mercoledì 31 marzo 2021

 
THE CORPSE OF ANNA FRITZ 
 
Titolo originale: El cadáver de Anna Fritz 
Titolo internazionale: The Corpse of Anna Fritz 
Titolo italiano: Il corpo di Anna Fritz  
Anno: 2015
Paese: Spagna 
Lingua originale: Spagnolo
Durata: 76 min
Genere: Orrore, drammatico, thriller 
Sottogenere: Necrofilia, claustrofobico 
Regia: Hèctor Hernández Vicens 
Sceneggiatura: Hèctor Hernández Vicens, Isaac P. Creus 
Soggetto: Hèctor Hernández Vicens, Isaac P. Creus 
Produttore: Marta Carbó, Lara Cireira, Cristian Valencia
Produttore esecutivo: Alberto Aranda, Xavier Atance 
Produttore associato: Daniel Aser, Isaac P. Creus, Luis de Madrid  
Produzione: Columbus Films / A Contraluz Films / Benecé 
    Produccions / Buena Vida Films / Corte y Confección de 
    películas  / Generalitat de Catalunya / Playtime Movies / 
    Seitofilms / Silendum Films / Televisió de Catalunya
Distribuzione: Primer Plano Film Group / Splendor Films / 
    Invincible Pictures / Prime Wave / Capelight Pictures / Alive 
    Vertrieb und Marketing
Montaggio: Alberto Bernad 
Musiche: Tolo Prats 
Effetti speciali: Negrete Films 
Trucco: Cristina Pellisé, Eliseo Medina  
Fotografia: Ricard Canyellas 
Scenografia: Zeroquatre
Interpreti e personaggi: 
   Alba Ribas: Anna Fritz 
   Bernat Saumell: Javi 
   Cristian Valencia: Ivan
   Albert Carbó: Pau 
   Nico Avila: Il dottore  
   Belén Frabra: Prima infermiera 
   Montserrat Miralles: Seconda infermiera  
   Henry Morales: Guardia 
   Daniel Aser: Guardia 
   Julia Lara: Inserviente del bar  
   Ricard Méndez:  Reporter
Titoli in altre lingue: 
   Catalano: El cadàver d'Anna Fritz 
   Tedesco: Die Leiche der Anna Fritz 
   Rumeno: Cadavrul Anna Fritz 
   Russo: Труп Анны Фритц  
   Finlandese: Anna Fritzin ruumis
   Turco: Ölüm ve Ötesi 
   Arabo: جسد آنا فریتس 
   Tagalog: Ang Bangkay ni Anna Fritz 
   Cinese: 安娜·弗里茨的尸体
Box office: 360.000 dollari US 

Trama: 
Siamo nella Spagna di un futuro prossimo. Una Spagna piena zeppa di cocaina, nevosa, dove tutti tirano chili di bamba fino ad andare fuori di testa. In questo contesto accade un fatto del tutto inatteso: la bellissima attrice Anna Fritz, per la cui fica l'intero mondo sbava, è morta all'improvviso, stroncata da un malore in una suite d'albergo, molto probabilmente a causa di un'overdose da droga. Il venusto cadavere finisce nell'obitorio di un ospedale. Pau, il giovane e timido custode, avverte subito i suoi amici Ivan e Javi, prospettando loro la possibilità di contemplare il corpo nudo e di penetrare il vaso procreativo della splendida Anna. Questi arrivano. Ivan, che è un giornalista spavaldo, è esaltato e sta inalando la Neve della Morte a tutto spiano: pregusta il coito col corpo della celebre defunta, ancora caldo e morbidissimo. Invece Javi ha qualche dubbio ed è disgustato all'idea di commettere un atto di necrofilia. Accade così che Ivan si fa avanti, estrae il cazzone e lo infila dentro alla morta, stantuffando e iniettandole dentro il materiale genetico. Quando ha finito di consumare la copula sacrilega, Javi rifiuta la stravagante occasione ed è Pau ad accingersi a stuprare il cadavere della ragazza. A questo punto accade qualcosa di imprevisto, che nessuno si sarebbe mai potuto immaginare. Mentre il ragazzo sta per giungere all'orgasmo, la povera Anna apre gli occhi! È l'inizio di un incubo spaventoso da cui non sembra esserci via di uscita! Un incubo assoluto, zombesco!  
 
Sequenze memorabili: Pau che sfiora con languida voluttà il sensualissimo pancino della ragazza estinta! Per qualche attimo si vede che gioca con un dito nell'ombelico di seta, come se fosse una cavità sessuale. Poi procede nella squallida posizione del missionario: va però capito che difficilmente un cadavere potrebbe essere collaborativo e prestarsi a posizioni diverse.
 
 
Recensione:  
L'idea è senza dubbio originale e innovativa. Anzi, direi che è una delle poche cose interessanti che abbia visto in questi tempi di totale disgregazione della Settima Arte. La Rete pullula di moralisti che si dichiarano stomacati: costoro affermano di aver fatto un'immensa fatica ad andare oltre i primi dieci minuti. Io mi sono guardato la pellicola catalana mentre mi ingozzavo di cioccolatini e bevevo un cicchetto di anice dopo l'altro, senza nemmeno l'ombra di una punta di disgusto. Poi i moralisti disgustati sono quelli che fanno volontariato e che rimorchiano nei gerontocomi e negli ospedali, mentre io mi trascino nella solitudine e nella disperazione, disprezzando la società e le sue stronzate ipocrite.   
 
Il film è disponibile soltanto in spagnolo e in inglese. A quanto ho appreso è stato girato in catalano ma doppiato in spagnolo. Non esiste una versione in italiano. Sono tuttavia reperibili versioni sottotitolate. Sono convinto che tra il materiale di ispirazione di quest'opera possa essere incluso Erodoto. Il celebre storico di Alicarnasso, definito "Padre della Storia" da Cicerone, riportò infatti un caso di estremo interesse. Un imbalsamatore egiziano era stato sorpreso nell'atto di congiungersi carnalmente col cadavere di una donna bellissima. Il Faraone, sconvolto dall'accaduto, col suo potere illimitato cambiò la Legge, stabilendo che i corpi estinti di donne di aspetto gradevole dovessero essere consegnati agli imbalsamatori soltanto dopo la comparsa dei segni della putrefazione. Non sono sicuro che queste ingenue precauzioni abbiano disincentivato i necrofili! 

Interpretazione 

La domanda non è banale come può sembrare a prima vista. Anna Fritz è davvero morta? Se il suo fosse soltanto uno stato di morte apparente, non ci sarebbero troppi problemi: persino gli atti di necrofilia non sarebbero realmente tali, se non nelle intenzioni di chi li ha compiuti. Si tratterebbe soltanto dell'errore di un medico necroscopo, che avrebbe destinato la ragazza all'obitorio anziché alle cure nell'ospedale. Ammettendo la morte apparente di Anna Fritz si razionalizzerebbe la narrazione, che sarebbe però in qualche modo banalizzata. Sarebbe un tentativo di rimuovere un tabù, dicendo che è stato tutto un fraintendimento, perché lei sembrava morta ma non lo era, il suo corpo era vivente e non un cadavere. La cosa ricorderebbe il caso di quei film che prima mostrano un amore incestuoso tra fratello e sorella, per poi rivelare l'assenza di parentela tra gli amanti: ne sono rimasto sempre molto deluso, perché non si trattava mai di incesto genuino. Tornando a noi, il punto è che Anna Fritz era proprio morta stecchita quando è giunta nella squallida morgue. Il suo risveglio nell'atto di ricevere lo spermodepositore turgido di Pau non è la cessazione di uno stato di coma o di catalessi. Siamo di fronte a uno zombie! Il tema del Ritornante, il morto che dall'Ade giunge al reame dei viventi, è diffuso fin dal Paleolitico. Costituisce per il genere umano una vera ossessione e una fonte di terrore assoluto. Nessuno di noi vorrebbe aver a che fare con un morto redivivo, è quanto di peggio potrebbe capitare! Il film di Hernández Vicens non indaga sul perché e sul percome. Non interessa al regista stabilire come sia stata possibile la spontanea rianimazione di un cadavere, quale ne sia stata la causa (indagine che avrebbe assegnato la pellicola al dominio della fantascienza). Qualcuno dirà che in genere gli zombie non parlano e non fuggono per salvare la propria pseudo-vita. Verissimo. Nell'universo di celluloide non si vedono molto spesso morti viventi in grado di articolare suoni comprensibili. Il fenomeno non sarebbe comunque impossibile. Un morto che si risveglia potrebbe accedere alle funzionalità del cervello, se il decesso non è avvenuto da troppo tempo, attingendo ai propri ricordi, ai banchi di memoria e ai circuiti logici. Nel finale tutto appare chiaro. Ivan, il giornalista stronzesco, è convinto di aver ucciso la ragazza rianimata. Eppure le cose non vanno come aveva preventivato. Lo zombie, immortale e animato dalla bramosia di vendetta, ritorna in posizione eretta e uccide entrambi i suoi stupratori servendosi delle cesoie! Il sangue degli uccisi, questi sì senza possibilità di rivivere, le cola lungo il collo mentre dai suoi occhi spiritati fuoriescono le lacrime. 

Alcuni commenti sui titoli in varie lingue 
 
1) Il titolo russo Труп Анны Фритц (Trup Anny Fritz) mi ha subito destato ricordi spiacevoli: la parola труп (trup) "cadavere" è comune all'ucraino e alla lettera significa "tronco" (di albero o di corpo). Nel gergo delle badanti indica la persona anziana che hanno in cura. 
2) Il titolo turco Ölüm ve Ötesi significa "Morte e Oltre", che corrisponde all'inglese "Death and Beyond". La parola ölüm "morte" deriva dalla radice proto-altaica *öl- "morire". Doveva suonare in modo molto simile nella lingua di Attila.   
3) Il titolo cinese 安娜·弗里茨的尸体 è traslitterato così: Ānnà·fú lǐ cí de shītǐ. In cinese, lingua fondata sui monosillabi, si trova una grande abilità nel ridurre i nomi stranieri in catene di sillabe a scopo meramente fonetico, il cui significato risultante è semplicemente ignorato: si tratta di un ingegnoso artificio di adattamento. 

ān "installare" 
"bello, grazioso" 
"essere contrario" 
"villaggio; vicinato" 
"rovo" 

Così Anna Fritz per un cinese sarebbe "Installa-Bella-Contraria-Villaggio-Rovo". 

 
Necrofilia in Turchia o nelle Filippine?
 
Secondo quanto riportato nel sito IMDB.com, in Turchia il film ha riscosso un successo strepitoso, essendo scaricato illegalmente per più di 5 milioni di volte! Questo è il testo originale:
 
"This film was very popular in Turkey sparking illegal downloading of it 5-7 million times."
 
Si direbbe che moltissimi Turchi siano affascinati in modo morboso dagli atti di necrofilia: il perno di questa attrazione sarà forse l'idea di poter possedere una donna che non può opporre resistenza alcuna alla penetrazione brutale. Il punto è che la notizia potrebbe essere un fake nato da un equivoco: secondo altre fonti non sarebbe la Turchia ad aver registrato una simile ondata di download, bensì le Filippine. Questo è quanto riporta Wikipedia in inglese: 
 
"In February 2016, director Hèctor Hernández Vicens discovered that his film was popular in the Philippines, where it was illegally viewed or downloaded between 5 and 7 million times via outlets such as Facebook and YouTube. This prompted the film crew to seek out legal counsel in an attempt to stop the illegal distribution. They have since managed to get an upload of the film deleted from YouTube. Due to the film's popularity overseas, the film's crew and producers are seeking to launch an advertising and screening campaign in the Philippines." 
 
Traduzione in italiano: 
 
"Nel febbraio del 2016, il direttore Hèctor Hernández Vicens scoprì che il suo film era popolare nelle Filippine, dove era stato visionato o scaricato illegalmente tra 5 e 7 milioni di volte tramite punti di download come Facebook o YouTube. Ciò ha spinto la troupe cinematografica a cercare un consulente legale nel tentativo di fermare la distribuzione illegale. Da allora sono riusciti a ottenere da YouTube la cancellazione di un caricamento del film. A causa della popolarità del film all'estero, la troupe del film e i produttori stanno cercando di lanciare una campagna pubblicitaria e di proiezione nelle Filippine." 
 
Le cifre delle visualizzazioni o download illegali sono identiche a quelle riportate da IMDB.com per la Turchia. In un articolo comparso sul quotidiano spagnolo El Diario, intitolato El extraño caso de la película española sobre necrofilia que triunfa en Filipinas, è riportata la notizia del grande successo del film di Hernández Vicens nell'arcipelago orientale: 

 
Per contro, non ho trovato alcuna documentazione sulla Turchia. Possibili cause del fake: qualche americano ignorante avrà confuso le Filippine con la Turchia! Perché proprio un americano? Perché nella Terra dei Liberi c'è una particolare idiosincrasia verso la geografia. Moltissimi americani sono incapaci di identificare il loro Paese su un mappamondo muto. Non mancano dementi che confondono i Portoghesi con gli Arabi, pensando che parlino la stessa lingua. 

 
Altre recensioni e reazioni nel Web  
 
Riporto alcuni estratti di interventi mediocri e abbastanza banali pubblicati sul sito Filmtv.it (i refusi e le punteggiature aberranti sono degli autori): 
 
 
L'utente scapigliato ha scritto:

"Film realmente inquietante e disturbante. Non tanto per la violazione dell’inerme cadavere di una fotomodella arrivato nella camera mortuaria di un anonimo ospedale, bensì per lo scenario autodistruttivo che lo spettatore già sa che andrà palesandosi di minuto in minuto. L’angoscia sale ad ogni scena e nonostante l’improbabilità delle svolte narrative e della situazione generale, lo spettatore è realmente catapultato in un incubo ad occhi aperti e coinvolto più che emotivamente per le sorti di tutti e quattro i protagonisti: i tre amici violatori del corpo della ragazza, e la ragazza stessa." 

L'utente ezio ha scritto: 

"Il cinema vive di deviazioni,che sfociano in imperscrutabili traiettorie,sospese tra questo e l'altro mondo.La necrofilia piu' che un tabu' per molti pare essere una attrattiva e questo film non ne e' esente.E l'attrice Alba Ribas che interpreta la morta e' discretamente bella ,fisico snello e proporzionato,perfettamente adatta al ruolo.A chi consiglio questo film ?...ai fans della necrofilia,agli amanti del genere ,il film e' girato quasi esclusivamente in una camera mortuaria,che diventa un buco infernale,titpica locations da rape e revenge.La durata e' minima quindi si puo' vedere comodamente....e i requisiti non mancano." 

L'utente Mulligan71 ha scritto: 

"Di cadaveri che tornano in vita, ormai, c'è una vera inflazione, ma, per fortuna, almeno sotto questo punto di vista, l'esordiente regista spagnolo sceglie di distinguersi. Il cadavere in questione, quello di una famosissima e bellissima attrice, torna sì in vita, ma da una morte apparente. Il film inizia muovendosi su traiettorie malate, tipiche di certo horror anni settanta, in cui la necrofilia la fa da padrona, suscitando più di un turbamento, ma Vicens non ha coraggio e quindi, dopo lo scontato "colpo di scena", il film scivola sulla china di un thriller piuttosto banale e recitato peggio. Di horror, qui, c'è solo la location, un obitorio, che diventa il set principale per tutti i settanta minuti della pellicola, piuttosto breve e snella, altro punto a favore."

Francamente non so perché raccolgo simili mozziconi dagli angiporti del Web per poi fumarli in una pipa su questo blog ormai inutile. Trovo che sia molto meglio spaccarmi il fegato con etanolo quasi puro.

domenica 28 marzo 2021

 
IL SONNO NERO DEL DOTTOR SATANA 
 
Titolo originale: The Black Sleep 
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1956
Durata: 82 min
Dati tecnici: B/N
Genere: Orrore, fantascienza
Regia: Reginald Le Borg
Soggetto: Gerald Drayson Adams (storia)
Sceneggiatura: John C. Higgins  
Produttore: Howard W. Koch 
Produttore esecutivo: Aubrey Schenck
Fotografia: Gordon Avil
Montaggio: John F. Schreyer
Musiche: Les Baxter 
Interpreti e personaggi:
    Basil Rathbone: Sir Joel Cadman
    Akim Tamiroff: Odo, lo zingaro
    Herbert Rudley: Dottor Gordon Ramsey
    Lon Chaney Jr.: Mungo
    John Carradine: Borg, l'uomo che si crede Boemondo
    Bela Lugosi: Casimiro (Casimir) 
    Patricia Blair: Laura Munroe
    Phyllis Stanley: Daphnae
    Tor Johnson: Curry
    Sally Yarnell: Mostro femmina
    George Sawaya: Marinaio
    Claire Carleton: Carmoda Daily
    Peter Gordon: Sergente Steele
    John Sheffield: Detective Redford
    Clive Morgan: Agente Blevins
    Louanna Gardner: Angelina Cadman
    Aubrey Schenck: Aiutante coroner della prigione
Doppiatori italiani:
    Emilio Cigoli: Sir Joel Cadman
    Luigi Pavese: Odo, lo zingaro
    Gualtiero De Angelis: Dottor Gordon Ramsey
    Renato Turi: Borg, l'uomo che si crede Boemondo
    Rita Savagnone: Laura Munroe
    Wanda Tettoni: Daphnae
    Renata Marini: Carmoda Daily
    Manlio Busoni: Sergente Steele 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: Die Schreckenskammer des Dr. Thosti 
    Francese: Les monstres se révoltent 
    Spagnolo (Spagna): El sueño negro
    Spagnolo (Messico): Sueño negro 
    Portoghese: A Torre dos Monstros 
    Rumeno: Somnul negru 
    Russo: Черное бездействие 
    Greco: Η κατάρα της Ανατολής 
    Greco (traslitterato): I katara tis Anatolis 
    Turco: Kâbuslar Şatosu
    Arabo: النوم الأسود

Trama: 
Inghilterra vittoriana, Anno del Signore 1872. Il giovane dottor Gordon Angus Ramsey è in cella per un omicidio che non ha commesso. La notte prima dell'impiccagione riceve l'inattesa visita dell'anziano dottor Sir Joel Cadman, che è un chirurgo eminente. La conversazione è sorprendente. Il luminare offre al prigioniero un'opportunità insperata per sfuggire al suo destino: gli somministra una pozione che simula la morte provocando un coma profondo. Così il condannato viene dichiarato morto e sfugge all'esecuzione. Recuperato il corpo, fatto passare per un cadavere, il dottor Cadman lo trasferisce in un antico maniero di sua proprietà con l'aiuto dello zingaro Odo, suo subdolo servitore. In quel tetro luogo si conducono esperimenti perigliosi di rianimazione, ben oltre il limite del sacrilegio. La pozione imitatrice della morte, chiamata Nind Andhera (ossia "Sonno Nero"), ha infatti un antidoto che può annullarne l'effetto - a patto che sia somministrata in tempo. Quando il dottor Ramsay viene rianimato nella castello del dottor Cadman, viene spaventato dalle urla di una giovane donna di nome Laurie, subito attaccata da un energumeno. L'unica persona che può controllare questo folle deforme, dileggiato col nomignolo "Mungo", è l'infermiera del dottor Cadman, Daphnae, che lo calma e lo porta via (immagino che sia stato sedato con stimolazioni lubriche degli organi genitali e dell'ano, ma tutto ciò è rigorosamente off camera!). Più tardi, il dottor Cadman e Daphnae visitano la camera da letto di Angelina. Costei è la moglie del luminare ed è in coma a causa di un tumore inoperabile al cervello. Questo è il punto cruciale. Il dottor Cadman giura che troverà un modo per operare Angelina, di cui è follemente innamorato, riuscendo così a salvarle la vita. Tuttavia, quando incontra il dottor Ramsay, il dottor Cadman gli dice che sta conducendo esperimenti sul cervello umano per aiutare a riportare in condizioni normali creature come Mungo e il suo servo muto Casimiro. Si scopre così che Mungo era in realtà il dottor Munroe, uno degli ex insegnanti del dottor Ramsay, che il dottor Cadman vorrebbe aiutare tramite la sua ricerca. Lo capite anche voi che tutto questo è la merda, vero? Bisogna però capire che all'epoca della narrazione c'erano conoscenze molto rudimentali sul sistema nervoso. In una sala operatoria nascosta nel maniero, il dottor Ramsay osserva l'esperimento del dottor Cadman sul cervello di un uomo, con Lucy e Daphnae che lo aiutano, pieni di angoscia. Il giovane medico è colto alla sprovvista quando vede fuoriuscire il fluido cefalorachidiano dalla materia cerebrale esposta del soggetto, prova che quel corpo è ancora vivo. Il dottor Cadman considera la potenziale lesione all'encefalo come un rischio necessario per il bene superiore dell'Umanità, evocato con una formula tipicamente massonica. La necessità impellente è testare diverse regioni del cervello per mapparne le funzioni. Quella notte Laurie dice al dottor Ramsay che pensa di potersi fidare di lui. Gli confida di essere la figlia del dottor Munroe. Lo stato attuale del suo povero padre, ridotto a una larva, è stato causato da un'improvvida operazione del mefistofelico dottor Cadman. Quando si confronta con il suo protetto, il dottor Cadman ammette di essere responsabile del funesto accaduto e gli dice che sta lavorando duramente per invertire le conseguenze indesiderate espiando i suoi errori - ma non menziona sua moglie Angelina e le sue terribili condizioni. Di ritorno a Londra, il felpato e sornione zingaro Odo ha somministrato il Nind Andhera a una donna che conosceva, una pingue fellatrice pubblica. Odo è un uomo molto simpatico, anche se più ossessivo e avido di una badante ucraina. Quando la polizia arriva a cercare la meretrice scomparsa, Odo afferma di non sapere dove si trova e si sbarazza dell'antidoto che potrebbe rianimarla. Così la donna è morta, per sempre. Al maniero del dottor Cadman, il dottor Ramsay e Laurie  trovano trovano in alcune celle di una prigione nascosta  alcune cavie degli esperimenti del dottor Cadman. Sono tutti individui pazzi e sfigurati. Il dottor Cadman, Daphnae, Mungo e Casimiro catturano il dottor Ramsay e Laurie ma lasciano cadere le chiavi mentre se ne vanno. Il dottor Cadman rivela le condizioni di Angelina al dottor Ramsay. Si aspettava di condurre un'operazione che richiedeva un secondo soggetto donna, ma quando scopre che Odo aveva lasciato morire la vittima designata, decide di usare Laurie al suo posto. Il dottor Cadman viene però interrotto dall'arrivo di investigatori della polizia alla ricerca dello zingaro Odo. Nel frattempo, Il dottor Ramsay cerca di far rivivere Laurie anestetizzata e riesce a drogare Mungo mentre Daphnae è fuori dalla stanza. L'infermiera stessa si confronta con le vittime del dottor Cadman, che sono fuggite dalla prigione con le chiavi abbandonate. Guidati da un predicatore fanatico di nome Borg, che crede di essere il crociato Boemondo di Taranto, gettano Daphnae nel camino. Lei fugge, urlando in fiamme. Il dottor Ramsay fa allora rivivere Laurie, ma Mungo si sveglia e la attacca. Viene fermato da Borg-Boemondo e dalle altre vittime, che poi si rivoltano contro il dottor Cadman proprio mentre entra nella stanza con la moglie in coma. Indietreggiando, lo scienziato pazzo cade sulla ringhiera delle scale e precipita verso la morte assieme ad Angelina. La polizia finalmente arriva con Odo e Casimiro. Il dottor Ramsay e Laurie partono all'alba del nuovo giorno. E questo schifo di affare è finito. Non se ne poteva più di un simile trambusto.
 
 
Recensione: 
Un bianco e nero intriso di un'oscurità densa come il petrolio. I contrasti tra luce fioca e tenebra fitta sono magici, trasmettono una grande angoscia. Il bianco e nero dovrebbe essere obbligatorio nella produzione di film horror. Non si vedono molte pellicole di una tale bellezza tecnica in questi tempi degenerati. Peccato che la narrazione sia molto più prosaica dell'ambientazione gotica, contenendo moltissime inconsistenze! Certo, non è il peggio della produzione di Le Borg. Almeno non si trovano i suoi terribili "effetti speciali", di cui ha fatto uso e abuso in Horla - diario segreto di un pazzo (1963). Una nota triste: Il sonno nero del dottor Satana è stato l'ultimo film interpretato da Bela Lugosi, nel ruolo inglorioso di un servitore muto. Si segnala un bravissimo Akim Tamiroff nei panni dello zingaro Odo. Questo attore, che era un armeno nato a Tbilisi (Georgia), è comparso in un numero impressionante di film. Notevole anche Jonh Carradine nei panni di Borg (curiosa l'assonanza col cognome d'arte del regista), che aveva in sé lo spirito visionario, guerriero ed esagitato di Boemondo di Taranto. La sua tempra è assolutamente eroica, dai suoi occhi si sprigiona una violenta luce di fanatismo. 
 
Alcuni commenti sui titoli in varie lingue 

  1) Italiano  
L'epiteto "dottor Satana" che compare nel titolo del film in italiano non ha corrispondenza alcuna nell'opera originale di Reginald Le Borg: è una delle solite "traduzioni" fantasiose così tipiche del mondo della Settima Arte. In ogni caso nel corso del film non si fa mai alcun riferimento al Principe delle Tenebre. Sono però riuscito a trovare le cause di questa scelta solo apparentemente incongrua (vedi nel seguito).
  2) Tedesco 
Il titolo Der Schreckenskammer des Dr. Thosti significa "La camera degli orrori del dottor Thosti". Non si sa bene per quale dannato motivo il dottor Cadman sia diventato il dottor Thosti nella versione in tedesco. Tra l'altro non è affatto chiara l'etimologia del cognome Thosti. Non si capisce il motivo di una scelta tanto stravagante e arbitraria. Sarò sempre grato a chi saprà darmi lumi.  
  3) Francese 
Il responsabile del titolo Les monstres se révoltent, ossia "I mostri si ribellano", meriterebbe di spararsi accidentalmente una revolverata in un piede. 
  4) Russo 
Il titolo Черное бездействие (Čórnoje bezdéjstvije) significa "Inazione nera". Non sarebbe stato possibile trovare qualcosa di tanto squallido e inefficace nemmeno per caso! Il termine russo bezdéjstvije è un calco dal francese ination, formato usando il prefisso negativo bez- e il sostantivo déjstvije "azione". Il neologismo è attestato per la prima volta nel 1778. Con buona pace di Dugin e di Putin.
  5) Rumeno 
Il titolo Somnul negru è una traduzione letterale dell'originale, assolutamente perfetta. Molto bene! Tutto ciò è lodevole! Non dobbiamo mai dimenticarci che il rumeno, lingua dell'eroico Vlad Tepes, è una bizzarra eredità dell'Impero Romano.
  6) Greco 
Il titolo Η κατάρα της Ανατολής (I katara tis Anatolis) significa "La maledizione dell'Est". La parola κατάρα "maledizione" deriva dal greco antico: κατά "contro", ἀρά "invocazione". La scelta è piuttosto fantasiosa, anche se tutto sommato di scarso effetto. Credo che la lingua greca abbia risorse in grado di produrre titoli ben migliori!  
  7) Turco 
Il titolo Kâbuslar Şatosu significa "Il castello degli incubi". Sembra più passabile del titolo greco, anche se comunque è piatto e insoddisfacente. La parola kâbus "incubo" deriva dall'arabo kābūs (َابُوس) "incubo", mentre şatosu è la forma possessiva di terza persona singolare di şato "castello", dal francese château
  8) Arabo 
Il titolo النوم الأسود (Al-Nawm al-aswad) si spiega facilmente: nawm (نَوْم) significa "sonno" e aswad (أَسْوَد) significa "nero". È una traduzione assolutamente letterale. La più riuscita di tutte! Sa di Necronomicon, come se fosse il frutto dell'ingegno di Abdul Alazred! 
 

Il vero Dottor Satana 
 
L'origine del titolo italiano del film di Le Borg è in realtà molto chiara. Il personaggio noto l'epiteto "Dottor Satana" è il serial killer francese Marcel André Henri Félix Petiot (1897 - 1946). Nacque ad Auxerre (dipartimento dell'Yonne), a soli 11 anni sparò in classe con la pistola del padre e propose a una compagna di fare sesso. Si divertiva a seviziare animali, straziandoli, ustionandoli e soffocandoli. Nell'adolescenza scassinò una cassetta postale, finendo accusato per furto e danneggiamento di proprietà dello Stato. Costretto a sottoporsi a una perizia psichiatrica, gli fu diagnosticata una malattia mentale. Dopo varie squallide vicissitudini si arruolò nell'esercito e combatté nella Grande Guerra, distinguendosi per la sua ferocia. Ferito e gassato in battaglia ad Aisne, mostrò sintomi di un grave esaurimento. Dopo un incessante andirivieni tra il carcere militare e il reparto psichiatrico, fu rimandato al fronte nel 1918. Nuovamente ferito in  battaglia, gli furono diagnosticati disturbi psichiatrici e finì riformato. In tre anni riuscì a laurearsi in medicina, grazie a un programma che favoriva l'accesso dei veterani agli studi. Aprì uno studio medico e iniziò a somministrare massicce quantità di oppio ai pazienti, rendendoli dipendenti. Narcotizzava le sue vittime e abusava di loro sessualmente. Quando la Francia fu invasa dalle armate del Terzo Reich, escogità un'attività molto lucrosa: offriva agli ebrei perseguitati passaporti falsi per espatriare, estorceva loro grosse somme di denaro e in cambio somministrava iniezioni di cianuro in endovena. Quando i famigliari di un morto venivano a piangerlo, li gassava con la stricnina, godendo delle loro convulsioni! I cadaveri li faceva sparire cremandoli in un forno che aveva nello scantinato. Scoperto per un caso fortuito, fu condannato a morte e giustiziato nel 1946. Furono accertate 27 vittime, i cui corpi smembrati e decapitati furono trovati nei sotterranei della sua abitazione, anche se il numero reale si potrebbe aggirare intorno alle 150 persone soppresse. Per paradosso tutto ciò fu fatto da un uomo che odiava la Germania e che militava nella Resistenza. Il caso ebbe un'enorme risonanza mediatica: si originò così l'uso di attribuire l'epiteto "Dottor Satana" al personaggio cinematografico tipo di un medico pazzo che compie atrocità di ogni genere su vittime narcotizzate. Jesús Franco diresse Il diabolico dottor Satana (Gritos en la noche, 1962): anche in questo caso la traduzione in italiano si è ispirata a Marcel Petiot per definire il protagonista, il dottor Orlof, che narcotizzava e rapiva donne belle e giovani per tentare di trapiantare la loro pelle sul volto della figlia Melissa, rimasta sfigurata in un incendio. 
      
 
Etimologia di Nind Andhera 

In Hindi la parola nind (नींद) significa "sonno" (glossa inglese: sleep). Nella stessa lingua la parola andherā (अँधेरा) significa "scuro" (glossa inglese: dark). Entrambi i vocabili hanno origine sanscrita: nind deriva dal sanscrito nidrā (निद्रा) "sonno", mentre andherā deriva dal sanscrito andhakāra (अन्धकार) "tenebra". Quindi il nome Nind Andhera è stato tradotto correttamente in inglese con "Black Sleep". Si nota che in Romaní si usa una parola molto diversa per designare la Creazione di Morfeo: suno significa "sonno; sogno". Ricoro ancora la vibrante declamazione di un poeta: amarí čhib, amaró suno "la nostra lingua, il nostro sogno". La parola suno deriva direttamente dal pracrito suvina "sogno", a sua volta dal sanscrito *supna (सुप्न) "sogno" - la cui radice indoeuropea è la stessa delle parole latine sopor, somnus e somnium. In alcuni dialetti l'accento è sulla seconda sillaba (sunó), mentre in altri a quanto pare è sulla prima. La traduzione letterale di Nind Andhera in Romaní è Kaló Suno.

Il nome Romaní del gatto

Lo zingaro Odo sostiene più volte che il suo nome nella sua lingua nativa significa "Gatto". Sembra che ci tenga molto a farlo sapere. L'informazione è affidabile? No, non lo è affatto. In lingua Romaní odo non significa "gatto". La parola per dire "gatto" è mačka. Così si hanno le seguenti frasi:
 
mačka del goli "il gatto miagola" 
mačka rovél "il gatto miagola" (lett. "piange") 
mačka pel thud "il gatto beve il latte" 
 
Da dove è giunta l'idea che gli Zingari chiamino odo il gatto? Si tratta di un'invenzione dell'autore del soggetto? Al momento non riesco a tracciare meglio questo pacchetto memetico, che dovrebbe far meditare su come la Settima Arte abbia il potere pervasivo di diffondere dati non fidedigni.  
 
Etimologia di Mungo 
 
Quando mi sono imbattuto nel nomignolo Mungo, ho pensato che fosse una semplice abbreviazione di mongoloid "mongoloide, affetto da trisomia 21". Ora credo che si tratti piuttosto di un portmanteau: Munroe + mongoloid => Mungo. Un'altra possibilità è che il nomignolo sia stato tratto dallo Shelta: in quella lingua segreta e misteriosa esiste infatti la parola mong "stupido" (glossa inglese: fool), non connessa con la ben nota anomalia genetica. Al giorno d'oggi l'uso di un simile epiteto sarebbe censurato e proibito dall'imperante tirannia del politically correct. Persino chiamare il personaggio "Down" sarebbe ritenuto irrispettoso e vietato. 
 
Curiosità 
 
Le mani che compiono l'intervento al cervello sono quelle di un vero neurochirurgo, che lavorava al Cedars of Lebanon Hospital di Los Angeles. È stato noleggiato perché l'operazione apparisse verosimile.  

In origine il ruolo dello zingaro Odo doveva essere assegnato a Peter Lorre (nato László Löwenstein), ma la sua richiesta di compenso fu giudicata troppo esosa. Così la parte fu data a Akim Tamiroff. Credo proprio che ciò sia stato un gran bene. 

Secondo quanto riferito, Bela Lugosi era molto scontento della sua mancanza di dialogo e ha assillato Reginald Le Borg perché gli concedesse alcune battute. Sebbene il regista alla fine abbia acconsentito a girare alcune scene di dialogo extra con l'attore, non sono mai state utilizzate. 

L'ineffabile Odo offre a una prostituta un bicchiere di vino di Madera drogato. Questo è probabilmente un riferimento sfacciato all'allora popolare canzone di Flanders & Swann, "Have Some Madeira, M'Dear", una ballata in stile edoardiano che parla di un vecchio libertino intento a stordire una giovane ragazza nella speranza di poter abusare di lei.
 
 
Altre recensioni e reazioni nel Web  
 
Riporto alcune brevi recensioni comparse sul sito Il Davinotti, che mi sembrano interessanti. 
 
 
Homesick ha scritto: 

"Gotico ordinario che alla debolezza del materiale narrativo – talora maneggiato con la grossolanità e il ridicolo involontario di un Ed Wood – replica convocando l’aristocrazia del vecchio cinema del terrore: il bestiale Chaney jr., il maggiordomo sordomuto Lugosi e il delirante crociato Carradine seggono con egual dignità accanto a Rathbone, imperturbabile mad doctor, e a Tamiroff, losco zingaro servile e linguacciuto. Avendo chiamato in causa Ed Wood non si può tralasciare il suo bombolone calvo Tor Johnson. Sufficiente." 

Giùan ha scritto: 
 
"Per parlarne verrebbe voglia di lasciar da parte ogni griglia di carattere filmico per ricorrere invece a un glossario cinematografico-lombrosiano, considerato il preoccupante materiale antropologico offerto dal cast: dall'incartapecorito Rathbone al catatonico Chaney jr passando per l'ormai belante occhio di Lugosi. È nondimeno però proprio la presenza di queste maschere di cera, mosse da Le Borg con accondiscendente apatia, a render simpaticamente bizzarra questa creatura Frankensteinian-Franjuiana. Straripante Tamiroff, che infonde linfa vitale." 
 
Fauno ha scritto: 
 
"Non solo horror, ma con qualche interessante risvolto giallo, specie per le persone scomparse o dichiarate morte. All'inizio va lento, ma il finale è corposo e in netta crescita. La pozione in grado di dare morte apparente verrà ripresa perfino nel Sandokan nostrano; mi ha colpito di più il vedere l'evoluzione dello studio dei compartimenti cerebrali come deputati a molte funzioni vitali. Da un lato è molto crudele la sperimentazione su condannati o su figli di nessuno, dall'altro intenerisce la disperazione per la morte quasi sicura della donna amata." 
 
Molti recensori lamentano la supposta incomprensibilità del titolo italiano evocante Satana: credo di aver presentato materiale sufficiente e convincente per rispondere ai loro dubbi.   

mercoledì 24 marzo 2021

 
IL SILENZIO 
 
Titolo originale: Tystnaden 
Titolo in inglese: The Silence
Anno: 1963
Paese di produzione: Svezia
Lingua: Svedese, spagnolo, timokano  
Durata: 96 min
Regia: Ingmar Bergman 
Colore: Bianco e nero 
Rapporto: 1,37 : 1 
Genere: Drammatico, surreale
Soggetto: Ingmar Bergman
Sceneggiatura: Ingmar Bergman 
Produttore: Allan Ekelund 
Casa di produzione: Svensk Filmindustri (SF)
Fotografia: Sven Nykvist
Montaggio: Ulla Ryghe
Musiche: Ivan Renliden
Scenografia: P. A. Lundgren
Costumi: Marik Vos-Lundh (come Marik Vos), Bertha
     Sånnell
Trucco: Börje Lundh, Gullan Westfelt 
Fonico: Stig Flodin, Bo Leverén, Tage Sjöborg  
Effetti speciali: Evald Andersson 
Fotocamera e reparto elettrico: Rolf Holmqvist, Harry Kampf 
Responsabile della location: Lars-Owe Carlberg 
Lingua di Timoka: Gun Grut (ex moglie del regista)
Interpreti e personaggi:
    Ingrid Thulin: Ester
    Gunnel Lindblom: Anna
    Birger Malmsten: Il barista
    Håkan Jahnberg: Il maître dell'albergo
    Jörgen Lindström: Johan
    Lissi Alandh: La donna del varietà
    Karl-Arne Bergman: Il ragazzo che distribuisce i giornali
    Leif Forstenberg: L’uomo del varietà
    Eduardo Gutiérrez: Impresario dei nani
    Eskil Kalling: Proprietario del bar
    Birger Lensander: Portinaio
    Kristina Olausson: Anna (controfigura di Gunnel Lindblom)
    Nils Waldt: Cassiere
    Olof Widgren: Un vecchio
Doppiatori italiani:
    Rina Morelli: Ester
    Rosetta Calavetta: Anna
    Serena Verdirosi: Johan 
Titoli in altre lingue: 
   Danese: Stillreden
   Tedesco: Das Schweigen
   Finlandese: Hinjaisuus
   Francese: Le Silence 
   Spagnolo: El silencio
   Russo: Молчание

Trama: 
Anna ed Ester, due sorelle in pessimi rapporti, stanno tornando a casa in treno dalla villeggiatura. Con loro c'è anche un bambino, Johan, che è il figlio di Anna. Ad un certo punto Ester si sente male. I tre sono costretti a fermarsi nella città di Timoka. Si rendono presto conto che vi si parla una lingua sconosciuta, del tutto incomprensibile, la cui sonorità ricorda vagamente quella dell'ungherese o delle lingue slave. Non esiste possibilità di comunicazione, nonostante Ester sia una traduttrice di professione. Il clima soffocante non aiuta. Le due donne riescono a prendere alloggio in un albergo assieme al pargolo, che in preda alla noia esplora i corridoi stranamente deserti. Prima fa amicizia con l'anziano cameriere, poi incontra una troupe di grotteschi nani spagnoli giunti in quella città remota da Madrid. Nel frattempo per le strade notturne si aggirano continuamente carri armati, spettrali avvisaglie di una guerra incombente. Ester è malata di tisi e molto avanti nel percorso dell'etilismo, ancor più di quanto lo sia io. È tormentata da qualcosa di atroce che la corrode da dentro. Viene assistita amorevolmente dal cameriere gentile. Anna invece è una adepta dei piaceri di Afrodite: ha un'indole futile e non perde occasione di recarsi in un bar per cercare un amante. Quando trova un uomo che la attizza e lo conduce nell'albergo, gli eventi precipitano. Con grande crudeltà mentale, Anna esibisce la sua conquista davanti alla sorella, causandole un peggioramento delle condizioni mentali. Il rapporto tra le due si rompe irreparabilmente. Come se Ester avesse la lebbra, quando ha l'ennesimo malore viene abbandonata al suo destino dalla libidinosa Anna, che sdegnata prende il figlioletto e lo conduce al treno. Durante il viaggio, Johan maneggia un foglio che Ester gli ha dato: è un breve dizionarietto della lingua di Timoka. Pronuncia una parola, hadjek, ma il suono della sua voce è subito coperto dal rumore del treno. Come spiegato nel seguito, il finale della versione in italiano è stato gravemente manipolato. 
 
 
Recensione: 
Questa pellicola di Bergman è considerata l'ultima della cosiddetta "Trilogia del Silenzio di Dio", di cui fanno parte Come in uno specchio (Såsom i en spegel, 1961) e Luci d'inverno (Nattvardsgästerna, 1963). Resta il fatto innegabile che lo stesso regista ha in seguito ritrattato le sue dichiarazioni iniziali, negando addirittura che i tre film costituiscano una trilogia. Era stato incalzato da interpretazioni in chiave spirituale che lo infastidivano moltissimo e che provenivano dall'Italia! Sembra evidente che ci sia stato un fraintendimento sulla locuzione "Silenzio di Dio": si parla piuttosto dell'Inesistenza di Dio. Seguendo la logica bergmaniana si giunge alla conclusione che il Creatore tace perché non c'è, è un'invenzione umana. Queste sono le parole del regista, intervistato da Olivier Assayas: "Olivier… una cosa è importante e io l’ho capita molto tardi: Come in uno specchio appartiene a un periodo anteriore. La vera rottura si colloca fra Come in uno specchio e Luci d’inverno. Purtroppo ho creato io stesso questo malinteso: Come in uno specchio, Luci d’inverno e Il silenzio non costituiscono una trilogia. Come in uno specchio appartiene al periodo precedente, poi viene la rottura." 
 
Ecco un link utile che riporta le fonti: 
 
 
Questo robusto bianco e nero non lo dimenticherò mai. L'ambientazione è sublime, con quell'albergo gelido e ostile, massiccio, dalle mura ciclopiche che annientano lo spettatore. Lo stesso tema dell'incomunicabilità tra i personaggi, di cui tanto si è parlato, si dissolve di fronte all'enigma di Timoka, che è una sfinge destinata a restare inesplicabile per l'Eternità.    
 
 
Intimità incestuosa tra madre e figlio  

Ancora una volta siamo di fronte a un film che oggi non potrebbe più essere girato, nonostante il potere della censura fosse più forte in passato - un paradosso davvero singolare che ha cause complesse. La soluzione del paradosso è questa: gli argomenti di suscettibili di essere censurati cambiano nel corso dei decenni. Ci sono cose che un tempo passavano in cavalleria e che oggi non possono nemmeno più essere pensate. Ci sono cose che oggi passano in cavalleria e che un tempo non potevano nemmeno essere pensate. L'accusa di incesto e di pedofilia sarebbe subito pronta a scattare per il regista, che non avrebbe modo di difendersi. Le sue opere finirebbero disprezzate e gettate al macero a furor di popolo, data l'ipersensibilità che regna su temi così delicati. La pellicola ci mostra infatti un rapporto estremamente morboso tra madre e figlio piccolo, con tanto di contatto tra i corpi nudi. Il bambino lava la schiena della madre nella vasca da bagno e dorme con lei senza indumento alcuno, com'è stato partorito. Una vecchia locandina, conservata nel sito Davinotti.com, dà questa efficace definizione: "Un'opera rischiosa, ai confini del lecito". Quindi aggiunge un commento: "Mai atteggiamenti ed azioni così audaci sono stati portati sullo schermo".  
 
Passione incestuosa di una donna per sua sorella  
 
Si capisce che Ester è una lesbica e che arde di desiderio per sua sorella Anna. Non potendo sopportare questo stato di cose, inammissibile per la morale corrente, si alcolizza in modo pesante per autodistruggersi. Non me la sento di biasimarla. Oggi si direbbe che si tratta di un "orientamento sessuale", ma una simile teoria non mi ha mai convinto. Si tratta di uno stupido dogma di questi tempi assurdi e buonisti, pervasi dal morbo del politically correct. Eppure le cose sono così semplici. Una donna che ha avuto tante delusioni dai cazzi, sarà ben libera di dedicarsi alle bernarde!    
 
Interludi naneschi! 
 
I nani recitano un travolgente spettacolo teatrale, vorticando come meteore folli. A un certo punto, sulle note di strumenti musicali guitteschi, le loro figure tozze e deformi si compongono in un gigantesco bruco! Si agitano, con gli arti cortissimi. Le loro braccia sono al limite della focomelia, le loro gambe sembrano moncherini. I loro corpi distorti si ammassano, annaspando, gli uni contro gli altri, diventando qualcosa di simile a una larva di processionaria! Il ritmo è folle, dovevano essere così le danze in onore di Cibele, quelle in cui i sacerdoti in preda all'ebbrezza si castravano con le proprie mani!  
 
Censura

Com'è facile immaginarsi, la scure dei censori si è abbattuta su questa pellicola in molti paesi del mondo. Negli Stati Uniti è stato presentato come un film semi-pornografico. Questa è la citazione di una recensione dal Daily News: "Sull'incesto, l'autocontaminazione e la ninfomania, quest'ultimo di Bergman è il film più scioccante che abbia mai visto. Non potevo credere ai miei occhi." (originale inglese: "On incest, self-defilement and nymphomania, this Bergman latest is the most shocking movie I have ever seen. I could not believe my eyes."). In Argentina il distributore del film è stato condannato a un anno di reclusione con la condizionale, mentre è stato proiettato senza censure in Uruguay. 

In Svezia il film è stato sottoposto ai censori poche settimane dopo che le direttive erano state un po' liberalizzate: è passato senza tagli e ha fatto molto scalpore. Ha attirato un vasto pubblico, è stato ferocemente dibattuto e ha acquisito la reputazione di essere il film che ha inflitto la prima grande breccia nel "muro della censura sessuale" del cinema svedese. Nel giro di cinque anni, la censura cinematografica era diventata una formalità. So sono levate voci per richiedere l'abolizione della censura, ma con l'aumento dei livelli di violenza cinematografica alla fine degli anni '60 l'opinione è cambiata, agendo meno sulla nudità e sul sesso ma in modo molto duro sulla violenza. La censura statale è stata abolita soltanto nel 2011, un secolo dopo la sua introduzione.
 
Questi sono i tagli inflitti in Italia:

1) La madre che dorme nuda assieme al figlio.
2) La protagonista che assiste a baci ardenti e un rapporto sessuale completo tra due amanti nel teatro, con la donna bionda impalata nella posizione detta cowgirl.
3) Il seno nudo della madre spiato dal figlio attraverso il buco della serratura.

Queste sono le alterazioni inflitte in Italia:

1) La parola "chiesa" viene sostituita con "scantinato", per evitare che un luogo consacrato venga ad essere visto come teatro di incontri sessuali (a dispetto del fatto che esistono le chiese sconsacrate e che spesso vi si svolgono tregende!).
2) Nel monologo in cui Ester dichiara il suo disgusto per gli uomini, le parole "sangue e muco" sono sostituite con "ormoni e uomini", distorcendo il senso stesso dell'intervento, come se la donna esprimesse un "pentimento" per la propria sessualità.
3) Nel finale della versione originale il bambino legge da un dizionario una parola della lingua di Timoka, hadjek, senza glossa alcuna, quindi ne pronuncia mentalmente altre due senza che si avverta il loro suono; nella versione italiana invece pronuncia ancora la parola hadjek fornendone la traduzione: "anima". Quando Bergman è venuto a sapere di questo cambiamento nella versione doppiata in italiano, è andato su tutte le furie. Disapprovava la che il vocabolo hadjek fosse glossato con "anima", perché a suo avviso introduceva nel film una lettura spiritualista che egli non aveva assolutamente inteso dare. Detto questo, sono convinto che sia stato Andreotti in persona a imporre la traduzione della parola hadjek come "anima" e a diffonderla. Egli fu a lungo l'incarnazione della censura in Italia: visionava infinite ore delle pellicole più disparate, decidendo cosa poteva passare e cosa non poteva passare. Non dimentichiamoci cos'era il Paese in quell'epoca stramaledetta. Non mi stancherò mai di ripeterlo: basta ascoltare la canzone Nera dei Varunna per capirlo! Mi bolle il sangue se penso che c'è tuttora una critica cinematografica di Comunione e Liberazione fondata sui dettami antreottiani. In diversi siti afferenti a tale area la versione italiana alterata del film bergmaniano viene considerata originale! 
 
Curiosità 
 
La scrittrice e attivista politica Susan Sontag ha commentato: "Ancora una volta, Ingmar Bergman avrebbe potuto voler dire che il carro armato rimbombava per la strada ne "Il Silenzio" come un simbolo fallico. Ma se lo avesse fatto, sarebbe stato un pensiero sciocco". E ancora: "Coloro che cercano un'interpretazione freudiana del carro armato stanno solo esprimendo la loro mancanza di risposta a ciò che c'è sullo schermo"
 
 
L'enigmatica lingua di Timoka 
 
La lingua di Timoka è molto densa e complessa. Pone seri ostacoli a qualunque tentativo di afferrarne le nozioni basilari. Dall'analisi delle parole non si riesce a dedurre alcunché della morfologia. Non si trovano parole ricorrenti che possano essere interpretate con certezza come particelle, articoli, preposizioni o postposizioni. In una scena la protagonista riesce a ottenere la traduzione di un paio di parole. Una è kasi (pronuncia /ka'si/) "mano", che è una parola sicuramente uralica: finlandese käsi "mano", estone käsi "mano", ungherese kéz "mano". Un'altra è naigo "faccia", anch'essa una parola uralica: estone nägu "faccia", finlandese näkö "vista, visione", senza corrispondenza in ungherese. Nonostante ciò, la lingua di Timoka non sembra proprio essere uralica. In altre parole, un conoscitore di una qualsiasi lingua uralica non sarebbe in grado di comprendere un discorso o anche soltanto un breve testo. Non è certamente "un misto di magiaro e di lingue slave", come spesso è definita nel Web e altrove. L'autore di una simile definizione deve avere idee molto fumose sia sul magiaro che sulle lingue slave, anche se non gli si può addossare una grande colpa, dato che in timokano ci sono alcuni prestiti da lingue slave.   

Con grande fatica sono riuscito a reperire le immagini dell'intera pagina del quotidiano e persino della seconda! 
 

Questi sono titoli, sottotitoli e articoli comparsi sulla prima pagina di un numero del giornale ARAKAVSANII
 
ARAKAVSANII 
TIIMOKA INOSLIP 
Dezirohtuh stskarihl usaivthl kanzi sezier iganav savaguad I. B.  7-263.
Srotkader: Irak-Enra Namgreb 
VEIS SUTOL
Enskol paliz
UDEIZ TSEZ

 
MAKEVLIC DIZL SAGED EITSDRIS UKUNTZ PAS SATPU 
 
SMAJOREVEL USIVTA SMUKENP IRZ MAKEVLIC IZDIL TIDUAB SAJITLAB 

Itam sataj ajir
Eip akibal   ..  9

Zirdnag ituclevun sinlivak maraky smujatuas staniceil ...... 13  

Rap ulskam manimta nu meidag alein [...]utua itsarap ....   6

MACIEVS SARUJ: 
Eip adlagamats okabamdat iaäter siakabal abitrak sakeil ..... 11

Sjiebirg: Aaap-ujvstal adär arumunu mazdei  
 
GHP. Arumunu mazdeins. Vjicamrofin. Ak akinorev eterelerts sisal sajie kel rap useivtal udolav. Is amajorevei amukanap. Ijatanisorei Ajib. Useivtal utneduts. Apurg sak iabidav azdeinsel Ugiceitta umugul exiere tojemrofin uvals. Utlab sajigolodif ardetak ujatidav. Unvagi sabituat uroseforp sruk iz ulizd. Iseretni ule[...] ajevatszia use[...] [u]dolav atarotkel unasidar ma[...] seitocietap starotkel dat ira stidar rap usum omajineig iceinjezd. Os umkanap ulece una vad. Anaj Anilezdne sanimaipianeil ajokiras.  
 
MISOGLUPEN ARETEIB UAG. TEITSRIMZIAEN UVAS UTUAT IMEZVET 
 
Teijabalgas olandican urutluk at ir satuat abivizd. 
Acev abiseitap trakzduad. Sadaz sabirakas ateprizd anizta avasak akail atanurzi useivtal udiv. 
Tsugei itatilautak araksas meilketup ok sazad sanosrep anigem tlec, pa aretier orki. Umse seinizapei udak uniavid utskartrapka stitalpzi urukun osutusas arodet aretier. 
Jjvatstap isvgeinsei ujigulozer ak sazeirgaj eip avocsurgh ial sniv aradzien sabrmubnota gem unisanon tab tad. Itsilartien ra ujidin alagskeirp seisulecas terp. Os uaj at karap oginiaven ujigulozer, cip mat ra uvitom, ak thkirden, igisupneis tezitirk uvocsurz smakei is akitirk nav. 
Smamizajib staniceil ajir sinkivak meimunuaj smajepset okabamdat satuaj smugeinsas sakeil seitaceirp ezierteb umsujas abmub terp, seitsrev ikeintaniz timsesmadrizd ravudat.  
Rap ulskam manimta nu meidag arakas ra alrak. 
Alein, uzumsup. Sat sakas. Dak saneid avulk neib asisteb, sakelep atir alserk inkezdua uneak ajedivap asiagapun. Uneidiak alserk upnak soneizeir? Gap atsgua alibitsev, ellah ajib. Asev agilimseivmen tapat ak eikelep igol adigaj ekikelep. Seisidarap uksurd samsiag.  
 
RAP ULSKAM MANIMTA NU
 
DAP ABINEIVAS AGINIA VIREDO  
 
Dap. Abineivas. Aginiav. Inredom Igorei otan. Snedt saniprut tidav ujinatirbleil. Ajiragnu sanis sanirpitsap. Sakessekinskeirp. Svores adav ureimen unaseipspa ugiops skeintsev sijagzia. Sazabrhp ucavmurtsua meikaindar ajirdeivs at majorpoj satuj arpits sordrav sozad. 
Sajitlab saruuj arsark otseipspa otub av anetkil soglupsta akialujibzolpske. Idiev sanis, ajiserped nu sabiv ansap sisatepuk sajivtal ulkätspa smujorutskar neidos ak amasemkes. 
Smujatuas, irmeidosak dagenurak sijomsuj smujidareip siakabal. Ukevlicarak sjatecovorp sjeceaset stapsatnu sneiv siklumiraniz entanicinzi ukevlic smujeduaz kitjigasz i samodsisuj akibal, abrideibas ajanspivap majajkuas mentemosuj sijedrid. 
Zirdnag sinlivdakatir uizuvarpap smatsizapen skeirpeiat ateserdarap seisudatei ajebirganiv vun.  
 
Dris abizduard agiragia, isugua otsrepam arsakibal. 
Isierk emuajsuvas sagedei mamuktion magimiziav
 
Skagrad sneide its 
AGINOA TREP         

Otonevipa ujikan anasmirgap 
 
Sajatonivpa sajican utslav 
 
Ukeintiagzdil adrav amuvedzu sijitskarap naivtal cisum sabic einvedzi, skeinsapt anacnakj a. Idäk ivitom isudeipts anacnak, uginuk adas adeiv. Seitzeirg eip sabirdeibas idak ir aniv etseitap. Ikulon van itsi smakasap tojezi on atskarträkap arutas. Itol imajolezon utub. Utskarträkpa utub sasujetkip alakiev. Seseretni - tkuarträp aretier arok itatiunitnok zdil ra ot satmenzu sabitsias. Sneiv remot ri sridars - anacnak salev ial aretier sirok sotobraden. Aretier adrav ätjo sanasobrad tose aliezi akeiniskam adrav. 
Anasoglup irpits idrav, meiruk rav tedlibta iakit adat asap adeiv. Smujanigem tanisulkpa useivtal umseizd ri arodoet arag anasoglup. Ial ot utevitom, sajatspaäj eip arag aniv semizon useivtal smatorp, arempa ok. Jualta atskarkial sajels. Smums ri izduad iliczi arok salskam iratsiem. On meit titiakszu rav iakit ajedep akial sentoskriv. Amrip atrak sluap suvzoj - aniv uloks tsizap srtak useivtal sratsiemrok, slime siliaknlem uksives uteiv siaklams sikizum sfloda eleba seijisualk aniv saravxumseizd ... 
Avatsas aniza nagzeid alibatsen arok sutrecnok. Uzdras sator iriv oleczi anivlac arosier sanaseirgta. Sajatson sabicit smujaniceilpa sajivlat ientokan okrapsmum atskar adagnuaj smujokiras adrofdarb. Teijodetz uktevsmeiz iajicka setilge ajibrok snedt saniprut tidav ujinatir bleil sodrav sozad.

Utorui zilrakj 

Utorpasen sujsezil iriravs ucatiak sotidlipeip agimialumse sijebirg, utub seiruak tatorpasen eimirpsalev mazebor senetmizd ulabagleil utedrizd katarpbales. Idriasaki maravzu sumujoniz igizduard atiszu iginilp seiteijepuren skameipgan usumiar tapatunodrad ulabagaleil rapsemdat. 
Sezdrazia igraszia sasujagap ibasak.  
 
Questi sono gli articoli della seconda pagina del quotidiano. 
 
Timsedciep irakav starefer mein cepat 
 
Timsedciep useivtal sabirdeib sadanak sukariav sudaggep isujezinagroon, sumujokoras sititlev meikamajorevei meikeinjed. Irakav isuvulk meikeintskar isuvugei nuilanoicidart ubiguata tapunudag spoksatolimei useivtal segeintskar seredagirb, sanasmizd ajezdsaniv meisivsmumirilet iratmeiacevak ilimnuvivut omajorevei. Tonimeip iceintskar seitorecta sansmizd tub salos starefer setiliag enezduard subrad acamal irautub atevatsrapira. Meiletugul ukasap serosizersadlim atedutseiabid asidirpson, sonasil adeip asikup satjetlev saneidsupcep. Tubsalos meisuguaeip mein reb cepat ukasev abidavap avirbajifi sitizdur sjatidav sukeintamaliad ubraslas atezderap elazullatsirk, sotrdatszi rav seitadaget. 
Snizdritedatszi ajeeiujed ukizon seisatszuizier makaleil oksituataor ianasanidog urivarak tanizamas isokeiteip umszeizd unaksta uktevs matrecnuomaksta. Smugilsanor stkeiton sidualp erakaveip usrum sanas[..]ieb [.]sivm[..]nas sabiceilpa, azdeinsziakaceveblug eteinlakslip mabibradon aruksnugn, ierecta sajidegart ujvrud askeirp inskuz meineitneg unasanisirfta steninmamukas. Vasaksadiab uksivesta sonasoneiv ujmodapar ubeimeivas tododrapzi sjid sajicavmuteir, idajedat tonizam sanasoneivpa allogredcep uteilrasajicamrofin tsarpas. Rautub tamurureim otordeibas sajicapuko sabiseit inskortudaken utlecen izebnit oteduart, ujicavmurtsua sototerpen iseicav murtsun. Ujmodap utizduarrap silesdaveip sajivacuterir. 
Amzaderasen amujatuaj entokam seitojoterp umutslav sajilgan amujatuaj uvas stap unasonetsi sakmamuras, tanizdilon iginiev samajepsei tocuartrap araksojeziersap utsirkeipen kitapteibzia arjoteksir izirkujeskei zeirgap urugumvas. Iajilgna isivun adarzia sijerut satgåesziav italkta sijanur meitknup, sonaspakeip ajogritzi tonizpilon meimukieton igivedzien aravzu ilgeivtrakuv suriecajiam sana satsatama meigidiapsei meitsetorp satkaszu. Tojokesedlav mamujamisor siktevsabiaraktaen ukeinidmirtozam sijeduabz ujivtalzcels sovizd atlevzur sabiraktaen uzird.    
 
Sjevedzi onsadiab rapsasilgna asidlav 
 
Sanasedlepsub setskicasratsiem iaktieltalgeiv akuaj sarasav anasedlepriatods sentemorsarasav usein eniluas, sabisnecas enebardis sajiladeip stiaksukeinbilad tozdeins rapeser etni asalpuseinuaj sanasedlep mabisnecas. Isuved imsor, eitrops useivtal iabineivpa tezinagro setskicatatseim iaierapsiv iapvrg ibradskeirp utkietonen todleptuak sumurag majerav. Suzduad ulitsutpokzi selevesujivum udirgni ugrebiudiatilat suticnudil sabisnegas uloksuvas akadarsemizap sajetluksuvas akadarsemizap sajetraksdag sakiremalameiz setskicaratsiem akiteltalgeiv anasedelp susivaruk asinet. Sasuktionsudag usevuteil suniamrap sezinag orasavamakam somujokiras sukeinsapi ulitsutpokzi imaciet selevesujiv. Umudililat sabisnecasuloks adarsemeizap sakiremaleåeiz sajetraksdag akitektakgeiv setskicasratsiem susuvsaruk, asenit niana sedlep useivuteil useivtalsuniamrap sezinagorasav amakansomuj okirasarasav. 
Cepatinuagi ilodokubineiv usumusivsajat useivtal sadan dodajsubteiks, ajibedakasalp amripukatedlep kasajiaruk sonedusokalizd omripardagat uajseitovatag unasanigemzi ukeppsom rip useivtal sets kic asratseim skiton sapurg umujetkelpmok iteizucnarf akilapokniram aj inezizisuin iteizucnarf, irapenimda suzduad torevmajerav suticumudil ilat uberbidiat selvesusiv sukeinapic. Lits utpokzimac metskic asratsiem mamrip enebarbis ucnatsid sumurag majerav suzduad imaciet sukeimsapi udiatseleves ilatugrebi. 
Sakireåaleåeiz saketriksdag akiteletalgeiv rasajokir imanibidziensajokir, ubicitarap esentsevskeirp sakaseiruk zierzad sacevlicajaleil mezduaap. Satmizd neivzird idajedat utrezd imanibidzien imadaituszu esentsevskeirp semialen saleilri neivra, ineizdels savasmirp igliemteb onakras umasnakei umseirb satuajonskeirpititskarzu misovozdeip esentsevskeirp unemuarts unairetibserp acinzab imujoplakveid sezduard adagsalev seititevsei ajaticam, senebardis ilazira.  
 
U[..]ei[..]zni[...]gi[..]b
ajtrap sanasidlav zu 
 
Smujanosorei soaksisul admirt imadovizd nuizeibzsem ubdioksatuat rapmajanur zdud ubimaseiceipen sabipoksis ubipokadas, tebubitevs matsrimzis trakzadsem toselkem aladvatsas amamen tean satam irsvren sabivizdnu aladvatsas sdravaruk siteivtal. 
Siazam satib sotskarkial sadmirt smasal, sutama sumazder meneien sauatsavas eipsarut atslabta sumukasap sotsusiv ianasidar sumuskasapzeb utubsemeiruk, srabutiautaknertzi sabinag amusevs siteivtal siazamsis. Tevatsap uteraven arukzebsat sajicazinagri nusezduard tkiton uteraven sedarzi imujokiras, sotskarkial ijevedzi utskarkial rapsutrub dotrapitseips. Atsataj unecanivs siazamdak aneidajat seiseseretnien matamargira ubipok sadmirt ujatisal skurteip meitskarkial, suseituatseisujerecta sarecta sot irsajicazinagro salartnecusum udnof sarutluk sasujodievzi sabiarak. Taen rikseip majici dart matka sap meikeintskar, meijatonzelg imajamodeien sockatspa sotrug tanizdcazi zierdak asarpen kartav abradagli sanzelg sajicizopmok, silikseisveid sabimeivpa salanoican useivlat sajimnakras. Spokidagicep stskarlaiceps sezirap ajitrap asodlav iraisukiet udravuvas ojetraksdag sajtrap ovitavres, nok osujemakszi ukeindarst zuidroka eijedep ojetrak sdaguvas oniraial sajitrapsavas smajemitza. Ajiradzi aminamrap okagidiapsei seijizrivzi siajeniszdil kamprut sjatidav sosrutta udrav sivemojsan setrevmeiruk satiradzi ujetarpteil smunitza uniamrap usujibat amibaseiceipen, ukepsjenizd majagiravs seisgiebzi manaselev akialyudag uzadseis tobalzualos ukeindarts. 
Amunitza isujidar zu sutatluzer sugideb sutatluzer sajozid sanasidlav ojatovizdei sanasozidis smazdeilon savxotozop ajtrap, asodlav iraisukiet udravuvas ojeraksdag sajitrap rapsasligna onelutsev ureinexni subradskerpvxies ukinhcetnu. Uzdanav mugnav ajlgana adrofdarb saretsaknodira asotsrugonen, sukilapruk iguardareim siteicemsrudas sjevedzi asotsrugonen, ukinhcet subradskeirp isukiet asodlavxira ianasorakpa sajizavmi onsadiab atskarkial smuvedzu.     
Ak sazeirgaj eipa radzien 
Sniv tskirden mat ra nav 
 
Rap ulskam manimta nu meidag arakas ra alrak. Alein, uzumsup. Sat sakas. Dak saneid avulk neiv asisteb. Sakeleb atir alserk inkezdua uneak ajedivap asiagapun. Uneitiag alserk upnäk soneizeir? Gap atsgua alibitsev, ellah ajib. Asev agilimseivmen tapat ak eikelep igol adiagaj eikelep, seisidarap uksurd samsiag. Sojas ukelepte utua sojatakzia sogol. Samsiag anasidiag itsarap ajemizon ugikremzeb unasilk meinetiag ial uterav. Tkas tadrrst teb ekinuaj inkezdua ot ajotnam igiseiten sotinamej saptel ruk ajadarst meiledomliak rukum. Ledht irtuaj ajagersp sazam amugug sanimsark samarodhtszi umugijam samadisiarta sadolva izad trakuv as ajekem zu. Utsivania uginbradruk sanizup savas sanakson itar. 
 
Alserk ajanigemzi zu selojiv izleib neiv meivin sajoneiveip. Sajitrotavresnok ajib siganrap. Zu ujimedaka sajevak ellah riksuzduad sudag ajecifinos rep silrak sgedap uvas onslag urugif ezeir otengizer. 
 
Ogitep uneitaks igirutta otanipuk usoripap. Meikial animta divap alrak alien akelep atir skelep. Atsuasap ukual izmav tuipar ugulk unizorg akor: unlip meileputrak satajb. Skeinmias atiron ukual abrad utub. Siminap izdil ieceimias uleputrakira uzorg ial, anuaj. Asevsun solkatspa ujatuaj osrap ostarapen utaks marut maregej miretetsaruj maniv suleputrak atus majam. Oken askamen trakrto tipuatet skeinmez apuat ulkes arasavap. Ialkes salkes iduarg lug sasraksniev uzumuvas ucat udak uneid ulepvtrak? 
Unizorg sriav asenen zu olarugif zuteb ovitarokep ucinbrad asapatmuj eroks savasrok sivrud ajib. Sirevta meisiv meit mak. Meinkez duad sasuk anzi sanasarpasen i kial ajib dak saneis akito saiarps. Satsiks sasanu sanis ubivirb alsmak dakizad arexzia seviszia meisiv zu. Meikial izad sracvtap eip acinbrad levteb izad meipakz sgedap aselkemzu ucinbrad zamvis itsivania. 
 
x
 
Teitsrimziaen uvas utuat imezvet. Teijabalgas olandican urutluk at ir satuat abivizd. 
 
Acev abisetitap trakzduad. Sadaz sabirakas ateprizd anizta avasak akial atanurzi useivtal udiv. Thugei itatilautak araksas meilketlp ok sazad sanisrep anikem tlec, pa areter orkt. Umse senizapei udak uniavid utskartrakpa stitalpzi urukun osutusas arodoet aretier. Ukeintiagzdil adrav amuvedzu sijitskarap naivtal cisum sabic einvedzi, skeinsapt anacnak a. Idär ivitom isudeipts anacnak ugunik adas adeiv. 
Seitzeirg eip sabirdeibas idak ir aniv etseitap. Ikulon van itsi smakasap tojezi on atskarträkap arutas. Itol imajolezon utub. Utskarträkpa utub sasujetkip alakiev. Seseretni - tkuarträp aretier arok itatiunitnok zdil ra ot satmenzu sabitsias. Sneiv remot ri spridars - anacnak salev ial aretier sirok sotobraden. Aretier adrav ätjo sanasobrad tose aliczi akeinilskam adrav. Anasoglup irpits idrav, meiruk rav tedlibta iakit adat asap adeiv. Smujanigem tanisulkpa useivtal umseizd ri arodoet arag anasoglup. 
Ial ot utevitom, sajatspaäj eip arag aniv semizon useivtal, smatorp, arempa ok. Jualta atskarkial sajels. Smums ri izduad iliczi arok salskam tratsiem. On meit titiakszu rav iakit ajedep akial sentoskriv. Amrip atrak sluap suvzoj - aniv uloks tsizap srtak useivtal stratsiemrok, slime siliagnlem uksives uteiv siaklams sikizum sfloda eleba seijisualk aniv saravumseizd ... Avatsas aniza nagzeid alibatsen arok sutrecnok. Uzdras sator iriv oleczi anivlac arosizer sanaseirgta. Sajatson terp sislab ujatisal usum sabigit skeps. Stsev uktevsmeiz. 
 
Zu rut zeb adiev 
terp sazuap raot 
 
Siatevs sabicit smujaniceilpa sajivlat ientokan okrapsmum atskar adagnuaj smujokiras adrofdarb. Teijodetz uktevsmeiz iajicka setilge ajibrok snedt saniprut tidav ujinatirbleil sodrav sozad. 
Dap. Abineivas. Aginiav. Inredom Igorei otan. Snedt saniprut tidav ujinatirbleil. Ajiragnu sanis sanirpitsap. Sakessekinskeirp. Svores adav ureimen unaseipspa ugeips skeintsev sijagzia. Sazabrhp ucavmurtsua meikeindar ajirdeivs at majorpoj satuj arpits sordrav sozad.       
 
Cosa davvero bizzarra e oltremodo sorprendente, uno degli articoli riportati (intitolato Sjevedzi onsadiab rapsasilgna asidlav) è corredato dalla foto di una moneta celtica con la figura di un cavallo stilizzato e deve quindi descrivere un'importante scoperta archeologica.  
 
Riporto nel seguito gli annunci pubblicitari che compaiono ai due lati della stessa pagina. 
 
1) Primo annuncio sulla colonna destra: 
 
SAKASAP 
 
ATSKA SABALEZ 

2) Secondo annuncio sulla colonna destra: 

AJICAVMURTSUA 
UCINZABSTOLET 
SENZGIAVZ 

SNUJONPAS

      EDARZION 
      METSKLUP 
      11.00 - 23.00 

3) Terzo annuncio sulla colonna destra: 
 
. ALANOICIDART .
UNAKSOM UK SIVIJE PORIE 
ARAKIZUM UIED ABAL 
ALAMOD OT NORET 

4) Quarto annuncio sulla colonna destra: 

MAJO PLAKAF ENTRAKPA 
Snaz Ustrebla 
Att Ecculur 
UH  1 - 021 
UMAD SNOCASREI ZIRF ATNEV 
Evadnale Romtslev ROOLB 
      ES 4 - 421 

5) Quinto annuncio sulla colonna destra: 

E. G A, PELEA UVAS 
SIVATSRAP 

      SMIL KRAK 
 
      SAJAM - 0 - 21

6) Sesto annuncio sulla colonna destra: 
 
VJAM IKEIN SAPT 
 
SA: 1 - SA: 2 - 

SNIPEIL 
UEY - 508

7) Settimo annuncio sulla colonna destra: 

RELLEHCT AB 
    WEIVRIAF V. D. 
         EL 8 - 62

     P. AMLAP
         EL 8 - 63
8) Primo annuncio sulla colonna sinistra: 
 
SINAJ SILURIG 
- ONAAKS - 
SEREIVALK
       EL - 8 - 66
 
9) Secondo annuncio sulla colonna sinistra: 
 
STRCNOK 
 
J.S. BACH 
 
MEREIVALKEIP 
Divra Gebnini  

Anasorapskdirpei
Ukupsutolnu
Musolakiev 
Llkst  -  20.00
 
Si noterà che nell'ultimo annuncio è presente il nome di Johann Sebastian Bach. Ester, che fatica molto ad apprendere alcune parole della lingua di Timoka, trova finalmente qualcosa in comune con quella città sconosciuta quando sente la musica di Johann Sebastian Bach trasmessa dalla radio. Il cameriere le conferma di conoscere il compositore, ripetendone il nome.
 
A questo materiale possiamo aggiungere altre attestazioni sparse tratte da sequenze del film. Sono state trattate in un articolo scritto in ceco. Questo è il link: 
 
 
Queste sono le voci riportate nel sito ceco dall'utente Zababa con le sue glosse tradotte (ho escluso i titoli e pubblicità del quotidiano Arakavsanii, già riportati sopra):
 
1) NITSEL STANTNJON PALIK. - una scritta sulla carrozza
2) [Ti:moka röče tra:nses] - annuncio della guida prima dell'arrivo
3) ARKIM STAJK - pubblicità per i sigari 
4) L. X. YXIKOWA - sopra il negozio (nome del proprietario)
5) LAMGI ISHTAR - sul poster (potrebbe essere un'allusione alla
    dea sumera Ishtar?)*
6) AKIET BARS - nome di un bar 
7) TAXA - forse l'ufficio di cambio?
8) UŽIČKA [...] SLJIVOVICA - su una bottiglia di liquore di prugna**
9) SKAJNOK - su una bottiglia di superalcolico 
10) KASI - "mano" (traduzione) 
11) [mu:sike] - "musica" (traduzione)
12) NAIGO - "faccia" (traduzione) 

*Ishtar è una divinità femminile babilonese, la sua corrispondente sumera è Inanna. Curiosa è la somiglianza tra la parola LAMGI e il sumerico lam "lussuria". Sembra quasi che il titolo significhi "La lussuriosa Ishtar".  
**Sembra che si tratti di una bevanda d'importazione, prodotta nella città serba di Užice. La scritta completa a quanto pare è questa: UŽIČKA <PREPEČENICA> SLJIVOVICA. La lettura PREPEČENICA è molto incerta. Guardando i fotogrammi, si vede che l'etichetta è sfocata e sembra piuttosto doversi leggere DOMAĆA. Il problema è che, essendo una bevanda di importazione, la scritta è con ogni probabilità in serbo.
 
Peculiarità fonotattiche 
 
Si nota la frequenza altissima del dittongo ei e la rarità di altri dittonghi, come ai e ui. Non si capisce perché a volte si scriva ai (come in naivtal) e altre volte si scriva aj (come in SKAJNOK). Ho ragioni di supporre che ua sia invece un iato.
Si nota l'assenza di armonia vocalica, il che è già sufficiente a far sospettare che la lingua non sia affatto uralica - anche se tale caratteristica non è più presente in estone. Le vocali sono sette: a, ä, å, e, i, o, u. La vocale ä è abbastanza rara e non è una variante di a ricorrente in contesti determinabili: è un fonema a sé. La vocale å è molto rara e ricorre soprattutto in gruppi complessi di vocali. Non è chiaro se sia un fonema a sé.  
Va notato che alcune consonanti rare (come x) e alcuni gruppi consonantici inusuali (come tl) tendono a ripetersi in parole che si trovano nella stessa frase o in frasi vicine.

Alcune parole ricorrenti: 

adrav (6 volte) 
ak (6 volte)
alserk (5 volte)
aretier (9 volte) 
ra (7 volte) 
rap (6 volte) 
sijebirg (2 volte) 
sneiv (2 volte)  
suzduad (3 volte) 
ujigulozer (2 volte) 
useivtal (16 volte) 
utub (6 volte) 

Va notato che alcune parole ricorrono molte volte in tutto il testo (ad esempio useivtal), mentre altre si ripetono soltanto nella stessa frase o in frasi vicine.
 
Queste sono alcune alternenze certe, sicuramente non casuali (ossia significative): 

admirt / sadmirt 
aginia / aginiav 
ajir / ajiragnu / ajirdeivs 
anacnak / anacnakj 
aratsiem / aratseim 
atskarträkap / utskarträkpa  
mazdei / mazdeins 
sabisnecas / sabisnegas 
sajicazinagri / irsajicazinagro 
sanasmizd / sansmizd  
sanasoneiv / sanasoneivpa
sanis / sanirpitsap 
setskicaratsiem / setskicaratseim  
siazam / siazamsis / siazamdak 
sodrav / sordrav
ulabagleil / ulabagaleil  
ukevlic / ukevlicaras 
uterav / uteraven 
utorui / utorpasen 

Queste sono alcune alternanze che potrebbero essere non casuali (ossia significative): 

adrav / idrav 
ajtrap / sajtrap 
arotier / arosier / arosizer  
atarotkel / starotkel 
avocsurgh / uvocsurz 
eikelep / ekikelep 
mazdeins / azdeinsel   
 
Questi sono alcuni possibili morfemi:  

aji(r)- 
-ap  
-av 
-dag 
-dak 
-dua 
-duad 
-ei  
-gaj 
-izd  
-pa 
-rap
s-
-suj 
-ta  
-ua 
-uaj 
-zi  
-zu
 
Prestiti da altre lingue 
 
Dal gentile e anziano cameriere veniamo a sapere che la parola timokana per indicare la musica è muusike /'mu:sikə/, che ha una sibilante sorda, a differenza del tedesco Musik /mu'zi:k/. Forse è un prestito dall'estone muusika, che parimenti ha la sibilante sorda. Questo deve essere uno dei pochi prestiti, dato che nella pagina del quotidiano Arakavsanii non se ne riesce a identificare nemmeno uno. Possiamo supporre che Igorei sia una forma declinata dell'antroponimo russo Igor, anche se la cosa  è ben lungi dall'essere certa. Nel materiale trattato nel sito in ceco troviamo alcuni prestiti sicuri: BARS "bar" e TAXA "ufficio di cambio". In ogni caso la percentuale di lessico preso a prestito sembra essere bassissima.   

Un possibile numerale  
 
In alto a sinistra sulla prima pagina del quotidiano Arakavsanii leggiamo la scritta VEIS SUTOL, che sembra proprio indicare il prezzo. Possiamo associare VEIS all'estone viis "cinque"; è possibile che SUTOL sia il nome di un'unità monetaria di Timoka. L'estone viis deriva dal protofinnico *viici, a sua volta dal protouralico *witte "cinque". È imparentato col finlandese viisi "cinque" e con l'ungherese öt "cinque". L'estone veis è un falso amico: significa "bestiame". La domanda è sempre più angosciante. Perché ci sono queste corrispondenze sparse tra le lingue uraliche e il timokano, pur essendo enormemente maggiori le differenze? 
 
Conclusioni sul timokano 

Esistono regolarità, esiste una fonotattica. Non si tratta di parole generate a caso. Deve essere una lingua vera e propria. Fino a poco fa ignoravo chi fosse l'autore di questa conlang. Ebbene, sono riuscito a risolvere il mistero: è stata una delle ex mogli di Ingmar Bergman, Gun Grut, a essersi presa la briga di costruire questa lingua, con cura estrema, per poter comporre addirittura un quotidiano. Era una traduttrice di professione e una linguista specializzata in lingue slave. Eppure non ha divulgato alcun vocabolario timokano. Ci si può chiedere il motivo di tutto questo. Dal punto di vista della logica di mercato imperante nel mondo, quest'opera sarebbe del tutto incomprensibile: comporta una notevole fatica per non averne in cambio alcun vantaggio concreto. 
 
Etimologia di Timoka 

In estone timukas significa "boia". Il genitivo singolare è timuka "del boia". Alcuni esempi tratti da Glosbe.com

See oleks sama, mis nõuda surmamõistetult timuka palga maksmist! "Questo equivale a far pagare il salario del boia alla vittima!" 
 
Timukas vaatas üles ja nägi oma poega võllas rippumas. "Il boia sollevò lo sguardo e vide il volto di suo figlio rivolto verso di lui." 

Verine Timukas kõnnib oma töntsidel kondist jalgadel läbi katkust vaevatud Londoni tänavate... "Il Boia Sanguinario cammina sui suoi piedi scheletrici, per le strade invase dalla peste di Londra." 

Klassikaline lugu: timukas kiindub ohvrisse, kellele ta ei suutnud lõppu peale teha... "Classico, il boia che si affeziona alla vittima a cui non è riuscito a dare il colpo di grazia." 

See on temast väga lahke... kuid pole paslik, et timuka mõõk vapra ser Gregori elu lõpetaks. "È molto gentile da parte sua... ma la mannaia del boia non è la giusta fine per il valoroso ser Gregor Clegane." 

Ma maksin timukale koosveedetud aja eest. "Ho pagato il boia per poter passare del tempo con voi." 

Aga mida sul ei õnnestu mõista, on see, et see olid sina, kes söötis timukat, kes lõpuks sinu järgi tuleb. "Ma quello che non capisci è che stai nutrendo il boia che prima o poi verrà a cercare te." 

ettepaneku esitaja. - Lugupeetud juhataja! Sel ajal, kui meie istume siin istungisaalis ja peame tähtsaid arutelusid, töötavad timukad Iraanis nii, kuidas jaksavad. "Signor Presidente, mentre siamo seduti in quest'Aula indugiando in grandi dibattiti, i boia in Iran fanno gli straordinari."
 
Tuttavia vediamo sulla pagina del quotidiano Arakavsanii che il nome della nazione è Tiimoka, con una vocale lunga /i:/. In estone la lunghezza vocalica esiste ed è distintiva, eppure timuka "del boia" ha la vocale -i- breve. Sembra che le cose siano andate così: Bergman avrebbe preso un libro sulla lingua estone da uno scaffale della moglie Käbi Laretei, aprendoo una pagina a caso e soffermandosi proprio sulla parola timuka. Avrebbe poi chiesto alla donna cosa significasse quel vocabolo e lei avrebbe risposto proprio "del boia". Questo aneddoto, riportato da IMDB.com, è sufficiente ad attenuare il mio scetticismo sull'identità semantica tra il nome della città di Timoka e l'estone timuka "del boia". Probabilmente il toponimo avrà tratto la sua origine da un antico etnonimo, in cui il Carnefice era il capostipite della Nazione. 
 
Ricerche aberranti! 
 
Google non ha affatto gradito le mie ricerche di frasi nella lingua di Timoka e si è bloccato presto, avvisandomi che è stato rilevato un traffico anomalo! L'idea che mi sono fatto è questa: qualcuno nel mondo utilizza questa conlang come codice per trasmettere messaggi segreti. Ecco perché tutto è andato in tilt.