, è un conduttore radiofonico e televisivo, nonché cantautore francese. È particolarmente noto per essere stato il presentatore del quiz televisivo Questions pour un champion su France 3, dal 1988 al 2016, ma anche per essere il compositore di due grandi successi del cantante Herbert Léonard: Pour le plaisir (1981) e Amoureux fous (1983), cantate in duetto con Julie Pietri.
4) Claude Vorilhon, detto "Raël", nato a Vichy nel 1946 è il fondatore e guru del Movimento Raeliano, un'organizzazione caratterizzata da dottrine sull'origine extraterrestre del genere umano e sulla clonazione come mezzo per raggiungere l'immortalità fisica. Questa singolare congrega è oggetto di molte controversie e classificata come setta in Francia da un rapporto parlamentare del 1995. Houellebecq, che è particolarmente fissato col personaggio, attribuisce il suo nominativo al gestore di un bar-tabaccheria!
Principali opere di Jed Martin
1) Damien Hirst et Jeff Koons se partageant le marché de l'art, olio su tela (incompiuto)
2) L'architecte Jean-Pierre Martin quittant la direction de son entreprise, olio su tela
3) Michel Houellebecq, écrivain, olio su tela
4) Bill Gates et Steve Jobs s’entretenant du futur de l’informatique - La conversation de Palo Alto, olio su tela
5) Aimée, escort-girl, olio su tela
6) Maya Dubois, assistante de télémaintenance, olio su tela
7) Le journaliste Jean-Pierre Pernaut animant une conférence de rédaction, olio su tela
8) L'introduction en Bourse de l'action Beate Uhse, olio su tela
9) L'ingénieur Ferdinand Piëch visitant les ateliers de production de Molsheim, acquarello
10) Ferdinand Desroches, boucher chevalin, olio su tela
11) Claude Vorilhon, gérant de bar-tabac, olio su tela
Depressione e mancanza di igiene
La depressione è un predatore, più nero della tenebra assoluta, che si mette in agguato in attesa della sua preda. Quando pensa che sia il momento migliore, compie un balzo e morde. Trafigge la persona malcapitata con un pungiglione che inietta un potente veleno, in grado di indurre uno stato di Mors Ontologica. Nel metaromanzo si insiste molto sullo stato di prostrazione che ha colpito Houellebecq. Uno dei sintomi più tipici di chi è stato preso dal Mostro è l'incapacità di mantenere un adeguato livello di igiene. Così lo scrittore non si lava, sviluppa un'infestazione di muffe che dà al suo corpo un odore rancido di pus, di sego, di cadavere. "Puzza un po'...", questo è ciò che pensa Jed Martin quando gli si avvicina.
Idiosincrasie alimentari
Emerge uno strano e difficile rapporto di Houellebecq col cibo. Non è chiaro quanto di tutto questo sia realmente autobiografico. Prima lo scrittore è in preda a sensi di colpa lancinanti perché è consapevole dell'estrema intelligenza e sensibilità dei maiali. Dopo aver elencato in modo aneddotico diverse capacità mirabolanti dei pingui animali, come quella di eseguire le addizioni e in alcuni casi persino le sottrazioni, giunge alla conclusione che gli esseri umani non abbiano diritto di cibarsi di carne di porco. Poi cade in uno stato famelico e ingurgita quantità immani di salumi! Un'altra peculiarità, già emersa in Sottomissione (2015), è il fatto che lo scrittore considera ripugnante la menta.
Un pompino negato
Una storia d'amore finisce per via dello scarso turgore dei corpi cavernosi del protagonista, che non ha capito una grande verità: l'animale più odiato dalle donne è il CAMOSCIO! A lui si rizza male, lei si rifiuta di prenderglielo in bocca, così la relazione ha termine. "Avrebbe potuto farmi un pompino", pensa lui tra sé e sé, amareggiato, annichilito. Ma lei non glielo ha voluto fare. Probabilmente ce l'aveva proprio con lui, aveva avuto un moto di ripugnanza per un odore, per una mezza parola, mentre a qualcun altro il trattamento orale lo avrebbe riservato. Tuttavia è anche possibile che abbia deciso di non farlo a nessuno, di non far godere usando la bocca e di fare sesso soltanto nel canale vaginale. Un rigurgito morale? Dovuto a cosa? Chi può sondare l'abisso senza fondo che è la mente di una donna? Chi può comprendere le sue motivazioni oscurissime? Nessuno. Una donna può trovare infiniti modi, tutti estremamente raffinati, per tagliuzzare un uomo, con infinito sadismo!
Il poliziotto e l'oligospermia
Il meticoloso investigatore, Jasselin, soffre di un disturbo molto imbarazzante: l'oligospermia. Nonostante l'eccitazione, riesce a produrre al massimo un volume di liquame seminale pari a quello di un cucchiaino da caffè. Così ci spiega l'autore, che se la moglie del funzionario volesse dello sperma, non riuscirebbe ad ottenerne. Tuttavia la donna, che è un'abile cuoca e una gran scopatrice, non pratica il sesso orale. Non prende lo sperma in bocca e non lo vuole neanche addosso. Si fa fare quelle scarse gocce dentro, nella vagina, senza nemmeno accorgersi del flusso esiguo. Houellebecq ci fa un dettagliato trattato sull'oligospermia, eppure sembra confondere due concetti fondamentali: il volume dell'eiaculato e la densità degli spermatozoi nel liquido espulso. In realtà non esiste connessione alcuna tra le due cose. Un uomo può benissimo eiettare una gran massa di sperma poverissimo di gameti, oppure far uscire qualche goccia di sperma che ne è ricchissimo.
Ancora sull'eutanasia
Quello che sembra mancare a Houellebecq è l'empatia, la capacità di immedesimarsi nelle persone sofferenti. L'idea della possibilità di porre fine alla propria esistenza quando il dolore diventa insopportabile, arreca un tale sgomento allo scrittore francese, che in lui si scatenano reazioni violente. In alcune occasioni, ha addirittura deriso coloro che vorrebbero poter far cessare le sofferenze, definendoli qualcosa come "frignoni". Incarnandosi nel personaggio di Jed Martin, egli dà libero sfogo alla sua ira funesta, assaltando la direttrice di Dignitas e spezzandole la schiena. Come potremmo definire quanto descritto, "lesioni gravissime", "tentato omicidio" oppure "omicidio"? Un tempo esistevano codici che vietavano la scrittura di romanzi in cui un colpevole riesce a scampare alla Legge. Sono da sempre contrario a questi codici, li reputo limitanti, ma devo dire che questa descrizione di un crimine, seppur soltanto letterario, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Secondo l'ideologia di Houellebecq, chi sostiene l'eutanasia sarebbe parte di quel mondo di pazzia furiosa noto come Ecologia Profonda, proprio come i vegani, gli animalisti e via discorrendo - gente spesso intollerante, molesta, attivissima nel Web. La Chiesa di Roma invece utilizza contro ogni idea di eutanasia lo spauracchio di Adolf Hitler e del Reich Millenario (ricordo ancora un prete che diceva: "Poi faranno morire anche chi non vuole"). Il solito spauracchio immensamente comodo. Prendono il Caporale di Braunau e lo usano come un bastone, perché la gente ne ha terrore. L'eutanasia di cui stiamo parlando, non ha nulla a che vedere con il concetto di "selezione razziale" e neppure ha a che fare con il mondo postmoderno. È soltanto questo: permettere a chi soffre in modo insopportabile di morire senza dover strisciare nella merda e nel vomito! Nessuno può imporre la cosiddetta "imitazione di Cristo"!
Necrofilia e nanismo funebre
Nell'elaborata struttura del metaromanzo, Houellebecq ama mortificarsi fino all'annichilimento, spinto da un masochismo estremo. Non solo si sottopone a una terribile morte virtuale per spappolamento, ma descrive le sue improbabili esequie in un modo del tutto inaspettato: i resti del cadavere vengono messi in una bara piccolissima, di una lunghezza di un metro e venti centimetri al massimo! Le proporzioni nanesche del feretro sconvolgono i presenti, li mortificano, li mettono di fronte a un orrore indecifrabile, che sembra scaturito dai più mostruosi incubi di Lovecraft! Salta subito agli occhi un'incongruenza. Perché inscenare una simile pantomima grottesca? Anche se i resti del defunto scrittore erano scarsi, si poteva sempre usare una bara delle dimensioni adatte a un individuo normale! Chi mai avrebbe chiesto a gran voce di aprire il coperchio per poter contemplare e annusare il macabro contenuto?
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