Il professor Fabio Calabrese, persona di cui ho la massima stima, molto spesso si diverte a fare battute argute fondate su assonanze. In una di queste, la parola spagnola brujo "stregone" è considerata omofona dell'italiano bruco "larva di lepidottero". In realtà la pronuncia non è proprio identica. L'omofonia è molto approssimativa: in spagnolo c'è una fricativa velare /x/, mentre in italiano c'è una semplice occlusiva velare /k/. In altre parole, -j- in brujo ha un suono simile a quello di -ch- del tedesco Achtung. Mi rendo conto che per un parlante della lingua italiana non sia facile distinguere suoni a cui non è abituato. Detto questo, sorge una domanda. Qual è l'etimologia delle parole spagnole brujo "stregone" e bruja "strega"?
L'idea dei romanisti, che sono inclini a spiegare Omero con Omero, è che il brujo sia proprio un bruco, ossia una larva di lepidottero, intesa come manifestazione demoniaca. La parola viene quindi ricondotta al greco βροῦχος (brûkhos) "tipo di locusta senza ali", passato in latino tardo come brūchus, da cui per l'appunto l'italiano bruco. La parola greca, presente in liste di vocaboli di epoca bizantina, è attestata anche la variante βροῦκος (brûkos), senza consonante aspirata; Esichio ci riporta per Creta la variante βρεῦκος (brêukos). L'origine ultima è sconosciuta, anche se si riconosce il suo aspetto non indoeuropeo. Un possibile lontano parente potrebbe essere il latino ērūca "bruco", con la variante ūrūca (potremmo ricostruire una protoforma *ewrouka). L'idea evocata è quella di una masticazione immonda, di un rosicchiare magico che indurrebbe il maleficio, provocando un danno ai viventi - esseri umani o animali che siano.
I romanisti in questione non tengono conto del fatto che la parola in analisi non è presente soltanto in spagnolo, ma anche in altre lingue romanze occidentali (in cui -x- ha il suono "palatale" /ʃ/, come sc- nell'italiano scia):
Galiziano: bruxa "strega"
Portoghese: bruxa "strega"
Catalano: bruixa "strega"
Occitano: bruèissa "strega"
Non tengono nemmeno conto del fatto che al tempo dei Conquistadores, anche j in spagnolo aveva lo stesso suono palatale /s/, del tutto dissimile dall'attuale aspirazione: bruja era pronunciato /ʃ/ e in italiano sarebbe trascritto come *bruscia. La parola non può avere nulla a che fare col bruco. Si tratta di una parola preromana sopravvissuta come elemento di sostrato.
Ecco la protoforma ricostruibile:
Proto-celtico: *bruχtijā "strega"
Celtiberico: *brūχsā "strega"
Note:
Note:
Si è avuta un'assibilazione e la vocale tonica si è allungata per compenso. La forma proto-romanza evolutasi da queste premesse è *brùissa, da cui si sono originate le forme documentate nelle varie lingue della Penisola Iberica.
Proto-celtico: *briχto-, *briχtu-, *briχtijā "magia"
Gallico: brictom, brixtia "magia"
(bnanom brictom "la magia delle donne", Piombo
di Larzac; brixtia anderon "con la magia delle donne",
di Larzac; brixtia anderon "con la magia delle donne",
Piombo di Chamalières)
Antico irlandese: bricht "incantesimo, formula magica"
(gen. brechto, brechta)
Gaelico d'Irlanda: briocth "incantesimo"; "amuleto"
(gen. brechto, brechta)
Gaelico d'Irlanda: briocth "incantesimo"; "amuleto"
Medio gallese: bryth-, -frith "magia"
(brythron "bacchetta magica"; lledfrith "illusione",
lett. "mezza magia")
(brythron "bacchetta magica"; lledfrith "illusione",
lett. "mezza magia")
Gallese moderno: lledrith "illusione"
L'etimologia ultima è incerta. Secondo alcuni potrebbe essere una variante di una ben nota radice di origine indoeuropea, comune al proto-germanico:
Proto-celtico: *berχtos "splendido"
Antico irlandese: -bertach "splendido"
(Flaithbertach "Splendido Principe", antroponimo)
Medio gallese: berth "bello"; "prospero, ricco"
Antico irlandese: -bertach "splendido"
(Flaithbertach "Splendido Principe", antroponimo)
Medio gallese: berth "bello"; "prospero, ricco"
Gallese moderno: berth "bello"; "prospero, ricco"
Medio bretone: berz "prosperità"
Bretone moderno: berzh "prosperità"
Medio bretone: berz "prosperità"
Bretone moderno: berzh "prosperità"
Proto-indoeuropeo: *bherg'h- "splendere",
*bherg'h-tó-s "splendente"
Proto-germanico: *berχtaz "splendente"
Gotico: bairhts "splendente"
*bherg'h-tó-s "splendente"
Proto-germanico: *berχtaz "splendente"
Gotico: bairhts "splendente"
Antico alto tedesco: beraht "splendente"
Norreno: bjartr "splendente"
etc.
La semantica non è affatto soddisfacente e sono incline a rigettare questo collegamento. L'idea più sensata è a parer mio quella di considerare il nome proto-celtico della magia un residuo preindoeuropeo oppure un resto di una forma di indoeuropeo preceltico ancora da chiarire. Siamo davanti a un percorso in salita!
Esisterebbe un'altra possibilità, che non è priva di problemi fonologici. La semantica sarebbe connessa alla visione sfocata, all'inganno allucinatorio della magia.
Proto-gallo-britannico: *briχtos "maculato, screziato"
Antico gallese: brith, glossa latina pictam
Medio gallese: brith "maculato, screziato"
Medio gallese: brith "maculato, screziato"
Gallese moderno: brith "maculato, screziato"; "grigio"
(detto di capelli)
Medio bretone: briz "maculato, screziato"
Bretone moderno: brizh "maculato, screziato"
(detto di capelli)
Medio bretone: briz "maculato, screziato"
Bretone moderno: brizh "maculato, screziato"
Antico cornico: bruit "screziato, striato"
Cornico: brith, bryth "screziato, striato"; "tartan"
Cornico: brith, bryth "screziato, striato"; "tartan"
Il punto è che la forma proto-celtica da cui deriva ha *mr-:
Proto-celtico: *mriχtos "maculato, screziato"
Antico irlandese: mrecht "maculato, screziato"
Così in antico irlandese abbiamo mrecht "maculato" contro bricht "incantesimo, formula magica": due forme ben distinte tra loro e non assimilabili.
Esistono altre teorie alternative, a parer mio meno plausibili di quella sopra esposta. Le esporrò in questa sede per sommi capi.
1) Il nome spagnolo della strega deriverebbe dal nome di un'antica divinità femmilile. Il significato sarebbe diventato negativo per via del processo di cristianizzazione.
Proto-celtico *Brigantī "Somma Dea"
(gen. *Brigantijās "della Somma Dea")
(gen. *Brigantijās "della Somma Dea")
Antico irlandese: Brigit
Gaelico d'Irlanda: Bríd
Gaelico di Scozia: Brìghde, Brìde
Manx: Breeshey
Note:
Il nome divino femminile è ben conosciuto. Ne deriva anche il nome della Brianza, ossia "(Terra) della Somma Dea". La radice è molto produttiva e ne è attestato un derivato notevole:
Proto-celtico: *brigantīnos "capo", "sovrano"
Antico bretone: brientin, brientinion "sovrano"
Medio cornico: brentyn, bryntyn "sovrano"
Medio gallese: brenhin "sovrano"
Gallese moderno: brenin "sovrano"
Note:
In passato questi vocaboli sono stati erroneamente creduto l'etimologia del nome di Brenno.
Proto-indoeuropeo: *bherg'h- "elevare, ascendere"; "essere elevato"
2) Il nome spagnolo della strega deriverebbe dal nome celtico dell'erica e della brughiera.
Proto-celtico *wroikos "erica", "brughiera"
Le parole attestate si sarebbero formate da un composto con un suffisso sibilante:
maschile *wroiχsos, femminile *wroiχsā
Significato postulato: "abitante della brughiera".
Dalla stessa radice deriva la parola italiana brughiera, oltre al desueto brugo "erica". Lo stregone, la strega, sarebbero gli abitanti della brughiera.
Sono propenso a scartare queste etimologie per motivi fonetici.
Conclusioni
Spero che questo mio trattatello possa dare un'idea anche vaga di quanta ricchezza culturale è andata perduta per colpa di secolari pregiudizi portati avanti dai romanisti!