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giovedì 4 agosto 2022


TERMINATOR 2 
(film trash-grottesco)

Titolo originale: Terminator 2 
AKA: Terminator II, Shocking Dark; Alienators; 
    Contaminator 
Titolo clandestino (USA): Aliens 2 
Paese di produzione: Italia 
Lingua: Italiano 
Anno: 1989 
Data di uscita (Francia): maggio 1989 
Data di uscita (Italia): 22 agosto 1990
Durata: 90 min
Genere: Fantascienza, azione, orrore 
Sottogenere: Pseudo-Alien, distopico, postapocalittico  
Regia: Bruno Mattei (come Vincent Dawn)
Soggetto: Claudio Fragasso, Rossella Drudi
    (non accreditata)
Sceneggiatura: Claudio Fragasso (come Clyde Anderson)
Produttore: Franco Gaudenzi
Casa di produzione: Flora Film
Fotografia: Richard Grassetti
Montaggio: Bruno Mattei
Effetti speciali: Francesco Paolocci, Gaetano Paolocci
Musiche: Carlo Maria Cordio
Scenografia: Giovanni Paolucci 
Direzione artistica: Mimmo Scavia (come Bart Scavia) 
Trucco: Franco Di Girolamo, Tania McComas 
Dipartimento sonoro: Maurizio Miani, Tullio Morganti 
Dipartimento musicale: Vangelis 
Direttore della fotografia: Luigi Ciccarese 
Interpreti e personaggi: 
     Christopher Ahrens: Samuel Fuller 
          (come Cristofer Ahrens) 
     Haven Tyler: Sara
     Geretta Geretta: Sergente Koster, l'afroamericana
          (come Geretta Giancarlo Field) 
     Fausto Lombardi: Tenente Franzini
          (come Tony Lombardo)
     Mark Steinborn (*): Comandante Dalton Bond
     Dominica Coulson: Samantha
     Clive Riche: Drake (come Clive Ricke) 
     Mark Zielinski: Stephano 
     Paul Norman Allen: Kowalsky, il polacco  
     Cortland Reilly: Caine 
     Richard Ross: Price 
     Bruce McFarland: Colonnello Parson 
     Richard Berkeley: Primo scienziato
           (come Richard Bercheley) 
     John Champion: Secondo scienziato 
     Massimo Vanni: Primo soldato (come Alex McBride) 
     Elain Richmond: Speaker 
     Al McFarland: Professor Henry Raphelson (**)
     Jim Pelot: Tecnico 
     Patricia Sedoc: Secondo soldato (soldatessa) 
     James Edward Sampson: Terzo soldato
          (come James Sampson) 
     Robert McFarland: Quarto soldato 
     Lorenzo Piani: Soldato (non accreditato) 
     Ernesto Rucker: Soldato (non accreditato) 
    (*) Spesso riportato in modo erroneo come Mark
    Steinborg. 
    (**) Talvolta è riportato come attore David L. Thompson,
    ma Al McFarland compare nei titoli di coda; l'ortografia  
    Rafferson è erronea.  
Doppiatori originali: 
     Alessandro Rossi: Samuel Fuller
     Anna Rita Pasanisi: Sergente Koster
     Francesco Pannofino: Tenente Franzini
     Sergio Di Stefano: Comandante Dalton Bond
     Rossella Acerbo: Samantha
     Gianfranco Bellini: Drake
     Marco Mete: Kowalsky 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: Contaminator... die Mordmaschine
           aus der Zukunft
    Francese: Shocking dark - Spectres à Venise 
    Spagnolo (Messico): El retorno del mutante 
    Portoghese: O Regresso do Exterminador 
    Russo: Терминатор II 
    Giapponese: エイリアンネーター (Eiriannêtâ)
    Tagalog: Nakakagulat na Madilim 

Trama: 
Siamo in un futuro imprecisato, plumbeo e distopico. Venezia è una città fantasma, contaminata dall'inquinamento e dalla radioattività, oltre che devastata da un virus di origine sconosciuta. Ormai ci sono soltanto rovine, gli ultimi abitanti sono stati evacuati di recente. Nei fantomatici e profondissimi sotterranei della città lagunare esiste il grave problema degli umani mutati a causa dell'infezione e aggressivi, che si scagliano sui componenti di una spedizione scientifica, la missione San Marco. Questo provoca la reazione dei militari, che inviano i marines della Megaforce, un commando armato fino ai denti, per debellare i mostri infestanti, cercare eventuali superstiti e rendere sicuri i sotterranei. Pur essendo una civile, la scienziata Sara (cognome ignoto, forse è Drumbull ma non ne sono certo) accompagna i militari per offrire il necessario supporto. Il vero mandante della spedizione è però una potente multinazionale, la Tubular Corporation, che mira soprattutto a recuperare il diario dello scienziato Henry Raphelson. L'azienda riesce ad imporre  la presenza di un suo uomo, Samuel Fuller, non subordinato alla gerarchia militare. Subito la Megaforce si trova in gravi difficoltà, assediata da mostri vagamente simili a xenomorfi di gomma, bavosi e con occhi rossi simili a quelli delle cicale periodiche. Tra una sparatoria e l'altra, viene trovata una ragazzina, Samantha, che è riuscita a sopravvivere in quell'ambiente estremamente ostile. È proprio la figlia di Henry Raphelson, il cui laboratorio è ormai deserto. Per sfuggire ai mostri, i marines si rifugiano in una sede dismessa della Tubular Corporation, dove emerge una drammatica verità: Fuller, che diventa ostile, è in realtà un replicante, ossia una specie di androide. La Tubular Corporation, che aveva vinto l'appalto per il risanamento di Venezia, in realtà ha sversato contaminanti per renderla inabitabile, contando poi di riuscire a sistemare le cose dopo essersi impadronita dell'intero patrimonio immobiliare, rivendendolo a prezzi stratosferici. Una bassa speculazione sfuggita di mano. I militari finiscono sterminati; Sara e Samantha, superstiti della spedizione, sono braccate da Fuller, che vuole eliminarle in quanto scomode testimoni. Il replicante sembra indistruttibile, ma a un certo Sara trova una macchina del tempo in grado di riportare indietro nel passato, in un'epoca antecedente la contaminazione di Venezia. Il marchingegno mirabolante funziona tramite un telecomando, trasferendo la donna e la ragazzina nella città lagunare ancora piena di vita; presto però compare anche Fuller, che è riuscito a seguirle nel viaggio crononautico. Sara getta addosso al replicante il telecomando cortocircuitato, riuscendo finalmente ad eliminarlo. Il futuro incubico è eliminato, trionfa la possibilità di una nuova esistenza. 

Dialoghi memorabili: 

Franzini: "Può contarci. Equipaggiamento per quindici giorni."
Koster: "E fa' in modo che ci sia tutto, altrimenti ti prendo a calci in culo, brutto maccheroni di merda!"
Franzini: "Non mi rompere i coglioni, sporca negra!"
Koster: "Vuoi che ti spappoli il cervello?" 
Franzini: "Io ti taglio la gola!"

Tempi beati, non c'era la cappa opprimente del politically correct


Recensione:  
Il film di Mattei, uscito nel 1989, precede di due anni il quasi omonimo Terminator 2 - Il Giorno del Giudizio (1991), diretto da James Cameron. La trama e gran parte dei dialoghi sono tuttavia presi a viva forza da un altro film di Cameron, Aliens - Scontro finale (Aliens, 1986). Elementi del primo Terminator  (The Terminator, 1964), sempre di Cameron, sono comunque presenti: 

1) La locandina, palesemente terminatoresca;  
2) Il replicante, simile a un modello T-800 di Terminator e non a un sintetico di Ridley Scott; 
3) La macchina del tempo in grado di riportare nel passato.

Grazie agli insondabili misteri del copyright, lo stesso Cameron è riuscito ad intitolare il suo film Terminator 2 e a far valere i propri diritti, mentre non aveva potuto intitolare Alien 2 il seguito del film di Scott, Alien (Alien, 1979), a causa di Ciro Ippolito, l'improvvisato regista italiano che ha bloccato Hollywood. Questo deve essere accaduto perché era stato nel frattempo decretato che il Terminator 2 di Mattei era un puro e semplice plagio. Proprio per via dei diritti d'autore, lo stesso Mattei è stato costretto a cambiare molte volte il titolo del suo film nel corso della distribuzione in varie nazioni. Da questo deriva la grande confusione imperante, con i titoli Shocking Dark, Alienators, Contaminator e compagnia cantante; il più diffuso resta comunque Shocking Dark. Fino al 2018, anno dell'edizione di Severin Films su DVD e Blu-Ray, la distribuzione negli Stati Uniti è stata clandestina per i menzionati problemi legali. Per quanto possa sembrare incredibile, l'opera di Mattei ha avuto un certo riscontro nella Terra dei Liberi, tanto che vi esiste un certo numero di fan. Probabilmente a questo successo ha contribuito in larga misura il "gusto del proibito" - oltre alla predisposizione di quelle genti all'ingestione di spazzatura d'ogni specie. 
Tecnicamente parlando, questa pellicola è un escremento di celluloide, a parer mio anche peggiore degli pseudo-Alien di Ciro Ippolito e di Luigi Cozzi! Mi sorprende sopra ogni cosa l'ambientazione assurda. Resta un mistero la presenza di un'estesa Venezia sotterranea, quando tutti sappiamo che è una città costruita su un gran numero di pali di legno infissi nel sedimento del fondale della laguna! Lo insegnano persino alle scuole elementari com'è fatta Venezia. Non ci si aspetta che un italiano possa commettere un simile errore madornale! Forse il regista ha voluto prendersi gioco del pubblico americano? 
Lo schifo: plagio quasi assoluto, recitazione legnosa, azione lenta e tortuosa, le insopportabili urla isteriche di Samantha, che ad ogni passo agisce in modo più stupido della merda, abbandonandosi alle convulsioni proprio nei momenti più critici. Il banale messaggio ambientalista, la solita baggianata dei viaggi nel tempo e degli eventi reversibili, sono cose che non contribuiscono di certo a rendere interessanti le sequenze. C'è soltanto un po' di linguaggio conflittuale e violento, residuo di un'epoca più libera, in cui si poteva agire di pancia e sputare la bile accumulata, cosa che oggi non è più possibile. In America esistono tuttora conflitti razziali, citati espressamente nel film, mentre in Europa cercano di far diventare tabù anche soltanto la menzione dell'esistenza di una diffusa incompatibilità tra gruppi umani diversi. Anche Terminator 2 di Mattei non potrebbe più essere girato nel XXI secolo. 


Il postulato xenogenetico 

Il virus diffuso nell'aria a Venezia avrebbe avuto il potere di alterare il genoma umano, innescando la trasformazione negli "xenomorfi" che infestano gli improbabili sotterranei. Anche se enunciata in modo ridicolo e involuto nel corso della pellicola, l'idea ha in sé qualcosa di buono e potrebbe anticipare in qualche modo quella della riscrittura del DNA alla base del patogeno, il black goo visto in Prometheus (2012) e in Alien: Covenant (2017) di Ridley Scott. Peccato che sia sfruttata da schifo!   

Critica 

Questo è riportato da Fantafilm:

"Bruno Mattei, con lo pseudonimo di Vincent Dawn, intende colpire di sorpresa lo spettatore confondendo, all'inizio, le immagini di Venezia con quelle di un apocalittico prossimo futuro. L'originalità del film non va però oltre questo stridente contrasto. Le creature ideate dai fratelli Paolocci, visibilmente di gomma, e i richiami ad Aliens scontro finale e Terminator (furbescamente, ma in maniera del tutto arbitraria, citato nel titolo) che scadono nella grossolana scopiazzatura, deludono anche la platea più ben disposta."
  

I pochi commenti presenti sul sito del mitico Davinotti sembrano poco significativi e si registra addirittura una certa indulgenza nei confronti di questa repellente massa di celluloide fecale. La connivenza dei commentatori la trovo riprovevole!


Modo ha scritto: 

"Sembra di assistere a una bruttissima copia di Alien, non di Terminator! Il titolo è già fuorviante in partenza ma così è, nonostante il film non sia completamente da buttare. C'è sicuramente molta confusione e Venezia è citata solo come pretesto di una storia irrisoria, per quel poco che si vede. Alcune scene trash sono anche divertenti e i mostri simpatici nella loro ridicolaggine. Budget ridotto all'osso e recitazione sommariamente scadente."

Maik271 ha scritto: 

"Il sequel italiano di Terminator vede la luce grazie al simpatico Bruno Mattei, che lo ambienta in una Venezia del futuro (peraltro la si vede solo nei titoli di testa e nel breve finale, ormai disabitata a causa delle radiazioni). Il film dal soggetto forzato è divertente; non grazie agli attori, tutti pessimi, ma al ritmo e agli effetti speciali godibili, che lo rendono una ciofeca sì ma di un certo fascino."

Enzus79 ha scritto: 

"Le buone intenzioni non sempre portano a ottimi (o buoni) risultati. Questo film ne è l'esempio. Storia abbastanza interessante ma che purtroppo si ripete fino alla fine, dove il finale non è del tutto da buttare. Inutile dire che James Cameron è un'altra cosa."

Ryo ha scritto: 

"Come si può intuire il film non ha nulla a che vedere con la saga di Sarah Connor: il titolo è una trovata italiana per cercare di farlo passare come sequel apocrifo. Il film non è nemmeno costruito male; il soggetto aveva delle potenzialità ma purtroppo rimangono inespresse. Dialoghi noiosi, sviluppo inconsistente. Le creature non sono male e la fotografia poco chiara aiuta a confondere effetti speciali altrimenti fintissimi."

Come direbbe l'eroico Paperino: "Buazz!"


Curiosità 

Così devastante e terribile dovette essere l'esperienza di Claudio Fragasso alla scrittura e alla co(pro)-regia, che egli in seguito si rifiutò di fare altri film con Mattei. 

Haven Tyler ha dichiarato in un'intervista del 2021 che dopo essere stata scelta per la parte di Sara, ha chiamato suo padre, che era un avvocato, per dirgli che avrebbe lasciato la scuola nella seconda metà dell'ultimo anno per andare a fare il film in Italia. Dall'altra parte c'è stato prima un silenzio mortale, quindi una domanda: "Che tipo di film?" La giovane ha detto che si trattava di un film dell'orrore. Quindi il padre ha chiesto se ci sarebbero stati dei mostri e se lei sarebbe riuscita a ucciderli. Quando lei ha risposto di sì, lui ha esclamato: "È fantastico!" Si converrà che tutto ciò è molto bizzarro. Evidentemente la Tyler proveniva da una famiglia calvinista molto rigida, anche se non esente da stravaganze. In quella domanda angosciosa "Che tipo di film?" è sottinteso "Dimmi che non è un porno!" Fatto sta che questo è stato l'unica pellicola interpretata da Haven Tyler. 

Sembra che il personaggio del polaccoamericano Kowalsky sia stato l'ispirazione per il pinguino Kowalski nel film d'animazione Madagascar (2005), diretto da Eric Darnell e Tom McGrath (fonte: IMDb.com). Non riesco ad immaginare tramite quale contorto percorso qualcuno possa essere partito da un film trash di Mattei per dare un nome a un pinguino puzzolente. Walter "Walt" Kowalski è anche il protagonista del film Gran Torino (2008), diretto e interpretato da Clint Eastwood. Non sono tuttavia sicuro che Clint Eastwood si sia ispirato proprio a Terminator 2 aka Shocking Dar.  Del resto, Kowalski è un cognome polacco particolarmente diffuso negli States. 

Nonostante tutti i problemi avuti con i diritti d'autore, tra i titoli di coda figura nitidamente questa scritta, che ha quasi un sapore beffardo: "copyright: FLORA FILM MGMLXXXIX"


Sequenze memorabili 

Il Sergente Koster viene aggredito da un superstite della missione San Marco, avvolto in un bozzolo dai mostri di gomma. L'uomo, stremato, probabilmente adibito alla procreazione di parassitoidi come nel film di Cameron, supplica l'afroamericana di ucciderlo. Subito però si ringalluzzisce e aggredisce la donna afferrandola al collo con un braccio rachitico, ai limiti della focomelia, spuntato fuori da chissà dove. C'è qualcosa di sbagliato nelle proporzioni e nella geometria. L'effetto della sequenza è a dir poco straniante: quando l'ho vista per la prima volta mi sono messo a ridere sguaiatamente. Nemmeno il gas esilarante potrebbe avere un effetto simile! 

Errori 

Il Capitano riceve un ordine per telefono e risponde annuendo con la testa, senza proferire verbo. Peccato che il suo interlocutore, all'altro capo del telefono, non potesse sapere che lui stava annuendo con la testa!   

martedì 2 agosto 2022


CONTAMINATION -
ALIEN ARRIVA SULLA TERRA 

Titolo originale: Contamination
Titolo in inglese: Contamination
AKA: Contamination - Alien arriva sulla Terra;
    Alien Contamination; Toxic Spawn; Larvae
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia, Germania Ovest
Anno: 1980 
Data di uscita (Italia): 2 agosto 1980  
Durata: 95 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Fantascienza, orrore 
Sottogenere: Pseudo-Alien 
Regia: Luigi Cozzi (come Lewis Coates)
Soggetto: Luigi Cozzi (come Lewis Coates)
Sceneggiatura: Lewis Coates, Erich Tomek
Produttore: Claudio Mancini, Ugo Valenti
Produttore esecutivo: Karl Spiehs (non accreditato)
Casa di produzione: Alex Cinematografica, Barthonia Film, 
     Lisa Film
Distribuzione in italiano: P.A.C.
Fotografia: Giuseppe Pinori
Montaggio: Nino Baragli
Effetti speciali: Giovanni Corridori, Luigi Cozzi
     (non accreditato), Valerio Mazzoli (non accreditato)
Musiche: Goblin
Scenografia: Massimo Antonello Geleng
Costumi: Tiziana Mancini
Trucco: Pier Antonio Mecacci
Effetti sonori: Luciano Anzellotti, Massimo Anzellotti
Reparto fotografico ed elettrico: Aldolfo Bartoli, Augusto
    Diamanti, Romano Mancini, Carlo Tafani
Assistente editore: Angela Bordi, Gisela Haller, Olga Sarra
Continuità: Daniela Tonti
Doppiaggio: Nick Alexander
Assistente alla produzione: Tullio Lullo, Maurizio Mancini,
   Walter Massi
Direttore dei dialoghi: Hartmut Neugebauer
Interpreti e personaggi: 
     Ian McCulloch: Ian Hubbard
     Louise Marleau: Stella Holmes
     Marino Masè: Tony Arras (*)
     Siegfried Rauch: Hamilton
     Gisela Hahn: Perla de la Cruz
     Carlo De Mejo: Agente Young
     Carlo Monni: Dottor Turner
     Brigitte Wagner: Dottoressa biondiccia
        (non accreditata)
     Horst Weinert (**): Dottor Hilton (non accreditato) 
     Martin Sorrentino: Magazziniere mandingo
         (non accreditato)
     Angelo Ragusa: Magazziniere
     Ettore Martini: Generale (non accreditato)
   (*) Nella versione in italiano è Aris.
   (**) Wikipedia ha Mike Morris, IMDb ha Horst Weinert.
Doppiatori italiani: 
     Cesare Barbetti: Ian Hubbard
     Maria Pia Di Meo: Stella Holmes
     Pino Colizzi: Tony Arras
     Gianni Marzocchi: Hamilton 
Titoli in altre lingue: 
  Spagnolo (Spagna): Contaminación: Alien invade la Tierra 
  Spagnolo (Messico): Alien llega a la Tierra 
  Tedesco: Astaron - Brut des Schreckens 
  Finlandese: Kuoleman koura 
  Ungherese: A rémület ivadékai 
  Polacco: Skażenie 
  Russo: Заражение 
  Greco (moderno): Το πλοίο του θανάτου
Budget: 225.000 dollari US
Location: Roma, New York, Florida, Colombia


Trama: 
Una nave colossale va alla deriva nel porto di New York, apparentemente abbandonata. Si scopre che trasporta grandi contenitori di caffè, all'interno dei quali sono nascoste numerose uova verdastre grandi quanto un pallone da calcio, verrucose, da cui cola un essudato di colore più chiaro. L'equipaggio inviato ad esplorare la nave fantasma trova i resti spappolati dell'equipaggio riuniti in un unico luogo e presto ne scopre il motivo: se disturbate, le ributtanti uova si mettono a vibrare ed esplodono, spruzzando su ogni cosa un liquido viscoso, fetido, acido, purulento. L'immonda secrezione è tossica per tutte le creature viventi terrestri: le fa gonfiare e ne fa esplodere immediatamente il corpo. È una specie di infezione fulminante!  
Il Colonnello Stella Holmes, una brunetta tutta pepe, ha l'ordine di indagare sullo strano fenomeno. Innanzitutto stabilisce un collegamento tra le uova verdastre schifose e una recente missione su Marte finita male. I due astronauti scesi sul pianeta hanno fatto una brutta fine: uno di loro è scomparso e l'altro, il Comandante Ian Hubbard, ha avuto un grave esaurimento nervoso, finendo col diventare un alcolizzato. Quando viene messo sotto pressione, Hubbard racconta la sua terribile esperienza. Esplorando una calotta polare del Pianeta Rosso, lui e Hamilton sono entrati in un antro pieno zeppo di uova aliene. Tuttavia l'ex astronauta non riesce a ricordare nulla dopo la comparsa di una luce accecante e ipnotica. Dopo un'iniziale resistenza, anche violenta, accetta di aiutare Holmes nelle sue indagini sull'insidioso complotto per contrabbandare le uova mortali a Manhattan. Questo li conduce, insieme a un sarcastico poliziotto di New York, Tony Arras, in una piantagione di caffè in Colombia. 
Non tutto è semplice come sembra. L'ex collega astronauta di Hubbard è in realtà vivo e vegeto, proprio in Colombia, dove è tenuto sotto l'influsso di un mostruoso ciclopone alieno, di proporzioni mastodontiche, che sta usando il controllo mentale per portare avanti il ​​suo piano e inondare il mondo con le uova verdi. Fine ultimo della creatura venuta da Marte: spazzare via la vita umana sulla Terra. Lo stesso Arras cade sotto l'influenza mentale ipnotica dell'alieno e viene divorato, ma Hubbard riesce a insorgere, salvando il Colonnello Holmes, quindi uccide il ciclopone sparandogli proprio dentro l'occhio gigantesco, polifemico. I superstiti fanno ritorno a New York e sono felici che l'incubo sia finito. Ma è davvero così? L'inquadratura mostra un mucchio di spazzatura, con sacchi neri pieni di materiale informe, molliccio. Poi si vede un uovo verdastro che esplode rilasciando il liquame simile a vomito!


Recensione: 
Tra i vari pseudo-Alien defecati dall'industria cinematografica italiana degli anni '80, questo film merita di certo un posto di riguardo. È una copro-duzione italo-tedesca. Come in molti altri casi, è d'obbligo applicare il ben noto prefisso copro-! Rispetto ad Alien 2 - Sulla Terra (Ciro Ippolito, 1980), è meno grossolano ed ha una trama sufficientemente complessa, pur restando in sostanza uno schifo inguardabile. Va detto questo: rispetto al film di Ippolito, manca la bizzarra tradizione mitologica legata alla produzione; a quanto pare non ha nemmeno avuto conseguenze paragonabili sulla Settima Arte per via di spaventosi grovigli sui diritti d'autore. 
La prima sceneggiatura scritta da Luigi Cozzi si intitolava semplicemente Alien arriva sulla Terra, non facendo alcuno sforzo per nascondere la sua ispirazione diretta da Alien (1979) di Ridley Scott. Il produttore Claudio Mancini ha imposto a viva forza il titolo Contamination, forse proprio per occultare la genesi dell'opera. Cozzi si oppose a questa decisione ma non ci fu nulla da fare. A differenza dell'Alien 2 di Ippolito, la derivazione è chiara e non si limita al titolo: 
alcuni paesi hanno addirittura commercializzato la pellicola come vero e proprio sequel dell'opera di Scott. Vediamo, solo per fare un esempio, che l'antro su Marte, pieno zeppo di uova, è dotato di pareti con strutture a costole che rimandano all'istante al fatidico cargo di Alien. Certo, il ciclopone alieno che si vede nel finale non somiglia nemmeno di striscio alla Regina degli Xenomorfi: un conto è simulare qualche disgustoso uovo infetto, un altro è imitare una creatura estremamente complessa, per giunta in condizioni di grave carenza di mezzi e di budget. 
Il valore di questa pellicola è del tutto inaspettato, non potrebbe mai essere immaginato dai cultori del fanta-horror. Contamination è un potentissimo film comico!

Frattaglie esplosive!

Lewis Coates non poteva permettersi il lusso di realizzare una creatura paragonabile al "chestburster" di Alien, quella cosina simile a un piccolo delfino che urla dopo essere uscita dal torace spaccato della vittima. Il suo ingegno lo ha portato a concepire una soluzione molto originale: l'espulsione violenta delle frattaglie dal corpo! Un'eruzione di sangue e organi può ben simulare la fuoriuscita del "chestburster".  In concreto, l'effetto è stato realizzato tramite una gran quantità di frattaglie acquistate in una macelleria, stipate in pance finte attaccate sul dorso e fatte esplodere tramite un tubo ad aria compressa. La trovata mi è subito parsa incredibilmente esilarante. Quando ho visto il film per la prima volta, sono andato avanti per mezz'ora in preda a crisi di riso convulso! Ho rischiato di finire come Crisippo di Soli, che morì ridendo per aver visto un asino mangiare dei fichi! Ogni tanto mi capita ancora di guardare quelle scene cozziane, così per euforizzarmi. 


La natura paradossale del patogeno

Sono ridicoli e grotteschi i tentativi fatti dagli studiosi per spiegare la forma di vita aliena appena scoperta. Subito parlano di batteri, anche senza cognizione di causa: si consiglia di interpellare un esperto di "colture batteriche artificiali e mutogene (sic)". Chiunque oggi direbbe "mutagene", ma la sceneggiatura ha proprio "mutogene". Perché questa fissazione con i batteri? Non potrebbe trattarsi di virus, di protozoi o di altro mai visto da essere umano?
La dottoressa biondiccia spiega: "I primi esami danno tutti gli stessi risultati. Non si tratta di un vegetale, ma di una coltura intensiva di batteri sconosciuti, forse patogeni, sicuramente mortali." Come sarebbe a dire "forse patogeni" ma "sicuramente mortali"? Secondo la scienziata, esisterebbero quindi microrganismi non patogeni ma mortali? Tramite quale meccanismo? Magari Lewis Coates si sarebbe potuto avvalere anche solo della consulenza di un semplice medico della mutua, invece di girare sequenze artigianali piene di sparate senza senso logico!
In seguito lo specialista di colture batteriche afferma: "Le cellule di queste uova hanno una struttura basata sul silicio, mentre le cellule di tutti gli organismi terrestri sono basate sul carbonio". Questo è un rimando al famoso "silicone polarizzato" da cui sarebbe costituito il guscio del simbionte nel film Alien, dove "silicone" è una cattiva traduzione dell'inglese silicon "silicio" (Silicon Valley è la "Valle del Silicio", non la "Valle del Silicone"). Da una singola frase del sintetico Ash, è nata una deprecabile leggenda secondo cui lo Xenomorfo sarebbe una forma di vita basata sul silicio - il che è un'assurdità sesquipedale. Per spiegare meglio il concetto, noi umani usiamo il calcio per fabbricare le ossa, ma non siamo una forma di vita basata sul calcio!
Secondo molti scienziati e divulgatori scientifici (es. Isaac Asimov), sarebbe possibile l'esistenza di forme di vita basate sul silicio. Quello che non è possibile è l'interazione di microrganismi basati sul silicio con le forme di vita basate sul carbonio. Come potrebbe avvenire? A che scopo? Anche con forme di vita macroscopiche sussiste il problema. Un predatore basato sul silicio può certo uccidere una vittima basata sul carbonio, se si sente minacciato, ma non potrebbe nutrirsene, non potrebbe assimilare nessuna sua molecola.


Il ciclo biologico non si chiude!

Una volta che il patogeno ha infettato un essere umano o un animale, lo fa scoppiare. E poi? I liquami possono provocare altre esplosioni in caso di contatto, altrimenti tutto finisce lì. Da dove spunta il ciclopone che si vede nel finale? Come ha fatto a formarsi con una simile catena di trasmissione dell'infezione? 
La genesi del ciclopone non viene spiegata. Sembra che lo sceneggiatore non si sia affatto posto il problema. Di fronte alle critiche, si difenderebbe dicendo che il film non è un trattato di xenobiologia. Però il ciclo biologico in qualche modo dovrebbe chiudersi. Forse ogni tanto viene fuori un uovo speciale che si sviluppa nel ciclopone, che poi depone migliaia di uova? Sarebbe qualcosa come il "simbionte reale" visto nel brutto Alien³ (David Fincher, 1992), una scelta che reputo a dir poco demente. E a cosa serve allora propagare l'infezione in un modo tanto erratico e insensato, se poi la massima parte delle uova non produce alcun nuovo organismo? Lewis Coates ha inventato il primo caso di uovo da cui non esce nulla! 
 
Uova prematurate, come la supercàzzola!
 
La dottoressa biondiccia spiega: "Quello che potremmo definire il tuorlo di quest'uovo è una coltura a prematurazione calcolata: reagisce al calore, e quando si aumenta la temperatura, subisce una mutazione cellulare e diventa mortale."
Le uova aliene viste in lontananza sono state realizzate servendosi di palloncini dipinti di verde scuro, mentre nelle scene in cui vengono inquadrate da vicino sono state realizzate col silicone e con all'interno una luce lampeggiante, dando così l'effetto di una materia molliccia e pulsante. Il silicone ha permesso anche di dare forma alla tipica struttura verrucosa. 



Non è un animatrone!
 

Una specie di storiella narra che Lewis Coates volesse utilizzare un'animazione passo uno per realizzare il ciclopone alieno, iniziativa che sarebbe stata annullata dal produttore Mancini, andato su tutte le furie. Quindi non sarebbe rimasta altra via praticabile che l'uso di un animatrone, che funzionò male, non riuscendo quasi a muoversi. Sarebbero quindi stati usati tagli per nascondere le scene in cui si vedevano i movimenti dei macchinisti. Sono convinto che le cose siano andate in modo un po' diverso. Molto semplicemente, il ciclopone è stato realizzato con una Vespa dipinta di scuro e inquadrata di fronte, ricoperta con uno spesso strato di silicone di color verde marcio: il fanale è diventato l'occhio della bestia aliena, mentre la bocca è stata realizzata in modo da ricordare vagamente una figa orizzontale (si distinguono le grandi labbra), ma col clitoride al posto del naso! Lewis Coates deve aver avuto la geniale idea guardando una Vespa messa di fronte a lui e sfocando la vista. Ecco la vera origine della sua illuminazione, che gli deve avergli permesso enormi risparmi sul budget! 

Errori comici

Nella maggior parte delle inquadrature di persone che esplodono si possono vedere chiaramente le cuciture nelle toppe precedentemente tagliate e poste sopra il resto dei vestiti. Dato che le riprese sono state effettuate al rallentatore estremo, c'è tutto il tempo per vedere queste sembianze e sapere quale parte della persona sta per esplodere lontano dal resto. L'effetto è straniante: sembra che le frattaglie espulse siano rigide e legate al torace con elastici. Anziché allontanarsi dal corpo, tornano indietro. 

Nella scena in cui alcuni uomini che indossano tute bianche ignifughe esplodono fino a ridursi in poltiglia sanguinolenta, si vede chiaramente uno di loro che si stringe lo stomaco per far esplodere il palloncino (o qualunque diamine di cosa abbiano usato). Tra l'altro, soltanto degli scemi di merda penserebbero di esplorare un ambiente contaminato senza indossare una protezione degli occhi!

Quando Holmes e Arras vengono fatti prigionieri nell'impianto di lavorazione del caffè, sono mostrati legati schiena contro schiena. Mentre parlano sembra che non siano in grado di muoversi e debbano allungarsi per girare la testa in modo da potersi baciare in bocca. Quando Hamilton rientra e ordina loro di andare con lui, entrambi si alzano e lo affrontano, ovviamente senza essere legati.

Quando la dottoressa biondiccia deve iniettare la sostanza verdognola nel ratto bianco dagli occhi rossi, l'ago della siringa si piega, rivelando che è fatto di gomma. Il ratto, rinchiuso in un contenitore isolato di plexiglas, esplode subito dopo, sparando frattaglie rigidissime, in alcuni casi legate al corpo da elastici visibili all'osservatore attento. Oggi questa scena, di per sé ridicola, non potrebbe più essere girata: scatenerebbe le ire funeste di innumerevoli convulsionarie animaliste, anche se il topone non ha subìto alcun danno e l'intera sequenza dell'esperimento è finta. 

Uno dei magazzinieri contaminati, che è appena esploso ed è senza alcun dubbio morto, sbatte le palpebre. Un caso di zombificazione?

Le luci che gli ufficiali portano all'interno della nave sono luci cinematografiche. In alcune inquadrature si possono vedere i cavi elettrici che passano attraverso le tute protettive. Si può anche vedere con la massima chiarezza che queste luci cinematografiche hanno tele e supporti per i filtri. Il binario del carrello è chiaramente visibile in due inquadrature all'interno della stiva della nave, tuttavia alcune scatole sono impilate alle sue estremità. Un disperato tentativo di far apparire il binario del carrello come un binario per lo spostamento delle merci nella stiva.

Quando il primo tecnico della nave abbandonata raccoglie l'uovo ributtante, sul lato sinistro dello schermo è visibile una scatola opaca della fotocamera mentre si muove tornando indietro. 


Curiosità 

IMDb.com riporta una notizia molto scandalosa, che ripropongo in questa sede dopo averla tradotta in italiano. Secondo quanto dichiarato dal regista Luigi Cozzi durante una sessione di domande e risposte, il film sarebbe stato parzialmente finanziato dai narcos colombiani. Quando ha cominciato a rendere soldi, questi sarebbero rimasti molto soddisfatti del loro investimento. Mi auguro che sia soltanto uno scherzo di pessimo gusto. 😀

I cognomi degli astronauti Hubbard e Hamilton rendono omaggio agli scrittori di fantascienza Lafayette Ronald Hubbard e Edmond Hamilton. In particolare, la figura di Lafayette Ronald Hubbard (più noto come L. Ron Hubbard) è controversa perché ha fondato la Chiesa di Scientology. Edmond Hamilton (1904-1977) è stato un autore molto prolifico e particolarmente attivo nel filone della space opera. Tra le sue opere più importanti si citano I soli che si scontrano (Crushing Suns, 1928-1930) e L'invasione della galassia (Outside the Universe, 1929). 

Luigi Cozzi avrebbe voluto Caroline Munro nella parte del Colonnello Stella Holmes, che era già stata protagonista di Scontri stellari oltre la terza dimensione (1978) - dove si chiamava Stella Star. L'assonanza tra Stella Holmes e Stella Star era stata pensata appositamente per lei. La bellissima attrice non accettò, volendosi vendicare per quel brutto episodio in cui si era quasi smerdata addosso! 

Critica

Fantafilm riporta quanto segue, mostrandosi di un'incredibile clemenza:

"Senza molto successo, Luigi Cozzi sviluppa una rivisitazione dell'Invasione degli ultracorpi tenendo d'occhio la vicenda di Dracula il vampiro e ricorrendo alla truculenza dello "splatter". Come nel romanzo di Stoker, il pericolo arriva dal mare, da una nave governata da morti, e si propaga come un'epidemia contagiosa e letale nel mondo civile. L'idea è abbastanza originale, ma il film è stato poco premiato dal pubblico e ignorato dalla critica."

Si nota che evita di citare Alien e cita addirittura Bram Stoker.
Kim Newman del Monthly Film Bulletin ha affermato che la combinazione nel film di "violenza splatter", "thriller di spionaggio alla James Bond" e "fantascienza piena di mostri" era "a volte disagevole, ma Cozzi se la cava con sufficiente bravura, per coprire le crepe"
Alcuni interessanti commenti si trovano sul sito Il Davinotti


Il mitico Puppigallo ha scritto:

"Fantascienza decisamente ingenua, con uno svolgimento lineare e prevedibile, che attinge a molte altre pellicole del genere. E' però presente un discreto livello di splatter (l'inizio e un paio di scene) e il respiro delle uova molicce, per quanto eccessivo, ha una sua resa audiovisiva (trattasi di organismi a base di silicio con cellule dodecaedriche!). Ovviamente, non appena subentra l'indagine e la covata aliena si fa da parte, il tutto perde quel minimo di interesse suscitato. Per fortuna, nel finale, oltre alle uova comparirà qualcos'altro. Non male la colonna sonora dei Goblin. Vedibile."

Schramm ha scritto:

"Dopo un intrigante incipit che ibrida senza vergogna alien e ultracorpi a suon di corpi che detonano e atmosfera minacciosa, decelera incespica e si smarrisce lungo tutta la parte centrale, per poi riaversi nel finale con una lovecraftiana creatura davvero niente male. Men che discreto."
 
Renato ha scritto:

"Pessimo esempio di fanta-horror, con un inizio suggestivo che però si perde presto per strada. La storia è davvero troppo stupida, ed i limiti di budget rendono il tutto orrendamente poco credibile (il mondo sta per finire ed i tre tizi incaricati dal governo USA prendono un aereo di linea, passano tranquillamente la notte in albergo, cazzeggiano tra loro e così via). Molto splatter, qualche spavento telefonato e le anonime musiche dei Goblin completano il quadro."

Ronax ha scritto:

"Cozzi rimastica Alien e Lovecraft, ci aggiunge qualche reminiscenza da spy-movie anni '60 e chiude con un'inquadratura che più scontata non si può. Poi frulla il tutto con sufficiente professionalità da rendere la storiella vedibile anche se subito dimenticabile. Se la sceneggiatura tutto sommato tiene, nonostante evidenti assurdità e incongruenze, il film cade soprattutto sulla recitazione, con la parziale eccezione di McCulloch, al punto che la grottesca "creatura" sembra la più espressiva di tutta la compagnia. Effettacci rozzi ma efficaci."

giovedì 21 luglio 2022


BARBARELLA
 

Titolo originale: Barbarella 
Paese di produzione: Francia
, Italia 
Lingua originale: Inglese, italiano 
Anno: 1968
Durata: 98 min
Dati tecnici: Technicolor
    rapporto: 2,35:1
Genere: Commedia, fantascienza 
Sottogenere: Space opera
Regia: Roger Vadim
Soggetto: Jean-Claude Forest
Sceneggiatura: Terry Southern, Roger Vadim,
      Jean-Claude Forest, Vittorio Bonicelli
Produttore: Dino De Laurentiis 
Coproduttore: Henri Michaud (non accreditato) 
Fotografia: Claude Renoir
Montaggio: Victoria Mercanton
Musiche: James Campbell, Bob Crewe, Charles Fox,
      Michel Magne
Scenografia: Mario Garbuglia, Jean-Claude Forest 
     (consulenza artistica) 
Costumi: Jacques Fonteray, costume verde ispirato
     da Paco Rabanne; Giulio Coltellacci (non accreditato) 
Trucco: Amalia Paoletti, Euclide Santoli 
Effetti speciali: Gérard Cogan, Augie Lohman, Thierry
     Vincent-Fargo, Carlo De Marchis (non accreditato), 
     Carlo Rambaldi (non accreditato) 
Effetti ottici: Charls Staffell
Stuntmen: Patrizia Mannoia, Rico Lopez, Fabio Testi 
Dipartimento sonoro: David Hildyard, Primiano Muratori, 
    Vittorio Trentini 
Interpreti e personaggi: 
    Jane Fonda: Barbarella
    John Phillip Law: L'Angelo Pygar
    Anita Pallenberg: La Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo 
    Milo O'Shea: Concierge / Durand Durand
    Marcel Marceau: Professor Ping
    Claude Dauphin: Presidente della Terra
    Ugo Tognazzi: Mark Hand, l'Acchiappabimbe 
    David Hemmings: Dildano
    Giancarlo Cobelli: Rivoluzionario
    Serge Marquand: Capitano Sole 
    Véronique Vendell: Capitano Luna 
    Nino Musco: Il Generale 
    Franco Gulà: Il suicida (scena tagliata) 
    Catherine Chevallier: Stomoxys 
    Maria Therese Chevallier: Glossina 
    Umberto Di Grazia: Cittadino di Sogo 
    Honey Autumn: Ancella calva della Corte di Sogo 
    Silvana Bacci: Ragazza di Sogo (non accreditata) 
    Aurora Battista: Ragazza di Sogo (non accreditata) 
    Vita Borg: Incantatrice (non accreditata) 
    Chantal Cachin: Rivoluzionaria (non accreditata) 
    Giuseppe Castellano: Uomo fulvo barbuto (non accreditato) 
    Altiero Di Giovanni: Uomo trasparente (non accreditato) 
    Fabienne Fabre: Donna-Albero (non accreditata) 
    Sergio Ferrero: Messaggero del Gran Tiranno
        (non accreditato) 
    Giorgio Gruden: Sacerdote (non accreditato) 
    Susan Moren: Schiava (non accreditata)
    Maria Teresa Orsini: Ragazza suicida (non accreditato) 
    Talitha Pol: Ragazza che fuma la pipa (non accreditata) 
    Fred Robsahm: Assistente di Dildano (non accreditato) 
    Angelo Susani: Uomo barbuto che affronta Barbarella a Sogo 
        (non accreditato)
    Romolo Valli: Rapitore di Sogo (non accreditato)
Doppiatori italiani: 
    Maria Pia Di Meo: Barbarella 
    Pino Colizzi: L'Angelo Pygar
    Anna Miserocchi: La Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo
    Giuseppe Rinaldi: Concierge/Durand Durand
    Stefano Sibaldi: Professor Ping
    Luigi Vannucchi: Presidente della Terra
    Oreste Lionello: Dildano 
    Alighiero Noschese: Alfa 7 (voce) 

Trama: 
In un futuro non specificato, probabilmente intorno al 40.000 d.C.,  la bionda e sensualissima Barbarella, un'avventuriera spaziale, viene inviata dal canuto Presidente della Terra in una pericolosa missione, con l'obiettivo di recuperare lo scienziato pazzo Durand Durand. Questo maligno Durand Durand, rifugiatosi nel sistema planetario di Tau Ceti, è l'inventore del raggio positronico, un'arma alimentata dal laser verde, che i leader della Terra temono possa causare distruzione di massa e spaventosi genocidi. Barbarella precipita sul 16° pianeta del sistema Tau Ceti in una zona glaciale, perde i sensi e viene raggiunta da due bambine terribili, che la legano e la attaccano ai rottami dell'astronave usando bambole meccaniche con denti affilati come rasoi. A salvare Barbarella sopraggiunge l'ipertricotico Mark Hand, che è il pantagruelico e gargantuesco Tognazzi! Questo essere esercita la dubbia professione di "Acchiappabimbe", pattugliando il ghiaccio alla ricerca di bambini (ab)erranti. Mark Hand-Tognazzi dice alla donna terrestre che Durand Durand si trova nella perversa città di Sogo e le offre un passaggio alla sua nave con la sua "barca sul ghiaccio". Quando Barbarella si offre di ripagarlo, Mark Hand-Tognazzi le chiede di fare sesso con lui. Barbarella è confusa poiché i Terrestri non hanno più un contatto fisico intimo con chicchessia; invece, prendono apposite pillole e congiungono le mani fino a quando non viene raggiunto una sensazione di brivido chiamata "sincro". Il tognazzesco Mark Hand dice che non gli interessa e le suggerisce invece di fare sesso nel suo letto. Barbarella cede e viene penetrata dall'immenso cazzone dell'uomo, prende il suo sperma nella gafi e si diverte moltissimo. La consumazione del rapporto non la priva della sua ingenuità virginale: ammette di capire perché il sesso è considerato "primitivo" e "fonte di distrazione" sulla Terra. 
Barbarella, cercando di lasciare il pianeta, si schianta in un labirinto in cui vegetano gli emarginati che sono stati condannati dal potere Sogo. Viene trovata da Pygar, un angelo cieco e biondo che ha perso la capacità di volare. L'Angelo Pygar la presenta al Professor Ping, un attempato comunista che si offre di riparare la sua nave - compito tutt'altro che facile. Quindi l'antropoide alato porta Barbarella a Sogo, un covo di violenza e dissolutezza, dopo che lei gli ha ripristinato la voglia di volare consumando un rapporto sessuale con lui (e in particolare facendogli rizzare l'alimuscolo). L'Angelo Pygar e Barbarella vengono catturati dalla Regina Nera di Sogo, che porta il titolo di Gran Tiranno, e dal suo "Concierge", che descrive il Mathmos: energia vivente in forma liquida e simile a magma, alimentata dai pensieri malvagi, in grado di pervadere ogni cosa. Questo Mathmos è utilizzato come fonte di energia nella perversa città sodomitica, che sorge proprio sopra di esso, su un immenso lago che ne è pieno fin quasi a tracimare. L'Angelo Pygar, che in una precedente occasione era stato accecato dai Sogoiti, ora subisce una finta crocifissione e qualcuno gli infila il cazzone eretto nel deretano! Barbarella viene messa in una gabbia, dove centinaia di uccelli si preparano ad attaccarla. Viene salvata in extremis da Dildano, leader della resistenza locale (no, non è un dildo nell'ano, è un rivoluzionario comunista) - che subito la aiuta nella sua ricerca di Durand Durand. Dildano le dà una chiave invisibile per la Camera dei Sogni della Regina Nera, dove la sovrana dorme sognando: in quello stato non è protetta dalle sue guardie ed è vulnerabile. Può essere presa prigioniera, cosa che risolverebbe non pochi problemi.   
Ritornata a Sogo, Barbarella viene prontamente catturata dal "Concierge", che la inserisce nella "Macchina Exsexsive", uno strumento simile a un organo che induce un piacere sessuale così intenso da risultare fatale. Contro ogni aspettativa, Barbarella sopravvive alla macchina e la fa andare in tilt, incendiandola. Il "Concierge", scioccato dalla distruzione del suo perverso marchingegno sadico, si rivela essere proprio lo scienziato pazzo Durand Durand. Barbarella è sorpresa perché l'uomo ha solo 25 anni, pur essendo invecchiato moltissimo: si tratta di un evidente effetto collaterale dell'esposizione al Mathmos. Durand Durand vuole rovesciare la Regina Nera e diventare il nuovo sovrano di Sogo, il che richiede l'uso del suo raggio positronico come strumento repressivo, oltre all'accesso alla Camera dei Sogni della Regina. Quindi Durand Durand porta la sprovveduta Barbarella fino alla Camera dei Sogni, la inganna e la chiude dentro con la chiave invisibile che le aveva dato Dildano, non prima di essersi impadronito anche di quella originale. 
Barbarella, imprigionata senza possibilità di uscire, vede la Regina Nera, che le racconta di essere minacciata da una terribile profezia: quando nella Camera dei Sogni ci sarà un'altra persona oltre a lei, il Mathmos emergerà e divorerà ogni cosa. Durand Durand prende il controllo di Sogo mentre Dildano e i suoi ribelli iniziano il loro attacco alla città. Servendosi del raggio positronico, verde come la menta, li spedisce tutti nella Quarta Dimensione - un viaggio da cui non c'è ritorno. La Regina Nera reagisce rilasciando il Mathmos per distruggere la città. Durand Durand, ormai ridotto alla follia più completa, perde il controllo della situazione e soccombe, ardendo tra le fiamme. A causa dell'innocenza di Barbarella, il malvagio magma eruttato dalle profondità di Sogo forma una bolla protettiva attorno a lei e alla Regina Nera, espellendole in sicurezza dalle viscere del Regno Ctonio. Le due donne trovano l'Angelo Pygar, che le stringe tra le braccia, le solleva e vola via. Quando Barbarella chiede a Pygar perché ha salvato una carnefice che lo ha fatto accecare e lo sottoposto ad atroci torture, lui le risponde che un angelo non ha memoria del passato: la sua essenza è Amore. 


Recensione: 
Sì! Questa è in buona sostanza la storia di un'ingenua vergine che dalla Terra arriva su un remoto pianeta di Tau Ceti per farsi deflorare da Tognazzi! Quindi possiamo dire che Barbarella rientra a tutti gli effetti tra i film tognazzeschi! Subito, guardando la pellicola, salta agli occhi qualcosa di abbastanza inconsueto. Età mentale della protagonista: 8 anni. Non sto facendo ironia, la mia è la semplice descrizione di un dato di fatto. Si ha la contraddizione stridente, quasi scandalosa, tra un corpo femminile perfettamente adulto e una mente poco sviluppata, che può soltanto essere definita puerile. Nei tempi in cui viviamo, questo potrebbe essere un problema. All'epoca era una cosa del tutto normale e nessuno spettatore di sesso maschile ne sarebbe rimasto infastidito. 
Vadim spinse la moglie a interpretare la pellicola perché vedeva nella fantascienza una grande opportunità in continua espansione. Era un uomo molto pragmatico, in grado di capire subito ciò che gli sarebbe tornato utile. Le sue opinioni sul genere fantascientifico, per cui non nutriva alcuna stima, erano a dir poco deprimenti e in un'occasione le espresse con queste parole: "Nella fantascienza, la tecnologia è tutto... I personaggi sono così noiosi, non hanno psicologia. Voglio fare questo film come se fossi arrivato su uno strano pianeta con la macchina fotografica direttamente sulla spalla, come se fossi un giornalista che fa un cinegiornale." Al contempo, non volendo che la moglie si slinguazzasse con estranei e che sentisse la loro turgidità, si è inventato la storia della "vamp infantile". Questa bizzarria, forse unica nella storia della Settima Arte, avrebbe quindi avuto origine dalla gelosia del regista, unica componente in grado di temperare il suo cinismo. Per paradosso, il matrimonio di Vadim con la Fonda finì nel 1973, perché lui le metteva le corna! 
Anche i dettagli in apparenza più insignificanti hanno la loro importanza. Alighiero Noschese è colui che canta la sveglia a Barbarella nella versione italiana, intonando le seguenti parole: "Alfa 7, Alfa bù! Barbarella, salta su!" Certo, può sembrare una cosa piuttosto infantile, ma non dobbiamo mai dimenticarci che Noschese aveva le palle di granito: ha nascosto una pistola in una cavità di un albero, poi l'ha presa, si è seduto su una panchina e si è sparato una pallottola nel cranio! Con questo gesto eroico, si è sottratto a lunghi anni di agonia e di strazio! Sia sempre onore! 
Il film di Vadim è stato tratto da un fumetto seriale pubblicato su una rivista maschile francese all'inizio degli anni '60 del XX secolo. Creato dall'artista Jean-Claude Forest, questo fumetto era ispirato alla procace figura di Brigitte Bardot. Per questo motivo, proprio alla Bardot è stato proposto di interpretare Barbarella, ma lei ha rifiutato, dicendo che non era più interessata a recitare ruoli sexy. Si era stancata della "sessualizzazione" e già da anni era una combattiva attivista per i diritti degli animali, vegetariana, fortemente impegnata. Non era gradita a tutti e nel corso della sua vita è stata fatta oggetto di campagne d'odio, guadagnandosi addirittura epiteti come "fascista", "camicia nera" e "nazista". Subito dopo il rifiuto della Bardot, la parte di Barbarella fu offerta a Sophia Loren, che non accettò perché non si sentiva adatta, essendo in stato di gravidanza. Fu a questo punto che Vadim arrivò a concepire la sua contorta architettura mentale e a proporre la parte alla moglie. Tra l'altro Vadim aveva iniziato una relazione con la Bardot, ai tempi sedicenne, sposandola nel 1952 e divorziando nel 1957. Non è certo una coincidenza il fatto che abbia cercato di farne la protagonista del film. 

Il problema fondante delle space opera

Lo spogliarello di Barbarella all'inizio del film è stato notato da tutti. A non essere state notate sono le mancanze relative all'igiene personale. Barbarella, rientrata nell'astronave e spogliatasi della tuta spaziale, non entra in un gabinetto. Non si lava. Si stende sul giaciglio trasparente e dorme ininterrottamente per un periodo di 154 ore (poco più di 6 giorni). Quando viene destata dalla voce del computer Alfa 7, si limita a bere una specie di soluzione salina violacea, immagino per riequilibrare gli elettroliti. Non ingerisce alcun cibo solido e nemmeno delle pastiglie. Non va ad orinare e  ad evacuare. Ancora una volta non si lava. Non si passa nemmeno un panno umido. Poi, per tutta la durata del film, non si nota alcuna azione connessa con la nutrizione e con la rimozione di residui. Mi rendo conto che le regole del cinema americano impongano di non indugiare troppo su azioni considerate "banali", "abituali", "quotidiane", o addirittura di ometterle del tutto, eppure mi sembra che questa scelta crei una sensazione di eccessivo distacco dalla realtà. Negli spettatori si è creata l'idea di un mondo fatato in cui i corpi non hanno necessità, sono sempre puliti e possono continuare a funzionare a ciclo continuo!   


Etimologia di Sogo 

Il nome della città malvagia di Sogo (che qualcuno scrive SoGo, con la maiuscola mediana), nelle intenzioni del suo ideatore è un'abbreviazione dei nomi delle città bibliche di Sodoma e Gomorra. In altre parole, il toponimo Sogo è stato concepito come una brutta parola macedonia

Sodom + Gomorrah => Sogo 

aggettivo derivato: Sogovian
   (adattamento italiano: sogoviano)
sostantivo di provenienza: Sogoite, pl. Sogoites
   (atattamento italiano: sogoita, pl. Sogoiti)

La Regina Nera si traveste da prostituta guercia e frequenta gli angiporti, mescolandosi al suo popolo, fellando sconosciuti e concedendo loro l'uso del suo intestino. Non ci sono dubbi: questa è realmente la Pentapoli, il Paese di Sodoma e Gomorra trasportato nelle profondità del Cosmo!  
Quindi si deduce che il buco del culo di Barbarella è stato in pericolo per gran parte del film! Tuttavia sembra proprio che nessuno sia riuscito ad entrarci! Questo tema, troppo sensibile, non poteva essere affrontato liberamente nell'America di quell'epoca. Credo che ci sarebbero problemi anche oggi. Certamente è andata molto peggio all'Angelo Pygar, che è finito so-do-miz-za-to dai Sogoiti! Le urla dell'umanoide pennuto quando subisce immissio penis in anum sono inequivocabili! 

Piccole fetenti e perverse polimorfe!

Stomoxys e Glossina, le fastidiosissime nipotine della Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo, portano in realtà i nomi di due specie di mosche particolarmente nocive. Stomoxys calcitrans è la mosca delle stalle e Glossina morsitans è la famigerata mosca tse-tse, che trasmette il parassita Trypanosoma brucei, un protozoo in grado di provocare la malattia del sonno sia negli animali che negli esseri umani. Entrambe le bambine perverse si vedono, con abiti che ricordano la livrea delle coccinelle, a una festa sadomasochistica e sodomitica, tra gente avvezza a praticare il coito nel deretano! Ai nostri giorni tutto ciò non potrebbe essere più nemmeno pensato. Nel film di Vadim, le pestifere Stomoxys e Glossina propongono a Barbarella dei "giochini" non certo innocui. 



La verginità di Barbarella

All'epoca si pensava che il progresso tecnologico avrebbe portato al completo superamento della fisicità del genere umano. Sono temi ricorrenti nella fantascienza il disprezzo verso i "selvaggi", l'alimentazione tramite le "pillole degli astronauti" (di cui fece satira Totò, quando alcuni giovani gli dissero che "mangiare non è chic") e altre simili amenità. Se sulla Terra non c'è contatto fisico tra i sessi, Barbarella ha conservato l'imene integra fino al suo incontro con Tognazzi! Sembra addirittura che non capisca il significato dell'atto della penetrazione. Non avrà mai visto un pene eretto e neppure la fuoriuscita dello sperma. Evidentemente sulla Terra la procreazione avviene in vitro ed è programmata, così nessuna può più rimanere incinta naturalmente. Eppure, il Presidente della Terra sembra abbastanza malizioso. Forse contava di avere facilmente un incontro con Barbarella e di sfruttare il suo candore per convincerla a fare qualche porcata.  
 
Tentativi di censura 

Il film Barbarella ha ricevuto la valutazione "condannato" ("condemned" rate) dal National Catholic Office for Motion Pictures, che lo ha definito " un fantasy malato ed eccessivo, con nudità e rappresentazioni grafiche del sadismo", criticando la Production Code Administration per averlo approvato. Ingerenze aggressive, il cui fine era instaurare un "Index filmorum prohibitorum" e abolire ogni traccia di libertà di espressione. Da quando la Chiesa Romana è stata travolta da innumerevoli cause di pedofilia, la sua arroganza è comunque molto diminuita.  
Questo film ha avuto un'importante riedizione nelle sale nel 1977, grazie al grande successo al botteghino di Guerre Stellari in quello stesso anno. La pellicola è stata modificata per ottenere una classificazione americana "PG" (ossia "Parental guidance suggested – Some material may not be suitable for children"), con taglio del nudo integrale; aveva il sottotitolo aggiunto Queen of the Galaxy ("Regina della Galassia"), che non era presente nella versione originale del 1968. Sebbene tutte le versioni video americane altro non fossero che la versione originale non tagliata, la Paramount ha ripetutamente incluso lo stupidissimo tag "PG" sulla confezione, quando avrebbe dovuto apporre la dicitura "Not Rated"
Il fumetto di Jean-Claude Forest ha avuto qualche problema in più rispetto al film. Quando le strisce raccolte furono pubblicate come libro a sé stante nel 1964, furono ritenute pornografiche e scoppiò uno scandalo. Nella migliore delle ipotesi, quelle strisce erano leggermente erotiche. 


Etimologia di Durand Durand 

Il nome dello scienziato pazzo Durand Durand (pron. /dy'Rã dy'Rã/) colpisce subito l'attenzione per via della sua natura duplicata - anche se spesso Barbarella si rivolge a lui chiamandolo semplicemente Durand. L'ipotesi più plausibile è che Durand sia il cognome, di origine francese, e che i suoi genitori si siano divertiti a dare al figlio un nome di battesimo identico al cognome. Dopotutto non sarebbe un caso isolato. Basti pensare a esempi come Galileo Galilei, Paperone de' Paperoni, etc. L'etimologia, sia del cognome che del primo nome, è dall'antico francese Durant, che risale al latino Durandus, il cui significato è "Duraturo", "Durevole". L'origine è chiaramente augurale. Questo cognome presenta le varianti Durant, du Rand e du Randt, le ultime due comuni in Sudafrica. Resta il fatto che Barbarella non è mai chiamata con un cognome. Non è garantito che la mia spiegazione sia valida e che le genti della Terra futuribile abbiano cognomi. Nel fumetto originale non c'era alcun Durand Durand e nemmeno il suo raggio letale. Il personaggio fu inventato di sana pianta dallo sceneggiatore. Credo che ormai sia impossibile determinare a cosa si ispirò.  

Barbarella e la politica 

Questo film è stato realizzato prima della politicizzazione di Jane Fonda e della sua metamorfosi in una convulsionaria radical-femminista. Quando le è stato chiesto di difendere il film nel contesto delle sue opinioni politiche femministe, non ha avuto altra scelta che accettarlo per quello che era. Non avrebbe potuto riscrivere la storia, perché non si era ancora imposta la luttuosa "cancel culture"! Adesso sarebbe tutto diverso: imporrebbero la distruzione della pellicola, accusata di sfruttare le donne! Per queste fanatiche urlanti che si sono formate in verminai universitari come Berkeley, ogni donna dovrebbe mettersi i baffi finti, vestirsi di stracci e puzzare da far schifo, come una carogna e come la merda grassa, pur di non far piacere nemmeno al più sfigato degli uomini! 


La politica nel film Barbarella 

Sarebbe ingenuo pensare che nel film non esistano contenuti politici, soltanto perché il film risale a un'epoca in cui Jane Fonda non era politicamente impegnata. Subito appare evidente l'attiva presenza del Partito Comunista Rivoluzionario sul 16° pianeta di Tau Ceti. Non si può evitare di porsi una domanda. Chi ha portato il Marxismo a Sogo? È stato sicuramente Durand Durand. In fondo è stato lui a dare a Dildano le pillole per il sesso "sincro", segno che i due si conoscevano abbastanza bene. Ma a che pro? Che vantaggio avrebbe avuto lo scienziato pazzo a diffondere le dottrine di Marx ed Engels in un contesto privo di connessioni con quello della Terra? Forse all'inizio ha pensato di usare la Rivoluzione per contrastare il potere del Gran Tiranno, sperando nel crollo di quella società feudale. Poi, quando è stato a un passo dall'ottenere il potere in altro modo, Durand Durand si è opposto con ogni sua forza alla Rivoluzione, eliminando uno ad uno i dirigenti dell'Agitprop e gli insorti!  

La Stanza del Suicidio 

Credendo di essere molto furba, Barbarella a un certo punto varca un ingresso proibito, chiedendosi perché nessuno dei Sogoiti osi seguirla. Quella in cui è capitata è la Stanza del Suicidio. Ogni abitante di Sogo ha il diritto di terminare la propria esistenza quando vuole. Solo per questo sarebbe un luogo molto più civile dell'Italia, tanto per fare un esempio, Tuttavia c'è un problema di non poco conto. Nessuno può scegliere come porre fine ai propri giorni. L'aspirante suicida ha una sola possibilità: optare per una delle tre porte che si trova davanti. Nel caso non lo faccia, sarà inghiottito dal magma. Ciascuna delle tre porte immette in una stanza, invisibile dall'esterno, in cui il boia può fare qualsiasi cosa, ad esempio squartare il malcapitato, bollirlo vivo, amputargli gli arti, etc. Barbarella viene tratta in salvo da Durand Durand.

Barbarella e la varietà linguistica 

Il congegno che Barbarella definisce "chiacchieratore" dovrebbe avere la capacità di permetterle di comunicare con gente che parla lingue diverse da quella della Terra. Il primo incontro di Barbarella con le nipotine odiosissime della Regina Nera si risolve in una totale assenza di comprensione: avendo fallito il dispositivo per un inconveniente tecnico, la donna tenta di applicare il principio secondo cui "dovunque nell'Universo si parla inglese tranne che in Francia" e inizia ad esprimersi in francese (nel caso Tau Ceti si rivelasse essere una dependance del Paese di Luigi XIV). Visto che non riesce ad ottenere alcun successo, si impone un cambio di strategia strategia. Non si sa bene su quali basi scientifiche, Barbarella etichetta il parlottare delle bambine terribili come "dialetto galattico del gruppo 5". Quando finalmente riesce ad attivare il "chiacchieratore", in presenza dell'augusto Tognazzi, ogni problema comunicativo si risolve come per incanto. Tuttavia si rivela un gravissimo errore nel seguito. Questo "chiacchieratore", che è una specie di braccialetto, avrebbe dovuto spegnersi con l'esaurimento della pila atomica, che è una specie di cavigliera. Quando la luce nella cavigliera è spenta, significa che non c'è più alcuna fonte di energia. Non si capisce come possa Barbarella continuare a comprendere quanto le viene detto dai suoi interlocutori Sogoiti, dato che la pila atomica è spenta da tempo. Non sono stato il primo a notare questo errore così grossolano. 


Barbarella e la musica 

Lo scienziato pazzo Durand Durand è l'ispiratore del nome del gruppo New Wave e Synthpop britannico Duran Duran, che godette di immensa popolarità negli anni '80 del XX secolo, divenendo in Italia uno dei pilastri portanti del movimento dei Paninari. Nel 1997, i Duran Duran hanno dedicato alla loro eroina preferita la canzone Electric Barbarella, terza traccia dell'album Medazzaland
Questo non esaurisce di certo l'influenza che il film interpretato da Jane Fonda ha avuto nel mondo della musica. Ho raccolto e ordinato cronologicamente alcuni casi che mi sono parsi particolarmente interessanti.   
1) Bob Seger: la canzone Her Strut dell'album Against the Wind (1980) è ispirata al personaggio di Barbarella. Alla lettera, Her Strut significa "il suo avanzare impettito". 
2) Fuzzbox, band femminile il cui nome esteso è We've Got A Fuzzbox And We're Gonna Use It: il video della canzone International Rescue, dell'album Big Bang! (1989), mostra una parodia di Barbarella in cui il ruolo di Durand Durand è interpretato da Adrian Edmondson. Questo per ripicca, perché non è stato concesso loro di usare Thunderbirds
3) Barbarella, pseudonimo dei due produttori Sven Väth e Ralf Hildenbeutel: i singoli dell'album techno The Art of Dance (1992) sono ispirati al film Barbarella. Tra questi menzioniamo The Future, The Spaceship e The Mission
4) Kylie Minogue: il video della canzone Put Yourself in My Place, dell'album eponimo Kylie Minogue (1994), diretto da Kier McFarlane, ha una trama ispirata al film Barbarella. La protagonista è la stessa Minogue che si spoglia in un'astronave. 
5) Monster Magnet, band stoner/rock/psichedelica: il video del singolo All Friends and Kingdom Come, dell'album Dopes to Infinity (1995), contiene spezzoni del film Barbarella
6) Jamiroquai: il brano Cosmic Girl, dell'album Travelling Without Moving (1996) cita al suo interno il nome Barbarella.
7) The Devils, band di Nick Rhodes e Stephen Duffy: la canzone Barbarellas dell'album Dark Circles (2002) è ispirata al personaggio di Barbarella. 
8) Arctic Monkeys: il singolo Arabella, dell'album AM (2013), trae il suo titolo una parola macedonia formata dall'unione tra Arielle (ex fidanzata di Alex Turner) e Barbarella
9) Ariana Grande: il videoclip di Break Free, dell'album My Everything (2014), è ispirato al film Barbarella. Una scena ricalca l'incipit con la protagonista che si spoglia in assenza di gravità.
10) Tatum Rush: il singolo Barbarella (2020) contiene molteplici riferimenti al film. 


Curiosità 

La scena durante i titoli di testa, in cui Barbarella sembra fluttuare attorno alla sua astronave, sono state girate facendo sdraiare Jane Fonda su un enorme pezzo di plexiglas con un'immagine dell'astronave sotto di lei. Il tutto è stato filmato dall'alto, creando l'illusione di trovarsi a gravità zero. 

All'interno della capsula spaziale di Barbarella, in genere vista sul lato sinistro, è raffigurata la parte destra del famoso dipinto Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande Jatte (Un dimanche après-midi à l'Île de la Grande Jatte, 1884) del pittore puntinista francese Georges Seurat, un contemporaneo del pittore impressionista Pierre-Pierre-Auguste Renoir. Orbene, proprio Pierre-August Renoir era il nonno del direttore della fotografia del film, il francese Claude Renoir. Il dipinto fu in seguito l'ispirazione per un musical di Stephen Sondheim, Sunday in the Park with George.

Nel Labirinto, Barbarella chiede all'Angelo Pygar dove può trovare il canuto Professor Ping. A quel punto i suoni di sottofondo sono presi dalla colonna sonora de Il pianeta proibito (Forbidden Planet, 1956) di Fred M. Wilcox, quando l'invisibile Mostro dell'Id lascia le impronte mentre si avvicina all'incrociatore spaziale.

Questa è la parola d'ordine usata dal rivoluzionario Dildano nella versione originale del film:
"Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch"
Riconoscibile all'istante, è il nome di un villaggio nel Galles, nel Regno Unito. Come si può facilmente intuire, questo toponimo è più lungo del Regno Unito e dell'intera Europa. È anche il secondo più lungo dell'intero pianeta. Il significato in lingua gallese è questo: "Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco, vicino alle rapide e alla chiesa di San Tisilio nei pressi della caverna rossa". Per comprensibili ragioni di praticità, si abbrevia in Llanfairpwll, ma è tuttora scritto per intero nella stazione ferroviaria del paese.  
Nella versione in italiano, l'interminabile toponimo gallese è stato sostituito con una parola d'ordine diversa, che tuttavia conserva in alcune parti una grossolana assonanza: 
"ciclotroneapogalatticoeliocentroparellittico-gogogò"
Queste sono le cose che succedono quando si hanno idee stravaganti e si è poi costretti ad adattarle in altre lingue! 

In origine Dildano doveva essere interpretato dall'attore italiano Antonio Sabato. Esistono foto dal set in cui Sabato che interpreta con Jane Fonda la famosa scena del sesso finto fatto congiungendo le mani. La performance di Sabato è stata considerata troppo seria, così è stato sostituito dall'attore inglese David Hemmings, più incline alla commedia. 

Jane Fonda si è autodoppiata nella versione in francese.

Charles B. Griffith in seguito dichiarò di aver lavorato alla sceneggiatura senza essere accreditato, spiegando che il team di produzione "ha assunto altri quattordici scrittori" dopo Terry Southern prima di arrivare a lui. Non sarebbe stato accreditato solo perché era l'ultimo. Griffith ha anche notato di aver riscritto circa un quarto del film che era stato girato, poi girato di nuovo, e ha aggiunto il concetto che erano trascorsi migliaia di anni da quando esisteva la violenza, quindi Barbarella è stata molto goffa per tutto il film: è pacifista, si spara ad un piede, arriva vergine su Tau Ceti, senza sapere cos'è il materiale genetico, poi viene posseduta carnalmente dal grottesco Tognazzi e tutto il resto. Anche le sequenze con Claude Dauphin nei panni del libidinoso Presidente della Terra e quelle della Stanza del Suicidio facevano parte del contributo di Griffith al film. 

Jane Fonda ha detto in un'intervista che ha dovuto ubriacarsi per trovare il coraggio di spogliarsi nuda per la scena durante i titoli di testa, anche se aveva girato scene di nudo in alcuni dei suoi film precedenti. 

L'istrionico Mike Myers ha tratto ispirazione da Barbarella per il personaggio di Felicity Shagwell della sua parodia spionistica Austin Powers - La spia che ci provava (Austin Powers - The Spy Who Shagged Me, 1999). Il cognome fittizio Shagwell significa "scopa bene". Il concetto che aveva in mente Myers era semplice, Barbarella "scopa bene" perché è arrivata a fare sesso dopo una vita di virtualità, senza aspettative, ansie da prestazione, paure, tabù, etc. Per contro, è un fatto che la virtualità della Rete ha avuto un effetto funesto sulle genti! 

Terry Southern suggerì Anita Pallenberg nel ruolo della Regina Nera di Sogo perché aveva stretto amicizia con lei quando lavorava con i Rolling Stones durante le prime fasi di sviluppo di Arancia meccanica (A Clockwork Orange, Stanley Kubrick, 1971). Inoltre, era una maliarda con una fama sinistra: a quanto pare era dedita alle droghe e faceva sesso anale con molti partner occasionali; si dice inoltre che praticasse la Magia Nera. 

La ragazza che fuma la pipa, Talitha Pol, era la moglie di John Paul Getty, il famoso miliardario. Quella che fumava era "essenza di uomo", una droga ottenuta dalla lavorazione di tonnellate di sperma, eiaculato da centinaia di uomini robusti sottoposti a costante stimolazione elettro-erotica! 

La pornodiva Virna Aloisio Bonino (aka Virna Anderson) ha preso il suo nome d'arte, Barbarella, proprio dal film interpretato da Jane Fonda. 

Un sequel abortito

Un sequel di Barbarella fu pianificato nel novembre 1968. Il produttore Robert Evans disse che il titolo provvisorio sarebbe stato qualcosa come "Barbarella Goes Down", con il personaggio che avrebbe avuto avventure sottomarine (in realtà quella frase in gergo era quasi un sinonimo di "Barbarella Gives Head"). Terry Southern ha detto di essere stato contattato da Dino de Laurentiis nel 1990 per scrivere un sequel "a buon mercato, ma con molta azione e molto sesso", possibilmente interpretato dalla figlia di Jane Fonda. Per grande fortuna del genere umano, non è mai stato prodotto. 

Un remake di cui non si sente bisogno 

Nel 1999 fu annunciato che era in lavorazione un remake del film e che la Warner Bros aveva acquisito i diritti dalla Paramount Pictures. Si vociferava anche che Drew Barrymore avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Barbarella e che questo rifacimento sarebbe stato più fedele al fumetto rispetto all'originale. Ancora nell'ottobre 2021, il progetto non era neppure cominciato. Di per sé sarebbe qualcosa di più inutile delle scorregge di un mulo. A cosa dovrebbe mai servire? Non si possono lasciare le voci dei Morti dove stannom senza arrecare disturbo alla Quiete del Nulla? 

Un altro tentativo di remake 

Una nuova versione di Barbarella è stata proposta negli anni 2000 e il regista Robert Rodriguez era interessato a svilupparne una versione. La Universal Pictures prevedeva di produrre il film, con Rose McGowan nel ruolo di Barbarella. Dino e Martha De Laurentiis hanno firmato con gli scrittori Neal Purvis e Robert Wade. Quando il budget del film superò gli 80 milioni di dollari, la Universal si ritirò. Secondo Rodriguez ha cercato finanziamenti alternativi e ha trovato uno studio in Germania che avrebbe fornito un budget di 70 milioni di dollari. Ma Rodriguez alla fine abbandonò il progetto, poiché usare quello studio avrebbe richiesto una lunga separazione dalla sua famiglia. A Joe Gazzam è stato quindi chiesto di scrivere una sceneggiatura, con la regia di Robert Luketic e Dino e Martha De Laurentiis ancora accreditati come produttori. Per fortuna non è mai stato prodotto! 

Un annuncio che si spera l'ultimo 

Nel marzo 2022 è stato annunciato un altro remake, diverso dai precedenti conati. A quanto pare, Barbarella sarà interpretata da Sydney Sweeney, sempre che Belzebù lo permetta. Uniche caratteristiche che la Sweeney ha in comune con Jane Fonda: i capelli biondi e il sesso femminile (ma di questi tempi bisogna stare attenti a parlarne troppo)! Sembra che il progetto sia soltanto al livello di annuncio, in tutto e per tutto embrionale, essendo sconosciuti sia il regista che lo sceneggiatore. Si vedrà cosa emergerà da questa incertezza. Forse si risolverà in un semplice peto. 

Un flusso di idee folli

Anche se non credo affatto nei remake, se dovessi dirigerne uno e potendo scegliere questo film, saprei già a chi affidare diverse parti. Ovviamente non rivelo l'identità della maliarda a cui attribuirei il ruolo di Barbarella, ma potete star certi che mi riserverei di interpretare l'ingordo Mark Hand-Tognazzi! Dildano lo farei interpretare a Luca K., basterebbe mettergli un'ispida parrucca rossiccia e sarebbe perfetto! Con il suo sguardo spiritato supererebbe l'originale! Il Professor Ping lo farei interpretare al dottissimo Marco A.: somiglia fisicamente all'attore e spiritualmente al personaggio!