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martedì 21 marzo 2023

 
COMPRATEMI TUTTA
 
Titolo originale:  The best of Jack Williamson
Autore: Jack Williamson
Anno: 1978 
Lingua originale: Inglese 
Genere: Fantascienza 
Sottogenere: Space opera, distopia
Tipologia: Antologia di racconti 

Edizione italiana: 18/3/1979
Editore: Arnoldo Mondadori Editore 
Collana: Urania
  (Urania settimanale - Le antologie)
  Numero: 775 
Copertina: Karel Thole 
Traduttore: Riccardo Valla 
Pagine: 154 pagg.
Codice EAN: 5000089600861

Indice:
L'ugualizzatore (The Equalizer)
Venditore ambulante (The Peddler's Nose)
La più felice delle creature (The Happiest Creature)
Il freddo occhio verde (The Cold Green Eye)
Operazione gravità (Operation: Gravity)
Visita alla mamma (Jamboree)
Bel tuffo, ragazzo (The Highest Dive)
Compratemi tutta (Guinevere for Everybody) 


Sinossi (da MondoUrania.com): 
La ragazza era incatenata alla macchina distributrice, il suo richiamo lamentoso si perdeva nella vastità dell'atrio dell'aereoporto. - Ehi, voi... C'è nessuno che voglia comprarmi?... Forse voi, signore? - disse a uno degli assonnati passeggeri appena sbarcati dal jet di Kansas City, fissandolo coi suoi grandi e conturbanti occhi azzurri. - Compratemi voi... compratemi tutta... vedrete che vi piacerò... - Philip Chimberley si fermò, la guardò, inghiottì a fatica. Sulla macchina distributrice, una stereoscopica insegna luminosa diceva: GHISLENA COMPRATELA SUBITO NON E' UN ROBOT... CHE COS'E'? Uno dei poli della narrativa di Jack Williamson è una profonda quanto misteriosa familiarità con gli usi e i costumi degli androidi, un'acutissima sensibilità per la loro psicologia. L'altro polo è un "senso del Cosmo" portato a limiti insuperati e forse insuperabili di spettacolarità. Entrambi i poli sono rappresentati in questa e nella precedente raccolta ("La Stazione della Stella Morta", URANIA n. 773) delle maggiori storie di uno dei maggiori maestri della fantascienza. 

Racconti: 

1) L'ugualizzatore 
Un racconto densamente e compattamente politico, ambientato in una spaventosa distopia orwelliana. La Terra è sotto la dittatura di un presidente trumpiforme e di una mostruosa entità statuale denominata Macchina della Giustizia. Per far sopravvivere questa dittatura, sono necessarie immense quantità di plutonio e di altri materiali radioattivi, così viene inviata una spedizione mineraria sui pianeti della Stella Nera di Barstow, situata a pochi anni luce dalla Terra. Due prigionieri, Jim Cameron e Chad Barstow  sono liberati da Julian Hudd, Segretario Speciale della Macchina della Giustizia. Chad è il nipote di Dane Barstow, scopritore dell'omonima stella e sovversivo. Il gerarca mette i due uomini al corrente di strani avvenimenti: si sono interrotte tutte le comunicazioni con la base lunare di Fort America e con la Terra. Si rende quindi necessario organizzare una spedizione per capire cos'è successo e trovare un rimedio; Jim e Chad sono arruolati. Alla guida viene messo il robusto e fulvo Capitano Rory Doyle, sotto la sorveglianza l'odiosissimo Giustizialista Victor Lord, che ne approfitta per dare il tormento a tutti, abusando della sua autorità. Giunti sulla Luna, trovano la base di Fort America in condizioni di totale abbandono: non si trova più traccia di nessuno, come se ci fosse stata un'evacuazione ordinata. Il mistero è fittissimo. Viene così deciso di recarsi sulla Terra, atterrando nell'antica capitale, Americania, che viene trovata deserta proprio come Fort America. Studiando i resti di un missile, viene trovato qualche indizio su un misterioso evento che ha portato alla cessazione improvvisa del regime. Dopo molte peripezie e colpi di scena, si scoprirà che la causa di tutto ciò è un congegno ai limiti della magia, inventato dal nonno di Chad Barstow. Semplicissimo a prodursi, è in grado di fornire a tutti una quantità infinita di energia pulita e gratuita, ponendo fine all'idea stessa di esistenza dello Stato.   

2) Venditore ambulante 
È la storia di un vagabondo dello spazio, un reietto che gira da un sistema planetario all'altro tentando di rifilare ai nativi pericolose pataccate, rimediando in cambio alcol di pessima qualità. Questo individuo ha un aspetto fisico grottesco e assai peculiare, caratterizzato da un gigantesco nasone! Cerca invano di sfuggire alle autorità che presiedono alla Quarantena, il cui compito è quello di evitare alle genti in grado di compiere viaggi interstellari di entrare in contatto con le popolazioni dei pianeti arretrati. Oltre a questo, le autorità vorrebbero costringere il poveraccio a sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica per ridurre il suo nasone imponente a un nasino francese! Lui si oppone con furia: ha il terrore che possano ridurre anche il suo fallo!  

3) La più felice delle creature 
Un energumeno ripugnante viene raccattato dal deserto del Nuovo Messico, dalle parti di Albuquerque, e portato su un'astronave. È un individuo violento dal cervello rudimentale, più un umanoide riscimmiato che un essere umano vero e proprio. Quelli dell'astronave gli promettono di dargli una nuova vita beata, a patto che non ne parli con nessuno e che rinunci ad uccidere. Alla fine lo scaricano in un pianeta artificiale che è una brutta copia della terra, proprio in un luogo che somiglia a quel deretano cosmico che è Albuquerque. Ritrova la sua fidanzata, che è ovviamente una copia. Da li in poi tutto gli finisce in merda!

4) Il freddo occhio verde 
Un bambino americano cresce in India tra i monaci di Mahavira ed apprende la loro sapienza. I suoi genitori sono morti durante un viaggio e l'orfano viene inviato nel lontano Kansas, da un'arcigna e bigotta zia, Agatha, che vede come fumo negli occhi ogni minima cosa etichettabile come "non cristiana" e "pagana". La vecchia ha una caratteristica fisica sinistra e inquietanti: i suoi occhi sono di colori diversi, uno bruno e uno verde. Dopo aver cercato con ogni mezzo di imporre la conversione al bambino, sottoponendolo a maltrattamenti e violenze, si renderà infine conto della realtà pericolosissima del Karma...

5) Operazione gravità 
Il Capitano Barron, che comanda la nave da guerra "Starhawk" (ossia "Falco delle Stelle"), riceve la visita di un vecchiaccio oltremodo molesto, che si rivela essere uno scienziato, il Dottor Knedder. Con sommo fastidio del Capitano, la sua amatissima nave viene requisita dall'Ammiraglio (mai menzionato per cognome) e messa a disposizione dello scienziato, che subito la fa da padrone e si comporta in modo spocchioso. L'operazione "Gigante Nano" ha priorità su tutto. Dopo varie peripezie, si comprende che la destinazione del nuovo viaggio è un pianeta situato oltre l'orbita di Plutone. Questo corpo celeste, denominato Cerbero, è piccolissimo ma ha una massa smisurata, in pratica è una stella collassata fatta di materia neutronica. In altre parole, è una nana bianca. Per il Capitano Barron non sarà facile salvare la pelle e tenere a bada il despotico Dottor Knedder, a cui è stato conferito il titolo di Ammiraglio!

6) Visita alla mamma 
Un racconto a dir poco esasperante. La specie umana è stata colpita da una catastrofe che ha ucciso tutti gli adulti. Così la procreazione è affidata a una macchina folle chiamata "Mamma", che si occupa di fabbricare i bebè, chiamati "zampemolli". Questi esseri larvali crescono e diventano odiosissimi Scout, educati nei ranghi da un robot ossessivo chiamato "Papà", dotato di cingoli e fruste, che li sorveglia senza sosta. Ogni anno si tiene una riunione, il cosiddetto "Jamboree". Quando i ragazzi crescono troppo, vengono soppressi e i loro corpi sono utilizzati dalla "Mamma" come pappa genetica per dar vita alla generazione successiva. Uno scout insolitamente intelligente cerca di porre fine a queste aberrazioni facendo esplodere il reattore nucleare che alimenta la "Mamma". Il problema è che fallisce miseramente.  

7) Bel tuffo, ragazzo  
Max Mayfield è impegnato in una pericolosa missione spaziale esplorativa sull'immenso pianeta denominato Atlante, che è una sfida alle leggi della fisica. Ha una massa piccolissima e dimensioni spropositate. La gravità è molto debole ed è facilissimo essere spazzati via dal vento. I colleghi di Mayfield sono il giapponese monco Komatsu e lo slavo ustionato Marutiak; i datori di lavoro sono alieni giganteschi simili a ragni e a stelle marine, impegnati nella ricerca dei misteri del pianeta impossibile. La vita di Mayfield sarà durissima e messa a rischio istante dopo istante, eppure grazie a un suo errore Atlante rivelerà finalmente i suoi segreti!  

8) Compratemi tutta 
Un austero informatico, Chimberley, giunto in un aeroporto si imbatte in qualcosa di sorprendente: una bellissima ragazza in vendita per pochi dollari. Bionda e con grandi occhi azzurri, la sensuale creatura dell'ingegneria genetica dice di chiamarsi Ghislena e implora Chimberley di comprarla. L'informatico deve indagare su un guasto all'Intelligenza Artificiale denominata Athena Sue e ha bisogno di numerose informazioni, ma si scontra con l'omertà della fanciulla. Per poterne venire a capo, si trova costretto a comprarla. A questo punto si accorge di qualcosa di molto spiacevole: la popolazione mostra un'ostilità assoluta nei suoi confronti, perché ha comprato questa prostituta. Non si lascia perdere d'animo, nonostante lui e la ragazza rischino il linciaggio. Nel corso delle indagini, viene a galla la verità. Una verità attualissima: l'Intelligenza Artificiale è stata sabotata da Matt Skane, il precedente Direttore Generale, nerboruto e fulvo come Thor. Lui e i suoi dirigenti, esautorati e privati del lavoro dalla Rivoluzione Informatica, hanno elaborato un piano diabolico. Chimberley riuscirà a risolvere il difficile caso con le sue doti di detective, ma non potrà impedire a Skane e ai suoi di reinsediarsi nelle loro posizioni di potere e di corruzione. Scoprirà infine qualcosa di molto spiacevole sulla splendida Ghislena...  

Recensione:
Le otto storie che compongono l'antologia sembrano tra loro del tutto slegate: si potrebbe pensare che l'unico elemento davvero in comune sia l'autore. Non hanno la stessa ambientazione e più in generale non appartengono allo stesso universo narrativo - anche se in alcuni casi si trovano elementi in comune (gli Scout, il cognome Barstow, la Quarantena, l'energia psionica, etc.). Si ha l'impressione che questo numero di Urania sia ingannevole, dato che in qualche modo confonde il lettore. L'intenzione era quella di dare particolare risalto a un racconto capace di indurre fantasie erotiche, ossia Compratemi tutta, troppo breve per essere pubblicato da solo. Si potrebbe pensare che fosse una buona trovata di marketing, con allusioni prostitutive e una ragazza discinta sulla copertina, ma occorre ricordare l'inveterato puritanesimo di gran parte dei lettori italiani di fantascienza. Forse era piuttosto un tentativo di dare la scossa a un pubblico inerte!
Tuttavia, se ci si pensa con attenzione, si scopre che c'è un minimo comun denominatore. Il tema fondamentale trattato, trasversale a tutti i racconti, è quello della tirannia e delle sue conseguenze sull'individuo. Si esplorano le diverse declinazioni dell'assenza di libertà:
  1) tirannia politica,
  2) tirannia militare, 
  3) tirannia religiosa, 
  4) tirannia scientifica,
  5) tirannia robotica. 
Si mostra in tutta la sua sua grottesca aberrazione la mentalità del pistolero americano, in preda alla paranoia della sicurezza, che ragiona secondo questi principi: "Se non so cos'è, sparo", "Se non capisco cos'è, sparo"
Un'altro tema trattato, abbastanza peculiare, è quello dell'estrema inospitalità del Cosmo. Williamson non ha ancora ben chiaro che siamo soli in un Universo insensato. Tuttavia si avvicina spesso a questa consapevolezza, ad esempio nel racconto lungo L'ugualizzatore

Fantafisica e incapacità predittiva

Nel primo racconto, L'ugualizzatore, viene effettuata una ricognizione sulla base lunare, che viene trovata deserta. Sono rimasto allibito quando mi sono imbattuto in questa "perla":

"Ci guidò lungo un corridoio laterale, e infine apri una porta che non era chiusa a chiave. La serie di stanze che si presentò ai nostri occhi era deserta… e perfettamente in ordine. Sedie vuote erano ordinatamente appoggiate alle scrivanie vuote. I telefoni erano regolarmente appesi al gancio, le penne erano infilate nel calamaio." 
(pag. 20) 

Capacità predittive: zero. Colonizzazione spaziale con penne e calamai! Se ci pensiamo bene, è pazzesco. Procedendo nella lettura, veniamo infine a conoscenza degli arcani Misteri dell'Ugualizzatore. Williamson immagina che disponendo un circuito secondo una data geometria, si possa generare energia dal nulla, in modo assolutamente gratuito e in quantità illimitata! La Termodinamica è qui surclassata da una specie di Marxismo fantafisico: si suppone che la disponibilità di energia ottenuta dall'ugualizzatore sia in grado di produrre in modo spontaneo la Rivoluzione, facendo emergere all'istante la vera natura dell'essere umano, ovviamente buona! Il ginevrino Rousseau ne sarebbe di certo entusiasta. 

Fantainformatica e ingegneria genetica

Il computer Athena Sue è un'Intelligenza Artificiale. Come al solito, ha proporzioni colossali, titaniche. Inoltre è un assemblato di tecnologia arcaica! 

"Un tempo, si disse, il dolce suono del pensiero meccanizzato riempiva coi suoi bisbigli l'intera sala. Le schede perforale passavano allegramente nel selezionatore, allorché Athena Sue voleva ricordare qualcosa. Le testine incidevano frusciante nastro magnetico, a mano a mano che archiviavano nuove informazioni. I relè crepitavano quando prendeva le sue rapide decisioni, e le sue numerose labbra mormoravano in forma di stampatrici automatiche." 
(pag. 156)

Come una massa antidiluviana di nastri magnetici, testine e relè possa dar origine a una vita in tutto e per tutto simile a quella umana, è qualcosa di incomprensibile!

Meditazioni sull'insufficienza umana 

Se la fantascienza è tanto una boiata, perché mi ostino a leggerla? Semplice. Mi affascina la natura fallimentare delle capacità predittive umane. La questione rimanda allo studio della Natura del Tempo. Molti sono ossessionati da dilemmi cosmologici e cosmogonici: "L'Universo è finito o infinito?", "L'Universo ha avuto un inizio o esiste da sempre?" Altre domande mi affliggono: "Il futuro è aperto o chiuso?", "Abbiamo possibilità di scegliere tra varie possibilità oppure esiste una sola possibilità realizzabile?", "Il futuro è prevedibile o imprevedibile?" Il cervello umano è insufficiente. Nemmeno le menti più geniali hanno potuto dare risposte certe e definitive, nonostante secoli di studio e di impegno. 

Un pregevole thriller metafisico

Mi è piaciuto il racconto Il freddo occhio verde, decisamente anomalo per essere etichettato come Science Fiction. Trasmette un'angoscia spaventosa, ai limiti del sulfureo. Questo è un risultato notevole. Un racconto che non desta nulla nel lettore, non vale nulla. La tirannia religiosa si manifesta con un'odio insanabile verso tutto ciò che è sconosciuto. È questo l'equivalente religioso del pistolero che spara a tutto ciò che non capisce. Nel finale avviene l'irruzione del soprannaturale, come se fosse un elemento retributivo che estingue una spaventosa ingiustizia. Il lettore ne rimane quasi sollevato, perché vede all'opera qualcosa che nella realtà appartiene soltanto al mondo delle fantasticherie. Probabilmente questo racconto è autobiografico e descrive l'esperienza dell'autore con l'opprimente mondo delle Chiese Evangeliche americane. 

Etimologia di Barstow 

Il cognome Barstow trae origine da un luogo perduto chiamato Bairstow, situato nello Yorkshire, in Inghilterra. In medio inglese il nome era Bayrestowe. Il significato in antico inglese è "luogo delle bacche": il raro suffisso -stow(e) deriva da stōw "luogo", "posto" (plurale stōwa, stōwe), mentre la prima parte del composto è da beġer, che significa "bacca". La città di Barstow, in California, ha tratto il suo nome nel 1884 in onore di William Barstow Strong, il presidente della Ferrovia di Santa Fe. Questo notabile ha promosso lo sviluppo della linea ferroviaria che attraversava l'area che all'epoca era chiamata Waterman Junction. La città è stata denominata ufficialmente Barstow nel 1886 quando è stata richiesta la fondazione di un ufficio postale con questo nome. 

Etimologia di Ghislena 

L'antroponimo femminile Ghislena è chiaramente un derivato del norreno gísl "ostaggio". Sembra un nomen omen, tanto si adatta al personaggio. Peccato che nell'originale in inglese, il nome della dolce donzella in vendita sia invece Guinivere, ossia Ginevra! Due cose sono sommamente esecrabili: 
1) I famosi tagli di Urania; 
2) I cambiamenti arbitrari nei nomi, fatti dai traduttori per motivi imperscrutabili. 
In questo specifico caso è possibile che sia stato scelto di "tradurre" Guinivere con "Ghislena" per evitare fastidiose pronunce ortografiche. Scopriamo però cose molto interessanti passando in rassegna le varie edizioni italiane del racconto di Williamson.

Sintetica storia editoriale

Come spiegato nella sinossi contenuta nel sito di MondoUrania, altri sei racconti di Williamson sono stati pubblicati due volte in una raccolta intitolata La stazione della stella oscura (Urania n. 773, 1979). Nel 1993 lo stesso titolo è stato dato anche a una raccolta completa di tutti i 14 racconti (Classici Urania n. 191; I Libri di Urania n. 9). Nel sito Fantascienza.com si scopre che, oltre a quella di Riccardo Valla, esistono anche altre due traduzioni del racconto Guinivere for Everybody. Una è opera di Ugo Malaguti, l'altra di Roberta Rambelli. Entrambe sono intitolate Ginevra per tutti. Ecco il link: 


Ecco l'elenco completo delle pubblicazioni: 

1) Ginevra per tutti, 1971 in Tempesta su Giove, Nova SF° a. V n. 14, Libra Editrice. 
Traduzione: Ugo Malaguti
2) Ginevra per tutti, 1977 in Racconti di fantascienza, Cultura Politica 182, Savelli.
Traduzione: Ugo Malaguti
3) Compratemi tutta, 1979 in Compratemi tutta, Urania 775, Arnoldo Mondadori Editore. 
Traduzione: Riccardo Valla
4) Ginevra per tutti, 1980 in Robotica, Grandi Opere Nord 6, Editrice Nord.
Traduzione: Roberta Rambelli
5) Compratemi tutta, 1991 in Il quarto libro della fantascienza, Supercoralli, Einaudi. 
Traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8806126261 
6) Compratemi tutta, 1992 in Il quarto libro della fantascienza, Einaudi Tascabili. Letteratura 115, Einaudi.
Traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8806131613 
7) Compratemi tutta, 1993 in La Stazione della Stella Morta, Classici Urania 191, Arnoldo Mondadori Editore. 
Traduzione: Riccardo Valla 
8) Compratemi tutta, 1993 in La Stazione della Stella Morta I Libri di Urania 9, Arnoldo Mondadori Editore
traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8804371293

venerdì 24 febbraio 2023


GESANG DER JÜNGLINGE 

Gruppo: Forseti 
Album: Jenzig 
Anno: 1999 
Paese: Germania 
Land: Turingia 
Città: Jena 
Lingua: Tedesco 
Genere: Neofolk, Dark Folk  
Formato: CD
Etichetta (1999): Eis und Licht - rex regum 999 
Etichetta (2002): Goeart, Grunwald 
Formazione: Andreas Ritter (one man band) 
Autore del testo: Johann Ludwig Uhland (1787 - 1862)
Etimologia del nome della band: dal nome della divinità scandinava Forseti, che significa "Colui che Presiede".
Link: 


Testo in tedesco: 

Gesang der Jünglinge 

Heilig ist die Jugendzeit! 
  Treten wir in Tempelhallen
Wo in düst'rer Einsamkeit 
  dumpf die Tritte wiederschallen!
Edler Geist des Ernstes soll
  sich in Jünglingsseelen lenken,
Jede still und andachtsvoll
  ihrer heil'gen Kraft gedenken.

Gehen wir in's Gefild hervor,
  das sich stolz dem Himmel zeiget, 
Der so feierlich empor
  überm Erdenfrühling steiget!
Eine Welt voll Fruchtbarkeit
  wird aus dieser Blüte brechen.
Heilig ist die Frühlingszeit,
  soll an Jünglingsseelen sprechen!

Fasset die Pokale nur!
  Seht ihr nicht so purpurn blinken
Blut der üppigen Natur?
  Laßt uns frohen Mutes trinken!
Daß sich eine Feuerkraft
  seelig in der anderen fühle.
Heilig ist der Rebensaft,
  ist des Jugendschwungs Gespiele!

Seht das holde Mädchen hier!
  Sie entfaltet sich im Spiele;
Eine Welt erblüht in ihr
  zarter himmlischer Gefühle.
Sie gedeiht im Sonnenschein,
  unsre Kraft in Sturm und Regen.
Heilig soll das Mädchen sein,
  denn wir reifen uns entgegen!

Darum geht in Tempel ein,
  edlen Ernst in euch zu saugen!
Stärkt an Frühling euch und Wein,
  Sonnet euch an schönen Augen!
Jugend, Frühling, Festpokal,
  Mädchen in der holden Blüte,
Heilig sein'n sie allzumal
  unsrem ernsteren Gemüte!

Traduzione: 

Canto dei giovani 

La giovinezza è sacra! 
Entriamo nelle sale del tempio 
Dove nella cupa solitudine 
I passi risuonano sordi!
Il nobile spirito di gravità dovrebbe
essere diretto alle anime dei giovani.
Ognuno, in silenzio e riverenza, 
Ricorda il loro santo potere

Usciamo nel campo,
Che si mostra fiero al cielo,
Così solenne lassù 
si erge sopra la primavera della terra!
Un mondo pieno di fertilità
scoppierà da questo fiore.
Sacra è la primavera,
Dovrebbe parlare alle anime dei giovani!

Afferrate le coppe!
Non vedete lampeggiare il viola,
sangue della Natura rigogliosa?
Beviamo con cuore gioioso!
Così che una potenza di fuoco
si senta beata nell'altra. 
Sacro è il succo d'uva,
è il compagno di giochi dello slancio giovanile!

Guardate qui che bella ragazza!
Si sviluppa nel gioco;
Un mondo fa sbocciare dentro di lei
più teneri sentimenti celesti.
Lei prospera al sole,
la nostra forza nella tempesta e nella pioggia.
La ragazza deve essere santa,
perché stiamo maturando incontrandoci!

Entrate dunque nel tempio,
per assorbire in voi una nobile gravità;
Rinvigoritevi con la primavera e con il vino,
crogiolatevi in ​​occhi bellissimi!
Giovani, primavera, coppa della festa,
ragazze in splendida fioritura, 
lasciate che siano sante tutte insieme  
per i nostri sentimenti più seri! 

Glossario tedesco-italiano:

allzumal "tutti insieme" 
andachtsvoll "pieno di riverenza" 
aus dieser Blüte "da questo fiore" 
    aus "da" 
    dieser "questo" (dativo singolare femminile)
    Blüte "fiore" (plurale Blüten); è sinonimo del più
    comune Blume "fiore" (plurale Blumen
blinken "lampeggiare"
Blut "sangue" 
darum "quindi"; "intorno a ciò" 
daß "che" (ortografia arcaica; oggi si scrive dass)
denn "quindi", "perché", "dunque"
der üppigen Natur "della Natura rigogliosa" 
    üppig "rigoglioso", "abbondante", "opulento" 
dumpf "ottuso"; "sordo" (detto di suono)  
edlen Ernst "nobile gravità" (il testo originale ha 
    edeln Ernst
edler Geist "nobile spirito" 
   edler Geist des Ernstes "nobile spirito di gravità" 
eine Welt "un mondo" 
Einsamkeit "solitudine" 
    in düst'rer Einsamkeit "in cupa solitudine"
empor "su", "in alto" (termine arcaico) 
entgegen "contro" (avverbio); "verso" (preposizione)
erblüht "fiorisce" 
fasset "afferrate", "prendete" (imperativo) 
feierlich "solenne" 
Feuerkraft "potenza di fuoco" 
frohen Mutes "con umore gioioso" (il testo originale ha 
     invece hohen Muthes, alla lettera "con umore alto"; 
     si noti l'ortografia arcaica Muthes
Fruchtbarkeit "fertilità" 
    (deriva da fruchtbar "fertile")
Frühling "primavera" 
    Erdenfrühling "primavera della Terra"
    Frühlingszeit "tempo di primavera" 
fühle "senta" 
    in der anderen fühle "nell'altra senta"
gedenken "ricordare", "commemorare"
gehen wir "andiamo" (imperativo)
geht "andate" (imperativo)
Gespiele "compagno di giochi" (deriva da Spiel "gioco") 
heilig "santo", "sacro" 
hervor "innanzi", "davanti" 
hier "qui" 
im Sonnenschein "nello splendore del sole"
in der holden Blüte "in splendida fioritura" 
    hold "attraente", "splendido" (parola arcaica)
    Blüte "fiore"  
in's Gefild "nel campo" 
    Gefilde "campo", "pianura" (deriva da Feld "campo") 
in ihr "in lei"
in Sturm und Regen "nella tempesta e nella pioggia" 
in Tempelhallen "nelle sale del tempio" 
lenken "essere diretto" (il testo originale ha invece
     senken "penetrare") 
nur "soltanto" 
Jugend "gioventù" 
Jugendschwungs "dello slancio giovanile"
Jugendzeit "gioventù" (lett. "tempo della gioventù") 
Jünglinge "giovani", "fanciulli" 
     (plurale di Jüngling "giovane", "fanciullo"; è ormai 
     un termine letterario) 
     in Jünglingseelen "nelle anime dei giovani"
laßt "lasciate", "fate" (imperativo, ortografia arcaica; 
    oggi si scrive lasst)
Mädchen "ragazza", "ragazze" 
     das holde Mädchen "la ragazza graziosa" 
     (con buona pace delle Erinni radical-femministe,
    in tedesco la parola per "ragazza" è inclusivissima:
    è di genere neutro)
Pokale "coppe", "tazze" (plurale di Pokal "coppa",
     "tazza"; è un prestito dall'italiano boccale
    Festpokal "coppa della festa" 
purpurn "viola", "violaceo"
Rebensaft "succo d'uva" (è il vino) 
reifen "maturiamo" 
saugen "assorbire" 
seelig "felice", "beato" (ortografia arcaica;
    oggi si scrive selig)
seht "vedete" (imperativo)
sein "essere" (il testo originale ha l'ortografia arcaica
    seyn
sie entfaltet sich "essa si sviluppa" 
sie gedeiht "essa prospera" 
    gedeihen "prosperare 
so "così"
soll "dovrebbe" 
sonnet euch "crogiolatevi" 
    sonnen "stare al sole", "mettere al sole" 
sprechen "parlare"
stärkt euch "rinvigoritevi"
    stärken "rinvigorire", "rafforzare" 
steiget "si erge" 
still "tranquillo", "quieto", "silenzioso" 
stolz "fiero" 
    sich stolz dem Himmel zeiget "si mostra fiero
    al cielo"
Tempel "tempio" 
   in Tempel ein "nel tempio" (ein indica moto a luogo,
   non è l'omonimo articolo indeterminativo)
treten wir "entriamo" (imperativo) 
   treten "entrare", "fare un passo" 
trinken "bere" 
Tritte "passi" (plurale di Tritt "passo", dalla radice
   di treten "fare un passo") 
und "e" 
unsre Kraft "la nostra forza" 
unsrem ernsteren Gemüte "per il nostro sentimento
   più serio" 
   ernst "serio", "grave", comparativo ernster 
   Gemüte è il dativo singolare di Gemüt "sentimento";
   forme simili sono oggi considerate arcaiche. 
überm = über dem "sopra il" (il testo originale ha
   l'ortografia arcaica ueber'm)
Wein "vino" 
wiederschallen "risuonano" 
wird brechen "eromperà" 
wo "dove"
zarter himmlischer Gefühle "più teneri sentimenti
   celesti" 
   zart "tenero", comparativo zarter 
   himmlisch "celeste", comparativo himmlischer
   Gefühle "sentimenti" (plurale di Gefühl "sentimento")

L'autore del testo

Johann Ludwig Uhland, nato a Tubinga nel 1787 e morto nella stessa città nel 1862, è considerato uno dei maggiori esponenti della Scuola Sveva, caratterizzata da un profondo anelito per la Libertà. Il suo impegno politico liberale lo portò nel 1848 a ricoprire l'incarico di deputato al Parlamento di Francoforte; restò fedele per tutta la vita ai suoi princìpi. La maggior parte della sua produzione poetica risale all'epoca delle guerre di liberazione contro Napoleone: era un fierissimo anti-bonapartista. È inoltre l'autore del testo della marcia funebre Ich hatt' einen Kameraden ("Avevo un camerata"), musicata da Friedrich Silcher e usata ancor oggi dalle Forze Armate Tedesche. 
Uhland deve essere annoverato tra i fondatori della filologia germanica e della filologia romanza. Oltre al trattato Ueber das altfranzösische Epos ("A proposito dell'antica epopea francese", 1812) e al saggio Zur Geschichte der Freischiessen ("Sulla storia dei Freischiessen", 1828), sono da menzionare in particolare Walther von der Vogelweide: Ein altdeutscher Dichter ("Walther von der Vogelweide: un poeta antico tedesco", 1822); Der Mythus von Thôr nach nordischen Quellen ("Il mito di Thor nelle fonti nordiche", 1836), frutto della più scrupolosa e originale indagine; la magistrale collezione Alte hoch- und niederdeutsche Volkslieder ("Cantori popolari alto- e basso-tedeschi", 1844–45; III ed. 1892).

Forseti e il Presidente 

Il teonimo Forseti, che indicava un dio giudice e conciliatore, corrisponde molto bene al latino praeses "preside", "capo", "governatore" (genitivo praesidis) e praesidēns "preside", "governatore" (genitivo praesidentis). 

norreno for- "davanti" : latino prae- "davanti"
norreno seta "atto di sedere" : latino sedeō "mi siedo" 

latino praesideō "mi siedo davanti", "proteggo", "governo" => italiano presiedere  

Un caso simile illustra la comune origine indoeuropea del latino e delle lingue germaniche.  

Recensione: 
Uno splendido componimento è stato musicato in modo eccellente. Queste sono le opere che danno lustro all'ingegno umano! Ascoltando senza sosta le note della canzone, mi sento giovane e forte, immerso in un mondo di giovani ebbri e gioiosi, che celebrano libagioni a Wotan! 
I Forseti erano un'ottima band, che si è distinta nel promuovere i migliori testi poetici della Tradizione Tedesca, un universo culturale che purtroppo in Italia permane quasi del tutto sconosciuto alla massima parte della popolazione. Basti menzionare il fatto che non sono riuscito a trovare una sola versione in italiano della poesia di Uhland. Ho dovuto procedere io stesso alla traduzione, facendo del mio meglio per renderla chiara e comprensibile a chiunque. Lo storico ed esecrabile pregiudizio italiano è sempre lo stesso: tutto ciò che viene dalla Germania è accusato di avere la sua natura e il suo fondamento in Hitler e nel Nazionalsocialismo. Così accade che questo stigma assurdo colpisca anche autori dell'epoca del Romanticismo e dello Sturm und Drang. Retroattivamente, gettando addosso colpe. Non spenderò mai abbastanza parole per contrastare un simile accanimento, che può essere nato soltanto dall'immane Idra dell'Ignoranza! 

Purtroppo i Forseti hanno cessato da tempo ogni attività. Ho letto qualcosa che mi ha commosso profondamente. Nel 2005, il giovane Andreas Ritter è stato colpito da un ictus devastante e da un arresto cardiaco, così non ha più potuto portare avanti il suo progetto. Molti gruppi del mondo Neofolk lo hanno sostenuto, collaborando la compilation Forseti lebt ("Forseti vive") nell'agosto del 2006, il cui ricavato è stato utilizzato per le necessarie cure. Ho reperito nel Web un video in cui Andreas, pur duramente provato dalla sorte avversa, riesce a suonare l'armonica. Non ho potuto trovare notizie più recenti. Ogni volta che penso all'accaduto, ne ho una grave sofferenza. 

Ve lo ricordate Myspace? Ebbene, sono riuscito a trovare in quell'ambiente un reperto fossile, una vecchia pagina dei Forseti, che ormai fluttua senza vita in un etere dimenticato.   

sabato 4 febbraio 2023


Á SPRENGISANDI

Gruppo: Islandica
Paese: Islanda 
Lingua: Islandese 
Album: Íslandsklukkur - Icelandic Folk Music -
       Rhythms Of The North 
Anno: 1994 
Produttori: Magnús Þór Sigmundsson,
       Rafn Ragnar Jónsson 
Cantante: Bergþór Pálsson 
Autore del testo: Grimur Thomsen (1820 - 1896) 
Genere: Folk 
Stile: Nordic 
Link: 


Testo:

Á sprengisandi  

Ríðum, ríðum og rekum yfir sandinn,
rennur sól á bak við Arnarfell,
hér á reiki er margur óhreinn andinn,
úr því fer að skyggja á jökulsvell;
Drottinn leiði drösulinn minn,
drjúgur verður síðasti áfanginn.
Drottinn leiði drösulinn minn,
drjúgur verður síðasti áfanginn.
 
Þey þey! þey þey! þaut í holti tófa,
þurran vill hún blóði væta góm,
eða líka einhver var að hóa
undarlega digrum karlaróm;
útilegumenn í Ódáðahraun
eru kannske að smala fé á laun.
útilegumenn í Ódáðahraun
eru kannske að smala fé á laun.
 
Ríðum, ríðum, rekum yfir sandinn,
rökkrið er að síða á Herðubreið,
álfadrottning er að beisla gandinn,
ekki er gott að verða á hennar leið;
vænsta klárinn vildi ég gefa til
að vera kominn ofan í Kiðagil
vænsta klárinn vildi ég gefa til
að vera kominn ofan í Kiðagil

Traduzione in italiano:

Sullo Sprengisandur 

Cavalchiamo, cavalchiamo e arranchiamo sulla strada 
Il sole tramonta dietro Arnarfell 
Qui vagherà lo spirito molto impuro 
Dopo che avranno iniziato a calare le ombre sul ghiacciaio
Il Signore guida il mio cavallo
Si fa dura l'ultima tappa
Il Signore guida il mio cavallo
Si fa dura l'ultima tappa
 
Ssh, zitto! Ssh, zitto! Una volpe è corsa sulla collina
Il palato secco vuole inzuppare di sangue
Oppure era qualcuno che urlava
Con una voce maschile stranamente profonda
Fuorilegge nell'Ódáðahraun 
Stanno forse radunando le pecore in segreto
Fuorilegge nell'Ódáðahraun
Stanno forse radunando le pecore in segreto
 
Cavalchiamo, cavalchiamo, arranchiamo sulla strada
Il crepuscolo cala accanto al Herðubreið 
La regina degli elfi sta bardando il cavallo
Non è buona cosa trovarsi sulla sua strada
Il mio fedele destriero donerei volentieri
Per giungere fin dentro il Kiðagil 

Note:
1. Strada che fin dal medioevo attraversa lo Sprengisandur
2. Arnarfell: città nella pianura Þingvellir
3. Ódáðahraun: grande deserto freddo vulcanico ai confini dello Sprengisandur
4. Herðubreið: vulcano situato nell'Ódáðahraun
5. Kiðagil: gola che segnava l'arrivo nella zona sicura della via dello Sprengisandur e la prossima fine del viaggio 


Glossario islandese-italiano:  

að vera kominn "per giungere" 
   koma "venire", "giungere" 
andinn "lo spirito" (forna articolata di andi "spirito") 
Arnafell, lett. "Montagna delle Aquile" 
    arna "delle aquile" + fell "montagna";
    arna è il genitivo plurale di örn "aquila". 
á "su" (preposizione + dativo) 
á bak "dietro" 
á hennar leið "sulla sua strada" 
   hennar "di lei"; leið "strada"  
á jökulsvell "sulla superficie del ghiacciaio" 
   jökull "ghiacciaio" + svell "superficie ghiacciata" 
á laun "in segreto", "segretamente" 
á reiki "sta vagando" 
    reika "vagare" 
á Sprengisandi "sullo Sprengisandur" 
áfanginn "la tappa" (forma articolata di áfangi "fase",  
    cfr. áfang, alla lettera "tocco rozzo o violento", ma
    anche "multa") 
álfadrottning "regina degli elfi" 
    álfur "elfo" + drottning "regina" 
beisla "bardare" (lett. "fornire di briglia")
Drottinn "Il Signore" 
drösulinn minn "il mio cavallo" (accusativo, 
    da drösull, cfr. norreno drasill "cavallo, stallone") 
drjúgur "sostanziale, considerevole" 
Herðubreið, lett. "Ampio di spalle", 
    da herðar "spalle" + breið "ampia, larga" (femminile
    di breiður "ampio, largo") 
hér "qui" 
eða "o", "oppure" 
einhver var "era qualcuno" 
   einhver "qualcuno", var "fu, era"
ekki "non", "niente" 
ekki er gott "non è cosa buona" 
er "è" 
er að síða "sta calando" 
gandinn "cavallo, cavalcatura" (accusativo,
     da gandur, che significa anche "bacchetta magica";
     cfr. norreno gandr "lupo, bestia pericolosa",
     "spirito immondo") 
hóa "chiamare ad alta voce" 
í holti "sulla collina" (lett. "nella collina") 
kannske "forse" (prestito dal danese, lingua coloniale;
     già dall'aspetto si capisce che non è un termine nativo) 
karlaróm "voce di uomo", "voce maschile" 
    digrum karlaróm "con grossa voce maschile", 
    digur "grosso" (detto ad es. di voce) 
Kiðagil, lett. "Burrone dei Capretti" 
    kiða "dei capretti" + gil "burrone"; 
    kiða è il genitivo plurale di kið "capretto" 
klárinn "il destriero" (forma articolata di klár "destriero",
    da non confondersi con l'omofono aggettivo klár
    "intelligente") 
leiði "che guidi" (tradotto con "guida") 
líka "anche", "allo stesso modo" 
margur óhreinn "molto impuro" 
    ó-, prefisso negativo; hreinn "puro" 
ofan í "fin dentro" 
og "e" (dal norreno ok
Ódáðahraun, lett. "Campo di lava delle atrocità" 
    ódáða "delle atrocità" + hraun "campo di lava"; 
    ódáða è il genitivo plurale di ódáð "atrocità, delitto"; 
    il toponimo spesso è tradotto con "Campo di lava 
    dei fuorilegge". 
rekum "arranchiamo" 
    reka "costringere", "condurre"; "far andare alla deriva",
    etc. 
rennur "corre" (il sole corre dietro ad Arnafell =
     il sole tramonta dietro ad Arnafell)
ríðum "cavalchiamo" 
    ríða "cavalcare" 
rökkrið "crepuscolo" 
síðasti "l'ultimo" 
skyggja "fare buio", "calare" (detto dell'oscurità)
smala fé "radunare le pecore" 
   eru kannske að smala fé "stanno forse radunando
   le pecore" 
Sprengisandur, lett. "Sabbia su cui si balza in fretta" 
sól "sole" 
til "a", "verso" (preposizione + genitivo)
tófa "volpe" (plurale tófur
undarlega "stranamente" 
úr því fer "da quando va", "da quando inizia"   
    fara "andare" 
útilegumenn "banditi", "fuorilegge" 
verður "diventa" 
    verða "divenire" 
við "vicino, presso"; con" (preposizione + accusativo) 
vildi ég gefa "donerei", "dare" 
vill hún "lei vuole" 
    vilja "volere", hún "lei, essa" 
vænsta "volentieri" 
væta "inumidire", "inzuppare" 
   væta blóði "inzuppare col sangue" 
yfir sandinn "sulla sabbia" (tradotto con "sulla strada") 
þaut "saltò su" 
   þjóta "saltar su", "affrettarsi" 
þey! "zitto!" 
þurran góm "il palato secco" (accusativo maschile,
   da þurr "secco", gómur "palato")

Recensione: 

Per apprezzare appieno questo bellissimo brano, è necessario conoscere qualcosa della storia su cui si fonda il testo. Quando l'Islanda fu popolata da coloni giunti dalla Norvegia, col significativo contributo di schiavi importati dall'Irlanda e dalla Scozia, i centri abitati più popolosi si svilupparono nella parte sudoccidentale dell'isola. In particolare, a Þingvellir (lett. "Prati dell'Assemblea", ortografia anglicizzata Thingvellir) si riuniva ogni anno il Parlamento (Alþingi), cuore palpitante delle istituzioni democratiche islandesi. Nonostante la parte settentrionale dell'isola fosse poco favorevole dal punto di vista del clima e delle risorse, vi si trovavano diverse comunità. I loro notabili avevano necessità di raggiungere la sede del Parlamento per discutere le cause: l'isolamento era un lusso che nessuno poteva permettersi. La via più sicura per giungere a destinazione prevedeva un lungo viaggio tramite nave, costeggiando i fiordi. C'era il rischio concreto che ad essere avvantaggiato fosse chi arrivava prima, perché poteva contare su più tempo per trovare sostenitori. Per questo motivo qualcuno ebbe l'ardire di compiere un viaggio molto più breve ma denso di pericoli mortali, che prevedeva di attraversare la parte interna dell'isola servendosi della strada detta Sprengisandur (nei testi delle saghe era conosciuta semplicemente come Sandr "Sabbia" o Sandleið "Strada sabbiosa"). La desolazione era spaventosa: non si trovavano sorgenti e non cresceva nemmeno un filo d'erba, per circa 200 chilometri! Erano terre senza vita, inospitali come Marte. Per questo, si doveva percorrere la via nel più breve tempo possibile. Si procedeva su un carro trainato da un cavallo. Si doveva portare acqua e cibo. Se il cavallo moriva era la fine: si restava abbandonati nel deserto. Fiorivano leggende funeste. Si narrava che nell'area impervia chiamata Ódáðahraun trovassero rifugio numerosi fuorilegge, che avrebbero trovato modo di nascondervi quanto necessario a sopravvivere. Poi c'erano i fantasmi di coloro che avevano fallito la traversata, condannati a rimanere tra le gelide sabbie per l'Eternità. Tale era il terrore che a un certo punto nessuno ebbe più il coraggio di mettersi in viaggio lungo lo Sprengisandur, di cui si finirono col perdere le tracce, anche se non fu mai dimenticato. Oggi è una strada sterrata F26, utilizzata dagli amanti dell'avventura.

In questi tempi degenerati, il Folk è una necessità. Musica di questo tipo è sommamente utile e meritoria, in qualche modo aiuta a contrastare l'Oblio, almeno finché dura in noi un barlume di vita. Se ne può trarre un grande diletto.   

lunedì 19 dicembre 2022

ALCUNE NOTE SU UN TARDO ESITO DEL LONGOBARDO MORGINCAP 'DONO NUZIALE'

Nell'opera di Romano Colizzi, Le Pergamene di Conversano Tracce longobarde, a pag. 90 si trova la testimonianza di un'interessante sopravvivenza di una parola giuridica longobarda nella toponomastica della Puglia. 

"Nella toponomastica salentina si trova un toponimo che secondo alcuni studiosi potrebbe derivare da morgincap: la Masseria Malciccappa (F.203, III, NO) tra Sava e Francavilla Fontana. Il Besta interpreta questo termine con l’espressione scherzosa ma minacciosa ‘morte a chi incappa’32. Però avvicinare Malciccappa a morgincap sembra molto problematico. In dialetto brindisino il toponimo appare come maru c’incappa ‘povero a chi ci capita’33. Dal termine dialettale - di cui Malciccappa sembra una ‘traduzione’ in italiano, forse 
per poterlo riportare nelle carte dell’I.G.M. - si potrebbe ipotizzare, una derivazione deformata - come suppone il Rohlfs - da morgincap. È da notare nel termine dialettale la presenza di c e p come morgincap, nelle leggi posteriori all’E.R. Ma, come sostiene il Sabatini, "è difficile pronunciarsi su tale toponimo".34" 

32 BESTA 1933, p. 154. 
33 VDS, I, p. 323.
34 SABATINI 1964, p. 198 

L'opera di Enrico Besta a cui l'autore allude è La famiglia nella storia del diritto italiano, Padova, Cedam, 1933.

Lo stesso testo sul toponimo Malciccappa, quasi identico, con soltanto lievi refusi relativi ad alcuni spazi tra parole, oltre a una diversa numerazione delle note, ricorre in un'altra opera di Colizzi, consultabile su Academia.edu: 


Inoltre si trova questo testo aggiuntivo, che riporto tal quale: 

"Il morgincap ,(in ted Morgengabe) è il ‘dono del mattino’ –se ne parla nell’Editto di Rotari e nelle leggi di Liutprando - che il marito consegnava alla donna con carta scritta, notificata da testimoni e davanti ad amici e parenti, Consisteva in una donazione di un quarto del patrimonio del marito.Poiché veniva consegnato, di solito, il giorno dopo gli sponsali25, si è creduto che fosse un praemium pudicitiae , ma non lo era. Era ,invece, “una elargizione [….] che l’uomo compiva per significare pubblicamente la sua intenzione di conferire piena e legale validità al vincolo matrimoniale”26. Il morgincap è presente in tanti documenti pugliesi dell’epoca longobarda e in quelle posteriori." 

25 In alcuni documenti veniva consegnato in die nuptiarum :CDB, VIII, a. 1167;CDB, XX, a. 901… 
26 M.SCOVAZZI,Scritti di storia del diritto germanico, II vol.,Milano 1975, p.45. 

Sono perfettamente d'accordo con Gerhard Rohlfs sulla derivazione del toponimo salentino in questione dal termine giuridico longobardo morgincap "dono del mattino". La prudenza di Colizzi e di Sabatini mi pare eccessiva e non porta da nessuna parte. 

Alcune note etimologiche:

Protogermanico: *morginageβō, *morginagǣβōn 
   (< *morginaz "mattino" + *geβō, *gǣβōn "dono")
Significato: "dono del mattino" 
Genere grammaticale: femminile 
 Esito longobardo: morgincap 
   Varianti documentate: morgingapmorgincaph,  
      morginkab, morginigab, morginicaph  
   Forme corrotte: morgincaput, morgit capud,
      morginicapud, mornicapud  
 Esito antico alto tedesco: morgangëba, morgangâba 
 Esito antico inglese: morgengyfe, morgengifu  
 Esito norreno: morgingjǫf 
Nota: 
La forma longobarda mostra il totale dileguo della terminazione femminile del secondo membro del composto. Si noti l'occasionale conservazione di una vocale finale nel primo membro del composto. 
Le varianti morgincaphmorginicaph mostrano una rotazione consonantica estrema (-b > -p-ph).
Le forme "corrotte" in -ut, -ud non sono chiare. Potrebbero presentare l'influenza fonetica del mediolatino caput "capo, testa", anche se la semantica sarebbe insensata. Non può tuttavia essere escluso che -ut / -ud sia un tentativo difettoso di trascrivere una forma obliqua della declinazione protogermanica femminile debole in *-ōn, nel qual caso sarebbe da restituire la lettura *morgin(i)capun. Del resto, in morgit capud è denasalizzata anche la consonante finale di morgin-. L'oscurità permane, in attesa di nuovi dati.

Forma tedesca moderna: Morgengabe 
   Genere grammaticale: femminile 
      (die Morgengabe)
Forma italiana (dal tedesco moderno): morgengabio 
Nota: 
La pronuncia del lemma è problematica, è verosimile che sia morghengàbio /morgen'gabjo/, non ortografica; va detto che non ne ho trovato indicazione da nessuna parte. Non posso escludere che qualcuno pronunci la parola, che è un tecnicismo, in modo ortografico come /mordʒen'gabjo/.
    Derivazione aggettivale: morganatico 
    Glossa mediolatina: donum matutinale 
    Glossa inglese: morning gift
    Glossa francese: douaire 




Questa è la trafila fonetica ricostruibile: 

/'mɔrginkap/ => /'mɔrkinkap/ => /'mɔrkjinkap/ => /maltʃik'kappa/ 

Causa della mutazione: palatalizzazione secondaria dell'occlusiva velare /g/ davanti a vocale anteriore; lo sviluppo deve essere stato tardo e influenzato dalla parlata romanza, ma presenta comunque alcune peculiarità. I problemi sono  a mio avviso minori di quanto ritenuto dal Colizzi. 

Falsa etimologia:
Sembra di cogliere una violenta satira contro il matrimonio, dato che il dono fatto dal marito alla moglie è venuto ad essere interpretato come "male ci incappa"

Conclusioni: 

La lingua dei Longobardi è un patrimonio di cui mi auspico il recupero. Il mio sogno è renderla nuovamente viva. Non mancano i mezzi. Manca la volontà! 

mercoledì 7 dicembre 2022

ETIMOLOGIA LONGOBARDA DEL TOPONIMO AFFORI

Tra i molti quartieri di Milano, uno ha un nome particolarmente bizzarro e degno di nota: Affori. Si trova nella periferia settentrionale della città. "Vi si trovano cascine, palazzi d'epoca dei primi novecento, ville e case borghesi, edilizia popolare del boom anni sessanta e bei condomini recenti" (Fonte: Tripadvisor). Un tempo il toponimo in questione era famoso e dava nome a una locuzione di uso corrente: la Banda d'Affori. Esisteva anche una canzone popolare milanese intitolata Il tamburo della Banda d'Affori (1942), testo di Mario Panzeri e Nino Rastelli, interpretata da Aldo Donà e in seguito dal mitico Nanni Svampa. Faceva così: "L'è 'l tamburo principal della Banda d'Affori, ch'el comanda cinquecentocinquanta pifferi". Tale banda musicale è stata fondata nel 1853 da un piccolo gruppo di appassionati di musica, divenendo poi un corpo bandistico importante. Risulta attiva ancora oggi. 

Toponimo: Affori 
Forme milanesi: Affor, Affer
Pronuncia: /'afur/, /'afer/ 
(accento sulla prima sillaba)

Attestazione antica: 
Affoni 
Pronuncia: /'affoni/ 
(accento sulla prima sillaba) 
Varianti: Afoni, Afori, Avori 
Epoca della prima attesazione nota: Anno 915. 
Documento: Codice Diplomatico Longobardo. 
Riferimento: Colonna 796/d 
Testo: Signum manus Ambrosii de loco Affoni. 
Altre datazioni: Afoni (anno 1006), Afori (anno 1009; anno 1214), Avori (anno 1019).
Nota: 
Le circostanze in cui si è prodotto il rotacismo della nasale -n- sono oscure. Secondo i romanisti, l'alternanza -r / -n rilevata nelle trascrizioni Afori / Afoni sarebbe analoga a quella riscontra negli antroponimi Cristoffer / Cristoffen "Cristoforo" o Melchiorre / Marchionn. Tuttavia, in questi casi la forma con -r- è quella originale, mentre risulta chiaro che nel caso di Affori la forma più antica è quella in -n-.  

False etimologie latine 
 
1) Latino Ad fontem "Alla fonte"; 
2) Latino Ad forum "Al mercato";  
3) Latino A foris "Da fuori", "Fuori (Milano)", da Sancta Iustina a foris, supposto nome della chiesa del paese, per distinguerla da un'altra chiesa di Santa Giustina, collocata in Milano presso Porta Romana. 
4) Latino Ad forem "Alla porta", "All'entrata", riferito al borgo intorno alla chiesa di cui sopra, intesa come "chiesa foranea". 
Note: 
Questi rozzissimi tentativi di spiegazione, frutto di latinisti rudimentali di qualche parrocchia sprofondata nel coma storico, sono a dir poco insensati. Non è possibile che l'accento sia passato sulla preposizione, che è per sua natura atona.  Parole come fontem, forum e simili non possono essere tagliuzzate o ridotte a mere terminazioni atone seguendo le bizze dell'arbitrio. Anche ammettendo tali stupide pseudoetimologie, gli esiti in milanese sarebbero stati questi, tutti con l'accento sull'ultima sillaba: 
1) *Affont /*a'funt/ 
2) *Affœur /*a'för/
3) *Affœur /*a'för/ 
4) *Affœur /*a'för/ 
Tutto ciò è in contrasto con la realtà dei fatti. Contra factum non fit argumentum

Ulteriori false etimologie 

i) Il toponimo Affori deriverebbe dall'antroponimo latino Afer alla lettera "Africano", attestato in un'iscrizione su lapide (CIL V, 5864). Se così fosse, troveremmo nei documenti il genitivo Afri, cosa che non avviene. Questo tentativo etimologico contraddice le attestazioni.
ii) Secondo un'ipotesi trovata nel magma informe del Web, il toponimo Affori sarebbe da accostarsi al seguente antroponimo:  
 
Antico inglese: Offa, nome di un Re degli Angli 
Varianti: Wuffa, Uffa 
Etimologia: 
L'antroponimo si spiega come un ipocoristico dell'antico inglese wulf "lupo". 
Un simile antroponimo longobardo attestato: Hoffo
(la consonante h- non è etimologica ed era muta; vedi Colizzi, 2022). 
Nota: 
Come si può ben vedere, questo tentativo etimologico non può spiegare le attestazioni storiche. Il vocalismo è incompatibile con quello di Affoni, etc.

L'etimologia più plausibile 

Protogermanico: *apǣn 
Ricostruzioni alternative: *apô 
Genere: maschile 
Significato: "scimmia"; "persona stupida" 
    Esito antico alto tedesco: affo "scimmia" 
         Esito medio alto tedesco: affe "scimmia"
         Esito tedesco moderno: Affe "scimmia"
    Esito longobardo: *apho, *affo "scimmia" 
    Esito antico sassone: apo "scimmia"
    Esito antico inglese: apa "scimmia"
        Esito medio inglese: ape, aape, eape "scimmia"
        Esito inglese moderno: ape "scimmia"
    Esito norreno: api "scimmia"; "persona stupida" 
    Esito gotico: *apa "scimmia" 

Questa è la declinazione protogermanica ricostruibile: 

Singolare:
nominativo: *apǣn
vocativo: *apǣn
accusativo: *apanun
genitivo: *apiniz 
dativo: *apini  
strumentale: *apinǣ 

Plurale: 
nominativo: *apaniz
vocativo: *apaniz
accusativo: *apaniz
genitivo: *apanôn
dativo: *apammaz
strumentale: *apammiz 


Questa è la declinazione dell'esito antico alto tedesco:

Singolare: 
nominativo: affo 
accusativo: affon, affun 
genitivo: affen, affin 
dativo: affen, affin 

Plurale: 
nominativo: affon, affun
accusativo: affon, affun 
genitivo: affôno 
dativo: affôm, affôn 

Questa è la declinazione dell'esito longobardo ricostruibile: 

Singolare: 
nominativo: *apho, *affo 
accusativo: *aphon, *affon 
genitivo: *aphon, *affon 
dativo: *aphon, *affon 

Plurale: 
nominativo: *aphon, *affon 
accusativo: *aphon, *affon 
genitivo: *aphono, *affono 
dativo: *aphon, *affon 

Forme latinizzate alla base del toponimo: 
genitivo singolare: Affoni 
nominativo plurale: Affoni 

Semantica 

La possibilità sono due: 

a) L'abitato ha tratto il nome dal suo fondatore, che si sarebbe chiamato Affo "Scimmia"; 
b) L'abitato ha tratto il nome dalla sua popolazione, che avrebbe avuto una fama di scarsa intelligenza e di stupidità. Il senso di "persona stupida" è ben attestato in norreno e dovette essere comune. Esempio: norreno margr verðr af aurum api "i soldi rendono la gente (come) una scimmia". 

Dal momento che le attestazioni di Affoni e varianti sembrano essere genitivi singolari (es. de loco Affonivico Afori, locus Afori, loco et fundus Avoni, etc.), l'interpretazione favorita è la prima: Affoni = di Affo. Se valesse la seconda, dovremmo assumere che Affoni è una forma indeclinabile, il che porrebbe qualche problema morfologico.  

Conclusioni 

Colgo l'ennesima occasione per stigmatizzare Google, che smuove la polvere e diffonde i deliri di dilettanti ormai ricomposti negli ossari, dando loro un'immeritata autorevolezza - complici le perversioni immonde del sistema scolastico.