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domenica 16 ottobre 2016

ALCUNE CONSIDERAZIONI SU ALDOUS HUXLEY E SUL MONDO NUOVO

Secondo una radicata tradizione, Aldous Leonard Huxley avrebbe pubblicato nel 1932 il suo famoso romanzo Il Mondo Nuovo (Brave New World) con l'intento di mettere in guardia il genere umano da un futuro spaventoso e incombente. Questa è la vulgata corrente che ha permesso ai moderni di esaltare tale opera. Orbene, ogni vulgata corrente mi desta i conati di vomito per la sua retorica falsità. Non mi sarà difficile abbatterla servendomi del potere della Logica e di poche informazioni cruciali. Che il mondo descritto nel libro sia distopico è fuor di dubbio. Il punto è che Huxley non sarebbe stato d'accordo con questo mio giudizio: egli riteneva sinceramente che il parto della sua fantasia appartenesse al reame del Re Utopo e che fosse una cosa desiderabile.

Una singolare forma di Nazionalsocialismo
fordiano
 

Veniamo all'ispirazione originaria dell'opera di Huxley. Qual era il cardine del Mondo Nuovo? Il motto "Comunità, Identità, Stabilità" unito al produttivismo fordiano fondato sulla catena di montaggio. Non è un caso che vigesse un nuovo calendario, che computava gli anni dell'Era di Ford. I Governatori sfoggiavano il grottesco titolo di Sua Forderia (His fordship nell'originale inglese). L'autore si auspicava non soltanto una radicalizzazione delle differenze tra classi sociali e una loro completa separazione, ma addirittura la loro trasformazione in razze, o meglio in specie diverse. Ciascuna di queste specie è stata designata con una diversa lettera dell'alfabeto greco: abbiamo gli Alfa, i Beta, i Gamma, i Delta, a loro volta suddivisi in sottospecie. Il mondo ideale era per Huxley quello in cui gli operai fossero di una specie geneticamente distinta da quella degli uomini liberi e da quella degli oligarchi, al punto che tra queste diverse specie non potesse sussistere alcuno scambio di materiale genetico.

Il sistema politico descritto da Huxley potrebbe essere chiamato Nazionalsocialismo fordiano. Chiaramente non era il Nazionalsocialismo tedesco. Adolf Hitler, una volta affermato il concetto di razza ariana già noto all'Ariosofia o Gnosticismo Iperboreo, fu sempre consapevole della possibilità di accoppiamenti tra ariani e non ariani: non viveva nel mondo dei Puffi. Sapeva benissimo che tali copule avrebbero portato al concepimento di figli, e gran parte della sua opera era un tentativo di impedire questa eventualità, ritenuta sommamente luttuosa. Aldous Huxley andava ben oltre. Nella sua Utopia, l'ideale a cui bisognava tendere era un'umanità in cui individui appartenenti a diverse classi sociali non sarebbero stati interfecondi. Sognava quindi di forzare la Natura stessa - anche se il concetto di DNA gli era sconosciuto - affinché l'umanità si differenziasse in un balzo evolutivo che avrebbe fatto impallidire i gerarchi nazisti e i teorici del Razzismo Scientifico. Cosa si penserebbe di Josef Mengele se avesse potuto manipolare il genoma per far sì che un ebreo potesse concepire solo con altri ebrei? La cosa farebbe venire i brividi a milioni di persone. E se dicessi che così facendo Mengele sarebbe diventato Huxley, cosa rispondereste?

Genocidio dei nativi e aberrazioni sessuali

Tra i dettagli più spaventosi della costruzione futuribile di Huxley se ne possono citare a parer mio due:

1) L'esaltazione della pedofilia;  
2) Il sistematico annientamento di ogni popolo non fordiano, ossia di ogni identità legata a una cultura tradizionale. 

Si capisce questo, dato che Huxley riteneva auspicabile la realizzazione del Mondo Nuovo, ne esaltava di conseguenza ogni dettaglio, anche il più sordido e il più abominevole. Nella distopia huxleyana l'infanzia cresceva sotto stimolazione erotica costante. Ogni bambino e ogni bambina subivano, fin da quando erano in grado di camminare, un'opera pervasiva di pornificazione. Ogni gesto veniva erotizzato, erano organizzati incontri con toccamenti reciproci. Anche se l'autore non si azzarda a descrivere scene di rapporti pedofili tra adulti e bambini, si capisce benissimo che nella Societas Fordiana gli adulti erano incitati ad approfittare dell'imperante promiscuità per ottenere soddisfazioni sessuali tramite toccamenti e altro. Non  credete a quanto sostengo? Ecco una prima citazione: 

«Deliziosa piccola creatura!» disse il Direttore, seguendola con gli occhi. Poi volgendosi agli studenti: «Ciò che sto per dirvi ora» avvertì «potrà sembrarvi incredibile. Ma quando non si ha l'abitudine alla storia, la maggior parte dei fatti del passato sembrano incredibili.»
Rivelò la stupefacente verità. Per un lungo periodo prima dell'epoca del Nostro Ford, e anche per qualche generazione posteriore, i giochi erotici tra fanciulli erano stati considerati anormali (ci fu uno scoppio di risa); non soltanto anormali, ma perfino immorali ('no!'); ed erano stati di conseguenza rigorosamente repressi.
Un'espressione di incredulità stupita apparve sui volti degli ascoltatori. Come! Non era permesso ai poveri bambini di divertirsi? Non potevano capacitarsene.

E ancora:

«Via, bambina!» gridò il Direttore adirato. «Via, bambina! Non vedete che Sua Forderia è occupato? Andate a fare i vostri giochetti erotici in un altro posto.» «Poveri piccoli!» disse il Governatore.

Che dire poi di questa? 

«Guardate che gruppetto grazioso!» disse, indicando colla mano. In un piccolo spiazzo erboso fra due alti cespugli di erica mediterranea, due bambini, un ragazzetto di sette anni circa e una bambina che poteva forse avere un anno di più, stavano giocando, con molta gravità e con tutta l'attenzione concentrata di scienziati intenti ad un lavoro di scoperta, a un rudimentale gioco sessuale.
«Graziosissimo, graziosissimo!» ripeté il Direttore in tono sentimentale.

Nessuno poteva resistere a queste aberrazioni, tale era il condizionamento imposto fin dalla più tenera età. La gente ignorava tutto sul proprio passato, sapeva soltanto che in epoca antica il genere umano viveva in uno stato definito "barbarico". Di tutti i popoli che avevano rifiutato il Mondo Nuovo, sopravvivevano soltanto pochi individui detti Selvaggi, che vivevano in una comunità isolata nel Nuovo Messico. Erano gli unici superstiti del mondo precedente ed erano stati preservati dall'annientamento soltanto per ragioni di studio e per essere esposti alla curiosità morbosa dei turisti.  

Un individuo che esalta tutto questo sarà anche definito "santo laico", "filantropo", "progressista" o "utopista" dai moderni; se dipendesse da me, tale malfattore andrebbe stritolato tra le macine di un mulino o tra enormi ingranaggi di acciaio. 

Buonismo e influenze New Age

Nel Mondo Nuovo la felicità è obbligatoria. Ogni critica nei confronti di altre persone o della società è severamente vietata. Una pozione chiamata con vocabolo sanscrito soma (in caratteri devanāgarī सोम) è usata allo scopo di allontanare ogni pensiero definito "negativo". Questo dimostra come il pensiero New Age che tanto nuoce ai nostri tempi, già esistesse negli anni '30 dello scorso secolo in forma ben organizzata. Così pure esisteva la pestilenziale political correctness che opprime duramente i moderni con il pretesto buonista di tutelare le minoranze, risultando in una dura oppressione imposta a tutti. Esiste anzi la possibilità concreta che i parassiti universitari californiani che hanno introdotto questo male spirituale dei nostri tempi si siano ispirati proprio ad Aldous Huxley e alla sua opera! Aver esaltato e propagato questi orrori è un ulteriore e gravissimo capo di imputazione contro lo scrittore britannico, che dovrebbe essere sottoposto a damnatio memoriae

Un'onomastica singolare e contraddittoria

Essendo la procreazione artificiale ed esterna all'utero, nel Mondo Nuovo descritto da Huxley non ha più alcun senso parlare di famiglia e di discendenza. Termini come "padre" e "madre" sono considerati insulti. L'antica procreazione è definita "vivipara". Non esiste più un cognome che possa identificare l'origine di una persona, che è quindi libera di scegliersi il nominativo che più le aggrada. Si noterà una strana predilezione per nomi di rivoluzionari comunisti. La protagonista Lenina Crowne porta un nome chiaramente formato su Lenin; lo psicologo Bernard Marx non ha bisogno di commenti; una bambina dice di chiamarsi Polly Trotsky. Si potrebbe scorgere una strana incongruenza tra il culto religioso di Henry Ford e la contemporanea esaltazione di figure legate al Partito Comunista. O forse è proprio la riduzione dell'individuo a un atomo senza valore che accomuna Comunismo e Fordismo? Strano anche il nominativo del Governatore Residente per l'Europa Occidentale, Mustapha Mond (Mustafà nell'edizone italiana), che combina un nome arabo (مصطفى significa "Il Prescelto") con un cognome tedesco (Mond significa "luna"), quasi una macabra profezia della Germania snaturata che abbiamo tutti sotto gli occhi.

Lo strano caso della lettera di Huxley a Orwell

Nel 1949, George Orwell ricevette una lettera dal suo insegnante di francese delle superiori, che era proprio Aldous Huxley. Tutta questa lettera è una pantomima. A quanto ho potuto appurare, Huxley rimproverava ad Orwell l'aver descritto una tirannia che negava l'istinto sessuale e si adoperava per sopprimerne ogni manifestazione. All'autore di Brave New World sembrava impossibile l'esistenza di un'oligarchia il cui simbolo fosse uno stivale che calpesta la faccia dell'Uomo, così teorizzava che sarebbe prima o poi subentrata una diversa concezione della natura umana, caratterizzata dalla fruizione della sessualità e dall'esaltazione del piacere. Seguendo questo link si può leggere il testo della patetica lettera di Huxley: 


Segnalo un post dell'amico Lukha Kremo Baroncinij sul confronto tra i due autori e le rispettive creazioni, che propone riflessioni interessanti - anche se non condivido la conclusione: 


Le perplessità di Adorno

Ha espresso lievi dubbi sull'opera di Huxley il filosofo tedesco di origine ebraica Theodor Wiesengrund Adorno, quello che riteneva "barbarie" poetare dopo Auschwitz:

«Huxley si schiera con coloro che all'era industriale rimproverano non tanto la disumanità quanto la decadenza di costumi. L'umanità viene posta dinanzi alla scelta tra la ricaduta in una mitologia che a Huxley stesso pare discutibile e un progresso verso una compatta illibertà della coscienza. Non resta nessun spazio per un concetto dell'uomo che non si esaurisca né nella coercizione del sistema collettivistico né nella contingenza del singolo. La costruzione di pensiero che denuncia lo Stato universale totalitario mentre esalta retrospettivamente l'individualismo che vi portò, è totalitaria essa stessa».  

A dire il vero, mi pare che l'autore de Il Mondo Nuovo non disapprovasse affatto la decadenza dei costumi, ma anzi la esaltasse con ogni mezzo, rendendo la pedofilia pervasiva e imperante. È sotto gli occhi di tutti: pedofilia à gogo in intere pagine del libro. Si nota in tutto il testo quella che si può definire orrenda compiacenza al Male. Se devo essere franco, non mi pare neppure che Brave New World esalti in qualunque misura l'individualismo. Coloro che reputano l'individualismo come fondamento del mondo fordiano propagandano un mito memetico senza alcuna rispondenza con la realtà. Forse è stato proprio Adorno a formare per primo questo meme, che ha trovato la propria strada. Dove diavolo sarebbe mai questo individualismo nel tessuto del Mondo Nuovo? Nella costruzione huxleyana, che è senza dubbio totalitaria, l'individuo è un atomo all'interno di una struttura produttiva che annienta ogni idea personale, in cui vige l'obbligo di copulare ad ogni costo: il piacere è utilizzato come narcotico. Questa è una citazione significativa: 

«Ora - questo è il progresso - i vecchi lavorano, i vecchi hanno rapporti sessuali, i vecchi non hanno un momento, un attimo da sottrarre al piacere, non un momento per sedere e pensare; o se per qualche disgraziata evenienza un crepaccio s'apre nella solida sostanza delle loro distrazioni, c'è sempre il "soma", il delizioso "soma", mezzo grammo per un riposo di mezza giornata, un grammo per una giornata di vacanza, due grammi per un'escursione nel fantasmagorico Oriente, tre per una oscura eternità nella luna; donde si ritorna per trovarsi dall'altra parte del crepaccio, sicuri sul terreno solido giornaliero e della distrazione correndo da cinema odoroso a cinema odoroso, da ragazza a ragazza pneumatica, dal campo di golf elettromagnetico a...»

Sorge il dubbio, a mio avviso legittimo, che Adorno non abbia letto il libro di Huxley, accontentandosi di un sunto fuorviante. Secondo alcuni autori, tra cui anche l'ottimo Kremo Baroncinij, è proprio l'uso del piacere come sedativo a segnare la differenza tra dittature come il Nazionalsocialismo, fondate sulla paura, e la distopia di Huxley. Non si tiene però conto di una cosa: nell'anno 632 dell'Era di Ford non c'erano più nemici da perseguitare e da uccidere. Con la fine di ogni opposizione interna ed esterna, a seguito della Guerra dei Nove Anni, ogni uso della paura come strumento di governo era semplicemente diventato superfluo, obsoleto.

Ritorno al Mondo Nuovo 

Negli anni della Beat Generation, un ventennio dopo la pubblicazione di Brave New World, Huxley fu attratto da una conventicola di fellatrici e di drogati dediti ai trip con l'LSD che lo indussero a rinnegare il nucleo del suo pensiero. Fu così che l'autore per sopravvivere nel nuovo contesto e ottenere favori sessuali da frivole donzelle, pensò di alterare in modo sostanziale l'interpretazione del Mondo Nuovo. Ormai il cervello dell'autore era completamente spappolato dalle continue e morbose suzioni a cui erano sottoposti i suoi genitali: ad ogni orgasmo un coacervo di materia grigia gli veniva drenato dal cranio e finiva spruzzato nelle bocche delle sue amanti. Alla fine la sua mente, distrutta dagli allucinogeni e dai pompini, è collassata assieme ai suoi ultimi residui di senso della realtà. Non potendo sopportare il peso della sua opera del 1932 e delle responsabilità morali che questa comportava, nel 1958 Huxley sentì il bisogno di pubblicare un patetico e illeggibile Ritorno al Mondo Nuovo (Brave New World Revisited). Non si tratta in realtà di un nuovo romanzo, ma di una raccolta di saggi per spiegare il proprio pensiero politico e sociale, definendo "terribile" ciò che negli anni '30 riteneva auspicabile. Saggi estremamente pesanti e innervati dall'ipocrisia. Che il delirante britannico sia stato idealizzato dai lotofagi che lo avevano indotto a fulminarsi il cervello, è certo una cosa che fa pensare.

La lingua Zuñi

Un merito davvero notevole a parer mio il malfattore Aldous Huxley l'ha seppur involontariamente avuto. Ha attratto l'attenzione sulla lingua degli Zuñi, riportando due frasi pronunciate dal "selvaggio" protagonista del romanzo. Le frasi in questione sono le seguenti:

Ai yaa tákwa! 

Háni! Sons éso tse-ná.

Orbene, va precisato che non è facile procurarsi informazioni dettagliate su questa lingua, tuttavia da ciò che si può conoscere non sembra che queste esclamazioni abbiano un senso compiuto in genuino Zuñi. Anche la trascrizone usata da Huxley potrebbe essere fuorviante.

Secondo alcuni internauti, che non sono esattamente esperti di questa lingua amerindiana, "sons éso tse-ná" significherebbe "egli ha sputato per terra". Tuttavia si capisce subito che questa è un'assurdità dedotta dallo stesso testo, in cui si riporta la sequenza «"Sons éso tse-ná" And he spat on the ground». Non si trova una risposta chiara al problema, in ogni caso Huxley non conosceva affatto quella lingua. 

A quanto ho potuto apprendere nel corso delle mie indagini, il pronome di prima persona plurale è son "noi" (alcuni danno hon), mentre e-so significa "sì, davvero"; la sequenza son-s e-so è genuina e può essere glossata in inglese come "Yea, let us, verily!" Non sono riuscito a reperire la parola háni tal quale. Potrebbe essere hanni "fratello" (di donna); "sorella" (di donna). Forse l'autore ha preso la parola da un dizionario succinto, senza ulteriori considerazioni, trascrivendola in modo grossolano, pensando che fosse una semplice traduzione di brother e ignorando che si usa soltanto in riferimento a una donna. Infatti "fratello minore di uomo" è suwe, "fratello maggiore di uomo" è baba, mentre "sorella di uomo" è ikina. L'uso di questa parola potrebbe essere un insulto nella Societas Fordiana, proprio come "padre" e "madre", in quanto riferito all'antica procreazione "vivipara". Non sono stato in grado di trovare una credibile identificazione di tse-ná; un internauta glossa queste sillabe come "Be it so!", cosa che potrebbe anche essere implausibile (al momento non ha riscontro). Non sembra avere miglior fortuna tsenna "freddo". Sono piuttosto scettico sul fatto che nell'idiomatica degli Zuñi "freddo" si usi per "ostile": forse si tratta di un calco? 

La lingua Zuñi è isolata, non ha alcun parente noto nell'intero novero delle lingue amerindiane. Credo proprio che non sia peregrino pensare che possa discendere direttamente dalla lingua che parlarono i cannibali Anasazi. Va ricordato che Anasazi non è il nome vero (endoetnico) di tale popolo, ma un epiteto attribuito loro dai Navaho (Navajo). I Navaho sono un popolo di etnia Athapaska giunto dal lontano Canada, una realtà intrusiva nella terra dei Pueblos. Nella lingua Zuñi si trovano alcuni interessanti prestiti dal Nahuatl, che talvolta sono condivisi dal Keres e dal Navaho (Diné). Così bitsu:di "maiale" deriva dal Nahuatl pitzotl /'pitsu:tɬ/, che è giunto anche nel Navaho come pitsooti. Non mancano poi i prestiti dallo spagnolo, spesso quasi irriconoscibili, come ad esempio kyane:lu "pecora" < sp. carnero.

Fornisco i link a due succinti vocabolari, a un brevissimo frasario e ad alcune traduzioni di passi biblici in questa lingua: