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venerdì 23 settembre 2022

ETIMOLOGIA DI VADUZ

Il Principato del Liechtenstein è una micronazione situata nell'arco alpino, incastonata tra la Svizzera e l'Austria. In effetti è uno dei paesi più piccoli del mondo. La lingua ufficiale è il tedesco standard ed è correntemente parlato un dialetto alemannico. Questa varietà di alemannico, usata dal 73% della popolazione (dato 2020), è molto divergente dal tedesco standard, che invece è usato dal 92% della popolazione (dato 2020). Tecnicamente parlando, vi sono due gruppi di dialetti; alto alemannico nel nord e altissimo alemannico nel sud. La capitale del Principato ha un nome che desta subito l'attenzione per il suo singolare aspetto fonetico: Vaduz. L'accento è sull'ultima sillaba. Riporto nel seguito alcuni dati sintetici:  

Tedesco standard: Vaduz 
   Pronuncia: /fa'dʊts/, /va'du:ts/ 
   Declinazione: gen., dat., acc. Vaduz 
Alemannico: Vadoz 
   Pronuncia: /fa'dots/
Prima attestazione: Faduzes
    Anno: 1175-1200 
Attestazioni successive (XIII sec.): Faduzze (1250), Vaducz, Vaduz (1249, 1304), Vadutzze, Vadutz  



Ci si pone ora una domanda. Qual è l'etimologia del toponimo Vaduz? A questo proposito, in letteratura si trovano due possibilità. 

1) Vaduz deriva dal latino Vallis Dulcis, ossia "Valle Dolce".  Il riferimento è alla grande bellezza dei luoghi e all'amenità del clima. Questa teoria in passato era molto accreditata. Friedrich Umlauft ha scritto in una nota nel suo libro "Das Fürstenthum Liechtenstein. Geographisch, historisch, touristisch" (1891): "Vaduz oder Valdulz, corrumpirt aus dem rätoromanischen Valdultsch, ist gleich "Süßthal", ehedem Valdulz, Valdultsch", ossia "Vaduz o Valdulz, corrotto dal retoromancio Valdultsch, è uguale a "Valle Dolce", anticamente Valdulz, Valdultsch" (i grassetti sono miei). Resta il fatto che non sono riuscito a trovare alcuna attestazione delle forme Valdulz e Valdultsch. All'epoca non erano diffusi gli asterischi per contrassegnare le forme ricostruite o congetturali. Fatto sta che la nota di Umlauft è stata citata centinaia e centinaia di volte, acquisendo un prestigio senza limiti.
 
2) Vaduz deriva dal latino Aquaeductus, ossia "Aquedotto". In romancio esiste la parola auadutg "canale del mulino", "conduttura" (glossa tedesca: Wasserleitung; offener Wassergraben, Kanal für Mühlen), da alcuni riportata come avadutg, che deriva direttamente dal latino aquaeductus "acquedotto". La sua pronuncia è /ava'dutʃ/ e presenta numerose varianti, come auadottel, aquaduct, etc. Il riferimento è ai canali che a quanto pare sarebbero stati usati già nel XII secolo per alimentare le numerose segherie e i mulini dell'area, che ferveva di frenetica attività imprenditoriale. Questa teoria alternativa sembra acquistare sempre più sostegno. 

Questo è quanto, allo stato attuale delle cose, è riportato sul Wiktionary in inglese: 


Etymology 

Via Rhaeto-Romance auadutg from latin aquaeductus.

Questo è quanto, allo stato attuale delle cose, è riportato sul Wiktionary in tedesco (i grassetti sono miei):


Zur Herkunft des Ortsnamens gibt es verschiedene Theorien: Einmal glaubt man, festgestellt zu haben, dass ein Bezug zum lateinischen vadum oder vadutium (Furt) bestehe. Dieser Ansatz gilt heutzutage als falsch. Es wird nun davon ausgegangen, dass Vaduz dadurch entstanden sei, dass aus dem Lateinischen das Wort aquaeductus (Wasserleitung, Wassergraben, Mühlgraben) in das Alträtoromanische als auadutg übergegangen sei. Die Übersetzung Mühlgraben oder Mühlgerinne ist den anderen vorzuziehen, da Wassergräben in Liechtenstein in früherer Zeit ungleich seltener vorkamen als Mühlgräben. Anlass zur Benennung des Ortes nach einem Mühlgraben hat aller Wahrscheinlichkeit nach eine Mühle am heute kanalisierten Altabach gegeben.[1]
Eine andere Quelle spricht davon, dass der Name der Gemeinde sich aus Valdutsch entwickelt hat, was sich aus dem lateinischen Wort vallis (Tal) und dem althochdeutschen diutisk (deutsch) zusammensetzt.[2]

1. Historischer Verein für das Fürstentum Liechtenstein: Vaduz
2. Wikipedia-Artikel „Vaduz“ 

Traduzione in italiano: 

Esistono diverse teorie sull'origine del toponimo: in primo luogo si ritiene sia stabilito un collegamento con il latino vadum o vadutium (guado). Questo approccio è oggi considerato sbagliato. Ora si suppone che Vaduz sia nata perché la parola aquaeductus (conduttura dell'acqua, canale dell'acqua, corsa del mulino) è stata trasferita dal latino nell'antico romancio come auadutg. La traduzione "fossato del mulino" o "canale del mulino" è preferibile alle altre, poiché in passato nel Liechtenstein i fossati erano molto meno comuni dei fossati dei mulini. Il motivo per cui la località prese il nome da una corsa di mulini era molto probabilmente un mulino sull'Altabach, che ora è canalizzato.(1)
Un'altra fonte afferma che il nome del comune deriverebbe da Valdutsch, composto dalla parola latina vallis (valle) e dall'alto tedesco antico diutisk (tedesco).(2)  

1. Associazione storica per il Principato del Liechtenstein: Vaduz
2. Articolo di Wikipedia “Vaduz
 
Non solvitur? Non proprio

Sono partito dal fatto che in romancio il digramma tg trascrive il suono palatale (affricata postalveolare) sordo /tʃ/.
Il passaggio dal latino volgare -ct- a /tʃ/ è molto comune: si trova anche nelle lingue galloitaliche, oltre che in spagnolo (es. octō "otto" > ocho). 
Invece in Vaduz si trova /ts/, che a quanto ne so non è mai il prodotto del latino volgare -ct- (se qualcuno può confutarmi portandomi esempi in qualche remota lingua locale, è di certo il benvenuto).  
Ho quindi dedotto che Vallis dulcis è possibile e plausibile, mentre Aquaeductus è comunque possibile ma abbastanza implausibile. 
Questa mia prima conclusione si è dimostrata troppo tecnicistica e frettolosa, non avendo tenuto conto dell'estrema variabilità dei dialetti della lingua romancia e del fatto che auadutg è  una voce semidotta. Rianalizzando la questione, ecco quanto ho appreso. 
Un esito /ts/ è il prodotto a partire dalla desinenza del plurale -s: aquaducts "canali del mulino", che è una forma attestata anche nella variante Avaduz (1725). Tutto mi è stato chiaro consultando il Dicziunari Rumantsch Grischun, disponibile online. Riporto il link (i grassetti sono miei): 


Flurnamen (aus RN.): als Adúts, Idúts (Tujetsch); Aquaduck, -dutgi, -dugt (Urk. 1448, Untervaz); Uadọ́tg (Bach, Lohn); Avaduz (Urk. 1725, Filisur); Suot Aguadottas (Äcker und Wiesen in Zuoz, urkundl. 1479 subter awadoytta, 1547 Sutaguaduttas, 1650 Suott aguaduattas, 1655 Suottaguaduottels). Gaduottel, Vaduottel (Wiese, Lavin, urkundlich 1742 guaduotel).  

Traduzione in italiano:   

Nomi di campi (da RN.): als Adúts, Idúts (Tujetsch); Aquaduck, -dutgi, -dugt (docum. 1448, Untervaz); Uadọ́tg (ruscello, Lohn); Avaduz (documento del 1725, Filisur); Suot Aguadottas (campi e prati a Zuoz, documentati nel 1479 subter awadoytta, 1547 Sutaguaduttas, 1650 Suott aguaduattas, 1655 Suottaguaduottels). Gaduottel, Vaduottel (prato, Lavin, documentato nel 1742 guaduotel).* 

*Tujetsch, Untervaz, Lohn, Filisur, Lavin sono cognomi di autori.

Conclusioni 

A questo punto non ci sono dubbi che la teoria dell'origine di Vaduz da Vallis Dulcis debba per necessità tramontare. Nel territorio del Liechtenstein era un tempo parlata una lingua retoromanza, con ogni probabilità affine al romancio dei vicini Grigioni. È possibile che questa lingua si sia estinta nel corso del XIII secolo. L'area è stata quindi interamente germanizzata da popolazioni di lingua alemannica: fa parte a tutti gli effetti della Romània sommersa

domenica 14 giugno 2015


LA FRISLANDIA: UN'UTOPIA ONIROSTORIA

In occasione di un mio viaggio a Bergen, in Norvegia, acquistai la copia di una mappa del XVI secolo, che mi stupì non poco. Quella città anseatica è ricchissima di interessanti luoghi e di memorie, come ad esempio il lebbrosario, la cui parte pubblica è ora adibita a museo. Avremo modo di parlare delle meraviglie di Bergen in altra occasione. Tornando alla mappa, notai che riportava una grande isola chiamata Frisland, situata poco a sud dell'Islanda e di dimensioni ad essa confrontabili. La mappa era così dettagliata che si potevano scorgere i nomi dei porti e delle città di Frisland. Nella parte meridionale di quella terra misteriosa c'era ad esempio un centro abitato chiamato Sorando. La cosa stimolò la mia fantasia, e per anni mi sono chiesto quale fosse l'origine di quella bizzarria. Nella riproduzione di una mappa del secolo successivo al posto di Frisland erano riportati alcuni scogli, con la dizione Insula Frisland fabulosa vel submersa.  

Da dove nasce questo singolare mito? Converrete che è davvero strano che un'intera isola di tali dimensioni sia stata inventata dal nulla con tanto di dettagli geografici accurati e di toponomastica. Eppure è altrettanto incontrovertibile che Frisland non ha alcuna reale esistenza nel mondo in cui viviamo.

Nomi di centri abitati:

Andefort
Aqua
Banar (Bamar)

Bondendea portus (Bondendon) 
Cabaru (Caboru)
Campa
Doffais
Frislant
Godmec (Gramec)
Ocibar
Rane
Rouea (Rovea)
Sanestol
Sorando (Sorand) 
Venai
 

Nomi di promontori (C. sta per caput):

Aneses
C. Bouct (Bouet)  
C. Cunalar
C. Deria
C. Spagia (Spagnia)
 

Nomi di Golfi:

Golfa Norda
Sudero Golfo
 

Nomi di isole vicine a Frisland:

Duilo
Ibini (Ibim)
Ilofo (Ilofe)
Ledeuc (Ledovo)
Monaco
Portlanda (Porlanda, Podanda) 
Spirige
Streme
 

Come si può vedere, a prescindere da possibili corruzioni, questa toponomastica non è molto trasparente, anche se si possono ravvisare alcune radici germaniche come -stol, God-, -landa, -fort, Norda, Sudero, e persino un possibile prestito latino o romanzo, Port-, incorporato nel toponimo Portlanda. Il nome del centro abitato di Aqua ha l'aria di essere un falso amico. Il termine portus è latino, mentre golfo (con la variante golfa) viene dall'italiano: sono descrizioni che nulla hanno di nativo. Il resto non sembra avere alcuna somiglianza con il norreno. Ci sono stati tentativi di confrontare i toponimi frislandesi con nomi di città delle isole Fær Øer, ma i risultati della comparazione appaiono subito risibili: nella massima parte dei casi non sussiste nemmeno la parvenza di un'assonanza.

Nel tardo XVI secolo i cartografi davano per assodata la realtà della grande isola di Frisland (nota anche con le varianti Frislandia, Frislanda, Friesland, Frixland, Frischlant, etc.), e la cosa creò non poca confusione nei navigatori: in più occasioni gli esploratori scambiarono per Frisland le coste della Groenlandia e identificarono quest'ultima con l'isola di Baffin. Soltanto in seguito fu fatta chiarezza: nella seconda metà del XVII l'isola misteriosa scompare dalle mappe. Si può dire che siamo di fronte a un mito che ha creato gravi difficoltà e fraintendimenti.

Sbaglieremmo tuttavia se pensassimo che il fascino della Frislandia sia scomparso. Ancora oggi c'è chi fantastica su quella terra, ritenendola reale e sprofondata. In fondo il mito di Atlantide costituisce un modello ragionevole a cui ispirarsi. Ricordo nitidamente l'esistenza di un sito web ispirato a Frisland, i cui autori avevano costituito una specie di micronazione e si proclamavano gli eredi del popolo dell'isola scomparsa. Il loro assunto era semplice: Frisland si trovava a nord ovest dell'Irlanda, dove oggi si trovano fondali bassi molto estesi, che in effetti disegnano una sagoma assai simile a quella riportata sulle antiche mappe. Il fenomeno della subsidenza, unitamente a una serie di spaventosi maremoti avrebbero portato alla sommersione di quel regno un tempo florido, lasciando come uniche vestigia lo scoglio che al giorno d'oggi è chiamato Rockall. La casa regnante di Frisland sarebbe riuscita a fuggire e a rifugiarsi in Inghilterra, e i suoi eredi sarebbero proprio gli autori del sito web, che a quanto pare ha fatto la stessa fine della patria dei loro antenati. Questa è la descrizione in inglese, salvata da un backup e rimasta soltanto in alcuni siti come menzione:

FRISLAND. Kingdom of FRISLAND.

Rockall Island, United Kingdom. The Kingdom of Frisland, with a long and illustrious history stretching back many centuries, suffered severe flooding in the later Middle Ages until only a small area remained above water - the island of Rockall. This was unilaterally annexed by the United Kingdom on 10th February 1972, in defiance of international law. Exactly thirty years later the Senate and People of Frisland repudiated this annexation and declared independence from the UK. Sovereignty projects and governments-in-exile.

Il sito originale era molto più ampio e conteneva notizie pseudostoriche sul Regno di Frisland, descritto come pagano e parlante una lingua inclassificabile. All'epoca, interessato a questa creazione, avevo salvato una pagina con le genealogie dei suoi re, che deve essere sepolta nelle budella rugginose del mio vecchio computer e che non sono riuscito a recuperare. Ricordo che molti nomi erano formati a partire dalla radice PHOSI-. Invece ho ritrovato una lista delle Sacerdotesse della Terra e un elenco di nomi geografici.     

L'utopia di Frislandia si fonda in realtà sui viaggi realmente avvenuti di due navigatori veneziani, i fratelli Nicolò e Antonio Zeno, vissuti nel XIV secolo. Nicolò è nato nel 1340, di Antonio si ignora la data di nascita; entrambi sono morti nei primi anni del XV secolo. Nel 1558 Nicolò Zeno, un discendente del primo Nicolò, ha pubblicato una mappa assieme a diverse lettere a sua detta scritte dal suo avo, e tutto ciò che si è scritto su Frisland si fonda su questi documenti. Questo è ciò che è riportato sulla Wikipedia in inglese alla pagina sui Fratelli Zeno, che propongo qui tradotto in italiano:

Le lettere 

Le lettere sono divise in due parti. La prima serie contiene lettere da Nicolò al fratello Antonio. La seconda contiene lettere da Antonio al loro fratello Carlo.
Le prime lettere (da Nicolò ad Antonio) affermano che Nicolò nel 1380 si mise in viaggio da Venezia all'Inghilterra e alle Fiandre. Esistono prove che tale viaggio ebbe luogo, e che Nicolò ritornò a Venezia intorno al 1385.
In queste lettere, Nicolò sostiene di essere stato spiaggiato su di un'isola tra la Gran Bretagna e l'Islanda, chiamata Frislanda, che egli descrive di dimensioni maggiori dell'Irlanda.
Per fortuna Nicolò fu soccorso da Zichmni, che è descritto come il principe che possedeva alcune isole chiamate Porlanda al largo della costa meridionale di Frislanda, e che governava il Ducato di Sorant, o Sorand, nel sud est dell'isola.

Nicolò invitò Antonio a raggiungerlo in Frislanda, cosa che fece, e vi rimase per quattordici anni. Sotto la guida di Zichmni, Antonio attaccò l'Estlanda, che è probabilmente da identificarsi con le Isole Shetland, coe indicato dalla somiglianza tra i nomi di luogo menzionati nelle lettere.
Zichmni poi tentò di attaccare l'Islanda. Dopo averla trovata troppo ben difesa, attaccò sette isole lungo il suo lato orientale: Bres, Talas, Broas, Iscant, Trans, Mimant e Damberc. Tutte queste isole sono fittizie.
Zichmni quindi costruì un forte su Bres e lasciò Nicolò a presidiarlo. Nicolò fece un viaggio in Groenlandia e vi trovò un monastero provvisto di riscaldamento centralizzato. Egli tornò quindi in Frislanda, dove morì, essendo stato a settentrione per quattro o cinque anni.
Poco dopo la morte di Nicolò, Zichmni ebbe notizia che un gruppo di pescatori frislandesi dispersi aveva fatto ritorno dopo un viaggio di più di venticinque anni. Questi pescatori sostennero di essere approdati nell'estremo occidente, nei paesi sconosciuti chiamati Estotiland e Drogeo. Dissero anche di aver incontrato strani animali e cannibali, da cui erano scappati soltanto dopo aver insegnato loro come pescare.
Ispirato dai racconti dei pescatori, Zichmni intraprese un viaggio a occidente con Antonio a guida della sua flotta. A ovest della Frislanda, come si vede sulla mappa di Zeno, essi incontrarono una grande isola chiamata Icaria, che non esiste.

Secondo le lettere, gli abitanti di Icaria li salutarono prima che approdassero. Soltanto una persona tra le genti di Icaria era in grado di parlare una lingua che Zichmni comprendeva. Gli abitanti affermarono che i visitatori non erano i benvenuti nell'isola, e che l'avrebbero difesa combattendo fino all'ultimo uomo, se necessario.
Zichmni veleggiò lungo l'isola cercando per un posto dove approdate, ma gli abitanti lo inseguirono, e Zichmni rinunciò ai suoi sforzi.
Navigando a occidente, approdarono a un promontorio chiamato Trin, all'estremità meridionale di Engrouenlanda. A Zichmni piacevano il clima e il suolo, ma il suo equipaggio trovava quella terra inospitale. I marinai tornarono a casa con Antonio, mentre Zichmni rimase ad esplorare l'area e a costruire una città.

L'originale inglese del testo è molto diffuso in vari network; non sono però ancora riuscito a identificare l'autore di tale riassunto. Il testo delle lettere non sono finora stato in grado di reperirlo, ci sono soltanto alcuni studi che riportano di certo informazioni di estremo interesse, anche se per certi versi mi sembrano alquanto farraginosi e inconcludenti, come ogni tentativo di far quadrare con la realtà un'opera di fantasia.