Á SPRENGISANDI
Gruppo: Islandica
Paese: Islanda
Lingua: Islandese
Album: Íslandsklukkur - Icelandic Folk Music -
Rhythms Of The North
Anno: 1994
Produttori: Magnús Þór Sigmundsson,
Rafn Ragnar Jónsson
Rhythms Of The North
Anno: 1994
Produttori: Magnús Þór Sigmundsson,
Rafn Ragnar Jónsson
Cantante: Bergþór Pálsson
Autore del testo: Grimur Thomsen (1820 - 1896)
Genere: Folk
Autore del testo: Grimur Thomsen (1820 - 1896)
Genere: Folk
Stile: Nordic
Link:
Testo:
Á sprengisandi
Ríðum, ríðum og rekum yfir sandinn,
rennur sól á bak við Arnarfell,
hér á reiki er margur óhreinn andinn,
úr því fer að skyggja á jökulsvell;
Drottinn leiði drösulinn minn,
drjúgur verður síðasti áfanginn.
Drottinn leiði drösulinn minn,
drjúgur verður síðasti áfanginn.
Þey þey! þey þey! þaut í holti tófa,
þurran vill hún blóði væta góm,
eða líka einhver var að hóa
undarlega digrum karlaróm;
útilegumenn í Ódáðahraun
eru kannske að smala fé á laun.
útilegumenn í Ódáðahraun
eru kannske að smala fé á laun.
Ríðum, ríðum, rekum yfir sandinn,
rökkrið er að síða á Herðubreið,
álfadrottning er að beisla gandinn,
ekki er gott að verða á hennar leið;
vænsta klárinn vildi ég gefa til
að vera kominn ofan í Kiðagil
vænsta klárinn vildi ég gefa til
að vera kominn ofan í Kiðagil
Traduzione in italiano:
Sullo Sprengisandur
Cavalchiamo, cavalchiamo e arranchiamo sulla strada
Il sole tramonta dietro Arnarfell
Qui vagherà lo spirito molto impuro
Dopo che avranno iniziato a calare le ombre sul ghiacciaio
Il Signore guida il mio cavallo
Si fa dura l'ultima tappa
Il Signore guida il mio cavallo
Si fa dura l'ultima tappa
Ssh, zitto! Ssh, zitto! Una volpe è corsa sulla collina
Il palato secco vuole inzuppare di sangue
Oppure era qualcuno che urlava
Con una voce maschile stranamente profonda
Fuorilegge nell'Ódáðahraun
Stanno forse radunando le pecore in segreto
Fuorilegge nell'Ódáðahraun
Stanno forse radunando le pecore in segreto
Cavalchiamo, cavalchiamo, arranchiamo sulla strada
Il crepuscolo cala accanto al Herðubreið
La regina degli elfi sta bardando il cavallo
Non è buona cosa trovarsi sulla sua strada
Il mio fedele destriero donerei volentieri
Per giungere fin dentro il Kiðagil
Note:
1. Strada che fin dal medioevo attraversa lo Sprengisandur
2. Arnarfell: città nella pianura Þingvellir
3. Ódáðahraun: grande deserto freddo vulcanico ai confini dello Sprengisandur
4. Herðubreið: vulcano situato nell'Ódáðahraun
5. Kiðagil: gola che segnava l'arrivo nella zona sicura della via dello Sprengisandur e la prossima fine del viaggio
Glossario islandese-italiano:
að vera kominn "per giungere"
koma "venire", "giungere"
koma "venire", "giungere"
andinn "lo spirito" (forna articolata di andi "spirito")
Arnafell, lett. "Montagna delle Aquile"
Arnafell, lett. "Montagna delle Aquile"
arna "delle aquile" + fell "montagna";
arna è il genitivo plurale di örn "aquila".
arna è il genitivo plurale di örn "aquila".
á "su" (preposizione + dativo)
á bak "dietro"
á hennar leið "sulla sua strada"
hennar "di lei"; leið "strada"
hennar "di lei"; leið "strada"
á jökulsvell "sulla superficie del ghiacciaio"
jökull "ghiacciaio" + svell "superficie ghiacciata"
á laun "in segreto", "segretamente"
á reiki "sta vagando"
reika "vagare"
á Sprengisandi "sullo Sprengisandur"
áfanginn "la tappa" (forma articolata di áfangi "fase",
cfr. áfang, alla lettera "tocco rozzo o violento", ma
anche "multa")
cfr. áfang, alla lettera "tocco rozzo o violento", ma
anche "multa")
álfadrottning "regina degli elfi"
álfur "elfo" + drottning "regina"
beisla "bardare" (lett. "fornire di briglia")
Drottinn "Il Signore"
drösulinn minn "il mio cavallo" (accusativo,
drösulinn minn "il mio cavallo" (accusativo,
da drösull, cfr. norreno drasill "cavallo, stallone")
drjúgur "sostanziale, considerevole"
Herðubreið, lett. "Ampio di spalle",
Herðubreið, lett. "Ampio di spalle",
da herðar "spalle" + breið "ampia, larga" (femminile
di breiður "ampio, largo")
di breiður "ampio, largo")
hér "qui"
eða "o", "oppure"
einhver var "era qualcuno"
einhver "qualcuno", var "fu, era"
ekki "non", "niente"
ekki er gott "non è cosa buona"
er "è"
er að síða "sta calando"
er að síða "sta calando"
gandinn "cavallo, cavalcatura" (accusativo,
da gandur, che significa anche "bacchetta magica";
cfr. norreno gandr "lupo, bestia pericolosa",
"spirito immondo")
da gandur, che significa anche "bacchetta magica";
cfr. norreno gandr "lupo, bestia pericolosa",
"spirito immondo")
hóa "chiamare ad alta voce"
í holti "sulla collina" (lett. "nella collina")
kannske "forse" (prestito dal danese, lingua coloniale;
già dall'aspetto si capisce che non è un termine nativo)
kannske "forse" (prestito dal danese, lingua coloniale;
già dall'aspetto si capisce che non è un termine nativo)
karlaróm "voce di uomo", "voce maschile"
digrum karlaróm "con grossa voce maschile",
digrum karlaróm "con grossa voce maschile",
digur "grosso" (detto ad es. di voce)
Kiðagil, lett. "Burrone dei Capretti"
kiða "dei capretti" + gil "burrone";
kiða è il genitivo plurale di kið "capretto"
kiða "dei capretti" + gil "burrone";
kiða è il genitivo plurale di kið "capretto"
klárinn "il destriero" (forma articolata di klár "destriero",
da non confondersi con l'omofono aggettivo klár
"intelligente")
da non confondersi con l'omofono aggettivo klár
"intelligente")
leiði "che guidi" (tradotto con "guida")
líka "anche", "allo stesso modo"
margur óhreinn "molto impuro"
ó-, prefisso negativo; hreinn "puro"
ofan í "fin dentro"
ó-, prefisso negativo; hreinn "puro"
ofan í "fin dentro"
og "e" (dal norreno ok)
Ódáðahraun, lett. "Campo di lava delle atrocità"
ódáða "delle atrocità" + hraun "campo di lava";
ódáða è il genitivo plurale di ódáð "atrocità, delitto";
il toponimo spesso è tradotto con "Campo di lava
dei fuorilegge".
il toponimo spesso è tradotto con "Campo di lava
dei fuorilegge".
rekum "arranchiamo"
reka "costringere", "condurre"; "far andare alla deriva",
etc.
etc.
rennur "corre" (il sole corre dietro ad Arnafell =
il sole tramonta dietro ad Arnafell)
il sole tramonta dietro ad Arnafell)
ríðum "cavalchiamo"
ríða "cavalcare"
rökkrið "crepuscolo"
síðasti "l'ultimo"
skyggja "fare buio", "calare" (detto dell'oscurità)
smala fé "radunare le pecore"
eru kannske að smala fé "stanno forse radunando
le pecore"
Sprengisandur, lett. "Sabbia su cui si balza in fretta"
smala fé "radunare le pecore"
eru kannske að smala fé "stanno forse radunando
le pecore"
Sprengisandur, lett. "Sabbia su cui si balza in fretta"
sól "sole"
til "a", "verso" (preposizione + genitivo)
tófa "volpe" (plurale tófur)
undarlega "stranamente"
undarlega "stranamente"
úr því fer "da quando va", "da quando inizia"
fara "andare"
útilegumenn "banditi", "fuorilegge"
verður "diventa"
verða "divenire"
við "vicino, presso"; con" (preposizione + accusativo)
vildi ég gefa "donerei", "dare" vill hún "lei vuole"
vilja "volere", hún "lei, essa"
vænsta "volentieri"
vænsta "volentieri"
væta "inumidire", "inzuppare"
væta blóði "inzuppare col sangue"
yfir sandinn "sulla sabbia" (tradotto con "sulla strada")
þaut "saltò su"
þjóta "saltar su", "affrettarsi"
þey! "zitto!"
þurran góm "il palato secco" (accusativo maschile,
da þurr "secco", gómur "palato")
da þurr "secco", gómur "palato")
Recensione:
Per apprezzare appieno questo bellissimo brano, è necessario conoscere qualcosa della storia su cui si fonda il testo. Quando l'Islanda fu popolata da coloni giunti dalla Norvegia, col significativo contributo di schiavi importati dall'Irlanda e dalla Scozia, i centri abitati più popolosi si svilupparono nella parte sudoccidentale dell'isola. In particolare, a Þingvellir (lett. "Prati dell'Assemblea", ortografia anglicizzata Thingvellir) si riuniva ogni anno il Parlamento (Alþingi), cuore palpitante delle istituzioni democratiche islandesi. Nonostante la parte settentrionale dell'isola fosse poco favorevole dal punto di vista del clima e delle risorse, vi si trovavano diverse comunità. I loro notabili avevano necessità di raggiungere la sede del Parlamento per discutere le cause: l'isolamento era un lusso che nessuno poteva permettersi. La via più sicura per giungere a destinazione prevedeva un lungo viaggio tramite nave, costeggiando i fiordi. C'era il rischio concreto che ad essere avvantaggiato fosse chi arrivava prima, perché poteva contare su più tempo per trovare sostenitori. Per questo motivo qualcuno ebbe l'ardire di compiere un viaggio molto più breve ma denso di pericoli mortali, che prevedeva di attraversare la parte interna dell'isola servendosi della strada detta Sprengisandur (nei testi delle saghe era conosciuta semplicemente come Sandr "Sabbia" o Sandleið "Strada sabbiosa"). La desolazione era spaventosa: non si trovavano sorgenti e non cresceva nemmeno un filo d'erba, per circa 200 chilometri! Erano terre senza vita, inospitali come Marte. Per questo, si doveva percorrere la via nel più breve tempo possibile. Si procedeva su un carro trainato da un cavallo. Si doveva portare acqua e cibo. Se il cavallo moriva era la fine: si restava abbandonati nel deserto. Fiorivano leggende funeste. Si narrava che nell'area impervia chiamata Ódáðahraun trovassero rifugio numerosi fuorilegge, che avrebbero trovato modo di nascondervi quanto necessario a sopravvivere. Poi c'erano i fantasmi di coloro che avevano fallito la traversata, condannati a rimanere tra le gelide sabbie per l'Eternità. Tale era il terrore che a un certo punto nessuno ebbe più il coraggio di mettersi in viaggio lungo lo Sprengisandur, di cui si finirono col perdere le tracce, anche se non fu mai dimenticato. Oggi è una strada sterrata F26, utilizzata dagli amanti dell'avventura.
In questi tempi degenerati, il Folk è una necessità. Musica di questo tipo è sommamente utile e meritoria, in qualche modo aiuta a contrastare l'Oblio, almeno finché dura in noi un barlume di vita. Se ne può trarre un grande diletto.