Per pura serendipità mi sono imbattuto in un interessantissimo documento risalente al XIX secolo, che riporta strane notizie su un appariscente mostro da manuale di teratologia, Alì Agamet, scoperto da un capitano inglese il cui nome è riportato come Alimberto Valdames. Questo essere, alto 22 palmi (circa 2,5 metri), aveva due facce, quattro braccia e quattro gambe.
Primo documento (1819)
Questo è il titolo del resoconto:
Narrazione di un nuovo mostro ritrovato nel mese di Agosto 1819, in una tartana di corsari di Cipro e preso da un vascello mercantile inglese . Esso chiamavasi Alì Agamet del Regno di Cipro .
Autore: Zavaterri, V.
Anno: 1819
Lingua: Italiano
https://wellcomecollection.org/works/c48nw8ng/items?canvas=9
Digitalizzato da Internet Archive nel 2016.
Link:
https://archive.org/details/b22014974
Secondo documento (1792)
Esiste anche una versione più antica del resoconto, datata 1792 anziché 1819 e attribuita a un diverso autore.
Questo è il titolo:
Questo è il titolo:
Distinta relazione di un nuovo mostro ritrovato nel 1792 in una tartana
di corsari di Cipro e presa da una vascello mercantile inglese
Autore: Tarlino Giacomo (Turlino)
Anno: 1792
Lingua: Italiano
Anno: 1792
Lingua: Italiano
Area di pubblicazione: Venezia, Treviso, Padova, Verona e Brescia, per Giacomo Tarlino
Una copia di quest'opera si trova nella Biblioteca di Stato di San Marino, come dimostrato dal seguente link:
https://www.bibliotecadistato.sm/on-line/home/il-patrimonio/materiale-sammarinese/scheda18132447.html
Evidentemente il resoconto attribuito a Zavaterri è una pura e semplice copia di quello attribuito a Tarlino, con la modifica della data. Mi è subito parso chiaro che già il prototipo tarliniano fosse un falso. Mi sono convinto che la storia del mostro forse non sarà mai riconducibile ad eventi reali e documentabili, avendo la sua origine in una leggenda di marinai, di quelle che si ingigantivano passando di bettola in bettola, di porto in porto.
Evidentemente il resoconto attribuito a Zavaterri è una pura e semplice copia di quello attribuito a Tarlino, con la modifica della data. Mi è subito parso chiaro che già il prototipo tarliniano fosse un falso. Mi sono convinto che la storia del mostro forse non sarà mai riconducibile ad eventi reali e documentabili, avendo la sua origine in una leggenda di marinai, di quelle che si ingigantivano passando di bettola in bettola, di porto in porto.
Terzo documento (1702)
Nel corso della mia appassionante ricerca, mi sono imbattuto in un terzo resoconto! Una versione ancora più antica. Risale a 90 anni esatti prima di quello di Tarlino, ossia al 1702. Riporto la parte interessata della pagina 59 del volume Royal Empire Society Vol-iv, di Lewin Evans (1937), in cui è contenuto il cenno a quest'opera, che trascrivo anche qui di seguito, evidenziandolo in grassetto:
MONSTROSITIES
* Valdemss, A. Distinta relazione d'un nuovo mostro ritrovato in una tartana di corsari di Cipro, presa da un vascello mercantile Inglese il giorno 20 agosto 1702, dove dentro vi trovarono questo mostro, chiamato Al Agamett, del Regno di Cipro. App.sm.Ato Londra, Genova, Venezia, Ronciglione, Ferrara & in Piacenza nella Stampa Vescovale del Zambelli, 1702.
Subito sotto c'è una sintetica descrizione in inglese:
[The title page has an illustration of a man with two heads, four arms, & four legs, and the words Ali' Agamet del Regno di Cipro]
Qualcuno dirà che potrebbe trattarsi di una distorsione del resoconto del 1792, con la cifra 9 erroneamente trascritta come 0. Questa supposizione mi sembra molto implausibile. Il nome del presunto autore, Valdemss, è una trascrizione alterata di Valdames, protagonista della storia, mentre Ali' Agamet diventa addirittura Al Agamett (essendo invece riportato correttamente nella descrizione). Sono incline a ritenere che sia davvero esistito questo terzo resoconto, anche per via della menzione della "Stampa Vescovale del Zambelli", in realtà Stampa vescovile del Zambelli, con sede a Piacenza, che non compare nelle altre due versioni e che era già attiva sul finire XVII secolo e agli inizi del XVIII. Non ho potuto avere accesso alle fonti usate da Evans, anche se ha operato in pieno XX secolo. Subito mi sono messo al lavoro per scoprire se siano esistiti altri resoconti ancora più antichi di quello stampato da Zambelli.
Quarto documento (1690)
Finalmente ho avuto successo nella mia ricerca. Ancora un'altra versione! A questo punto si va avanti ad infinitum! Ecco un quarto resoconto, risalente al 1690.
Questo è il titolo:
Nova e verissima relatione del oribilissimo mostro chiamato Alì Agamet; nato ne’ deserti di Cipro, l’anno 1647 li 12 marzo e ritrovato da certi agà, che andavano alla caccia per quei boschi il mese di zugno prossimo passato, con un destinto racconto di sua complessione, del viver, mangiar, bever, vestir, conversar ed’ogni’altra circonstanza, essendo loro eletto capitano d’una squadra de rebelli di Cipro contro la Porta a favor di quel comandante, contro il regnante ottomano sollevato ...), Venezia, 1690
Autore: al momento sconosciuto
Anno: 1960
Lingua: Italiano
La fonte è il lavoro di Anastasia Stouraiti, Marvels of the Levant: Print Media and the Politics of Wonder in Early Modern Venice, pubblicato su History Workshop Journal 90 (2020) e consultabile su Academia.edu.
https://www.academia.edu/43523925/
Marvels_of_the_Levant_Print_Media_
and_the_Politics_of_Wonder_in_Early_
Modern_Venice
Marvels_of_the_Levant_Print_Media_
and_the_Politics_of_Wonder_in_Early_
Modern_Venice
Non ho la possibilità di consultare il testo, contenuto nella Biblioteca del Museo Correr a Venezia. Tutte le informazioni a mia disposizione sono tratte proprio dall'articolo della Stouraiti.
Contenuti del resoconto del 1819
Una storia davvero avvincente. Si narra di come il Capitano Alimberto Valdames stesse viaggiando verso Algeri, conducendo un vascello mercantile inglese di media grandezza, con regolare licenza di esercitare il commercio. A un certo punto si imbatté in una tartana di grandi dimensioni, piena zeppa di corsari provenienti dall'isola di Cipro. Ne nacque uno scontro furibondo. Essendo gli Inglesi ben forniti di armi, riuscirono a prevalere e a catturare la tartana, dopo due ore di duri scontri, in cui imperversava il terribile gigante Alì Agamet, deforme e incredibilmente bellicoso. Ecco l'esito della battaglia:
- Morti dalla parte inglese: 27.
- Morti dalla parte dei corsari: 19.
- Un numero imprecisato di feriti da entrambe le parti.
- Prigionieri cristiani liberati: 22.
- Corsari ridotti in schiavitù e messi ai remi: 38 (incluso il gigante).
Questa è una dettagliata descrizione dell'incredibile essere catturato:
Questa è una dettagliata descrizione dell'incredibile essere catturato:
- presenza di due facce, rivolta una a destra e una a sinistra;
- presenza di due occhi, uno per faccia;
- presenza di due occhi, uno per faccia;
- presenza di due nasi, uno per faccia;
- presenza di due bocche, una per faccia;
- presenza di due folte barbe, una per faccia;
- presenza di due folte barbe, una per faccia;
- presenza di un mento tra le due facce;
- assenza di capelli e di peli sul corpo, ad eccezione delle due barbe;
- assenza di capelli e di peli sul corpo, ad eccezione delle due barbe;
- presenza di quattro braccia, tutte abili e in grado di maneggiare armi;
- presenza di quattro gambe, tutte abili e in grado di camminare;
- capacità di mangiare contemporaneamente da entrambe le bocche;
- capacità di parlare contemporaneamente da entrambe le bocche;
- presenza di due grosse mammelle sul petto;
- capacità di mangiare contemporaneamente da entrambe le bocche;
- capacità di parlare contemporaneamente da entrambe le bocche;
- presenza di due grosse mammelle sul petto;
- appetito insaziabile (mangiava come dieci persone affamate);
- emissione di rutti spaventosi durante la nutrizione;
- predilezione per la carne cruda e il sangue.
Il mostruoso gigante dimostrò di non avere alcun problema di linguaggio articolato: si presentò descrivendo le sue origini e la sua condizione. Parlava nella sua lingua nativa (probabilmente il turco Ottomano), che evidentemente il Capitano Valdames conosceva bene.
"Io mi chiamo ALI' AGAMET , e sono di legge Maomettana ; nacqui nella superba Città di Babilonia , e fui figliolo di Selim Arabo , e di Ozime di Babilonia ; dandomi mia Madre alla luce , e vedendomi nato differente dagli altri uomini , procurò di tenermi celato più che fosse stato possibile temendo che potessi essergli rapito ; ma non scorse lungo tempo , che ne fu informato il nostro Bassa , il quale ordinò che immediatamente gli fossi presentato , il che fu eseguito . Visto che mi ebbe ordinò che fussi allevato nel suo proprio Palazzo , fintanto che pervenni all'età di dodici anni , e vedendomi così mostruoso pensò mandarmi in dono al Gran Signore Imperatore dei Turchi , come infatti fece .
Imbarcatomi adunque , e solcando l' onde , con prospero vento si navigava ; ma non durò molto la calma , perchè rivolgendosi il vento venne, quasi all’ improvviso una fierissima burrasca , e trasportato il Legno nei Mari di Cipro malamente reggendosi agli spessi colpi della fortuna si affondò, ed io dall’ onde abbattuto a terra mi ritrovai e mi ricoverai in un Bosco , che non troppo da lungi vidi , e vi soggiornai per lo spazio di sette mesi, senza veder mai persona alcuna , nutrendomi di erbe e di radiche o talvolta di Animali selvaggi , che ben spesso io prendeva . Dopo questo tempo capitò questa l' altana , che ora avete in vostro potere, dalla quale smontando molti per l’ acqua a loro mancata mi pigliarono, e vedendomi di questa' robustezza , e conoscendomi abile a maneggiar dell’ armi , mi vollero per loro compagno , ma però mai ad alcuno mi volli palesare , benchè molte volte facessi loro istanza , acciocchè al Gran Turco mi avessero condotto conforme mi aveva destinato il Bassa di Babilonia ; onde cosi incognito sono stato con esso loro lo spazio di nove anni solcando diversi Mari , facendo di grosse prede : e perchè detti Corsari erano di Cipro, mi cognominarono Alì Agamet del Regno di Cipro per molte mie prove , e prese fatte con terrore e spavento di tutti , ed oggi mi trovo vostro schiavo : e questo è quanto posso dirvi ."
Gli Inglesi fecero ritorno in Inghilterra. Fatta calafatare la tartana, organizzarono una specie di zoo umano nella città (il cui nome non è tramandato), facendo esibire Alì Agamet e riscuotendo grande successo. Così si conclude il racconto.
I resoconti del 1819 e del 1690:
un rapido confronto
Nell'opera citata dalla Stouraiti, Alì Agamet mancava del linguaggio articolato, a differenza di quanto narrato dai resoconti successivi: sapeva esprimersi soltanto con gesti che apparivano esagerati, incoerenti e ridicoli agli stessi Turchi. La sua avidità nel bere lo faceva orinare di continuo, altra fonte di situazioni imbarazzanti. Viene ritratto con capelli lunghi, sporchi e carichi di polvere. Le sue guance erano ricoperte di un sudore nero e fetido, mentre gli occhi erano così rossi da sembrare carboni ardenti che "esalavano orrore". Altre caratteristiche erano identiche a quelle descritte da Zavaterri: due facce, due barbe, grosse mammelle, quattro braccia e quattro gambe. Non risulta alcuna menzione degli Inglesi di Valdames. Gli agà che hanno scoperto la creatura a Cipro erano locali ufficiali militari maomettani (in turco ağa significa "cacciatore"), che hanno pensato bene di arruolarlo e di utilizzarlo in un'insurrezione contro il Sultano. Questa insurrezione si dimostra fallimentare: molto probabilmente il gigante mostruoso allude al personaggio storico dell'insorto cipriota Mehmet Ağa Boyacioğlu, la cui ribellione fu stroncata dalle forze ottomane proprio nel 1690 (Stouraiti, 2020). La genealogia attribuita ad Alì Agamet è molto diversa da quella riportata da Zavaterri nel 1819: sarebbe stato figlio di un rinnegato che avrebbe abiurato la religione cristiana per convertirsi all'Islam, rapendo una donna cristiana e costringendola a sua volta ad abiurare.
L'identità del capitano inglese
Azzardo una ricostruzione del nome originale del Capitano Valdames. A parer mio si chiamava Lambert Van Dammes ed era di origine fiamminga. Il nome di battesimo, Lambert, con ogni probabilità pronunciato /'læmbəɹt/, è stato italianizzato in Alimberto, nome raro ma effettivamente esistente: ad esempio ci è noto uno pseudonimo usato da Galileo Galilei, Alimberto Mauri. Possiamo fare qualche ipotesi in più: il nome potrebbe essere stato appreso dalla viva voce e trascritto in modo approssimativo. La vocale anteriore /æ/ avrebbe impedito che il nome fosse italianizzato in Lamberto. Un apprendimento dalla lingua scritta di un originale Albert avrebbe invece portato a italianizzare il nome in Alberto. Il cognome Van Dammes, la cui esistenza è attestata (pur essendo più comune Van Damme), deve aver prodotto Valdames per dissimilazione. La trascrizione di Valdames in ortografia inglese avrebbe poi dato il Valdemss riportato da Evans. Anche in questo caso, deve essere postulato l'apprendimento dalla viva voce, attraverso diversi passaggi. Colui che ha messo per iscritto il resoconto per la prima volta, deve aver ampliato qualcosa di mirabolante che ha sentito con le sue orecchie in un luogo sordido, in un angiporto o in una taverna malfamata. Ad ogni passaggio successivo, devono essere occorse ulteriori distorsioni.
Appurato che al capitano inglese si potrebbe attribuire il nominativo Lambert Van Dammes, non possiamo in alcun modo ricondurlo a una persona effettivamente esistita, per via dell'estrema difficoltà ad accedere a documenti dell'epoca in cui si suppone abbia vissuto. Non dimentichiamoci la faccenda scabrosa della diversità delle date: 1819, 1792, 1702, 1690. Ne sono convinto: scavando bene, salterebbero fuori altre versioni più vetuste, che creerebbero più domande di quante contribuirebbero a risolvere! In ogni caso, sarebbe come cercare un ago in un pagliaio.
Il nome Alì Agamet
Evidentemente il nome del gigante mostruoso sta per Alì Ahmed. Alì (عليّ ʻAlī) significa "Sublime". Ahmed (أحمد Aḥmad) significa "Molto Lodevole". I due antroponimi, di chiara origine araba coranica, sono diffusissimi nel mondo islamico e non presentano alcuna difficoltà di analisi. La forma Agamet mostra, con la sua consonante sorda finale, una mediazione del turco.
Un maomettano non molto osservante
Alì Agamet si professava di religione maomettana, tuttavia non teneva in alcun conto le prescrizioni alimentari. Non soltanto mangiava qualsiasi tipo di carne e beveva birra: beveva anche il sangue, che anzi era la sua bevanda preferita. Nella nota proibizione coranica, sono vietati il sangue, le carogne e la carne di porco, tutte cose considerate impure e messe sullo stesso piano. Vero però è che è concessa esplicita licenza di nutrirsi di carne di porco in caso di viaggio in terre non islamiche o in condizioni estreme, come l'assenza di altro cibo. Allo stesso modo, è contemplata la possibilità che un viandante islamico si possa ubriacare in terra non islamica, con solo la raccomandazione di non pregare in quello stato. Va anche detto che non sempre, nel corso dei secoli, i Musulmani hanno sfoggiato dovunque quel rigore che oggi si tende ad attribuire loro. In particolare, nell'Impero Ottomano si beveva con una certa abbondanza e i divieti duravano al massimo tre giorni.
Incongruenze interne
Si noti che la stampa era già pienamente sviluppata in Inghilterra negli anni in cui si suppone che il fantomatico Lambert Van Dammes esibisse Alì Agamet in una città costiera. La presenza di un mostro così straordinario sarebbe stata documentata opportunamente e avrebbe destato immenso clamore dovunque.
Anche il racconto più antico attestato presenta incoerenze. Se Alì Agamet, trovato a Cipro dagli ufficiali militari, non possedeva il linguaggio articolato, come poteva comunicare agli altri il proprio nome? Glielo avrebbero attribuito?
Riscontro teratologico
Alì Agamet aveva caratteristiche che possono essere originate dalla fusione di gemelli siamesi: diprosopia (duplicazione craniofacciale) e polimelia (presenza di arti soprannumerari). Altre peculiarità sorprendenti sono l'iperfagia e gli elementi di pseudo-ermafroditismo e ginecomastia (presenza di grosse mammelle). Nessuno si è mai preso la briga di descrivere i suoi genitali e le sue funzioni defecatorie. Quanti peni aveva? Tre, due o uno solo? E l'ano? Era unico o ne aveva due? Quello che stupisce è la perfetta funzionalità di tutte le membra: quattro braccia in grado di combattere e di adoperare armi, quattro gambe in grado di camminare avanzando e indietreggiando, perfettamente sincronizzate. Da condizioni che sono estremamente rare, non ha mai avuto origine un "gigante mostruoso" come quello descritto. In genere gli arti in eccesso non hanno piena funzionalità. Il folklore spesso esagera e combina caratteristiche rare per creare creature fantastiche. Si nota che la presenza di mammelle sviluppate in un uomo era considerata una caratteristica diabolica, spesso associata ad assassini particolarmente efferati. Non so se abbia senso insistere con i referti medici sul protagonista di quello che è nato come pamphlet.
Possibile significato
Alì Agamet potrebbe essere una metafora e un prodotto del radicatissimo terrore per i Turchi. Non dobbiamo mai dimenticarci che i Turchi erano visti come un flagello, perché rapivano, riducevano in schiavitù e sodomizzavano! Soprattutto sodomizzavano. Devastavano l'intestino retto a tutti coloro su cui mettevano le mani. Uomini, donne, bambini, non si salvava nessuno. Non per niente si dice "cose turche". Potevano arrivare dovunque. Ci sono state scorrerie persino in Islanda. La Stouraiti è convinta che il terrore più insondabile che percorreva la Cristianità fosse quello delle abiure, in quanto erano molti ad abbandonare la Chiesa Romana per abbracciare l'Islam. Una cosa non esclude l'altra, questo è sicuro. Così possiamo concludere che Alì Agamet è fatto della stessa sostanza dell'Incubo!