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martedì 19 luglio 2022

 
IL PIANETA PROIBITO 

Titolo originale: Forbidden Planet 
Lingua: Inglese 
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1956
Durata: 98 min
Genere: Fantascienza, avventura 
Sottogenere: Esplorazione spaziale, civiltà scomparse,
    robot 
Regia: Fred M. Wilcox
Soggetto: da una storia di Irving Block e Allen Adler
Sceneggiatura: Cyril Hume
Produttore: Nicholas Nayfack
Casa di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer
Distribuzione in italiano: Metro-Goldwyn-Mayer
Fotografia: George J. Folsey
Montaggio: Ferris Webster
Effetti speciali: A. Arnold Gillespie, Joshua Meador,
     Warren Newcombe, Irving G. Ries
Musiche: Bebe Barron, Louis Barron
Scenografia: Cedric Gibbons, Arthur Lonergan,
    Hugh Hunt, Edwin B. Willis
Costumi: Walter Plunkett, Helen Rose
Trucco: William Tuttle, John Truwe
Interpreti e personaggi:
    Walter Pidgeon: Dott. Edward Morbius
    Anne Francis: Altaira "Alta" Morbius
    Leslie Nielsen: Comandante John J. Adams
    Warren Stevens: Tenente "Doc" Ostrow
    Jack Kelly: Tenente Jerry Farman
    Richard Anderson: Ingegnere Capo Quinn
    Earl Holliman: Cuoco di bordo
    George D. Wallace: Nostromo
    Robert Dix: Marinaio Grey
    Jimmy Thompson: Marinaio Youngerford
    James Drury: Marinaio Strong
    Harry Harvey Jr.: Marinaio Randall
    Roger McGee: Marinaio Lindstrom
    Peter Miller: Marinaio Moran
    Frank Darro: Robby il robot (Robby the Robot)
    Les Tremayne: Voce narrante
Doppiatori italiani:
    Roldano Lupi: Dott. Edward Morbius
    Luisella Visconti: Altaira "Alta" Morbius
    Carlo D'Angelo: Comandante John J. Adams
    Riccardo Cucciolla: Tenente "Doc" Ostrow
    Paolo Ferrari: Tenente Jerry Farman
    Nino Dal Fabbro: Ingegnere Capo Quinn
    Nino Manfredi: Cuoco di bordo
    Carlo Hintermann: Nostromo
    Alberto Lupo: Robby il robot (Robby the Robot)
    Guido Notari: Voce narrante
Titoli in altre lingue:
   Tedesco: Alarm im Weltall
   Francese: Planète interdite
   Spagnolo: Planeta prohibido
   Rumeno: Planeta interzisă
   Polacco: Zakazana planeta
   Russo: Запретная планета
   Svedese: Förbjuden värld
   Finlandese: Kielletty planeetta
   Turco: Meçhul Dünya
Budget: 1.968.000 dollari US
Box office: 2.765.000 dollari US

Trama:
XXIII secolo. Dopo un viaggio durato più di un anno, l'astronave dei Pianeti Uniti (United Planets) C-57D giunge sul lontano pianeta Altair IV. Il compito assegnato al suo equipaggio è chiarire il destino dell'astronave Bellerophon, inviata un ventennio prima. Il Dottor Edward Morbius, uno degli scienziati della spedizione originale, avverte il Comandante John J. Adams della C-57D di non atterrare, per ragioni di sicurezza. L'avvertimento viene ignorato e l'atterraggio ha luogo. Il Comandante Adams, il Tenente Jerry Farman e il Tenente "Doc" Ostrow vengono accolti dal robot Robby, che li trasporta alla residenza del Dottor Morbius. Lo scienziato espone i fatti, dicendo che tutti gli altri membri della sua spedizione finirono uccisi, uno per uno, da una "forza planetaria" invisibile, con l'astronave Bellerophon vaporizzata mentre gli ultimi sopravvissuti cercavano di scappare. Solo il Dottor Morbius, sua moglie (poi morta per cause naturali) e la loro figlia Altaira erano in qualche modo immuni a questa disgrazia, così simile a quella che aveva colpito Sodoma. Il Dottor Morbius si offre di aiutare l'astronave a tornare a casa, ma il Comandante Adams, ammiratore della macchina burocratica e di mente molto ristretta, dice che deve ricevere ulteriori istruzioni dalla Terra. Il giorno successivo, il Comandante Adams trova il Tenente Farman che bacia Altaira alla francese, una vera e propria battaglia di lingue libidinose! Furioso a causa del suo puritanesimo, rimprovera il Tenente Farman e critica Altaira per aver indossato abiti succinti e per essersi comportata in modo lascivo. Quella stessa notte, un intruso invisibile sabota le apparecchiature di comunicazione a bordo dell'astronave. La mattina successiva, il Comandante Adams e il Tenente Ostrow si recano alla residenza del Dottor Morbius per discutere dell'intrusione. Durante l'attesa, il Comandante Adams si imbatte nella seducente Altaira che nuota, non facendo nulla per nascondere la propria assenza di inibizioni. Dopo che lei ha indossato un vestito nuovo e meno attillato, il Comandante Adams si scusa per il suo comportamento nei suoi confronti. I due si baciano lingua in bocca. Vengono improvvisamente attaccati dalla tigre domestica di Altaira e il Comandante Adams è costretto a disintegrarla con il suo folgoratore.
Il Dottor Morbius appare e rivela al Capitano Adams e al Tenente Ostrow che ha studiato gli artefatti dei Krell, una razza altamente avanzata che si estinse misteriosamente in una sola notte 200.000 anni prima. Uno di questi dispositivi migliora l'intelletto ed è stato utilizzato dallo scienziato, che sopravvisse a malapena all'esperienza, ottenendone però il raddoppiamento della sua capacità intellettuale. Un'altra meraviglia è una vasta macchina sotterranea grande 8.000 miglia cubiche (circa 33.000 km3), ancora funzionante, alimentata da 9.200 reattori termonucleari. Il Comandante Adams dice al Dottor Morbius che deve condividere queste scoperte con la Terra. Tuttavia lo scienziato rifiuta, dicendo che "l'Umanità non è ancora pronta a ricevere un potere così illimitato".
Il Comandante Adams erige campo di forza attorno all'astronave, come barriera impenetrabile, ma l'intruso invisibile passa facilmente attraverso e uccide brutalmente l'Ingegnere Capo Quinn, che stava riparando l'attrezzatura di comunicazione danneggiata. Il Dottor Morbius avverte il Comandate Adams della sua premonizione di ulteriori attacchi mortali. Quella notte, l'intruso viene rilevato mentre si avvicina. Il suo profilo e le sue caratteristiche diventano visibili quando entra nel campo di forza e gli vengono sparati ripetuti colpi dei folgoratori, con scarsi risultati. La cosa aliena uccide il Tenente Farman e altri due membri dell'equipaggio. Quando il Dottor Morbius viene svegliato dalle urla di Altaira, la creatura svanisce improvvisamente.
Il Comandante Adams cerca di convincere Altaira ad andarsene. Il Tenente Ostrow si allontana di soppiatto e usa il potenziatore dell'intelletto Krell, venendone ferito a morte. Prima di spirare, informa il suo Comandante che lo scopo della macchina sotterranea era creare qualsiasi cosa con il semplice pensiero, ovunque sul pianeta. Tuttavia, dice anche che i Krell hanno dimenticato una cosa: la formazione dei "Mostri dall'Id". La macchina ha dato libero sfogo ai desideri subconsci dei Krell con un potere illimitato, provocandone infine l'estinzione. Il Comandante Adams deduce che il subconscio del Dottor Morbius ha creato la cosa aliena che ha ucciso i membri della spedizione originale e ha attaccato il suo equipaggio; lo scienziato si rifiuta però di credergli.
Altaira dice al Dottor Morbius che lascerà Altair IV con il Comandante Adams, che ha un cazzone grosso, durissimo e duraturo. Il robot Robby rileva la creatura che si avvicina; il Dottor Morbius le ordina di ucciderlo, ma il robot sa che il mostro è Morbius stesso, così si spegne, essendo programmato per non uccidere mai un essere umano (sono le Leggi della Robotica Asimoviana!). Il Comandante Adams, Altaira e il Dottor Morbius si nascondono nel laboratorio dei Krell, ma la creatura riesce a dissolvere le robuste porte di acciaio. Lo scienziato finalmente accetta la verità, affrontando e rinnegando il suo altro sé: viene ferito a morte dalla creatura prima che questa svanisca. Prima di trapassare, fa attivare al Comandante Adams un sistema di autodistruzione planetaria, avvertendo che tutti devono allontanarsi all'istante nello spazio profondo. Finalmente a distanza di sicurezza, il Comandante Adams, la libidinosa Altaira, il robot Robby e l'equipaggio sopravvissuto assistono alla distruzione di Altair IV. Il Comandante rassicura Altaira dicendole che tra circa un milione di anni la razza umana si troverà al livello di progresso tecnologico in cui stavano gli estinti Krell. Si abbracciano mentre l'astronave C-57D torna sulla Terra. 


Recensione:

Senza dubbio Forbidden Planet è considerato una pietra miliare della filmografia fantascientifica. Diciamo che non mi è dispiaciuto, ma non è neppure tra i miei preferiti. In generale, non vado matto per i robot: la mia immaginazione tende a vedere tali manufatti come barattoli, non certo come cose in grado di far sognare. 
L'ambientazione è abbastanza ragionevole. La stella Altair dista solo 17 anni luce dalla Terra, ed è una delle stelle più vicine a noi. La sua massa è 1,8 volte quella del Sole e 11 volte più luminosa. È la dodicesima stella più luminosa nel cielo notturno. Tuttavia, allo stato delle conoscenze aggiornato al 2021, non ha pianeti conosciuti. Il futuro ci potrebbe comunque riservare interessanti sorprese, visto che di pianeti inattesi e stranissimi ne vengono scoperti ogni giorno che passa. Potrebbe darsi che con nuove tecniche, qualcosa salti fuori anche intorno ad Altair.   
Questo film ha segnato una sorta di spartiacque: è stato uno dei primi progetti di fantascienza ad aver ricevuto un budget elevato. Il genere era stato raramente preso sul serio dai dirigenti degli studi cinematografici, tanto che per inveterata tradizione i film di fantascienza in genere ricevevano budget a dir poco striminziti, spesso quasi assenti. Il successo di critica di questa pellicola convinse molti produttori che il finanziamento adeguato fosse la chiave per assicurare successo alla fantascienza. Lo storico del cinema Ben Mankiewicz ha affermato che il successo di Fordibben Planet ha reso possibili futuri film di fantascienza ad alto budget. 
Si segnala un Leslie Nielsen non ancora canuto, che fa faville nella parte del Comandante Adams. Questo è stata la sua prima interpretazione come protagonista.

Promozione

Il famoso poster del film mostra un robot minaccioso che trasporta una bella ragazza in difficoltà: un punto fermo dei manifesti dei film di mostri degli anni '50. In realtà, nessuna scena del genere si verifica nel film stesso e il robot ritratto nel poster è Robby the Robot, che il pubblico ha trovato "simpaticissimo". 
La copertina avvolgente dell'edizione speciale a due dischi del 50° Anniversario presenta invece Robby che trasporta una figura maschile in uniforme verde, "Doc" Ostrow, che muore dopo aver rivelato la sua scoperta dei segreti dei Krell. 

Dotti riferimenti mitologici

La nave dei coloni Bellerophon prende il nome da un eroe greco. Secondo la mitologia greca, il Re Proteo mandò Bellerofonte dal re Iobate per consegnare un messaggio sigillato e lui non sapeva cosa dicesse. Il messaggio ordinava al Re Iobate di uccidere il portatore del messaggio, anche se alla fine ciò non accadde. L'astronave Bellerophon trasportava il Dottor Morbius che, senza saperlo, era destinato a provocare la morte dei coloni e la distruzione del veicolo spaziale. Pertanto, come l'eroe, la spedizione portava con sé lo strumento stesso del proprio annientamento. 

Il Pianeta Proibito, Shakespeare e i deliri gender

Riferendosi a Robby the Robot, il cuoco a un certo punto chiede: "Ehi, dottore, è un maschio o una femmina?" Sebbene questa frase sia intesa soltanto un'amena curiosità ("Ha il pistolino o la fessurina?"), viene da molti considerata come riferimento alla storia del materiale originale di questo film, ossia l'opera teatrale di William Shakespeare La Tempesta (1611). Robby the Robot è un analogo del personaggio di Ariel. Orbene, secondo le convulsionarie radical-femministe politically correct woke autorazziste, Ariel sarebbe uno dei primi esempi di casting senza distinzione di genere nella storia del teatro occidentale. Non curandosi del fatto che Shakespeare descrive Ariel come un maschio ("to thy strong bidding / task Ariel and all his quality"), lo ritengono un transessuale intersessuale gender-fluid e strepitano vanamente sulla sessualità di un robot. Possa Belzebù gettarle nel più profondo pozzo dell'Inferno, al di sotto di Giuda Iscariota!

Psicoanalisi a tambur battente

Le sequenze sono pervase da una fede assoluta nel potere dell'Inconscio, che influirebbe sull'Universo arrivando a materializzare oggetti e creature. Cos'è l'Id di cui parla tanto spesso il Dottor Morbius? È il cosiddetto Es. L'etimologia di questi termini non è difficile: id è il pronome latino che significa "esso" e che corrisponde al pronome tedesco es. Secondo la contorta teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, l'Es è quella istanza intrapsichica che "rappresenta la voce della natura nell'animo dell'uomo", ossia "un insieme di desideri istintivi non coordinati". Si suppone che l'Es sia la fonte dei bisogni e dei desideri corporei, degli impulsi e dei desideri emotivi, in particolare dell'aggressività e della libido (desiderio sessuale). Quindi anche il desiderio di leccare orifizi vi è incluso. Secondo il Dottor Morbius, il Mostro dell'Id si riferisce ai pensieri irrazionali e subconsci di qualsiasi essere sensibile e intelligente, come un ricordo lontano ma ancora latente della bestia primitiva da cui sono emerse tutte le razze, che vive nella mente razionale per essere una figurazione dello scatenato e incontrollato istinto dove mancano valori morali e ideali. 
Un risvolto incredibilmente comico: il ruggito del Mostro dell'Id è identico al ruggito del Ciclope ne Il 7° viaggio di Sinbad (The 7th Voyage of Sinbad, 1958), diretto da Nathan Juran (nato Naftuli Hertz Juran). 


Le Tre Leggi della Robotica

Questo film di Wilcox è la prima trasposizione cinematografica delle famose Leggi della Robotica enunciate da Isaac Asimov. Le enunciamo brevemente in questa sede:

1. Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Questa è la versione originale:

1. A robot may not injure a human being or, through inaction, allow a human being to come to harm.
2. A robot must obey any orders given to it by human beings, except where such orders would conflict with the First Law.
3. A robot must protect its own existence as long as such protection does not conflict with the First or Second Law. 


Quando Asimov enunciò queste leggi, era convinto che il termine "robotica" esistesse già. Invece lo aveva coniato lui. Certo, il celebre divulgatore scientifico doveva essere abbastanza disattento: non si è accorto nemmeno che suo figlio David gli aveva installato in casa un'industria di produzione e processamento di materiale pedopornografico! 

Una contraddizione legata alla Robotica 

Veniamo ora a una singolare contraddizione che ha a che fare con i postulati asimoviani. Quando il Dottor Morbius ordina a Robby di sparare con il folgoratore contro il Comandante Adams, il robot inizia a cortocircuitare. Il Dottor Morbius dice che se gli fosse permesso di continuare, ciò "farebbe saltare ogni circuito del suo corpo". Robby sperimenta la stessa inibizione proprio questo quando gli viene ordinato di uccidere il Mostro dell'Id, che crede essere lo stesso Dottor Morbius. Eppure alla fine è proprio il robot l'astronauta ai comandi della nave in fuga. Non è chiaro come sia stato ricostruito Robby, dal momento che il Dottor Morbius è morto e che l'equipaggio chiaramente non ha la capacità di ricostruire i suoi circuiti. In realtà il Mostro dell'Id non era lo stesso Morbius. Se era un costrutto del suo subconscio, non poteva essere una trasformazione fisica del suo corpo. Il Mostro era come una pistola o un altro tipo di arma e poteva essere distrutto da Robby come qualsiasi altro artefatto umano.

L'Oblio come destino universale 

Il tristissimo fato della civiltà scomparsa dei Krell offre molti spunti per annichilenti meditazioni sulla natura labile dell'Informazione. Questo possiamo dire per certo: non c'è architettura edificata dall'Intelligenza, sia essa umana o meno, che non sia destinata a dissolversi nel rumore di fondo di questo Universo in sfacelo. La Morte Termodinamica inghiottirà ogni cosa. Il Comandante Adams è incapace di afferrare questi concetti. La sua mentalità è positivista, fondata sulla fede indefettibile nel progresso illimitato del genere umano. Questo lo porta a minimizzare la perdita del patrimonio scientifico e culturale dei Krell, credendo che tanto la specie Homo sapiens riuscirà col tempo a raggiungere gli stessi livelli. Il militare non riesce nemmeno a capire che non sarebbe la stessa cosa, che non si tratta di due realtà intercambiabili. Ciò che è andato perduto non è più recuperabile. Ciò che prima era organizzato, adesso è attrito, è calore disperso, è disordine, è diventato privo di qualsiasi significato riconoscibile.    

La Nave di Teseo

Una macchina a forma di culo, pardon, di cubo, che è centrale nella trama del film, è l'incarnazione di un esperimento concettuale denominato "La Nave di Teseo". Questa macchina Krell, che da 2.000 secoli si mette a punto, si lubrifica e sostituisce da sé le parti usurate, solleva la domanda filosofica rivolta inizialmente alla nave di Teseo, le cui parti furono completamente sostituite durante le sue peregrinazioni: "È ancora lo stesso oggetto di quello originale dopo tutte le modifiche che sono state apportate?" Lo stesso discorso vale per ogni corpo umano o animale. In un corpo umano, il tasso di ricambio è tale che si formano 4 milioni di cellule nuove ogni secondo. Anche se la maggior parte dei neuroni e altri tipi di cellule (come quelle del cristallino dell'occhio) non subiscono un simile ricambio, la domanda resta. Sono ancora lo stesso individuo che ero vent'anni fa, se gran parte delle mie cellule nel frattempo sono state sostituite?  


Un riferimento criptico 

Quando il Dottor Morbius sta dimostrando le capacità di Robby, gli fa sparare con un folgoratore contro un fiore chiamato Althea frutex (Hibiscus syriacus). Questa pianta è un arbusto deciduo i cui fiori sono spesso di colore rosa. È il fiore nazionale della Corea del Sud e in coreano si chiama mugungwha. Questa parola è basata sulla parola coreana mugung che significa "eternità" o "abbondanza inesauribile", l'ultima delle quali è un tema del film. Non bisogna mai sottovalutare l'ingegno dei cineasti. 

Il Pianeta proibito e Star Trek

Il creatore di Star Trek, Gene Roddenberry, ha dichiarato che il film di Wilcox è stato una grande ispirazione per la sua serie. Forse non a caso, Warren Stevens, che qui interpreta il Tenente "Doc" Ostrow, sarebbe poi stato una guest star nell'episodio Con qualsiasi nome (By Any Other Name, 1968), dove gli alieni Kelvan, proprio come i Krell di Forbidden Planet, erano immaginati con una forma estremamente diversa da quella umanoide, anche se non sono mai stati mostrati con le loro vere sembianze. 1701, che è il numero di serie della Starship Enterprise, deriva presumibilmente dalle ore 17:01 mostrate dall'orologio quando l'astronave C-57D entra in orbita attorno al pianeta Altair IV. 
Possiamo dire che Il Pianeta Proibito è stato fonte di ispirazione per Star Trek sotto molti aspetti: il giovane equipaggio con un comandante molto giovane, la nave rotonda come una ghiotta torta, il capitano che porta la ragazza su altri pianeti sperando di poterle strusciare il mazzone sulle morbide tette, i comunicatori wireless (tanto strombazzati come antesignani del telefono cellulare, pur essendo soltanto walkie-talkie), le armi elettroniche portatili e le rigide regole per i viaggi spaziali (bisogna pisciare in un sacchetto, etc.). 

Il Pianeta Proibito e Lost in Space 

Robert Kinoshita (pron. Kinoshta), a cui è attribuita la costruzione di Robby the Robot, è stato anche direttore artistico della serie TV Lost in Space (1965). Molte delle caratteristiche del robot di Lost in Space sono simili a quelle di Robby: testa di vetro con elementi animati; orecchie dell'antenna rotanti (sebbene le orecchie del robot di Lost in Space si muovessero raramente dopo l'episodio pilota); bocca lampeggiante; pannello sul petto con più elementi animati. Del resto, gran parte della disposizione dell'astronave di Forbidden Planet è rispecchiata da Jupiter 2 di Lost in Space: forma a disco; carrello di atterraggio/scale di ingresso integrali; cupola esterna inferiore con luci animate; stazione di navigazione centrale con cupola in plexiglas; ibernacoli verticali disposti lungo il perimetro. Inoltre, Robby e il robot di Lost in Space hanno avuto un paio di "riunioni di famiglia" in due episodi della serie di Kinoshita: War of the Robots (1966) e Condemned of Space (1967). Detto questo, non ho mai visto un solo episodio di Lost in Space e non mi attira nemmeno.

Censura 

L'abito succinto indossato da Anne Francis è considerato il primo ad essere mostrato in un film di Hollywood. Questo fece sì che il film fosse bandito in Spagna, dove non venne proiettato fino al 1967. La causa del bando è stata la dittatura iper-puritana del Generale  Francisco Franco, fissato con la repressione di ogni manifestazione di sessualità: secondo il suo pensiero era "sporco e osceno" che una donna indossasse un miniabito per mettere in mostra le gambe. Quando il Caudillo morì, i costumi in Spagna subirono drastici e rapidissimi mutamenti: nacque la movida, con donne che invitavano in casa qualunque uomo capitasse loro a tiro, facendosi penetrare nel retto e lasciare lo sperma tra le feci! Pochi si rendono conto che proprio a causa della reazione al regime franchista, la Spagna ha smesso di essere un paese cristiano. 


Curiosità

Oltre ad animare il mostro che invade il campo, l'artista dei Walt Disney Studios Joshua Meador ha fornito circa altri 29 effetti di animazione raffiguranti raggi laser e altre forme di energia visiva. 

Il cielo verde ha reso omaggio al romanzo Quando i mondi si scontrano (When Worls Collide, 1933) di Philip Wylie e Edwin Balmer. In esso, il cielo del pianeta alieno primario era verde. Una specie di alghe verdi utilizzava la luce solare per scindere l’acqua in idrogeno e ossigeno e immagazzinava l'idrogeno in sacche, cosa che gli permetteva di galleggiare nell'aria. 

Mentre in molti film di fantascienza precedenti i terrestri esploravano altri mondi, questo è stato il primo film ad essere ambientato interamente su un pianeta alieno. Sebbene siano presenti numerose sequenze all'aperto, tutte sono state girate all'interno di un palcoscenico in studio, mentre molte riprese di paesaggi esterni sono costituite da dipinti opachi colorati e dettagliati. 

Anne Francis, quella che mostrando le gambe mandò su tutte le furie il Generale Franco, non è mai stata sul set contemporaneamente alla tigre. Se si guarda attentamente, al minuto 27:04 del film, si può vedere la linea di divisione verticale dove due inquadrature separate, una di Altaira e una della tigre, sono unite insieme in un'unica inquadratura. La giunzione viene spostata più volte mentre l'esuberante ragazza attraversa l'inquadratura e la tigre esce dall'inquadratura. 

Utilizzando idee e procedure tratte dal libro La cibernetica: Controllo e comunicazione nell'animale e nella macchina (Cybernetics: Or, Control and Communication in the Animal and the Machine, 1948) del matematico e ingegnere elettrico Norbert Wiener, Louis Barron costruì i propri circuiti elettronici che usò per generare i "bip", sussulti, ronzii, gemiti, pulsazioni, mormorii e strilli. La maggior parte di questi suoni sono stati generati utilizzando un circuito elettronico chiamato "modulatore ad anello". Dopo aver registrato i suoni di base, i due Barron, Louis e Bebe, manipolarono ulteriormente gli impulsi sonori aggiungendo altri effetti, come il riverbero e il ritardo. Per ottenere questi bizzarri risultati, invertirono o modificarono la velocità di determinati suoni. 

Il Pianeta Proibito e il Tenente Colombo 

Quattro membri del cast apparvero successivamente in episodi della serie TV Colombo (Columbo, 1971-1978): Richard Anderson e Leslie Nielsen erano entrambi in Incidente premeditato (Lady in Waiting, 1971) e Nielsen fece anche Doppio gioco (Identity Crisis, 1975); Anne Francis è stata a Colombo: Il filo del delitto (A Stitch in Crime, 1973) e Mio caro nipote (Short Fuse, 1972); Robby the Robot è apparso in Mind Over Mayhem (1974).

domenica 17 luglio 2022


TERRORE NELLO SPAZIO

Titolo originale: Terrore nello spazio
Titolo in inglese (USA): Planet of the Vampires
Titolo in inglese (UK): The Demon Planet
Lingua originale: Italiano, inglese
Paese di produzione: Italia, Spagna
Anno: 1965
Data di uscita: 15 settembre 1965
Durata: 88 min
Colore: Colore
Rapporto: 1,85:1
Genere: Fantascienza, avventura, orrore
Sottogenere: Vampiri spaziali, zombie 
Regia: Mario Bava
Soggetto: Renato Pestriniero (tratto dal racconto
   "Una notte di 21 ore")
Sceneggiatura: Mario Bava, Alberto Bevilacqua,
   Callisto Cosulich, Antonio Romàn, Rafael J. Salvia,
   Ib Melchior (nella versione americana)
Produttore: Fulvio Lucisano
Produttore esecutivo: Samuel Z. Arkoff, Salvatore
   Billitteri, James H. Nicholson
Compagnie di produzione: Italian International Film;
   Castilla Cooperativa Cinematográfica;
   American International Pictures
Distribuzione (Italia): Società Italiana di Distribuzione
   (SIDIS)
Distribuzione (Spagna): C.B. Films
Fotografia: Antonio Pérez Olea, Antonio Rinaldi
Montaggio: Romana Fortini, Antonio Gimeno
Effetti speciali: Mario Bava, Carlo Rambaldi
Musiche: Gino Marinuzzi
Scenografia: Emilio Zago
Trucco: Gabriella Borzelli, Giancarlo Del Brocco,
    Amato Garbini
Assistente al direttore: Lamberto Bava
Segretario di produzione: Lucio Romeo
Interpreti e personaggi:
    Barry Sullivan: Mark Markary
    Evi Marandi: Tiona
    Norma Bengell: Sanya
    Ángel Aranda: Wess Wescant
    Mario Morales: Eldon
    Stelio Candelli: Brad / Mud
    Franco Andrei: Garr / Bert
    Alberto Cevenini: Toby Markary / Wan
    Fernando Villena: Dott. Karan
    Ivan Rassimov: Carter / Dervy
    Federico Boido: Keir
    Massimo Righi: Capitano Sallas / Nordeg
    Giuseppe Mattei: Brent
    Vito Fasano: membro zombificato dell'equipaggio
        della Galliott
Doppiatori originali:
    Carlo D'Angelo: Mark Markary
    Giancarlo Maestri: Eldon
    Renzo Palmer: Brad
    Gianni Musy: Garr
    Michele Malaspina: Dott. Karan
    Giulio Bosetti: Astronauta
Titoli in altre lingue:
    Tedesco: Planet der Vampire
    Spagnolo: Terror en el espacio
    Francese: Le Planète des vampires
    Portoghese (Brasile): O Planeta dos Vampiros
    Russo: Планета вампиров
Budget: 200.000 dollari US
Box office: 90 milioni di lire italiane (Italia),
     38,2 milioni di pesetas (Spagna), 
     251.000 dollari US (Stati Uniti d'America)

Trama: 
Due gigantesche navi interplanetarie, impegnate in una spedizione nello spazio profondo e inesplorato, ricevono un segnale di soccorso proveniente da Aura, un pianeta inesplorato. Entrambe le navi, la Galliott e la Argos, tentano di atterrare sulla superficie di quel mondo avvolto dalla nebbia. Mentre entrano nell'atmosfera planetaria, l'equipaggio della Argos viene posseduto da una forza sconosciuta che provoca un incoercibile impulso di violenza omicida. Soltanto il Capitano Markary ha la volontà di resistere ed è in grado di costringere tutti gli altri a bordo della sua nave a uscire dal loro stato ipnotico e omicida. Dopo che la Argos atterra in superficie, l'equipaggio sbarca ed esplora l'inquietante paesaggio alla ricerca del Galliott. Nebbie fitte e pulsanti, saturano il terreno, illuminate da colori lattiginosi in continuo cambiamento. Quando finalmente arrivano all'altra nave, gli esploratori scoprono che i membri dell'equipaggio si sono uccisi a vicenda. Il fratello minore di Markary, Toby, è tra i morti. Procedono così a inumare quanti più cadaveri possibile, ma diversi corpi sono rinchiusi all'interno del ponte della nave. Il Capitano Markary parte per prendere gli strumenti necessari ad aprire la stanza sigillata, ma quando torna può solo constatare che i cadaveri sono scomparsi. Alcuni membri dell'equipaggio della Argos vengono trovati morti. Poco dopo, Tiona vede i loro cadaveri camminare sulla nave e rimane paralizzata dal terrore. I morti sono ritornati come zombie! Il Capitano Markary avvisa i sopravvissuti che devono fuggire immediatamente da Aura. Purtroppo la Argos ha subito gravi danni durante l'atterraggio e le riparazioni richiedono tempo. Durante il periodo di attesa che segue si verificano molti altri omicidi. In una registrazione su nastro privata, il Capitano Markary ammette di sospettare che nessuno di loro riuscirà a sopravvivere. Mentre esplora Aura, Wess scopre le rovine di un'astronave colossale a poche miglia dalla Argos. Il Capitano Markary, Sanya e Carter indagano. All'interno del ciclopico derelitto, scoprono i grandi resti scheletrici di un equipaggio di gigantoni, morti da moltissimo tempo. Subito si rendono conto di non essere stati i primi attratti sul pianeta dall'ingannevole segnale di soccorso. A causa dell'improvvida pressione di un pulsante, il Capitano Markary e Sanya rimangono intrappolati all'interno della nave aliena, ma riescono a scappare e tornare sulla Argos. A questo punto si rendono conto che Carter è scomparso inspiegabilmente. Due membri zombificati dell'equipaggio della Galliott, Keir e Sallas, arrivano alla Argos per rubare il dispositivo che permette di respingere i meteoriti. Keir scappa portando via il macchinario e il Capitano Markary combatte contro Sallas, squarciandogli l'uniforme ed esponendo il suo corpo putrescente. Viene a sapere che il cadavere di Sallas è stato manipolato da uno spirito immondo di Aura, il quale gli rivela che le due astronavi sono state attirate sul pianeta appositamente per consentire agli Aurani di fuggire dal loro mondo morente. Con l'equipaggio della Galliott sotto il loro completo controllo, gli Aurani progettano di utilizzare la nave per fuggire sul pianeta di origine della specie umana. Il Capitano Markary giura di fermarli e corre con il suo equipaggio fino alla Galliott per recuperare il congegno che respinge i meteoriti. Hanno successo e riescono a posizionare degli esplosivi nella Galliott. Durante uno scontro con gli Aurani, il Dottor Karan e Tiona vengono uccisi. Il Capitano Markary e Sanya tornano sulla Argos e riescono a scappare mentre la Galliott viene distrutta. Dopo il decollo, tuttavia, si rivelano posseduti dagli Aurani. Questi alieni incorporei chiedono a Wess, l'ultimo sopravvissuto, di unirsi a loro. Wess rifiuta e cerca di sabotare il congegno per respingere i meteoriti, ma si fulmina fatalmente mentre ci sta provando. Poiché il dispositivo è stato rotto irreparabilmente, il Capitano Markary e Sanya decidono di cambiare rotta per un pianeta vicino abitato da umani: la Terra. È l'Anno del Signore 1965.   


Recensione: 
Riconosciuto come uno dei migliori film di fantascienza prodotti in Italia negli anni '60, direi che tutto sommato Terrore nello spazio è più che passabile. Rifulge la saldatura tra fantascienza e l'eterno tema dei Ritornanti, che ha ossessionato il genere umano fin dalle epoche più lontane. Certo, gli effetti speciali sono a dir poco surreali, ma cosa ci si poteva aspettare in quell'epoca? L'ingegnosità nel risolvere situazioni di urgenza è certamente più che lodevole. Non dobbiamo avere timore di parlarne. Soltanto Mario Bava poteva simulare un paesaggio alieno usando caramelle ciucciate e carbone dolce della Befana! Ha obbligato il cast a ciucciare qualche chilo di caramelle dure, facendole poi sputare. Ecco come sono stati realizzati i cristalli alieni! Per le rocce scure invece è stato usato il carbone dolce della Befana, una preparazione semplice e molto comune in Lombardia, che è composta da zucchero, albumi d'uovo, coloranti e aromi (in genere sa di menta). Tutto questo è genio assoluto! E che dire del sublime simbolo sulle uniformi nere lucenti dai bordi dorati? Mirabile reliquia di un'epoca più libera! Oggi tutto ciò non potrebbe più essere fatto, perché soffochiamo sotto il gravame immenso della tirannia del politically correct e della perniciosissima ideologia woke

Un'idea molto interessante

La Terra non è il luogo di origine della specie umana. È soltanto un avamposto di coloni che in seguito hanno perso la memoria storica e la tecnologia. Il vero luogo di origine della specie umana è un pianeta lontano, da cui è iniziata la Diaspora Cosmica, che ha portato all'esistenza di numerosissimi mondi abitati da esseri umani come noi, tutti discendenti da un unico ceppo. Questo stesso assunto del film di Mario Bava è a me particolarmente caro e l'ho usato spessissimo nei miei racconti. Peccato che i fantascientisti classici comprendano poco questi concetti, credendo piuttosto a baggianate come la "convergenza evolutiva". Perché le definisco "baggianate"? Perché sarebbero sommamente improbabili, incompatibili con la teoria della probabilità. Non stiamo parlando di ittiosauri che somigliano a delfini e a pesci, di pterodattili che somigliano a pipistrello e a uccelli. Stiamo parlando di gentlemen perfettamente vestiti e curati, non simili a esseri umani ma assolutamente identici, persino nei pensieri! 


Una religione stoica

Possiamo farci un'idea della religione degli equipaggi della Argos e della Galliott da un'interessante preghera funebre pronunciata durante l'inumazione di un astronauta defunto. Ecco il testo:

"Dio della Materia, che ti manifesti attraverso forze primigenie, fa' che l'uomo spaziale Garr diventi Luce di questa alba serena. A te lo affidiamo perché diventi palpito di un nuovo mondo nascente, atomi tesi a creare nuova Energia."

Si tratta con ogni probabilità di una forma di Stoicismo, non diverso dal pensiero di Marco Aurelio, che era fondato sull'atomismo, ossia sulla perenne ricombinazione delle particelle. Direi che è un esperimento concettuale molto interessante! Quant'era creativa la fantascienza dello scorso secolo e quanto è così spesso pesante quella contemporanea!


Il gigantone morto, Alien e gli Ingegneri

Subito, quando vediamo l'interno del terrificante relitto alieno, le cui proporzioni lasciano senza respiro, la mente va all'istante al celeberrimo film che ha reso immortale Ridley Scott, ossia Alien (1979). Sembra quasi la stessa scena in cui gli esploratori della nave Nostromo, entrati nell'astronave, si trovano davanti al cosiddetto "Space Jockey" (il soprannome idiota gli è stato dato dai fan), un alieno umanoide, colossale e completamente mineralizzato, imprigionato per sempre alla sua postazione di pilota e con un buco nel torace, come se fosse "esploso dall'interno". Qui lo scheletro dell'essere di dimensioni titaniche è riverso sul tavolo di comando. Ci sono meccanismo che si illuminano ancora, alimentati da qualche fonte di energia inestinguibile. Al minimo contatto, partono messaggi sonori, echi spaventosi delle antichissime voci dell'equipaggio. Questi spettri acustici non sono presenti in Alien, tuttavia si trovano in entrambi i "prequel" diretti da Ridley Scott, ossia Prometheus (2012) e Alien: Covenant (2017). Non è cosa da poco!

La natura composita dell'ispirazione di Alien

Sebbene Ridley Scott abbia poi affermato di non aver mai visto il film di Bava prima di realizzare Alien, lo sceneggiatore Dan O'Bannon ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Ero a conoscenza di "Terrore nello spazio", ma non credo di averlo visto fino in fondo. Ne avevo visti alcuni spezzoni e mi colpì perché era evocativo. Aveva la curiosa miscela che si trova in questi film italiani, di una scenografia straordinariamente buona con una mentalità aggressivamente a basso budget." ("I was aware of "Planet of the Vampires," I don't think I had seen it all the way through. I had seen clips from it and it struck me as evocative. It had the curious mixture that you get in these Italian films of spectacularly good production design with an aggressively low budget mentality."). Casualmente, entrambi i film presentavano anche effetti speciali ideati da Carlo Rambaldi. Com'è ovvio, alla coincidenza non ci credo neanche un po': quanto dichiarato da O'Bannon è come minimo incompleto. Contraddice i fatti ricostruibili e provati dalla presenza degli echi spettrali dei gigantoni uditi nel film di Bava. Infatti, decenni dopo, Dan O'Bannon ha infine dovuto ammettere la verità, anche se obtorto collo: "Ho rubato lo scheletro gigante da Terrore nello spazio." 


Curiosità

Questo film ha avuto quindici titoli provvisori prima che la American International Pictures optasse per "Planet of the Vampires". Il titolo originale, il primo di questa estenuante trafila, era "Planet of Terror".

Susan Hart era stata originariamente scelta per il ruolo di Sanya, ma al suo arrivo a Roma, subito dopo la luna di miele con il co-fondatore dell'AIP, James H. Nicholson, è stata esclusa dalla produzione: Samuel Z. Arkoff ha applicato un'innovativa politica aziendale anti-nepotismo, fortemente contraria ai conflitti d'interesse. Susan Hart sospettava anche che ci fosse un altro fattore cruciale nel suo licenziamento: le furiose discussioni sul set tra Barry Sullivan e un membro della produzione non identificato. Fatto sta che Norma Bengell è stata scelta come sua sostituta solo a metà delle riprese. La Hart sarebbe poi apparsa in un altro film di Mario Bava, Le spie vengono dal semifreddo (1966), sebbene la sua unica scena fosse stata riciclata da un'altra pellicola infima, Dr. Goldfoot e il nostro agente 00¼ (1965).

La bionda e seducente Evi Marandi, che ha interpretato Tiona, inizialmente aveva un ruolo più importante, ma la sua parte è stata ridimensionata nelle successive riscritture della sceneggiatura.

Intorno al minuto 41 della versione che ho visionato, si vede Tiona intenta a salvare alcuni record. Sta usando quello che sembra essere uno scanner piano, strumento che è stato inventato solo nel 1975, 10 anni dopo la realizzazione di questo film. Sembra ragionevole ritenere profetico questo contenuto!

Altre recensioni e reazioni nel Web

Sul sito Fantafilm.net si trova una recensione molto interessante, di cui pubblico un estratto.


"Costretto a lavorare con un budget ridotto, Mario Bava sfrutta con intelligenza i risvolti orrorifici del soggetto per trasmettere visivamente il senso del mistero e della minaccia. Con pochi trucchi artigianali il regista crea un mondo silenzioso, soffuso di ombre e di nebbie avvolgenti, pronto ad esplodere ad un bagliore improvviso o ad un grido di terrore: una vera bolgia infernale che dilata le scenografie nel buio ed impasta i colori in una luce irreale. Una soluzione quasi espressionistica che sottolinea il disorientamento dei protagonisti e coinvolge lo spettatore in un crescendo di tensione, fino alla sorpresa finale della rivelazione (anticipata da tanti piccoli indizi apparentemente insignificanti) che Mark e i suoi astronauti non sono uomini della Terra ma alieni essi stessi. Caso più unico che raro per la fantascienza all'italiana, su Terrore nello spazio è stato scritto molto e in termini elogiativi, spesso con l'occhio rivolto al posteriore Alien che ne riprende, con tutta evidenza, alcune situazioni chiave e l'opprimente atmosfera." 


Cineforum Fantafilm 


L'ottima pellicola di Bava è stata proiettata al Cineforum Fantafilm nell'ormai remoto 27 giugno 2005. Ad essere sincero, faccio una grande fatica, a distanza di tanti anni, a riportare alla memoria qualche reminiscenza di quella serata, passata tra colossali libagioni di prosecco e di distillato di malto del Tennessee! Credo proprio di aver dormito per gran parte della proiezione, russando fragorosamente. Il film l'ho visto bene e in stato di relativa sobrietà soltanto in seguito.

sabato 9 luglio 2022


NEL TEMPIO DEGLI UOMINI TALPA

Titolo originale: The Mole People
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1956
Durata: 77 min
Dati tecnici: B/N
     rapporto: 1,37:1
Genere: Fantascienza, orrore
Regia: Virgil W. Vogel
Soggetto: Laszlo Gorog
Sceneggiatura: Laszlo Gorog
Produttore: William Alland
Casa di produzione: Universal Pictures
Fotografia: Ellis Carter
Montaggio: Irving Birnbaum
Musiche: Heinz Roemheld, Hans J. Salter, Herman Stein
Costumi: Jay A. Morley Jr.
Trucco: Joan St. Oegger, Bud Westmore
Interpreti e personaggi:
    John Agar: Dott. Roger Bentley
    Cynthia Patrick: Adad
    Hugh Beaumont: Dr. Jud Bellamin
    Alan Napier: Elinu, il gran sacerdote
    Nestor Paiva: Prof. Etienne Lafarge
    Phil Chambers: Dott. Paul Stuart
    Rodd Redwing: Nazar
    Bill Miller: Ragazzino arabo
    Dr. Frank C. Baxter: Sé stesso
Doppiatori italiani:
    Nando Gazzolo: Dott. Roger Bentley
    Fiorella Betti: Adad
    Bruno Persa: Dott. Jud Bellamin
    Gino Baghetti: Elinu, il gran sacerdote
    Luigi Pavese: Prof. Etienne Lafarge
    Riccardo Mantoni: Dott. Paul Stuart
    Renato Turi: Sharu
    Serena Verdirosi: Ragazzino arabo
    Giorgio Capecchi: Dott. Frank C. Baxter
Titoli in altre lingue:
    Tedesco: In den Klauen der Tiefe
    Francese: Le peuple de l'enfer
    Spagnolo: Bajo el signo de Ishtar 
    Finlandese: Kätketty maailma
    Russo: Подземное население
    Turco: Cehennem Mahlukları

Trama:
Una narrazione del dottor Frank C. Baxter, professore di inglese alla University of Southern California e complottista militante, spiega la premessa del film e il suo fondamento nella realtà. Discute brevemente le teorie della Terra Cava, enunciate da John Symmes e Cyrus Teed, tra gli altri, affermando che le sequenze cinematografiche sono una rappresentazione romanzata di questa "scienza" non ortodossa.
Due archeologi, il Dottor Roger Bentley e il Dottor Jud Bellamin trovano i discendenti dei Sumeri, genti albine che vivono nelle profondità della Terra e tengono in schiavitù gli Uomini Talpa, umanoidi mutanti impiegati per raccogliere i funghi che servono come fonte primaria di cibo. Gli antenati di questi Sumeri albini si trasferirono nel sottosuolo dopo le inondazioni catastrofiche che avevano colpito l'antica Mesopotamia. Trovarono un ambiente molto ostile alla sopravvivenza, riuscendo con grande fatica ad adattarsi. Da allora non hanno avuto alcun contatto con il mondo esterno. Hanno tramandato un'idea singolare: sono convinti di essere gli ultimi esseri umani sopravvissuti alla catastrofe. Per questo motivo, dapprima credono che gli archeologi giunti dalla superficie della Terra siano spiriti maligni da distruggere. Poi, di fronte alla manifestazione di un potere loro sconosciuto, si convincono che siano messaggeri di Ishtar, la loro Dea. Esseri divini, non umani.
Queste persone vivono sottoterra da così tanto tempo e sono indebolite a tal punto da non sopportare la vista della luce proveniente dalla torcia degli archeologi. Ogni volta che la popolazione dei Sumeri aumenta, sacrificano giovani donne nel Fuoco di Ishtar - un cunicolo da cui giunge la luce del sole, i cui effetti sono tossici e letali. Tuttavia, c'è tra loro una ragazza di nome Adad con la pelle della naturale tonalità caucasica, che viene disprezzata dagli altri poiché ha il "marchio dell'oscurità". Quando uno degli archeologi viene ucciso da un uomo talpa, accade che Elinu, il Sommo Sacerdote, si rende conto all'improvviso che i nuovi arrivati non sono affatto dei, bensì semplici mortali. Ordina così la loro cattura e prende la loro torcia per controllare il Popolo Talpa, non sapendo che nel frattempo la batteria si è esaurita. Gli archeologi vengono quindi inviati al Fuoco di Ishtar proprio mentre l'obbrobrioso Popolo Talpa si ribella. Adad si reca nel cunicolo sacro ad Ishtar, solo per rendersi conto che si tratta davvero di luce naturale proveniente dalla superficie e che gli uomini sono sopravvissuti all'esposizione. Adad e gli archeologi risalgono quindi in superficie, in fretta e furia. Sfortunatamente, durante la loro risalita si verifica un devastante terremoto. Inorridita di fronte al mondo sconosciuto che vede per la prima volta, con quell'immensità che è il cielo, Adad è invasa dal terrore assoluto; decide improvvisamente di tornare a casa sua ma muore schiacciata da un pilastro che le cade addosso. Del mondo dei Sumeri albini non resta così traccia alcuna: sono scomparsi nel Nulla! 


Recensione: 
Diamine, posso garantire che non ci sono molti film sui Sumeri! Mi dispiace molto che uno di quei pochi sia una simile pataccata. Eppure anche le pataccate prodotte in quegli anni ormai lontani erano spesso ricche di spunti filosofici. Non ci si stanca mai di riflettere quando le si guarda, spinti dallo schifo verso un presente insensato. Le meditazioni in cui mi sono impegnato guardando la pellicola di Vogel riguardano una varietà di argomenti come la pluralità dei mondi, il Multiverso, la solitudine del genere umano nel Cosmo. Sono tutte questioni che non possono conoscere soluzione alcuna, perché nell'Esistenza la logica non la fa da padrona.  
Gli Uomini Talpa, chiamati Tenebriani (ossia "Figli delle Tenebre") nella versione in italiano, sono goffi e deformi, rachitici, scuri come la pece. Sono ripugnanti ma abbastanza inoffensivi. I Sumeri albini esercitano su di loro una rara efferatezza, applicano sistemi draconiani, percuotendoli fino alla morte e arrivando persino ad impedire loro di nutrirsi. Memorabile è il ritrovamento di due scheletri di Tenebriani incatenati, i cui teschi oblunghi mostrano i segni di spaventose torture e di una morte violenta. Vite spezzate, macinate dal Moloch del lavoro, in una società in cui ogni insubordinazione comporta la pena capitale. 
Le sequenze ci svelano numerose perle e meraviglie. Notevoli le danzatrici con i capelli tinti di nero! E che dire della pettinatura modernissima della bionda ed esuberante Adad? Non fa nulla per nascondere di essere una diva di Hollywood! Che dire poi della dieta a base di funghi grotteschi? I bicchieri a tavola sono splendidi e di foggia moderna, pur contenendo a quanto pare soltanto acqua di fonte. Davvero notevole è il colpo di genio dei funghi, che in qualche modo apportano i nutrienti necessari e permettono di fissare la vitamina D in condizioni di totale assenza della luce solare, evitando ai Sumeri albini di soccombere alla decalcificazione delle ossa.  


Il problema della lingua

Qualche commentatore ha schernito questo film facendo notare che i Sumeri parlerebbero perfetto inglese. In realtà non è affatto così. Quando gli archeologi sono portati al cospetto del Sommo Sacerdote Elinu e del Re, viene spiegato l'arcano. Il Re è incuriosito dagli intrusi. Ecco il dialogo, altamente significativo: 

Il Sommo Sacerdote Elinu: "Ecco, o Re, coloro che vennero catturati nelle ombre della notte."
Il Re (rivolto alle guardie): "Portateli qui."
Il Re (rivolto agli archeologi): "Chi siete?"
Dottor Roger Bentley: "Siamo amici. Siamo diversi da te, ma siamo tuoi amici."
Il Re: "Parla la nostra lingua!"
Dottor Roger Bentley: "Nel nostro mondo la tua lingua può essere studiata su tavole antiche.
Il Sommo Sacerdote Elinu: "Non c'è altro mondo oltre al nostro!"
Il Re: "C'è solo il Cielo, dove vivemmo molto tempo fa e da cui fummo scacciati per i nostri peccati tra i tuoni e le folgori!"
Il Sommo Sacerdote Elinu: "Il mondo è questo, e noi soli lo abitiamo! Voi non siete come noi. Lassù è il Cielo, e solo gli Dei vivono là. O forse voi siete Dei?" 

Quindi il Dottor Bentley e i suoi colleghi comprendono alla perfezione il sumerico perché lo hanno studiato, utilizzando come testi le antiche tavole redatte in scrittura cuneiforme. Le conversazioni nel film sono in inglese perché questa pareva la scelta più logica al regista, che non poteva girare metà film in una lingua incomprensibile, mettendo i sottotitoli: gli spettatori sarebbero insorti! Purtroppo, l'allusione alle antiche tavole è sfuggita a molte persone, cadendo subito nel dimenticatoio. In realtà il sumerico si studia partendo da manuali, grammatiche e dizionari in cui sono riportate traslitterazioni. Altrimenti non se ne uscirebbe. Certo, è ben chiaro che questo concetto sarebbe stato troppo difficile da spiegare al Sommo Sacerdote Elinu e al Re fantoccio. In ogni caso, anche così i problemi sarebbero soltanto all'inizio. Il sumerico non era una lingua monolitica e immutabile, identica per tutto il tempo in cui è stata attestata. Così possiamo affermare per certo che la lingua parlata da un popolo rimasto isolato così a lungo, sarebbe stata naturalmente soggetta a cambiamenti che la avrebbero resa incomprensibile. Supponendo che il popolamento del sottosuolo sia avvenuto nel 5.000 a.C., come immaginato nel film, ci sarebbero ben 5.000 anni tra la lingua dei primi abitatori e quella dei loro discendenti contemporanei. Giusto per far capire la portata del problema, si consideri che soltanto 2.000 anni fa, su Roma regnava Augusto e il latino classico era nel pieno della sua fioritura. Tornando ai Sumeri albini, c'è un'ulteriore difficoltà. A causa dell'isolamento, l'evoluzione della loro lingua sarebbe stata imprevedibile da parte degli studiosi. C'è poi un'ulteriore difficoltà. A causa dell'ambiente davvero privo di input sensoriali e di risorse, moltissimi concetti sarebbero diventati inesprimibili. Dove non esiste il miele, per non parlare di altri dolcificanti ignoti nell'antichità, come può essere espresso il concetto di dolce? Se l'unico cibo è costituito da funghi, se non c'è nemmeno la benché minima traccia di cereali, che ne può essere di tutta l'impalcatura culturale dei Sumeri, fondata sul grano? Che dire poi del più nobile derivato dei cereali, ossia la birra? La civiltà dei Sumeri, antichissimi produttori di birra, non potrebbe mai essere la stessa senza la bionda bevanda! 


Sempre il solito problema della sodomia!
 
Dalle poche parole del Sommo Sacerdote Elinu si possono conoscere interi universi. Il think tank dei Sumeri albini è molto semplice da dedurre. I loro antenati praticavano sesso anale sfrenato, deponendo lo sperma negli escrementi e leccando buchi del culo con voluttà! Di più, facevano di tutto con ogni parte del loro corpo, uomini con donne, uomini con uomini, donne con donne. Tutto questo non piaceva affatto agli Dei, che erano estremamente puritani e furiosi, proprio come il Dio della Bibbia. Così scatenarono il finimondo!

Dialogo sulla scoperta dell'arcano

Il Sommo Sacerdote Elinu era un astutissimo manipolatore, una persona di grande intelligenza, anche se sempre usata per scopi malvagi.

Il Sommo Sacerdote Elinu: E non è tutto. Il re ha mostrato debolezza e scarsa capacità di giudizio. Crede nella divinità di questi intrusi. Trattare con il divino è il NOSTRO ufficio. Se ne abbandoniamo la più piccola particella agli estranei, la nostra posizione presto svanirà.
Sacerdote: Ma questi estranei non sono divini?
Il Sommo Sacerdote Elinu: No, sono mortali. Non mangiano quando hanno fame? Non dormono quando sono stanchi? Quando le guardie li attaccarono, i loro volti non mostravano forse le paure degli uomini mortali?
Sacerdote: Ma non possiedono il potere del cielo?
Il Sommo Sacerdote Elinu: Ah. Il cilindro che portano lo possiede. Se tu avessi quel cilindro, o tu, o tu, potresti usarlo anche tu. E se è il potere del cielo, non dovremmo forse possederlo noi e usarlo per controllare le bestie dell'oscurità, le persone e... sì, se necessario, anche uno stesso re vacillante? Seguirai quindi questi intrusi ovunque vadano e mi porterai quel cilindro. 


Il finale manipolato

Nel finale originale, il Dottor Bentley e Adad sarebbero vissuti felici e contenti. Quelli dello studio di produzione, riluttanti all'idea di una relazione interrazziale, hanno insistito per imporre un finale smerdante, due settimane dopo la conclusione delle riprese. Ma quale relazione interraziale dell'ostrega! I Sumeri erano bianchi proprio come noi e nessuno si accorgerebbe della differenza, non erano mica MANDINGO! Così, per colpa dello stupido puritanesimo dei produttori, il povero Dottor Benley è rimasto senza la figa! 

Etimologie mancanti 

Nonostante i nomi propri di persona Elinu (maschile) e Adad (femminile) abbiano una chiara sonorità sumerica, non si riesce a trovarne un'etimologia convincente e neppure a determinarne il significato. Adad è il nome accadico del dio delle tempeste e dei fulmini, chiamato Hadad dagli Aramei e Haddu dalle genti di Ugarit - che certamente non è adatto come antroponimo femminile. L'equivalente sumerico di Adad è Iškur "Dio della Pioggia" o Immir "Vento del Nord". 

Errori vari

Nella versione italiana ricorre l'oscena pronuncia di Gilgamesh con la consonante iniziale palatale! Tanto per cercare di spiegarlo in termini comprensibili ai profani, il nome divino non inizia con la "g di getto", bensì con la "g di gatto"

Lafarge dice: "Dottor Bentley, ricorda le tavolette di Gilgamesh che George Smith ha trovato?" George Smith non ha trovato le tavolette di Gilgamesh. Fu l'assistente del British Museum che tradusse per primo le tavolette nel 1872. Le tavolette furono scoperte nel 1839 da A.H. Layard. Successivamente, il Dottor Stuart mette in dubbio l'esistenza di una "versione sumera dell'Arca di Noè". Il dottor Bentley risponde così: "Esattamente. È stato dimostrato che il diluvio è un fatto storico, perché non una versione sumera?" Il punto è che la versione sumera esiste eccome: è la storia di Utnapishtim e del diluvio, che si trova proprio nell'Epopea di Gilgamesh, di cui si parlava prima; quindi, non dovrebbe essere una sorpresa per il dottor Stuart. Questi non sembrano essere archeologi molto eruditi.

Nella versione originale, il nome di Schliemann è pronunciato dai personaggi del film come "shlaiman" /'ʃlaɪman/ anziché "shleeman" /'ʃli:man/. Orbene, Schliemann era già all'epoca abbastanza famoso nel mondo dell'archeologia, così gli archeologi professionisti avrebbero dovuto essere consapevoli di come viene pronunciato il suo nome. Schliemann, per chi non lo sapesse, è quello della mitica Troia. Tuttavia ho potuto constatare che nella versione in italiano, il nome di Schliemann è pronunciato correttamente.

Si suppone che la civiltà scoperta dagli archeologi sia sumera, ma le scritte sui muri delle stanze del re e del sommo sacerdote sono tutte in geroglifici egiziani. Non si trova una sola iscrizione in segni cuneiformi. La Dea Ishtar, menzionata molte volte, è una divinità babilonese, non sumera. L'origine del teonimo è chiaramente semitica. Il simbolo di Ishtar era una stella a otto punte, non il logo appuntito mostrato nel film, simile a una V coricata. L'equivalente divinità sumera è Inanna. Si potrebbe andare avanti a lungo. Il nome del fondatore della dinastia sumera sopravvissuta nelle profondità dell'Himalaya è Sharu. L'antroponimo è semplicemente la parola babilonese che significa "Re", ossia 
 Šarru(m). In sumerico, la parola per indicare il Re è invece Lugal, ossia "Uomo Grande" (lu significa "uomo", gal significa "grande").

domenica 27 marzo 2022


IL LIBERO SPIRITO  

Nel panorama delle forme di eterodossia che si sono sviluppate nel XII secolo, un posto particolare occupa la filosofia del Libero Spirito. Essa non fu appariscente come il Catarismo, ma le sue conseguenze sull'Occidente furono profonde e durature. A determinare la sua sopravvivenza e il suo rigoglio fu la sua incoerenza organizzativa: il Libero Spirito non si è manifestato come un movimento definito, ma come una galassia di gruppuscoli numericamente poco consistenti.

La natura di questa religiosità era utopica e affondava le sue radici nel Neoplatonismo.
L'iniziatore del Libero Spirito fu Amalrico (Amaury) da Bène. A pochi anni dalla sua morte, nel 1209 (singolare coincidenza con l'inizio della luttuosa crociata contro gli Albigesi) i suoi insegnamenti erano già diffusi, e di questo abbiamo documentazione dagli atti dell'Inquisizione. Silenziosamente era iniziata una nuova era, e ad essa dovrebbero far riferimento i razionalisti, gli atei, i materialisti, i libertini come anche i crowleyani (thelemiti) e la maggior parte dei neopagani. Cosa accomuna una simile varietà di ideologie? La risposta è semplice: sono tutte forme di monismo estremo, in cui l'universo è considerato indistinguibile dalla sua causa (Dio, l'Uomo, la Materia o il Nulla). 

La dottrina della Chiesa di Roma ammette un solo principio all'origine di tutte le cose visibili ed invisibili, ma ritiene che Dio sia nettamente distinto dalle sue creature. In altre parole, pur essendo Dio onnipresente, il suo essere non coincide affatto con le cose da lui create ex nihilo. La dottrina del Libero Spirito invece fa cadere questa distinzione. Dio non è soltanto l'onnipresente Creatore di ogni cosa, ma È ogni cosa. Si identifica con le sue creature, con l'intero universo. In altre parole la filosofia amalriciana è una forma di panteismo (dal greco antico pan = tutto + Theos = Dio: tutto è Dio).

Già Scoto Eriugena scrisse che "ogni uomo può considerarsi una teofania, una manifestazione divina al pari dello stesso Cristo". Queste parole ritornano in Aleister Crowley, che sosteneva che "non vi è altro Dio oltre all'Uomo" e che "ogni uomo e ogni donna è una stella".

Per il Libero Spirito ogni essere umano è chiamato a credere di rappresentare una parte tangibile del Corpo di Cristo, e che qualsiasi atto compiuto senza peccare da chi ha raggiunto questa consapevolezza. Da qui scaturisce un marcato individualismo.

La Chiesa di Roma indisse persecuzioni contro questa nuova religiosità, ma non ritenne mai di dedicarle l'attenzione che invece rivolgeva alla soppressione del Catarismo.

I seguaci del Libero Spirito seguivano alla lettera il passo di San Paolo che dice "Tutto è puro per i puri" (Tt 1, 15), e argomentavano che nulla di peccaminoso e di impuro potesse esistere nel corpo, neppure l'accoppiamento o le funzioni escretorie. Nella pratica si abbandonavano a rituali orgiastici. La metafisica serviva da maschera e da copertura per attività sessuali sfrenate e promiscue. Altra caratteristica era l'antinomismo, ovvero l'opposizione alle leggi degli uomini, che erano ritenute un ostacolo alla realizzazione del Regno dello Spirito. Le differenze tra il Catarismo e il Libero Spirito sono totali, stridenti: le due tradizioni si collocano alle opposte estremità di uno spettro religioso. Anche quando i comportamenti potevano sembrare simili, erano dettati da motivi assolutamente diversi, incompatibili. Il credente cataro poteva anche avere una sessualità incoercibile. Tuttavia non riteneva tale attività pura o addirittura santa, ma dovuta all'influsso di Satana che governava chi non aveva ricevuto il Consolamentum. Il Catarismo era spesso antinomico come il Libero Spirito, ma il motivo di ciò era dovuto a una totale sfiducia nei confronti di un ordine costituito emanante dal Creatore Malvagio. Se per l'amalriciano nulla è impuro nel mondo, tutto ciò che è mondo è impuro per il cataro. Se per l'amalriciano il corpo è il tempio dello Spirito, per il cataro è invece il suo carcere. Il movimento faceva presa dovunque fosse sentita la necessità di una spiritualità puramente mistica, non soggetta a dogmi e a regole. 

Si infiltrò anche in molti ambiti monastici, soprattutto tra i Beghini e tra i Francescani, al punto che la Chiesa Romana decise di non concedere la fondazione di nuovi ordini monastici mendicanti. In particolare i Beghini e i Begardi furono sempre al confine con l'eterodossia, e guardati con estremo sospetto a causa del loro rifiuto delle regole. Mentre il Catarismo si riduceva a un'esistenza catacombale nel più stretto segreto, il Libero Spirito continuava a prosperare e a dare nuovi esiti macroscopici. Nel XVI secolo iniziarono a proliferare le sette dei Libertini: un cambiamento inarrestabile era ormai avviato nell'intero Occidente. 

lunedì 21 marzo 2022

UN PROBLEMA SCATOLOGICO

"Ora in Dio non c’è difetto alcuno, ma somma perfezione, come più sopra abbiamo dimostrato. Perciò il male consistente in una deficienza dell'azione, causata da un difetto dell'agente, non si può riportare a Dio come a sua causa."

(Summa Theologiae Suppl. q. 49)

Queste argomentazioni, fatue quanto altisonanti, sono state imposte con la punta della spada e col terrore dei roghi: sono ancor oggi popolari soltanto perché coloro che sostenevano idee diverse sono stati massacrati. Non solo i Martiri sono stati torturati e bruciati, le loro ceneri disperse, ma il Rex Mundi ha fatto di tutto affinché tra le genti non ne rimanesse il ricordo. L'apparato scolastico, mostruoso e leviatanico, si occupa precisamente di mettere a tacere la Conoscenza del Bene, mentre dà la massima risonanza alle mostruosità propalate nei secoli dalla maligna Chiesa Romana.

Per smentire la Summa Theologiae nella sua interezza e per dimostrare l'assurdo della dottrina di Nicea è sufficiente poco. Basta un secchio pieno di escrementi. Lo si raccolga e lo si mostri ai sapienti e ai teologi. Che tutti osservino tale secchio, porporati e filosofi, tomisti, plotiniani e monisti di ogni genere. Mi si dirà che ho il chiodo fisso, che penso sempre allo sterco e ad altre vilissime sozzure, di cui scrivo quotidianamente con dovizia di particolari. Eppure, nessuna delle autorità culturali di questo pianeta è in grado di dire qualcosa di sensato di fronte a un secchio zeppo di feci fumanti appena deposte da un gran numero di deretani.

Orbene, Agostino d'Ippona, Tommaso d'Aquino ed epigoni, vi pongo questa fatidica domanda: "Di cos'è assenza lo sterco? Di quale Bene è mancanza? Come può il difetto di qualcosa portare a una simile pasta marrone e maleodorante?"
A questo punto mi immagino il mutismo assoluto da parte dell'assemblea, seguito da un tumulto di voci piene di scandalo. Ma lo scandalo non risolve il problema che ho posto.

Se il corpo umano è una creazione di Dio, anzi, qualcosa di fatto a sua immagine e somiglianza, allora mi si deve spiegare come mai questo corpo tanto perfetto e mirabile digerisce i cibi degradandoli in un fetore infernale per poi espellerne le scorie, così schifose da destare il ribrezzo alla sola vista.
Le soluzioni dei nostri avversari sono una più insensata e grottesca dell'altra.
Qualcuno dirà che all'Inizio dei Tempi, nell'Eden, Adamo ed Eva si nutrivano di frutti e di fiori e defecavano nettare profumato, che magari potevano anche ingerire a piacimento. Quindi, in seguito al Peccato Originale, quel nettare si sarebbe trasformato fino a diventare abominio fecale. Ma questo pone altri problemi: il Peccato non si sarebbe quindi limitato a produrre un difetto nel Bene, ma vi avrebbe imposto dei ben precisi contenuti, in nessun modo qualificabili come assenza.
Dovremmo quindi ammettere che partendo dal racconto di Genesi, si arriverebbe comunque ad ammettere un ruolo creatore di Satana. Quindi chi accoglie tale testo e l'esistenza di un unico Principio Creatore, cade nella contraddizione, perché un altro Principio sarebbe l'autore dello sterco.
Ai sostenitori del Principio Unico e del Male come assenza non resterebbe allora che un'unica possibilità: affermare che il corpo è interamente buono, che tanta maleodoranza è cosa buona e che quindi anche gli escrementi provengono da Dio, rappresentando non una mancanza ma la perfezione. Ma seguendo questo ragionamento, i nostri avversari dovrebbero annusare con gioia tali residui della digestione, strofinarseli sulla faccia, prenderli in bocca e ingoiarli davanti a tutti. Non ho mai visto nessuno di loro fare questo, quindi si deduce che non credono davvero a quello che sostengono: il loro agire non è consistente con le premesse da cui partono.  

sabato 19 marzo 2022


IL KITSCH E LA MERDA

https://radiospazioteatro.wordpress.com/
2015/05/08/quando-lessere-diventa-
insostenibile-milan-kundera/

“Dietro tutte le fedi europee, religiose e politiche, c’è il primo capitolo della Genesi dal quale risulta che il mondo è stato creato in maniera giusta, che l’essere è buono e che è quindi giusto moltiplicarsi. Chiamiamo questa fede fondamentale accordo categorico con l’essere. Se ancora fino a poco tempo fa nei libri la parola merda era sostituita dai puntini, ciò non avveniva per ragioni morali, […] il disaccordo con la merda è metafisico [..] l’ideale estetico dell’accordo categorico con l’essere è un mondo dove la merda è negata e dove tutti si comportano come se non esistesse.
Questo ideale estetico si chiama Kitsch. […] Il Kitsch è la negazione assoluta della merda, in senso tanto letterale quanto figurato: il Kitsch elimina dal proprio campo visivo tutto ciò che nell’esistenza umana è essenzialmente inaccettabile.”
(Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, p. 268) 

Il Diavolo ha avuto grande successo nel suo lavoro. "Occidente, luogo da cui non giunge suono, luogo perduto ormai". Le genti hanno un'idea molto chiara e cristallina di cosa debba essere una religione, e semplicemente si rifiutano di chiamare religione qualsiasi cosa non soddisfi questi criteri identificativi. Possiamo enunciarli brevemente:

1) Il primo requisito è il riconoscere l'esistenza di un unico Dio artefice di ogni cosa; 
2) Il secondo requisito è il riconoscere la natura buona della creazione di questo Dio; 
3) Il terzo requisito è accomunare col nome "peccato" qualsiasi cosa neghi la bontà di questa creazione.

Si capisce che se i requisiti 1) e 2) corrispondessero alla descrizione di qualcosa di vero, il requisito 3) non dovrebbe sussistere. In altre parole, non dovrebbe esistere che il Bene, e il Male dovrebbe essere non soltanto inesistente, ma anche inconcepibile. Così accade che sussistano due diverse strategie per rimuovere ciò che è problematico:

1) La prima strategia consiste nel nascondere tramite il tabù verbale tutto ciò che è sconveniente (il sesso, la merda, la violenza, la morte, la malattia, etc.);
2) La seconda strategia consiste nel dichiarare che Bene e Male sono soltanto convenzioni e non dati di fatto.

Come vedete, il Maligno inganna gli umani in un modo davvero molto semplice. Non ritiene necessario usare inganni più subdoli, perché sa benissimo che difficilmente si imbatterà in qualche filosofo degno di questo nome.

La religione portata avanti da me e dai miei Fratelli si distingue da tutte le religioni praticate in questi tempi sul pianeta, in quanto nega tutti i requisiti e tutte le strategie di cui sopra. Abbiamo preso la Conoscenza del Bene secoli dopo che l'umanità l'aveva abbandonata, ripristinando le parole di Niceta e di Peire Autier. Noi affermiamo quanto segue:

1) Il Dio Buono ha creato il Bene, il Dio Malvagio ha creato il Male;
2) L'intero universo fisico è la creazione del Dio Malvagio;
3) Il peccato non può essere negato né rimosso: consiste in ciò che è stato fatto senza il Verbo.   

Irridiamo, scherniamo e copriamo di anatemi gli artifizi che i mondani usano:

1) Non abbiamo tabù verbali, chiamiamo la merda con il suo nome e la usiamo per smascherare le macchinazioni del Nemico;
2) Mettiamo davanti a ogni negatore dell'esistenza del Bene e del Male una tazza piena di escrementi, invitandolo ad inghiottirne il contenuto per dimostrare le proprie tesi.

A coloro che storceranno il naso davanti alla coprolalia che caratterizza la nostra predicazione, faccio notare che se fossimo in Paradiso, non ci sarebbe alcun bisogno di evocare lo sterco. Così quando qualcuno ci vuole ingannare, rispondiamo che se passeggiando per un luogo meraviglioso ci si imbatte in un grosso stronzo, è necessario chiederne conto a Colui che tale luogo ha creato.

La nostra lotta contro il Kitsch

Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze devastanti dall'incapacità ad ammettere che la merda esiste. Questa incapacità, che Milan Kundera chiama Kitsch, è tipica di coloro che Gesù Cristo chiamava Farisei e ha radici ontologiche.

"La più banale delle tautologie toglie dal campo del giudizio ciò che ha di inaccettabile la vita. Come lottare contro il Kitsch? Per Kundera la dissidenza non basta, perché spesso chiude una ferita che invece deve rimanere aperta tra le uniche due istanze autentiche: nascere e morire, allora è la costante e difficile, poiché pesante, disidentificazione da quelle variabili che caratterizzano l’identità che ci permette di giungere alla verità."  

Esiste un solo rimedio al Male che è il mondo e all'ipocrisia di chi nega l'esistenza dello sterco: contribuire attivamente all'estinzione del genere umano e della biosfera. Evitare qualsiasi possibilità anche remota di causare la nascita di un nuovo dannato, perché ogni concepimento consiste nel nutrire il Moloch. Ogni nato è una vittima sacrificale destinata ad essere masticata tra le fauci insanguinate del mondo. Queste cose non ci stanchiamo mai di ripeterle, nonostante le nostre parole cadano in un terreno pietroso che non dà frutto. Andremo avanti a ripeterle fino alla Fine dei Tempi, se così piacerà al Signore dei Buoni Spiriti: se ci desse ascolto anche una sola persona in più tra coloro che sono dispersi nel Web, sarebbe già un'enorme conquista.