In norreno si trovano alcuni prestiti dall'antico irlandese, com'è naturale che sia, a causa dei contatti profondi tra i Vichinghi e le genti celtiche dell'Isola Verde. Va però precisato che si tratta di vocaboli che compaiono soltanto nella lingua dell'Islanda, a parte una paio di termini relativi a nazionalità celtiche, mentre non sono attestati in Norvegia e in Svezia in epoca medievale. Tuttavia alcuni casi hanno lasciato discendenti nelle lingue moderne, quindi dovettero esistere. Quando l'Islanda fu colonizzata da esuli norvegesi in fuga dal regime tirannico (uppríki) di Aroldo Bellachioma, portarono con sé molti schiavi irlandesi. A un certo punto prendere come concubine fulve ragazze irlandesi era quasi un hobby, tanto che di queste passioni restano ancora tracce indelebili nel genoma delle genti d'Islanda. In realtà c'era un rapporto ambivalente tra i padroni di lingua norrena e i servi importati dall'Isola Verde: non di rado a questi ultimi erano attribuiti poteri sovrumani che esigevano rispetto.
Elenco nel seguito i prestiti irlandesi in norreno che sono riuscito a reperire, aggiungendovi commenti che spero saranno considerati utili dai (pochissimi) lettori di questo portale alla deriva. Il genere grammaticale delle voci norrene è indicato tra parentesi: (m.) = maschile; (f.) = femminile; (n.) = neutro.
bagall (m.), pastorale, bastone del vescovo
Deriva dall'antico irlandese bachall "bastone; pastorale". In ultima istanza è un derivato dal latino baculum "bastone".
bjafall (m.), mantello con cappuccio senza maniche
Deriva dall'antico irlandese birbell "tipo di mantello".
bjannak (n.), benedizione
variante: bjának
Deriva dall'antico irlandese bennacht "benedizione", a sua volta dal latino benedictio: (gen. benedictio:nis). Come si può ben intuire, il vocabolo è intrinsecamente cristiano. Pure ci viene tramandato dalle fonti del tardo paganesimo nordico che era chiamato bjannak il gesto di saluto fatto da Odino.
bjǫð (f.), pianura, terreno, terra, mondo
Deriva dall'antico irlandese bith, bioth (m.) "mondo", dal protoceltico *bitus. Si trova questo elemento nel gallico bitu-, nell'etnonimo Bitu-ri:ges. Si noti il cambiamento di genere grammaticale nel passaggio della parola al norreno.
brekan (n.), tipo di coperta da letto, plaid
Deriva dall'antico irlandese breccán "tartan", lett. "(tessuto) screziato", da brecc "screziato, maculato".
dini (m.), fuoco
Deriva dall'antico irlandese teine "fuoco", dal protoceltico *tenes-, a sua volta da *tepnes-. La regolare perdita della labiale -p- rende poco evidente la parentela di questa parola con il latino tepe:re "essere tiepido", tepor "calore (moderato)", dalla radice indoeuropea *tep- "caldo".
díar "dèi; preti (pagani)"
Deriva dall'antico irlandese Día "Dio", con una desinenza -ar del plurale maschile norreno dei nomi forti col tema in -a-.
L'origine è chiaramente dal protoceltico *de:wos "dio, divinità" (< *deiwos), la cui radice è ben attestata nell'onomastica di tutto il dominio celtico antico. Trovo assai singolare l'uso di questo vocabolo per indicare realtà pagane, dato che l'Irlanda era un paese cristiano, anzi, un centro di irradiazione del monachesimo. Forse dietro le apparenza si nascondevano realtà ancestrali, come prova anche la grande fama di esperti in magia che gli Islandesi attribuivano alle genti d'Irlanda. Va anche detto che gli Irlandesi stanzatisi in Islanda all'inizio della colonizzazione sono rapidamente passati al paganesimo.
gjaltr (m.), panico in battaglia
Deriva dall'antico irlandese geilt "codardia, pusillanimità; terrore". Stando a Zoëga, autore del ben noto dizionario, la parola in norreno ha un uso limitato e stereotipato, in pratica la si trova soltanto nella frase verða at gjalti "diventare pazzo dal terrore" (glossa inglese: to turn mad with terror).
ingjan (f.), ragazza
Deriva dall'antico irlandese inġen "ragazza", che è dal protoceltico *eni-gena: "figlia; ragazza". L'irlandese moderno ha inghean.
Írar (pl. m.), Irlandesi
derivati:
írskr, irlandese
Írland (n.), Irlanda
Deriva dall'antico irlandese Ériu (gen. Érenn) "Irlanda", dal protoceltico *I:werju:, gen. *I:werjonos, a sua volta dalla radice indeouropea *pi:wer- "grasso, abbondante" con regolare perdita dell'occlusiva labiale sorda. Un tempo il toponimo in questione, registrato in latino come Hibernia già all'epoca di Cesare, fosse formato a partire dalla radice del sanscrito Ārya- "signore, nobiluomo" (da cui è derivato l'aggettivo Ariano); si vede a colpo d'occhio che questo è impossibile per ragioni fonetiche. In gaelico moderno si ha Éire.
kapall (m.), ronzino
Deriva dall'antico irlandese capall "cavallo".
In ultima analisi, l'etimologia è la stessa dell'italiano cavallo, latino caballus "cavallo castrato" (di origine celtica). Non è poi così chiaro se il vocabolo in irlandese fosse davvero nativo.
kjafall (m.), tipo di camicia
Deriva dall'antico irlandese caḃail "tronco della camicia". Indica soprattutto un indumento senza maniche e dotato di cappuccio, indossato dalle donne degli Indiani d'America.
kjallakr (m.), proprietario di una cantina
Deriva dall'antico irlandese cellach "cantina". In ultima analisi l'etimologia della voce irlandese è la stessa di quella del norreno kjallari "cantina": la radice di partenza è quella del latino cella.
kjannr (m.), testa
kjanni (m.), testa
Deriva dall'antico irlandese cenn (n.) "testa". L'irlandese moderno ha ceann. La forma protoceltica è *kwennom, da cui deriva anche il gallico penno- "testa". Anche il britannico aveva la forma labializzata penno- (da cui il gallese pen). Si noti il cambiamento di genere grammaticale nel passaggio della parola al norreno.
korki (m.), avena
Deriva dall'antico irlandese coirce, corca "avena". Il termine, di origine non indoeuropea, è assai probabilmente un relitto di una lingua neolitica.
kross (m.), croce
Deriva dall'antico irlandese cross "croce", che a sua volta è un chiaro prestito dal latino crux, gen. crucis. La forma che continua nel gaelico è il nominativo, non l'accusativo crucem. Si noti la complessità dei percorsi attraverso cui si diffondevano queste parole connesse alla cristianizzazione. Attraverso questo prestito possiamo tracciare l'influenza della Chiesa Irlandese, che all'epoca non dipendeva da Roma. Per contro, forme come krúss, krúx, krúz, sono giunte attraverso missionari della Chiesa Romana e hanno una fonetica molto diversa.
kró (f.), recinto per il bestiame, ovile
gen. krór, dat./acc. kró;
pl.: nom./acc. krór, gen. króa, dat. króm
Deriva dall'antico irlandesce cró "recinto".
lámr (m.), mano
Deriva dall'antico irlandese láṁ /lã:β/ "mano". L'irlandese attuale ha lámh /la:v/. Notevole il cambiamento di genere: la parola gaelica è femminile e deriva dal protoceltico *la:ma:, dalla stessa radice indoeuropea da cui deriva il latino palma "palmo di mano": la scomparsa dell'antica consonante p- è regolare e caratterizza le lingue celtiche.
lind (n.), sorgente
Deriva dall'antico irlandese linn "pozza; lago; mare; oceano". In irlandese moderno, la parola lionn è giunta a significare "birra".
lung (f.), nave
Deriva dall'antico irlandese long "nave". L'etimologia della parola gaelica è dibattuta. Alcuni autori vorrebbero derivare long dal latino longa (na:vis) "nave lunga", ma esiste in antico irlandese un termine sicuramente nativo, coḃlach "flotta", da *kom-wo-loks (gen. *kom-wo-logos), che depone a favore di un'origine antica. Si noti che il genere grammaticale si è conservato in norreno: la parola irlandese, femminile, è rimasta tale.
lurkr (m.), mazza
Deriva dall'antico irlandese lorg "mazza, clava". Notevole il cambiamento di genere: la parola gaelica è femminile.
mallakr (m.), maledizione
mallaki (m.), maledizione
Deriva dall'antico irlandese mallacht "maledizione", a sua volta prestito dal latino maledictio: (gen. maledictio:nis). Nella Saga di Olaf Tryggvason contenuta nel Flateyjarbók è riportato var mikill mallaki "ci fu grande maledizione". È attestata persino una formula di maledizione, riportata nella Saga di Giovanni il Santo (Jóns Saga Helga): male diarik! "sii tu maledetto, o re!" (glossa norrena: bǫlvaðr sért þú konúngr!). Si tratta di un tentativo di rendere mallacht duit a ríġ! (lett. "(sia) maledizione a te, o re!"). Il re risponde nella stessa lingua a chi lo ha maledetto, un norvegese che conosceva l'irlandese, dicendogli: olgeira ragall "è difficile conoscere la via buia" (glossa norrena: ókunnug er myrk gata).
minþak, minðak (n.), pasta di burro e farina
Deriva dall'antico irlandese mintach, menadach.
skjaðak (n.), loglio; cattiva fermentazione della birra
Deriva dall'antico irlandese sceathach "vomitevole, nauseabondo" (detto di birra cattiva). In norreno la parola fa riferimento all'avvelenamento della birra col loglio (Lolium temulentum). Si è recentemente scoperto che non è il loglio in sé ad essere velenoso, ma diventa tale a causa del fungo che lo parassita (Claviceps purpurea, detto anche ergot). Il norvegese moderno ha skjak "loglio", segno che la parola dovette essere conosciuta e usata anche in Norvegia, non soltanto in Islanda.
skotr (m.), scoto; scozzese
derivati:
skozkr, scozzese
Skotland (n.), Scozia
Deriva dall'antico irlandese Scot (m.; pl. Scoit) "scoto; scozzese", di origine non indoeuropea.
sofn (m.), fornace
derivati:
sofnhús (n.), casa della fornace
Deriva dall'antico irlandese sorn(n) "forno, fornace", a sua volta dal latino furnus. Il trattamento della rotica è a mio avviso assai peculiare. Forse si può considerare un indizio del fatto che la rotica in antico irlandese non era trillata. La parola non l'ho trovata nel dizionario di Zoëga, bensì in un'opera di Jón Jóhannesson:
Per ulteriori informazioni, si rimanda ad altro materiale in islandese:
sparða (f.), ascia irlandese a due mani
Deriva dall'antico irlandese sparth "ascia a due mani". Molto comune è l'idea che il vocabolo irlandese sia d'origine norrena, anche se poi non troviamo credibili corrispondenze in alcuna lingua germanica. Con ogni probabilità è un relitto di una lingua preceltica che continuò a essere parlata a lungo nell'Isola Verde, come provato da numerose altre parole problematiche in gaelico, come vedremo in altra occasione.
súst (f.), attrezzo per trebbiare
varianti: þúst, þust
Deriva dall'antico irlandese súist "attrezzo per trebbiare". In ultima istanza dal latino fu:stis "bastone, palo", da cui anche l'italiano fusto. La traduzione in inglese della parola norrena e di quella irlandese è flail, cosa che può fuorviare il lettore poco esperto e convincerlo che si stia parlando dell'arma chiamata mazzafrusto.
tarfr (m.), toro
Deriva dall'antico irlandese tarḃ "toro", naturale evoluzione del protoceltico *tarwos.
ærgin, ergin (n. pl.), malghe, alpeggi
Deriva dall'antico irlandese airge "luogo dove sono tenute le vacche". Il norvegese moderno ha erg "alpeggio", segno che la parola di origine gaelica dovette esistere anche in Norvegia, non soltanto in Islanda.
Gli antroponimi
I nomi propri di persona di origine irlandese sono numerosi nel patrimonio onomastico islandese. Si trovano anche alcuni soprannomi. Per approfonditi dettagli bibliografici si rimanda al lavoro di Brian M. Scott, Old Norse Forms of Early Irish Names (2003). Commento in questa sede vari antroponimi adattati in norreno dal gaelico, cercando per quanto possibile di delinearne l'etimologia e di aggiungervi qualche considerazione.
Bekan (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Beccán, a sua volta da becc "piccolo", con l'aggiunta del tipico suffisso diminutivo -án (< -*agnos).
Bjaðachr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Beothach, che significa "Il Vivente", da bethu, beothu "vita", gen bethaḋ (protoceltico *biwotu:ts). Attestato al genitivo come Bjaðachs in un'iscrizione (metà XI secolo). Quello che trovo di notevole in questa attestazione è il mancato adattamento del suono aspirato gaelico -ch-: ci saremmo aspettati *Bjaðaks. Potrebbe essere un indizio del fatto che all'epoca esistevano ancora parlanti dell'antico irlandese?
Bjaðmakr (m.)
Scott afferma di non aver trovato una credibile fonte irlandese per questo antroponimo. Resta tuttavia possibile che derivi da be(o)thu "vita" e da macc "figlio", significando quindi "Figlio della Vita". Davvero inconsueto, ma non così incredibile. Si potrebbe pensare a un significato cristiano.
Bjollok (f.)
È un adattamento dell'antico irlandese *Beollóc, non attestato ma formato dalla radice beoll- (vedi Bjólan) con un suffisso diminutivo -óc che ricorre anche nell'antroponimo femminile Crínóc.
Bjólan (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Beollán.
Brjánn (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Brian (gen. Briain). C'è chi ha suggerito una protoforma *Brigonos, ma lo trovo impossibile: la -g- mediana protoceltica si è evoluta in una fricativa sonora /γ/, trascritta come -ġ- (g puntata). Soltanto in seguito tale suono si è dileguato, lasciando però traccia nella scruttura fino alla riforma ortografica occorsa in tempi moderni. La protoforma *Brigonos è realmente esistita ma ha dato Breġan, Breoġan, nome di un eroe che compare nel Libro delle Invasioni. In islandese moderno Brjánn suona PRJAUTN.
Dofnakr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Doṁnach, che dal latino Dominicus "Domenico". A dispetto dell'aspetto fonetico, non è connesso con doṁun (m.) "mondo", che è dal protoceltico *dubnos (cfr. gallico dumno-), alla lettera "profondità, abisso".
Domnall (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Doṁnall, dal protoceltico *Dubno-walos "Dominatore del Mondo". È attestato in un'iscrizione runica come TOMNAL.
Dufan (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Duḃán "Piccolo Nero", diminutivo da duḃ "nero" (protoceltico *dubus).
Dufgall (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Duḃġall, alla lettera "Pagano Nero" (ossia "Danese"). In un'iscrizione runica trovata nell'Isola di Man il nome è attestato al genitivo come TUFKALS.
Dufgúss, Dufgus (m.)
gen. Dufgusar
variante: Dugfúss
È un adattamento dell'antico irlandese Duḃġus "Forza Nera". Si noti la desinenza -ar del genitivo, che mostra come il tema in -u- del secondo elemento gus "forza" sia stato conservato in norreno.
Dufþakr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Duḃthach. Questa è una preziosa testimonianza della pronuncia della lingua gaelica all'epoca dei Vichinghi. L'evoluzione estrema di questo antroponimo ha dato in
inglese Duffy.
Dungaðr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Donnchaḋ (gen. Donnchaiḋ). Significa "Nobile Bruno, Guerriero Bruno", dal protoceltico *Donno-katwos.
Dungall (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Dúngal. Significa "Potere della Fortezza", dal protoceltico *Du:no-galos. Il primo membro del composto corrisponde al gallico du:no- "fortezza, città", che ha dato così tanti toponimi in -du:num (es. Lugdu:num < *Lug(u)du:non "Città di Lugus", ossia Lione, etc.). Il secondo membro del composto è la radice del nome dei Galli e dei Galati.
Eðna (f.)
È un adattamento dell'antico irlandese Ethne, Eithne. Il nome, che significa "Chicco di Grano", è attualmente molto popolare in America nella forma Edna.
Feilan (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Fáelán "Piccolo Lupo", diminutivo di fáel "lupo", dal protoceltico *wailos, termine tabuistico formato dall'interiezione *wai "guai". È attestato anche come soprannome: uno dei coloni stanziati in Islanda agli inizi del X secolo si chiamava Óláfr "feilan" Þorsteinsson. Ancora oggi in Islanda si usa Feilan come nome proprio e come soprannome.
Gilli (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Gilla "Servo". Letteralmente gilla significa "pupillo; giovane uomo" (pl. gillai). Trovo assai verosimile che il vocabolo gaelico sia un prestito dall'antico inglese gilda "compagno". Altri pensano piuttosto all'antico inglese ċild "bambino" (inglese moderno child), ma in questo caso non potrebbe trattarsi di un prestito diretto a causa di difficoltà fonetiche.
Gillikristr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Gilla Chríst "Servo di Cristo". Si noti la differenza sintattica tra il norreno e l'irlandese, che ha reso il nome del possessore come il nome di una cosa posseduta.
Gljómall (m.)
Privo di etimologia norrena, si deve trattare dell'adattamento di un antroponimo antico irlandese. Il problema è che si è smarrito l'originale. Deve essere stato *Gleomál, derivato da gleo "battaglia" e da mál "principe" (< *maglos).
Gluniarain (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Glún Íarainn "Ginocchio di Ferro", a sua volta traduzione del soprannome norreno Járnkné, con lo stesso significato.
Kaðall (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Cathal, derivato dal protoceltico *Katu-walos "Dominatore della Battaglia". Simile al britannico Catuvellaunus, che è il modo in cui si trascriveva in latino *Katu-wellaunos, *Katu-wal(l)aunos. In gallese è diventato regolarmente Cadwallon.
Kaðlín (f.)
È un adattamento di un nome antico irlandese non identificato, senza dubbio formato a partire da un elemento assai comune nell'onomastica celtica: cath "battaglia", dal protoceltico *katus. In gallico e in britannico troviamo vasta attestazione di nomi in Catu- come Catu-ri:ges "Re della Battaglia", tanto nell'onomastica personale, quanto nei teonimi e negli etnonimi. In Kaðlín è l'elemento -lín il problema. A scanso di equivoci, non si tratta del nome Kathleen, che è un'anglizzazione del gaelico Caitlín "Caterina".
Kalman (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Colm "Colombano", diminutivo Colmán, in ultima analisi dal latino columba. Si noti il nominativo non marcato, come spesso accade in nomi di origine straniera; tuttavia sembra che anche la forma regolare Kalmann sia attestata.
Kamban (m.)
Attestato come soprannome, deriva dall'antico irlandese cammán "individuo curvo", da camm "curvo" (protoceltico *kambos). Il prestito però dovrebbe essere avvenuto quando il gruppo consonantico -mb- non si era ancora assimilato.
Kjallakr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Cellach (variante Celldach). Ne deriva l'etnico Kjallekingar "Discendenti di Kjallakr". Il nome gaelico significa "Lotta, Contesa" e non ha nulla a che fare con cellach "proprietario di una cantina" (vedi sopra).
Kjaran (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Ciarán "Piccolo Bruno", diminutivo di cíar "fosco; marrone scuro" (protoceltico *ke:ros, con -e:- da un precedente -ei-).
Kjartan (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Cerdin, Cerddin, derivato da cerd, cerdd "artigiano". Molti lo ritengono invece una semplice abbreviazione di Mýrkjartan (vedi sotto). Ricordo di aver letto sul prezioso testo di Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici (1997), di un uomo di nome Kjartan che era un grande adoratore e possedeva una pietra a cui offriva i blót. Poi giunse un missionario, che elevando salmi e praticando esorcismi sarebbe riuscito - così si narra - a sciogliere l'idolo petrigno e a convertire il suo adoratore terrorizzato. Questo aneddoto altamente ideologico illustra bene il contrasto tra persone di ascendenza irlandese, in origine cristiane e poi convertite ai culti pagani, e i missionari della Chiesa Romana.
Kjarvalr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Cerḃall. Nell'ortografia del gaelico moderno è scritto Cearbhall. Non posso nascondere l'oscurità della sua etimologia. Non si sa bene per quale stoltissima perversione è stato usato da alcuni per rendere i nomi Charles e Carrol.
Konall (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Conall. Deriva dal protoceltico *Kuno-walos "Dominatore dei Cani".
Kormákr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Cormacc. Appare come un composto formato a partire da macc "figlio", anche se il primo elemento cor- non è chiarissimo. L'ipotesi più plausibile è che questo cor- derivi da corb "carro (da guerra)", essendo la forma in origine *Corbmacc. Se così fosse, l'antroponimo avrebbe il significato di "Figlio del Carro", con riferimento al valore dell'auriga sul campo di battaglia.
Kormloð (f.)
È un adattamento dell'antico irlandesce Gormlaith "Principessa Blu", dal protoceltico *Gormo-wlatis.
Kváran (m.)
Attestato come soprannome: Óláfr Kváran. È un adattamento dell'antico irlandese Cuarán, derivato da cúar "curvo, zoppo". In irlandese esiste l'attestazione di un certo Aṁlaiḃ Cuarán, che verosimilmente è proprio lo stesso uomo chiamato Óláfr Kváran in norreno.
Kýlan (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Cáelán, Cóelán "Piccolo Magro", dal protoceltico *koilos "magro, tenue, stretto".
Maddaðr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Maddaḋ. Con ogni probabilità deriva da madda, maddra "cane", un termine di origine preceltica e preindoeuropea, relitto di una lingua neolitica.
Mallymkun (genere incerto)
È un adattamento dell'antico irlandese *Máel Lomchon "Devoto di Lomchu", antroponimo non documentato ma plausibile. Questo *Lomchon, genitivo di *Lomchú, deriva da lomm "nudo, liscio" e da cú "cane". Non è chiaro se sia un nome di uomo o di donna; è attestato in un'iscrizione runica come MAL:LYMKUN, al nominativo.
Margaðr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Murchaḋ. Significa "Signore del Mare, Guerriero del Mare", dal protoceltico *Mori-katwos.
Melbrigða (m.)
Melbrigði (m.)
La forma in -a è attestata in caratteri runici come MALBRIÞA, la forma in -i è attestata in caratteri runici come MAILBRIKTI. È un adattamento di Máel Brigte "Devoto di Brigida".
Meldun (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Máel Dúin "Servo della Roccaforte", nome di un antico eroe dei tempi pagani, un ulisse ibernico celebre per i suoi viaggi in terre sovrannaturali.
Melkólfr (m.)
Melkólmr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Máel Coluim "Devoto di Colombano". La forma con -m- lenito in -f- è notevole.
Melkorka (f.)
È un adattamento dell'antico irlandese Máel Curcaiġ "Devota di Curcach". Sappiamo di una donna che portava questo nome. Si narra nella Laxdæla Saga che fosse bellissima ma muta. Fu presa come concubina da un uomo, che la ingravidò. Il figlio fu chiamato Olaf e crebbe parlando irlandese, segno che il mutismo di Melkorka era soltanto simulato. In seguito il ragazzo veleggiò verso l'Isola Verde, dove ottenne gloria e onori, essendo la sua origine materna regale.
Melmari (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Máel Maire "Devoto di Maria". Un tipico nome cristiano.
Melpatrikr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Máel Pátraic "Devoto di Patrizio". Un tipico nome cristiano.
Melsnati (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Máel Snechtai "Devoto di Snechta".
Myrgjol (f.)
È un adattamento dell'antico irlandese Muirgel, dal protoceltico *Mori-gela: "Splendore del Mare". Il secondo componente, -gela: "splendore", si trova anche nel nome di Virgilio: Vergilius non è germogliato nel Lazio, bensì nella terra dei Galli Cenomani.
Mýrkjartan (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Muirchertach. Significa "Marinaio".
Mýrún (f.)
È un adattamento dell'antico irlandese Muirenn. La sillaba finale è stata alterata per etimologia popolare sulla base dei numerosi nomi femminili in -rún (es. Guðrún).
Njáll (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Niall (gen. Néill). Il significato originale dell'antroponimo è incerto. Sono state fatte varie proposte. Assurdo e ridicolo il tentativo di ricondurre Niall a nél (m.) "nuvola" (< *neblos). Sono invece convinto che sia interessante una connessione con nia (gen. niaḋ) "eroe, guerriero, campione" (< *ne:ts, gen. ne:tos, con -e:- da un precedente -ei-), nel qual caso si può ricostruire la protoforma come *Ne:tlos. Notevole è la rispondenza della radice in questione in area celtiberica.
Patrekr (m.), Patrizio
È un adattamento dell'antico irlandese Pátraic, dal latino Patricius.
Poppó (m.)
È un chiaro derivato dell'antico irlandese pobba "padre (in senso spirituale)". Il vocabolo in questione ha diverse varianti: popa, poppa, bobba. Si tratta a mio avviso di un elemento di sostrato, preso da una lingua non indoeuropea sovravvissuta a lungo in Irlanda, ancora a crisianizzazione avvenuta. Anni fa ero convinto che questa parola fosse all'origine del norreno papar "monaci irlandesi", ma l'attenta analisi dei dettagli fonetici mi ha convinto dell'ingenuità di questo accostamento.
Rafarta (f.)
È un adattamento dell'antico irlandese Roḃartach, Raḃartach. Significa "Sovrabbondante". Il prefisso ro-, dall'indoeuropeo *pro- "davanti", è un tipico intensivo in protoceltico e nelle lingue derivate. La radice verbale è dall'indoeuropeo *bher- "portare", che si trova ben documentato nel latino ferre.
Taðkr (m.)
È un adattamento dell'antico irlandese Taḋg, di cui riproduce molto bene l'originaria pronuncia. In ultima analisi proviene dal protoceltico *tasgos "tasso" (animale), ben documentato nell'onomastica gallica (Tasgo-) e britannica (Tasgo-, Tasc(i)o-). Non si capisce secondo quale logica i moderni anglosassoni usino tradurre il nome irlandese Tadhg con Timothy.